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Autore: Henya    02/10/2011    3 recensioni
"Avevo dimenticato per tre mesi quell’auto, quelle odiose facce, tutto quello che mi avevano fatto passare. Vederli arrivare ogni mattina su quell’auto insieme, mano nella mano!
“Si può sapere che hai?”
Non si è ancora accorta di nulla…
“Ma non hai visto chi c’è?” le dico.
Si gira e anche lei abbassa gli occhi.
“Non potevano mica mancare, lo sai”.
E' l'inizio di un nuovo anno, l'ultimo per la precisione, ed insieme alla sua migliore amica Hilary si preparano ad affrontarlo. Ma questo non sarà come gli altri, perchè nuovi incontri e nuovi avvenimenti cambieranno le cose nella vita di ognuno dei nostri protagonisti!
L'inizio può sembrare un pò banale, a tratti comica, per altri romantica, per altri ancora triste... insomma questa è la mia prima fanfiction e mi auguro di aver suscitato la vostra curiosità!
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La vita a volte ti riserva delle sorprese, belle o brutte.
A me ha riservato per un inspiegabile motivo  solo quelle brutte,  conservando quelle belle per chissà chi.
Ormai sono incinta e non sembra esserci alcuna forma di dubbio, alcuna speranza! L’ha detto persino la ginecologa:”Signorina, lei è incinta da due mesi!”
Questo pomeriggio mi sono fatta accompagnare da Hilary in ospedale per una visita e lei è rimasta scandalizzata quasi quanto me, o forse di più!
Uscite dall’ospedale, ci siamo fermate sulla panchina di un parco lì vicino a pensare e fare luce sulla nostra situazione. Ma che dico? Sulla mia condizione, perché sono io quella incinta!
Ma c’è ancora qualcosa che mi turba da quando siamo uscite dallo studio di ginecologia, come un dubbio , qualcosa che mi sta sfuggendo.
“Come farai adesso?” mi domanda Hilary, rompendo il silenzio.
“Io… non lo so! È tutto così complicato! Come può essere successo?”
“Oh, non dirlo a me! Questo dovresti chiederlo a Rai mi pare!” rivolge con tono duro.
“Già… Rai! Ma c’è qualcosa che ancora non mi torna!” aggiungo dubbiosa.
“Cosa vuoi dire? il medico è stato chiaro!”
“Si, infatti! Ma senti una cosa, ha detto che sono incinta da due mesi, vero?”
“Si…”
“E’ proprio questo il punto! Due mesi fa Rai non era nemmeno in Giappone, ricordi? È dovuto tornare in Cina e quindi io non riesco a capire come cavolo sia pot…”  le parole mi muoiono in gola, deglutendo a vuoto. Un ricordo riviene alla luce nella mia memoria, un ricordo che mi fa morire. Hilary alla mia reazione, capisce al volo! Anche lei ci è arrivata ed entrambe sbarriamo gli occhi…
“No! No, nononono!Anya, NO!” ripete scuotendo la testa nervosamente.
“Io, io sono stata pure con…” rivelo in un sussurro mentre il mio sguardo si fa vuoto, come se stessi nella mia mente, ripercorrendo in ogni istante quell’esperienza.
“Anya, non mi vorrai dire che, che questo bambino… che questo bambino potrebbe essere di…”
Nemmeno lei riesce a pronunciarlo.
“…Di Kai!” completo io appoggiando la testa su una spalla della mia amica, riuscendo a far fuoriuscire soltanto una lacrima, una piccola lacrima, che però esprime un grande dolore!

Mi trovo seduta su un divanetto del mio salotto a leggere un romanzo, uno di quelli che Rai mi ha prestato. Alzo gli occhi dal libro e mi accorgo, guardando oltre la finestra, che una donna, bella come un angelo, sistema adagio il suo bambino in una culla. Lo guarda un’ultima volta e poi si allontana.
Ma cosa ci fa una culla nel mio giardino?
Incuriosita, mi alzo ed esco fuori. La donna sembra essere sparita e il bambino dorme beato, come un angioletto.
Non resisto dalla voglia di toccarlo e così sfioro con un dito la punta del suo dolce nasino.  Ma non faccio altro che svegliarlo e farlo strillare.
“No, no piccolo! Non piangere, ti prego!” dico agitata scuotendo il lettino per farlo calmare! Ma niente…
Decido di prenderlo in braccio e gli faccio appoggiare la sua testa sulla mia spalla e finalmente sembra essersi calmato.
Entro in casa per non fargli prendere freddo e mi accorgo che una donna vestita da colf mi invita con un gran sorriso a entrare in cucina…
“Signora Sarizawa, i suoi bambini la attendono!”
Eh?
Incredula entro in cucina,che magicamente si trasforma in una stanza enorme, piena di culle con bambini che strillano.
Rimango sconvolta, non riuscendo a capirci più nulla.
Ma la paura si accresce quando quei piccoletti scendono dalle carrozzine e si avvicinano gattonando verso di me, come se volessero assalirmi.
Indietreggio terrorizzata, finchè il piccolo che tengo in braccio mi guarda e mi chiama “MAMMA!”
Spaventata lo lascio cadere a terra e con grande stupore, osservo che si dissolve come polvere nel nulla.
Tutti gli altri mi si avvicinano gridando insistentemente –mamma-, ma ad un tratto sento il rumore di una porta che si chiude e dei passi.  È Kai che posa la sua valigetta su un divanetto e mi dice…
“Sono a casa, tesoro!”

“NOOOOOOOOOOOO!”     grido svegliandomi di scatto ansimando e tutta sudata.
È stato solo… un incubo! Il peggiore che avessi mai fatto!
Emetto un sospiro di sollievo, subito dopo essermi accurata di essere tornata alla realtà.
Santo cielo,  ma che razza di sogno era?
Ancora presa dallo shock, decido di scendere in cucina a prendere un bicchiere d’acqua.
Mentre bevo sento che in salotto c’è ancora la tv accesa, così, dopo avere lasciato il bicchiere mezzo pieno sul tavolo, entro curiosa in salotto.
“Tommy, che ci fai ancora sveglio, alle 3 di notte?” domando sedendomi al suo fianco.
Tommy è il più piccolo, ha soli 6 anni e di solito alle nove è già a letto.
“Non riuscivo a dormire! Ho fatto un brutto sogno!” afferma impaurito.
“Anche tu…” sussurro appoggiando una mano sulla sua testa.
“Ho paura che l’orco cattivo esca dal mio armadio…”
“Non c’è un orco cattivo nell’armadio! È stato solo un incubo!” gli dico per tranquillizzarlo.
“Ma Ivan ha detto che se mi riaddormento lui mi mangerà!”. E ti pareva se non c’era il suo zampino. Ivan, invece è di due anni più grande di lui, è il più dispettoso e si diverte a terrorizzarlo. Ma gli altri tre non sono certo da meno: Ryo, Shojiro e Jonathan, rispettivamente di 10, 12 e 14 anni.
Sembra quasi che i miei si siano basati, nel concepire figli, sulla tabellina del numero due. Era ormai una tradizione: dopo avere avuto già i primi due figli, e quindi me e Jonathan, ogni due anni mia madre prese l’abitudine di preparare una torta , in particolare quella preferita di suo marito, per annunciare la terza, la quarta, la quinta e la sesta gravidanza. Lo faceva per addolcire, per modo di dire, la situazione. Appena mia madre si presentava a tavola con il dolce e pronunciava, forzando un sorriso, “tesoro, ho una notizia importante”, ecco che mio padre si reggeva forte al tavolo e quasi sveniva al solo pensiero di avere un altro piccolo Sarizawa in giro per la casa. Per fortuna da sei anni a questa parte non è più successo!anche se ogni tanto, quando capita che mia madre prepara questa “torta speciale”, così definita da tutti noi, il terrore sale a tutti i componenti della famiglia, compreso il più piccolo. Sembra buffa come storia, ma adesso che ci penso, siamo una famiglia troppo allargata! I miei hanno fatto sei figli e non hanno mai mollato; e adesso diventeranno… NONNI! Credo che non basterà una semplice torta per annunciare la MIA di gravidanza, e nemmeno un’intera fabbrica…
Come la prenderanno??...
“Dai, ti porto in camera e scacceremo via questo mostro cattivo!” gli propongo sorridendo, scacciando tutti questi pensieri dalla mia mente e porgendogli una mano che lui afferra con decisione.

“Visto? Non c’è niente! Solo vestiti! Non esistono i mostri né tantomeno gli orchi!” affermo assicurandomi di calcare per bene le ultime parole per farle sentire ad Ivan, che da sotto le coperte ,ascolta. Loro due dividono la camera, purtroppo.
Lo metto a letto, gli rimbocco le coperte ed infine esco silenziosamente dalla stanza.
“Ho appena compiuto un gesto da madre?” mi domando fermandomi incredula a metà corridoio.
Questo gesto che ho appena compiuto, vista la mia situazione attuale, mi fa venire una strana sensazione. Ma il compito di madre è molto diverso da quello di una sorella, no? Penso che sarà molto più difficile di quanto si possa immaginare!

“Pensi di farcela oggi?” mi domanda Hilary mentre raggiungiamo la palestra, per iniziare l’ora di educazione fisica.
“Non voglio dare sospetti, quindi non mi affaticherò!” le rispondo.
Le ore di ginnastica, da quando sono incinta, sono divenute stressanti per il fatto che mi gira la testa. Purtroppo il nostro insegnante è molto severo e ci tiene che gli esercizi vengano eseguiti correttamente. L’ultima volta, cioè due giorni fa, ha voluto che ci arrampicassimo sul quadro svedese e io sono stata l’unica che si è rifiutata di farlo per non creare pericoli. Non potete immaginare quanto si è infuriato! Dovrò però arrangiarmi e non creare il minimo sospetto, almeno per ora che non si vede nulla!
“Dunque ragazzi, cominciate con un riscaldamento! Correte lentamente intorno al campo, su forza!” ci incita il prof battendo le mani.
“Uff, già sono stanca al solo pensiero di correre!” confesso ad Hilary sbuffando.
“Dai Any, vienimi dietro! Correremo più piano!” mi invita sorridendomi.
Accetto e comincio a camminare, più che correre, finché tutti non mi sorpassano innervositi del fatto che sono lenta.
Resto a “correre da sola” mentre gli altri percorrono il perimetro del campo a fila indiana.
“Sarizawa! Ti vuoi muovere? Sei una lumaca! E tu Eva, dove eri finita e perché non indossi la tuta come gli altri?” ci rimprovera il prof. Eva è arrivata ora da non si sa dove e si presenta con jeans e maglietta.
“Scusi ma oggi non mi andava di mettere quella tuta orribile!” risponde arrogante.
“Oh, mi dispiace se non è nei tuoi gusti…” rivolge sarcastico e calmo. “Ma adesso comincia a correre anche con i jeans!!!” aggiunge furioso e fischiando, facendola sobbalzare e correre come un razzo.
Adesso è il momento più critico, cioè quello delle flessioni, addominali e cose varie, che ti spezzano le ossa!
“Ragazzi, formate delle coppie adesso!” ci consiglia l’insegnate.
Io cerco di raggiungere Hilary, perché di solito facciamo sempre coppia. Ma il prof mi richiama…
“Sarizawa, oggi tu fai coppia con Hernandez!” eeeeh? “così imparate e fare le strafottenti!” quindi è una specie di vendetta!
Io e lei ci osserviamo disgustate e ci ribelliamo.
“Prof, non so se ne è al corrente, ma io e lei, come dire… non siamo proprio compatibili!” cerca di spiegargli Eva, a cui stranamente, do ragione.
“Non fatemi arrabbiare di più perché non vi conviene! Se non lo siete, fate finta di esserlo! Sarà un modo per conciliarvi!” ci dice autoritario e non ammettendo repliche.
Alla fine, ancora più disgustate, decidiamo di “andare d’accordo”!

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“Bene, adesso che siamo tutti belli riscaldati, iniziamo con una serie di addominali! Uno di voi si distende a terra mentre il vostro compagno dovrà tenere ferme le vostre gambe e voi, con le mani dietro la nuca vi piegherete in avanti più che potete! Ogni 10 piegamenti fate cambio!” ci ordina il prof.
Mi accorgo che Anya sta con Eva, mio dio! E vengono continuamente rimproverate. Mentre io, indovinate con chi faccio coppia? Con Yuri!  non so come è capitato, sta di fatto che mi sono imbattuta su di lui e il prof, pensando che fossimo insieme ci ha detto come eseguire l’esercizio facendoci mettere a terra! Che imbarazzo!! Lui sembra normale, impassibile. Quindi ora mi ritrovo a tenere ben salde le sue gambe e lui che mi osserva dritto negli occhi, andando su e giù, come se stesse aspettando una mia mossa! Forse dovrei davvero darmi una mossa!
“Senti Yuri…  dovrei parlarti! So che questo non è il luogo e il momento adatto…”
“No, dimmi pure!” mi dice aumentando l’intensità e la velocità dei piegamenti,con le mani dietro la nuca.
“non dovremmo fare il cambio?” domando .
“Lascia perdere, non cambiare discorso!” mi ordina continuando il suo lavoro. Ormai ne avrà fatte una trentina…
“Dunque, io sono stata stupida e…” lui fa un’espressione come se volesse dire-ci sei arrivata finalmete!- “… e voglio dirti che io ci tengo ad uscire con te e mi piaci molto, ma ho paura di sbagliare e di dire cavolate, ho un pessimo carattere a volte!” wow, ce l’ho fatta a dire tutto d’un fiato!
Lui si ferma sospirando e reggendosi con le braccia appoggiate all’indietro sul pavimento, osservandomi…
“Davvero era questo il motivo?” mi chiede inarcando un sopracciglio.
“Beh… si..” rispondo timidamente e lui scuote la testa  sorridendo.
“Non ti facevo così! vuol dire che quando sbaglierai, io ti correggerò e che quando dirai cavolate ti farò tacere così…” mi dice avvicinandosi sempre di più e anche io faccio lo stesso. Il tocco sta per avvenire,siiii!
“Ehi voi due! Riservate a dopo le smancerie! Tachibana, tocca a te!”
Veniamo presi di soprassalto e ci allontaniamo sorridendo e imbarazzati, per un attimo era sembrato che il tempo si fosse fermato.
Adesso, aihmè… mi tocca fare gli addominali!

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“E questa me la chiami ginnastica? Ma se non ti stacchi dal pavimento neanche di mezzo millimetro!!” mi rimprovera Eva continuamente.
“Vorrei vedere te nelle mie condizioni!” gli urlo scocciata ma mordendomi subito il labbro inferiore appena mi rendo conto di cosa ho appena detto. Mamma mia, devo controllarmi o è la fine! Mi manda in bestia questa tizia!
“Ma che condizioni???” mi urla ancora attirando l’attenzione del prof che ci raggiunge esaurito.
“Basta voi due! Adesso mentre gli altri tornano a casa, voi due mettete in ordine la palestra e quindi tornerete con un po’ di ritardo!” ci ordina.
“Cooosa?” chiede Eva.
“Hai capito bene, signorina!” risponde lui. “Forza, la lezione è finita, tornate a casa!” dice andandosene.
“è tutta colpa tua,racchia! Ti conviene mettere apposto tutto, intesi?”
“E no! tu mi aiuti, che lo voglia o no!” ribatto io.
Lei fa una strana reazione e comincia a mettere apposto, imitata da me.
“Anya, se vuoi ti aspetto fuori!” mi dice Hilary.
“No, va pure! Io finisco subito! Quanto è insopportabile…” mormoro entrando nel ripostiglio dove ci sono tutte le attrezzature.
Mentre sistemo alcune cose  entra Eva, che posa i palloni da calcio nel cesto.
“Ma dico io, le altre classi non tolgono nulla e tocca a me??”si lamenta.
“Beh…” inizio io ma mi interrompe.
“Non era una domanda rivolta e te! È tutta colpa tua! Lo sapevi che oggi ho un appuntamento importante con una stilista, amica di mia madre? Eh? Lo sapevi? E no, certo che non lo puoi sapere!”.
“E tu sai quanto mi irrita stare qui a sentire le tue stupide lamentele??” domando stavolta io.
“Oh, non osare aggiungere altro perch…”
Non riesce a terminare la frase perché la porta si chiude violentemente a causa di un colpo di vento improvviso, proveniente, probabilmente dalla porta principale della palestra.
Saltiamo di soprassalto, spaventate.
“Tsz, oggi non ne va una giusta!” aggiunge antipatica.
La fisso scocciata e cerco di aprire la porta. Dico –cerco- perché non ci riesco!!! E come se si fosse bloccata!!
“Non si apre!!” dico sforzandomi di spingere in avanti.
“Cosa vuol dire non si apre? Togliti di mezzo!” dice spintonandomi maleducatamente .
Spinge con entrambe le mani ma…
Risultati: zero assoluto.
Si arrende appoggiando le spalle su di essa.
“Fantastico! Sono qui bloccata con chi poi? Con te! Mpf!” afferma scocciata puntando gli occhi in alto.
“La smetti di lamentarti e mi aiuti a trovare piuttosto una soluzione?” le ricordo io.
“mi spieghi come facciamo? Questa porta è sempre stata difettosa e visto che tu sei la presidente potevi almeno farla aggiustare!”
“Ti ricordo che prima di me, c’eri tu a capo di questa scuola!” ribatto acidamente.
“Chiudi il becco!”
“Perché non trovi una soluzione visto che ti credi così intelligente!”
Lei mi fissa con ostilità e dopo qualche secondo tira fuori dalla tasca dei jeans il cellulare.
“Visto? Ho già trovato la soluzione!” afferma mostrandomi l’oggetto con fare antipatico. “Non mi resta che chiamare Kai e lui verrà in men che non si dica!” aggiunge mettendo il telefono all’orecchio attendendo. Io mi appoggio ad un tavolino roteando gli occhi. Ci mancava solo essere salvati da Hiwatari!
“Pronto Kai, devi venire subito in palestra perché… Kai! Kai! Kaiii!” ripete sbarrando gli occhi. “La batteria… è morta!” dice disperata sedendosi a terra con le spalle appoggiate al muro.
“Cosa?? Come può essersi scaricato in un momento simile? Come diavolo facciamo adesso? Era l’unica speranza!” gli rivolgo duramente.
“Prova con il tuo di cellulare! O non ce l’hai?” chiede incrociando le braccia al petto.
“Si trova nella mia borsa che sta fuori da questa porta!”le spiego.
“Io non voglio rimanere un minuto di più qui!”
Guardandomi attorno mi accorgo che c’è una finestra nell’angolo in alto, piccola ma abbastanza grande per farci oltrepassare una persona come…Eva!
“C’è quella finestra lassù, potremmo provare!” le propongo in modo da riuscire ad andare d’accordo.
“E’ troppo alta, mi dici come ci arriviamo?”
“Sovrapponendo alcuni di questi scatoloni!”
Lei sembra convincersi ed insieme carichiamo quelle scatole una sopra l’altra. Quando finalmente finiamo…
“Ok, Sali tu e poi vieni ad aprirmi!” le ordino.
“Perché non tu?”
“Perché…” mi fermo pensando a qualcosa da inventare”Perché tu sei più, perché io…” non mi viene niente in mente!!
“Ma certo! perché io ho un fisico più atletico del tuo, sono più agile!” afferma portandosi indietro una ciocca di capelli mentre io la fulmino con uno sguardo. Cosa vorresti insinuare??
Faccio finta di non avere capito e la aiuto ad arrampicarsi. Raggiunta la “vetta” si affaccia alla finestra ma…
“Ma mi vuoi far morire?? Qui sarà alto più di cinque metri!!” dice ritirandosi subito. Perfetto! Dimenticavo che soffre di vertigini!
“Beh allora scendi, non c’è altro modo!”
Mentre scende gli scatoloni mi si rovesciano addosso e lei cade a terra emettendo un grido.
Mi rialzo togliendomi tutta la polvere di dosso. Santo cielo, un po’ di pulizie qui dentro non sarebbero male!
La vedo dolorante a terra.
“Tutto apposto?” domando in qualche modo preoccupata.
“Tutto apposto? Tu hai cercato di farmi morire! È sempre colpa tua e aaaaahiaa!” grida mentre cerca di alzarsi e toccandosi la caviglia.
“Cos’hai?” chiedo mettendomi in ginocchio accanto a lei. Faccio per controllare la sua caviglia ma…
“No! non provare a toccarmi, hai già fatto abbastanza danni!” dice scansando la mia mano.
“Ma potrebbe essere grave!”
“Non sono affari tuoi!”
“Avevo dimenticato che soffri di vertigini,  mi dispiace, quindi posso?”
Devo essere impazzita per dire questo!
Lei mi osserva un attimo e poi fa cenno di si.
Scopro la gamba e toccando la caviglia lei geme di dolore.
“Potrebbe gonfiarsi, forse qui c’è del ghiaccio aspetta!” mi alzo e vedo una specie di freezer con dentro buste di ghiaccio.
“Metti questa, forse aiuterà in qualche modo!” dico porgendole la busta.
La prende senza dire nemmeno un –grazie-  ,ma tanto so che non lo dirà mai!
Mi siedo appoggiata alla parete opposta alla sua. Dovremmo restare qui fino a domattina? Boh.
Il silenzio diventa sovrano della stanza, che sarà grande circa quattro metri quadrati e poco illuminata. Lei non fa altro che toccarsi continuamente la caviglia facendo espressioni di dolore e io non so che fare, e ci mancava pure che mi venisse di andare in bagno.
“Questa situazione è ridicola!” dice esasperata.
“Già, non poteva capitarci di peggio oggi!”
“Potevi almeno dire ad Hilary di aspettarti, almeno ci sarebbe stata di aiuto!”
“E tu potevi evitare di fare scaricare il cellulare messaggiando tutte le precedenti ore! Adesso non sappiamo neanche che ore siano!”
“E tu? Che lo tieni come sopramobile? E il tuo Rai dov’è? Non si preoccupa nemmeno per te!”
Iniziamo con una lunga serie di battibecchi che mi innervosiscono al massimoo!
“Mi chiedo come mai i tuoi non hanno ancora mandato una squadra soccorsi, vista la tua assenza!”
Detto questo la colpisco proprio in modo tagliente! Evidentemente non ha un buon rapporto con i suoi!
“I miei non si saranno nemmeno accorti della mia assenza…” sussurra guardando un angolo.
“Sono sempre impegnati?” domando troppo curiosa.
“Mi chiedo cosa dovrebbe importarti! Tu hai la tua stupida famiglia, pensa per te!” risponde abbassando gli occhi. Credo che questa discussione possa anche restare in sospeso, in fondo non mi importa un fico secco.
I minuti passano e questo silenzio mi sta facendo impazzire! Voglio uscire da qui, SUBITO!!

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“Si può sapere perché sei voluto tornare a scuola?”
“Perché Eva mi ha telefonato ma ha staccato subito! Sono riuscito a capire solo che devo raggiungerla in palestra, aspetta un attimo qui fuori!”
Chiudo la portiera dell’auto di Yuri e oltrepassato il cancello mi avvio in palestra, anche se non ne capisco il motivo!

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La caviglia mi fa un male tremendo, sono rinchiusa in questo postaccio da chissà quanto tempo e come se non bastasse con me c’è anche quella zoticona di Anya! Esiste una punizione peggiore?
Dove cavolo sei, stupido di un Hiwatari!
“Sai, non ho potuto fare a meno di notare come si è precipitato Kai alla tua chiamata! È stato veramente un fulmine!” dice ironica.
“Per tua informazione, Kai è riuscito a dirmi che sarebbe venuto a prendermi!” dico mentendo. In realtà non credo che abbia capito molto visto che il telefono si è spento dopo due secondi! Cavoli!
“Ah si? Io non vedo nessuno! Si vede che ci tiene a te!”
“Cosa vorresti dire? Kai ed io siamo perfetti insieme e siamo la coppia più invidiata di tutte la scuola, soprattutto da te, che cerchi di dimenticarlo stando con quel Rai!”
“Ahahaha, illusa! Io non ho proprio nulla da invidiare, perché a differenza di voi due, io e Rai ci amiamo!”
“Non mi pare dopo aver saputo che lui ti ha tradita con Tresy!”
“Questo non è vero! Ma volgiamo parlare del tradimento di Kai??”
Che cosa vuole dire questa stupida??
“Di che tradimento stai parlando?” domando alterata.
Lei sembra essersi pentita di queste parole e io mi insospettisco ancora di più. Cerco di alzarmi reggendomi su un piede.
“Nulla!!” risponde prontamente con un viso che non mi piace.
“Che cosa stavi dicendo?” domando ancora minacciosamente senza ricevere risposta. Ma all’improvviso vengo distratta da una voce che viene da fuori e al solo pensiero di poter  uscire, dimentico questa discussione.
“Kai!Kai! sono qui, apri!!” grido non appena riconosco la sua voce. Batto con un pugno sulla porta per indicargli il posto in cui sono rinchiusa.”Visto? è arrivato!” le sussurro con un falso sorriso e lei si limita a roteare gli occhi.

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“Ma che diavolo ci fai chiusa da sola qui dentro?” le domando da dietro la porta.
“Ti sembra il momento di dare spiegazioni? Apri questa dannata porta!!” mi ordina strillando.
“Ok! Togliti da dietro!”
Con una spalla spingo questa porta, che al terzo colpo si apre. Eva esce zoppicando…
“Si può sapere dove sei stato? Sai da quanto tempo sono rinchiusa qui con questa racchia?”
La racchia è qui?
E infatti la vedo spuntare all’improvviso.
“Con te facciamo i conti più tardi, portami a casa immediatamente!” mi rivolge iniziando ad incamminarsi zoppicando. Io la osservo aggrottando la fronte. È una matta!
Osservo di nuovo Anya che esce avvicinandosi a me.
“Dovresti farla controllare!” afferma in modo pacato.
“Da un ortopedico?”
“No, da uno psicanalista!” risponde sarcastica voltandomi le spalle e andando via.
Quella è da rinchiudere al manicomio direttamente!
Questa è la seconda volta che ti salvo,Sarizawa…

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Arrivata a casa mi accorgo che davanti al mio cancello ci sono Rai, Hilary,mia madre e parte dei miei fratelli.
“Ciao,che succede?” domando come una stralunata.
“Anya!” esclamano Rai ed Hilary abbracciandomi.
“Ma dove eri finita? Eravamo in pensiero!” domanda mia madre. “Caaarl, Anya è qui! Non c’è bisogno di chiamare la polizia!!” e ti pareva…
“Allora?” domandano curiosi pretendendo delle spiegazioni.
“Vi dirò tutto, ma prima devo andare in bagno! Pistaaaaa!” li abbandono correndo come un razzo a soddisfare il mio bisogno vitale.

“E così sei rimasta chiusa lì dentro con Eva? Praticamente un incubo!” confessa Hilary accennando una risata.
“Puoi ben dirlo!” rispondo cercando di stare attenta a non scottarmi con la tisana che mi ha preparato mia  madre.
Siamo riuniti in salotto e io racconto la mia-avventura-.
“E come siete riuscite ad uscire?” domanda mio fratello.
“è stato Kai! Lo ha avvisato Eva.”
A queste parole mi accorgo, osservando Rai, che la sua espressione si fa strana. Io ed Hilary ci guardiamo e poi abbassiamo gli occhi.
“Ma non ci hai presentato questo tuo amico!” interviene mia madre, destandoci dai pensieri negativi.
“E’ vero!Beh… lui è il ragazzo di cui ti avevo parlato! Mamma, papà, lui è Rai!”
Rai un po’ imbarazzato porge la mano ai miei e mio padre come al solito fa battute scadenti.

Davanti al cancello di casa mia, prima che i miei amici se ne vadano…
“Ragazzi, io devo scappare perché mia madre mi aspetta, ci vediamo!” saluta Hilary andandosene.
“A domani!” le rispondiamo io e Rai che restiamo da soli.
“Simpatici i tuoi!” afferma divertito.
“Non fidarti delle apparenze, a volte sanno essere pessimi! Mi meraviglia che siano stati gentili!” dico scherzando.
Ma divento subito seria appena, fissando i suoi occhi, mi viene una morsa allo stomaco pensando al fatto che gli sto nascondendo al momento una grande verità.
Lui sembra essersene accorto
“Che ti prende?” domanda sfiorandomi una guancia con le sue mani calde che mi fanno rabbrividire.
“Nulla, sono solo stanca!” rispondo accennando un sorriso.
“Capisco, deve essere stato un trauma restare bloccata lì dentro con la strega e poi essere salvata da Hiwatari!” dice roteando gli occhi.
“l’importante è che sono uscita da lì!”
“Lo so, ma quel tizio mi da la nausea!” confessa disgustato.
“Non pensarci, adesso vai, è tardi!”
Mi scocca un bacio, dopo aver controllato che mio padre non sia nei paragi.
Se Kai  ti da la nausea, io ti farò proprio schifo quando verrai a conoscenza di tutto!
Come vorrei tornare indietro….


“Anya, è tutto apposto?” mi domanda Hilary da dietro la porta del bagno.
“Adesso che ho vomitato sì!” rispondo uscendo.
È l’ora della pausa a scuola e io sono corsa subito nei bagni a causa delle continue nausee che mi stanno facendo morire.
“Ma hai anche pianto?” chiede ancora osservando il mio viso ricoperto di lacrime.
“S-si…” affermo asciugandomi le lacrime.
“Ma perché?”
“Perché io non ce la faccio più, Hilary! Io non sto male solo per le nausee, ma perché vivo ogni santo giorno con questo peso che mi sta uccidendo!” rispondo al limite della pazienza.
“Vedrai che tutto andrà bene…” cerca di confortarmi lei.
“No Hilary! Non potrà mai andare bene! Tu non puoi capirmi! Non sei tu quella che aspetta un figlio, non sei tu quella che dovrà dire la verità a tutti e farsi odiare a vita! E non sei tu quella che deve andare a dire a Rai che aspetto un figlio da Kai!” Spiego stringendo i denti e puntando minacciosamente il dito.
Lei capisce e abbassa gli occhi, non sapendo più che dire.
“Come lo dirò ai miei genitori? Perché il destino ha voluto punirmi, perché ogni cosa mi va storta? Tante domande e nessuna risposta! Vorrei poter sparire nell’istante in cui dirò a Rai la verità! Pensavo che l’episodio con Kai non sarebbe più venuto a galla e invece il destino ha deciso di punirmi dandomi questo figlio! Quella stupida festa è stata la causa di tutto! Ma che dico? La colpa è mia che sono salita in auto con lui! La colpa è solo mia…”
Finalmente mi calmo e propongo ad Hilary di uscire e prendere una boccata di aria fresca.


                                                             ***************************************

No-n-non ci posso credere, non è vero! Deve essere un sogno, un incubo! Anya aspetta un figlio da…Kai!
Sono rimasta ad ascoltare ogni singola parola di Anya, rimanendo in silenzio rinchiusa in uno di questi bagni. Loro non sapevano ci fossi io e così hanno sperperato tutto , ignare della mia presenza! Ecco cosa voleva dirmi ieri! Il tradimento di Kai! Lui mi avrebbe tradita con la racchia, quella stessa racchia che abbiamo preso in giro per tutto questo tempo! E tutto è successo, da quanto ho capito, la sera della festa di Ivanov, la sera in cui è sparito!
Mi avvicino reggendomi sulle stampelle, al lavandino e mi fisso allo specchio sconvolta.
La caviglie si è slogata ieri, quando sono caduta nel ripostiglio. Non è grave e tra qualche giorno potrò togliere la fasciatura. Ma non è questo quello che mi preoccupa, ma il fatto di essere stata presa in giro! Io, Eva Hernandez ,sarei stata  soggiogata da loro? Questo non è ammissibile! Kai, Anya, un figlio? Mi viene da vomitare al solo pensiero che quei due siano stati insieme!
La rabbia ha raggiunto il limite e pretendo vendetta!
Vorrei tanto prenderla per i capelli ma purtroppo non posso!
Esiste un altro modo, però, per soddisfare la mia voglia di vendetta!
A quanto pare Rai è all’oscuro di tutto! E io non voglio certo che venga preso in giro come me! qualcuno dovrà pur dirglielo…

TO BE CONTINUED


Salve gente! La puntualità non è il mio forte (davvero? Non ce ne eravamo nemmeno accorti! Come passa il tempo!NdKai) (<.<’’’NdMe)
Beh, credo che il capitolo dica tutto, quindi non mi dilungo( evvaiii!NdTutti) ma…ma, ma (Ma?NdKai) (si! Ma! C’è sempre un ma!NdMe) (Beh, tu potevi fare un’eccezioneNdKai)
Cosa dovevo dire?... ah sì! Rileggendo la mia storia(Ne hai di tempo da perdere!NdKai) mi sono accorta che nei bagni della scuola di Anya succede di tutto!ahaha  insomma vi sarete accorti che in questi bagni succede di tutto! Puro caso XD
Comunque, spero non la renda ridicola! E poi volevo dire un’altra cosa! Riguardo al sogno! Mi è venuto in mente così, mentre scrivevo in seguito ad un sogno che mi ha perseguitato per ben due notti nel corso di questo anno! Già, proprio così! c’era un bambino di colore, in pannolino, capelli ricci, che mi inseguiva per i corridoi della scuola! Appariva ovunque! E poi quando l’ho preso in braccio vi giuro che era orribile! Mai visto un bambino così brutto! Poi nell’altro sogno il bambino era biondo con capelli lunghi e una faccia da pizzicotti! Ma scappavo comunque anche da lui! mah?O.O
Vi starete chiedendo il perché di questo racconto? Beh, tanto per raccontare qualcosa!
A parte gli scleri, lascio a voi il compito di giudicare questo capitoletto e ringrazio sempre tutti!
Un bacio e see you soon!;)

 





   
 
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