Harry
capì cosa significasse avere una donna incinta in casa i
primi giorni che passò
insieme a Keira.
La
ragazza, quasi al terzo mese, era in preda alle nausee.
Non
faceva in tempo a mettere il cibo in bocca che era costretta a
rimetterlo.
Perfino
gli odori erano troppo intensi.
Sirius
si ritrovò vittima delle sue occhiate truci.
“Come
se fosse colpa mia…”borbottò ad Harry,
un giorno.
“Beh,
in effetti…”
“Non
ti mettere anche tu! Voglio almeno un alleato in questa casa!
Ma
quando torna Prongs?”
Sirius
alzò gli occhi al cielo.
Harry
rise tra sé.
Gli
dispiaceva vedere Sirius così sconsolato per via di Keira,
ma era una cosa
passeggera e lo sapeva.
Infatti
Keira passava dall’avere un pessimo umore a sprizzare gioia
per tutti i pori e
proporre nomi per il bambino.
“Mi
piacerebbe Lawrence se fosse un maschio. O John. E Melinda se
è una bambina. O Elizabeth.
Suona bene Elizabeth Black? Od Elena?”
E
continuava così, con Sirius che annuiva senza ascoltarla
realmente.
Aveva
sentito quella lista così tante volte da impazzire.
Harry
guardava il suo padrino e riusciva quasi a percepire
l’eccitazione che provava
per aspettare un figlio.
Lo
vedeva sorridere più spesso, guardare il pancione di Keira
dolcemente e se lo
meritava.
Meritava
ogni bene possibile.
Harry
di tanto in tanto si vegliava di colpo, gridando e stringendo il
lenzuolo con
forza, con nelle orecchie la risata dei Mangiamorte e le urla di suo
padre.
Nei
primi giorni che passò a casa non riuscì a
chiudere occhio.
Sentiva
il terrore invaderlo ogni volta che chiudeva gli occhi,
l’angoscia, l’orrore e
si svegliava di continuo.
Quindi
aveva passato la prima settimana vagando di notte per la casa,
sfogliando libri
e cercando di mantenersi sveglio, finché Sirius non
l’aveva trovato
addormentato sul divano e l’aveva costretto a bere una
pozione calmante per non
fargli fare gli incubi.
E
la situazione era migliorata.
Sirius
sapeva benissimo che Harry stava soffrendo.
Vedeva
il suo sguardo perso, lo sentiva gemere ed urlare nel sonno, ma non
poteva far
altro che stargli accanto e tranquillizzarlo, mentre la rabbia contro
gli
aggressori cresceva, insieme all’impossibilità
d’agire dato che non si
conoscevano i colpevoli.
Harry
d’altro canto era piuttosto taciturno.
Sirius
capiva che non aveva voglia di affrontare l’argomento e
probabilmente si
vergognava degli incubi a causa del suo stupido orgoglio, ma sia lui
che Keira,
che Ron ed Hermione tentarono in ogni modo di distrarlo e tirargli su
il
morale.
Harry
andava a trovare suo padre tutti i giorni e James accoglieva lui,
Sirius e
Keira come se non li vedesse da anni.
Lily
aveva preso a trascorrere la maggior parte del tempo in ospedale ed
Harry la
rivedeva solo la sera tardi.
Le
mancava avere la sua presenza intorno ogni giorno e Lily lo capiva
perché
tentava di passare più tempo possibile con lui.
“In
che senso hai sfidato tuo padre?”
Keira
guardò Harry.
Erano
seduti sul divano, le schiene appoggiate ai braccioli, e mangiavano
biscotti e
Nutella.
“Dice
di essere imbattibile. L’ho sfidato.”
“A
che?”
“Quidditch.”
Keira
per poco non si strozzò con il biscotto.
Sgranò
gli occhi.
“C-cosa?
E tu gliel’hai lasciato fare?”esclamò
rivolta a Sirius che leggeva
tranquillamente il giornale, sprofondato sul divano.
Perché
si agitava tanto?
“Che
avrei dovuto fare, Kei? Sai che Harry è testardo quanto
James. E poi non
accadrà nulla.”
“Sai
che James è competitivo.”
“Lo
so benissimo, ma so anche che non giocherebbe duro con Harry.
È suo figlio.”
Harry
li guardava senza capire.
“Ehi,
mi spiegate perché dite così?
Cosa…”
“James
è un asso nel Quidditch, Harry. È decisamente
imbattibile. Senza offesa. Non ti
ho visto giocare, ma ho visto tuo padre e lui e la scopa sono una cosa
sola.
Sirius, smettila di leggere quel cavolo di giornale!”
Sirius
sbuffò e prese ad ascoltare.
“Così
bravo…”iniziò lei, ma Sirius
l’interruppe.
“Da
essere scelto dalla Nazionale Irlandese.”
Harry
sgranò gli occhi.
Cosa?
La
Nazionale?
Era
davvero così bravo?
“Non
sapevo che avesse giocato con la Nazionale.”
Sirius
scosse il capo.
“Non
giocò, infatti. Venne qualcuno a vederlo durante una partita
all’ultimo anno e
gli propose di entrare nella Nazionale. Ma tuo padre non si sentiva
pronto e il
talent scout disse che gliel’avrebbe chiesto più
in là...
Ma
poi tuo padre preferì fare l’Auror.
C’era la guerra, lui era fidanzato ed aspettava
un bambino da Lily. Non poteva abbandonare tutto e partire ogni volta.
E
preferiva combattere a fianco dell’Ordine.”
“Immagino
che non si sia arrugginito nel tempo, vero?”
Sirius
rise.
“Credo
che stavolta sarai tu a perdere, figliolo!”
“Grazie
dell’incoraggiamento!”
Sirius
rise di nuovo ed Harry si sentì scoraggiato.
Davvero
era così bravo suo padre?
“Ammettilo,
l’hai fatto apposta a scegliere il Quidditch come campo di
sfida!”chiese Harry
appena suo padre rimise piede a casa.
“Bentornato,
papà. Come stai?”gli fece il verso James,
arruffandogli i capelli.
Harry
notò solo in quel momento quanto fosse dimagrito ed il volto
fosse un po’
sciupato.
Perfino
i capelli sembravano meno ritti in capo del solito.
“Stai
bene?”chiese, ora preoccupato.
“Solo
stanchezza.”
James
gli posò una mano sulla spalla e si chiuse in camera dove
dormì per parecchie
ore.
Harry
si volse verso la madre.
“Sta
bene, vero?”
Lily
gli carezzò i capelli.
“E’
stanco, Harry.”
“Solo?”
“Sì.
Se ci fosse qualcosa, te lo diremmo. Ora aiutami a preparare la cena,
su.”
“Davvero
papà era stato scelto per la Nazionale di
Quidditch?”
Lily
sorrise.
“Te
l’ha detto Sirius, vero? Dovevamo impedirvi di fare quella
stupida scommessa.”
“Anche
tu credi che vincerà lui, no?”
Lily
agitò la bacchetta in modo che le patate si pelassero e
tagliassero da sole,
mentre metteva a cuocere la salsa.
“Io
non faccio pronostici. Sei in gamba, Harry. Davvero. Vedremo come
andrà.
Ho
solo timore che vi facciate male.”
“Non
voglio che mi lasci vincere, comunque.”
Lily
rise.
“Non
lo farà. Ti vuole bene, ma James è davvero molto
competitivo. Soprattutto nel
Quidditch. Stasera vengono anche Remus, Tonks e Teddy, cambiando
argomento.
Scommetto che Keira avrà richiesto a Remus quanta
più cioccolata possibile,
dato che oggi Remus è andato a Mielandia.”
Harry
non poté fare a meno di sorridere.
Si
sentiva bene, nonostante l’idea di confrontarsi con suo padre
l’agitasse un
po’.
“Sai,
mi serviva proprio che tu mettessi Harry in
agitazione?”sibilò James a Sirius
giorni dopo.
James
s’era completamente rimesso ed era tornato a lavorare al
Ministero con Sirius e
gli altri Auror.
Quella
giornata era così noiosa che iniziarono a fare aeroplanini
di carta ed a vedere
quale andasse più lontano.
“Non
ho detto nulla che non sia vero. E tu non dovevi sfidarlo.”
“Mi
ha sfidato lui!”
“James,
ha 18 anni. 20 meno di te. È più inesperto. Se si
facesse male?”
“Ora
sei ridicolo. Credi davvero che gli permetterei di farsi male? Non
m’interessa
prendere il Boccino se Harry viene ferito. È solo un
gioco.”
James
lanciò un aeroplano di carta che volteggiò,
incantato dalla magia, in tutte le
direzioni finché non ebbe la sfortuna di finire
nell’occhio sano di Moody,
appena entrato nella loro stanza.
“POTTER!
Ma ti sembra il luogo? Al lavoro!”ringhiò.
Il
cielo era terso quando Harry e James stabilirono di sfidarsi a
Quidditch.
Harry
si sentiva più nervoso che mai.
Non
solo doveva affrontare suo padre, ma a quanto pareva James era un asso
nel
Quidditch.
Si
chiese cosa suo padre non sapesse fare.
Si
riunirono tutti, famiglia Weasley, la famiglia Lupin, Hermione, Sirius,
Lily e
Keira, nel campetto di Quidditch del quartiere.
“Ok.
Ora libero il Boccino. Il primo che lo prende vince.”
Sirius
lasciò andare, dopo i due Bolidi, la piccola pallina dorata
che si dibatteva tra
le sue mani.
Fred
e George avevano insistito per fare i Battitori e proteggere Harry e
James
dagli attacchi dei Bolidi.
Quando
il Boccino fu liberato, Harry lo perse immediatamente di vista.
Era
come scomparso.
Vide
suo padre, in sella alla sua Nimbus 1978, volteggiare in alto, gli
occhi aperti
in cerca del Boccino.
Schivò
un paio di Bolidi con naturalezza, come se avesse avuto un altro paio
di occhi
dietro il capo.
Invece,
un Bolide urtò così forte Harry alla gamba da
farlo barcollare dalla scopa.
Ma
si raddrizzò, ignorando le grida di preoccupazione tra cui
individuò quella di
sua madre e della signora Weasley.
Poi
lo vide.
Un
luccichio dorato in basso.
Si
tuffò, schiacciandosi sulla scopa, senza rendersi conto che
suo padre James
l’aveva individuato prima di lui.
Le
scope s’urtarono e James mormorò una mezza scusa,
concentrandosi sul Boccino.
Era
vicinissimo a terra.
Harry
vide la terra avvicinarsi sempre di più e tese la mano per
prendere il Boccino.
Mancavano
pochi centimetri…
James
spronò la scopa ed afferrò il Boccino quasi un
minuto prima che Harry potesse
arrivarci.
Poi
raddrizzò velocemente la scopa.
Ma
Harry non fece in tempo.
Provò
a raddrizzare la scopa, ma era ormai vicinissimo al terreno.
Si
sarebbe schiantato.
Si
sarebbe…
Qualcuno
l’afferrò per la vita e lo tirò su con
tutta la scopa, prima che potesse
schiantarsi contro il terreno.
Harry
sentì il cuore battergli a mille, il fiato mozzo, come se
avesse corso per
miglia e miglia senza fermarsi.
“Tutto
bene?”
James
stringeva il Boccino in una mano e teneva stretto Harry con
l’altra.
L’aveva
afferrato appena in tempo, prima che si facesse davvero male.
“JAMES!
HARRY!”
Lily
corse verso di loro, i capelli mossi che le fluttuavano intorno,
preoccupatissima, seguita dagli altri.
James
planò dolcemente al suolo e lasciò andare Harry.
“Siete
impazziti! Vi potevate uccidere!”esclamò Molly.
“Harry,
stai bene?”
Lily
s’avvicinò al figlio che annuì.
“La
tua gamba…”
Solo
in quel momento Harry notò il leggero tremolio della gamba
sinistra, dove il
Bolide l’aveva colpito.
James
s’infilò il Boccino in tasca e
s’avvicinò.
“Fa’
vedere.”
Harry
sbuffò, mentre tirava su il pantalone.
Un
grosso livido si stava allargando sotto il ginocchio.
James
mormorò un incantesimo che Harry non conosceva e la gamba
tornò intatta.
“Ora
va meglio?”
Harry
fece segno di sì con il capo.
Era
stupito.
Seppur
più grande, suo padre era davvero un asso nel Quidditch. Era
decisamente più
veloce e quella sterzata all’ultimo secondo, per non
schiantarsi al
suolo...Harry non c’era riuscito.
“Te
l’avevo detto che ero imbattibile. Soprattutto nel
Quidditch.”ghignò James, ma
guardava il figlio, preoccupato.
Gli
posò una mano sulla spalla, mentre gli altri tornavano in
casa Potter, dove
Lily e Keira avevano preparato qualcosa da bere e da mangiare.
“S-sì.
Grazie di avermi salvato.”
“Avrei
dovuto lasciar perdere quel Boccino. Era troppo vicino a terra e tu mi
hai
seguito.”
“Non
te l’avrei lasciato prendere così
facilmente.”
“Se
ti fossi schiantato, tua madre mi avrebbe ucciso, sai? Ed anche
Sirius.”
“Ma
sto bene, grazie a te.”
James
abbozzò un sorriso e gli tese il Boccino, ora calmo tra le
sue mani.
“Davvero
non ne hai mai mancato uno? Ti ho visto nel ricordo di Piton che
giocavi sempre
con uno di questi.”
“Già,
ci giocavo sempre. Era un po’ idiota, vero? Ma mi aiutava a
riflettere. E sì,
ho sempre preso tutti i Boccini d’oro in ogni
partita.”
“Mi
insegnerai qualche trucco?”chiese Harry, speranzoso.
James
sorrise, il sorriso più ampio che avesse mai rivolto a
qualcuno.
Gli
passò un braccio attorno alle spalle.
“Tutto
quello che vuoi. Perfino la Finta Wronsky.”
“Sai
fare la Finta Wronsky?”
Harry
sgranò gli occhi dallo stupore.
Lo
guardò, colmo d’ammirazione.
“Sì
e te l’insegnerò, se sopravvivo a tua
madre.”
E
ridendo tornarono a casa.
“E’
un genio! Non ho mai visto nessuno giocare così, essere
così veloce! Harry, tuo
padre è davvero un genio!”
Ron
aveva gli occhi che brillavano, esaltato.
Harry
sorrise.
Si
sentiva fiero di suo padre e Ron aveva ragione, dopotutto.
“Gli
ho chiesto di insegnarmi qualcosa?”
“Spero
che quel “qualcosa” non implichi uno sfracellarsi
al suolo.”disse Lily,
avvicinandosi e sedendosi accanto ad Hermione sul divano.
“Tranquilla,
Lils. Non gli insegnerò nulla di pericoloso. Ma voglio
assolutamente provare la
sua scopa. Una Firebolt!”
James,
con gli occhi che brillavano, si sedette accanto ad Harry ed
iniziò a fargli il
solletico sui fianchi.
“NO!
MOLLAMI! Ahahahah!”
Harry
tentò di sgusciare via dalla presa di James, ma era in
trappola, soprattutto
quando suo padre chiamò in aiuto Sirius.
Fu solo quando Harry
scivolò sul pavimento,
reggendosi la pancia dal ridere, che smisero.
“S-siete
d-dei defic…”
“Ehi!
Porta rispetto!”l’ammonì Sirius.
Harry
tirò fuori la bacchetta e la puntò verso i due.
“E
voi iniziate a correre…”
Lily
osservò il figlio rincorrerli, senza riuscire a trattenere
una risata.
Remus
s’avvicinò a lei.
“Cosa
stanno facendo?”
“Harry
si vendica perché hanno usato la tortura del
solletico.”
“E
James e Sirius scappano?”
“Già,
mi chiedo anche io chi sia più bambino tra i tre. Anche se
Harry è più giustificato
di loro.”
Ron
ed Hermione ridacchiarono.
Non
avevano mai visto Harry così sereno, come da quando aveva
rivisto i suoi
genitori.
Ed
anche se in quel momento Sirius era riuscito a bloccargli le braccia ed
impedirgli di fare a loro qualche maledizione, non sfuggì la
risata di Harry.
Si
stava divertendo un mondo con loro.
“Non
capisco perché le chiamino gioie della
gravidanza.”brontolò un Sirius assonnato
scendendo in cucina per la colazione, qualche giorno dopo.
James
gli lanciò un’occhiata comprensiva, riempiendogli
il piatto di uova, salsicce e
bacon.
“Cos’è
successo?”chiese Harry.
“Voglie.
Stavolta del cioccolato di Mielandia. Mi sono dovuto smaterializzare ad
Hogsmeade alle tre di notte. Fortuna che il negozio era ancora
aperto…”
Sirius
posò il viso tra le braccia sul tavolo, gli occhi chiusi.
“Dovresti
riposare.”disse Lily, dolcemente.
“Se
Keira la smette di svegliarmi ogni ora, lo farei.”
“Dico
a Kingsley che non stai bene?”
James
indossò il mantello e guardò l’amico.
“No.
Se rimango ancora a casa impazzisco. Vengo con te.”
Ingurgitò
in fretta la colazione, salutò Harry e Lily e si
smaterializzò.
Harry
guardò sua madre, interrogativa.
“Non
è facile aspettare un figlio. È un po’
fastidioso per le nausee, le voglie, i
mancamenti…ed i compagni affrontano tutto con le loro
donne.”
“E
Sirius sta uscendo fuori di testa?”
“Non
mi stupirebbe se venisse a dormire sul divano.”
“Digli
che se vuole può dormire in camera
mia.”s’offrì Harry.
Sirius
era davvero esausto e s’addormentò al lavoro e
James lo riportò a casa,
sorridendo, comprensivo.
“Mi
dispiace davvero.”
Keira
si sentì decisamente in colpa quando James gli
raccontò che Sirius s’era
appisolato sul lavoro e che era esausto.
“Mi
dispiace.”ripeté.
Ormai
era incinta di tre mesi.
“Capita.
Anche io ho fatto impazzire James quando aspettavo Harry.”
Lily
la guardava comprensiva.
“A
proposito di tuo figlio, dov’è?”
Keira
si guardò intorno.
La
casa era stranamente silenziosa.
“Hogsmeade.
Oggi c’era il primo giorno di uscita per Hogsmeade ed Harry
ne ha approfittato
per vedere Ginny. È dura stare lontani l’uno
dall’altra.”
“Mi
accompagnerai alla prima ecografia?”chiese Keira, distraendo
Lily dai suoi
pensieri.
Lily
sorrise.
“Certo.
Deve venire anche Sirius, comunque!”
“Sì ed Harry e James. E Remus e Tonks.”
“Vuoi
invitare tutti?”
Keira
ridacchiò, stranamente al settimo cielo.
I
suoi sbalzi d’umore erano frequenti e spesso era cupa e
pensierosa, tranne in
quel momento.
Il
pensiero di vedere suo figlio o figlia l’emozionava
tantissimo e voleva tutti
accanto a sé.
“Credi
che Harry sarà geloso?”chiese d’un
tratto, ritornando pensierosa.
Lily
sollevò gli occhi dal libro che stava leggendo e la
guardò.
“Harry?”
“Sirius ed Harry sono molto legati. Credi che Sirius
amerà
questo bambino?”
Lily
la guardò senza capire.
“E’
suo figlio, Keira. Ovvio che l’amerà. Ed
amerà anche Harry come ha sempre
fatto. Harry è grande abbastanza per capire che Sirius gli
vorrà sempre bene,
anche se dovesse mettere al mondo una decina di figli.”
A
quella visione Keira sgranò gli occhi.
“No,
uno basta ed avanza!”
“Potrebbero
essere gemelli…”rifletté Lily e Keira
sbarrò gli occhi.
Gemelli?
Come
avrebbe gestito due bambini?
Ora
si stava facendo prendere dal panico…
“Oh,
andiamo! Rilassati! Sei troppo nervosa…”
Rivedere
Hogsmeade fu stranissimo per Harry, Ron ed Hermione.
Incontrarono
Ginny a Mielandia, dove Harry la baciò e la strinse a
sé con ardore.
Non
la vedeva da quasi due mesi e gli sembrava fossero passati dei secoli.
Guardò
le sue guance rosse per l’imbarazzo, i capelli rossi legati
in una coda alta e
gli occhi scuri brillanti di gioia.
Quanto
l’amava!
Sarebbe
stata dura resistere senza vederla per altri due mesi, prima delle
vacanze di
Natale…
Hogsmeade
era immersa nella neve, nonostante fosse appena ottobre.
Dopo
la paura di perdere Harry, Ginny si stringeva a lui, quasi con fare
protettivo.
Tutto
procedeva nella normalità.
Era
strano vedere le persone, gli studenti passeggiare e fare acquisti
quando mesi
prima c’era solo il terrore e la paura di morire.
“Che
mi dite? Novità?”
“Il
signor Potter ha stracciato Harry a Quidditch.”rispose Ron
alla sorella, prima
che qualcun altro potesse aprire bocca.
Ginny
guardò Harry, che scrollò le spalle.
Non
l’aveva presa sul personale.
“E’
decisamente più bravo. Sirius mi ha raccontato che era stato
scelto per la
Nazionale Irlandese.”
Ron
sgranò gli occhi.
“Questo
non ce l’avevi detto!”fece, quasi ferito.
Harry
sorrise.
“A
quest’ora sarebbe stato famoso!”
Ron
guardò Harry, stupefatto.
Il
padre di Harry era praticamente un campione nel Quidditch.
“E
perché ha rifiutato?”
“Per
stare con la sua famiglia e combattere, no?”rispose Hermione,
come se fosse la
risposta più logica.
Ron
la guardò come se fosse impazzita.
“Ha
rinunciato a giocare allo sport che più ama
per…”
Hermione
guardò Ron, trucemente.
Insomma,
che discorsi faceva?
Come
si poteva mettere a paragone la famiglia e la carriera?
“Tu
cosa sceglieresti?”chiese lei, in un tono che non ammetteva
risposte sbagliate,
le mani sui fianchi, i capelli più gonfi che mai.
Ron
iniziò ad arrossire ed a balbettare.
Hermione
era davvero terribile, quando s’arrabbiava.
“Lasciamoli
ai loro bisticci.”rise Harry, mettendo un braccio attorno
alle spalle di Ginny.
Ginny
si strinse di più a lui, respirandone il profumo, baciandolo
sulle labbra.
Gli
era mancato tantissimo.
Harry
era venuto qualche volta ad Hogwarts per trovare lei e Dumbledore, ma
averlo lì
per un intero pomeriggio era un sogno.
Sentirsi
tramite lettere non era decisamente la stessa cosa.
“Come
va a scuola?”
“Tutto
bene. Quegli idioti dei Serpeverde fanno meno gli idioti del solito e
sembrano
più spaventati, ora che Tu-Sai-Chi è morto. Non
possono più fare gli spavaldi e
nessuno li può proteggere. Ci sentiamo tutti più
al sicuro.
È
cambiato il professore di Difesa contro le Arti Oscure. È un
tipo che si chiama
Bruan, ma è a posto. È in gamba. Non quanto
Lupin, ma è bravo. E…”
Harry
l’ascoltò parlare, godendo del suono della sua
voce.
“Come
va a casa?”
“Keira
soffre di sbalzi d’umore e voglie e Sirius
d’insonnia.”riassunse Harry e Ginny
rise.
“Povero
Sirius!”
“Tu
come hai preso la storia del bambino?”aggiunse poi Ginny.
Harry
sollevò un sopracciglio, come per dire “In che
senso?”.
Ginny
lo guardò, un po’ nervosa.
“Non
ti fa nessun effetto? Non temi che Sirius si possa allontanare da te o
dagli
altri?”
Harry
scrollò le spalle.
A
dir la verità, ci aveva pensato, da quando aveva scoperto
che Keira era
incinta.
Ma
Sirius e James erano sempre così affiatati e lo
coinvolgevano sempre in ogni
cosa, anche quando voleva non essere coinvolto.
Fu
in quel momento che James e Sirius uscirono dal negozio di Fred e
George, “I
Tiri vispi Weasley”, carichi di sacchetti.
Si
bloccarono quando videro Ginny ed Harry.
“Ehi!
Ciao ragazzi! Dove sono Ron ed Hermione?”chiese James.
“Probabilmente
ad uccidersi da qualche parte.”rispose Ginny, guardandosi
intorno.
Non
c’erano.
“Fanno
sempre così.”aggiunse.
“Che
fate con quelle compere? Cosa volete organizzare stavolta?”
“Nulla
di che. Sono solo caramelle Mou molle lingua, due Puffole Pigmee per
tua madre
e Keira e qualche crostatina canarina.”
Harry
alzò gli occhi al cielo.
“Non
combineremo nulla.”fece Sirius, capendo il suo sguardo
esasperato.
“Non
è mia la responsabilità, comunque.”
“Certo,
tesoro. Siamo adulti e vaccinati.”
James
gli scompigliò i capelli, sorridendo e facendo arrossire
Harry.
“Ricordatevi
di andare da Mielandia per Remus e Keira.”mormorò,
arrossendo e Ginny rise tra
sé, nel vederlo così imbarazzato.
Sirius
alzò gli occhi al cielo.
“Anche
Remus sembra una donna incinta con tutto il cioccolato che
mangia.”sbuffò,
facendo ridere gli altri.
“Ci
vediamo a casa. Sta’ attento.”aggiunse, sorridendo.
Ed
allora Harry capì ed anche Ginny.
Il
bambino non avrebbe causato nessun problema nel rapporto che aveva con
Sirius.
Li
vide allontanarsi, i due Malandrini ridenti, e sorrise.
Erano
davvero incorreggibili, era come se il tempo per loro non fosse mai
passato.
“Credevo
fossero tornati a casa.”commentò Harry, quando,
con Ron ed Hermione, ora
riappacificati, entrò nei Tre Manici di Scopa e vide due
facce familiari.
James
e Sirius erano lì, seduti ad un tavolo con due pinte di
Idromele davanti.
Ridevano
e scherzavano, come se il tempo non fosse mai passato.
Harry
guardò Sirius.
Aveva
gli occhi che gli brillavano.
Provò
ad immaginare la sua di vita senza Ron od
Hermione…probabilmente neanche lui
avrebbe resistito…
Adesso
capiva bene il dolore che aveva provato Sirius alla morte di James.
“Siete
le star del locale.”annunciò Ron e Sirius e James
si voltarono verso di loro.
“Già,
siamo delle celebrità.”
James
si spostò sulla panca per far sedere gli altri.
“Ginny?”chiese
ad Harry.
“E’
tornata a scuola.”
“Perché
vi guardano tutti?”chiese Ron.
Tutti
gli sguardi del locale erano fissi su Sirius e James.
“Perché
sono bellissimo.”rispose James e Sirius per poco non
soffocò nel suo idromele
dalle risate.
“Al
massimo, guardano me, non te. Ti ricordo il mio fan club ad
Hogwarts.”
Harry
li guardò senza capire, soffocando una risata.
“Fan
club?”
“Ce
l’avevo anche io, Pad. Ed era più
numeroso.”
“Fan
club?”
Stavolta
fu Hermione a chiedere.
“Avevate
dei fan club? Perché?”chiese Ron.
Finalmente
James e Sirius risposero.
“Perché
le ragazze ci adoravano. Eravamo…piuttosto noti a
scuola.”spiegò Sirius.
“Perché
eravate delle pesti?”rise Harry e Sirius gli
lanciò una finta occhiataccia.
“Disse
l’innocentino. No, perché eravamo bravi a lezione
e bravissimi a Quidditch. E
bellissimi.”spiegò James e si passò una
mano tra i capelli, fingendo di
vantarsi.
Harry
si ricordò quel gesto, dal ricordo che aveva visto di Piton.
“Ti
spettinavi sempre i capelli.”
“Sì
ed era un vanaglorioso del cavolo. Però gli volevamo
bene.”
“Ti
comportavi da idiota anche tu.”rimbeccò James e
Sirius dovette tacere.
“Comunque
credo ci guardino perché siamo resuscitati
dall’oltretomba. E da ragazzi
venivamo sempre qui. A bere Idromele e Whisky
Incendiario.”disse Sirius, dopo
aver bevuto un sorso del suo Idromele.
“Keira
e Lily sapevano dei fan club?”chiese Ron.
“Sì,
lo sapevano tutti. Era un po’ fastidioso alla fine.”
“Credevo
ti piacesse la popolarità, papà.”fece
Harry, sorridendo.
“Certe
volte erano inquietanti. Tipo la Romilda Vane che era cotta di te. Solo
mille
volte peggio.”
“Già…ricordo
ancora cosa hanno fatto con i miei boxer.”annunciò
Sirius e Ron, Harry ed
Hermione lo guardarono, arrossendo.
“Questa
era una cosa che non volevo sentire.”ammise Harry e James
rise.
“Davvero
Rosmerta credeva che l’avessi ucciso io?”
Sirius
guardò James incredulo per poi posare lo sguardo sulla donna
dietro il bancone.
“Mi
sento ferito.”aggiunse.
“Sirius,
non fare idiozie. Non più del solito. Già vi
guardano tutti.”lo pregò Hermione,
capendo cosa stava per fare Sirius.
“Ehi,
Rosmerta!”esclamò Sirius, sventolando la mano.
“Abituatici.
Fa sempre così.”commentò James, ma
stava ridendo.
La
locandiera s’avvicinò a Sirius.
“Ehi,
ragazzi.”
Guardò
Harry, Ron ed Hermione.
“Vi
porto qualcosa?”
“Tre
Burrobirre.”disse Ron.
“Mi
ritengo personalmente offeso.”annunciò Sirius con
fare melodrammatico ed Harry
desiderò avere quella Burrobirra da bere per non scoppiare a
ridere.
“Che
cosa? Perché?”
“Perché
hai ritenuto che io avessi potuto far fuori questo qui!”
Sirius
indicò James che salutò con la mano.
La
situazione era così irreale e folle che Harry
soffocò quasi per non ridere e
vide anche Ron ed Hermione fare lo stesso anche se sul viso della
ragazza c’era
un’espressione esasperata.
Rosmerta
borbottò qualcosa come una scusa e poi filò via
per prendere delle Burrobirre.
Harry
poté ridere liberamente.
“Sei
tremendo!”esclamò, guardando Sirius che sorrise,
un sorriso a trentadue denti.
“Grazie!”
“L’hai
sconvolta.”fece Hermione.
Era
arrabbiata.
“Dovevo
solo dirle che ritenevo assurdo che avesse pensato a me come assassino
di
James, dato che siamo quasi gemelli siamesi.”
“E
lui/lei?”
Sirius
guardava il monitor senza capire.
Quell’esserino
minuscolo era suo figlio/a?
Keira
era riuscita a convincere Sirius, Remus, Tonks, Lily, James ed Harry a
venire
con lei alla sua prima ecografia.
In
verità aveva invitato anche Remus e Tonks, ma tutti, tranne
Sirius, aspettavano
fuori perché la dottoressa aveva protestato per la troppa
gente.
Keira
annuì, felice.
Era
il loro bambino.
Poterne
sentire il battito era qualcosa di meraviglioso.
Osservò
il proprio grembo, appena pronunciato dopo 3 mesi di gravidanza e poi
il
monitor.
“Non
si conosce ancora il sesso?”chiese.
“No,
è ancora troppo presto.”disse la dottoressa, una
donna burbera sulla
sessantina.
“E
sta bene? Sia lei che il bambino stanno
bene?”domandò Sirius.
“Sì,
in perfetta salute.”li rassicurò lei.
Sirius
tirò un sospiro di sollievo.
Finalmente
la tensione svanì.
“Prenda
questi integratori e si ricordi di mangiare abbastanza per due persone,
ma
eviti schifezze o roba troppo grassa.”disse la dottoressa,
prima di spedirli
fuori.
“Allora,
com’è andata?”
“Stai
bene?”
“Il
bambino?”
“Già
conosci il sesso?”
Keira
e Sirius furono investiti dalle domande di Lily, James, Remus e Tonks.
“Tutto
bene. Stiamo tutti e due bene.”
Keira
si sentì soffocare d’attenzioni, tra abbracci e
sorrisi.
“Congratulazioni!”
Harry
sorrise a Sirius e Keira e la ragazza l’abbracciò.
“Credo,
anzi so, che sarai un perfetto fratello maggiore.”
Harry
la guardò, incredulo.
“Non
sono suo fratello.”
“Una
specie, sì. Sei sempre il figlioccio di Sirius,
dopotutto.”
Keira
gli arruffò i capelli.
“Tuo
padre James sarebbe gelosissimo, ma sappi che Sirius ti considera
davvero come
suo figlio.”bisbigliò lei all’orecchio
di Harry.
Harry
non poté fare a meno di sorridere.
“Ed
abbiamo deciso chi farà da padrino a nostro figlio o
figlia.”stava dicendo
Sirius e guardò Remus, con un sorriso.
L’uomo
lo guardò, incredulo.
“Io?”
“Sì,
tu. Remus John Lupin, faresti da padrino a mio figlio?”
“Da
come l’ha detta, sembra una proposta di
matrimonio.”ghignò Keira, rivolta ad
Harry che rise.
“Credevo
l’avresti chiesto a James!”disse Remus e
guardò l’altro amico che scrollò le
spalle.
“Siete
entrambi i miei migliori amici. E poi gli avevo promesso che avrebbe
fatto da
mio testimone alle nozze…se mai mi
sposerò!”aggiunse, poi, guardando Keira che
scosse il capo.
“Non
sono tipo da matrimoni!”disse, ma stava sorridendo.
Mai
dire mai.
“Già,
ricordo. Per farti infilare il vestito da damigella ci ho messo una
vita!”fece
Lily e Keira ghignò.
“Lunastorta,
allora? Accetti?”
Remus
fece un sorriso luminoso.
“Certo.”
“Che
bello!”
Sirius
non riuscì a trattenersi ed abbracciò
l’amico, quasi soffocandolo.
“Ah,
Sirius! Così mi uccidi, però!”
Ma
stavano ridendo come due ragazzini.
Spazio dell'autrice:
Salve a tutti!!! Volevo ringraziare MartuZZa97, mikelina,
millyray, brando e danyazzurra per aver commentato il precedente
capitolo!
Vi ringrazio tantissimo!
Spero che anche questo capitolo vi piaccia.
E come sto facendo da un paio di capitoli a questa parte, voglio
proporre gli attori ed attrici che sono perfetti per i personaggi,
secondo me.
Avevo già proposto la mia attrice preferita per Keira, ma
penso che questa sia decisamente migliore, ditemi che ne pensate:
http://s1.hubimg.com/u/755636_f520.jpg
http://28.media.tumblr.com/tumblr_kutnwxTMqr1qzg3vso1_500.png
http://www.teleblog.it/wp-content/gallery/personaggi-merlin-morgana/katie_mcgrath_10.jpg
Ciao ed a presto!
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