Siamo
giunti alla conclusione anche per questa FF. So che alcune di voi
avrebbero voluto che andasse avanti per sempre, ma io non sono una
ragazza prolissa e quindi eccomi qui a postare l'epilogo: in fondo 16
capitoli mi par che bastino per una storia così
XD
Vi
Ringrazio tutte per aver commentato e supportato questa FF: In questa
storia, più che nelle altre, ho messo molto di me stessa.
Molte cose che Monica sice al suo interno, le dico io stessa nella vita
reale. Scrivere questa FF è stato un po' come fare un po' di
autoanalisi. Il che mi fa capire che devo essere messa molto molto male
-.-
Anyway,
vi lascio con un abbraccio fortissimo dalla fredda ed umida Cardiff e
vi riporto alla Fine, dove scriverò ancora qualcosina per
voi lettrici. See you SOON!
Epilogo
Le
era sempre piaciuto accarezzare
l’erba fresca: le dava un senso di leggerezza, di ritorno
alle origini, quando
da bambina correva felice al parco a piedi nudi o in campagna dai
nonni, senza
paura di calpestare vetri rotti o peggio siringhe infette. Del resto
nel
giardino di Zia Margot era difficile trovare qualcosa di pericoloso.
Tranne
Jared, ovviamente: lui sapeva
sempre essere un pericolo, ma, per fortuna, sedersi a chiacchierare con
Constance aiutava a tenerlo lontano da gesti malandrini. Davanti alla
mamma non
si può fare niente di male, si sarebbe sfogato la notte.
Monica
sorrise: non le era mai
dispiaciuto, in quei due anni assieme, il modo in cui Jared gliela
faceva
pagare.
“Ecco
qui, ho preso una caraffa di thè
freddo.” Cristel quell’anno era venuta con loro, la
sua prima volta al raduno
dei Metrejons e si stava divertendo un mondo. A differenza di lei e
Jay,
Cristel e Shannon non si erano mai fatti scrupoli ad amoreggiare
davanti a
tutti e avevano deciso, inoltre, di stare in paese piuttosto che in
casa, dato
che sapevano essere parecchio rumorosi.
Invece
loro due, più romantici forse,
dormivano nella loro piccola mansarda.
“Hai
fatto benissimo, cara, fa piuttosto
caldo per essere maggio.”, pontificò Margot dalla
sua poltrona. “Monica, avete deciso
la data per il matrimonio?”
“Quale
matrimonio?”, si era
improvvisamente risvegliata dai suoi pensieri.
“Il
tuo e di Jared. In fondo state
insieme da più di due anni, non è ora per voi di
mettere su famiglia?”
Cristel
ridacchiava senza farsi vedere,
mentre Monica si ritrovò inizialmente pallida per poi
arrossire alla velocità
della luce. “Veramente non è nostra intenzione
sposarci. Non ci serve, stiamo
bene così.”
“
Sciocchezze.”, fece la vecchia zia.
“Vi sposerete qui, ovviamente. Metteremo un gazebo... diciamo
vicino al salice.
So quanto vi piaccia stare lì. E poi prepareremo i tavoli
con il buffet. Mi
occuperò del cibo personalmente. Settembre, che dite? Fa
ancora caldo e si sta
bene fuori.”
Monica
la guardò con terrore: la donna
era completamente impazzita?
“Zia,
basta! Non vedi che la metti in
imbarazzo? Se Jared e Monica si vorranno sposare, te lo verranno
immediatamente
a dire.” Era arrivata Julie, con il suo bellissimo bikini
rosso fiammante che
ben si accostava alla pelle scura ed abbronzata da una settimana di
relax dai
parenti. Si era tinta i capelli di nero e sembrava ancora
più sexy di quando
era bionda.
“Non
la sto mettendo in imbarazzo, le
spiego soltanto che qui è benvenuta per fare la festa. Del
resto dove potrebbe
sposarsi altrimenti? A Los Angeles? In mezzo allo smog? No, qui
staranno
benissimo.”
“Julie,
portami via di qui!” Monica si
aggrappò alla ragazza che, ridendo, la accompagnò
a fare in bagno nel piccolo
lago. “Quando sei single ti chiedono di trovare un fidanzato,
quando lo trovi,
vogliono vederti sposata. Ma non va mai bene niente?”,
sbottò Monica mettendo
un piede nell’acqua. Un brivido le partì fino ad
arrivare alla punta dei
capelli: era gelida.
“E
vedrai che appena ti sposerai, ti
chiederanno di fare un piccolo Leto.”
Monica
si limitò ad alzare gli occhi al
cielo. Quello era un altro argomento che odiava e che, stranamente,
tutti
tiravano fuori nei momenti meno opportuni.
Incluso
Jared.
Forse
era l’età, si stava avvicinando ai
quarantatre, forse era l’idea di avere un discendente, ma
ogni tanto, a
tradimento, parlava di come sarebbe stato carino averne uno. Monica gli
rideva
in faccia, lui si accodava e finiva lì. Almeno fino al
giorno dopo quando
ricominciava. Jared le aveva chiaramente detto che avrebbe preferito
avere un
figlio, piuttosto che un matrimonio che, alla fine, non significava
nulla. Lui
l’amava senza dimostrarlo con una cerimonia o con un pezzo di
carta e Monica lo
approvava in pieno, anche se, internamente, sapeva che l’idea
di lei vestita di
quel bellissimo abito di Armani azzurro cielo, con un boquet di rose
bianche e
l’acconciatura elaborata con un Jared più che
elegante al suo fianco, la
attirava in arditi sogni. Ma non le importava, l’unica cosa
che contava era
stare bene e loro stavano benissimo.
Il
lavoro di Jared andava a gonfie vele
e Monica, molto spesso, viaggiava con lui. Poteva scrivere comunque e,
inoltre,
dava anche una enorme mano alla povera Emma che ogni tanto impazziva a
stare
dietro a tutti.
“Mi
sa che non faccio il bagno, troppo
fredda.”, decretò Monica.
“Mi
sa che se non ti butti tu, ci
penserà Jared a farlo per te.” E si
spostò velocissima.
“Cos...?”,
riuscì praticamente solo ad
urlare prima di sentire due braccia che la sollevarono di forza per poi
scaraventarla in mezzo all’acqua. Era così fredda
che per un attimo pensò di
non riuscire a muoversi. Per fortuna che Jared la tirò anche
fuori, oltre ad
averla buttata dentro. “Io ti ammazzo!”,
riuscì a sputacchiare Monica mentre
lui rideva senza ritegno.
“Su,
su è solo un po’ di acqua.”
“Ma
vaffanculo!”
“Non
dire parolacce davanti ai bambini.
Non è bello.”
“Ma
senti chi parla.” Quella primavera,
per i concerti che stava per andare a fare in Europa, aveva deciso di
tenersi i
capelli corti, ma tinti di un improbabile color puffo. Per fortuna,
almeno, non
aveva quel colore malaticcio del 2010 e quindi alla fine non gli
stavano
neanche troppo male. Monica aveva usato l’altra
metà di tinta per farsi le
punte blu elettrico, anche se non sapeva quanto sarebbero durati, dato
che
tendevano a scolorirsi presto.
Si
era sbarbato per bene per quel
pic-nic e magari non sembrava avere diciotto anni come accadeva fino a
pochi
mesi prima, però sembrava sempre quasi più
giovane di lei. Era frustrante a
volte.
Jared
la riprese in braccio, bagnandosi
tutto pure lui, per riportarla a riva, sotto il loro salice, dove
avevano steso
il telo da mare.
“In
effetti è fredda, ma se vuoi ti
scaldo.”
“Non
ti azzardare, lascio questo onore
al sole.” Jay sorrise, ma si stese vicino a lei. La piccola
Rachel li osservava
ancora sospirando e sperando che lui, prima o poi, lasciasse quella
vecchiaccia
e si mettesse con lui, nonostante il piccolo Peter Bishop* le avesse
dato il
primo bacio a scuola.
“Ingrata.”
“Semplicemente
ti conosco. Mi metteresti
in imbarazzo di fronte a tutta la tua famiglia.”
Jared
le prese una ciocca di capelli e
se la attorcigliò attorno al dito. “In
realtà è anche la tua famiglia, ormai.
Sei una Leto, anche se ancora non hai cambiato il cognome. Sei una di
noi,
amore.”
“Questo
sì che è preoccupante.”
“Scema!”
“Dai
che scherzo. Ma senti un po’, e Zia
Franny? Quasi mi manca la sua presenza.” Jared stava
continuando a giocare con
i suoi capelli, mentre lei pigramente si distendeva
sull’asciugamano per farsi
baciare dal sole.
“Ha
saputo da un uccellino biondo, anzi,
ormai tinta di nero, che ci saremmo stati anche noi e dopo quello che
è
successo due anni fa... diciamo che non se l’è
sentita di un secondo round. Del
resto non ha neppure George a darle man forte, visto che è
rimasto a New York a
cercare di sistemare i cocci delle sue corna.”
“Poverino...
e sì che lui era così
sicuro di essere il maschio alpha della famiglia Metrejons.”
Jared
sbuffò sonoramente. “Maschio alpha
i miei co...nigli.”, finì: due bambini si erano
avvicinati a Monica con dei
fiori: erano dei figli di cugini di secondo o terzo grado, nessuno dei
due
aveva ben capito il grado di parentela, ma erano dei ragazzini
simpatici.
“Questi
sono per te.” E le passarono i
fiori.
“Grazie.
E perchè?”
“Perchè
sei bella.” E scapparono via
rincorrendosi.
“Visto,
sono bella!” Esclamò Monica
ridendo ed annusando i fiori di campo. “Ho anche io i miei
fans!”
“Però
io sono il primo della lista.”
“Uhm....
non ne sono sicura. Robert mi
pareva molto molto interessato.”
“Ha
solo otto anni.”
“Bene,
lo coltivo.”
“Scema.”
“Geloso...
perfino di un bambino.” Jared
la fece stendere sotto di sè e le fece il sollettico.
“Smettila! Lo sai che poi
urlo!”
Lui
ridacchiò. “Meglio che ti faccia
urlare in altre sedi.”
“Jared!!!”
“Ehy,
voi due piccioncini, la smettete?
Qui vorremmo mangiare in pace, senza i vostri mugolii.”,
urlò Shannon dal
tavolo del buffet.
“Fratello,
vedi di andare a quel paese
ok?”, poi sospirò, “Che ne dici di
continuare più tardi la nostra piccola
sciarada e andare a farci due chiacchiere familiari?”
“Ho
paura di quello che potrebbero
chiederci o dirci in generale, ma... andiamo.”
Camminando
a piedi nudi sull’erba
fresca, mano nella mano, si avviarono a mangiare, senza un solo
pensiero per la
testa.
*Piccolo
Omaggio a Fringe
FINE
Come avete notato, la storia è finita *Ma dai???*
Comunque il finale è particolarmente aperto, lascia il campo
libero a tutte le idee del mondo, quindi, siccome la coppia mi piace e
mi ispira, vi chiedo: vorreste vedere qualcosina ancora? Se
sì, cosa? Magari, pensandoci, mi viene fuori qualche
capitolo Extra.
Accetto qualsiasi richiesta, tranne la morte di qualche personaggio. Ci
sono troppo affezionata u.u
A PRESTO :-************
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