Of Older
Cousins
By McRaider
Traduzione di Lella Duke
Lo ascoltai raccontarmi ciò che
era accaduto e sentii il mio cuore contrarsi, riuscivo a cogliere la tristezza
nella sua voce. Conoscevo Luke da tutta la mia vita… o almeno da quando ne avevo memoria e sapevo che si sentiva responsabile per me.
Per una ragione o per l’altra aveva sempre avvertito il dovere di proteggermi,
anche quando non poteva.
Sospirando di sollievo gli
permisi di aiutarmi ad entrare nel Generale Lee. Giunti a casa mi fece stendere sul mio letto per permettermi di riposare.
Chiusi i miei occhi sperando capisse che avevo bisogno
di dormire e che non avevo voglia di parlare.
Gli fui riconoscente quando sentii la porta chiudersi. I miei occhi
si aprirono di nuovo appena ricominciai a pensare a ciò che lui mi aveva
raccontato. Non riuscivo a ricordare niente del giorno appena trascorso e quella sensazione mi amareggiava, ma ciò che più
di tutto mi fece male fu l’idea di esser stato in piedi di fronte a Luke e di
avergli detto che lo odiavo.
In vent’anni che lo conoscevo… non gli avevo mai detto di
odiarlo o almeno non lo avevo mai fatto con vera malizia e quando qualche volta
in passato era accaduto, avevo sempre saputo che lui non aveva mai dato reale
valore alle mie parole. Così come io non ne avevo dato
alle sue quando era stato lui a dirmi che mi odiava. Era la persona a me più
vicina ed il solo pensiero di poterlo perdere mi faceva
venir voglia di piangere.
Improvvisamente sentii le lacrime
riempire i miei occhi e li richiusi nuovamente non
appena ripensai a tutto il dolore che avevo percepito attraverso la sua voce e
al suo sguardo addolorato per me. Mi ricordai di quando tornò dal Vietnam… aveva
uno sguardo simile in quel periodo, perso… depresso e terribilmente spaventato.
Allora buona parte di me non voleva far altro che
afferrarlo, tenerlo stretto e permettergli di piangere come avrebbe fatto un
bambino.
Luke era sempre
stato il mio eroe, era la mia ancora di salvezza. Ho sempre saputo di
poter correre da lui ogni volta che ne avevo bisogno,
se ero in qualche guaio. Quando ero un bambino avevo
spesso incubi su zio Jesse, zia Martha, Luke o Daisy. Forse avevo tre o quattro
anni ed ogni volta mi rifugiavo nel suo letto. Lui mi faceva spazio e mi
stringeva forte, mi lasciava piangere per permettere alle mie paure di
allontanarsi da me. Aveva continuato a prendersi cura di me
anche se ormai ero diventato un uomo, scacciava via le mie ansie e le mie
frustrazioni, mi aiutava semplicemente standomi vicino.
Sospirai ancora, chiusi i miei
occhi e lasciai viaggiare la mia mente. La volta
successiva in cui li riaprii, vidi due occhi blu come l’oceano che mi
guardavano, Luke sorrise debolmente e capii dalla sua espressione che aveva la
stessa mia voglia di piangere. “La cena è pronta” sussurrò.
“Sto bene Luke.” Bisbigliai
esitante, sperando… pregando che non si accorgesse della mia bugia.
“Lo so che stai bene.” Mi rispose
gentilmente afferrando la mia mano.
Quello era ciò che rischiavo di
perdere, chiusi i miei occhi per non vedere la tristezza nei suoi, lentamente mi
misi a sedere e gli gettai le braccia al collo, “non vado da nessuna parte…” Era
ancora lì colui che tante volte mi aveva confortato e
consolato; mi abbracciò e mi strinse a sé.
Mi sorprese
quando mi posò un bacio sulla fronte, una cosa che non aveva mai fatto
prima di allora.
“Ti voglio bene Bo” sospirò.
“Ti voglio bene Luke” risposi
premendo ancora di più il mio volto contro il suo petto. Sapevo che avremmo
superato quel momento, lui me lo ripeteva sempre ogni volta che ero spaventato o
ferito. Avremmo superato il dolore e la paura insieme perché noi eravamo una
famiglia. “Supereremo tutto questo Luke” mormorai.
Lo sentii prendere un profondo
respiro e annuire “lo so, lo so” rispose passandomi una
mano tra i capelli. In fondo noi eravamo cugini, fratelli, amici e tali saremmo rimasti fino alla fine… e oltre.
Fine