Rieccomi.. scusate, ma non avendo internet a casa è
scomodo.. ma ho rimediato.. dalla prossima settimana mi attivano la
linea.. ok, non vi interessa..
Grazie ancora a tutte.. e buona lettura.
Going Crazy
Quando arriviamo allo studio comincio ad agitarmi.
«Meg», Zita mi ferma.
«Risolviamo la “questione Syn”, non
voglio vederti così e... indipendentemente da come
vada», mi mette una mano sulla spalla e sorride,
«io ci sono sempre per te, ok?».
Non riesco a trattenermi e l'abbraccio. Ci
ricomponiamo ed entriamo.
I ragazzi ci salutano rumorosamente, tranne Brian,
che se ne sta zitto chino sulla sua chitarra. Smetto di
guardarlo e sorrido a Zacky.
«Capo, posso staccare per
mezz'oretta?», chiede Johnny avvicinandosi a Zita. Si vede
che gli interessa. «Ho promesso a Zita che le davo qualche
lezione di basso».
«Sì, sì, facciamo
tutti una pausa dai...», Matt gli da una pacca sulla spalla
che lo fa quasi cadere addosso a Zita. Io me la rido, mi siedo sul
divanetto mentre Matt apre il frigo. «Ehm.. Ragazzi abbiamo
esaurito la birra».
«Vado io!», si offre subito
Zacky alzando la mano.
«Zack ti ricordo che ti hanno ritirato
la patente per guida in stato di ebrezza», dice Matt, ridendo.
«Ehi, non ero sbronzo»,
ribatte. «Ero un po' allegro. Fanculo, allora guidi tu
Matt», conclude.
Matthew scuote la testa e si gira verso di me.
«Torniamo subito, andiamo al Wal-Mart che c'è
qua», dice poi guarda Syn.
Johnny e Zita sono spariti non so dove e io e
Brian siamo rimasti soli. Pessima situazione.
«Come mai non ci sono le
ragazze?», gli chiedo dopo vari minuti di silenzio.
«Sono in giro a fare
shopping», mi risponde sorridendo. Io non so più
che dire e lui sta zitto. Tiro fuori il cellulare e guardo... nemmeno
io so cosa.
Il silenzio che c'è è
imbarazzante.
«Com'è l'Italia?»,
mi chiede dopo poco.
Alzo lo sguardo su di lui. «Bellissima.
È un paese straordinario, ma lo saprai anche tu, ci sei
stato».
«Sì, ma non l'ho mai
visitata, non come hai fatto tu, insomma».
Ancora silenzio. Ed ecco che il mio stomaco
comincia a contorcersi, i suoi occhi fissi nei miei. No, non riesco a
sostenere il suo sguardo, sposto la mia attenzione sui miei piedi.
Si alza e si siede al mio fianco. «Di te
ricordavo quella piccola ragazzina dagli enormi occhi blu che ogni
volta che mi vedeva, si nascondeva», dice sorridendo.
Sorrido. «Sì, ero una bambina
un po' timida».
Lui continua a fissarmi. «C'è
qualcosa in te...», comincia, ma non finisce.
Mando giù la saliva, il mio cuore sta
battendo a mille e sono quasi sicura che lui riesce a sentirlo.
«Che effetto ti fa questo?»,
dice sfiorandomi il braccio con le dita.
«Brian... No», chiudo gli
occhi e spero che smetta.
«Senti anche tu l'elettricità
che c'è nell'aria tra noi?». Oh Dio, ditemi che
sto sognando, questo è solo un bellissimo sogno, un
bellissimo sogno che deve finire. Lo vedo inumidirsi le labbra e
avvicinarsi pericolosamente.
«Sei sposato, Brian», dico
girando il viso di lato. Questo va contro tutto quello che sono,
è sbagliato, lo so, ma perché non riesce a
fermarmi del tutto?
Mi sfiora la guancia, delicato e mi riporta a
fissarlo negli occhi. So cosa sta per succedere, so che sta per
baciarmi e io lo voglio.
Quando la sua mano si infila tra i miei capelli e
le sue labbra sfiorano le mie, una scarica elettrica mi attraversa il
corpo smuovendo ogni mia cellula, è come se potessi volare.
Apro leggermente le labbra per lasciarlo entrare con la lingua.
Perché mi sento così
maledettamente bene quando so che sto facendo una cosa tanto sbagliata?
«Fermami», sussurra passando
le sue labbra sulle mie. «Fermami o rischio di
impazzire».
Non riesco a respirare, il mio cuore non pompa
più sangue, il cervello non riceve ossigeno, non riesco a
pensare.
Piano piano ci allontaniamo.
Riprendo a respirare e finalmente torno lucida.
«Matt e Zack stanno per tornare», gli dico. Lui si
alza dal divanetto e si passa una mano tra i capelli.
«Brian», lo richiamo. «Facciamo finta che
questo non sia mai successo, ok?».
«Non posso fare finta, perché
è successo!», dice guardando il soffitto.
«Io ti desidero, è così
sbagliato?».
«Sì è sbagliato,
tanto anche!».
«Ecco le birre!!», la voce di
Zachy arriva prima di lui. Subito apre una bottiglia e me la passa.
Nessuno si accorge di nulla.
«Grazie», sorrido.
Anche Zita e Johnny ci raggiungono e si prendono
una birra.
Guardo Zita spalancando gli occhi e poi facendo un
segno con la testa verso Syn. Mi alzo e raccolgo la mia roba.
«Ragazzi, è stato bello, ma
adesso dobbiamo andare. Domani mattina presto dobbiamo andare a Palm
Springs», annuncio. «E dobbiamo ancora fare le
valigie. Grazie per le birre, Matt».
«Ma come, di già? Ok, appena
tornate da Palm Springs passate di qua, anche Amy viene a trovarci,
vuole incontrarti».
«Sì, lo so. Le ho mandato una
mail», dico controllando il mio BlackBerry. «Ci
sentiamo, ok? Ciao ragazzi».
Zita saluta Johnny con un bacio a stampo e tutti
cominciano ad urlare.
«Sì sì, come se
non aveste mai visto un bacio», si difende lui mentre Zacky e
Syn lo picchiano.
Rido per la scena e poi io e Zita usciamo.
«Che è successo? La tua faccia mi ha
allarmato», dice Zita quando saliamo in macchina.
«Ci siamo baciati», dico
stringendo forte il volante e appoggiandoci la testa.
«Oh, mio Dio».
«È stato... Non avevo mai
baciato un uomo così... lui... Ha detto che tra noi
c'è elettricità, mi ha chiesto di fermarlo o
impazziva, ma io ero già impazzita prima di lui. Ha detto
che mi desidera», mi rimetto dritta e appoggio la testa
all'indietro sul sedile. «È dannatamente
sbagliato». Perché? Sono la sfigata di turno, sono
arrivata tardi. «Cosa devo fare?».
«Non lo so. Davvero non lo so,
Meg», mi poggia una mano sulla coscia.
«Io lo voglio», dico fissando
l'asfalto davanti a me. «Oh Signore, aiutami». Non
so veramente cosa fare. «Ok, ora basta. Pensiamo a
divertirci», dico accendendo il motore della macchina.
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