Eccoci
qui, quanto vola il tempo! Sono già passati quattro Venerdì e con questo, arriva
anche l’ultimo capitolo di “ The Devil Inside Me “.
Vi ho lasciate tutte con tanta curiosità su come Ruki decidesse di dire tutto a
Reita, spero di non deludervi! XD
Buona lettura, ci vediamo in fondo! ^^
The Devil Inside Me
Capitolo quattro
Akira
Questa
mattina ho marinato la scuola, ho avvertito Kouyou con un messaggio che non
sarei andato; sono passati tre giorni da quando abbiamo trovato Takanori, picchiato
a sangue dentro il nostro studio.
Mi
sono recato qui perché voglio stare in pace, non devo essere disturbato mentre
leggerò il foglio che ho in mano.
Mia
madre mi ha svegliato dicendomi che era passato Taka a lasciarmi una cosa,
quando gli ho chiesto cosa, lei mi ha porto una piccola busta bianca; l’ho
presa come una reliquia, immaginando bene cosa contenesse.
Mi
rigiro tra le dita la busta da lettera, sopra di essa, con quella scrittura un
po’ confusionaria ma elegante che riconosco come quella di Takanori, c’è
scritto il mio nome.
Qui
dentro c’è tutta la sua storia, le parole che non riesce a dirmi a voce e io ho
paura di leggere.
Prendo
un sospiro prima di aprirla, quando estraggo il foglio vedo che è fitto della
sua scrittura; ha tante cose da dire.
Ciao Aki,
Forse non ci crederai, ma sono
due ore che guardo questo foglio bianco senza sapere come cominciare. A dirla
tutta ho strappato parecchi fogli, ora sono tutti accartocciati nel cestino
sotto la mia scrivania, volevo studiare gli appunti che mi ha portato oggi
Kouyou, ma non riesco a fare nemmeno quello.
Ho spostato sia i libri che
gli appunti da una parte, è inutile insistere se ho la testa da un’altra parte
non credi?
Mi sento un completo idiota,
forse non te la darò mai questa lettera perché mi vergogno troppo, ancora non
so cosa farò.
Per di più sono le due di
notte, sto facendo il più piano possibile per non svegliare i miei, ma credo
che questa notte la passerò insonne nel cercare le parole giuste.
Interrompo
la lettura, le mie labbra sono piagate in un sorriso; è proprio scemo.
«
baka » sorrido.
Di cose da dire ce ne sono
tante, forse comincerò con il dirti che non sono stato sempre così stronzo;
prima ero diverso. E devo anche chiederti scusa, per tutte quelle volte che ti
ho trattato male senza motivo apparente, posso solo dirti che mi dispiace tanto
e che ciò che ho fatto era solo dettato dalla paura.
Una paura fottuta che fino a
un anno fa non sapevo che potesse esistere, almeno non così potente.
Però, come puoi notare tu
stesso sono cambiato nei tuoi confronti e in quelli di Kouyou, voi due mi avete
aiutato ad abbattere un muro che avevo costruito con le mie stesse mani intorno
a me, volevo solo proteggermi e invece, ho solo fatto in modo di restare solo.
Il problema era proprio che
era ciò che volevo, perché quando si è soli nessuno può farci del male, giusto?
Ma in questo modo, facevo del
male a me stesso senza rendermene conto, solo ora ho capito quello che ho perso
in tutto questo tempo.
Devo ringraziarti e ringraziare
anche quello scapestrato di Kouyou, voi due mi avete fatto riscoprire l’amore
per la musica e insieme ad essa, anche il sogno che ormai avevo dimenticato
chiuso in un cassetto.
Sto divagando vero? Lo so, ma
se cominciassi a scrivere subito ciò per cui sono sveglio a quest’ora, ho paura
che tu non legga il resto.
Non so ancora cosa penserai di
me dopo questa lettera, non so se avrai ancora voglia di vedermi ed essermi
amico; ma se decidessi di restare al mio fianco vorrei una cosa da te.
Apriti a me, come io sto
facendo con te.
Ho visto, letto nei tuoi occhi
che c’è qualcosa che nascondi al mondo intero; so che Kouyou lo sa ed è normale
visto che il tuo migliore amico da una vita, però vorrei che ti confidassi
anche con me, ma solo se vuoi è?
Odio quando te ne stai in
silenzio con la sigaretta tra le labbra, lo sguardo perso in tempi dove io non
esistevo ai tuoi occhi. Anche se sei meravigliosamente bello da osservare, non
mi piace vederti con quello sguardo triste, vorrei vederti sempre sorridente e
fare lo scemo in modo da far ridere gli altri.
Un po’ è come dici sempre tu a
me, credo che abbiamo molte cose in comune Aki.
Prima di iniziare la mia
storia devo assolutamente dirti una cosa che mi è appena venuta in mente,
riguarda la prima volta che ti ho visto suonare il basso, nell’aula di musica,
ricordi?
Ho pensato che il tuo modo di
fare, il modo in cui ti muovevi e suonavi mi ricordava qualcosa, ma all’ora non
mi venne in mente; ora sì, ho capito cosa, o meglio, chi mi ricordavi.
Sid Vicious, ho ragione vero?
Sai che ho tutti gli album dei
Sex Pistols?
Credo proprio di no, perché
non ne abbiamo mai parlato.
Spero che tu stia sorridendo,
perché le tue labbra quando si piegano in un sorriso sono meravigliose e spero,
che questo sorriso non si affievolisca per colpa mia.
Mi
porto una mano alle labbra notando che davvero le mie labbra sorridono, non
immaginavo che gli piacessero i Sex Pistols, questo significa che ancora non
conosciamo tutto l’uno dell’altro, ma ci sarà tempo.
Credo
che adesso comincerà la vera lettera ed io, scoprirò cosa gli è accaduto in
passato.
Prendo
il pacchetto di sigarette dalla tasca dei jeans, ne porto una alle labbra
accendendola con lo zippo che mi ha regalato lo scorso compleanno Kouyou.
Sento
già i nervi tendersi ed ho bisogno di rilassarmi un po’, altrimenti temo di non
riuscire ad arrivare in fondo alla lettera.
Davvero Aki, non so da cosa
iniziare… vorrei strappare tutto, ma ciò comporterebbe due cose, la prima è che
poi dovrei parlarti a voce e sinceramente non ce la faccio e la seconda, aver
perso quasi una notte di sonno per nulla.
Spero di riuscire ad essere
lucido e a farti capire bene tutto, voglio che tu sappia tutto.
Credo che inizierò, con il
dirti la motivazione per la quale io e la mia famiglia ci siamo trasferiti qui
a Kanagawa, la mia quasi morte.
Nel paese dove vivevo non
potevo più mettere il naso fuori da casa, ho iniziato a non mangiare più e
quello che mangiavo lo rigettavo.
Soffrivo di attacchi di panico
e a questo hai assistito in prima persona, non riesco a controllarli, quando
arrivano devo solo soccombere; però adesso è tanto tempo che non ne ho, credo
che stia cominciando a guarire.
I miei hanno provato con tutte
le loro forze a mandarmi da uno psicologo ed io, essendo minorenne non ho
potuto rifiutare, ma sono astuto, questo c’è da dirlo.
Ad ogni appuntamento che avevo
con lui, mi rifiutavo di parlare e in questo modo sono riuscito a non andarci
più, tanto sarebbe stato tutto inutile.
Loro non sapendo più cosa fare
né come prendermi, mi hanno portato qui; io ho pensato che era una stronzata ma
invece avevano ragione, qui ho incontrato te e sto guarendo.
Tutto questo non è dovuto ad
una mia malattia mentale o cosa, un avvenimento brutale mi ha cambiato nel
profondo, ha distrutto la mia anima e la gioia di vivere.
Aki, è inutile che continui a
girarci intorno, mi sto dando i nervi da solo.
Quasi dieci mesi fa sono stato
violentato da tre uomini ed io, ne ho ucciso uno.
I
miei occhi si sbarrano e devo leggere tre volte la stessa frase, per
metabolizzarla come si deve.
È
stato stuprato e ha dovuto uccidere uno dei suoi aggressori, deve essere stato
orribile per lui.
L’ho scritto e non ci credo,
ora però devo raccontarti tutto com’è andato; giuro che ora andrò in ordine,
forse il peggio è passato.
Una sera stavo tornando a casa
dal doposcuola, non sono mai stato un genio nelle materie tranne per la musica
e l’arte, ho preso una decisione che forse non dovevo, ma la vita è fatta anche
di questo.
Decisioni giuste e sbagliate,
occasioni prese al volo o lasciate scorrere via, i momenti non tornano
indietro, ma tutto ciò che decidiamo di fare segna il nostro destino.
A me ha portato fin qui, forse
è questa motivazione che mi sta facendo guarire, tutto ciò che mi è successo mi
ha condotto a te.
Sto tergiversando di nuovo
scusa, ma ho tante cose per la testa che è difficile ordinarle per bene.
Bene dicevo, ho deciso di
prendere una strada secondaria per fare prima, in quel modo avrei risparmiato
almeno una quindicina di minuti, tanti è?
Ma a un certo punto sono
apparse tre figure, tre uomini, era buio Aki ed io avevo paura, mi sono voltato
ma non c’era nessuno a cui chiedere aiuto ed ho preso la seconda decisione
sbagliata.
Invece di fare dietrofront ho
continuato, sperando in cuor mio che mi lasciassero andare, che dopo avermi
messo paura si sarebbero stufati; invece mi hanno aggredito.
Ho reagito, mi sono difeso
come meglio potevo ma loro erano tre e decisamente più forti di me; ho anche
urlato fino a che non mi hanno impedito di farlo, mi hanno picchiato e
stuprato, tutti e tre a turno.
Non ricordo tutto benissimo
dell’accaduto, alcune cose si sono offuscate; lo psicologo, una delle rare
volte in cui ci ho parlato, mi ha detto che è normale, che succede a tutti
perché è una difesa del cervello.
Ma ciò che ricordo bene, è
quello che sogno di continuo, quasi ogni notte, svegliandomi sudato e
impaurito.
Ricordo come se potessi
sentirlo ora, il freddo umido dell’asfalto e il dolore che ho provato; ho
pensato che sarei morto.
Non so cosa sia scattato
dentro di me, è come se il corpo si muovesse senza i miei comandi ma so che ero
io, non giustifico la mia azione.
Quando l’ultimo si è alzato e
mi hanno lasciato le braccia, ho reagito, avevo notato il coltello nella tasca
di uno dei tre, l’ho afferrato e gli ho spinto la lama al centro del petto.
I suoi amici sono fuggiti
urlanti, mi sono guardato le mani ed erano piene di sangue; l’ho ucciso, sono
un assassino Aki, sarò mai perdonato di questo crimine?
Mi
fermo per asciugare le lacrime che non ho saputo trattenere, tutto avrei
pensato tranne ciò che sto leggendo. Deve essere stato davvero orribile e per
di più si sente anche colpevole, non credo che lo sia, si è solo difeso da ciò
che gli era stato inflitto.
Ho paura di ciò che stai
pensando ora, non so proprio come stai reagendo a questa mia confessione, però
posso dirti cosa spero, spero che mi perdonerai e continuerai ad essere mio
amico.
Domani mattina uscirò presto e
consegnerò questa lettera a tua madre, poi me ne tornerò a casa e resterò qui
per tutto il giorno; i lividi si vedono ancora e non voglio che la gente mi
veda così.
Mia madre e mio padre non
torneranno prima di sera, se vuoi passare mi troverai.
Ora me ne vado a letto, tanto
so già che non dormirò ma almeno riposerò un po’ la schiena che mi duole tanto.
Ciao Aki,
Takanori.
Mi
sento un completo idiota, tutto quel tempo passato a pensare che fosse un
ragazzo stronzo, invece era solamente ferito e spaventato.
Mi
alzo stringendo saldamente in mano la sua lettera, inizio a correre verso casa
sua, devo vederlo assolutamente.
Takanori
Seduto
sul letto della mia camera osservo il mondo fuori dalla finestra, chi sa se
Akira ha già letto la lettera.
Ho
paura della sua reazione, perché io non so come reagirei scoprendo una cosa
simile, sicuramente sapere che un tuo amico ha ucciso un uomo non è facile da
mandare giù.
Il
suono del campanello della porta mi spaventa, sobbalzo portandomi una mano al
petto. Alzandomi raggiungo la finestra e posso vedere la figura di Akira ritto
di fronte alla porta, mentre aspetta che gli vada ad aprire.
Di
corsa scendo le scale e per poco non cado giù rompendomi l’osso del collo, deve
aver saltato il cancello visto che non ha suonato il citofono.
Solo
quando sono di fronte la porta mi fermo e sistemo i capelli, a volte mi
comporto proprio come un idiota.
Prendo
un profondo sospiro e apro ciò che mi separa da lui, il sorriso sulle labbra,
le iridi scure e rilassate, niente in lui mi fa sembrare che ce l’abbia con me.
«
ciao » lo saluto.
«
ciao, posso? » mi chiede.
Che
idiota, sono rimasto fermo e non l’ho invitato ad entrare; rimedio subito
facendomi da parte per permettergli di fare il suo ingresso in casa mia.
«
certo, vieni »
Non
appena è dentro richiudo la porta e mi volto verso di lui, lo trovo con
entrambi i sopraccigli alzati.
«
non credi che dovresti chiedere chi è prima di aprire? » mi fa notare lui.
Sorrido
prima di parlare « ti ho visto dalla finestra della mia camera ».
«
ah, allora in questo caso va bene, sei perdonato » sentenzia ridendo.
«
e secondo te è normale saltare il cancello? » gli chiedo andando verso la
cucina.
«
non ci sono i tuoi, vero? » chiede allarmato ed io non posso trattenermi dallo
scoppiare a ridere.
«
no tranquillo, ma questo ti da il diritto di scavalcare? » gli chiedo aprendo
il frigorifero, lo sento dietro di me.
«
certo » risponde secco.
Mi
volto verso di lui donandogli una lattina di coca cola « ma davvero, buono a
sapersi allora »
Lui
afferra la lattina dalla mia mano e prima che possa voltarmi per prendere anche
la mia, mi ferma per le spalle e con un calcetto chiude l’anta del frigorifero.
Poggia
la sua coca sul ripiano della cucina e sofferma i suoi occhi nei miei, credo
che sia già arrivato il momento di parlarne.
«
ho letto tutto Taka, è difficile ora parlarne » è serio.
«
immagino Aki, ma non sei obbligato a farlo » gli rispondo, abbassando lo
sguardo a terra.
«
guardami per favore » se usa questo tono gentile con me, potrei squagliarmi a
terra all’istante.
Assecondo
il suo volere, puntando le mie iridi lasciate al naturale nelle sue.
«
non immaginavo ciò che ti è accaduto in passato, ma non sono arrabbiato, tu non
hai colpe e dovresti perdonarti.. »
«
dici sul serio? » chiedo con un filo di voce.
«
non mento Taka e questo lo sai, nessuno ti giudicherebbe mai per ciò che hai
fatto »
Posso
credergli perché nei suoi occhi vi leggo sincerità, forse un giorno anche io
riuscirò a perdonarmi.
«
grazie »
«
non ringraziarmi, baka » mi scompiglia i capelli e mi lascia andare.
Prendo
la mia coca cola dal frigo e lo raggiungo in salotto dov’è sparito, lo trovo
seduto sul divano.
«
che vuoi fare oggi? Abbiamo un po’ di tempo da occupare » mi dice guardandomi.
« videogiochi e musica, che ne pensi? »
«
ottima idea! » dice entusiasta e insieme raggiungiamo la mia stanza.
Una
volta dentro mi adopero per attaccare la consolle, ho una vasta gamma di giochi
e spero che trovi qualcosa di suo gradimento.
Quando
lo sento troppo silenzioso per il suo solito mi volto verso di lui, mannaggia a
me e a quando non sistemo le mie cose.
«
e questo? » mi chiede facendomi vedere il foglio F4 che tiene tra le dita, ma
io so bene di che si tratta non c’è bisogno che me lo mostri.
«
diciamo, ecco… avevo un po’ di tempo libero e sei interessante da ritrarre »
sento le gote andarmi in fiamme, tra tanti disegni che ho sparsi sulla
scrivania proprio il suo ritratto ho lasciato sopra.
«
è bellissimo » dice posandolo sopra la pila di libri di scuola e avvicinandosi
a me.
Non
mi muovo, ma solo perché sono paralizzato dall’emozione, sento il cuore battere
così veloce che una cavalleria avrebbe da che invidiare.
Si
avvicina a me fino a che i nostri corpi si sfiorano, con due dita mi tiene il
mento e lo spinge verso l’alto in modo da far combaciare i nostri occhi.
Piano
la sua testa si china verso di me e le sue labbra sfiorano le mie, la
sensazione che ne ricavo è paradisiaca ed emozionante.
«
mi hai stregato Matsumoto » sorride bieco, staccandosi un poco dalle mie
labbra.
«
e tu mi hai salvato Suzuki » dico con un filo di voce.
The
End
Che
dite, sono stata troppo sbrigativa? é_è
Però
mi piaceva molto chiudere la fan fiction, con questo bacio che prospetta un
futuro roseo per questa giovane coppia, in questo modo ognuna di voi può
immaginare il resto.
Anzi,
per essere nata come una One-Shot sono andata anche
troppo per le lunghe >_<
** fine delle note sulla ff*
**
inizio blatera mento**
C’è
sempre un mio blatera mento, ma non prendetevela con me, se proprio volete
picchiare qualcuno per questo, andate in Giappone a prendere per le orecchie i
nostri cinque beniamini U_U
Eh
si, perché sono sempre loro che mi mandano in pappa il cervello e voi, ne
subite le conseguenze! :D
Il pamphlet del VC Tour…. Devo aggiungere altro? Non credo, vero? XD
Santo
cielo quanto sono belli! Troppo, troppissimo, di più!
U_U
Potevo
restare indifferente alla splendicità (si dice? XD)
di Uruha? Certo che no! >_<
Potevo
non avere di nuovo l’ispirazione per una nuova One-shot,che
poi one-shot non è?
Va
beh taglio corto, sto scrivendo una nuova cosina, la posterò appena sarà
completata, quindi non sarò assente ancora a lungo XD
Siete condannate ad avermi tra i piedi LOL
Però….
Potete ignorarmi, questo si XD
Ja
ne! <3
P.S.
vi adoroooooo!!!!! U_U