Arriva
Sakura
Era
pomeriggio tardi, la neve turbinava incessantemente e Shino camminava
per le strade del villaggio della notte incurante dei fenomeni
atmosferici. Era
esausto, e frustrato: l’ennesima giornata infruttuosa; erano
già due settimane
che si trovavano in quel paese e non avevano fatto nemmeno un
microscopico
progresso. Circa una mezzoretta dopo Shino arrivò a casa per
poi buttarsi
pesantemente sul grande letto matrimoniale del tutto intenzionato a
lasciarsi
sopraffare dal confortante tepore del piumone....
“Shino, devo parlarti” la voce di Kiba lo fece
desistere dai suoi intenti.
Il ragazzo più piccolo si sedette pesantemente sul bordo del
letto dando le
spalle al più grande.
“Che c’è?” chiese Shino
cercando di avere un tono civile
“Me ne vado” rispose laconico
“ Le condizioni di Hinata sono drasticamente peggiorate e ha
urgente
bisogno di cure mediche. Ha bisogna di Tsunade”
“Mi dispiace” fu tutto quello che riuscì
a proferire il più grande
“ Non sai a me quanto” Kiba nel dire quella frase
cominciò a singhiozzare
senza controllo per poi cercare conforto nell’abbraccio
dell’amico, che a quel
gesto fu preso assolutamente alla sprovvista
“ Lei è tutto il mio mondo, tutta la mia vita,
tutto. I-i-i io non…”
“Kiba sta calmo! Andrà tutto bene” lo
rassicurò fissando il suo amico negli
occhi
“Andrà tutto bene, tutto bene” stettero
a lungo abbracciati, finché dei
singhiozzi disperati di Kiba non rimase
che un respiro profondo e irregolare
“Grazie Shino, grazie davvero”
“Figurati”
“Beh io allora vado, ho sentito Tsunade e ha
detto che al più presto ti manderà
qualcun
altro per aiutarti”
“Ha detto chi per caso?” non voleva certo in mezzo
ai piedi una piattola“No, niente ma
tanto chiunque sarà non ti
andrà bene, vero?”
“Mmmmm” mugugnò il più grande
ostentando indifferenza
“ Shino, prima che me ne vada….. voglio che tu mi
prometta una cosa
“ Cosa?”
“Fatti una vita al di fuori di quella del ninja”
“Qual è la richiesta” tale risposta
strappò un sospiro tra l’esasperato e
il rassegnato a Kiba
“ Ci sono tanti ragazzi della nostra età e sono
estremamente aperti e
simpatici. Non chiuderti nel tuo riccio non appena me ne
sarò andato”
“ .. non chiuderti a riccio…”
“MA SOPRATTUTTO” alzò la voce, fingendo
di aver ignorato quella correzione
“ ci sono tante belle ragazze. Quindi pensaci! Promettimi che
almeno ci
penserai” un
lungo silenzio calò tra i
due
“ Ci penserò” queste due semplici e
inaspettate parole stupirono Kiba, che
già si era dato sconfitto, strappandogli un enorme sorriso
“Ti ringrazio. Ora però devo proprio andare,
stammi bene” detto ciò si alzò
e uscì silenziosamente dalla stanza
Pioveva da giorni ormai. Ininterrottamente! La pioggia
arrivava anche nei
più piccoli pertugi spazzando via qualunque cosa: polvere,
spazzatura,
impronte, sangue. Una figura esile camminava lentamente e incurante
della
grande quantità d’acqua che il cielo le stava
riversando addosso, portava in
braccio il cadavere di una donna; continuò a camminare a
lungo finché non
giunse di fronte all’immenso castello. Ghignò
malignamente appoggiando il corpo
della vittima per terra, quasi con delicatezza, per poi estrarre dalla
tasca
una bustina di plastica sigillata contenente un foglio che
appoggiò sul petto
della donna. L’ennesimo piano perfetto: accortezza era stata
la sua parola
d’ordine ma anche se avesse, accidentalmente, commesso anche il più piccolo
errore la pioggia avrebbe
sistemato tutto nel giro di poco. Lanciò un ultimo sguardo
compiaciuto al
cadavere e poi si dissolse nel nulla.
Niente!
Lo zero più assoluto. Ecco quello che Shino trovò
spulciando
l’intero archivio reale in cui erano contenuti tutti i dati
di ogni singolo
essere umano, ninja o no, del Villaggi della Notte. Che avesse
sbagliato tutto?
Che il suo giudizio razionale dei fatti si fosse ingannato?? No, Shino
non lo
credeva, tuttavia non riusciva a capacitarsi di
quell’umiliante insuccesso.
“Maledizione” imprecò mentalmente, ormai
non sapeva più da che parte
sbattere la testa, cosa pensare, cosa fare o tentare, era stanco e
demotivato e
per di più non riusciva a evitare di pensare a Tenebra:
troppe volte aveva
sorpreso se stesso a fantasticare su di lei e questo non era per niente
producente
“Sai che così non fai altro che farti del
male?” cinguettò una voce dolce e
premurosa. Una figura esile si sedette
di fronte a Shino, sorridendogli dolcemente
“Io sono Kora” si presentò la donna
porgendogli la mano, Shino ricambiò il
gesto più per cortesia che per altro
“Shino, piacere”
“Lo so tesoro, lo so”sorrise sognante “
Sei identico a tuo padre”
“Prego?” chiese Shino sulla difensiva
“Che sia lei la squilibrata?”
“Io e tuo padre siamo….” Ci fu una breve
pausa alquanto imbarazzante”amici”
concluse la donna con un sorriso a 32 denti
“Mio padre ha l’amante?!” Shino fu
immediatamente certo di questo pensiero!
La confidenza che quella donna
si era
liberamente presa, il modo in cui si rivolgeva a lui e come si era riferita a suo
padre… non c’era la minima
ombra di dubbio. Un odio profondo e cieco
s’impossessò del ragazzo, una voglia
prorompente di fare del male fisico a quella donna lo prese
improvvisamente. Si
alzò di scatto, facendo cadere la sedia e con un tono gelido
disse
“Devo andare”
“ Ma ma aspetta” balbettò Kora ma Shino
era già sparito.
Un pugno si abbatté violentemente
contro l’anta dell’armadio provocando una
discreta infossatura
“ Cazzo, cazzo, cazzo” in tutta la sua vita Shino
non avrebbe mai potuto
credere che in un solo essere umano potessero essere racchiuse collera
e
frustrazione tante quanto ne provava lui. Suo padre era sempre stato un
idolo,
un’icona sacrale, un emblema di ineguagliabile potenza e
perfezione, esterno a
qualsivoglia comportamento non etico ma ora questa immagine che tanto
aveva
idolatrato e che voleva a ogni costo eguagliare si stava completamente
e
inesorabilmente sgretolando. Shino aveva sempre creduto di conoscere
l’uomo che
gli aveva donato la vita ma a quanto pare si sbagliava.
“
Perché? Perché? Che diavolo ha quella puttanella
che mia madre non ha??
Forse mamma lo sa, forse è per questo che mi tratta
così quindi è tutta colpa
di quella strega se io ho dovuto passare una vita infernale”
una scarica di
adrenalina s’impossessò completamente del corpo
del ninja che cominciò a
infierire violentemente contro l’arredamento della stanza da letto.
Quindici minuti più
tardi la stanza sembrava un campo di battaglia.
Shino
era seduto in un angolo con le gambe distese, le braccia adagiate
mollemente lungo il busto e la testa ciondoloni sul petto. Era sfinito.
Lentamente
si alzò e uscì da casa, in quel momento avrebbe
dato qualunque cosa per potersi
rifugiare nella sua adorata foresta.
La stanza era completamente buia. Si buttò sul
letto pesantemente, aveva
avuto una giornata pesante. Uccidere non era esattamente una
passeggiata,
specialmente se la vittima non assecondava i desideri del carnefice.
Nonostante
la stanchezza un senso di euforia si era impadronito del suo corpo: il
solo
ripensare all’omicidio fomentava il desiderio di uccidere di
nuovo e certamente
l’avrebbe rifatto a breve. Il mattino seguente avrebbe
ricominciato la ricerca
ma prima doveva fare una visita e per farla aveva bisogno della
discrezione che
soltanto la notte poteva garantirle. Ghignò pregustando
ciò che stava per
accadere e si alzò dal letto… era ora di agire
Era
mattino inoltrato quando Shino fece ritorno a casa. Era stato tutta la
notte in giro, sotto l’incessante bufera di neve, cercando di
far sbollire la
rabbia e magari farsene anche una ragione, ovviamente invano. Appena
entrò in
casa si accorse immediatamente che qualcosa non andava, c’era
qualcuno in casa .
Velocemente estrasse un kunai e cautamente e silenziosamente
cominciò a cercare
l’intruso che era certo fosse la donna che cercava
ininterrottamente da ormai 2
settimane , questa volta l’avrebbe presa. Improvvisamente un
tonfo sordo ruppe
il silenzio carico di tensione che regnava nella casa.
“ Cavolo” esclamò una voce contrariata
che Shino conosceva fin troppo bene ma
sperava vivamente che quella persona non fosse li. La voce proveniva
dalla
camera di Kiba e Shino vi ci si diresse con passo pesante, spalancando
la porta
in malo modo più per sincerarsi che la persona fosse
veramente chi pensava che
fosse che per darle il benvenuto. Inginocchiata davanti al letto
c’era una
delle ragazzine più irritanti, insopportabili e dispotiche
del villaggio della
foglia: Sakura Haruno.
“Ciao Shino, indovina?! Dovremo lavorare insieme”
la ragazza proferì queste
parole come se per lei fosse un piacere fare coppia con lui ma lui
sapeva per
esperienza che le ragazze
si trovavano
sempre a disagio in sua presenza ma questo disagio era reciproco.
Più che
disagio per Shino si trattava di profonda irritazione: Sakura era
soltanto un’inutile
palla al piede che avrebbe rallentato soltanto il suo lavoro.
“
Meraviglioso” era già stufo di quella ragazzina
falsa e insulsa e senza
nemmeno salutare uscì dalla stanza per rinchiudersi nella
propria, sbattendo la
porta
Eccomi
qua dopo qualcosa tipo 2 secoli….
Ka93:
Cara amica ombra… tra poco la conosceremo bene,
lo so che Shino è sempre da te a tracannare te….
Vabbè me ne farò una
ragione!!! Fammi sapere cosa pensi di queste 2 pagine intense
|