Mi vergogno anche a postarlo,
non tanto per il capitolo in sé ma per il ritardo vergognoso
-.- Ed anche per il capitolo e la sua insensatezza-
Comunque,
confido nel fatto che non vi sia passata la voglia di
seguirla e di leggerla. Perché, per esempio, a me era
passata la
voglia di scriverla -.-" Quindi posso capirlo se a voi è
passata
la voglia di leggerla.
Comunque...
non credo di aver niente da dire, di nuovo, tranne che
ringrazio tutte quelle che hanno commentato, preferito e letto questa
storia. Devo ancora trovare un finale adatto, cioè nella mia
mente c'è un finale adatto, ma devo ancora capire come
scriverlo
e soprattutto come arrivarci.
Non so
quando ci sarà il prossimo aggiornamento, ma confido
nelle vostre parole di "supporto/montamentodellatesta" che mi fanno
sempre tornare la voglia di scrivere <3
Cheers
à.à
«It’s
a terrible love and I’m walking with spiders
I suoi
occhi non erano abituati a tutta quella luce accecante, non che
a New York non ci fosse quella luce, ma sicuramente era molto
più limpida ed accecante, non c'era tutto quello smog
nell'aria che gli
impediva di brillare
direttamente nelle sue iridi chiare. Si chiedeva come facessero gli
altri a non portare gli occhiali da sole, quella luce era davvero
troppo. Si era
voltato, mettendosi a pancia in sotto e facendo aderire il suo petto
alla distesa di sabbia bollente, poteva sentire la temperatura alta perfino attraverso
il cotone leggero della maglietta che indossava. Non era di certo un
fusto e non aveva
nessuna voglia di venir comparato ai suoi amici, tutti perfettamente scolpiti o magri,
tutti perfettamente perfetti.
« Quando
hai intenzione di toglierti quella maglietta? Sto sudando per te.
» aveva chiesto ironico Johnny comparendo di fronte
a lui
con due cocktail giallo limone fra le mani.
« Quando tu
avrai l'intenzione di smettere di bere cocktail sotto al sole caldo
della Spagna, John. » gli aveva risposto acido.
Il
più basso si era piegato sulle ginocchia, avvicinando la
cannuccia del bicchiere alla bocca di Zack che l' aveva, prontamente,
accolta fra le labbra, succhiando vorace il liquido dolce. Ananas e
qualcosa di forte, forse vodka o forse rum.
« Che cosa sarebbe?
»
« Ananas e vodka,
una cosa tranquilla. Vuoi il biberon o fai da solo? Vorrei assaggiarlo
anche io. »
Zack gli
aveva mostrato il dito medio prima di prendere il suo
bicchiere fra le mani e di gettare via la cannuccia, così da
tracannare tutto il contenuto senza aspettare troppo. John aveva scosso
la testa con disappunto.
« Forse era meglio
il biberon. »
« Forse è meglio
che tu dia fastidio a qualcun altro, se non vuoi trovarti tre metri
sotto la sabbia. »
Nella mente
di Johnny si era formata l'immagine della sua testa che
spuntava fuori da un montarozzo di sabbia, come quei poveri
disgraziati sepolti nel deserto per aver infranto
chissà quale regola di un qualsiasi paese a caso.
« E se
invece diventassi una scultura? Sai di quelle con la sabbia? Magari
potreste farmi un paio di pettorali alla Schwarznegger! »
« Io direi che i
pettorali non sono il
tuo unico problema. »
Jimmy era
spuntato fuori dal nulla, cercando di afferrare il
più piccolo per il "cavallo" dei pantaloncini da mare che
indossava, ma era stato troppo lento e Johnny era scappato via come una
donnicciola, lasciando la scia con il cocktail che teneva, ancora, fra
le mani.
Gli si era
seduto accanto, bevendo l'ultima goccia della sua bevanda e disegnando
cerchietti nella sabbia.
« La solitudine non
è contemplata? »
« Mmmh... fammi
pensare... no. Ma c'è una vana speranza che lo sia se ti
togli quella maglietta. »
Zack si era
messo seduto, fermandosi un attimo per il giramento di
testa conseguente allo scatto repentino che aveva fatto. Quando la sua
testa sembrava aver
trovato stabilità si era tolto la maglietta.
Ogni gesto maldestro della braccia sottolineava
lo sforzo che stava facendo per denudarsi in pubblico.
« Sembra che tu stia
partorendo, Zack. » aveva commentato ironico Jimmy « Devi solo
toglierti una maglietta non è così
difficile.»
« Sarebbe
più semplice se avessi passato gli ultimi tre mesi della mia
vita in palestra piuttosto che... » aveva preso un lungo
respiro
prima di completare la frase con un
verbo diverso da quello al quale aveva pensato « studiare.
»
Jimmy lo
aveva guardato scettico, prima di cambiare discorso verso un terreno
più stabile. Non
voleva trovarsi di nuovo impantanato nel discorso Brian, nelle "emozioni"
che quel discorso gli scatenava e - soprattutto- non voleva vedere
più gli occhi spenti di Zack. Certo, indossava gli occhiali,
ma
quegli occhi spenti erano rimasti così impressi nella sua
mente
che poteva vederli ogni volta che chiudeva le palpebre, poteva immaginarseli e
disegnarli in qualsiasi momento, rendendoli alla perfezione.
« Ora che ti sei
tolto la maglietta... potremmo... andare
a fare un bagno? »
Zack si era
tolto gli occhiali, fissando truce l'amico.
« Avevi detto che
potevo rimanere da solo una volta tolta la maglietta! »
Jimmy aveva
scrollato la testa.
« Non
ricordo di aver detto niente di simile. E comunque ci rimarresti poco
da solo. » gli aveva risposto criptico prima di alzarsi in
piedi
e di tendere la mano verso di lui.
« Okay, arrivo, ma
non avvicinarti troppo che vicino a te sembro ancora più grasso! »
« E basso. »
Zack lo
aveva spintonato fino al bagnasciuga, dove, con una spinta
più vigorosa lo aveva fatto cadere nell'acqua. A quel
semplice
gesto, non premeditato, ne erano seguiti altri, una sorta di battaglia
d'acqua, uno di quei giochi consoni ai bambini, che, sotto a quello
strato di muscoli e peli,
dietro a quei centimetri d'altezza in più, continuavano imperterriti ad
essere.
Matti gli
osservava seduto al bar della spiaggia, mentre spettegolava con Adam
degli ultimi sviluppi.
« Quindi, Johnny ha
fatto cadere l'asciugamano di fronte a Zack? Che centra Johnny? Perché
l'ha fatto? »
Matt
scrollava la testa, come se l'altro potesse vederlo.
« Ma quale Johnny!
Jimmy si è fatto scivolare dalle mani quell'asciugamano, ma
non era un gesto premeditato!
Dovevi vedere il suo volto mentre lo raccontava, moriva d'imbarazzo! Si
sentiva un cretino, se non ci fosse stato Johnny si sarebbe messo a
frignare come un ragazzino. »
« Perché?
E Zack che ha fatto? »
«
Perché Johnny e Jimmy hanno avuto sempre questo rapporto
particolare... si, insomma, è come se gareggiassero sempre
per il titolo del più "forte del gruppo". Il loro modo per
dimostrarsi l'affetto, credo. » aveva aspirato il fumo della
sigaretta mentre Adam gli riproponeva la domanda « Zack? Jim ha detto
che è rimasto tanto
tempo chiuso nel bagno, quando è sceso a
raccontarlo era passata mezzora dal fatto e Zack era ancora nel bagno.
»
« è
ancora vivo? »
« Si, ora stanno
combattendo nell'acqua come due mufloni nel fango. »
Adam si era
messo a ridere, prima che una voce lo chiamasse.
« Ora devo andare,
Sanders. »
« Ho sentito, Gontier.
»
« Ti chiamo io
appena posso. Anzi ti faccio uno squillo e tu mi richiami appena puoi,
così non
spendo i pochi soldi che mi sono rimasti. Sicuramente per colpa tua non
mi rinnoveranno il contratto ed io rimarrò senza lavoro per
l'eternità. »
« Legalmente non
possono farlo, io sono maggiorenne. Sempre se non dico che tu mi hai costretto. »
«
Semmai è il contrario e, forse dovresti cercarti sul
dizionario la definizione di ironia
dato che la ignori! »
« Ma non dovevi
andare? »
« Ah, si, infatti.
Allora ci sentiamo dopo. » aveva commentato, aspettandosi, forse, una risposta
che non era arrivata.
Matt aveva
annuito, come se l'altro potesse vederlo, prima di riattaccare. Certo,
era scortese,
da parte sua, ma sapeva che se avesse aperto bocca gli sarebbe uscito
qualcosa di imbarazzante.
Era troppo presto persino per
pensarle certe cose. Aveva preferito fare la figura del
ragazzo scortese,
piuttosto che la figura del sottone.
Aveva
riposto il telefono nella tasca del costume, tornando al suo obiettivo
principale, quello di tenere d'occhio quei due, ancora immersi tra le
acque cristalline della Spagna. Aveva in mente un piano infallibile,
uno di quelli che neanche Lupin
III sarebbe riuscito a portare a termine. Avrebbe finto
di godersi quella
vacanza, impegnando la gran parte del tempo a macchinare da lontano i loro comportamenti.
Come un burattinaio che
muove i fili delle marionette nascosto dagli occhi indiscreti dei
bambini che non sospettano
nulla. Certo, non si poteva considerare una vacanza, ma
lui al ritorno da quel viaggio avrebbe
trovato Adam pronto ad accoglierlo fra le sue possenti
braccia, al contrario, quei due, avrebbero trovato il nulla ed il troppo.
A Zack
sarebbe toccato il nulla della sua casa vuota, parzialmente
occupata da quel sacco di pulci di Ichabod, a Jim, invece, la
più grande sventura
della sua vita, un matrimonio costruito interamente a tavolino
per chissà quale futile motivo, un matrimonio fatto di
stenti e forse anche di pene
dove l'amore sembrava una lontana chimera. Toccava a lui sistemare le
cose, dargli una piega diversa e forse anche migliore, dipendeva dalla
lente d'osservazione che si usava per guardare.
{.}
La spiaggia era fantastica, ma tre ore bastavano ed avanzavano, anzi
per Zack erano anche troppe. Non era mai stato un'amante della
tintarella, tanto meno della sabbia che si incollava al suo corpo e
della salsedine che
lasciava quei puntini bianchi sulla pelle dandogli
l'impressione di essere affetto da chissà quale malattia dal
nome impronunciabile.
« Avete
già deciso di come passare il resto della giornata?
» aveva chiesto Matt abbracciando Zack da dietro.
« Mmmh, io ho una
mezza idea! » aveva pigolato l'altro
« Voglio dormire per le prossime tre o quattro ore.
»
Matt gli aveva dato una pacca sul collo scoperto, prima di cominciare
ad elencare i difetti della
sua idea e, se non lo avesse fermato, avrebbe continuato per l'intera
durata della vacanza.
« Io sono venuto in
vacanza anche per rilassarmi,
Sanders. Anche tu dovresti farlo. »
« Io? »
« Si, tu! Non vorrai
che il bellissimo medico
legale si trovi di fronte all'ennesimo morto, vero?
»
Matt aveva sbuffato sonoramente, prima di cominciare a sproloquiare sul
fatto che lui e Adam non
erano una coppia e che non aveva alcuna intenzione di arrivare "illibato" alla fine
del viaggio. Tutte stronzate, era palese
che a dirla come Johnny, "lo aveva appeso al muro non appena Adam gli
aveva detto di volerlo
aspettare". Era come se avesse lasciato quella parte del
suo corpo tra le mani del "Professore".
« E tu? Cosa pensi
di fare? » gli aveva sussurrato all'orecchio, lasciando
intendere la parte sessuale
della frase con un piccolo occhiolino.
« Io? Dormire, bere e dimenticare. Vuoi
unirti a me? »
aveva risposto, ignorando volutamente quell'intonazione allusiva nel
tono dell'altro.
« Mi sono mai tirato
indietro?»
Zack gli aveva sorriso, prima di sparire dietro all'enorme porta
girevole dell'Hotel.
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