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Autore: Something Rotten    16/11/2011    5 recensioni
Zack si era parzialmente ripreso dalla telefonata, vuoi per la quantità d'alcol ingerita o vuoi per la musica che gli ronzava prepotente nelle orecchie. Matt non aveva detto nulla sull'accaduto, era rimasto in silenzio lasciandolo parlare e lasciando che si sfogasse nel migliore dei modi, eppure quel silenzio era strano. Solitamente aveva sempre una buona parola di conforto, magari soltanto un "andrà tutto bene" e se non parlava significava soltanto che non sarebbe andato tutto bene. La gelosia, lui lo sapeva bene, era una brutta bestia, era un fantasma che, rantolante, si insinuava in tutti i rapporti, uccidendo anche l'amore più sincero. Era un fantasma duro da esorcizzare, un qualcosa che avrebbe lasciato l'alone per sempre, come quando si scrive sui vetri appannati della macchina, quell'alone non andrà mai del tutto via.
Lo fissava dal divanetto, guardava l'amico agire pronto a fermarlo al momento giusto consapevole che dall'altra parte del mondo non c'era nessuno pronto a fermare Brian dal commettere atti stupidi e privi di senso.
« Sei il suo angelo custode? » aveva chiesto Jim sedendosi al suo fianco e guardando Zack ballare con una ragazza dai capelli corvini.
« Voglio solo che non commetta qualche stupidaggine. »
« Ti potrà sembrare una bugia, ma neanche io voglio che faccia qualcosa di stupido. » aveva sbuffato sorridendogli e continuando a fissare Zack « Brian non mi va a genio, ma non voglio che lui perda anche quest'opportunità di essere felice. Sai, a volte penso a cosa abbia fatto di male. »
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi vergogno anche a postarlo, non tanto per il capitolo in sé ma per il ritardo vergognoso -.-  Ed anche per il capitolo e la sua insensatezza-
Comunque, confido nel fatto che non vi sia passata la voglia di seguirla e di leggerla. Perché, per esempio, a me era passata la voglia di scriverla -.-" Quindi posso capirlo se a voi è passata la voglia di leggerla.
Comunque... non credo di aver niente da dire, di nuovo, tranne che ringrazio tutte quelle che hanno commentato, preferito e letto questa storia. Devo ancora trovare un finale adatto, cioè nella mia mente c'è un finale adatto, ma devo ancora capire come scriverlo e soprattutto come arrivarci.
Non so quando ci sarà il prossimo aggiornamento, ma confido nelle vostre parole di "supporto/montamentodellatesta" che mi fanno sempre tornare la voglia di scrivere <3

Cheers à.à

 «It’s a terrible love and I’m walking with spiders



I suoi occhi non erano abituati a tutta quella luce accecante, non che a New York non ci fosse quella luce, ma sicuramente era molto più limpida ed accecante, non c'era tutto quello smog nell'aria che gli impediva di brillare direttamente nelle sue iridi chiare. Si chiedeva come facessero gli altri a non portare gli occhiali da sole, quella luce era davvero troppo. Si era voltato, mettendosi a pancia in sotto e facendo aderire il suo petto alla distesa di sabbia bollente, poteva sentire la temperatura alta perfino attraverso il cotone leggero della maglietta che indossava. Non era di certo un fusto e non aveva nessuna voglia di venir comparato ai suoi amici, tutti perfettamente scolpiti o magri, tutti perfettamente perfetti.
« Quando hai intenzione di toglierti quella maglietta? Sto sudando per te. » aveva chiesto  ironico Johnny comparendo di fronte a lui con due cocktail giallo limone fra le mani.
« Quando tu avrai l'intenzione di smettere di bere cocktail sotto al sole caldo della Spagna, John. » gli aveva risposto acido.
Il più basso si era piegato sulle ginocchia, avvicinando la cannuccia del bicchiere alla bocca di Zack che l' aveva, prontamente, accolta fra le labbra, succhiando vorace il liquido dolce. Ananas e qualcosa di forte, forse vodka o forse rum.
« Che cosa sarebbe? »
« Ananas e vodka, una cosa tranquilla. Vuoi il biberon o fai da solo? Vorrei assaggiarlo anche io. »
Zack gli aveva mostrato il dito medio prima di prendere il suo bicchiere fra le mani e di gettare via la cannuccia, così da tracannare tutto il contenuto senza aspettare troppo. John aveva scosso la testa con disappunto.
« Forse era meglio il biberon. »
« Forse è meglio che tu dia fastidio a qualcun altro, se non vuoi trovarti tre metri sotto la sabbia. »
Nella mente di Johnny si era formata l'immagine della sua testa che  spuntava fuori da un montarozzo di sabbia, come quei poveri disgraziati sepolti nel deserto per aver infranto chissà quale regola di un qualsiasi paese a caso.
« E se invece diventassi una scultura? Sai di quelle con la sabbia? Magari potreste farmi un paio di pettorali alla Schwarznegger! »
« Io direi che i pettorali non sono il tuo unico problema. »
Jimmy era spuntato fuori dal nulla, cercando  di afferrare il più piccolo per il "cavallo" dei pantaloncini da mare che indossava, ma era stato troppo lento e Johnny era scappato via come una donnicciola, lasciando la scia con il cocktail che teneva, ancora, fra le mani.
Gli si era seduto accanto, bevendo l'ultima goccia della sua bevanda e disegnando cerchietti nella sabbia.
« La solitudine non è contemplata? »
« Mmmh... fammi pensare... no. Ma c'è una vana speranza che lo sia se ti togli quella maglietta. »
Zack si era messo seduto, fermandosi un attimo per il giramento di testa conseguente allo scatto repentino che aveva fatto. Quando la sua testa sembrava aver trovato stabilità si era tolto la maglietta. Ogni gesto maldestro della braccia sottolineava lo sforzo che stava facendo per denudarsi in pubblico.
« Sembra che tu stia partorendo, Zack. » aveva commentato ironico Jimmy « Devi solo toglierti una maglietta non è così difficile.»
« Sarebbe più semplice se avessi passato gli ultimi tre mesi della mia vita in palestra piuttosto che... » aveva preso un lungo respiro prima di completare la frase con un verbo diverso da quello al quale aveva pensato « studiare. »
Jimmy lo aveva guardato scettico, prima di cambiare discorso verso un terreno più stabile. Non voleva trovarsi di nuovo impantanato nel discorso Brian, nelle "emozioni" che quel discorso gli scatenava e - soprattutto- non voleva vedere più gli occhi spenti di Zack. Certo, indossava gli occhiali, ma quegli occhi spenti erano rimasti così impressi nella sua mente che poteva vederli ogni volta che chiudeva le palpebre, poteva immaginarseli e disegnarli in qualsiasi momento, rendendoli alla perfezione.
« Ora che ti sei tolto la maglietta... potremmo... andare a fare un bagno? »
Zack si era tolto gli occhiali, fissando truce l'amico.
« Avevi detto che potevo rimanere da solo una volta tolta la maglietta! »
Jimmy aveva scrollato la testa.
« Non ricordo di aver detto niente di simile. E comunque ci rimarresti poco da solo. » gli aveva risposto criptico prima di alzarsi in piedi e di tendere la mano verso di lui.
« Okay, arrivo, ma non avvicinarti troppo che vicino a te sembro ancora più grasso! »
« E basso. »
Zack lo aveva spintonato fino al bagnasciuga, dove, con una spinta più vigorosa lo aveva fatto cadere nell'acqua. A quel semplice gesto, non premeditato, ne erano seguiti altri, una sorta di battaglia d'acqua, uno di quei giochi consoni ai bambini, che, sotto a quello strato di muscoli e peli, dietro a quei centimetri d'altezza in più, continuavano imperterriti ad essere.
Matti gli osservava seduto al bar della spiaggia, mentre spettegolava con Adam degli ultimi sviluppi.
« Quindi, Johnny ha fatto cadere l'asciugamano di fronte a Zack? Che centra Johnny? Perché l'ha fatto?  »
Matt scrollava la testa, come se l'altro potesse vederlo.
« Ma quale Johnny! Jimmy si è fatto scivolare dalle mani quell'asciugamano, ma non era un gesto premeditato! Dovevi vedere il suo volto mentre lo raccontava, moriva d'imbarazzo! Si sentiva un cretino, se non ci fosse stato Johnny si sarebbe messo a frignare come un ragazzino. »
« Perché? E Zack che ha fatto? »
« Perché Johnny e Jimmy hanno avuto sempre questo rapporto particolare... si, insomma, è come se gareggiassero sempre per il titolo del più "forte del gruppo". Il loro modo per dimostrarsi l'affetto, credo. » aveva aspirato il fumo della sigaretta mentre Adam gli riproponeva la domanda « Zack? Jim ha detto che è rimasto tanto tempo chiuso nel bagno, quando è sceso a raccontarlo era passata mezzora dal fatto e Zack era ancora nel bagno. »
« è ancora vivo? »
« Si, ora stanno combattendo nell'acqua come due mufloni nel fango. »
Adam si era messo a ridere, prima che una voce lo chiamasse.
« Ora devo andare, Sanders. »
« Ho sentito, Gontier. »
« Ti chiamo io appena posso. Anzi ti faccio uno squillo e tu mi richiami appena puoi, così non spendo i pochi soldi che mi sono rimasti. Sicuramente per colpa tua non mi rinnoveranno il contratto ed io rimarrò senza lavoro per l'eternità. »
« Legalmente non possono farlo, io sono maggiorenne. Sempre se non dico che tu mi hai costretto. »
« Semmai è il contrario e, forse dovresti cercarti sul dizionario la definizione di ironia dato che la ignori! »
« Ma non dovevi andare? »
« Ah, si, infatti. Allora ci sentiamo dopo. » aveva commentato, aspettandosi, forse, una risposta che non era arrivata.
Matt aveva annuito, come se l'altro potesse vederlo, prima di riattaccare. Certo, era scortese, da parte sua, ma sapeva che se avesse aperto bocca gli sarebbe uscito qualcosa di imbarazzante. Era troppo presto persino per pensarle certe cose. Aveva preferito fare la figura del ragazzo scortese, piuttosto che la figura del sottone.
Aveva riposto il telefono nella tasca del costume, tornando al suo obiettivo principale, quello di tenere d'occhio quei due, ancora immersi tra le acque cristalline della Spagna. Aveva in mente un piano infallibile, uno di quelli che neanche Lupin III sarebbe riuscito a portare a termine. Avrebbe finto di godersi quella vacanza, impegnando la gran parte del tempo a macchinare da lontano i loro comportamenti. Come un burattinaio che muove i fili delle marionette nascosto dagli occhi indiscreti dei bambini che non sospettano nulla. Certo, non si poteva considerare una vacanza, ma lui al ritorno da quel viaggio avrebbe trovato Adam pronto ad accoglierlo fra le sue possenti braccia, al contrario, quei due, avrebbero trovato il nulla ed il troppo.
A Zack sarebbe toccato il nulla della sua casa vuota, parzialmente occupata da quel sacco di pulci di Ichabod, a Jim, invece, la più grande sventura della sua vita, un matrimonio costruito interamente  a tavolino per chissà quale futile motivo, un matrimonio fatto di stenti e forse anche di pene dove l'amore sembrava una lontana chimera. Toccava a lui sistemare le cose, dargli una piega diversa e forse anche migliore, dipendeva dalla lente d'osservazione che si usava per guardare.

{.}
La spiaggia era fantastica, ma tre ore bastavano ed avanzavano, anzi per Zack erano anche troppe. Non era mai stato un'amante della tintarella, tanto meno della sabbia che si incollava al suo corpo e della salsedine che lasciava quei puntini bianchi sulla pelle dandogli l'impressione di essere affetto da chissà quale malattia dal nome impronunciabile.
« Avete già deciso di come passare il resto della giornata? » aveva chiesto Matt abbracciando Zack da dietro.
« Mmmh, io ho una mezza idea! » aveva pigolato l'altro « Voglio dormire per le prossime tre o quattro ore. »
Matt gli aveva dato una pacca sul collo scoperto, prima di cominciare ad elencare i difetti della sua idea e, se non lo avesse fermato, avrebbe continuato per l'intera durata della vacanza.
« Io sono venuto in vacanza anche per rilassarmi, Sanders. Anche tu dovresti farlo. »
« Io? »
« Si, tu! Non vorrai che il bellissimo medico legale si trovi di fronte all'ennesimo morto, vero? »
Matt aveva sbuffato sonoramente, prima di cominciare a sproloquiare sul fatto che lui e Adam non erano una coppia e che non aveva alcuna intenzione di arrivare "illibato" alla fine del viaggio. Tutte stronzate, era palese che a dirla come Johnny, "lo aveva appeso al muro non appena Adam gli aveva detto di volerlo aspettare". Era come se avesse lasciato quella parte del suo corpo tra le mani del "Professore".
« E tu? Cosa pensi di fare? » gli aveva sussurrato all'orecchio, lasciando intendere la parte sessuale della frase con un piccolo occhiolino.
« Io? Dormire, bere e dimenticare. Vuoi unirti a me?  » aveva risposto, ignorando volutamente quell'intonazione allusiva nel tono dell'altro.
« Mi sono mai tirato indietro?»
Zack gli aveva sorriso, prima di sparire dietro all'enorme porta girevole dell'Hotel.

















   
 
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