s8
Piccolo
avviso: sono
andata a rileggermi il topic a cui è iscritta questa shot e
mi sono resa conto che la giudice aveva richiesto che rimanesse inedita
solo fino alla scadenza del contest, non necessariamente fino alla
pubblicazione dei risultati. Ergo datemi pure della stordita, ma la
buona notizia è che posso non interrompere la pubblicazione
settimanale e arrivare con regolarità fino alla fine della
raccolta. Incrociate le dita per il contest anche per me, la storia
è già stata valutata e io sono in ansia pazzesca
XD in ogni caso, quando avrò il giudizio lo
aggiungerò in fondo all'ultima storia, insieme a quello
già ricevuto per l'intera raccolta.
Buona lettura!
<3
S.
Cosa fai stasera
Prompt:
cuori
Ambientazione:
settimo anno
Parole:
3056
14
febbraio 1978
“Signorina
Evans, le spiace trattenersi un momento?”
Lily impreca
mentalmente, mentre
un’espressione di improvviso disappunto le affiora sul volto.
Tuttavia, sa di non poter essere scortese; il professore ha
già
ricevuto fin troppe risposte ai limiti del tollerabile da parte sua e
ad ogni modo, finché non avrà sentito
cos’ha da
dire, non può condannarlo già in partenza
pretendendo di
sapere di che si tratti. È costretta a voltarsi e a
fronteggiare
l’insegnante di Pozioni, annuendo con sguardo fermo e sicuro
di
sé. Poi torna a dargli le spalle per un attimo e cerca James
con
gli occhi.
“Vai
pure”, gli
sussurra, riserbandogli una lieve carezza sul braccio sinistro. Gesti
furtivi, che Lily preferisce non far cogliere agli sguardi indiscreti
della gente.
Lui si blocca, si
sistema gli occhiali sul naso.
“Ok, ti
tengo il
posto”, le risponde; poi la guarda con intensità,
come fa
di solito prima di baciarla. Ma Lily sa che non lo farà. Non
così platealmente. Si limita a sfiorarle la punta delle dita
con
la mano, dopodiché si volta ed esce dall’aula
insieme a
Sirius. Quando non è rimasto nessuno oltre a lei e a
Lumacorno,
Lily accosta la porta alle sue spalle.
“Signorina
Evans…
lei sa che non l’ho mai pregata e che ho sempre rispettato le
sue
volontà”, inizia il professore, con tono bonario.
Lily
annuisce di nuovo: suo malgrado deve riconoscere che è vero.
Tuttavia…
“…tuttavia,
non
può continuare a dirmi di no. Sono anni che lo fa.
C’è un limite a tutto e, se non posso cambiare il
fatto
che lei non faccia parte della mia Casa, posso almeno persuaderla a
prendere parte ad una delle mie feste”.
In quel momento,
nella testa di Lily risuona una sola parola: no.
No, no, no, no, no,
assolutamente ed imperativamente no.
“Professore,
io
non… non sono un tipo da cerimoniali, gliel’ho
già
spiegato”, risponde, tentando di essere diplomatica. La
verità è che sono piuttosto le
riunioni del
Lumaclub a non essere fatte per lei. Ci è andata una sola
volta,
al secondo anno, insieme a Severus: era la prima volta che il
professore li invitava e lei non aveva assolutamente idea di
ciò
a cui andava incontro. Si era ritrovata circondata da Serpeverde, figli
di papà e palloni gonfiati, ed era fuggita con una scusa
inventata su due piedi dopo neppure mezzora.
Da allora ha sempre
rifiutato, senza mezzi termini.
“Mi
ascolti. Le garantisco
che stavolta si tratterà di una cosa assolutamente
informale.
Giusto perché un paio di suoi compagni mi hanno domandato di
organizzare qualcosa per San Valentino, sa… pare che ci
tengano
molto a festeggiare. La signorina Barnett di Corvonero e il signor
Burrow di Grifondoro, credo che anche lei li conosca, dato che sono
entrambi Prefetti. Insomma, sarà una riunione molto
semplice, si
prenderà un the e si mangerà un dolce…
andiamo,
signorina Evans, le do il permesso di portare chi vuole”.
Lily increspa le
labbra. Sa che
James e Lumacorno non vanno esattamente d’amore e
d’accordo, perciò il tono allusivo con cui ha
pronunciato
quell’ultima frase desta in lei qualche sospetto.
“Il
problema non è
questo, in realtà…” prova a ribattere,
ma il
professore la interrompe subito.
“Su, su,
signorina, me ne
sono accorto, non c’è bisogno di nascondere la
cosa.
È evidente che ci sia del tenero con il signor
Potter”.
Lui ridacchia sotto
i baffi, ma
Lily non è affatto contenta. È piuttosto certa
che sia
stato qualcuno che partecipa regolarmente alle sue riunioni a
riferirglielo.
“Anche
James non è tipo da cerimoniali, purtroppo”,
replica, irrigidita.
“Ma come,
un ragazzo
proveniente da una simile casata sarà sicuramente abituato a
cose di questo genere…” protesta Lumacorno,
gesticolando
in maniera eloquente. Lily alza gli occhi al soffitto, maledicendo tra
sé le famiglie Purosangue e le loro abitudini
aristocratiche.
Era una cosa a cui ovviamente
non aveva pensato prima di rispondere.
“Andiamo,
signorina Evans.
Non le chiedo di fare nulla di malvagio. Per una volta, mi faccia il
piacere di accettare”.
“A dire
il vero, professore, ho già accettato una volta”,
ricorda Lily e per poco non rabbrividisce.
“Ma in
questa occasione
sarà diverso, c’è qualcosa da
festeggiare…
che lo faccia da me o altrove, cosa crede che cambi?”
Lily ha dei seri
dubbi sul fatto
di aver mai preso realmente in considerazione l’idea di
festeggiare San Valentino, ma è inutile lanciarsi in
disquisizioni sentimentali con un professore di Hogwarts.
L’effetto risultante sarebbe, molto probabilmente, piuttosto
grottesco.
“Cercherò
di convincere James, ma non posso garantire nulla”, dice
infine, non sapendo che altro inventarsi.
“Oh,
vedrà che ne
sarete entusiasti entrambi”, risponde Lumacorno, con un
grande
sorriso che compare a distendergli il volto.
“Una sola
condizione,
però: per favore, professore, stronchi sul nascere queste
poco
simpatiche voci di corridoio. La maggior parte delle volte si rivelano
inesatte, per non dire completamente errate”.
Un piccolo giro di
parole per
mandare un semplice messaggio: non vuole essere oggetto di pettegolezzi
con terze persone, specialmente con un professore coinvolto nella
discussione.
“Le
lascio un paio di
inviti, non si preoccupi di fornirmi una conferma: si presenti
semplicemente stasera alle otto nella sala trofei”.
“Professore,
non le ho ancora detto che verrò di sicuro”.
“Mi basta
sapere che ci penserà su, per il momento”.
“E va
bene”.
Lily prende i due
biglietti, si
sistema la borsa sulla spalla sinistra e poi esce di corsa
dall’aula, dirigendosi verso la Sala Grande. Per caso, mentre
cammina a passo spedito, l’occhio le cade su quei due
cartoncini.
Si rende conto che sono scritti con inchiostro rosa e decorati con
vezzosi cuoricini.
Comincia ad avere
il vago
sospetto che dietro a tutto ciò, in combutta con Lumacorno,
ci
sia anche la professoressa Blanchard, l’insegnante di
Divinazione, una donna di origini francesi che gira sempre per la
scuola con i capelli cotonati, le unghie laccate di un rosso cupo molto
vistoso e una vezzosa sciarpa con fantasia in simil-pelle di drago
intorno al collo. La sua amica Margaret la adora e sostiene che sia
bravissima. Potrà anche darsi che lo sia, a dispetto della
sua
fuorviante maniera di presentarsi, ma questa improvvisa collaborazione
con Lumacorno a Lily non piace per niente.
“Te
l’avevo detto
che secondo me c’era del tenero fra quei due”, le
dirà di sicuro Margaret, in tono convinto, totalmente
indifferente al fatto che lui abbia circa venticinque anni
più
di lei.
Lily entra in sala
grande a
passo rapido, ignorando le abituali teste che si sollevano nello stesso
attimo ad osservare scrupolosamente la persona che ha appena fatto il
suo ingresso. Scorge James seduto a fianco a Remus, Sirius e Peter ai
soliti posti e li raggiunge. In tavola ci sono verdure alla griglia e
pesce ai ferri.
“Lumacorno
mi ha dato
questo”, dice, rivolta al suo collega Caposcuola, in tono
fintamente distratto. James prende in mano l’invito con
sguardo
interrogativo. Lily lo osserva con la coda dell’occhio: se
dapprima la smorfia della sua bocca tradisce un moto di perplesso
scetticismo, subito dopo sul volto di James compare un sorriso che non
si aspettava di vedere.
“È
un invito per
due”, commenta, mentre Sirius si sporge da sopra la sua
spalla
per leggerne il contenuto, con la totale mancanza di discrezione che lo
contraddistingue.
“Già”,
conferma Lily, disponendo nel piatto quattro fette di pane in maniera
perfettamente simmetrica. James, intanto, mastica il suo boccone di
peperoni e patate.
“Dev’essere
interessante”.
“Dev’essere
ridicolo”,
obietta Sirius, squadrando il suo amico dall’alto in basso
come
se non avesse più idea di chi si trova davanti. James si
stringe
nelle spalle con aria noncurante.
“Ci vuoi
andare?” le domanda. Lily gli risponde precipitosa.
“Non
senza di te, ovviamente”.
“E che
problema c’è? A me va. Andiamoci”.
Lily si ritrova a
scambiare
un’alquanto inusuale occhiata d’intesa con Sirius,
di
fronte all’anomalo entusiasmo che James sta manifestando
all’idea di andare ad una festa di un professore che non gli
sta
esattamente simpatico. Il Caposcuola si volta verso il suo migliore
amico e gli fa un occhiolino fugace, che pure sembra non rassicurare
pienamente Sirius. Poi torna a guardare Lily, con un gran sorriso.
“Sei
sicuro di aver capito bene?”
“E per
chi mi hai preso? Non sono mica un Serpeverde idiota!”
C’è
da dire che per
certe cose non è assolutamente cambiato, anzi, sembra ancora
l’undicenne iperattivo e un po’ molesto che ha
conosciuto
sull’espresso per Hogwarts il primo settembre di alcuni anni
fa.
“Spero
che tu sia convinto
che si tratti di una buona idea”, sospira Lily, servendosi di
gamberetti in salsa cocktail.
“Avrai
finalmente
l’occasione di vedere quanto sono bello in abito da
cerimonia.
Sta’ tranquilla, solo per questo non te ne
pentirai”.
“James…”
“Sì,
lo so che odi
queste cose frivole e piene di cuoricini ovunque. Ma fidati di me
quando ti dico che sarà divertente”.
E così
le toccherà
presentarsi questa sera da Lumacorno, fornendogli su un piatto
d’argento l’occasione di esultare e congratularsi
con lei
per aver finalmente ceduto.
La parte di lei che
non aveva
mai avuto intenzione di andare a quella festa contava soprattutto sulla
risoluta opposizione di James a parteciparvi, ma aveva evidentemente
fatto i conti senza l’oste.
“Sì,
sarà
molto divertente vederti vestito da pinguino”, commenta
Sirius,
mentre Lily dispone con ordine maniacale le olive verdi tagliate a
fette sul pane insieme ai pezzetti di tonno. Non ha particolarmente
fame, ma fare quei giochetti con il cibo la distrae dal pensare che
ormai non ha più motivi per rifiutare quel discutibile
invito
decorato a cuori.
*
Mentre Lily percorre i corridoi di Hogwarts, quella sera, non si sente
affatto tranquilla. Ha dovuto chiedere in via eccezionale ai Prefetti
di occuparsi in vece sua e di James del pattugliamento serale dei
corridoi, finita l’ultima lezione ha avuto a malapena il
tempo di
esercitarsi a perfezionare il suo Incanto Patronus per domani
–
è sicura che il professor Flanders lo farà
eseguire a
tutti in classe durante la lezione, perciò sarebbe doveroso
da
parte sua presentarsi con un minimo di preparazione – e ci ha
messo un’ora per infilarsi quell’odioso vestito da
sera.
Mary ha dichiarato con fierezza, dopo averla aiutata, che sembra uscita
da un romanzo di Jane Austen, o qualcosa del genere. In
realtà
lei si sentiva più che altro una perfetta idiota, con
quell’abito che la strizzava in vita - impedendole
quasi di
alzare le braccia per spazzolarsi i capelli – per poi
allargarsi
fino a terra in un’ampia gonna a ruota. Ascoltando il rumore
dei
suoi passi che rimbomba sul pavimento di pietra, continua a rimpiangere
silenziosamente la comodità della divisa.
A fianco a lei,
James non pare
assolutamente in preda al suo stesso turbamento, anzi: ha
l’espressione di chi si sente perfettamente a suo agio. Forse
Lumacorno aveva ragione sul suo conto, anche se a Lily costa fatica
ammetterlo; in fondo sa, per sentito dire, che le famiglie Purosangue
sono tutte tendenzialmente molto aristocratiche e abituate, pertanto, a
ricevere parenti lontani impaludati in simili abiti costosi.
Il sorrisetto che
continua a rivolgerle, comunque, non la rassicura più di
tanto.
“Se vai
avanti a fissarmi
così finirò per arrossire”, le dice a
un certo
punto, con quel solito ghigno da impertinente che l’ha sempre
mandata su tutte le furie. Stavolta, però, Lily si sente
strana.
“Stai…
stai bene
così”, spiega, e in effetti lo pensa davvero.
Nonostante i
modi spesso irriverenti e quella zazzera di capelli neri che neppure
stavolta è riuscito a mettere in ordine, James sembra nato
per
far parte di quel mondo. Lei, al contrario, non ci si ritrova per
niente. Finora era riuscita a dimenticarsi del fatto che proviene da
una famiglia di Babbani, ma in quel momento non può fare a
meno
di rifletterci su. Finché resteranno a scuola, protetti da
spessi muri e da torrioni, questo non rappresenterà un
problema
per la loro storia. Ma dopo? Chi le garantisce che non
cambierà
nulla?
“Io ho
sempre cercato di
farti capire che sono bellissimo, Evans, ma tu ci sei arrivata solo
dopo sette anni…”
“Se te
l’avessi
detto solo un paio d’anni fa, il tuo ego si sarebbe gonfiato
talmente tanto che non saresti più tornato con i piedi per
terra
per chissà quanto tempo”.
“Questo
è un modo implicito per dirmi che comunque lo pensavi anche
prima?”
Per fortuna, Lily
ha la scusa
perfetta per evitare di rispondere a quella scomoda domanda: sono
arrivati alla sala trofei. Decide che entrare è
più
facile che cercare un modo per zittire James, perciò, senza
pensarci su troppo, apre la porta con un gesto deciso, tirando i
battenti in ottone.
Lo spettacolo che
le si offre
davanti agli occhi è piuttosto controverso, forse
perché
non ha avuto il tempo di pensare a cosa aspettarsi.
Al centro della
sala è
stato allestito un buffet decisamente fornito, a cui gli invitati si
stanno abbondantemente servendo; le sedie sono state disposte
ordinatamente ai lati, di modo da lasciar libero lo spazio al centro.
Una musica languida e soft si diffonde dappertutto, facendo muovere a
ritmo la testa cotonata della professoressa Blanchard.
All’interno della sala si riescono a distinguere solo coppie,
per
quanto la luminosità delle candele, unica fonte di luce, lo
consenta; da ultimo, ciò che Lily nota sono le decorazioni
appese ovunque, consistenti, ovviamente, in cuori dei più
svariati colori e dimensioni. I festoni sono animati, e palpitano. Le costa
davvero un grande sforzo non piegare la bocca in una smorfia di
completo disappunto.
“Che
diamine siamo venuti
a fare qui?” domanda a denti stretti, gettando
un’occhiata
in tralice a James. Lui si ravviva il colletto, con una nonchalance per
cui Lily non può fare a meno di provare una profonda
invidia, e
le sorride.
“Io ho
intenzione di mangiare. Vieni con me?”
Senza lasciarle il
tempo di
replicare, James le preme dolcemente una mano sulla schiena e la
conduce verso il tavolo del buffet. Mentre si avvicinano, Lumacorno li
nota e viene loro incontro. James, inaspettatamente, si comporta da
vero gentiluomo: Lily continua ad osservarlo ammirata, non riuscendo
assolutamente a capire da dove abbia tirato fuori tutto questo garbo e
questa compostezza. Se non fosse per quell’incorreggibile
capigliatura, sembrerebbe davvero un rispettabile giovane Purosangue,
una perfetta rappresentanza del mondo magico. Sorride pensando che
corrispondeva parecchio alla figura del giovane mago che si era tanto
immaginata da piccola, fin dal momento in cui aveva scoperto che le
sarebbe arrivata la lettera per Hogwarts. Era solo una bambina e
fantasticare le piaceva troppo per rinunciarci. Poi era arrivato il
giorno di salire sul treno e tutte le sue dolci illusioni si erano
frantumate di fronte a quel ragazzino arrogante ed impertinente, a cui
aveva dichiarato una silenziosa guerra fin dall’inizio. Ora,
quel
piccolo guastafeste è diventato il suo ragazzo e le strizza
furbescamente l’occhio mentre tracanna d’un sorso
un
bicchierino di Rum Esplosivo al cioccolato e peperoncino.
Insomma, per Lily
la serata
sembra procedere meglio del previsto. Niente guai
all’orizzonte,
nonostante non sia propriamente il genere di festa a cui partecipi
volentieri, continua a pensare gettando occhiate in tralice a quei
festoni a forma di cuori. La presenza di James si rivela, peraltro,
sempre un’ottima scusa per svignarsela nei momenti in cui
Lumacorno la trascina da parte per presentarle alcuni suoi invitati
d’onore, ex allievi di Hogwarts che secondo lui potrebbero
offrirle brillanti possibilità di carriera futura: dopo lo
scambio di qualche frase di circostanza, Lily può
allontanarsi a
cercarlo senza troppi problemi, affermando di non volerlo lasciare da
solo. Quando poi lo ritrova, con gli occhi sempre un po’
più lucidi e il sorriso più languido, si stupisce
del
fatto che ora sia lei a rincorrerlo, dopo che per anni è
successo il contrario.
A un certo punto
però,
quando il desiderio di fuggire da quella confusione inizia a
serpeggiare in lei, si rende conto che ha perso di vista James. Mentre
si guarda intorno freneticamente, riesce ad individuarlo: è
salito in piedi su una sedia e, con un fischio, ha richiamato
l’attenzione degli invitati. Lily ammutolisce, coprendosi gli
occhi con le mani per non guardare. Ecco che è arrivato il
momento della catastrofe.
“Scusate,
volevo fare un
piccolo annuncio”, dice James, con un tono di voce reso
più sicuro di sé dall’alcol.
“Dato che non
potrebbe esserci occasione più adatta di questa festa
organizzata nel giorno di San Valentino, per la quale ringrazio di
tutto cuore il professor Lumacorno” – che in quel
momento
lo sta occhieggiando con aria minacciosa – “sono
lieto di
poter rendere finalmente pubblica la mia attuale e serissima relazione
con la Caposcuola Evans. Avete capito bene, serissima.
Perciò, signori presenti, potete anche smettere di
guardarla.
Ogni tentativo d’approccio sarebbe per voi tanto inutile
quanto
dannoso, ve lo posso garantire. Grazie dell’attenzione, ma
ora
dobbiamo proprio scappare. A presto!”
Balzando con
agilità
giù dalla sedia, James corre dritto verso di lei, la afferra
per
il polso con presa salda e la trascina verso la porta della sala
trofei, spalancandola con un colpo di bacchetta e richiudendosela alle
spalle in fretta e furia. Travolta dalla rapidità con cui
tutto
è successo, Lily non riesce più a ragionare con
coerenza.
Capisce solo che stanno ancora correndo a perdifiato per i corridoi,
impaludati nei loro abiti da cerimonia, e che entrambi stanno ridendo a
crepapelle. Sono riusciti a rovinare la perfezione di un ricevimento in
piena regola, questo è poco ma sicuro. James ha dovuto dare
spettacolo come al solito – avrebbe dovuto aspettarselo. Era
rimasto troppo silenzioso e tranquillo durante il tempo precedente
trascorso lì. Tuttavia, non riesce assolutamente ad essere
arrabbiata con lui: ha risollevato l’umore della serata e
l’ha portata via di lì esattamente nel momento in
cui lei
lo desiderava. Questo riesce a riscattarlo dall’essere salito
su
una sedia per dichiararla di sua proprietà di fronte a
tutti, in
fondo.
Quando finalmente
si fermano,
giunti alle scale che portano alla torre di Grifondoro, Lily
è
ansante e scompigliata e si ritrova a fissare un James altrettanto
sconvolto dalla corsa.
“Tu sei
totalmente fuori
di testa”, gli dice, ma non c’è traccia
di
rimprovero nella sua voce. Forse sta iniziando ad abituarsi a
frequentare un simile scalmanato.
“Beh,
è evidente
che è per questo che stai con me”, risponde lui,
con un
affascinante ghigno di soddisfazione che non sparisce neppure nel
momento in cui posa le labbra sulle sue, inebriandola con un dolce
aroma di alcol. Per questa volta ha ragione, pensa Lily abbandonandosi
al bacio.
Nota conclusiva:
sui non proprio idilliaci rapporti fra James e il professor Lumacorno
si parla abbastanza in giro, e io mi trovo d’accordo. Quando
Harry gli viene presentato, Lumacorno racconta solo di Lily, non nomina
mai James: sappiamo che non può essere perché era
una
capra nella sua materia (James viene sempre definito come uno studente
dai risultati brillanti, quindi al massimo non era estremamente dotato
come Lily, ma di sicuro non andava male in Pozioni), quindi
l’ipotesi che resta è che i due non fossero molto
in
sintonia dal punto di vista caratteriale.
Vi lascio con un arrivederci alla prossima settimana e l'anticipazione
del prossimo capitolo (che è stato, probabilmente, il
più apprezzato dalla giudice Tittivalechan per quanto
riguarda l'uso del prompt - non vi chiedo di indovinare cosa
succederà ma vi assicuro che sarà piuttosto
esilarante XD):
“Secondo
Safran, il
signorino sposerà la sua fidanzata. Safran ne è
sicuro”.
“Uh, ti ringrazio. Se
mi sposerà, vorrà dire che non sarò
stato ucciso”.
“Il signorino si
ricordi di Safran, quando dovrà scegliere il suo Elfo
domestico”.
“Puoi contarci”.
Mentre James si sente
sempre più barcollante, l’Elfo dà
un’occhiata all’orologio a pendolo appeso
sopra le loro teste.
“È ora di tornare al
lavoro. Il signorino deve tagliare le cipolle”.
Buon week end!
Aggiornamento
(20/11/2011): oggi sono arrivati i giudizi, dai quali ho appreso che
questa shot si è classificata seconda al contest "E tu cosa
scegli?" di _Aras_. Ringrazio di cuore la giudice, che è stata molto rapida, e riporto qui il
risultato:
Seconda
classificata a parimerito: Cosa fai stasera - Jane Gallagher
Grammatica e stile:
9,5/10
La
verità è che è sono piuttosto le
riunioni del Lumaclub a non essere fatte per lei. Come vedi
c'è un doppio verbo essere, va tolto è. Quando
usi i puntini di sospensione lo spazio va solo dopo di essi, non prima.
Per Sala Grande serve la maiuscola, poiché è un
nome proprio. Non ho trovato altri errori. Passiamo allo stile. Hai
utilizzato principalmente il tempo presente per la narrazione: una
scelta difficile, per usare adeguatamente questo tempo è
necessaria una grande abilità. Si rischia che la narrazione
non risulti scorrevole o che sembri troppo semplice o forzata in certi
punti. Tu sei riuscita ad utilizzarlo molto bene, ci sono solo alcuni
punti in cui sembra appunto un po' forzato, ma non c'è male.
In generale, lo stile è liscio, scorre tranquillo lasciando
al lettore il tempo di leggere, senza correre e senza andare troppo
lentamente.
Originalità:
10/10
Non ho mai letto
una fanfic su un evento simile. Partendo da un assoluto
cliché (la festa di San Valentino) hai saputo realizzare una
trama originale e credibile. E' perfettamente possibile che Lumacorno
decida di dare una festa del genere, dati i suoi precedenti. Hai saputo
strutturare bene la storia, inserendo dei particolari nuovi, come per
esempio la simpatia/non-simpatia di Lily per Lumacorno; noi conoscevamo
solo la versione del vecchio Lumacorno, che adorava la ragazza.
IC personaggi:
10/10
Lily e James sono
perfetti. Lily, nella sua insicurezza interiore per la sua natura, nei
vecchi ricordi di Severus, nell'amore per James che non vuole
sbandierare al mondo, nella pacata gentilezza sotto cui si nasconde un
animo forte e deciso. James, innamorato di Lily da sempre,
incredibilmente dolce con la ragazza che ama, l'ho adorato. Hai saputo
anche tirar fuori il suo animo malandrino, la sua uscita inaspettata ma
perfetta alla festa di Lumacorno, l'eleganza del purosangue e la
malizia del ragazzo. Sono semplicemente perfetti.
Gradimento
personale: 10/10
L'ho adorata! Amo
Lily e James, e mi è piaciuta tantissimo la
caratterizzazione perfetta dei due. James soprattutto, che con i suoi
modi gentili, il lieve sfioramento delle dita di lei, è un
amore!
Totale: 39,5
Tolti gli errori di
distrazione, per i quali mi mangiucchio le mani, sono immensamente
felice di questo risultato. Non mi aspettavo di arrivare
così in alto, nonostante tutto. Ora mi resta solo da
ansieggiare per la mia Gideon/Marlene XD Grazie di cuore a voi che
commentate, perché con le vostre belle parole mi fate sempre
arrossire. A presto!
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