Interceiding Is Often Hard - Extra
Extra
In cui Abby scopre una verità
Era
ormai da un’ora che Abby si trovava davanti alla webcam del
computer del laboratorio. Se qualcuno fosse entrato in quel momento
nella stanza, per prima cosa avrebbe pensato che fosse diventata una
pazza che parlava da sola, poi si sarebbe accorto che sullo schermo del
computer Amy Steel chiacchierava allegramente con la scienziata.
Gli argomenti di
conversazione erano stati i più vari: il tempo;
informazioni sullo stato di salute di tutti i componenti della squadra;
novità. Quest’ultimo era stato il più ampio.
Da quando Amy se
n’era andata – Abby si era meravigliata di come potessero
essere già passati due mesi senza che la piccola Gibbs si fosse
fatta sentire! – erano cambiate parecchie cose.
Jethro era
diventato, temporaneamente, il direttore dell’agenzia e a tutti
sembrava che quell’incarico gli stesse troppo stretto*. In poche
parole, Gibbs odiava quel
ruolo. Non era mai in ufficio e si comportava come il solito –
risolvendo crimini sul campo eccetera – mentre le scartoffie si
accumulavano sulla scrivania. La segretaria del direttore continuava a
rincorrerlo di qua e di là per cercare di catturarlo e portarlo
nel suo ufficio – minacciando di ammanettarlo alla sedia se non
fosse venuto di sua spontanea volontà –, ma senza
successo. Jethro continuava bellamente a ignorare la povera donna e la
pila di documenti sulla scrivania diventava sempre più alta.
Palmer aveva una nuova fiamma: la nuova agente in prova tanto presa in giro da Tony**.
“No! Davvero?!”, aveva esclamato Amy. La sua voce
era stata distorta dalle vecchie casse collegate al computer.
“Alla fine Tony ci aveva visto giusto!”.
“Già”, aveva risposto Abby con un sorriso.
Anche Ducky aveva
fatto colpo su un esemplare femminile della specie: era ormai da
parecchio tempo, infatti, che frequentava la signora che aveva
rimorchiato al ricevimento, che si era scoperta essere la sorella di un
ufficiale invitato.
Tony e Ziva stavano
insieme. Loro erano convinti che nessuno lo sapesse, in realtà
la cosa era di dominio pubblico tra i membri della squadra. Gli indizi
erano inconfondibili: arrivavano e andavano via dal lavoro solo con
qualche minuto di differenza – cosa che, come Abby
assicurò ad Amy, non era mai accaduta –; una mattina
presto, addirittura, quando non c’era ancora nessuno in ufficio e
McGee li aveva chiamati per informarli su un caso, avevano risposto uno
al cellulare dell’altra, senza rendersene conto. Era chiaro cosa
stessero facendo prima di ricevere la chiamata.
E poi c’erano Abby e Tim.
“Ho delle grandissime novità!”, trillò Abby.
“Non me ne hai
già dette fin’ora, per caso?”, rispose Amy
attraverso lo schermo del computer, sorridendo. “Cos’altro
hai in serbo per me?”.
Abby si mise a
gongolare. “Beh, qualcosa che mi riguarda da vicino...”,
disse, ammiccando verso l’obiettivo della webcam.
“Avanti, non tenermi sulle spine!”, si lamentò Amy.
Abby aspettò qualche secondo, per creare della
suspense. Poi disse, tutto d’un fiato: “McGee e io usciamo
insieme”.
Amy non reagì
come la scienziata si sarebbe aspettata: la ragazza, infatti, non si
mosse di un millimetro, aspettando che l’altra continuasse.
“Beh?”, esclamò Abby con una smorfia. “Non dici niente?”.
“Io...”,
iniziò l’altra. “Non vorrei offenderti, Abby, ma...
non è una novità”.
“Che vuoi dire?”.
“Intendo dire
che ci sei già uscita insieme, in passato, e che la cosa non ha
mai avuto un seguito***”, rispose Amy in tono calmo, cercando di
non urtare i sentimenti dell’amica.
Abby si
corrucciò e incrociò le braccia con fare teatrale.
“Questa volta è diverso”, mormorò.
“Facciamo sul serio. La sera del ricevimento abbiamo parlato,
come non facevamo da tantissimo tempo, e ci siamo chiariti”.
Amy sorrise al di
là dello schermo. “Ho capito, Abby. Mi dispiace di aver
detto quelle cose prima... ma sono solo preoccupata per te. Non voglio
che tu rimanga delusa. Puoi perdonarmi?”.
Anche Abby sorrise. “Va bene, agente superspeciale Amy.
Ma solo perché sono innamorata di Gibbs e tu gli assomigli
troppo!”.
Amy si mise a
ridere. Poi tornò seria. “È da quasi un’ora e
mezza che parliamo, forse è meglio se chiudiamo qui”.
Abby si
corrucciò. “Di già?”. Poi notò che Amy
aveva sorriso, mentre fissava un punto alle spalle della scienziata.
“Ciao, Tim”, salutò la ragazza.
McGee, che si trovava in piedi dietro ad Abby, la salutò a sua volta con un sorriso.
“McGee!”, si lamentò Abby. “Mi farai venire un infarto, prima o poi!”.
“Mi dispiace
di non poter chiacchierare con te, Timothy”, si scusò Amy
da dietro lo schermo del computer, “ma devo studiare e ho perso
quasi tutto il pomeriggio con Abby!”.
McGee sorrise. “Tranquilla, vai pure. Avremo altre occasioni per parlare”.
“Salutatemi gli altri”, disse Amy, prima che spegnesse la webcam e che lo scermo diventasse scuro.
Abby era ancora imbronciata. Tim le posò le mani sulle spalle e posò il mento sulla sua testa. “Non essere cupa, Abby. La rivedrai presto”, la consolò.
“Non dirlo, se non ne sei sicuro!”, esclamò lei.
McGee non rispose subito, non sapendo cosa replicare. Poi,
dopo averci pensato su, disse: “Devo confessarti una cosa”.
Abby si risollevò un poco. “Cosa?”, domandò, curiosa.
“Amy ha dato il suo contributo anche con noi”, disse Tim. “Non ha aiutato solo Tony e Ziva.
Abby lo
guardò con gli occhi spalancati. Sapeva di ciò che Amy
aveva fatto con i suoi colleghi: era stata proprio lei a dirglielo. Ma
in quel momento non riusciva a capire cosa le stesse dicendo McGee.
“Che intendi dire?”.
Tim si
inginocchiò di fianco ad Abby e la fissò negli occhi.
“Ha detto a Tony di riferirmi un messaggio. Mi ha detto di fare
un tentativo”.
Abby si accigliò. “Con me?”, disse, indicandosi con un dito.
Tim sorrise.
“Sì”, sospirò, “e io ho accettato il
consiglio. D’altronde, se è riuscita a far combinare
qualcosa tra Tony e Ziva, ho pensato che avesse visto giusto anche con
noi. È stata sempre qui con te e credevo che potesse aver notato
qualcosa”.
“Se io ci sarei stata?”, domandò Abby con un sorrisino.
McGee si avvicinò a lei. “Già...”, mormorò. Poi la baciò.
Abby rise, infilandogli le dita tra i capelli. “Quella ragazza è mitica”, sussurrò tra le sue labbra.
Poi la sedia cadde per terra insieme a loro.
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Nota di fine capitolo
*: il fatto che
Gibbs diventasse temporaneamente direttore è accaduto, in
realtà, quando c’era ancora Jenny Shepherd.
**: per capire di chi si parla, leggete l’inizio della seconda parte del Capitolo 11.
***: in effetti,
Abby e McGee si sono frequentati durante la prima stagione, quando
Timothy non faceva ancora parte della squadra ma lavorava ancora a
Norfolk.
*Nota dell’autrice*
Questo capitolo extra lo dedico a tutti i fan McAbby, ma soprattutto a
kiriri93, che quando, in una recensione di un capitolo passato, mi ha
chiesto se ci fosse qualche momento McAbby e le ho dovuto rispondere
che non ce n’erano, mi era immensamente dispiaciuto!
Kiriri93, spero che questo capitolo ti sia piaciuto! :) :) e che sia piaciuto a tutti voi! :)
La storia ora è completa. Mi dispiace davvero tanto che sia
finita, ma in questo periodo sono impegnata a iniziare il seguito,
quindi Amy continua a farmi compagnia :) e terrà compagnia anche
a voi quando inizierò a pubblicare il seguito! :)
Questa storia, assieme con altre che riguarderanno Amy, farà
parte di una serie, che si chiamerà She came into Our Lives and
Changed Everything. So che il nome è un po' lungo, ma
credo riassuma in una sola frase l'essenza della serie :) Amy è
entrata nella vita dei nostri agenti preferiti e le ha modificate.
Spero che seguirete anche le altre mie storie della serie... Amy ci conta! :)
Tanti baci a tutti i fans dell'NCIS! :)
Chiara
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