Colgo quest’occasione per donare
quest’anello alla mia futura moglie!
Sono felice che tu abbia accettato di
essere mia moglie! Ti amo!
Continuava a tormentarsi con quelle
farsi che gli martellavano nella testa.
Come ho fatto a essere così stupido?
Non riusciva a capire più nulla,
eppure da quando avevano fatto l’amore, il loro rapporto si era evoluto così
tanto, l’aveva vista arrendersi a lui e invece…
Le immagini dei loro corpi
intrecciati, mentre facevano l’amore in cucina e la voce di Maureen che si mischiava
con i gemiti di Olivia, iniziarono a invaderlo.
Come ho potuto fare una cosa del
genere?
Se mia figlia avesse scoperto tutto?
Si lasciò andare sulla panchina
mentre si nascondeva il viso tra le mani.
Era dunque questo ciò che ti
tormentava?
Era così confuso: se da un lato si
sentiva ferito dalla persona che più amava al mondo, dall’altro lato, l’idea di
saperla sposata con lui, lo faceva stare male.
-Elliot- il suo cuore mancò un
battito quando sentì la sua voce. Lo aveva seguito e ora cosa pretendeva?
-Che ci fai qui?- chiese, mentre si
alzava: non riusciva a restare calmo. Avrebbe tanto voluto scuoterla per farle
cambiare idea, per farle capire che era lui l’uomo adatto a lei e non quel
Peter.
Evitava di guardarla perché sapeva
benissimo che non sarebbe riuscito a resistere ai suoi occhi. Ne aveva avuto
una conferma proprio poche ore prima. Quando era tornato a casa, era ancora
arrabbiato poi, vederla con quell’aria preoccupata appena rientrato a casa, gli
aveva fatto cambiare idea: non era riuscito a restare arrabbiato e aveva finito
col fare l’amore con lei, nella sua cucina, rischiando di essere scoperto da
sua figlia.
Scrollò violentemente la testa
cercando di togliersi quel senso di colpa che continuava ad affliggerlo. Non
riusciva a capire con esattezza dove lei si trovasse, ma il solo sapere che era
dietro di lui, lo metteva in agitazione. All’improvviso sentì il suo corpo
stringerlo forte, il suo profumo invaderlo nel profondo e le sue braccia
stringerlo con prepotenza e poi lo sentì: stava piangendo mentre lo supplicava
di darle una possibilità di spiegarsi.
-Lascia che ti spieghi cosa è
successo!-
Sei sleale! Non piangere!
Sentire la sua voce incrinata dalle lacrime,
era insopportabile. Lui odiava vederla soffrire ancora di più se era lui la
causa del suo dolore.
Non avendo nessuna reazione, Olivia
poggiò la fronte sulla sua schiena e iniziò a parlare.
-E’ successo la sera dopo il ballo,
prima che tu venissi e che…- un singhiozzo le impedì di continuare. Nella sua
mente aveva tante volte cercato un modo per spiegargli la situazione ma, ogni
volta, non riusciva a trovare nulla di adeguato.
-Io ho davvero creduto che fosse la
cosa giusta da fare. Il nostro rapporto era arrivato a un punto pericoloso, io
dovevo fare qualcosa per proteggere almeno la nostra amicizia-
Respirò a fondo cercando di liberarsi
di quel nodo che le rendeva impossibile respirare. Elliot rimase lì immobile ad
ascoltarla.
-Io era davvero convinta che il tempo
mi avesse aiutata, sapevo di non essere in grado di perderti completamente così,
pur di restarti accanto, ho deciso di sposarlo. Sono stata una stupida, ora lo
so. Quando tu sei venuto e hai detto di amarmi non sono riuscita a
controllarmi. Elliot credimi se ti dico che non volevo ferirti.-
-Perché non me lo hai detto?-
Ecco la domanda da un milione di
dollari!
Perché? Perché sono una codarda!
Perché ho avuto paura, paura di
perderti!
-Sai quante volte ho pensato di
farlo? Ma non ci sono riuscita. Infondo Olivia Benson non è poi così forte come
tutti credono. Ho avuto paura di perderti!-
Per lei era difficile ammetterlo ma
era la verità. Per anni aveva sognato di poterlo amare e ora che era riuscita,
almeno in parte, a realizzare il suo sogno, non era riuscita a dirgli la
verità.
Sapeva di aver sbagliato ma doveva in
qualsiasi modo riuscire a fargli capire che i suoi sentimenti erano sinceri.
Elliot continuava a darle le spalle senza dare nessun indizio su quello che
stava provando. Strinse un po’ di più la presa per avere una minima reazione da
lui ma inutilmente: sembrava una statua e Olivia non sapeva più cosa fare.
Chiuse gli occhi cercando di percepire anche un minimo movimento che l’avrebbe
aiutata a capire.
Le toccò le mani per farle rompere
quella presa e liberarsi da quell’abbraccio.
-Hai fatto l’amore con lui?-
-Cosa?- sperava di non aver capito
bene ma il suo silenzio le fece capire che purtroppo aveva sentito bene.
-E’ questo il tuo problema? Sapere se
sono stata a letto con lui?-
Elliot si voltò per guardarla, per la
prima volta da quando era arrivata: lui la guardava senza darle ulteriori
spiegazioni per la sua domanda.
-Tu hai fatto l’amore con tua
moglie?-
Lui rise beffardo per ritornare
subito serio, aveva lo sguardo di quando interrogava il peggiore dei criminali.
-La situazione è diversa, e tu lo sai!-
-Perché sei un uomo?-
-No, perché lei c’è sempre stata e il
suo ruolo era ben chiaro a me quanto a te!-
Non poteva parlare sul serio!
Io che mi sono preoccupata e invece
tu pensi solo a questo?
-Su questo si basa l’amore che tanto
dici di provare per me?- chiese, abbassando il viso e con tono deluso.
Si avvicinò e le afferrò il braccio
con forza –Non fare la parte della vittima! Ho bisogno di sapere se urlavi il
suo nome dopo aver urlato il mio!-
Olivia lo fissò negli occhi e un
senso di nausea la colpì.
Questo pensi di me?
Avrebbe tanto voluto chiedergli ma la
paura di sentire la risposta affermativa, le fece mancare il coraggio. Finì col
fare com’era solita fare: quando ti senti attaccata la miglior cosa è
contrattaccare, non lasciare spazio all’altro di prendere il sopravvento.
-Sei uno stronzo Elliot! Sai che ti
dico? Vaffanculo!- con uno scatto si liberò dalla sua presa e andò via,
sbattendo con forza la porta, lasciandolo lì da solo.
Dopo quella lite il loro rapporto era
completamente inesistente: non sapeva come ci fosse riuscito ma aveva ottenuto
un incarico sotto copertura e non lo vedeva e sentiva da quasi tre settimane.
Olivia aveva definitivamente rotto
con Peter con non pochi drammi.
Quando quella sera tornò a casa,
trovò Peter ad attenderla con ancora la scatola con l’anello in mano. Senza
dire una sola parola aprì la porta lascandola aperta per farlo entrare. Non
aveva nessuna voglia di parlare con lui, ma doveva dargli una spiegazione.
-Hai parlato con lui?-
-Peter mi dispiace! Non volevo
ferirti!-
-Da quando tempo vai a letto con
lui?- il suo tono era di disprezzo. Stranamente le sue parole non la colpirono,
forse perché sapeva che lui aveva tutto il diritto di essere arrabbiato.
-E’ per lui che non hai voluto più
fare l’amore con me-
Non era una domanda e Olivia non
rispose: infondo era un uomo intelligente e subito aveva capito.
Peter iniziò ad andare avanti e
indietro evidentemente agitato.
Ed io che pensavo che si trattasse di
un caso difficile!
Da quando aveva scoperto il lavoro di
Olivia era stato molto comprensivo con lei, cercando di non essere troppo
assillante. Ecco perché quando lei lo rifiutava lui non diceva mai niente,
attribuendo il suo comportamento a qualche caso particolarmente difficile.
Si fermò davanti a lei e le porse
l’anello
-Prendilo!- le disse con convinzione
-Cosa?-
-Non è qui con te, questo significa
che avete litigato! Diventa mia moglie io posso aiutarti a dimenticarlo!-
Olivia lo guardava perplessa, dopo
tutto quello che gli aveva fatto non poteva continuare a volerla sposare.
-Peter non posso-
-Credi davvero che lui ti possa
perdonare? Lui non lascerà mai sua moglie!-
Continuava a fissarlo pensando che
forse lui aveva ragione: Elliot non l’avrebbe mai perdonata.
-Forse hai ragione ma io non posso
farlo. Io non provo quello che provi tu e non posso continuare a farti del
male-
Senza aggiungere altro Peter uscì
dalla porta e dalla sua vita per sempre.
Stava lavorando al computer quando il
rumore dei tacchi che colpivano il pavimento l’avvertì che qualcuno, una donna
con precisione, stesse arrivando. Alzò lo sguardo per incrociare quello azzurro
di Maureen: solo ora si accorgeva di come erano uguali a quelli del padre.
-Ciao- la salutò la ragazza.
Olivia si sentiva particolarmente a
disagio sia per essere stata quasi scoperta proprio da lei sia per la scenata a
cui aveva assistito lei e i suoi fratelli
Dimmi che è tutta una menzogna. Ti prego
Olivia, non farmi questo!
Le parole che Elliot le aveva
sussurrato a pochi centimetri dal viso e davanti a tutti, le affiorarono alla
mente facendo aumentare il suo senso di disagio.
-Maureen è successo qualcosa?-
La ragazza le sorrise e disse –Questo
devi dirmelo tu. Cosa sta succedendo?-
-Se parli di tuo padre, non so dove
sia, devi parlare con Cragen-
-Olivia non sono una bambina e non
trattarmi come se lo fossi. Tu sai bene di cosa sto parlando!-
La determinazione nella sua voce la
stupì: solo ora capì che Maureen era una donna e forse avrebbe capito. Di
sicuro non avrebbe accettato ma forse, almeno in parte, avrebbe potuto
comprendere.
Sedute al tavolo di un bar stavano
sorseggiando un caffè caldo: Olivia non sapeva da dove iniziare, in fondo non
sapeva cosa Maureen aveva intuito. La guardava e, a differenza di lei, sembrava
molto tranquilla, forse aveva parlato con Elliot che l’aveva assicurata che si
era trattato di un errore.
-Papà è tornato ieri!- disse
all’improvviso Maureen
È tornato? Allora sta bene!
Questi furono i primi pensieri di
Olivia.
-Lui non sa che sono qui con te, non
voleva che m’intromettessi, ma non posso continuare a vederlo così!-
-Cosa sai?- trovò il coraggio di
chiederle.
Arrossi visibilmente: ora sembrava
una bambina mentre stava per confessare un segreto.
-So tutto! Vi ho visti e sentiti in
cucina!- rivelò, arrossendo ancora di più.
Oh Elliot!
Immagini dei loro corpi avvinghiati
mentre raggiungevano il piacere invasero la sua mente.
Ora fu la volta di Olivia arrossire
imbarazzata.
Maureen alzò lo sguardo e sorrise nel
vedere l’espressione di Olivia
-E’ buffo hai avuto la sua stessa
reazione!-
Alzò di scatto la testa incredula
-Lui lo sa?-
Maureen annuì e iniziò a raccontarle
il suo dialogo con il padre.
Dopo la litigata con Olivia rimase
ancora per qualche ora da solo, poi decise di ritornare a casa anche perché
doveva dare delle spiegazioni alla sua famiglia, ai suoi bambini.
Quando aprì la porta la casa era
avvolta dal buio e subito capì che non c’era nessuno.
Accese la luce e fu sorpreso nel
vedere la sua bambina sdraiata sul divano.
-Sei tornato!- esclamò, alzandosi e
mettendosi seduta.
-E’ andata via?- chiese sedendosi
accanto alla sua bambina.
Maureen annuì per poi aggiungere
–Katleen ed io ci siamo rifiutate di seguirla. Anche i gemelli volevano restare
ma sai mamma come è fatta!-
-Dov’è tua sorella?- chiese Elliot,
intuendo che non era rimasto per lui.
-Sai anche come è fatta Kathleen, è
dal suo ragazzo!-
Kathleen era sempre stata ribelle,
nonostante prendesse le medicine, continuava ad avere un comportamento ribelle.
A volte si chiedeva se davvero era dovuto alla sua malattia o se semplicemente
era così.
-Tu sei rimasta per me?-
Maureen non rispose, appoggiò la
testa sul braccio del padre e lo strinse forte.
-Papà cosa è successo stasera?- le
chiese con un filo di voce, quasi temesse una reazione eccessiva del padre. Aveva
ancora ben in mente la reazione di Elliot nei confronti del povero Peter.
-Nulla, credo solo che lui non sia
adatto a lei!- si limitò a risponderle.
-Sei sicuro che si tratti solo di
questo?-
-Lei è mia amica-
-Lei? Non riesci neanche a dire il
suo nome?-
Quelle parole lo colpirono: cosa
sapeva sua figlia?
-Cosa vuoi dire?-
-Non sembravate solo amici in cucina
quando sono arrivata!- esclamò, evitando di guardarlo negli occhi.
Si scostò da lei per guardarla negli
occhi –H-hai visto?- balbettò in evidente imbarazzo.
La ragazza si limitò ad annuire anche
perché le parole erano superflue.
-M-Maureen senti io…- non riusciva a
parlare.
Maureen lo guardò e vederlo così
imbarazzato le fece tenerezza: il suo papà forte sembrava così debole ora e
tutto per amore.
-Come è andata con Olivia, sei
riuscito a spiegarti?-
Lo sguardo di Elliot cambiò subito
espressione.
-Questo non deve interessarti! Tu sei
mia figlia e non dovresti…-
-Papà sono abbastanza grande da
capire che tu e la mamma non vi amate più! E sono abbastanza grande per capire
che sei completamente pazzo di Olivia- lo interruppe sfidandolo con lo sguardo
– e lei di te!- esclamò dopo un po’ di silenzio.
Olivia continuava a guadarla stupita.
Mai si sarebbe aspettata di ritrovarsi seduta al bar con lei, la prima figlia
di Elliot. La ragazza fissava la tazza di caffè, che stringeva
forte tra le mani, come se l’aiutasse a trovare la forza di continuare.
-Olivia io non so cosa vi siete
detti. E sinceramente non voglio saperlo. Però tu conosci papà, qualsiasi cosa
abbia detto o fatto, è solo perché lui ha bisogno di certezze. Era pronto a
fare un passo molto importante nella sua vita e…- non riusciva a trovare le
parole, non voleva peggiorare ulteriormente la situazione.
Da quando era tornato, Elliot si era
rinchiuso in camera rifiutando di parlare con chiunque, anche con lei. Aveva
cercato di convincerlo a chiarirsi almeno con la madre e i gemelli, ma lui si
era rifiutato. La sua unica speranza era che almeno Olivia riuscisse a farlo
ragionare.
-Non fraintendermi io non voglio
difenderlo e tanto meno voglio accusarti di qualcosa, vorrei solo che capissi
perché si sia comportato in quel modo-
Olivia capiva bene le parole di
Maureen, del resto lo conosceva bene e sapeva benissimo che, con quelle parole,
lui aveva solo cercato di capire se davvero lei lo amasse oppure no! Solo che a
volte non riusciva proprio a controllarsi e il suo tono l’aveva ferita nel
profondo.
-Olivia lui ha bisogno di te! Lui ti
ama veramente e ti chiedo solo di dargli un’opportunità!-
Con quelle parole Maureen si alzò e
la lasciò da sola a riflettere su tutta la situazione.
****
Erano trascorsi dieci giorni da
quando Olivia aveva avuto quella conversazione con Maureen. Elliot era tornato
al lavoro ma continuava a trattarla in modo gelido, facendo qualsiasi cosa in
suo potere per lavorare con qualcun altro. La situazione era così pesante e non
sembrava voler migliorare: se nei primi giorni Olivia aveva tollerato il suo
comportamento, nella speranza che sarebbe riuscito a superarlo, ora non lo
sopportava più, non quando metteva in pericolo il loro lavoro.
Si erano trovati in una brutta
situazione e lui non si era fidata di lei, affrontando da solo un pericoloso criminale,
rimanendo ferito al braccio e con due agenti in ospedale.
Quando Olivia e Fin avevano avuto la
sua richiesta di appoggio, lei gli aveva risposto di attendere il loro arrivo.
Lui però si era rifiutato di aspettare facendo irruzione nel nascondiglio del
criminale.
Nel giro di pochi minuti la
situazione si era fatta pericolosa: in conclusione il criminale era scappato e
lui si ritrovava con un braccio fasciato.
-Cosa diavolo credevi di fare?-
Olivia era davvero arrabbiata. Quando era arrivata sulla scena lo aveva trovato
a terra, con il braccio sanguinante. Il suo cuore si era fermato bloccandola,
non avendo il coraggio di scoprire se…
Lui non le rispose evitando di
guardarla.
-Potevi morire ma sei completamente
pazzo?-
-Rilassati, non sono morto come puoi
vedere!-
Era la prima volta che le rivolgeva
la parola da quella maledettissima sera.
-Non fare lo stronzo. Ci sono persone
che ti vogliono bene, non hai pensato a loro?-
Si alzò di scatto dalla sedia per
pararsi davanti a lei e guardandola con aria di sfida disse –Sì come no!
Persone che mi amano ma che non esitano a pugnalarmi alle spalle!-
Quelle parole la ferirono
profondamente, non sapeva spiegarsi bene il motivo ma non fu in grado di
controbattere.
Credi che io l’abbia fatto per
ferirti?
-Stabler! Benson! Nel mio ufficio,
subito!-
La voce di Cragen rimbombò nell’aria,
interrompendo quel diverbio che stava degenerando in una vera battaglia
verbale.
Entrarono nell’ufficio di Cragen,
entrambi con il viso abbassato, consci della strigliata che li attendeva per
via del caso.
-Cosa diavolo sta succedendo tra di
voi?-
Elliot lo fulminò con lo sguardo,
intuendo benissimo a cosa si riferisse.
-Non ci siamo capiti…- cercò di
giustificarsi Olivia.
-Non sto parlando del caso, di quello
parleremo dopo. Mi riferisco a voi due. Cosa sta succedendo?-
-Questi non sono affari suoi!-
puntualizzò Elliot, non accettando nessun tipo d’intervento da lui.
-Ti sbagli, se i vostri problemi
influiscono sul lavoro, allora sono fatti miei!-
-Capitano ci dis…-
-Se non si fida di come lavoriamo,
farebbe meglio a cambiare squadra!- la interruppe Elliot, facendolo arrabbiare.
-Stabler ti conviene pensare bene a
quello che dici!-
Cragen si diresse verso la porta, la
aprì e con un tono che non permetteva repliche, aggiunse –Resterete qui finché
non avrete chiarito le cose tra di voi!- uscì richiudendo la porta, lasciandoli
da soli.
Elliot vagava per la stanza come un
leone in gabbia. Dalla sua postura poteva capire che non aveva nessuna
intenzione di parlarle. Se continuava con quell’atteggiamento rischiava il
lavoro e lei non poteva permettere che, per colpa sua, perdesse anche quello.
Non sapeva quel’era la situazione con Kathy ma se lui non aveva intenzione di
dare al loro rapporto una possibilità, lei lo avrebbe accettato.
Lui ti ama e ti chiedo di dargli
un’opportunità!
Le parole di Maureen le ronzavano nelle
orecchie e così senza riflettere disse:
-Non ho fatto l’amore con lui!-
Lo vide fermarsi di colpo e le
sembrava che avesse smesso di respirare.
-Da quando hai detto di amarmi, non
l’ho più toccato. Non potevo!-
Sembrava completamente paralizzato,
sentiva il respiro fermarsi in gola e non riusciva a convincere i suoi polmoni
di riprendere a funzionare. Le parole di Olivia avevano avuto uno strano
effetto sul suo cuore: lo sentiva leggero, come se tutto quel rancore, che lo
aveva avvolto nell’ultimo periodo, fosse all’improvviso evaporato. Si voltò per
guardarla e solo ora capì che in fondo lui l’aveva sempre saputo.
-Perché dici questo ora?-
-Non parli più con me, da quando?
Elliot, oggi ho rischiato di perderti e…-
Non riuscì a continuare, sentiva una
morsa stringerle forte il cuore.
-Questa domanda ti ha afflitto tanto
da allontanarti da me.-
Continuava a fissarla e, mosse da
volontà propria, le sue gambe iniziarono a camminare per avvicinarlo a lei.
Erano ormai a pochi centimetri di
distanza, poteva sentire l’odore della sua colonia.
-Quando ti ho visto disteso a terra
il mio cuore ha smesso di battere. Ho temuto di averti perso per sempre-
Con dita tremanti sfiorò il punto
dove era stato ferito e lo vide seguire con lo sguardo la sua mano, senza però
respingere quel contatto.
-Se non puoi perdonarmi posso
capirlo, ma non allontanarmi anche sul lavoro. Mi uccidi così!-
Lo fissava negli occhi completamente
ignara di come avrebbe reagito a quelle parole. Sentì la sua forte mano
accarezzarle la guancia, lo vide avvicinare il viso al suo per appoggiare la
fronte sulla sua e sussurrarle: –Scusa!-
Quella semplice parola le fece
sciogliere il nodo che, da più di un mese, le si era bloccato in gola: sentì calde
lacrime sfuggire dai suoi occhi, bagnarle il viso per essere poi asciugate
dalle sue labbra. Tutto il dolore dell’ultimo periodo si liberò prepotente,
facendola crollare in un pianto che lui accolse nel suo petto. La strinse forte
mentre il suo corpo veniva scossa dai singhiozzi.
-Non ho mai voluto farti del male!-
singhiozzò nel suo petto.
Lui non rispose e non cercò nemmeno
di consolarla: aveva bisogno di piangere, anche se gli faceva male vederla in
quello stato.
-Elliot io ti amo!-
Non ebbe nessuna parola da lui ma la
cosa non la preoccupò, perché era bastato il battito del suo cuore a farle
capire che anche lui provava la stessa cosa. Alzò il viso per unirlo al suo in
un bacio d’amore, incuranti di chi potesse vederli.
-Olivia sei disposta a lasciarlo per
me?-
Lei lo fissava sorridendo tra le
lacrime –Con Peter è finita da tempo!-
Lui la strinse forte e appoggiò la
bocca sul suo orecchio –Vieni a casa con me!- le baciò il collo per poi
continuare –A casa mia!-
Ormai era più che sicuro di voler
stare con lei e la prima cosa da fare era quello di informare i suoi figli. Non
voleva aspettare ancora: avevano già aspettato troppo.
Con un po’ di perplessità, Olivia
accettò la sua proposta immaginando che, se Maureen sapesse, forse anche gli
altri figli avrebbero saputo. E invece…
-Papà ma cosa ti è successo?- chiese Kathleen,
vedendolo con il braccio ferito.
-Solo un graffio. Dov’è tua sorella?-
-In camera adesso arriva- spostò lo
sguardo su Olivia e poi ritornò a fissare il padre –E’ successo qualcosa?
Perché Olivia è a casa nostra?- chiese leggermente preoccupata. In
quell’istante arrivò Maureen che vedendoli insieme, s’illuminò intuendo cosa
fosse successo.
-Quindi se ho capito bene tu e
Olivia…-
Kathleen sembrava sorpresa forse non
aveva mai capito il rapporto che la legava a suo padre.
-Mamma lo sa?-
-Oh Kathleen ma sei cieca o cosa?
Mamma lo ha sempre saputo, solo che faceva finta proprio come stai facendo tu
adesso!- sbottò Maureen: era impossibile che non avesse capito niente. Olivia
si sentiva terribilmente a disagio, si sentiva di troppo in quella
conversazione di famiglia.
-Ragazze non litigate. Ho intenzione
di parlare con vostra madre domani stesso!-
-Vai dai nonni?- chiese Kathleen
Elliot annuì.
-E la porti con te?-
-Perché lo chiedi?-
-Papà ti conviene andarci da solo,
conosci la mamma sarebbe capace di farle del male!- scherzò Kathleen.
-Forse hai ragione!- esclamò Elliot
ridendo: con quella battuta Kathleen gli fece capire che accettava la sua
relazione con Olivia.
-Ehi state dimenticando che Olivia è
un detective e non so se a mamma conviene mettersi contro di lei!-
-Hai ragione, ricordi la faccia di
mamma quando Olivia le disse “Sei un’illusa se credi che questo ci possa
separare!”. Era pallida come un lenzuolo!- ridacchiò Kathleen.
Dopo la breve chiacchierata con le
figlie, preparò la cena e cenarono tutti insieme. Vederla seduta al tavolo di
casa sua e parlare con le sue figlie fu davvero una sensazione incredibile. Ora
più che mai era convinto a mettere definitivamente la parola fine a quel
matrimonio.
Erano le undici passate, Maureen e Kathleen
dopo la cena, erano uscite e loro erano rimasti da soli. Seduti sul divano
completamenti avvolti nel silenzio, si godevano la pace di quel momento.
-Resta con me stanotte!- le sussurrò
Elliot, dandole tanti baci sulla guancia.
-Non mi sembra il caso!- si alzò
staccandosi contro voglia da lui. Lui la seguì per stringerla forte.
-Cos’era quella storia di Kathleen?-
le chiese all’improvviso Elliot
Abbassò il viso imbarazzata, non
credeva che le figlie stessero origliando.
-Tua moglie sperava di dividerci ed
io…-
Fu bloccata dalle sue labbra che s’impossessarono
della sua bocca, impedendole di continuare. Le loro lingue si scontrarono
mentre con le mani iniziarono a esplorarsi.
-Mi piaci quando fai la detective!
Sei così sexy, cara detective Benson!- le sussurrò all’orecchio.
Iniziò a baciarle il collo facendola
gemere dal piacere. Affondò la mano nei suoi capelli stringendolo forte a sé.
-Ho voglia di…-
Questa volta fu lei a catturargli la
bocca, impedendogli di continuare.
-Vieni con me?-
-Nel suo letto?-
Lui la guardò curioso poi con un
sorriso disse –Fammi capire in cucina sì, ma nel suo letto no?-
-Smettila Elliot, già mi sento
abbastanza in colpa. Se solo penso che tua figlia ci ha visti…-
-Te l’ha detto?- le chiese,
continuando a baciarla. Lei annuì godendosi appieno quel contatto.
-Sarei voluto sprofondare!-
Le baciò il collo per poi spostarsi
alla bocca, le mani si spostarono sotto la magliette per toccare la pelle calda
della schiena.
-Olivia davvero, vieni con me!-
Lei afferrò il suo viso tra le mani e
obbligandolo a guardarla disse –Avremo tutto il tempo per stare insieme. Ma ora
no! Dobbiamo almeno rispettare le tue figlie-
Gli stampò un bacio sulla bocca e lo
lasciò andare.
-Ora è meglio che vada!-
Era quasi fuori dalla porta, quando
sentì le sue braccia circondarla di nuovo in un abbraccio.
-Ti amo!- le disse sottovoce.
-Ti amo- gli rispose, ricambiando
l’abbraccio.
Ora che finalmente si erano
dichiarati niente e nessuno avrebbe potuto ostacolare il loro amore.
THE END
Grazie a tutti quelli che mi hanno
seguita. Spero che questo capitolo vi piaccia.