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Autore: barbabella    01/12/2011    7 recensioni
-No, ti merita un uomo che non riesce a immaginare la sua vita senza di te ,l'uomo che ti sogna e che quando si sveglia prega di non aver detto il tuo nome ad alta voce.-
Questa è la mia seconda fanfiction. Riprende i personaggi di "Consapevolezza di un amore impossibile".
Law & order svu (Elliot&Olivia)
Ps titolo provvisorio
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Colgo quest’occasione per donare quest’anello alla mia futura moglie!

Sono felice che tu abbia accettato di essere mia moglie! Ti amo!

Continuava a tormentarsi con quelle farsi che gli martellavano nella testa.

Come ho fatto a essere così stupido?

Non riusciva a capire più nulla, eppure da quando avevano fatto l’amore, il loro rapporto si era evoluto così tanto, l’aveva vista arrendersi a lui e invece…

Le immagini dei loro corpi intrecciati, mentre facevano l’amore in cucina e la voce di Maureen che si mischiava con i gemiti di Olivia, iniziarono a invaderlo.

Come ho potuto fare una cosa del genere?

Se mia figlia avesse scoperto tutto?

Si lasciò andare sulla panchina mentre si nascondeva il viso tra le mani.

Era dunque questo ciò che ti tormentava?

Era così confuso: se da un lato si sentiva ferito dalla persona che più amava al mondo, dall’altro lato, l’idea di saperla sposata con lui, lo faceva stare male.

-Elliot- il suo cuore mancò un battito quando sentì la sua voce. Lo aveva seguito e ora cosa pretendeva?

-Che ci fai qui?- chiese, mentre si alzava: non riusciva a restare calmo. Avrebbe tanto voluto scuoterla per farle cambiare idea, per farle capire che era lui l’uomo adatto a lei e non quel Peter.

Evitava di guardarla perché sapeva benissimo che non sarebbe riuscito a resistere ai suoi occhi. Ne aveva avuto una conferma proprio poche ore prima. Quando era tornato a casa, era ancora arrabbiato poi, vederla con quell’aria preoccupata appena rientrato a casa, gli aveva fatto cambiare idea: non era riuscito a restare arrabbiato e aveva finito col fare l’amore con lei, nella sua cucina, rischiando di essere scoperto da sua figlia.

Scrollò violentemente la testa cercando di togliersi quel senso di colpa che continuava ad affliggerlo. Non riusciva a capire con esattezza dove lei si trovasse, ma il solo sapere che era dietro di lui, lo metteva in agitazione. All’improvviso sentì il suo corpo stringerlo forte, il suo profumo invaderlo nel profondo e le sue braccia stringerlo con prepotenza e poi lo sentì: stava piangendo mentre lo supplicava di darle una possibilità di spiegarsi.

-Lascia che ti spieghi cosa è successo!-

Sei sleale! Non piangere!

Sentire la sua voce incrinata dalle lacrime, era insopportabile. Lui odiava vederla soffrire ancora di più se era lui la causa del suo dolore.

Non avendo nessuna reazione, Olivia poggiò la fronte sulla sua schiena e iniziò a parlare.

-E’ successo la sera dopo il ballo, prima che tu venissi e che…- un singhiozzo le impedì di continuare. Nella sua mente aveva tante volte cercato un modo per spiegargli la situazione ma, ogni volta, non riusciva a trovare nulla di adeguato.

-Io ho davvero creduto che fosse la cosa giusta da fare. Il nostro rapporto era arrivato a un punto pericoloso, io dovevo fare qualcosa per proteggere almeno la nostra amicizia-

Respirò a fondo cercando di liberarsi di quel nodo che le rendeva impossibile respirare. Elliot rimase lì immobile ad ascoltarla.

-Io era davvero convinta che il tempo mi avesse aiutata, sapevo di non essere in grado di perderti completamente così, pur di restarti accanto, ho deciso di sposarlo. Sono stata una stupida, ora lo so. Quando tu sei venuto e hai detto di amarmi non sono riuscita a controllarmi. Elliot credimi se ti dico che non volevo ferirti.-

-Perché non me lo hai detto?-

Ecco la domanda da un milione di dollari!

Perché? Perché sono una codarda!

Perché ho avuto paura, paura di perderti!

-Sai quante volte ho pensato di farlo? Ma non ci sono riuscita. Infondo Olivia Benson non è poi così forte come tutti credono. Ho avuto paura di perderti!-

Per lei era difficile ammetterlo ma era la verità. Per anni aveva sognato di poterlo amare e ora che era riuscita, almeno in parte, a realizzare il suo sogno, non era riuscita a dirgli la verità.

Sapeva di aver sbagliato ma doveva in qualsiasi modo riuscire a fargli capire che i suoi sentimenti erano sinceri. Elliot continuava a darle le spalle senza dare nessun indizio su quello che stava provando. Strinse un po’ di più la presa per avere una minima reazione da lui ma inutilmente: sembrava una statua e Olivia non sapeva più cosa fare. Chiuse gli occhi cercando di percepire anche un minimo movimento che l’avrebbe aiutata a capire.

Le toccò le mani per farle rompere quella presa e liberarsi da quell’abbraccio.

-Hai fatto l’amore con lui?-

-Cosa?- sperava di non aver capito bene ma il suo silenzio le fece capire che purtroppo aveva sentito bene.

-E’ questo il tuo problema? Sapere se sono stata a letto con lui?-

Elliot si voltò per guardarla, per la prima volta da quando era arrivata: lui la guardava senza darle ulteriori spiegazioni per la sua domanda.

-Tu hai fatto l’amore con tua moglie?-

Lui rise beffardo per ritornare subito serio, aveva lo sguardo di quando interrogava il peggiore dei criminali.

-La situazione è diversa, e tu lo sai!-

-Perché sei un uomo?-

-No, perché lei c’è sempre stata e il suo ruolo era ben chiaro a me quanto a te!-

Non poteva parlare sul serio!

Io che mi sono preoccupata e invece tu pensi solo a questo?

-Su questo si basa l’amore che tanto dici di provare per me?- chiese, abbassando il viso e con tono deluso.

Si avvicinò e le afferrò il braccio con forza –Non fare la parte della vittima! Ho bisogno di sapere se urlavi il suo nome dopo aver urlato il mio!-

Olivia lo fissò negli occhi e un senso di nausea la colpì.

Questo pensi di me?

Avrebbe tanto voluto chiedergli ma la paura di sentire la risposta affermativa, le fece mancare il coraggio. Finì col fare com’era solita fare: quando ti senti attaccata la miglior cosa è contrattaccare, non lasciare spazio all’altro di prendere il sopravvento.

-Sei uno stronzo Elliot! Sai che ti dico? Vaffanculo!- con uno scatto si liberò dalla sua presa e andò via, sbattendo con forza la porta, lasciandolo lì da solo.

 

 

Dopo quella lite il loro rapporto era completamente inesistente: non sapeva come ci fosse riuscito ma aveva ottenuto un incarico sotto copertura e non lo vedeva e sentiva da quasi tre settimane.

Olivia aveva definitivamente rotto con Peter con non pochi drammi.

Quando quella sera tornò a casa, trovò Peter ad attenderla con ancora la scatola con l’anello in mano. Senza dire una sola parola aprì la porta lascandola aperta per farlo entrare. Non aveva nessuna voglia di parlare con lui, ma doveva dargli una spiegazione.

-Hai parlato con lui?-

-Peter mi dispiace! Non volevo ferirti!-

-Da quando tempo vai a letto con lui?- il suo tono era di disprezzo. Stranamente le sue parole non la colpirono, forse perché sapeva che lui aveva tutto il diritto di essere arrabbiato.

-E’ per lui che non hai voluto più fare l’amore con me-

Non era una domanda e Olivia non rispose: infondo era un uomo intelligente e subito aveva capito.

Peter iniziò ad andare avanti e indietro evidentemente agitato.

Ed io che pensavo che si trattasse di un caso difficile!

Da quando aveva scoperto il lavoro di Olivia era stato molto comprensivo con lei, cercando di non essere troppo assillante. Ecco perché quando lei lo rifiutava lui non diceva mai niente, attribuendo il suo comportamento a qualche caso particolarmente difficile.

Si fermò davanti a lei e le porse l’anello

-Prendilo!- le disse con convinzione

-Cosa?-

-Non è qui con te, questo significa che avete litigato! Diventa mia moglie io posso aiutarti a dimenticarlo!-

Olivia lo guardava perplessa, dopo tutto quello che gli aveva fatto non poteva continuare a volerla sposare.

-Peter non posso-

-Credi davvero che lui ti possa perdonare? Lui non lascerà mai sua moglie!-

Continuava a fissarlo pensando che forse lui aveva ragione: Elliot non l’avrebbe mai perdonata.

-Forse hai ragione ma io non posso farlo. Io non provo quello che provi tu e non posso continuare a farti del male-

Senza aggiungere altro Peter uscì dalla porta e dalla sua vita per sempre.

Stava lavorando al computer quando il rumore dei tacchi che colpivano il pavimento l’avvertì che qualcuno, una donna con precisione, stesse arrivando. Alzò lo sguardo per incrociare quello azzurro di Maureen: solo ora si accorgeva di come erano uguali a quelli del padre.

-Ciao- la salutò la ragazza.

Olivia si sentiva particolarmente a disagio sia per essere stata quasi scoperta proprio da lei sia per la scenata a cui aveva assistito lei e i suoi fratelli

Dimmi che è tutta una menzogna. Ti prego Olivia, non farmi questo!

Le parole che Elliot le aveva sussurrato a pochi centimetri dal viso e davanti a tutti, le affiorarono alla mente facendo aumentare il suo senso di disagio.

-Maureen è successo qualcosa?-

La ragazza le sorrise e disse –Questo devi dirmelo tu. Cosa sta succedendo?-

-Se parli di tuo padre, non so dove sia, devi parlare con Cragen-

-Olivia non sono una bambina e non trattarmi come se lo fossi. Tu sai bene di cosa sto parlando!-

La determinazione nella sua voce la stupì: solo ora capì che Maureen era una donna e forse avrebbe capito. Di sicuro non avrebbe accettato ma forse, almeno in parte, avrebbe potuto comprendere.

 

Sedute al tavolo di un bar stavano sorseggiando un caffè caldo: Olivia non sapeva da dove iniziare, in fondo non sapeva cosa Maureen aveva intuito. La guardava e, a differenza di lei, sembrava molto tranquilla, forse aveva parlato con Elliot che l’aveva assicurata che si era trattato di un errore.

-Papà è tornato ieri!- disse all’improvviso Maureen

È tornato? Allora sta bene!

Questi furono i primi pensieri di Olivia.

-Lui non sa che sono qui con te, non voleva che m’intromettessi, ma non posso continuare a vederlo così!-

-Cosa sai?- trovò il coraggio di chiederle.

Arrossi visibilmente: ora sembrava una bambina mentre stava per confessare un segreto.

-So tutto! Vi ho visti e sentiti in cucina!- rivelò, arrossendo ancora di più.

Oh Elliot!

Immagini dei loro corpi avvinghiati mentre raggiungevano il piacere invasero la sua mente.

Ora fu la volta di Olivia arrossire imbarazzata.

Maureen alzò lo sguardo e sorrise nel vedere l’espressione di Olivia

-E’ buffo hai avuto la sua stessa reazione!-

Alzò di scatto la testa incredula

-Lui lo sa?-

Maureen annuì e iniziò a raccontarle il suo dialogo con il padre.

Dopo la litigata con Olivia rimase ancora per qualche ora da solo, poi decise di ritornare a casa anche perché doveva dare delle spiegazioni alla sua famiglia, ai suoi bambini.

Quando aprì la porta la casa era avvolta dal buio e subito capì che non c’era nessuno.

Accese la luce e fu sorpreso nel vedere la sua bambina sdraiata sul divano.

-Sei tornato!- esclamò, alzandosi e mettendosi seduta.

-E’ andata via?- chiese sedendosi accanto alla sua bambina.

Maureen annuì per poi aggiungere –Katleen ed io ci siamo rifiutate di seguirla. Anche i gemelli volevano restare ma sai mamma come è fatta!-

-Dov’è tua sorella?- chiese Elliot, intuendo che non era rimasto per lui.

-Sai anche come è fatta Kathleen, è dal suo ragazzo!-

Kathleen era sempre stata ribelle, nonostante prendesse le medicine, continuava ad avere un comportamento ribelle. A volte si chiedeva se davvero era dovuto alla sua malattia o se semplicemente era così.

-Tu sei rimasta per me?-

Maureen non rispose, appoggiò la testa sul braccio del padre e lo strinse forte.

-Papà cosa è successo stasera?- le chiese con un filo di voce, quasi temesse una reazione eccessiva del padre. Aveva ancora ben in mente la reazione di Elliot nei confronti del povero Peter.

-Nulla, credo solo che lui non sia adatto a lei!- si limitò a risponderle.

-Sei sicuro che si tratti solo di questo?-

-Lei è mia amica-

-Lei? Non riesci neanche a dire il suo nome?-

Quelle parole lo colpirono: cosa sapeva sua figlia?

-Cosa vuoi dire?-

-Non sembravate solo amici in cucina quando sono arrivata!- esclamò, evitando di guardarlo negli occhi.

Si scostò da lei per guardarla negli occhi –H-hai visto?- balbettò in evidente imbarazzo.

La ragazza si limitò ad annuire anche perché le parole erano superflue.

-M-Maureen senti io…- non riusciva a parlare.

Maureen lo guardò e vederlo così imbarazzato le fece tenerezza: il suo papà forte sembrava così debole ora e tutto per amore.

-Come è andata con Olivia, sei riuscito a spiegarti?-

Lo sguardo di Elliot cambiò subito espressione.

-Questo non deve interessarti! Tu sei mia figlia e non dovresti…-

-Papà sono abbastanza grande da capire che tu e la mamma non vi amate più! E sono abbastanza grande per capire che sei completamente pazzo di Olivia- lo interruppe sfidandolo con lo sguardo – e lei di te!- esclamò dopo un po’ di silenzio.

 

Olivia continuava a guadarla stupita. Mai si sarebbe aspettata di ritrovarsi seduta al bar con lei, la prima figlia di Elliot. La ragazza fissava la tazza di caffè, che stringeva forte tra le mani, come se l’aiutasse a trovare la forza di continuare.

-Olivia io non so cosa vi siete detti. E sinceramente non voglio saperlo. Però tu conosci papà, qualsiasi cosa abbia detto o fatto, è solo perché lui ha bisogno di certezze. Era pronto a fare un passo molto importante nella sua vita e…- non riusciva a trovare le parole, non voleva peggiorare ulteriormente la situazione.

Da quando era tornato, Elliot si era rinchiuso in camera rifiutando di parlare con chiunque, anche con lei. Aveva cercato di convincerlo a chiarirsi almeno con la madre e i gemelli, ma lui si era rifiutato. La sua unica speranza era che almeno Olivia riuscisse a farlo ragionare.

-Non fraintendermi io non voglio difenderlo e tanto meno voglio accusarti di qualcosa, vorrei solo che capissi perché si sia comportato in quel modo-

Olivia capiva bene le parole di Maureen, del resto lo conosceva bene e sapeva benissimo che, con quelle parole, lui aveva solo cercato di capire se davvero lei lo amasse oppure no! Solo che a volte non riusciva proprio a controllarsi e il suo tono l’aveva ferita nel profondo.

-Olivia lui ha bisogno di te! Lui ti ama veramente e ti chiedo solo di dargli un’opportunità!-

Con quelle parole Maureen si alzò e la lasciò da sola a riflettere su tutta la situazione.

 

                                                                                ****

 

Erano trascorsi dieci giorni da quando Olivia aveva avuto quella conversazione con Maureen. Elliot era tornato al lavoro ma continuava a trattarla in modo gelido, facendo qualsiasi cosa in suo potere per lavorare con qualcun altro. La situazione era così pesante e non sembrava voler migliorare: se nei primi giorni Olivia aveva tollerato il suo comportamento, nella speranza che sarebbe riuscito a superarlo, ora non lo sopportava più, non quando metteva in pericolo il loro lavoro.

Si erano trovati in una brutta situazione e lui non si era fidata di lei, affrontando da solo un pericoloso criminale, rimanendo ferito al braccio e con due agenti in ospedale.

Quando Olivia e Fin avevano avuto la sua richiesta di appoggio, lei gli aveva risposto di attendere il loro arrivo. Lui però si era rifiutato di aspettare facendo irruzione nel nascondiglio del criminale.

Nel giro di pochi minuti la situazione si era fatta pericolosa: in conclusione il criminale era scappato e lui si ritrovava con un braccio fasciato.

-Cosa diavolo credevi di fare?- Olivia era davvero arrabbiata. Quando era arrivata sulla scena lo aveva trovato a terra, con il braccio sanguinante. Il suo cuore si era fermato bloccandola, non avendo il coraggio di scoprire se…

Lui non le rispose evitando di guardarla.

-Potevi morire ma sei completamente pazzo?-

-Rilassati, non sono morto come puoi vedere!-

Era la prima volta che le rivolgeva la parola da quella maledettissima sera.

-Non fare lo stronzo. Ci sono persone che ti vogliono bene, non hai pensato a loro?-

Si alzò di scatto dalla sedia per pararsi davanti a lei e guardandola con aria di sfida disse –Sì come no! Persone che mi amano ma che non esitano a pugnalarmi alle spalle!-

Quelle parole la ferirono profondamente, non sapeva spiegarsi bene il motivo ma non fu in grado di controbattere.

Credi che io l’abbia fatto per ferirti?

-Stabler! Benson! Nel mio ufficio, subito!-

La voce di Cragen rimbombò nell’aria, interrompendo quel diverbio che stava degenerando in una vera battaglia verbale.

Entrarono nell’ufficio di Cragen, entrambi con il viso abbassato, consci della strigliata che li attendeva per via del caso.

-Cosa diavolo sta succedendo tra di voi?-

Elliot lo fulminò con lo sguardo, intuendo benissimo a cosa si riferisse.

-Non ci siamo capiti…- cercò di giustificarsi Olivia.

-Non sto parlando del caso, di quello parleremo dopo. Mi riferisco a voi due. Cosa sta succedendo?-

-Questi non sono affari suoi!- puntualizzò Elliot, non accettando nessun tipo d’intervento da lui.

-Ti sbagli, se i vostri problemi influiscono sul lavoro, allora sono fatti miei!-

-Capitano ci dis…-

-Se non si fida di come lavoriamo, farebbe meglio a cambiare squadra!- la interruppe Elliot, facendolo arrabbiare.

-Stabler ti conviene pensare bene a quello che dici!-

Cragen si diresse verso la porta, la aprì e con un tono che non permetteva repliche, aggiunse –Resterete qui finché non avrete chiarito le cose tra di voi!- uscì richiudendo la porta, lasciandoli da soli.

Elliot vagava per la stanza come un leone in gabbia. Dalla sua postura poteva capire che non aveva nessuna intenzione di parlarle. Se continuava con quell’atteggiamento rischiava il lavoro e lei non poteva permettere che, per colpa sua, perdesse anche quello. Non sapeva quel’era la situazione con Kathy ma se lui non aveva intenzione di dare al loro rapporto una possibilità, lei lo avrebbe accettato.

Lui ti ama e ti chiedo di dargli un’opportunità!

Le parole di Maureen le ronzavano nelle orecchie e così senza riflettere disse:

-Non ho fatto l’amore con lui!-

Lo vide fermarsi di colpo e le sembrava che avesse smesso di respirare.

-Da quando hai detto di amarmi, non l’ho più toccato. Non potevo!-

Sembrava completamente paralizzato, sentiva il respiro fermarsi in gola e non riusciva a convincere i suoi polmoni di riprendere a funzionare. Le parole di Olivia avevano avuto uno strano effetto sul suo cuore: lo sentiva leggero, come se tutto quel rancore, che lo aveva avvolto nell’ultimo periodo, fosse all’improvviso evaporato. Si voltò per guardarla e solo ora capì che in fondo lui l’aveva sempre saputo.

-Perché dici questo ora?-

-Non parli più con me, da quando? Elliot, oggi ho rischiato di perderti e…-

Non riuscì a continuare, sentiva una morsa stringerle forte il cuore.

-Questa domanda ti ha afflitto tanto da allontanarti da me.-

Continuava a fissarla e, mosse da volontà propria, le sue gambe iniziarono a camminare per avvicinarlo a lei.

Erano ormai a pochi centimetri di distanza, poteva sentire l’odore della sua colonia.

-Quando ti ho visto disteso a terra il mio cuore ha smesso di battere. Ho temuto di averti perso per sempre-

Con dita tremanti sfiorò il punto dove era stato ferito e lo vide seguire con lo sguardo la sua mano, senza però respingere quel contatto.

-Se non puoi perdonarmi posso capirlo, ma non allontanarmi anche sul lavoro. Mi uccidi così!-

Lo fissava negli occhi completamente ignara di come avrebbe reagito a quelle parole. Sentì la sua forte mano accarezzarle la guancia, lo vide avvicinare il viso al suo per appoggiare la fronte sulla sua e sussurrarle: –Scusa!-

Quella semplice parola le fece sciogliere il nodo che, da più di un mese, le si era bloccato in gola: sentì calde lacrime sfuggire dai suoi occhi, bagnarle il viso per essere poi asciugate dalle sue labbra. Tutto il dolore dell’ultimo periodo si liberò prepotente, facendola crollare in un pianto che lui accolse nel suo petto. La strinse forte mentre il suo corpo veniva scossa dai singhiozzi.

-Non ho mai voluto farti del male!- singhiozzò nel suo petto.

Lui non rispose e non cercò nemmeno di consolarla: aveva bisogno di piangere, anche se gli faceva male vederla in quello stato.

-Elliot io ti amo!-

Non ebbe nessuna parola da lui ma la cosa non la preoccupò, perché era bastato il battito del suo cuore a farle capire che anche lui provava la stessa cosa. Alzò il viso per unirlo al suo in un bacio d’amore, incuranti di chi potesse vederli.

-Olivia sei disposta a lasciarlo per me?-

Lei lo fissava sorridendo tra le lacrime –Con Peter è finita da tempo!-

Lui la strinse forte e appoggiò la bocca sul suo orecchio –Vieni a casa con me!- le baciò il collo per poi continuare –A casa mia!-

Ormai era più che sicuro di voler stare con lei e la prima cosa da fare era quello di informare i suoi figli. Non voleva aspettare ancora: avevano già aspettato troppo.

Con un po’ di perplessità, Olivia accettò la sua proposta immaginando che, se Maureen sapesse, forse anche gli altri figli avrebbero saputo. E invece…

-Papà ma cosa ti è successo?- chiese Kathleen, vedendolo con il braccio ferito.

-Solo un graffio. Dov’è tua sorella?-

-In camera adesso arriva- spostò lo sguardo su Olivia e poi ritornò a fissare il padre –E’ successo qualcosa? Perché Olivia è a casa nostra?- chiese leggermente preoccupata. In quell’istante arrivò Maureen che vedendoli insieme, s’illuminò intuendo cosa fosse successo.

-Quindi se ho capito bene tu e Olivia…-

Kathleen sembrava sorpresa forse non aveva mai capito il rapporto che la legava a suo padre.

-Mamma lo sa?-

-Oh Kathleen ma sei cieca o cosa? Mamma lo ha sempre saputo, solo che faceva finta proprio come stai facendo tu adesso!- sbottò Maureen: era impossibile che non avesse capito niente. Olivia si sentiva terribilmente a disagio, si sentiva di troppo in quella conversazione di famiglia.

-Ragazze non litigate. Ho intenzione di parlare con vostra madre domani stesso!-

-Vai dai nonni?- chiese Kathleen

Elliot annuì.

-E la porti con te?-

-Perché lo chiedi?-

-Papà ti conviene andarci da solo, conosci la mamma sarebbe capace di farle del male!- scherzò Kathleen.

-Forse hai ragione!- esclamò Elliot ridendo: con quella battuta Kathleen gli fece capire che accettava la sua relazione con Olivia.

-Ehi state dimenticando che Olivia è un detective e non so se a mamma conviene mettersi contro di lei!-

-Hai ragione, ricordi la faccia di mamma quando Olivia le disse “Sei un’illusa se credi che questo ci possa separare!”. Era pallida come un lenzuolo!- ridacchiò Kathleen.

 

 

Dopo la breve chiacchierata con le figlie, preparò la cena e cenarono tutti insieme. Vederla seduta al tavolo di casa sua e parlare con le sue figlie fu davvero una sensazione incredibile. Ora più che mai era convinto a mettere definitivamente la parola fine a quel matrimonio.

Erano le undici passate, Maureen e Kathleen dopo la cena, erano uscite e loro erano rimasti da soli. Seduti sul divano completamenti avvolti nel silenzio, si godevano la pace di quel momento.

-Resta con me stanotte!- le sussurrò Elliot, dandole tanti baci sulla guancia.

-Non mi sembra il caso!- si alzò staccandosi contro voglia da lui. Lui la seguì per stringerla forte.

-Cos’era quella storia di Kathleen?- le chiese all’improvviso Elliot

Abbassò il viso imbarazzata, non credeva che le figlie stessero origliando.

-Tua moglie sperava di dividerci ed io…-

Fu bloccata dalle sue labbra che s’impossessarono della sua bocca, impedendole di continuare. Le loro lingue si scontrarono mentre con le mani iniziarono a esplorarsi.

-Mi piaci quando fai la detective! Sei così sexy, cara detective Benson!- le sussurrò all’orecchio.

Iniziò a baciarle il collo facendola gemere dal piacere. Affondò la mano nei suoi capelli stringendolo forte a sé.

-Ho voglia di…-

Questa volta fu lei a catturargli la bocca, impedendogli di continuare.

-Vieni con me?-

-Nel suo letto?-

Lui la guardò curioso poi con un sorriso disse –Fammi capire in cucina sì, ma nel suo letto no?-

-Smettila Elliot, già mi sento abbastanza in colpa. Se solo penso che tua figlia ci ha visti…-

-Te l’ha detto?- le chiese, continuando a baciarla. Lei annuì godendosi appieno quel contatto.

-Sarei voluto sprofondare!-

Le baciò il collo per poi spostarsi alla bocca, le mani si spostarono sotto la magliette per toccare la pelle calda della schiena.

-Olivia davvero, vieni con me!-

Lei afferrò il suo viso tra le mani e obbligandolo a guardarla disse –Avremo tutto il tempo per stare insieme. Ma ora no! Dobbiamo almeno rispettare le tue figlie-

Gli stampò un bacio sulla bocca e lo lasciò andare.

-Ora è meglio che vada!-

Era quasi fuori dalla porta, quando sentì le sue braccia circondarla di nuovo in un abbraccio.

-Ti amo!- le disse sottovoce.

-Ti amo- gli rispose, ricambiando l’abbraccio.

Ora che finalmente si erano dichiarati niente e nessuno avrebbe potuto ostacolare il loro amore.

 

THE END

 

 

 

 

Grazie a tutti quelli che mi hanno seguita. Spero che questo capitolo vi piaccia.

 

 

 

  
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