Buongiornooo!!!
Eccoci qui ragazzi/e!
Premetto
che qui finisce “Hurricane Jasper” che
è, in assoluto, la mia
prima long fic portata a termine.
Sono
emozionata, contenta e un po' malinconica, nel separarmene.
Ringrazio
davvero, di nuovo, tutti:
.
chi ha letto la storia
.
chi l'ha seguita: Alice
Hale 89
- anna71 - CheyenneB - Cinzietta89
- cullengirl
- Doux_Ange
- Ely_91
- espa2009
- green
eyes
- guku23
- HelenCullen
- kikiboomboom
- kyssy
- Lesley_Gore
- M
e M s
- mariellina67
- martyhorse -
Mary_Sophia_
Spurce - nitibotu- noraa
- Orsacchiotta
Potta Potta
- petusina
- Princesstwilight - prudence_78 - RCIV22
- seall
- shadow_shine
- sofy96
- SSSmileee
- stefyadry
- tenerona
- titina10
- TollaCullen
.
chi l'ha ricordate: Doux_Ange
- _Jilly
.
inserita fra le preferite :
BringerOfDevil
– Camilla L – Feylon – Frego –
Kikka Hale, Selene Krystal –
Pandina_76
.chi
ha recensito: Pudence78,
BringerOfDevil, Orsacchiotta Potta Potta, Kikka Hale, Camilla L, Anna
71, Frego, Edvige 86, Mary Sophia, Spurce, Selene Krystal, Alice Hale
89, Feylon, MeMs.
Grazie
a tutte/i!!! Spero che vi piaccia anche questo 25° capitolo,
che,
come sempre, mi facciata sapere che ne pensate e sappiate (x vostra
fortuna? Sfortuna? Che il mio cervellino pazzo ha già
partorito e
appena postato una nuova Ff ( ODIO, AMORE, CHISSà...)
che spero seguirete (e recensirete) con lo stesso affetto di questa.
Baci,
DeAnna.
CAPITOLO
25
Alice.
Alice
non era mai stata a Casa Cullen, ma le indicazioni di Emmett ( e la
sua insistenza! ) erano state chiare e precise per cui non ebbe
grosse difficoltà a trovarla.:
“
Prendi
la strada che porta fuori città. Oltrepassa il ponte sul
fiume
Calawah e prosegui lungo la strada verso nord. Supera le ultime case
e ti troverai praticamente immersa nella foresta. Non devi avere paura:
non c'è nessun
pericolo, ma stai attenta perché devi svoltare in una strada
sterrata non segnalata e poco visibile,perché
è...nascosta tra i
cespugli. Dopo aver percorso alcuni chilometri la
foresta inizia a diradarsi e ti troverai in una piccola radura che
sembrare quasi un grande giardino. Poi, però, la
foresta sembrerà nuovamente scura, tranquilla: sono solo i
rami dei cedri, che
ombreggiano la veranda di casa...”
le aveva detto.
Sebbene
fosse stata molto indecisa la voglia di vedere Jasper aveva prevalso,
spazzando via ogni dubbio (certo, anche l'incoraggiamento di Alice e
Bella era stato determinante...)...
Parcheggiò
la sua auto gialla nel vialetto d'ingresso e si fermò
qualche minuto
ad osservare la casa. Amava le belle cose e quella, decisamente, non
era una casa!
Wow!
Nessuno le aveva detto cosa avrebbe dovuto aspettarsi!
Lei,
Bella e Charlie vivevano in una casa, Rose e la sua famiglia vivevano
in una villetta...i Cullen vivevano in una signorilissima villa con
il parco...
Era
un'abitazione sicuramente lussuosa, ma anche perfettamente inserita
nel paesaggio: alta
tre piani, costruita in legno e pietra era una casa rettangolare e
ben proporzionata; ciò che saltava immediatamente all'occhio
erano
le enormi vetrate.
Suonò
il campanello ed attese.
Jasper
Jasper
sentì un rumore lontano, ma fastidioso.
Provò
a ignorarlo, infilando la testa sotto il piumino, ma non
servì.
Il
rumore continuava.
'Oh
– pensò –
è il campanello! Perché diavolo nessuno va ad
aprire? '
Niente.
Quell'assurdo
rumore persisteva.
Si
alzò, sbuffando, e decise di andare lui stesso ad aprire.
Passando
dalla cucina vide un biglietto di sua madre sul frigorifero “Amore
sono andata a fare la spesa. Tornerò prima di cena.
Papà è al
lavoro”
Prima
di cena? Ma che ora era?
Diede
un'occhiata veloce alla sveglia e vide che erano le quattro. Le
quattro del pomeriggio?
Ma
quanto aveva dormito?
Oh
quell'odioso campanello!
“Arrivò”
gracchiò.
Auch....la
gola gli faceva ancora male, nonostante la compressa che suo padre
gli aveva dato quella mattina.
================================================
Alice
stava per andar via, immaginando che in casa non ci fosse nessuno o
che Jasper non avesse nessuna voglia di vederla, quando la porta si
aprì e fu proprio lui che si trovò davanti.
Jasper:
I
capelli arruffati , gli occhi lucidi e l'espressione stupita.
Jasper
a piedi nudi e con indosso solo un paio di pantaloni blu ed una
maglia grigia.
“Scusa...io...non
aspettavo visite” borbottò, non appena la vide,
cercando di
ravviarsi i capelli con le mani.
“No,
scusami tu. Posso tornare un'altra volta, se vuoi...” rispose
lei,
imbarazzata.
“No,
dai entra. Hai fatto un sacco di strada...”
replicò lui e sorrise.
Un
piccolo e adorabile sorriso storto che fece diventare le gambe di
Alice di gelatina.
“Accomodati...fai.....fai
come se fossi a casa tua....Io vado a darmi una sistemata, se non ti
dispiace...” disse lui, sparendo per le scale.
Alice
si ritrovò sola nell'immenso salotto-soggiorno di casa.
Tutto,
lì dentro, denotava gusto e semplicità,
benché fosse un ambiente
chiaramente lussuoso era anche caldo e accogliente.
Predominava
il legno ed il colore bianco, in varie sfumature.
Ricordò
che Bella una volta le aveva raccontato che la madre di Edward era un
architetto.
'In
questa casa, però, c'è molto più che
talento e cura dei dettagli -
pensò –
c'è Amore. É evidente che non è stata
progettata dall'architetto
Cullen,
ma dalla signora
Cullen!”
Il
ritorno di Jasper, qualche minuto dopo, interruppe le sue fantasie.
Era
ancora scalzo e Alice pensò che la sensazione del parquet
sotto i
piedi dovesse essere piacevole.
Era
evidente che aveva fatto la doccia perché i capelli ancora
umidi e
si era cambiato, indossando dei jeans ed una maglia blu.
“Potevi
toglierti il cappotto” le disse.
“Non
ci ho pensato. Mi sono persa ad ammirare questa casa, questa
stanza”
ammise lei, sinceramente.
“Mia
madre la adora. É la sua unica figlia...”
scherzò Jasper.
“Posso
capirla. Ha tutto il diritto di esserne orgogliosa!”
esclamò
Alice.
Jasper
non rispose; rimase in silenzio, per qualche secondo, con gli occhi
bassi, poi si voltò verso di lei.
“Alice
riguardo quello che è successo ieri....io”
borbottò, ma la
ragazza lo interruppe
“Non
dobbiamo parlarne per forza, se non vuoi..”
“Si
che dobbiamo. Se c'è una cosa che ho imparato è
che è sbagliato
tenersi le cose dentro, credimi.” dichiarò lui
“Ok,
allora. Parliamo” rispose lei, facendo spallucce.
Jasper
si accorse di non trovare le parole.
No,
non era nemmeno esatto dire che non le trovava. Sapeva di non
conoscere nessuna parola per descrivere il tornado di emozioni che
gli si agitavano dentro.
Era
quasi certo che non esistessero parole adatte!
E
allora fece la sola cosa, l'unica, che non necessitava di alcuna
parola.
Si
avvicinò ad Alice e la baciò sulla bocca.
Lei
ricambiò il suo bacio ed in un attimo i due si ritrovarono
avvinghiati , stretti in una morsa di piacere che li spingeva a
volere sempre di più.
Jasper
si staccò un secondo da Alice e vide un'espressione
disperata nei
suoi dolci occhioni.
“Seguimi”
le sussurrò, prendendola per mano.
Quasi
volarono per le scale, fino a ritrovarsi in quella che Alice
capì
essere la camera di lui.
C'era
un letto matrimoniale con lenzuola blu scure.
Ridendo
lei lo precedette verso quel mare di stoffa.
Jasper
la guardò come se vedesse il sole per la prima volta, poi il
suo
viso divenne triste.
“Voglio
che veda una cosa” le disse, sfilandosi la maglia.
Alice
vide le cicatrici che gli attraversavano il dorso, le braccia e le
braccia; la maggior parte erano talmente sottili da essere quasi
invisibili sulla sua pelle chiara.
Conosceva
la storia di quelle cicatrici e, sinceramente, non gliene importava
nulla.
Non
erano le sue cicatrici che voleva!
“Sono
un mostro... - sussurrò lui – che ci fai qui con
me?”
Improvvisamente
Alice capì. Capì che avrebbe dovuto essere lei a
guidarlo, a
sedurlo per poter far si che lui si fidasse, di nuovo, di se stesso,
prima che di una donna.
“No,
ma che dici! Non sei un mostro. Ti voglio. Ti ho aspettato per troppo
tempo Jasper e ora non ho nessuna intenzione di rinunciare a
te!”
dichiarò decisa, guardandolo dritto negli occhi, per
dimostrargli
che era sincera.
Prese
le mani di lui fra le sue e lo tirò a sé...
“Alice
se....se cominciamo...io non sono certo di..... riuscire a fermarmi,
dopo...” disse lui
“Ti
fermerai. Quando avremo finito” rispose lei, ridacchiando.
Il
suono della risata di Alice confortò Jasper.
La
guardò, con dolcezza. Lei non era Maria. Non impugnava
coltelli.
Non
c'era nessuno sguardo sprezzante, nessuna scenata isterica.
C'era
solo
Alice.
Alice
che profumava di vaniglia e spezie.
Alice.
Pelle bianca e morbida.
Alice
con il seno piccolo, sodo e orgoglioso.
Alice
che lo seguiva, che lo guidava in un ritmo sempre più
incalzante.
Quando
Jasper entrò in lei capì che quella
era la sua prima volta: era
la prima volta che faceva l'Amore.
~
Epilogo ~
Giugno.
Era
giorno di Diploma alla Forks High School.
Il
preside chiamò tutti i diplomandi per consegnare loro
l'agognata
pergamena.
Emmett
avanzò spedito quando fu chiamato il suo nome, mentre Rose
arrivò
quasi a passo di danza fino al preside.
Entrambi
sventolarono il diploma e sorrisero alle proprie famiglie e agli
amici che erano lì per loro.
Poi
il Preside chiamò Jessica Stanley, l'alunna che aveva
ottenuto il
punteggio più alto a tutti i test perché
pronunciasse il
tradizionale discorso di commiato.
Jessica,
dapprima quasi sottovoce, poi via via sempre più spedita
disse:
“All'età
di cinque anni ci chiedevano che cosa volevamo fare da grandi e noi
rispondevamo cose
tipo l'astronauta,presidente,o nel mio caso, principessa. Quando ce
lo richiedevano a dieci anni,noi rispondevamo rock star,cowboy boy,o
nel mio caso,medaglia d'oro olimpica? Ma ora siamo
cresciuti,perciò
ci chiedono una risposta seria,quindi noi rispondiamo:e chi cavolo lo
sa? Questo non è il momento di prendere decisioni
definitive,desso è
il momento di sbagliare,di prendere il treno sbagliato e arrivare
chissà' dove,di innamorarsi spesso,di prendere filosofia
perché
nessuno farà mai carriera con filosofia,di cambiare idea e
poi
ricambiarla perché niente è immutabile.
Perciò fate più sbagli
che potete,così quando ci chiederanno cosa vogliamo fare,non
tireremo più ad indovinare,lo sapremo”
Jasper
strinse forte la mano di Alice fra le sue.
Era
contento per Emmett e Rose, che si diplomavano.
Si,
il suo fratellone-scimmione-impiccione gli sarebbe mancato moltissimo
quando fosse partito per il college, ma …..in fin dei conti
ci
sarebbe stato Edward, ancora per un anno, e Alice...
Era
stato un anno difficile, anche per lui.
Aveva
preso il treno sbagliato, decisioni difficili, aveva rischiato la
vita e fatto soffrire le persone che amava e che lo amavano, aveva
cambiato idea e fatto mille cavolate, ma ora sapeva quello che
voleva.
Si
anche lui avrebbe sbagliato ancora, ma non avrebbe mai più
fatto del
male a se stesso o alle persone a cui teneva.
Voleva
essere un bravo ragazzo, con una vita normale.
E
voleva Alice con lui, stretta a sé, come in quel momento e
come la
prima volta che avevano fatto l'Amore, mesi prima.
La
voleva, sempre
e per sempre.
~
Fine ~
♥
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