Kanda non era un idiota, Lavi lo sapeva ed era certo che ci fosse arrivato
anche lui: il profumo che aveva sciolto le loro (poche) inibizioni era
probabilmente un residuo del colpo ricevuto da Allen, il quale ne aveva subito
gli effetti in modo così pesante da costringere entrambi ad un tour de force
sessuale ben gradito. Se all'inizio sembrava che Allen stesse per cadere in
coma, all'improvviso, mentre Lavi era impegnato a sfilargli del tutto la
camicia, si era risvegliato, tanto da far credere ai due che avesse potuto
correre via dalla stanza.
Ovviamente non era accaduto, anzi, Allen aveva preteso silenziosamente di
essere toccato e Lavi aveva benedetto l'energia che si poteva avere solo nella
piena adolescenza -nella sua testa lui e Kanda si erano già addentrati nei
meandri dell'età adulta- La facilità sorprendente con cui gli avevano fatto
raggiungere ogni singolo orgasmo avrebbe dovuto stufarli fin da subito, perchè
Allen era un moccioso, non sapeva trattenersi e continuava a gemere senza
ritegno. Però, per quanto avessero provato soddisfazione nel vederlo sciogliersi
a quel modo tra le loro mani, non sembravano essere stati in grado di placare la
sua eccitazione: dopo il terzo orgasmo Allen era ancora accaldato, ancora -per
dirla con termini schietti- duro e non si riusciva a calmare. Per Kanda fu
l'occasione di un'eccitante sfida, resa più interessante dall'insofferenza
naturale che provava nei confronti della mammoletta, per Lavi fu un sogno che si
realizzava.
- Yu, te ne vai? -
Lavi osservò pigramente Kanda indossare uno dopo l'altro gli abiti dei quali
era stato spogliato in qualche modo: il tutto era stato un groviglio di mani,
bocche e gemiti, dunque per tutti e tre era stato impossibile capire chi
togliesse cosa - anche se Lavi fu praticamente certo che Allen non avesse tolto
un bel niente a nessuno, dato che era troppo impegnato a cercare (inutilmente)
di continuo un modo per evitare di essere sottomesso in modo palese.
- Non chiamarmi a quel modo. -
Sorvolando sul fatto che Kanda fosse ritornato così rigido in breve tempo
dopo essersi rilassato nel bearsi del corpo di Allen, Lavi continuò.
- Non resti qui? -
Oramai era conscio del fatto che a Yu bastava l'atto sessuale in sè e che
eventuali "coccole" -anche nella mente quella parola aveva un suono bizzarro-
successive con lui non le avrebbe mai trovate. Però adesso c'era Allen, dunque
Lavi aveva non aveva creduto possibile che Kanda non si sarebbe lasciato
tentare: evidentemente non lo conosceva ancora così bene come ostentava.
- Tch. -
Quella risposta fu sufficiente e Lavi, approfittando della situazione, si
ridistese sul letto e stuzzicò con una mano un bozzo aggrovigliato di coperte
sotto al quale era rannicchiato Allen.
- Ehi, Allen... - sussurrò avvicinando la bocca lì dove a occhio aveva
supposto si trovasse la testa. Nessun movimento e Lavi ipotizzò che si fosse
addormentato, cosa abbastanza plausibile dato che in fin dei conti era stata una
specie di battaglia impari.
Allen si era infine risvegliato dal caldo torpore che tanto irritava Kanda,
poichè mostrava un comportamento remissivo che non si addiceva alla mammoletta
che -senza troppi giri di parole- avrebbe voluto dominare sessualmente. Per
l'esattezza Allen era ritornato pienamente sè stesso quando Lavi, dopo essere
stato poco gentilmente invitato da Kanda a scegliere tra l'andarsene dalla
stanza o il prendere posto sul letto, lo aveva bruscamente stretto a sè,
inebriandosi della fragranza che la sua pelle emanava.
Come folgorato da un'illuminazione, Lavi, chino sulla gobba di coperte, si
ricordò di quel singolo particolare, di quel profumo dolce che, esaminato con un
lucido senno di poi, era sicuro di poter considerare come il deux ex
machina di quella particolare situazione. Tutto ciò che aveva sentito
aprendo la porta era stato un forte aroma dolciastro, insopportabile in un primo
momento, ed aveva subito storto il naso, ma la sua riluttanza nel continuare a
respirare era stata sopraffatta dal vago istinto sessuale che dal cervello
-divenuto incredibilmente più leggero- era passato nei suoi pantaloni.
Lavi inspirò a fondo e le sue narici diventarono più fredde mentre il suo
olfatto venne stuzzicato dall'odore di legno umido che caratterizzava quella
stanza: la fragranza era sparita, portando con sè anche il desiderio sessuale a
cui perfino Kanda, con la sua frigidità, si era abbandonato. Lavi non si era
ricordato di averlo mai visto così rilassato, tuttavia il tempo di accorgersene
fu sopraffatto dal ritorno della rigidezza nei suoi gesti.
- Ehi Allen... -
Non riuscì a trattenere un sorrisetto mentre intrufolava le dita tra le
pieghe della coperta; riconobbe al tatto i capelli di Allen e andò dritto sicuro
a tastare una sua guancia morbida prima che delle cupe parole si elevassero da
sotto la stoffa. Kanda smise di litigare con un bottone della divisa e persino
lui dovette amettere che se non avesse saputo della presenza della mammoletta su
quel letto, non avrebbe riconosciuto di chi fosse quella voce.
- Idiota. Non toccare. Mi fa male dappertutto. -
Era parzialmente vero. Allen aveva male, non dappertutto, ma aveva male. Gli
faceva male il fondoschiena e non voleva muoversi, perchè se si fosse mosso le
fitte di dolore gli avrebbero fatto ritornare in mente tutto quello che aveva
appena passato ed in quel momento voleva soltanto chiudere gli occhi ed
addormentarsi. Cosa difficile con il materasso che molleggiava ad ogni minimo
movimento di Lavi, e Lavi era solito sfogare l'energia che non usava nelle
situazioni in cui ce ne sarebbe stata necessità esternando inutili e fastidiosi
movimenti.
Kanda sbuffò di nuovo ma non uscì dalla stanza; si avvicinò al letto e posò
lo sguardo, senza pensarci troppo, sul punto preciso dove la rientranza morbida
della coperta faceva intuire che lì poteva esserci il sedere di Allen.
- Mammoletta. -
- Mi chiamo Allen. -
Quell'improvviso moto burbero costò a Kanda un notevole sforzo per non
sorridere compiaciuto: intuì che l'orgoglio di Allen stava lottando con
l'insofferenza verso quel nomignolo che lo sminuiva ancora più di quanto non
facesse già da solo il suo aspetto. Tuttavia evitò di proseguire per la strada
degli insulti vicendevoli e proseguì con la domanda che si era prefissato di
porre.
- Vedi di non fare queste scenate ogni volta d'ora in poi. Sei seccante.
-
Lavi cadde dal letto: la foga di Allen nel mettersi a sedere era stata tale
da spaventarlo fino a fargli perdere l'equilibrio.
- D'ora in poi? -
Kanda si era stupito, perchè da parte della mammoletta, vista la reazione
alle sue parole, si sarebbe aspettato un'espressione di imbarazzo misto a rabbia
o consapevolezza; invece Allen lo stava guardando con aria vagamente inebetita,
come se non avesse colto a pieno il senso delle parole.
- ...ma perchè? -
- Perchè io e Yu ti guardiamo il sedere da quando sei arrivato all'Ordine.
-
Se a colpire prima Lavi fosse arrivata la gomitata di Allen, o l'elsa di
Mugen, fu difficile constatarlo.
- Idiota. - sibilò Kanda lanciandogli uno sguardo di disprezzo - Perchè sì,
mammoletta. - tagliò corto riprendendo l'arma - Muovetevi voi due, dobbiamo
tornare indietro. -
La porta si richiuse in un prolungato scricchiolio, Lavi si soffermò ad
osservare il profilo perplesso di Allen, che ancora non accennava a richiudere
la bocca - Bè Allen... - esordì cercando di far ricorso a tutto il tatto che
possedeva - ...dopo che ti sei strusciato su di noi senza ritegno cosa ti
aspettavi? Quello è stato il suo modo per dirti che lo rifaremo. -
Allen rimase in silenzio a fissarsi le mani e Lavi decise che era arrivato il
momento di rivestirsi; indossò la maglia e fece per alzarsi in modo da
recuperare i pantaloni, ma cambiò idea ancora prima di posare i piedi a
terra.
- Mammoletta... - sospirò pazientemente, sicuro di poter attirare la sua
attenzione in quel modo - ...non fare quella faccia, a me è piaciuto! -
Si guardarono - Ma tu e Kanda... -
Lavi lo zittì lanciandogli sulla testa la camicia - Vedere te e Yu che vi
baciavate e toccavate è stata una delle mie più grandi soddisfazioni personali!
-
Non era quella la risposta adatta alla domanda che avrebbe voluto fare, ma
Allen si accontentò.
Komui aveva rapito Kanda non appena aveva rimesso piede nella mensa, così
Lavi aveva spiegato ad Allen, trascinato in infermieria da una Lenalee che aveva
appena letto il rapporto, dove erano riportate le parole "doccia di Dark Matter"
troppo vicine al nome del più giovane.
- Dovrà andare in missione? -
- Chi lo sa... - Lavi sembrò abbattuto - Quando lui va via non so mai chi
prendere in giro. Oh... - prevenì Allen, con la bocca aperta per rispondere -
...tu sei un buon soggetto, ma Yu... - sospirò sognante - ...prendere in giro
lui è qualcosa di esaltante. - affermò abbandonandosi contro lo schienale della
sedia - Però mi ha appagato di più vedere la tua testa in mezzo alle mie gam...
-
Una cuscinata, e il fiume di parole che stava sgorgando dalla sua bocca venne
interrotto. Allen lo guardò con evidente imbarazzo, che venne accentuato dal
sorriso comprensivo comparso sul viso di Lavi.
- Anche Yu all'inizio aveva le tue stesse reazioni. Non voleva parlarne, ma
farlo e basta. - assunse un'aria pensierosa - Anche adesso è così, però prima
era più teso e non voleva farlo tanto, ora è addirittura lui a venirmi a
cercare. -
Lavi sembrava compiaciuto e Allen si ricordò come era in fondo incominciata
quella storia. Perchè non si sarebbe lasciato andare a quel modo -probabilmente-
se la sua mente non fosse stata imbevuta delle immagini di Kanda che baciava
Lavi e Lavi che si lasciava dominare da lui. Quel pensiero, sul quale si
costringeva a rimuginare, era l'unico appiglio che potesse consolarlo, perchè la
maggior parte della colpa sarebbe stata comunque di Kanda e Lavi, non sua. Anche
se gli era piaciuto. Piaciuto fin troppo.
Sprofondò nel letto, non riuscendo a sopportare quel qualcosa che sapeva
chiamarsi scheletro nell'armadio; non era un rimorso, ma quasi.
- Lavi. Io ho visto te e Kanda. - scandì piano le parole - La sera del mio
ritorno dalla missione con Crowley. Nella stanza di Kanda. -
Lavi si strozzò con il sorso d'acqua che aveva preso per noia - Ci hai visti?
- era incredulo: gli ci era voluto poco per collegare i vari elementi, sapeva
che Allen era rientrato tardi e sapeva che lui aveva passato tutta la notte
nella stanza di Yu - Ci hai spiati! - si corresse.
- No! -
Il ghigno di Lavi era poco rassicurante - Allora ti eccita guardare? -
- Certo che no! -
- Perchè sei venuto ad aprire la porta allora? -
- La porta era già aperta e si sentiva tutto. -
- Non ti devi giustificare. -
- Non mi sto giustificando! -
Allen vide Lavi scoppiare in una genuina risata e sentì avvicinarsi come
conseguenza i passi furiosi della capo infermiera. Ma non gli dispiacque
l'espressione che l'altro aveva assunto per rispondergli, anche se questa
possibilità gli venne preclusa dalla donna decisa a trascinarlo fuori
dall'infermeria trascinandolo per un orecchio.
Un'altra missione con Crowley ed Allen aveva compreso che Komui voleva
mettere a dura prova le sue capacità psichiche, già ridotte all'osso. Ovviamente
ritornarono tardi ancora una volta ed ovviamente dovette passare il viaggio
sveglio a sorbirsi i gemebondi lamenti del compagno che implicavano delle
balbettate scuse per essere stato la causa che aveva fatto perdere loro il treno
precedente. Ebbe uno sgradevole senso di déjà-vu passando davanti alla sala
comune affollata di scienziati in bilico tra la coscienza e il coma, tuttavia si
limitò ad affrettare il passo e si lasciò alle spalle il forte aroma di
caffè.
I suoi passi risuonarono lungo i corridoi vuoti, ma era tranquillo, grazie al
Finder e ad una solenne promessa di Reever era quasi sicuro di non girare
l'angolo ritrovandosi di fronte ad un Komurin sul piede di guerra.
Poi arrivò lì. Se l'era aspettato e si era deciso a mantenere lo sguardo
basso, fisso sul pavimento, ma non riuscì. Con un movimento impercettibile del
capo sollevò lo sguardo e la vide: la porta aperta. Inarcò le sopracciglia e non
pensò perchè fosse socchiusa, nè chi l'avesse incautamente lasciata così; sapeva
che Kanda e Lavi erano in missione, ma ciò non gli impedì di arrossire.
Inspirò a pieni polmoni ed espirò con lentezza, sentendo l'agitazione
scivolare via. Era tardi, doveva soltanto andare nella sua stanza per riposare.
Eppure, passando davanti alla stanza, la sua attenzione fu calamitata da quel
sottile spiraglio dal quale potè scorgere la finestra: sì, decisamente il
panorama di cui godeva Kanda era migliore rispetto a quello a cui si era
abituato lui. La luna era naturalmente lì.
- Vedi Yu? Lo eccita spiare! -
Allen sussultò sentendo quella voce emozionata soffiargli contro l'orecchio,
poi un paio di mani lo spinsero dentro alla camera. Sentì un'altra voce dopo
essere stato costretto sul letto sotto il peso di due corpi.
- Stupido coniglio, vai a chiudere a chiave quella dannata porta! -
About The Doppler Effect
Fine della storia. Ho scoperto solo ora che è praticamente nonsense e scritta
solo al fine di vedere questi tre fare gli idioti, specialmente Allen.
All'inizio era a rating rosso, ma era troppo difficile prenderli assieme.
Rimedierò. Forse. Non so.
Quest'ultimo capitolo è troppo buttato lì? Ve lo chiedo perchè dal capitolo 3
questa fan fiction già non mi convinceva più XD Sono un caso disperato,
perdonatemi. Ho comunque voluto concludere, perchè rischiavo di non pubblicare
più se continuavo a cancellare e riscrivere. Dunque se vi sembra che sia
un'accozzaglia di cose senza senso penso che abbiate ragione. Vi ho deluso?
Pazienza.
Io ritornerò prossimamente -è una minaccia- con non so che cosa, ho tante
idee ma poca voglia concreta di buttarle giù. O sono troppo difficili o sono
totali idiozie come questa.
Ringrazio chi ha commentato, letto, messo in preferiti, sfavoriti, seguiti,
inseguiti e balle varie, se siete arrivati fin qui vuol dire che per lo meno un
po' vi ho incuriositi. Per festeggiare la fine del capitolo ho messo un'immagine
doppia, dato che non sapevo decidermi (sono indecisaaaaa
°A°)