Capitolo
4.
«Te
ne rendi conto che è assurdo quello che mi stai chiedendo di
fare!»
Sbraitai per l'ennesima volta. Io e Vanessa stavamo litigando da
più
di un'ora e la cara sorella mi voleva costringere a venire con lei
all'appuntamento con Davide e nel caso di qualche difficoltà
nell'approccio con il maschio, io sarei dovuta intervenire, nel senso
che io e mia sorella ci saremmo dovute dare il cambio.
«Potevi
rifiutare fin dal principio.» Replicò lei con
indifferenza dando
più importanza alle sue unghie.
«Perdonami
se non mi hai dato possibilità di scegliere.»
Risposi io usando il
suo stesso tono. Quanto mi dava fastidio che lei usasse
un'indifferenza così nei miei confronti!
«Quindi
non mi aiuti.» Concluse uscendo dalla stanza, sbattendo la
porta.
Era
molto meglio così. Non ero mica la sua schiavetta personale
che per
ogni cosa che lei mi chiedeva, io dovevo rispondere di sì.
Non era
assolutamente giusto, ma forse non era il caso di litigare
così per
un ragazzo. Mi ero promessa che non avrei mai litigato neanche con la
mia migliore amica per amore, perché i ragazzi vanno e
vengono
mentre le amiche, beh quelle rimangono.
Mia
sorella era per me un'amica, una sorella, una rivale ma non potevo
non farle questo torto. Questa volta non l'avrei aiutata
però avrei
assistito al suo appuntamento, per vedere che cosa avrebbe combinato.
Il
giorno successivo mentre stavo lottando come una dannata contro il
mio ciuffo ribelle che non voleva diventare liscio, sentii urlare
come non mai Vanessa dalla stanza. Preoccupata, andai subito a
controllare e vidi Vanessa che era arrabbiata e non poco. Aveva
ancora il cellulare in mano e la forza con cui stringeva il
rettagolino nero, mi fece capire che probabilmente stava parlando con
Davide e che questo gli aveva dato buca.
«Perché
si comporta così?» Sussurrò.
«Perché?»
Aveva
gli occhi lucidi e io mi sentivo così in colpa, dannazione a
quel
playboy. Perché non aveva detto a Vanessa direttamente la
verità
invece di fingere di provare un interesse per lei?
Cosa
le dovrei dire in questo momento? Dirle la verità
così magari si
sarebbe dimenticata di Dave oppure continuare ad insistere e sperare
in un lieto fine?
Io
vorrei non dire niente, non ancora per lo meno. Speravo ancora in un
lieto fine, però se pensavo a quello, mi veniva una rabbia!
Sospirai
e mi arresi. Decisi di aspettare di dirle il mio pensiero e di
aiutarla, anche se avevo un gran brutto presentimento per quella
giornata.
«Ti
accompagno, ma non ti assicuro niente.» Le dissi pacatamente,
sorridendo.
«Ma
lui non vuole!» Urlò. «Ha detto che
è occupato.»
«Andiamo
a casa sua o meglio, tu vai a casa sua.»
«Sei
andata a casa sua?» Domandò sbalordita. Le
raccontai che il suo
caro Davide mi aveva dato buca, io infuriata come non mai ero andata
a casa sua, le raccontai la scommessa che avevamo fatto e «Mi
aveva
promesso che..Ehi!» D'un tratto la memoria mi
tornò come un fulmine
a ciel sereno. Perché diamine aveva dato buca a Vanessa!
Forse
c'era un motivo valido, perché non dovrebbe mantenere una
stupida
promessa? Forse per il semplice fatto che Vanessa non la considerava
così importante.
«Cosa
ti aveva promesso?»
«Che
sarebbe uscito sempre con la sottoscritta, però se ti ha
chiamata
dicendo che non può, ciò significa che ha avuto
dei problemi.»
Ipotizzai.
Vidi
il volto di Vanessa sbiancare di un colpo : «N-no-non
può essere!»
Alzai
le spalle : «Andiamo a controllare, allora.»
Suggerii.
E
così facemmo, andammo subito a casa di Davide,
cioè Vanessa andò a
casa del playboy. Purtroppo, però mi dovetti attenere al
piano di
mia sorella, ero identica, spiccicata a lei.
«A
casa non c'è.» Disse con tono piatto.
Immaginai
che Davide fosse al campo di basket a giocare, ma neanche
lì, ci fu
una sua traccia. A quanto pare, quando lui era uscito di casa, era
uscito senza dire neanche una parola.
Forse
era il caso che io tornassi a casa, magari lui era in giro per la
città e se beccava me e mia sorella insieme, era un bel e
grosso
problema.
«Dividiamoci!»
«Che?»
«Ho
detto che ci dividiamo, chi trova per prima Dave, esce con lui.
Intesi?»
Avevo
già capito tutto e già mi sentivo che l'avrei
trovato io, non era
che volessi averlo a tutti i costi ma era uno strano presentimento,
il mio.
«Ciao
Vanessa.» Disse sorpreso Davide che magicamente me lo trovai
a
qualche passo di casa. Fortuna che io e la vera Vanessa ci eravamo
separate, già mi veniva l'ansia a pensare a che cosa sarebbe
successo.
«Perché
non eri a casa oggi, dovevamo uscire.» Gli spiattellai
direttamente
la frittella, fare tante storie per una sciocchezza del genere era
semplicemente una perdita di tempo.
«Dovevamo.
Non ne avevo voglia.» Rispose lui con tranquillamente. Oh,
perfetto
questo individuo aveva appena firmato la sua condanna di morte alias
omicidio.
«Tu.l'.avevi.promesso.»
Spiegai a rallentatore, cercando di pronunciare ogni santa lettera di
ogni parola.
«Sei
arrabbiata?» Domandò sfacciatamente.
«Infuriata!»
Gli risposi facendo un passo in avanti, poi lo presi per il colletto
della sua camicia bianca e gli dissi : «Smettila di prendermi
per i
fondelli o giuro che ti faccio fuori!» Sì lo stavo
minacciando,
finalmente potevo dirgli quello che pensavo, non pensavo alle
conseguenze anche perché sarebbero stati problemi di mia
sorella e
non miei.
Ero
consapevole che non era giusto ma non era neanche giusto lasciarmi
corteggiare al suo posto il ragazzo che le piaceva, no?
Volevo
spaventarlo o almeno fargli capire che facevo sul serio, ma lui mi
scoppiò a ridere in faccia : «Sei unica!»
«E'
un complimento?» Domandai io.
«Certo.»
«E
la risata?»
«Anche.»
«Quanto
mi stai prendendo per il culo.» Affermai infine.
Continuammo a
bisticciare per un po' di tempo, finché non decisi di
chiamare mia
sorella e di darle il cambio.
Non
ce la facevo più a sopportarlo. Okey, sto mentendo,
ultimamente
trovavo la sua compagnia molto piacevole o almeno più
piacevole
rispetto al primo incontro ma questo non significava che avrei fatto
salti mortali per lui. Lui apparteneva a mia sorella gemella. Punto e
basta.
Con
una scusa mi allontanai e feci andare Vanessa da Dave. L'idea di
tornarmene a casa vagava nella mia testolina ma ero curiosa come
andavano quei due. Sicuramente benissimo. Dave si divertirà
a
stuzzicare mia sorella e lei che non era mai stata permalosa non se
la prenderà e continuerà a stare a giochi
infantili di lui. O
almeno io avrei fatto così.
Cazzo.
Se
non andasse così?
Scelsi
controvoglia di seguirli a mio rischio e pericolo, forse era il caso
di travestirsi...ma dove cavolo andavo un cappotto e un capello in
piena estate?
«Allora
che mi dici di nuovo?» Iniziò Vanessa a parlare,
molto ma molto
timidamente. Andavamo bene, un totale disastro.
«Eh?»
Appunto.
«Niente.»
Disse Vanessa agitando le mani e con il viso completamente arrossito.
Lui le si avvicinò e le toccò la fronte :
«Non ti senti bene?»
Già
vedevo i cuoricini negli occhi di mia sorella, non mi sorprenderei se
svenisse davanti a lui.
«No
sto benissimo.» Rispose in modo razionale, credo.
Dave
era ancora molto vicino a mia sorella e le annusò
leggermente il
collo : «Come hai fatto a cambiare profumo così
velocemente?»
Domandò.
Cacchio
i profumi!
Cavoli
se ci fossi stata io al posto di Vanessa gli avrei detto : «Perché
tu sei uno che ne capisce di profumi, non ho cambiato niente!»
Mi
fece tanta tenerezza vedere mia sorella così debole e
fragile
davanti a lui, non riusciva ad essere se stessa, si notava che era
nervosa, impacciata e forse questo l'aveva notato anche Davide.
Quei
due rimasero in silenzio finché decisero di andare in
gelateria. Era
rischioso per me entrare così rimasi fuori ad aspettarli.
Appena
entrambi uscirono con un gelato in mano, sentii una mano toccarmi la
spalla non potei sussultare e spaventarmi e uscire, dunque allo
scoperto.
Ero
nascosta da un giornale gigantesco che speravo mi nascondesse il
volto ma appena cadde, vidi con la coda dell'occhio che sia mia
sorella che Dave stavano guardando verso la mia direzione.
Sbiancai
di colpo.
«Du-due
Vanesse?!» Esclamò Davide.
«Mi
scusi signorina, le volevo darle il portafoglio che le era caduto
dalla borsetta.» Mi disse un signora porgendomi il
portafoglio.
«G-grazie
non me ne ero neanche accorta. Grazie ancora!» Cercai di
essere
indifferente e fare finta che niente fosse successo.
Quindi
con una percentuale di ingenuità assoluta cominciai, con
passo molto
ma molto svelto, a dirigermi verso casa.
«Aspetta!»
La voce di Davide mi arrivò all'orecchio e non potevo non
scappare.
Cominciai a correre ma con queste dannate ballerine non si era
affatto comodi. Mi prese per il polso : «Ehi, voglio sapere
cos'è
questa pagliacciata.»
L'aveva
definita pagliacciata, beh forse era davvero questo il nome giusto.
Intanto
anche mia sorella ci aveva raggiunti. Decidemmo di allontanarci e di
stare un po' da soli, io, lui e mia sorella.
«Chi
è Vanessa?» Domandò per la centesima
volta.
Entrambe
sia io che Nessie rispondevamo : «Io sono Vanessa
Galli.»
«Smettetela!
Una è Amanda e l'altra è Vanessa. Solo che io non
riesco a
distinguervi! Accidenti!» Disse in tono adirato e borbottando
qualcos'altro.
Forse
era arrivato il momento di parlare e di smettere davvero questa
farsa. Stavo per parlare ma mia sorella mi precedette : «Io
sono la
vera Vanessa e lei è mia sorella gemella Amanda. La ragazza
che hai
frequentato in questi ultimi tempi è lei e non io. Prima che
tu
possa dire qualcosa ti dico che se ho fatto questo è
perché davvero
tengo moltissimo a te.» Le sue parole furono decise piene di
sentimento e mi sentii fiera ad avere una sorella che finalmente
decise di parlare e di chiarire tutto. Pensavo che Davide, notando
questo gesto di grande sincerità dicesse qualcosa di gentile
e
romantico e invece fece tutt'altro e rispose molto ma molto
sgarbatamente : «Se come dici tu io ero importante non
avresti mai
permesso a tua sorella di sostituirti.» Disse freddo.
«Non
volevo che ti fidanzassi con un'altra, non credevo che iniziassi a
provare un interesse per un'altra che non ero io.»
«E'
successo.»
«C-co-cosa?»
Domandò lei.
«Che
provo un interesse per un'altra ragazza!»
In
quel momento scoppiai, e non poteva dirlo prima! Idiota, stupido di
un ragazzo che non era altro! Cosa doveva aspettare? L'ispirazione
divina?
Presi
parola e cominciai ad attaccarlo, puntandogli il mio indice. Era vero
anche noi eravamo colpevoli ma lo eravamo anche a causa sua, se ci
avesse, se avesse detto a Vanessa che provava già qualcosa
per
un'altra, tutto questo non sarebbe successo.
«Sei
uno stupido, che non capisce un'acca!» Gli urlai
«Come fai a non
capire quanto una persona possa essere disposta a fare per
amore!»
Lui
mi sorrise e disse : «Anche tu l'hai fatto per amore di tua
sorella
vero?»
«Non
rigirare la frittella, che non è il caso.»
«Ti
piace Amanda, giusto?» La voce di mia sorella si fece,
stranamente,
sentire per tutto il parco facendo un eco.
«Ho
promesso che ci saremo frequentati.» Aggiunse lui.
«Ehi,
ehi. Frena, guarda che io sono già fidanzata!» Mi
inventai subito.
Non poteva succedere, non doveva succedere. Vanessa mi avrebbe preso
a sprangate se Davide dovesse prendere una specie di interesse nei
miei confronti.
«Con
chi?» Domandarono curiosi entrambi.
«Non
sono affari che vi riguardano e in ogni caso a me non interessi caro
Dave, quindi prenditi Vanessa e amoreggiate!»
«A
me interessa una ragazza di nome Amanda.»
«Ti
sto rifiutando.» Dissi con tono piatto «Che
differenza fa io o lei,
siamo identiche!»
«Non
è vero, tu sei tu. Lei è lei.»
Voleva
avere ragione a tutti i costi ma io non potevo permettere di dargli
ragione, che figura ci avrei fatto con mia sorella.
Ammetto
che qualche volta provi un interesse per lui ma non era abbastanza,
tale da permettermi di uscire con lui. Non volevo fare un torto alla
mia sorella.
«Davide
ti piace mia sorella sì o no? Sincero.» Forse era
meglio concludere
così questa storia e lasciare che Vanessa sentisse il vero
pensiero
di Davide.
«No.»
La
sera stessa feci le valigie e decisi di tornare a casa, anche
perché
se fossi rimasta - cosa che era meglio non fare - avrei litigato con
Vanessa e probabilmente stando ancora qui, Davide avrebbe insistito.
Mentre
mio padre mi stava accompagnando in aeroporto in macchina Vanessa
disse : «Credevo davvero che fosse quello giusto.»
«Lascialo
in pace! Quello è un playboy non ti merita! Mi ha fatto
diventare
scema a stargli dietro, ha un caratteraccio, poi!» Cercavo di
evidenziare i suoi difetti per farla sentire meglio ma non fu
così.
Il
viaggio in auto fu breve e ci dovemmo salutare. «Mi
raccomando, non
chiamarmi mai più per un caso così. E
specialmente per uno così!»
Non
volevo credere che avevo fatto un'esperienza del genere sembrava che
tutto fosse un sogno, era troppo strano che fosse così
reale. Che io
avessi una gemella che poi l'avessi dovuta sostituire per fare
innamorare il ragazzo che le piaceva.
Era
roba da commedie questa!
«Amanda
tutto bene?» Aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai in una
stanza
bianca e avevo un dolore fortissimo alla testa.
Poi
a fianco mi ritrovai «Davide!» Urlai scandalizzata
«Ma, ma tu non
dovevi essere con mia sorella Vanessa?»
«Vanessa?»
Ripeté lui confuso. «Amore chi è
Vanessa?»
«Ma
mia sorella gemella!»
«Amore
tu non hai sorelle. Forse ti sei confusa con Serena ma lei è
mia
sorella!»
«Amore?»
Ripetei io confusa.
«Credo
che la tua botta alla testa ti abbia dato delle strane allucinazioni.
Sai hai dormito per più di due giorni.»
«Non
capisco.»
Improvvisamente
mi ritrovai i miei genitori che entrarono in camera e mi chiesero
come stavo. Però ancora non riuscivo a capire cosa stesse
realmente
succedendo.
«Hai
avuto un'incidente mentre stavi andando in macchina. La strada era
bagnata, fortunatamente non ti è successo niente ma hai
avuto tutta
fortuna.»
Sospirai
sollevata, cavoli credevo davvero di essere in quella storia
così
strana. «Da quanto stiamo insieme?» Gli domandai.
«E
poi le ragazze sono quelle che si ricordano tutto eh?»
«Non
sono una ragazza normale.»
«Beh
questo è vero, se fossi venuta con me in macchina non
saresti qui in
ospedale sai?»
«Mi
accusi che io non sappia guidare.»
«Giammai
vostra signoria, comunque non riesco a capire chi è questa
Vanessa.
L'unica che mi viene in mente è quella Vanessa di quel film
che
avevamo visto la sera prima che tu facessi l'incidente, sai.»
Iniziai
a ricordare, venerdì sera Davide era venuto a casa nostra,
poi tutti
insieme, me lui e la mia famiglia avevamo deciso di guardare un film.
La sera io Dave avevamo avuto un piccolo litigio e per questo che la
mattina dopo non volli andare con lui a scuola sebbene non ero un
asso a guidare con la strada a bagnata, anche perché avevo
la
patente da poco.
Mi
complimentavo con me stessa, la mia testolina aveva creato un lavoro
del genere. Wow.
Appena
raccontai del sogno che avevo fatto a Davide, lui mi rise in faccia
dicendo che avevo una carriera da scrittrice o regista.
Chi
lo sa, magari, perché no.
Pasticci
d'amore? Nah! Erano pasticcini del mio cervello.
The
End.
N/A:
Salve. Che finale eh? Beh, onestamente non avevo pensato ad un vero
finale per questa storia. Perché se avessi continuato con le
avventure di queste due, la storia finiva nel banale, cioè
che
Davide si innamorava di Amanda. Ho voluto essere originale ecco. E
poi avevo già in mente che per questa storia i capitoli
sarebbero
stati pochi, anzi pochissimi. Per quanto riguarda l'altra storia
'Beautiful Disaster'. Arriverà. Fra un po' iniziano le
vacanze,
quindi qualcosa riuscirò a scrivere :)
Ancora
grazie per la pazienza.
Un
bacione
Alyna
(ex PiccoloKoala.)
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