Little
darling, it's been a long cold lonely winter Little darling, it feels
like years since it's been here Here comes the sun, here comes the sun
And I say it's all right
- ti ha detto “non voglio sapere niente, sei
licenziata”????? – chiede allibita Cassie.
- sì! – sussurro io, ancora più
allibita di lei.
- e tu cosa le hai risposto?
- me ne sono andata.
- ragazze, perché stiamo parlando a bassa voce? –
chiede Meg. Supponendo che siamo nel giardino nel retro della casa, che
sia luglio e sono tutti già in vacanza, non abbiamo proprio
nessuno da cui nasconderci. Anche perché Dave dorme in casa
e non credo possa sentire fino a qui.
- non lo so, ma nessuno ci deve sentire – borbotta Cassie,
guardandosi intorno, come se stessimo vivendo in un film di spionaggio.
- comunque, finita con la mia sventura... e a parte il fatto che non ho
lavoro fino a settembre... MEG? Ci devi raccontare qualcosa tu?
– chiedo enfatizzando l’ultima domanda.
- sssssssshhhhhhh!!!!! ....comunque no – esclama come se
fosse stata scoperta. Allora vedi che avevo ragione a parlare a bassa
voce?
- e cosa aspetti? Che nasca? – le dico sarcastica.
- conosci un modo per camuffare la pancia fino ad allora? –
domanda seria, con gli occhi pieni di speranza. La guardo torva. Non lo
conosco e non voglio conoscerlo. – ok, scherzavo, ma scusami,
consigliami. Tu come l’hai detto a Jimmy?
Non è stato bello. Ricordo benissimo che i litigi sono
cominciati da allora. Prima eravamo la coppia più bella del
mondo, compreso il e ci dispiace per gli altri. Poi un bel giorno me ne
esco con la tipica frase “sono in cinta” e da
lì la coppia più bella del mondo è
scomparsa per fare posto a siamo la coppia più scoppiata del
mondo. Racconterò a Meg un altro giorno la storia triste che
c’è dietro, prima di terrorizzarla del tutto.
- meglio lasciare perdere...
- Cassie, tu cosa faresti al posto mio? Cosa diresti a Matt?
– chiede Meg sbattendo le palpebre velocemente.
- non mi parlare di figli per carità. Già quel
poveretto sta in guerra, pensa te se vuol sentire parlare di figli. Mi
usa come minimo come bersaglio... – commenta Cassie
discolpandosi di qualsiasi cosa. Lo so che ora Meg torna
all’attacco. Infatti, in meno di tre secondi si rigira verso
di me incrociando le mani pregandomi.
- ti prego aiutami!!!
- mica posso dirlo io a Chad! Meg... devi prenderti le tue
responsabilità!
- e se faccio andare a vivere Jimmy con Chad? Se lo rimando a Boston?
– chiede speranzosa. Sta adottando la tattica della
compravendita. Ammetto che la proposta è molto allettante.
- non riuscirai a comprarmi in questo modo – mi impongo io.
– però mi è venuta in mente
un’idea...
- pss, pss, sveglia – sussurro nell’orecchio di
Dave. L’ho trovato che dorme abbracciato al gatto, che nel
frattempo cerca di dimenarsi stritolato dalle sue manine;
chissà quanti calci gli ha dato nel sonno. E poi se non lo
sveglio adesso non dormirà stanotte. E io voglio dormire di
notte. Lascio andare Sushi che appena liberato corre
all’impazzata lontano da Dave soffiando terrorizzato.
- perché mi hai svegliato? – chiede con voce
assonnata.
- vai da Chad, digli che vuoi andare alle giostre e che ci vuoi andare
solo con lui o con Meg
- perché? – chiede curioso. Insomma Dave,
è per una giusta causa.
- e digli che se non ti porta lui ti metti a piangere... –
cerco di sviare la spiegazione.
- ma io ci voglio andare con papà – si mette a
lagnare. No, con papà no. Poteva almeno dire “ci
voglio venire con te mamma” non con Jimmy. Questa non posso
accettarla.
- se lo fai, ti faccio un bel regalo – gli propongo. So come
comprare i bambini, infatti subito gli si illuminano gli occhi. Questa
è anche un’occasione per sabotare la
felicità di Jimmy. Eheheh.... rido sotto ai baffi
– anzi ti porto al negozio di giocattoli e scegli tu il
regalo che vuoi.
- sìììì!!! –
esclama contento.
- allora ripetiamo insieme... tu ora scendi da Chad e gli dici....
- Chad, mi porti alle giostre?
- ma scusa Dave, non disturbare Chad, ti porto io alle giostre
– interviene quel Jimmy del cavolo, da bravo papà
supereroe. Dave si gira a guardarmi titubante e fa il labbrino quando
vede il mio sguardo truce. So che vuole tradirmi andando alle giostre
con il supereroe. Ci pensa un attimo. Gli punto il dito contro e il mio
sguardo parla da solo.
- no... io ci voglio andare con Chad – dice subito dopo.
Bravo bambino, come ti ho educato per bene. Alla faccia di Mister
“sono il papà dell’anno ma vengo a
vedere mio figlio solo una settimana all’anno”.
Tiè! Penso mentre esprimo il mio compiacimento con
un’espressione maligna.
- ma lascia stare Chad, ti porto io – insiste Jimmy. Ancora
eh. Se non si fa i fatti suoi, mi tolgo una scarpa e gliela lancio
dritta in faccia.
- ma se il bambino vuole andare con Chad perché non
mandarcelo? – intervengo io sotto uno sguardo infastidito di
Jimmy. – d’altronde vede più spesso Chad
di te. – ci tengo a sottolineare la sua assenza. Sempre e
comunque.
- ragione in più per andarci con me. – ribatte
Jimmy in tono di sfida.
- sì dai, non c’è problema –
interviene prontamente Meg – sarà divertente, vero
Chad?
- sì certo, vieni campione – risponde subito lui.
Io e Cassie osserviamo attentamente la sua espressione, e non sembra
finta. Potrebbero esserci buone possibilità. Per almeno il
45%. Oh, devo smetterla di fare continuamente statistiche.
- a che ora lo riportiamo? – chiede Meg, trattenendosi da una
risata isterica. È da Meg non saper fingere, al che realizzo
che l’unico bravo attore qua è mio figlio.
- lo veniamo a prendere noi a casa tua stasera – rispondo con
determinazione io – noi tutti dobbiamo andare da una parte...
- che parte? – chiede Jimmy da bravo guastafeste. Ovvio, non
avevo pensato anche alla sua curiosità. Cerco di
comunicargli il sotterfugio attraverso il mio sguardo, ma con scarso
successo. In realtà questo aumenta soltanto i suoi dubbi
sulla mia stabilità mentale. Ma d’altro canto
dovrebbe conoscere i miei sbalzi di fantasia.
- da una parte! – ripeto io.
- sì dobbiamo andare a... – interviene Cassie e
anche lei non sa cosa dire – a... beh comunque è
tardissimo, dobbiamo andare... e anche voi! – comanda
spingendo fuori casa l’ignaro, l’attore e la
sincera. Appena chiude la porta, Jimmy guarda me e Cassie scuotendo la
testa, poi finalmente sbotta.
- si tratta di un vostro piano vero?
- sì e ora vattene. Deve venire quello di ripetizioni
– sbotto tutto d’un fiato, cacciando di casa anche
lui.
Porto i libri al piano di sotto, mentre Sushi mi guarda truce. Lo so
che vuole mangiare, ma è già troppo obeso, non
può ridursi ad essere una mongolfiera.
- no è inutile che mi guardi in questo modo – gli
dico guardandomi allo specchio e sistemandomi un attimo, poi appoggio i
libri sul tavolo.
- con chi parli? – chiede una voce. Sussulto un attimo, poi
mi giro a guardare. Sulla porta c’è Nick, il mio
alunno. Lo so, lo so, mi sono sistemata allo specchio e non so neanche
io che motivo ci sia, lui ha solo diciott’anni, ma giuro che
è bello. Molto bello. Se avesse qualche anno in
più... no vabbè, di sicuro farei la stessa
figuraccia che ho fatto con Alexander e di conseguenza non lo rivedrei
mai più. Ok per l’ennesima volta gli ormoni stanno
parlando al posto mio. Non iniziamo bene la lezione.
- con il gatto – commento grattandomi la testa imbarazzata.
Lui e i suoi occhioni azzurri si avvicinano.
- ah brava prof... sai che mia madre prende degli psicofarmaci
eccezionali? Se vuoi ti faccio consigliare...
- ah ah simpatico. Adesso rido io quando tu farai gli esercizi sulle
derivate, voglio proprio ridere.
- sei una prof cattiva. – si incupisce mentre si siede.
Ebbene sì. Faccio ripetizioni di matematica. Anche questo
non ha niente a che fare con i miei studi di ingegneria edile.
- impari a studiare durante l’anno, così non mi
vedrai mai più durante l’estate
- mi dispiacerebbe non vederti – dice con voce ammaliante
guardandomi con quegli occhioni attraenti. Abbasso immediatamente lo
sguardo e fingo di non aver sentito mentre sono intenta a trovare la
pagina nel libro che parli di derivate. Non vorrei che
l’ormone più pazzo agisse al posto mio.
– dov’è Dave? – cambia subito
discorso.
- con una mia amica al parco – se sapesse perché e
per come mi prenderebbe anche lui per una pazza, già mi ha
consigliato degli psicofarmaci. Spero che Jimmy non passi da qui in
questa ora. Io l’avevo avvertito, ma non si sa mai. Non
voglio che Nick lo veda. Saprà sicuramente
dell’esistenza di un padre di questo povero bambino, ma mica
voglio che sappia che si aggira per la città. Cerco a
spiegare nel miglior modo che le derivate delle funzioni composte vanno
risolte tutte insieme. Anche io ai miei tempi ci avevo messo secoli.
- com’è la tua amica?
- impegnata, questo è sicuro e se non vuoi una botta in
testa è meglio che ti metta subito a studiare!
Appena finisco le ripetizioni, io e Cassie andiamo a prendere Dave a
casa di Meg e Chad.
Ormai si sta quasi facendo buio, quindi spero che sia abbastanza stanco
da addormentarsi subito stasera, così, prima si addormenta,
prima mi levo di mezzo Jimmy. Entriamo furtive in casa, per spiare la
situazione. Meg è ai fornelli e Chad sta dando da mangiare a
Dave.
- dai Dave, manca un solo boccone – sorride e scherza.
- ma che bella famiglia! – esclama Cassie intenzionalmente.
- sul serio, lo volete? Ve lo regalo, non scherzo! Mangia poco, dorme
tanto, non rompe neanche le scatole, non è male... vero
David? – scherzo io, con Dave che dissente - comunque...
cos’avete fatto di bello oggi?
- siamo andati sul bruco, poi sulle macchine, poi sugli autoscontri,
poi, e poi, Chad mi ha comprato lo zucchero filato – dice
Dave tutto contento.
- ah che bello – esclamo, quando in realtà
immagino di mangiarlo io lo zucchero filato. Faccio desideri su cibi
neanche fossi io quella incinta – bravo Chad, ma lo
sai che ci sai proprio fare con i bambini? Sembra che Dave si sia
divertito molto... – gli dico, mentre si alza a sparecchiare.
È anche un bravo uomo di casa.
- grazie Ally... sentito Meg? Sono bravo! – si loda da solo
andando a disturbarla.
- sono in cinta – risponde lei. Noi la guardiamo tutti
sconvolti. Io non intendevo proprio questo come modo per dirglielo, e
poi non davanti a noi. Certo che anche Meg... guardiamo spaventate e
allo stesso tempo curiose la faccia di Chad. È peggio della
nostra. È sbiancato.
- cosa?
- sono in cinta! – ripete Meg con un abbozzo di sorriso.
- scusate... – farfuglia Chad appoggiandosi al bancone della
cucina – non mi sento bene – e poi cade in terra.
Svenuto.
|