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Autore: raimoldatolda    22/12/2011    0 recensioni
Tutto nasce da "un'estate al mare" e questo è il secondo seguito dopo "se son normali non le vogliamo"
-storia già pubblicata ma cancellata per sbaglio -
Allyson ora ha 23 anni, altri disastri combinati, altre avventure da affrontare e altra comicità. Sempre al seguito di Cassie, Meg e tutti gli altri, o quasi.
dal 2°capitolo:
- ma quand’è che te ne vai? Domani?
- mi dispiace per te, ma sono stato espulso per cinque giornate.
- ah benissimo, cinque giornate, cinque giorni, così te ne vai la prossima settimana...
- non conosci bene il calcio, cinque giornate significa cinque settimane... – dice. Mi volto di scatto verso di lui.
- stai scherzando?
- ti piacerebbe
- sì mi piacerebbe – rispondo a tono continuando a guardarlo intensamente.
- beh comunque no.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Surfin' USA'
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Little darling, it's been a long cold lonely winter Little darling, it feels like years since it's been here Here comes the sun, here comes the sun And I say it's all right





- ti ha detto “non voglio sapere niente, sei licenziata”????? – chiede allibita Cassie.
- sì! – sussurro io, ancora più allibita di lei.
- e tu cosa le hai risposto?
- me ne sono andata.
- ragazze, perché stiamo parlando a bassa voce? – chiede Meg. Supponendo che siamo nel giardino nel retro della casa, che sia luglio e sono tutti già in vacanza, non abbiamo proprio nessuno da cui nasconderci. Anche perché Dave dorme in casa e non credo possa sentire fino a qui.
- non lo so, ma nessuno ci deve sentire – borbotta Cassie, guardandosi intorno, come se stessimo vivendo in un film di spionaggio.
- comunque, finita con la mia sventura... e a parte il fatto che non ho lavoro fino a settembre... MEG? Ci devi raccontare qualcosa tu? – chiedo enfatizzando l’ultima domanda.
- sssssssshhhhhhh!!!!! ....comunque no – esclama come se fosse stata scoperta. Allora vedi che avevo ragione a parlare a bassa voce?
- e cosa aspetti? Che nasca? – le dico sarcastica.
- conosci un modo per camuffare la pancia fino ad allora? – domanda seria, con gli occhi pieni di speranza. La guardo torva. Non lo conosco e non voglio conoscerlo. – ok, scherzavo, ma scusami, consigliami. Tu come l’hai detto a Jimmy?
Non è stato bello. Ricordo benissimo che i litigi sono cominciati da allora. Prima eravamo la coppia più bella del mondo, compreso il e ci dispiace per gli altri. Poi un bel giorno me ne esco con la tipica frase “sono in cinta” e da lì la coppia più bella del mondo è scomparsa per fare posto a siamo la coppia più scoppiata del mondo. Racconterò a Meg un altro giorno la storia triste che c’è dietro, prima di terrorizzarla del tutto.
- meglio lasciare perdere...
- Cassie, tu cosa faresti al posto mio? Cosa diresti a Matt? – chiede Meg sbattendo le palpebre velocemente.
- non mi parlare di figli per carità. Già quel poveretto sta in guerra, pensa te se vuol sentire parlare di figli. Mi usa come minimo come bersaglio... – commenta Cassie discolpandosi di qualsiasi cosa. Lo so che ora Meg torna all’attacco. Infatti, in meno di tre secondi si rigira verso di me incrociando le mani pregandomi.
- ti prego aiutami!!!
- mica posso dirlo io a Chad! Meg... devi prenderti le tue responsabilità!
- e se faccio andare a vivere Jimmy con Chad? Se lo rimando a Boston? – chiede speranzosa. Sta adottando la tattica della compravendita. Ammetto che la proposta è molto allettante.
- non riuscirai a comprarmi in questo modo – mi impongo io. – però mi è venuta in mente un’idea...


- pss, pss, sveglia – sussurro nell’orecchio di Dave. L’ho trovato che dorme abbracciato al gatto, che nel frattempo cerca di dimenarsi stritolato dalle sue manine; chissà quanti calci gli ha dato nel sonno. E poi se non lo sveglio adesso non dormirà stanotte. E io voglio dormire di notte. Lascio andare Sushi che appena liberato corre all’impazzata lontano da Dave soffiando terrorizzato.
- perché mi hai svegliato? – chiede con voce assonnata.
- vai da Chad, digli che vuoi andare alle giostre e che ci vuoi andare solo con lui o con Meg
- perché? – chiede curioso. Insomma Dave, è per una giusta causa.
- e digli che se non ti porta lui ti metti a piangere... – cerco di sviare la spiegazione.
- ma io ci voglio andare con papà – si mette a lagnare. No, con papà no. Poteva almeno dire “ci voglio venire con te mamma” non con Jimmy. Questa non posso accettarla.
- se lo fai, ti faccio un bel regalo – gli propongo. So come comprare i bambini, infatti subito gli si illuminano gli occhi. Questa è anche un’occasione per sabotare la felicità di Jimmy. Eheheh.... rido sotto ai baffi – anzi ti porto al negozio di giocattoli e scegli tu il regalo che vuoi.
- sìììì!!! – esclama contento.
- allora ripetiamo insieme... tu ora scendi da Chad e gli dici....


- Chad, mi porti alle giostre?
- ma scusa Dave, non disturbare Chad, ti porto io alle giostre – interviene quel Jimmy del cavolo, da bravo papà supereroe. Dave si gira a guardarmi titubante e fa il labbrino quando vede il mio sguardo truce. So che vuole tradirmi andando alle giostre con il supereroe. Ci pensa un attimo. Gli punto il dito contro e il mio sguardo parla da solo.
- no... io ci voglio andare con Chad – dice subito dopo. Bravo bambino, come ti ho educato per bene. Alla faccia di Mister “sono il papà dell’anno ma vengo a vedere mio figlio solo una settimana all’anno”. Tiè! Penso mentre esprimo il mio compiacimento con un’espressione maligna.
- ma lascia stare Chad, ti porto io – insiste Jimmy. Ancora eh. Se non si fa i fatti suoi, mi tolgo una scarpa e gliela lancio dritta in faccia.
- ma se il bambino vuole andare con Chad perché non mandarcelo? – intervengo io sotto uno sguardo infastidito di Jimmy. – d’altronde vede più spesso Chad di te. – ci tengo a sottolineare la sua assenza. Sempre e comunque.
- ragione in più per andarci con me. – ribatte Jimmy in tono di sfida.
- sì dai, non c’è problema – interviene prontamente Meg – sarà divertente, vero Chad?
- sì certo, vieni campione – risponde subito lui. Io e Cassie osserviamo attentamente la sua espressione, e non sembra finta. Potrebbero esserci buone possibilità. Per almeno il 45%. Oh, devo smetterla di fare continuamente statistiche.
- a che ora lo riportiamo? – chiede Meg, trattenendosi da una risata isterica. È da Meg non saper fingere, al che realizzo che l’unico bravo attore qua è mio figlio.
- lo veniamo a prendere noi a casa tua stasera – rispondo con determinazione io – noi tutti dobbiamo andare da una parte...
- che parte? – chiede Jimmy da bravo guastafeste. Ovvio, non avevo pensato anche alla sua curiosità. Cerco di comunicargli il sotterfugio attraverso il mio sguardo, ma con scarso successo. In realtà questo aumenta soltanto i suoi dubbi sulla mia stabilità mentale. Ma d’altro canto dovrebbe conoscere i miei sbalzi di fantasia.
- da una parte! – ripeto io.
- sì dobbiamo andare a... – interviene Cassie e anche lei non sa cosa dire – a... beh comunque è tardissimo, dobbiamo andare... e anche voi! – comanda spingendo fuori casa l’ignaro, l’attore e la sincera. Appena chiude la porta, Jimmy guarda me e Cassie scuotendo la testa, poi finalmente sbotta.
- si tratta di un vostro piano vero?
- sì e ora vattene. Deve venire quello di ripetizioni – sbotto tutto d’un fiato, cacciando di casa anche lui.



Porto i libri al piano di sotto, mentre Sushi mi guarda truce. Lo so che vuole mangiare, ma è già troppo obeso, non può ridursi ad essere una mongolfiera.
- no è inutile che mi guardi in questo modo – gli dico guardandomi allo specchio e sistemandomi un attimo, poi appoggio i libri sul tavolo.
- con chi parli? – chiede una voce. Sussulto un attimo, poi mi giro a guardare. Sulla porta c’è Nick, il mio alunno. Lo so, lo so, mi sono sistemata allo specchio e non so neanche io che motivo ci sia, lui ha solo diciott’anni, ma giuro che è bello. Molto bello. Se avesse qualche anno in più... no vabbè, di sicuro farei la stessa figuraccia che ho fatto con Alexander e di conseguenza non lo rivedrei mai più. Ok per l’ennesima volta gli ormoni stanno parlando al posto mio. Non iniziamo bene la lezione.
- con il gatto – commento grattandomi la testa imbarazzata. Lui e i suoi occhioni azzurri si avvicinano.
- ah brava prof... sai che mia madre prende degli psicofarmaci eccezionali? Se vuoi ti faccio consigliare...
- ah ah simpatico. Adesso rido io quando tu farai gli esercizi sulle derivate, voglio proprio ridere.
- sei una prof cattiva. – si incupisce mentre si siede. Ebbene sì. Faccio ripetizioni di matematica. Anche questo non ha niente a che fare con i miei studi di ingegneria edile.
- impari a studiare durante l’anno, così non mi vedrai mai più durante l’estate
- mi dispiacerebbe non vederti – dice con voce ammaliante guardandomi con quegli occhioni attraenti. Abbasso immediatamente lo sguardo e fingo di non aver sentito mentre sono intenta a trovare la pagina nel libro che parli di derivate. Non vorrei che l’ormone più pazzo agisse al posto mio. – dov’è Dave? – cambia subito discorso.
- con una mia amica al parco – se sapesse perché e per come mi prenderebbe anche lui per una pazza, già mi ha consigliato degli psicofarmaci. Spero che Jimmy non passi da qui in questa ora. Io l’avevo avvertito, ma non si sa mai. Non voglio che Nick lo veda. Saprà sicuramente dell’esistenza di un padre di questo povero bambino, ma mica voglio che sappia che si aggira per la città. Cerco a spiegare nel miglior modo che le derivate delle funzioni composte vanno risolte tutte insieme. Anche io ai miei tempi ci avevo messo secoli.
- com’è la tua amica?
- impegnata, questo è sicuro e se non vuoi una botta in testa è meglio che ti metta subito a studiare!




Appena finisco le ripetizioni, io e Cassie andiamo a prendere Dave a casa di Meg e Chad.
Ormai si sta quasi facendo buio, quindi spero che sia abbastanza stanco da addormentarsi subito stasera, così, prima si addormenta, prima mi levo di mezzo Jimmy. Entriamo furtive in casa, per spiare la situazione. Meg è ai fornelli e Chad sta dando da mangiare a Dave.
- dai Dave, manca un solo boccone – sorride e scherza.
- ma che bella famiglia! – esclama Cassie intenzionalmente.
- sul serio, lo volete? Ve lo regalo, non scherzo! Mangia poco, dorme tanto, non rompe neanche le scatole, non è male... vero David? – scherzo io, con Dave che dissente - comunque... cos’avete fatto di bello oggi?
- siamo andati sul bruco, poi sulle macchine, poi sugli autoscontri, poi, e poi, Chad mi ha comprato lo zucchero filato – dice Dave tutto contento.
- ah che bello – esclamo, quando in realtà immagino di mangiarlo io lo zucchero filato. Faccio desideri su cibi neanche fossi io quella incinta  – bravo Chad, ma lo sai che ci sai proprio fare con i bambini? Sembra che Dave si sia divertito molto... – gli dico, mentre si alza a sparecchiare. È anche un bravo uomo di casa.
- grazie Ally... sentito Meg? Sono bravo! – si loda da solo andando a disturbarla.
- sono in cinta – risponde lei. Noi la guardiamo tutti sconvolti. Io non intendevo proprio questo come modo per dirglielo, e poi non davanti a noi. Certo che anche Meg... guardiamo spaventate e allo stesso tempo curiose la faccia di Chad. È peggio della nostra. È sbiancato.
- cosa?
- sono in cinta! – ripete Meg con un abbozzo di sorriso.
- scusate... – farfuglia Chad appoggiandosi al bancone della cucina – non mi sento bene – e poi cade in terra. Svenuto.


   
 
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