Ciao a tutti....
Visto che è la
vigilia e che a Natale siamo tutti più buoni, spero davvero
che
metterete da una parte l'odio verso la sottoscritta che aggiorna
praticamente una volta al mese e vi godrete l'epilogo di questa
storia...>.<
è
davvero lungo e mi è costato una
fatica tremenda, un po' per la struttura abbastanza complessa, un po'
per la difficoltà di mettere definitivamente la parola fine
a questa fic... ç_ç
Prima
di lasciarvi ad una, spero piacevole lettura, voglio dirvi una cosa
che spero vi farà piacere...
Ho
una mezza idea di scrivere due
one-shot basate
su due
canzoni che mi fanno sempre pensare ai Kurt e Blaine di questa
storia... Sarebbero ambientate nel passato, al tempo della loro
rottura...
Beh,
mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, se le leggereste
volentieri, o se è meglio che mi astenga; insomma devo
ancora
decidere da che lato far pendere la bilancia! x)
Ok,
sarà meglio che vi lasci... Ci vediamo a fine cap per
ringraziamenti
e chiacchiere varie! ;)
PS:
Importante; questo cap è diverso dagli altri, il punto di
vista del
narratore è, come vederete poco sotto, diverso e sono
passati molti
anni dal momento in cui abbiamo lasciato la klaine l'ultima volta...
ok, basta spoiler, enjoy!
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RUTH
“Amore per
piacere vai a togliere
quella pianola a tuo fratello, sta facendo venire il mal di testa a
tutti, io vado a chiamare il cane”
“Mamma,
aspetta!”
“Dimmi”
Lei mi guarda con gli occhi
un po'
confusi, stringe in mano il telefono e ha l'espressione perplessa e
concentrata di quando intuisci qualcosa di poco piacevole...
“Ha chiamato
nonno Scott, ha detto
qualcosa sull'anniversario di Kurt, credo...”
Un brivido freddo mi corre
lungo la
schiena...
Papà...
Al sentire il tuo nome mi
trema un po'
il cuore, come sempre,
come se in un fruscio di
vento mi
scompigliassi i capelli...
Ma, me lo dicevi sempre, io
sono troppo
sentimentale...
“Mamma....”
Judy mi guarda con quei
suoi occhioni
azzurri, curiosi,
e io so di non poter
più rimandare
questo discorso,
questa storia.
Vorrei fartela vedere,
così
intelligente, così forte...
Credo che andreste
d'accordo, sai?
Devo riscuotermi, ora sono
io l'adulta.
“Vieni,
rientriamo in casa, voglio
raccontarti una cosa...
Prima però vai a
prendere la pianola a
Justin, dagli qualcos'altro con cui giocare, qualcosa di meno
rumoroso”
Lei mi sorride e si volta,
correndo
nell'altra stanza.
Io prendo un respiro,
sentendo il
familiare formicolio allo stomaco che mi viene tutte le volte che
parlo di te,
tutte le volte che penso a
te,
tutte le volte che mi
manchi...
è una presenza
costante la tua
assenza.
Mi avvicino alla mensola
del camino e
prendo la nostra foto,
la tua preferita,
quella dove siamo tutti
insieme nel
portico della casa al mare, ti ricordi?
Ci sono io piccola e
sorridente,
attorniata dalla mia,
spropositatamente
enorme, famiglia...
Sorrido, pensando a quanto
amore ho
ricevuto,
in quanti cuori mi
è stato concesso
uno spazio...
Ci siete tu e Blaine,
radiosi,
tu guardi la macchina
fotografica, lui
guarda te,
come se non ci fosse niente
di più
bello, niente di più importante al mondo...
Dall'altro lato ci sono
Scott e Ted,
anche loro sorridenti, anche loro felici...
Accarezzo le vostre facce,
i nostri
sorrisi,
la polvere può
coprire questa foto,
i colori dei nostri vestiti
possono
sbiadire sulla pellicola,
ma il suono delle nostre
risate è
chiaro nelle mie orecchie,
rimbomba nel mio cuore la
perfezione di
quel pomeriggio...
“Eccomi”
Mi volto, cercando di
ricacciare
indietro la lacrima che minaccia di scendermi sul viso.
Mi siedo sul divano accanto
a Judy,
sentendo addosso il suo
sguardo
indagatore.
“Hai detto che
nonno Scott ha parlato
di un anniversario, vero?”
Lei annuisce
“Beh, tu non puoi
ricordartelo perchè
eri appena nata, ma sai che la mamma ha avuto tanti papà...
E che
tra questi c'era Kurt.”
“Kurt...
è lui che ha scelto il mio
nome, vero?”
Sorrido, ripensando alla
tua campagna
per scegliere il nome di mia figlia...
Sei sempre stato un tipo
testardo, fino
alla fine...
“Esatto, te lo
dico spesso, vero?”
Lei annuisce, sorridendo.
Sospiro, vedendo
nell'azzurro dei suoi
occhi, il barlume dei tuoi.
“Lui... Ti voleva
molto bene, sai?
Lui e Blaine ti hanno amata dal primo momento in cui ti hanno vista.
Vorrei che avessi avuto il tempo di conoscerli...
E... ecco, l'anniversario
di cui ti ha
parlato nonno Scott...
la settimana prossima
saranno passati
dieci anni dal giorno in cui se ne sono andati e ci sarà una
cerimonia...”
Dieci anni...
Mi sembra ancora assurdo
dirlo ad alta
voce...
Dieci anni senza te,
dieci anni senza voi...
Lei annuisce seria,
sensibile,
prendendo dalle mie mani un
po'
tremanti la foto.
“Blaine
è questo qui, quello con il
sorriso grande, vero?”
Annuisco; sì,
quello con il sorriso
grande.
“Gli volevi tanto
bene, mamma? Come
io lo voglio a te e a papà e a Justin... e anche a
Lucky?”
“Sì
amore, tanto bene... è
difficile dire addio a qualcuno che si ama così tanto, sai?
Ci si riesce solo con
l'amore di altre
persone, e io avevo te e papà...”
Lei mi stringe un po' la
mano
“Ma questa
cerimonia allora... è per
nonno Kurt?”
“Sì
tesoro, ma anche per Blaine...
Sai, è successo lo stesso giorno...”
“Se ne sono
andati insieme?”
Annuisco, mentre i ricordi
di quei
giorni lottano per tornare a galla nella mia mente.
“Sì...
E beh, con nonno Scott
abbiamo deciso di fare questa cerimonia per loro, per la loro
memoria, perchè chi li conosceva potesse spendere un po' di
tempo a
ricordarli.
È
così che le persone che non ci sono
più sopravvivono, piccola, nei ricordi, nei pensieri di chi
rimane... Per questo abbiamo deciso di scrivere delle lettere in cui
chi vuole può scrivere quello che prova, quello che
ricorda... ”
La voce inizia a tremarmi
quando lei mi
interrompe
“Posso scriverla
anche io?”
La sua domanda mi sorprende,
la sua ingenuità
infantile, pura e
senza riserve, mi sorprende...
“Certo, se
vuoi... Puoi anche fare un
disegno...”
“No mamma, ho
dieci anni, sono grande
abbastanza per scrivere una letterina...
Pensi che saranno contenti
se faccio
fare un disegno anche a Justin?”
Sento il cuore stringersi,
commosso
“Sì,
amore, sicuramente...”
“Allora vado
subito, sai come è
fatto Justin, è lentissimo a colorare!
Non essere triste
mamma..”
La guardo saltellare via.
No, non sono triste...
non è tristezza,
è nostalgia.
nostalgia dei vostri volti,
dispiacere di non avervi
qui adesso..
Appoggio la cornice al suo
posto e mi
concedo di stendermi un po' sul divano.
La lettera...
è per quello che
papà ha chiamato,
sicuramente voleva sapere se l'ho scritta.
Mi vergogno un po' a dire
che ancora
non ci sono riuscita...
Tutte le volte ci provo;
prendo in mano
il foglio, la penna...
ma non esce niente, o
almeno niente di
sincero, niente di vero.
So perchè, so
che per farlo dovrei
fare un tuffo in tutte quelle emozioni che mi provoca il pensare a
te, a voi...
So che prima o poi
dovrò scendere a
patti con l'enorme carico emotivo che avete lasciato sulle mie
spalle, con tutti quei sentimenti contrastanti...
Devo permettere ai miei
ricordi di
riaffiorare, per poter rievocare i vostri volti, i miei
sentimenti....
Chiudo gli occhi,
determinata a
sfruttare questo raro momento di tranquillità.
Dietro le mie palpebre
inizio a vedere
proiettato il film di quei giorni.
La prima immagine che vedo
è il tuo
volto, papà...
il tuo volto tirato in una
smorfia
preoccupata...
Non dimenticherò
mai quello sguardo,
lo sguardo di chi si sente sconfitto,
di chi è appena
stato messo a terra
dalla vita.
Lascio che le memorie
fluiscano,
scivolando in un dormiveglia inquieto...
C'è la
mia cucina, quella della
casa vecchia,
con le ante della
dispensa attaccate
con lo scotch, con i fornelli un po' arrugginiti.
Ci sono io,
più giovane, più
riccia, con la faccia stanca e felice di chi si occupa di un bambino
piccolo.
Indosso un
grembiule da cucina e
probabilmente sto cercando di mettere insieme una cena commestibile.
L'aria sa di
serenità e promesse.
Poi c'è
il rumore di una mano che
bussa alla porta d'ingresso.
Una piccola corsa
per andare ad
aprirla, ancora con le mani bagnate.
Un sorriso,
la tua espressione,
poi la
consapevolezza.
Non sorridi, puzzi
di ospedale e di
dolore.
“Che
è successo?”
Una domanda
semplice, cui so che
seguirà una spiegazione che non credo di voler ascoltare.
C'è un
sospiro che brucia di
lacrime trattenute mentre scivoli dentro casa.
“Blaine...”
Nel tuo sussurro
scricchiola
l'impalcatura di quel mondo che forse sta per crollarci addosso.
“Stava
male, così gli ho fatto
fare delle analisi, siamo andati in ospedale e hanno detto...”
Un respiro di aria
solida.
“Hanno
detto che ha un cancro...”
Parole che escono
dalla tua bocca
veloci e dolorose come un fiotto di sangue.
Non è
possibile, non ci credo.
Troppo veloce,
troppo assurdo.
Le mie parole
sanno di incredulità
e negazione.
“Ma...
cosa hanno detto di
preciso? Perchè oggi ci sono tanti metodi, tante
possibilità... Lo
possono operare, no?”
Sospiri
rasseganti, gesti stanchi.
No, non possono...
“No, no,
no, si sono sbagliati,
non è vero. Andremo da altri medici, in un altro ospedale,
non
possono dire di no, Blaine non può...”
Un urlo strozzato
a interrompere il
filo dei miei vaneggiamenti
“Ruth!
Smettila! Smettila, ti
prego...”
Mani che tremano,
stomaci che si
contorcono.
“Non si
sono sbagliati, per quanto
anche io lo desideri...
è
successo, Blaine sta male...
Blaine... morirà e non serve a niente convincersi del
contrario...
Perderemmo solo
tempo, tempo
prezioso...”
E infine gambe che
non reggono,
lacrime che scorrono.
Tempo... una
parola che
improvvisamente sa di minaccia.
“Quanto?”
occhi che si
incontrano, dolori che
si abbracciano.
“Pochi
mesi... forse un anno se
rifiuta le cure...”
Rabbia,
frustrazione, strette nelle
mie mani legate, nei tuoi occhi sconfitti.
“Lui
è... tranquillo. È a casa
ora, sono uscito per prendere la cena e per dirtelo.
Non so che fare.
Lui non... Non
vuole ridursi a un vegetale... Non vuole affievolirsi piano
piano.”
No, lui non vuole
farti soffrire.
Non vuole che TU
debba vederlo
affievolirsi...
“Non
è giusto... Io non voglio,
non so che fare...
Abbracciami.”
Singhiozzi e
brividi che giocano a
rincorrersi, in una danza macabra,
in un girotondo
nauseante.
Mani che stringono
e che non
vogliono lasciar andare...
“Mamma?
Sei
sveglia?”
La voce
cristallina
di Justin si infiltra tra i miei pensieri.
Acqua
pura che
lenisce il dolore dei ricordi.
Mi
passo una mano
sugli occhi, cercando di strappare alle palpebre quelle immagini.
Mi
alzo, provo a
sorridere.
“Sì,
sono
sveglia...Vieni qui.”
Decido
di
accantonare la sofferenza in un angolo, almeno per un po'.
Lui
trotterella
allegro verso di me, sventolando orgoglioso un foglio.
“è
il disegno
per Kurt e Blaine?”
Annuisce
con un
sorriso soddisfatto sul volto.
“Quello
piccolo
sono io, poi Judy, mamma, papà e nel mezzo lucky. Guarda che
bella
coda lunga che gli ho disegnato!
Ha
detto Judy che
ce l'ha regalato Blaine e così gli posso dire grazie!
Ti
piace?”
Sorrido
commossa
mentre passo una mano tra i suoi ricci scuri
“è
bellissimo
amore, sono sicura che gli piacerà tanto...”
Lui mi
porge il
disegno e mi lascia un piccolo bacio sulla guancia.
Poi
cambia
argomento con la naturalezza e la spontaneità dei bambini,
come
vorrei
riuscire a farlo anche io...
“Ho
fame. Posso
mangiare una merendina?”
Non ho
il tempo di
rispondere, una voce alle mie spalle mi interrompe.
“No
che non puoi,
tra poco si cena, ti rovini l'appetito...
Ciao
amore.”
“Ciao
Brian.”
“Papà!”
Mi
volto, sentendo
il calore familiare della mano di mio marito sulla spalla.
Per un
secondo mi
sento invasa da un moto di gratitudine per questa
quotidianità,
per
questa
sicurezza, tranquillità, costruita tra piccoli problemi
giornalieri,
difetti,
litigi,
sbavature, affetti...
“Lo
sai, ho fatto
un disegno bello bellissimo!”
“Bravo
piccoletto, ora vai un po' a giocare, devo parlare con la mamma,
ok?”
Sento
Brian sedersi
sul divano e guardare curioso la fantasiosa rappresentazione che
Justin ha fatto della sua famiglia.
Si
accorge della
mia espressione vuota, tesa.
Mi
conosce.
“Tutto
ok?”
Annuisco
“Sì,
tutto bene,
solo... potresti occuparti tu della cena stasera? Io sono stanca e ho
davvero bisogno di prendermi un momento per pensare alla lettera,
riordinare le idee...”
La sua
mano calda
si sposta sulla mia, rassicurante, conosciuta.
“Va
bene, vai a
riposarti. Ordino la pizza così quei due teppisti staranno
tranquilli per un po'.”
“PIZZAAAA!!!
Justin papà prende la pizza!”
Con un
sospiro
indeciso tra l'irritazione e il divertimento si alza dal divano,
raggiungendo i bambini.
Sollevata
mi avvio
in terrazza, decisa a fare definitivamente i conti con tutta questa
storia.
Quando
esco fuori
l'aria fresca mi pizzica le guance,
mi
stringo nella
maglietta, stendendomi sull'amaca.
E qui,
raggomitolata su me stessa, mi raggiunge un'ondata di nostalgia.
Non
è più il
vento a carezzarmi i capelli,
sono le
tue mani
bianche, papà;
non
è più il
cigolare dell'amaca a cullarmi;
è
la chitarra
vecchia di Blaine...
Alzo lo
sguardo già
salato di lacrime,
guardo
questo cielo
estivo e la sua vastità non mi rassicura, mi fa sentire
così
piccola, indifesa.
Mi fa
sentire una
bambina.
Dove
sei?
Ho
bisogno di te,
non avresti dovuto andartene...
Ci sono io, pelle
giovane e occhi
già più stanchi, troppo consapevoli,
C'è la
porta di casa vostra, è
bianca e blu.
Stringo tra le
mani un contenitore
con del cibo, profuma di buono, profuma di affetto.
Busso, ma nessuno
risponde.
Busso di nuovo,
ancora silenzio.
Prendo la chiave
di emergenza ed
entro.
Mi avvolge l'odore
di voi,
quell'odore che mi è così familiare e che mi
farà così male
perdere...
Si sparge
nell'aria insieme alle
vostre voci,
non c'è
il silenzio che mi
aspettavo di trovare.
Siete in casa e
state litigando.
Muscoli tesi,
nocche bianche,
occhi asciutti e
stufi di piangere.
Dovrei andarmene e
lo so.
Invece cammino
verso camera vostra,
facendo più piano che posso.
“...Smettila
Kurt, sul serio,
basta.”
“No,
perchè dovrei? Non hai il
diritto di decidere anche per me!”
“Calmati
per favore, non ho mai
voluto farlo e lo sai...
Ma questo...
Questo è assurdo, non
posso permetterti di fare una cosa del genere!”
“Perchè?”
Un sussurro,
parole ruvide di dolore
e rabbia.
“Dammi
dei motivi, Blaine, perchè
davvero, non ci arrivo.”
“Si
chiamano Ruth e Judy, i
motivi, Kurt, non fare finta di non saperlo.”
Un brivido gelido
lungo la mia
pelle.
Corre su binari di
un timore ancora
senza nome.
“Ti
amano, non ti lascerebbero mai
solo...”
Un secondo di
silenzio,
scricchiolii di
certezze.
“Ruth se
ne sta andando, Blaine...
Lei e Brian si trasferiranno da lui, in North Carolina, me l'ha detto
stamani.
È
giusto, deve vivere la sua vita
con l'uomo che ama, io l'ho già fatto...”
respiri
trattenuti, acidi che
ustionano la mia gola secca.
Non posso
respirare,
non riesco a
pensare.
“Kurt...”
“No
Blaine, stavolta non c'è
niente, niente che tu possa fare o dire per farmi cambiare idea...
A meno che tu non
ti decida a
combattere questa cosa, a curarti, a cercare di sconfiggerla.
Se tu puoi
scegliere di arrenderti,
posso farlo anche io.”
Rumore di passi,
corpi che si
incontrano,
singhiozzi che si
infrangono contro
pelle calda.
“Ti
amo... Ti amo così tanto che
fa male ogni volta che respiro...
La tua presenza mi
consuma, ma la
tua assenza mi ucciderebbe.
Ho bisogno di te,
Blaine, ho bisogno
di te.... non so più come si fa a vivere a
metà.”
“Stringimi.”
“Non
posso lasciarti andare, non
posso permetterti di voltare le spalle ed andartene un'altra volta,
non posso tornare a vivere senza di te... Semplicemente non
posso...”
Suoni che si
solidificano a
mezz'aria,
significati che
inaridiscono il
cuore.
“Abbiamo
avuto il nostro tempo,
insieme. Abbiamo avuto più di quello che potessi
sperare...”
“Tu
potresti avere di più,
Kurt...”
“Senza
di te? Non mi interessa. Ho
passato abbastanza anni da solo per sapere che non è quella
la vita
che voglio, che i giorni senza di te non sono giorni, sono brandelli
di tempo vuoti, senza significato, senza colore... Tu non vuoi morire
piano piano, beh, nemmeno io lo voglio.
Non voglio
svegliarmi in questo
letto e avere freddo, non voglio sentirmi soffocato ogni volta che
respiro aria che non è impregnata di te, non voglio
dimenticarmi il
tuo odore, non posso farlo un'altra volta...
Non sono
più un ragazzino, posso
prendere queste decisioni da solo...
Potrei avere
più tempo, è vero,
potrei avere ancora tanti anni da vivere, ma non li voglio, ho
già
avuto tutto quello che desideravo, tutto quello di cui avevo
bisogno...
Nessuno
può capirlo meglio di te,
anche tu avevi deciso che non valeva la pena di restare in un mondo
dove non poteva più esserci un “noi”,
dove puoi solo
sopravvivere, perchè sai che la vita, quella vera,
è un'altra
cosa...”
“Kurt...
Non è la stessa cosa, io
non avevo niente da perdere... Stavolta è diverso.”
“Ruth?
Lo so... È ingiusto, è
sbagliato nei suoi confronti ed è l'unico motivo per cui mi
sento in
colpa... Ma se restassi, lo farei solo per lei, per la sua vita... E
non si può continuare a vivere per la vita di un altro, non
se si
vorrebbe abbandonare la propria, non se la propria non ha
più
senso...
Finirei par farle
solo del male, lei
ha bisogno di me, non dello spettro che diventerei se andassi avanti
senza di te...
Voglio che lo
facciamo insieme,
Blaine, voglio venire via con te...”
“Non
doveva finire così...”
“Forse
no, ma sarebbe finita
comunque...
Ho sempre detto
che la mia vita è
iniziata con te, e voglio che con te finisca... Se c'è
qualcuno con
cui voglio condividere quel momento, beh, sei tu...
Preferisco...
Preferisco decidere io
quando e come andarmene... E voglio che sia con te, tra le tua
braccia; voglio che siano i tuoi occhi l'ultima cosa che vedo e il
tuo odore l'ultima cosa che respiro...”
Aria immobile,
rumore di cuori
che battono
impazziti,
di lacrime che
solcano le guance.
All'improvviso
mi
sveglio,
il
vento fresco
sulla pelle,
un
senso di
oppressione al petto...
Lascio
qualche
lacrima libera di scendermi sul viso
e
continuo a
rivivere quella scena nella mia testa.
So che
quel momento
rimarrà inciso nella mia memoria per sempre,
il
momento in cui
ho saputo che avrei perso mio padre,
il
momento in cui
ho lasciato che la rabbia prendesse il sopravvento,
quello
in cui ho
capito che, per quanto dolore ti portino, ci sono scelte che non puoi
criticare,
decisioni
che non
puoi far altro che subire...
Perchè
avrei tanto
voluto averti accanto a me questi anni,
avrei
voluto farti
conoscere i miei figli,
farmi
confortare da
te quando le cose si facevano difficili,
avrei
voluto i tuoi
consigli a guidarmi e i tuoi abbracci a darmi coraggio...
Avrei
voluto avere
vicino mio padre,
l'uomo
brillante e
sicuro che avevo conosciuto...
Ma, ci
ho messo
tanto, forse troppo tempo a capirlo, quell'uomo esisteva solo con
l'appoggio di un altro, con l'amore incrollabile e certo di un'altra
persona....
Tu non
potevi
continuare a vivere, non senza Blaine...
Ce
l'avresti fatta
fisicamente, il tuo corpo sarebbe sopravvissuto al dolore,
ma non
tu, la tua
mente, il tuo cuore...
Saresti
stato
sempre zuppo di ricordi, di nostalgia...
E per
quanto mi
costi ammetterlo, so nel profondo che io non sarei mai riuscita a
colmare quel vuoto, non avrei potuto lenire il dolore di perdere non
la metà di se stessi, ma il proprio nucleo, la parte
più intima di
sé...
E penso
all'ultima
immagine che conservo di te...
Rivedo
sotto le mie
palpebre quei due corpi abbracciati, quei volti fermi, ma sereni.
Ricordo
tutto di
quella notte, l'odore dell'erba umida, il rumore dei fuochi
d'artificio;
ricordo
voi, mentre
immagino i vostri ultimi respiri confusi tra il chiacchiericcio della
folla,
gli
ultimi battiti
coperti dal suono delle esplosioni nel cielo.
Era il
quattro
luglio, tutto vibrava di gioia, di vita,
l'aria
era fresca e
il cielo limpido e il vostro legame non era mai stato così
forte.
Non mi
avevate
detto niente, ma lo avevo intuito,
in
qualche modo
sapevo che quella era la sera designata, quella in cui mi avreste
lasciata...
Mi sono
chiesta
perchè quel giorno, perchè quel posto e forse
adesso capisco;
non
volevate il
silenzio e la solitudine ad avvolgervi, ma la meraviglia nei volti di
bambini e lo scoppiettio di mille luci...
Finalmente
so cosa
devo scriverti.
Ora
posso dirti che
ti perdono, questa volta senza reticenze, questa volta con
consapevolezza.
Che
avevi ragione,
sono stata forte e ce l'ho fatta, sono andata avanti con la mia vita
e nel mio cuore ho continuato a rivolgermi a te, a cercare conforto
in un abbraccio che poteva essere solo nella mia mente.
Ho
continuato ad
appoggiarmi all'uomo meraviglioso che avevo conosciuto e la sua
immagine non è stata consumata dal dolore, è
rimasta nitida,
coraggiosa e pulita ai miei occhi.
Forse
solo ora
posso dirti che probabilmente è stato meglio dovermi
riferire ad una
figura immaginaria ma perfetta, piuttosto che ad un uomo reale, ma
spezzato...
Corro
in camera,
convinta che questa volta le parole fluiranno via da me con
sicurezza,
e
sarà per dirti
ciao,
sarà
per dirti
grazie, papà...
KURT
– BLAINE
Il cielo scuro,
punteggiato di
stelle luminose.
L'erba morbida,
umida.
Tanta gente,
sorrisi, chiacchiere.
Tutto sembra
più vivido, tutto
sembra meno importante.
Una coperta di
qualche colore, stesa
sul terreno.
Due corpi vicini,
due mani
intrecciate.
Sorrisi, lacrime.
I fuochi di
artificio che squarciano
il silenzio con rombi che vibrano fin dentro le nostre anime sottili,
che attraversano
il cielo come un
stilettata.
Pelle calda
percorsa da brividi di
timore,
respiri veloci di
consapevolezza.
Battiti che
lentamente, dolcemente
rallentano,
lasciando fluire
via il tempo allo
stesso ritmo.
La presa della
mani che si fa appena
più stretta prima di allentarsi,
la bocca che
articola solo poche,
limpide sillabe, che si perdono nel rumore di luci colorate.
“Ti
amo.”
Poi
solo il
cielo, riflesso nei tuoi
occhi.
T_T...
Questo è
più o meno lo stato attuale di chi ha scritto questa fic...
Sono
piuttosto
terrorizzata dalle reazioni a questo epilogo, mi rendo conto di
quanto si discosti dal resto della storia; cambia tutto, il tempo, il
narratore....
Ma
me lo ero
immaginato così, volevo raccontare questo momento attraverso
i
ricordi di un personaggio che un po' tutti abbiamo amato, Ruth;
volevo che ci fosse un epilogo a tutta questa vicenda e nella mia
testa è sempre stato questo, spero solo di averlo reso in
maniera
comprensibile e gradevole a tutti voi...
In
sostanza;
Kurt e Blaine sono stati insieme per almeno 20 anni, mantenendo con
Ruth ottimi rapporti... Non so perchè, ma mi immagino che
Scott non
abbia cercato di allontanare Kurt, sapendo che ormai per la bambina
rivestiva un ruolo paterno. =)
Spero
tanto che
la decisione di Kurt sia risultata chiara, so che quello del suicidio
è un argomento forte e che va maneggiato con cautela. Il
fatto è
che ambientando l'epilogo così tanti anni dopo, dovevo per
forza
descrivere il momento della loro separazione e non riuscivo ad
immaginarmelo se non così, non riuscivo a dividerli,
così li ho
fatti uscire di scena insieme, nel modo più delicato, ma al
contempo
reale che sono riuscita ad immaginare... Spero che sia risultato
tutto realistico e non forzato, in caso contrario vi esorto a farmi
tutte le critiche che volete, sono assolutamente ben accette!
Ringraziamenti:
In
primis la mia sorellina, grazie alla quale mi sono decisa a
pubblicare la one-shot iniziale, poi tutti coloro che mi hanno
esortata a sviluppare quell'idea; praticamente siete stati voi a
salvare Blaine! XD
In
particolare ringrazio chi mi è stato accanto dall'inizio,
scaldandomi il cuore e convincendomi che quello che stavo facendo non
era una follia....
Grazie di cuore, perchè è stato tutto quello che
mi avete detto a
farmi tornare la passione per la scrittura.... grazie grazie grazie,
siete stati magnifici e vorrei avere un modo per venirvi ad
abbracciare tutti! **
Grazie
a tutti quelli che hanno letto tutta la storia,
Grazie
a tutti quelli che hanno impiegato un minuto del loro tempo per
recensirla, sono sincera quando dico che ogni commento mi ha esaltata
e resa davvero, davvero felice;
Grazie
a tutti quelli che hanno inserito la fic nelle seguite/ricordate o
addirittura preferite! =D
Grazie
anche a Kurt e Blaine, grazie ai quali ho conosciuto persone
incredibili, con cui spero avrò modo prima o poi di
approfondire la
conoscenza. Della serie, aggiungetemi su fb, scrivetemi e
importunatemi come e quando volete, per me è un piacere! =)
Quindi...
Vi lascio con un po' di numeri:1408
letture del primo cap, 110
recensioni, 23
nelle
preferite, 17
nelle
ricordate,
32 nelle
seguite.... GRAZIE!!!!
ç_ç
Spero
che mi concederete un piccolo commento a questo epilogo, un pensiero,
un complimento o una critica; che mi farete sapere cosa ne pensate
della storia e delle due possibili one-shot...
In
ogni caso Buon Natale
a tutti!!!!! Spero davvero di risentirvi presto... ;)
Grazie
ancora di tutto, con affetto,
Sara
AGGIUNGO IL LINK ALLE DUE
ONE SHOT
07/06/12
-
“You are the
smell before rain” -Blaine POV-
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=923282&i=1
-
“Baby please
remember” -Kurt POV-
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=948429&i=1
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