Capitolo III
La
Spia
Conversazioni
Harry
aveva voluto assumersi l'onere di spiegare a Ron l'intera faccenda di
Nott, compreso il piano di protezione ideato da Draco ed Hermione.
Aveva immaginato quale poteva essere la reazione del rosso ed era
proprio per quello che aveva offerto la sua assistenza.
Ovviamente
non gli aveva detto proprio tutta la verità, sarebbe stato da
stupidi, dato il caratteraccio dell'amico, ma le cose essenziali
doveva saperle.
Come
previsto Ron non aveva preso bene le nuove notizie, ma aveva comunque
accettato d aiutare, forse perché stanco di essere sul libro nero di
Hermione. Aveva solo grugnito e borbottato qualcosa su quanto fosse
disgustoso Nott e su come "il furetto" ne approfittasse.
Era
una cosa buona che Harry avesse informato Ron anche dell'imminente
cambio d'atteggiamento di Malfoy verso Hermione, perché il giorno
dopo non erano nemmeno arrivati al tavolo Grifondoro per la
colazione, che se lo erano ritrovato davanti, munito di ghigno
raccapricciante stampato in faccia.
«Cosa
vuoi, furetto?» scattò subito Harry. Non era così difficile
restare nel personaggio quando Malfoy recitava la sua parte così
bene.
«Niente
che ti riguardi, Potter» rispose Draco, sputando con disgusto il
suo nome. Ignorò tutti gli altri grifoni e concentrò tutta la sua
attenzione su Hermione, che fino a quel momento era stata zitta, lo
sguardo fissato su un punto in lontananza.
«Granger...»
richiamò la sua attenzione Draco, con tono più basso del solito.
«Cosa
vuoi, Malfoy?» sbottò lei, guardandolo fisso negli occhi, e
proprio quegli occhi le diedero la conferma che stava solo recitando,
quando il resto del suo atteggiamento diceva tutt'altro.
«Mhh...
stiamo molto bene oggi, vedo...» la complimentò lui, con una
smorfia malvagia a deformare il suo altrimenti perfetto viso.
Hermione
si irrigidì alle sue parole mentre Ron scoppiò «Lasciala stare,
Malfoy!» gli intimò, stringendo forte i pugni per controllare la
rabbia. Poteva essere solo una recita ma, ma lo sguardo che Malfoy
aveva rivolto a Hermione gli aveva fatto vedere rosso.
«Non
ti scaldare, Donnola» rise senza gusto Draco, incominciando già ad
allontanarsi da loro, ma a metà strada si girò di nuovo verso il
gruppo «Chi lo dice che le sanguesporco sono inutili?»
commentò, languido.
Harry
e Ron a quello scattarono, ma Hermione li fermò prima che
l'attaccassero «Smettetela» ordinò loro «Non ne vale la
pena» continuò, abbastanza forte, in modo che tutti sentissero.
Draco si era assicurato che il suo commento venisse sentito da tutti i
Grifoni, e lei aveva voluto fare lo stesso. Diede un ultimo sguardo a
Malfoy prima di andare a sedersi, solo per vederlo impegnato in una
discussione con Pansy, che gli stava urlando contro.
...
Gli
ci era voluta tutta la forza che aveva per procedere con il suo piano
e reclamare pubblicamente Hermione. L'unica casata di cui doveva
preoccuparsi era quella dei Serpeverde, visto che gli altri studenti
non avrebbero mai pensato ad assalire al ragazza. Tuttavia affinché
il suo teatrino risultasse credibile, tutta la scuola doveva sapere
che lui aveva qualche malato interesse per la Grifona.
Arrivò
al tavolo delle serpi per trovare Nott con il viso rosso e
imbronciato, i pungi stretti appoggiati sul tavolo, e se ne
compiacque. Gli stava bene. In tutta la sua vita, anche quando era
ancora un bastardo viziato stupido e irresponsabile non aveva mai
capito come uomini come suo padre e il padre di Nott potessero trarre
piacere dal violentare una donna. Se lei non provava piacere,
qual'era il punto?
Tutto
il suo buon umore nel vedere Nott così incazzato sparì in fretta
però quando Pansy si sedette accanto a lui, sospirando «Che
diavolo era quella scenata, Draco?» domandò, gli occhi brillanti
di rabbia.
«Non
so a cosa tu ti riferisca Pansy» strascicò lui.
«Oh,
ma davvero? Ci hai appena provato con quella sporca mezzosangue!»
urlò Pansy, abbastanza forte che tutti le Serpi al loro tavolo
sentissero.
«E
il tuo problema è...?» replicò lui «E' un gioco Pansy. Lei
non vale nulla, ma starebbe bene legata al mio letto» disse, e
cenni d'approvazione si levarono tutto intorno a lui, facendolo
incazzare ancora di più, ma cercò di frenarsi.
«Visto
cosa intendo, Pansy? Lei è sexy. Potrà non valere un cazzo, e non
essere nemmeno all'altezza di pulirmi le scarpe con la lingua... ma
ho altri piani per quella sua lingua, se capisci cosa intendo...»
le disse, alzando le sopracciglia in modo suggestivo. In quel
momento si stava odiando per aver parlato così di Hermione, ma era
necessario. Era per la sua sicurezza, e andava fatto.
«Ma
avevi detto che non avevi tempo per una relazione quest'anno» gli
ricordò Pansy, piagnucolando, citando la scusa che Draco aveva usato
con lei qualche mese prima. A quel tempo era vero, ma a quanto
pareva, per la ragazza giusta il tempo riusciva a trovarlo eccome.
«E
infatti non ce l'ho» spiegò il biondo «Me la voglio scopare,
Pansy, mica sposare» continuò, guardandola come se fosse matta.
Pansy
sbuffò frustrata e Draco sapeva che era gelosa perciò ne
approfittò «Senti Pansy. Sai come funziona. Questo fa
parte del mio compito
di Malfoy» sapeva che lei avrebbe letto fra le righe. Era suo
compito come Mangiamorte, ma visto che non poteva parlarne
apertamente, dovette usare le parole con attenzione.
«Bene»
borbottò lei «Scopati quella sanguesporco capelluta. Non me ne
frega un cazzo» sbottò, prima di alzarsi e uscire dalla Sala
Comune.
«E
per quanto riguarda voi» disse Draco, spostando la sua attenzione
sui maschi del tavolo «La Granger è mia. Qualunque cosa stiate
pensando di fare, ricordate che l'ho reclamata» Non si dilungò in
spiegazioni, visto che la maggior parte di loro proveniva da una lunga
discendenza di purosangue, e sapevano esattamente cosa intendeva. I
Malfoy erano una delle più antiche e potenti famiglie in
circolazione. Se Draco Malfoy diceva che una cosa era sua, era sua, e
non c'erano prendere alla leggera le conseguenze di un'eventuale
insubordinazione.
...
«Presumo
che tu abbia qualcosa da dirmi» disse Piton, da dietro la sua
cattedra, quella sera. Draco non aveva più disturbato Hermione tutto
il giorno, e ora era finalmente arrivata l'ora delle lezioni di
Occlumanzia.
«Di
cosa stai parlando?» domandò Draco, realmente confuso.
«Come
direttore della casa dei Serpeverde so tutto quello che succede lì
sotto» rispose Piton «E ho sentito delle notizie molto
disturbanti»
«Oh»
sospirò sollevato Draco. Era preoccupato che fosse qualcosa di molto
più importante, come problemi con la sua copertura «Posso
spiegare»
«Per
il tuo bene, lo spero proprio. La signorina Granger può essere
fastidiosa, ma è una donna, e deve essere trattata con rispetto»
lo ammonì il professore.
«Non
potrei essere più d'accordo» annuì subito Draco «Il problema
è che Theo Nott ha minacciato di farle del male; vuole... lo sa...»
cercò di spiegare.
«Sono
consapevole del tipo di pericolo in cui Nott vorrebbe mettere la
Signorina Granger» lo interruppe Piton, «Capisco. Così tu hai
deciso di usare la tua posizione di superiorità per, mettiamola
così, proteggerla» disse, alzando una mano per fermarlo dal
parlare.
«Si
Signore» rispose Draco, sollevato che Piton avesse capito»
«E
presumo che tu mi voglia rendere partecipe di un'altra notizia sulla
natura della sua relazione con la Signorina Granger» continuò
Severus.
«Come
diavolo facevi a saperlo?» chiese Draco, perplesso.
Piton
ghignò leggermente «Scoprirai che dopo vent'anni a leggere le
persone, non sono molte le cose che mi sfuggono» gli fece notare
lui.
«Bhe,
immagino che questa è solo un'altra cosa che devo imparare a
nascondere al Signore Oscuro» disse il biondo con un sospiro
stanco.
«Stai
andando discretamente bene» commentò il professore «ma devo
chiedertelo: Sei sicuro di voler procedere con questa cosa?»
«Cosa
intendi?» domandò Draco.
«Voglio
dire che tu ed Hermione siete già in grande pericolo. Quel pericolo
crescerà ancora se aggiungete intenzioni romantiche alla miscela.
Vale la pena rischiarlo?»
Draco
cominciava ad arrabbiarsi. Non erano affari di Piton quello che
sceglieva di fare nella sua vita personale. Cosa, doveva dimenticarsi
dei suoi sentimenti colo perché rendeva le cose un po' più
difficili? Lo aveva fatto per tutta la sua vita e si era pentito «Non
mi importa quanto difficile sarà» rispose «Lei è molto
importante per me, e non ho nessuna intenzione di invecchiare
ignorando questi sentimenti solo perché renderebbe le cose più
semplici» sbottò.
Severus
lo guardò aspramente «E' la tua vita, e puoi fare quello che
vuoi, Draco. Sei quasi un adulto ora. Io ti sto solo offrendo dei
consigli che derivano dalla mia esperienza. Considerala una lezione»
«Grazie
per i consigli, ma non ho intenzione di cambiare idea, non su
Hermione» rispose Draco, più calmo ora, prima di sistemarsi più
comodamente nella poltrona «Ho solo bisogno che tu mi aiuti a
tenerla fuori dalla mia mente quando sarò davanti al Signore Oscuro»
«Bene.
Cominceremo stasera» concesse Piton, con un sospiro. Il ragazzo
avrebbe imparato la lezione da solo. Si ricordava come ci si sentiva
alla sua età. A quei tempo la sua intera esistenza girava intorno a
Lily Evans. Lei gli aveva spezzato il cuore, lasciandolo solo e
vulnerabile. Sperava solo che Draco non fosse destinato a subire la
stessa sorte.
«Severus»
parlò Draco, guardandolo negli occhi «Potresti solo provare a non
comportarti come se questa fosse la fine del mondo» lo pregò.
«Sono
il tuo insegnante. E' mio compito....» iniziò Piton, ma Draco lo
fermò.
«Ma
sei anche il mio padrino. E sei anche l'unica persona al mondo che
capisce veramente quello che sto passando. Vorrei solo che tu...»
si fermò un attimo, cercando le parole giuste «Non posso smettere
di provare questi sentimenti per lei. Sono troppo forti, okay?
Fingere che non è niente potrebbe compromettere la missione più di
quanto ammettere che mi piace non faccia» cercò di essere
ragionevole.
Piton
considerò per un momento il ragionamento del figlioccio «Forse
hai ragione tu» concesse «ma devi anche considerare che se in
qualche modo il tuo affetto per lei venisse svelato, Hermione
potrebbe trovarsi in pericolo, e tu potresti non essere in grado di
salvarla.
Draco
rabbrividì al solo pensiero. Com'era possibile che una persona che
meno di un mese prima non significava niente per lui, ora fosse il
punto focale della sua esistenza?
«Lo
capisco. Perciò ti chiedo di aiutarmi a tenerlo nascosto»
Piton
annuì e iniziò la lezione.
...
Magari
era solo paranoica, ma Hermione si sentiva come se qualcuno la stesse
seguendo. Ma non seguendo seguendo; più seguendo con lo sguardo,
ecco. Era la spiegazione più vicina a quello che stava provando.
Ogni volta che si girava per controllare però non vedeva nessuno che
la stava fissando.
Qualche
volta aveva sorpreso Draco a guardarla, ma non era quello. I suoi
sguardi erano familiari, ed erano da aspettarsi. Se doveva essere
sincera, in qualche modo malato, il comportamento che il ragazzo
doveva tenere nei suoi confronti davanti agli altri studenti la
eccitavano.
Hermione
non era una puritana illibata, ma tutto l'ambito della sessualità
fino ad allora non l'aveva mai interessata più di tanto. Certo aveva
fatto un paio di sogni non molto pudici, di solito su uomini senza un
volto. Molte volte c'era Krum, e qualche volta aveva anche sognato
Ron baciarla, ma quello era tutto. Era così impegnata con lo studio,
con Harry e Ron, la guerra e un altro milione di cose che non aveva
molto tempo da dedicare alla contemplazione del sesso in nessun
senso.
Tuttavia
ora si ritrovava a sentire una stretta allo stomaco ogni volta che
Draco le era vicino. Forse era perché loro due avevano una
relazione. Non ne aveva mai avuta una, non così seria se non altro.
O magari era perché era una cosa proibita. Non si era mai vista come
il tipo di ragazza a cui piaceva quel tipo di adrenalina. Oppure era
solo il normale progredire dei suoi sentimenti per Draco. Qualunque
cosa fosse, quella sensazione di calore che provava in sua presenza
era decisamente la benvenuta.
Ma
tornando alla realtà... Perché si sentiva come se qualcuno la
stesse seguendo? Si girò ancora verso il tavolo dei Serpeverde, e
prima che il suo sguardo si posasse su Draco, lo vide. Nott girò
velocemente la testa, ma non abbastanza veloce perché lei non lo
notasse e si rendesse conto che erano i suoi occhi che le avevano
penetrato la schiena tutto quel tempo. Il suo cuore cominciò a
battere forte, ma lei cercò di calmarsi. Draco non avrebbe mai
permesso che le succedesse qualcosa. Inoltre Harry ormai era la sua
ombra. Probabilmente Nott era solo irritato che il suo potenziale
giocattolino gli era stato portato via.
«Harry,
Ron, siete pronti ad andare?» domandò ai suoi amici. Doveva
uscire da quella stanza, e doveva finire i compiti prima del suo
incontro con Draco di quella sera.
Sorrise
tra se e se a quel pensiero. Tutto ciò di cui aveva bisogno per
stare meglio era un po' di tempo da sola con Draco, lontana da tutto
e tutti. Anche prima che ammettessero i loro sentimenti la sua sola
presenza le migliorava la giornata.
«Certo,
andiamo» rispose Harry.
«Avete
visto Nott fissare?» domandò Ron, quando uscirono dalla stanza.
«Si»
sospirò Hermione «Va tutto bene. Non è più una minaccia»
«Può
darsi» concesse Harry «Ma tu stai comunque attenta. Sempre
vigile al cento percento, ok?» la pregò.
Hermione
annuì.
...
Draco
si sentì subito meglio quando vide Hermione entrare nella Stanza
delle Necessità. Le era mancata. Dopo aver speso così tanto tempo
insieme durante le vacanze era quasi doloroso starle lontano.
In
più c'era il problema del modo in cui era costretto a comportarsi
con lei fuori da quella stanza. Lo sapeva che lei sapeva che tutto
quello che diceva e faceva era una recita, ma questo non gli impediva
di preoccuparsi. Magari qualche volta esagerava e inconsapevolmente
la feriva veramente.
«Hey»
lo salutò lei con un sorriso, una volta chiusa la porta «Perché
sei così preoccupato? E' successo qualcosa?»
Draco
sorrise di rimando e scosse la testa «No. E' solo che... non
sapevo se saresti stata arrabbiata con me per l'altro giorno a
colazione» ammise.
«Ma
certo che no, Draco» disse lei, lasciandosi cadere sul divano
accanto a lui. Vedendo quanto era nervoso, gli prese una mano tra le
sue «Sapevo che sarebbe successo» gli fece notare lei «E
poi, vedere l'espressione di tutti quando sei venuto verso di me, è
stato esilarante»
«Mi
fa piacere che almeno tu ti sia divertita» mise il broncio lui.
«No,
non è quello che intendevo» disse lei con un sospiro «E'
che... e' stato davvero scioccante per le persone vedere te che
mostravi... un tipo di interesse sessuale verso di me» spiegò
lei, faticando un po' a trovare le parole giuste «Per sei anni non
hai fatto altro che parlare di quanto io fossi poco attraente. Erano
confusi» continuò, posando lo sguardo sulle loro mani unite.
Anche lei era confusa. Come faceva a essere brutta un minuto e il
minuto dopo essere l'oggetto delle sue attenzioni?
Draco
la guardò negli occhi, riuscendo quasi a vedere le rotelle giare
nella sua testa «Hermione, tu credi che io pensi ancora a te in
quel modo?» le domandò finalmente, dopo un lungo momento di
silenzio.
«No»
ammise lei, senza guardarlo «Ma uno si domanda come mai ora sei
così attratto da me, quando solo pochi mesi prima avresti preferito
mangiarti un piede piuttosto che pensare a un rapporto sessuale con
me»
«Il
mio odio non andava così lontano» disse lui ridacchiando,
cercando di alleggerire l'atmosfera. Anche Hermione sorrise
leggermente «Se devo essere sincero, non ho mai pensato veramente
che tu non fossi attraente» ammise, cercando le parole adatte «Non
pensavo mai a te in quel modo, è solo che conoscevo abbastanza le
ragazze da sapere che se avessi commentato il tuo aspetto esteriore
ti avrei fatta soffrire. E poi, non potevo mica prendermela con la
tua intelligenza, visto che mi facevi il culo in tutte le materie»
spiegò, ed Hermione scoppiò a ridere.
«E'
tutto okay» sospirò lei «Ci credo che ora sei attratto da me,
se non perché ti saresti dato tutto quel da fare per farmi ammettere
i miei sentimenti? Non sei più l'idiota vendicativo che eri una
volta, so che per te non è un gioco. E' solo strano il passare dal
non pensare a me in un certo modo, a intraprendere una relazione
tutt'altro che semplice con me» gli disse lei.
«Tu
pensi troppo, lo sai?» sorrise lui, facendo scivolare una mano
attorno alla sua vita «E poi, non è che tu pensavi che io fossi
attraente prima di tutto questo» gli fece notare lui, ma quando
notò le guance della ragazza arrossire rimase scioccato «Lo
pensavi?» quasi urlò, la sua voce carica di infantile
eccitazione.
«Oh,
ma stai zitto» arrossì ancora di più Hermione, girandosi
dall'altra parte «Certo che pensavo che tu fossi attraente.
Comprati un dannato specchio» borbottò «Ma eri un bastardo, e
le ragazze sono in grado di controllare gli ormoni molto meglio di
voi maschietti»
Per
un momento Draco fu troppo scioccato per parlare. Stava setacciando
tutti i suoi ricordi degli anni precedenti ad Hogwarts, ma mai, mai
Hermione aveva mostrato anche solo un pizzico di attrazione per lui
prima che iniziassero a lavorare insieme alla missione «Wow...»
riuscì solo a dire. L'idea aveva un nonsocchè di intrigante.
«Oh,
perfetto» si lamentò Hermione, allontanandosi ancora di più da
lui «Ora che ho alimentato il tuo già enorme ego, possiamo
tornare a lavorare?» Gli chiese borbottando. Che incredibile
narcisista.
«Oh
andiamo, Hermione» disse Draco, avvicinandola a lui «Sono solo
sorpreso, tutto qui. L'hai nascosto bene»
«Si,
ma non è che ti morissi dietro!» disse lei indignata «Se
occasionalmente mi capitava di guardare nella tua direzione, e se in
quel momento non ti comportavi da insopportabile idiota come tuo
solito, e se la luce ti colpiva nel modo giusto, era possibile che io
apprezzassi l'indiscutibile attrattività dei tuoi lineamenti. Ma non
vuol mica dire che sognavo che tu mi prendessi da un momento
all'altro»
Draco
sapeva che era imbarazzata per l'ammissione e incazzata con lui per
aver gongolato anche solo per un po' «Hermione, vieni qui»
le
chiese dolcemente, attirandola verso di se. Le posò un delicato
bacio sulla guancia, e quando lei non si tirò indietro, lui
l'avvicinò ancora di più a lui «La verità
è che non ho mai
pensato a te in quel modo non perché non eri attraente. Anzi,
sei
indubbiamente bellissima, per lo standard di qualsiasi uomo» le
disse. Hermione non potè non sorridere a quello e lui
continuò «Sono stato educato ad odiarti. Per molto tempo
ho pensato che tu
valessi meno di me, e quando ho finalmente smesso, non sono riuscito
a vedere oltre la tua immagine» confessò.
«Che
immagine?» domandò Hermione, posando finalmente il suo sguardo su
di lui.
«L'apparenza
da dura, e da persona moralmente superiore a tutti» Hermione aprì
la bocca per protestare, ma lui le posò un dito sulle labbra per
fermarla «Lasciami finire. Lo so che non sei così. Sono
finalmente riuscito a capire e conoscere la vera te qui dentro»
disse, indicando la stanza tutto intorno a loro «Pensavo che fossi
una principessina so tutto io troppo ansiosa e seria per potersi
concedere un po' di divertimento. Avresti potuto essere la donna più
bella del mondo, e io non l'avrei notato»
«E
cosa è cambiato?» domandò lei, accoccolandosi contro di lui.
«Tu»
rispose Draco «E immagino che anche io» ammise «Ti sei
aperta e lasciata andare con me. Sono finalmente riuscito a vedere
quello che i tuoi amici avevano sempre saputo. Aggiungici il fatto
che ho deciso di abbandonarmi alla tua misericordia» scherzò,
ghignando «E non avevo speranze contro i tuoi voleri»
Hermione
scoppiò a ridere «I miei voleri?» disse ridacchiando «Draco,
difficilmente sono una tentatrice»
«Non
ne hai idea» le rispose il biondo, la voce bassa e rauca. I suoi
occhi erano intensi e seri, ed Hermione trovò impossibile
distogliere lo sguardo da lui.
Le
labbra di Draco toccarono le sue un momento più tardi, in una bacio
carico di passione e lei non riuscì a frenare un gemito di piacere.
Le
sue mani erano dappertutto. Le accarezzavano i fianchi attraverso lo
spesso tessuto dei vestiti, e lei sentiva la testa diventare sempre
più leggera, mentre il bacio le prendeva tutta l'aria dai polmoni.
«Draco»
sussurrò lei, mentre lo attirava a se per approfondire il bacio. Non
si era mai sentita così in vita sua. Ogni bacio con Draco era
un'esperienza unica ed intensa.
Draco
non sapeva cosa gli era preso, ma l'innocente rossore delle sue
guance quando le aveva detto che era irresistibile era stato troppo.
Era innocente, ma non troppo da sembrare una puritana.
«Hermione»
gemette anche lui, con voce roca, allontanandosi dalle sue labbra
solo per riempire d'aria i polmoni.
«Per
quanto io ami fare questo» iniziò Hermione, parlando a pochi
centimetri dal suo viso e solleticandolo con il suo fiato caldo e
irregolare «Abbiamo del lavoro da fare, e va fatto questa sera»
Draco
borbottò qualcosa di incomprensibile, molto simile a un bambino
capriccioso a cui viene tolto il suo giocattolo preferito, ma si
allontanò da lei - di qualche millimetro. Hermione era segretamente
compiaciuta di questa sua reazione. A quale ragazza non piace sapere
di avere quell'effetto sul proprio ragazzo? Merlino, non riusciva
ancora a credere che Draco Malfoy era il suo ragazzo. Era una cosa
così strana.
«Bene»
disse finalmente Draco «Ma sei in debito con me» la ammonì
prima di staccarsi da lei.
Hermione
ghignò «Mh, e cosa ti devo esattamente?» chi chiese.
«Non
ho ancora deciso. Ma ti farò sapere non appena l'avrò fatto»
rispose lui fintamente serio.
«Okay
Okay» disse lei, tagliando corto, ma comunque sorridendo «Ora,
attaccami, e vedi di farlo bene, perché non ho tutta la notte» Il
suo tono autoritario gli fece pulsare dolorosamente il membro già
duro. Com'era successo? Come era possibile che quelle stesse parole
che mesi prima lo facevano così incazzare ora lo facessero eccitare
a tal punto da non voler altro che sbattere quella piccola Grifondoro
al muro e farla sua ancora e ancora, fino a quando non sarebbe più
stata in grado a camminare dritta?
...
I
tentativi di Draco di "corteggiare" Hermione fuori dalla
Stanza delle Necessità continuavano. Per dir la verità entrambi si
stavano divertendo un po' troppo nel recitare i loro ruoli. Hermione
più di Draco, visto che lui sentiva ancora un po' di colpa ogni qual
volta la trattava come un oggetto, quando in realtà la Grifona stava
velocemente diventando la cosa più importante del suo intero mondo.
Il
loro teatrino poi sembrava avere l'effetto desiderato su Nott. Il
ragazzo passava la maggior parte del suo tempo nella Sala Comune dei
Serpeverde, ed era sempre incazzato e sulla soglia di un esaurimento
nervoso. Fortunatamente non aveva ancora tentato nulla, e da quello
che Draco aveva estorto a Tiger e Goyle, non aveva nessun piano per
il futuro.
Draco
però era abbastanza sveglio da sapere che non ci si può mai fidare
di una Serpe. Prima o poi avrebbe fatto qualcosa, e sperava solo che
Hermione fosse pronta e vigile, o che almeno Potter fosse con lei
quando sarebbe successo. Potter aveva i suoi difetti, ma avrebbe
senza dubbio protetto Hermione con la sua vita.
«Nott»
salutò Draco, sedendosi accanto al ragazzo sul divano.
Fortunatamente a parte loro due la stanza era vuota. Pansy aveva
deciso di parlargli di nuovo, e ciò voleva dire che lo seguiva
dappertutto come un cucciolo in cerca d'attenzione. Stava diventando
decisamente disturbante.
«Malfoy»
salutò Nott, quasi sputando il suo nome.
«Oh,
andiamo» ridacchiò Draco «Tieni ancora il muso per la faccenda
della Mezzosangue?»
«Perché
hai dovuto farlo?» domandò Nott.
«Qual'è
il tuo problema con la Granger?» chiese invee Draco, evitando di
rispondere alla sua domanda, e rendendo la sua voce più curiosa che
poteva.
«La
volevo» rispose Nott. Stava cominciando a scaldarsi. Era una
caratteristica molto rara per una Serpe, mostrare così liberamente
le proprie emozioni, anche se lui era l'ultimo a dover parlare, visto
il modo in cui aveva parlato con Hermione ultimamente.
«Ci
sono altre mezzosangue» gli fece notare Draco, scrollando le
spalle.
«Esatto»
puntualizzò il bruno «Lei per te non significa niente. Sarebbe
solo un altro nome insignificante sulla lista»
«E
quindi? Non dirmi che tu sei innamorato di lei» chiese Draco,
pregando di non aver centrato il bersaglio.
«Certo
che no» rispose Nott, non molto convincente «E' una lurida
sanguesporco. Ma l'ho desiderata per anni, da quella notte al ballo
del Ceppo. Sapevo che l'avrei avuta un giorno» spiegò. Draco
sapeva che stava cercando di impietosirlo per fargli cambiare idea.
Sfortunatamente per lui, il biondo non era stupido.
«Quindi,
ti sei voluto scopare la Granger per anni» sentenziò Draco, del
tutto calmo e per niente toccato. Ma quello solo all'esterno, perché
dentro di se stava bollendo di rabbia al pensiero che Nott aveva e
aveva avuto per anni fantasie per niente pure sulla sua ragazza. Lo
voleva uccidere.
«E'
solo che, non capisco perché non posso averla!» urlò Nott,
alzandosi dal divano e facendo per uscire «Tu potesti averne una
qualsiasi, ma io voglio solo lei!»
Gli
occhi di Draco diventarono di ghiaccio, e si alzò anche lui dal
divano, avvicinandosi al bruno. Si fissarono per un lungo momento
prima che Nott distogliesse lo sguardo «Ascoltami bene Nott.
Granger è mia, e non ho nessuna intenzione di rinunciarci. E devi
sapere, che non mi piace quando gli altri toccano le mie cose,
quindi...» lasciò la frase in sospeso.
Nott
deglutì rumorosamente, ma non se ne andò «Rilassati Nott. La
Granger non è così importante» gli disse «Trovatene un'altra»
Nott
borbottò qualcosa di incomprensibile prima di tonare nel suo
dormitorio. Draco sospirò e scosse la testa. Non vedeva l'ora che il
problema di Nott si risolvesse. Il suo istinto però gli diceva che
non avrebbero visto la fine di quella faccenda molto presto. Il fatto
che il ragazzo fosse ossessionato con Hermione da anni era
preoccupante.
Sospirò
ancora e tirò fuori il Galeone dalla tasca dei pantaloni. Toccandolo
con la bacchetta mandò un messaggio a Hermione. Negli ultimi giorni
era diventata un'abitudine avere delle piccole conversazioni con quel
metodo.
Ho
parlato con Nott. Non so cosa gli passa per la testa
Pochi
secondi più tardi lei gli rispose.
Sono
sicura che non è niente.
Draco
scosse la testa. La ragazza non prendeva mai i suoi avvertimenti
seriamente.
Stai
attenta, ok?
Lo
sono sempre.
Draco
sorrise. Era una completa bugia, anche se non intenzionale. Hermione
non era mai attenta. Il coraggio e l'orgoglio Grifondoro nel suo caso
erano solo parole in codice per avventatezza e impulsività.
Sei
a letto? Chiese poi, cambiando argomento.
Si.
Cosa
sta indossando?
DRACO!
Va
bene. Fai bei sogni, Hermione.
Buonanotte
Draco.
Il
biondo rimise la moneta al suo posto e andò nella sua camera,
salendo le scale, facendo due gradini alla volta. SI sentiva sempre
meglio dopo aver parlato con lei. Si sentiva come se potessero
affrontare qualsiasi ostacolo, se solo fossero rimasti insieme.
Si
sentiva in cima al mondo, invincibile, e tutto grazie a lei.
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Note dell'autore, o meglio dire del traduttore =P
Prima
di tutto volevo ringraziare tutti i lettori per il sostegno. Anche se
la storia non è mia le vostre review mi fanno comunque
moltissimo piacere, e per questo ho fatto un extra sforzo e ho tradotto
anche questo capitolo. Consideratelo il mio modo di scusarmi per la
lunga assenza.
Questo
è il decimo capitolo... un terzo del lavoro è fatto. I
prossimi quattro o cinque capitoli parleranno ancora della preparazione
di Draco e Hermione ad affontare la missione, dopodichè
iniziernno l'azione e i colpi di scena. Sinceramente non vedo l'ora,
visto che sono proprio quelli i capitoli che mi hanno spinta a tradurre
la storia.
Grazie ancora a tutti quanti, e buon 2012!
Lux Malfoy
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