better off alone
Better
off alone
“Aspetta.”
Ulrich fu preso improvvisamente da una stretta morsa allo stomaco.
Aaron, che si stava dirigendo a passo spedito verso la sala in cui
già risuonava forte la musica, si bloccò e si
voltò a guardarlo.
“Scusami… Ti va se prima di raggiungere gli
altri… uscissimo un attimo?”
Gli rispose sorridendo dolcemente e facendo un lieve cenno
d’assenso con la testa.
***
“Un’indicibile perdita di tempo.”
“Eh?” fece Newton voltandosi verso Piotr,
sorseggiando il suo cocktail alla frutta.
Mentre l’intera sala si stava divertendo scatenandosi a
più non posso sulla pista, Piotr e Newton erano gli unici
due che si trovavano al tavolo dei rinfreschi, a fare da spettatori.
“Nulla.” disse Piotr con voce piatta, quasi
annoiata.
Pareva che i suoi occhi chiari fossero vuoti, rispetto a tutto
ciò che vedeva intorno a sé. Sembrava fossero
persi, che non avessero nessuna meta precisa, ma che si guardassero
attorno solo perché costretti a rimanere aperti.
Probabilmente bastava il suo pensiero per farlo vagare nel
nulla… all’osservazione di ciò che gli
stava attorno si sarebbe dedicato in un altro momento…
“Che stai guardando, Piotr…? Li stai squadrando
per bene i sederi delle ragazze, eh?!?!” intervenne Newton
alzando il sopracciglio, dopo aver tirato su con la cannuccia
l’ennesimo sorso di cocktail.
“Mhm?” fece Piotr risvegliandosi dal torpore dei
propri pensieri e voltandosi verso Newton.
“Aaaaah, lascia perdere… se non ti arrabbi non
è divertente!!!!!!” gli rispose, riprendendo a
bere il suo drink, annoiato.
Intanto il volume della musica pareva alzarsi sempre più, in
modo proporzionale ai movimenti della gente, sempre più
frenetici e scomposti. Le luci colorate illuminavano a tratti la sala,
e risultavano abbastanza fastidiose quando erano a intermittenza ma,
soprattutto, quando ti puntavano dritto negli occhi…
“Aaron ci sta mettendo più tempo del previsto a
raggiungerci.”
“Già, effettivamente è un quarto
d’ora che stiamo aspettando il signorino…
io mi
sto annoiando a morte!!!!!! Anche il cocktail inizia a farmi schifo!!!!
Ma poi, adesso che ci penso… io la musica la
sento…. Però alla console non
c’è nemmeno l’ombra del
d…”
Improvvisamente le luci e la musica si spensero.
Solo qualche lamento della gente era rimasto a condire
l’atmosfera.
E in questi casi, approfittando dell’assenza di luce,
commenti di ogni genere, spesso trattenuti, partono molto
più facilmente….
“Cazzo.”
“Piotr…?! Non ti vedo più!!!!!!!!! Ehi.
Aspetta un attimo. Che hai detto????”
“Niente.”
“Oh, certo. Non è che se non ti vedo allora non ti
sento!!!!!!”
“Ho detto: “Grandioso.”.”
“Ehi non prendermi per il culo!!!!!!!! Non era una parola
così lunga!!!!! Guarda che non sono mica scemo, io!!!!!
Lo
so che hai detto un’altra cosa!!!!!!”
“Se lo dici tu…”
“Eh?!”
“Ho detto “Pazzo.”.”
“Pazzo???? Chi????”
“Tu.”
“Ma che cazzo vuoi da me, io non sono pazzo!!!!!
Perché dovrei esserlo scusa????”
“Storpi la realtà oggettiva delle cose.”
“Storpio che…???”
“Un cazzo.”
“Eh?!?! Vuoi parlare in italiano per una
volt…!!!!!! Aspetta. Di nuovo?????”
“Pazzo.”
“Pazzo chi?????”
“Tu.”
“Grrrrrr!!!!! Piotr, la vuoi smettere di approfittare del
buio per darti liberamente al linguaggio frivolo????”
“….”
“….”
“Qualcosa non va.”
“Concordo.”
“Scambio di ruoli.”
“Decisamente.”
“Cazzo!!!!!”
“Newton, la vuoi smettere di approfittare del buio per darti
a un linguaggio frivolo?”
“Guarda che sei tu che… Ehi…aspetta un
attimo. Tu
ti stavi dando alla pazza gioia sparando parolacce a caso,
io non
centro nient...!!!!!!”
“Ehilà
ragazzi!!! Qui è Dj Andy che vi
parla!!! Siete pronti a passare una magnifica serata
all’insegna della musica più fica del
pianeta?!?!?”
La folla rispose in coro con un boato che fece tremare la sala,
nonostante l’intera stanza fosse ancora completamente al buio.
Evidentemente erano talmente sballati che si fidavano anche solo di
alcune semplici parole che uscivano da un microfono…
Improvvisamente tutti le luci si riaccesero, e la musica
ripartì a tutto volume.
L’unica differenza era che ora, al mixer, vi era la presenza
di un giovane.
Alto, capelli biondi… occhi azzurri nascosti da un cappello
da cowboy troppo basso sul viso… i pantaloni bianchi come la
neve e sul petto una maglietta viola con una provocatoria scritta
dorata:
Unwrap me, is my gift
ovvero:
Scartami, è
il mio regalo
Regalo evidentemente molto gradito, al sentire i commenti
proveniente dalla folla, soprattutto da tutte le giovani ragazze
presenti nella sala che, alla vista del tanto sospirato dj, iniziarono
a gridare all’unisono…come oche. Ma in
fondo… anche gli uomini rimasero affascinati da quella
figura prestante, imponente, misteriosa,… e dal suo sorriso
intrigante e malizioso…
Tutti gli occhi sognanti della folla erano puntati su di lui.
Con la sua sola presenza, in un secondo era diventato
l’Unico… il Solo… il Figo…
il Mito… il….
“….Farmacista??????” sbottò
Newton dopo aver riversato con poca grazia tutto il cocktail contenuto
nella propria bocca addosso alla persona che più gli stava
appresso.
Piotr.
***
Un vento leggero muoveva dolcemente i loro capelli, mentre entrambi
stavano seduti sul ciglio del marciapiede. Era come se entrambi, nel
silenzio, stessero guardando lo stesso punto, ma vedendoci dentro
qualcosa di diverso. Il buio della notte prendeva la conformazione di
ciò che loro volevano… di ciò che il
vento sussurrava alle loro orecchie…
Ulrich alzò lo sguardo al cielo, chiudendo gli occhi.
Aaron si voltò per osservarlo, intenerito.
Quando Ulrich se ne accorse, arrossì subito tornando a
guardare di fronte a sé, impacciato dal fatto di sentirsi al
centro dell’attenzione.
Aaron gli sorrise.
“Va meglio?” gli chiese poi.
Ulrich si voltò subito verso di lui, ancora più
imbarazzato di prima.
“Sìsì!!!!! Sono solo un po’
scombussolato…”
disse sorridendogli come se si
fosse magicamente ripreso.
Scombussolato…
Già.
Era proprio la parola più adatta a descrivere la situazione.
Non solo in riferimento al suo stomaco… ma anche alla sua
testa. Teneva la mano premuta sulla pancia, dove ogni tanto avvertiva
qualche fitta… A qualcosa stava servendo, anche se era pur
sempre solo una mano… Ma in ogni caso, alla fine, sapeva che
quel dolore sarebbe passato presto.
Lo stesso non si poteva dire della sua testa.
Neanche mille mani appoggiate sopra la sua fronte gli avrebbero dato
sollievo…
“Mi dispiace di averti trascinato qui…”
disse improvvisamente Aaron mentre fissava la strada,
deserta, davanti a sé.
“…forse avresti preferito rimanere a
casa…”
Ulrich lo guardò, sorridere tra sé al nulla di
quella terra di cemento, priva di vita.
Si stupì di quelle sue parole così apparentemente
innocue… ma dal gigantesco peso. Come poteva prendersi la
colpa anche di qualcosa in cui non centrava nulla? Lui non aveva fatto
niente di male… E si stava caricando di un fardello che non
era nemmeno il suo.
Si sentì terribilmente in colpa…
Ma cosa stava facendo..?
Per colpa sua una persona stava soffrendo anche se non avrebbe dovuto
farlo.
Si stava prendendo gioco delle uniche persone che in quel momento lo
stavano aiutando…
Da quando era diventato così meschino?
Così egoista?
Non gli bastava soffrire da solo?
Aveva bisogno di altre persone addolorate che gli facessero compagnia?
Si sentì come il peggiore rifiuto lasciato ai margini della
strada…
Di quella
strada.
Si faceva schifo da solo.
Come poteva stare lì a guardare quando altre persone che gli
volevano bene stavano male quasi quanto lui?
E per lui.
Abbassò lo sguardo in direzione del marciapiede su cui era
distrattamente seduto.
Sospirò, chiudendo gli occhi.
“Qualche anno fa… è morta la persona
più importante della mia vita…”
Aaron si voltò improvvisamente, preso alla sprovvista al
sentire quelle parole così importanti dette così,
quasi per sbaglio.
E lo guardò, stupito, cercando di comprenderlo, di aiutarlo,
di sorreggerlo in qualche modo… ma si sentì per
la prima volta così piccolo e insignificante di fronte a lui.
Così impotente…
Le sue parole erano scivolate leggere nell’aria, ed erano
già volate via… ma avevano lasciato sul suo cuore
un peso così grande… e
capì… capì che ciò che
Ulrich nascondeva dentro non erano semplici briciole di vita perse
distrattamente per strada.
Era la sua vita intera.
“Da quel giorno… non sono più stato in
grado di riprendermi… Ho cercato di trovare una via
d’uscita… ma ho sempre imboccato le strade
sbagliate… Tuttora non so se quello che sto facendo sia
giusto… Però ora che ho incontrato te…
ora che ho incontrato voi… ho finalmente trovato una
certezza. E ho capito che… per una volta… sono
felice… di aver imboccato la strada più
difficile...”
“Non lo sarà.” lo interruppe subito
Aaron.
Ulrich si voltò sorpreso verso di lui, non capendo cosa
stesse cercando di dirgli.
“Finché sarò con te…
farò in modo che la tua strada non sia mai difficile. A
costo che lo diventi la mia.”
E fu quasi sul punto di scoppiare in lacrime quando Aaron, baciandosi
alternativamente le dita delle mani, gli pronunciò quelle
tre parole…
“…Te lo prometto.”
***
“Oh cacchio!!!!! Piotr scus…!!!! Cioè
volevo dire… E’ tutta colpa di quel fottuto
dj!!!!!! Mi ha fatto prendere un colpo e….”
“Non fa niente.”
“…non mi aspettavo fosse lui e
allora…!!!!!! Che hai detto..?”
Piotr si voltò e si allontanò da Newton, senza
dire più nulla.
Newt si fermò a guardarlo allontanarsi, stranito. Non una
frecciatina, non una parola d’insulto e senza pretendere
nemmeno delle scuse..?
No...
Non era decisamente da lui.
Decise allora di seguirlo, per vederci un po’ più
chiaro.
“Ehi Piotr!!!!!!! Piotr!!!!!!” gridò
facendosi largo tra la folla.
Cominciò a perderlo di vista.
“Merda!!!!!! Piotr, ma dove cazzo stai
andando?!?!?” urlò forte senza che
l’altro potesse sentirlo.
Si alzò sulle punte per vedere meglio.
In bagno… Sta
andando in bagno!!!!!
Allungò il passo per raggiungerlo, soddisfatto di aver
almeno compreso dove si stesse dirigendo.
Inseguendo Piotr in maniera così istintiva, non si rese
nemmeno conto del fatto che si stesse preoccupando per lui.
O forse lo sapeva bene…
…ma lo stava negando a sé stesso.
Raggiunse il bagno e spalancò la porta, entrando in fretta e
furia.
Si fermò sulla soglia, ansimando per il fiatone dovuto al
frenetico inseguimento.
Vide Piotr di fronte al lavandino, pulirsi il maglione con un
po’ d’acqua e una salviettina di carta.
Al sentir la porta sbattere, Piotr si era voltato, e ora lo stava
guardando stupito. Rimasero a fissarsi per un attimo, senza dire nulla.
Solo il respiro affannato di Newton risuonava nell’aria.
“Ti ho detto che non fa niente. Non era necessario
che venissi qui.” disse poi Piotr tornando a pulirsi la
maglia.
Newton rimase ancora fermo a guardarlo.
Non sapeva cosa dirgli.
Non poteva mica uscirsene con un “Piotr, ho
l’impressione che ci sia qualcosa che non va!!!!!”
come se niente fosse. Avrebbe dato l’impressione di essere un
sensitivo o qualche altra ridicola cosa...
O peggio.
Avrebbe potuto dare l’impressione che si stesse preoccupando
di…
“Piotr, ho l’impressione che ci sia qualcosa che
non va!!!!!!!”
Come non detto.
Non per niente Newton si morse la lingua subito dopo…
“Va tutto bene. Non c’è bisogno che ti
preoccupi per me.”
“No che non va tutto bene, scemo!!!!!! Si vede lontano un
miglio che hai qualche grillo per la testa!!!!! Sei ancora
più pensieroso del solito!!!!! Ah e poi… Cosa ti
fa credere che io mi stia preoccupando per te????? Ti senti per caso
così importante?????” concluse Newt incrociando le
braccia sul petto e inscenando il ruolo dell’altezzoso
indifferente.
Piotr inarcò un sopracciglio.
Poi aprì il rubinetto del lavandino che gli stava di fronte,
e fece passare le proprie mani sotto l’acqua scrosciante, per
pulirsele dai residui di cocktail appiccicoso che vi erano rimasti.
“Il fatto che tu pensi troppo poco ti fa credere che io stia
pensando troppo.” Rispose sorridendo tra
sé e lanciando a Newton uno sguardo di sfida.
Newt si bloccò un attimo.
Il solito paio di secondi per afferrare il senso della frase, e
poi…
“Ma che cazzo vuoi da me????? E io che ero anche venuto qui
preoccup… cioè, per accertarmi che la macchia se
ne fosse andata via!!!!!! E questo è il
ringraziamento!!!!!!”
Piotr si asciugò le mani sfilando qualche altra salviettina
di carta, e si diresse verso l’uscita del bagno.
Passò a fianco a Newton e, dopo aver alzato piano la propria
mano, la calò sulla sua testa, spettinandogli un
po’ i capelli.
“Ehi!!!!! Ma che cazz…?!?!? Chi ti ha dato il
permesso di toccare i MIEI capelli???????”
Piotr accennò un lieve sorriso.
“Andiamo. Ora siamo noi che probabilmente stiamo facendo
aspettare Aaron e Ulrich.”
***
“NON-SONO-ANCORA-ARRIVATI!!!!!!!!!!!!!!!”
sbraitò Newton al vedere che Aaron e Ulrich non solo non li
stavano aspettando, ma non c’erano proprio.
“A quanto pare…”
“Smettila di fare l’indifferente Piotr!!!!! Tu vuoi
che siano qua tanto quanto lo voglio io, perché sai
benissimo da solo che stare con te è una noia
mortale!!!!!!”
“Insinuando che io mi annoio da solo, stai al contempo
negando la tua stessa presenza. Ovvero, non tenendo in considerazione
te stesso nella tua stessa affermazione, non ti stai considerando da
solo. Vedo che stai imparando ad ignorarti. I miei
complimenti.”
“Grrrrrrrrrrr!!!!!!!!!!!!!!! Vedi perché voglio
che Aaron sia qui?????? Tu mi porti all’esasperazione!!!!!!!
Dannato Mr SoTuttoIo
dei miei stivali!!!!!!!!!!!”
Piotr si limitò a squadrarlo per un paio di secondi.
Per poi aggiungere…
“Quali stivali..?”
Newton allora fu sul punto di rispondergli nuovamente a tono, ma si
trattenne.
Qualcosa lo
trattenne.
Un vago brontolio che giungeva in lontananza…
“Ho altre cose più importanti da fare che
ribattere continuamente alle tue battutine sarcastiche!!!!!”
“Ah sì?” fece Piotr alzando il
sopracciglio “Tipo...?”
“Mangiare!!!!!” rispose Newt afferrando con
entrambe le mani, poste a coppa, un’ enorme valangata di
patatine dalla ciotola che stava sul tavolo dei rinfreschi, dietro di
loro.
E mentre Newton si abbuffava, Piotr aspettava pazientemente, ingannando
il tempo osservando la folla ballare, ballare e… ballare.
Lo riteneva uno spettacolo piuttosto monotono.
Soldi sprecati, se per vederlo avesse dovuto comprare un biglietto.
Ma qualcosa colpì improvvisamente la sua attenzione.
Avrebbe preferito che non fosse successo, però sapeva che
prima o poi sarebbe accaduto. Una persona così appariscente
non sarebbe mai rimasta nascosta nell’ombra per troppo tempo.
E allora lo osservò, da lontano.
Non seppe bene il motivo…
Ma, volente o nolente, ormai aveva attirato la sua attenzione.
Anche perché era impossibile non notarlo.
Con una grandissima disinvoltura aveva scavalcato con un solo balzo il
mixer situato in un’improvvisata postazione da dj, fatta di
scatoloni impilati uno sopra l’altro. E subito si era buttato
in pista, al suono della sua stessa musica, e altrettanto velocemente
si era ritrovato circondato da un sacco di ammiratrici vogliose.
O almeno questa fu l’impressione che ebbe Piotr.
Da questa cosa però non era particolarmente colpito.
Ripeto, una persona così appariscente difficilmente sarebbe
passata inosservata.
Ma c’era dell’altro…
Qualcos’altro che aleggiava nell’aria, tra lo
scandire di note della musica dance e i colori accesi delle luci a
intermittenza…
E una strana sensazione.
Un orribile sensazione.
Perché da quando l’aveva visto entrare in
pista…
…non era più riuscito a smettere di osservarlo.
Lo vedeva ballare sicuro di sé in mezzo alla pista, quasi
fosse l’unico ballerino al centro della sala.
E, in quello che sembrava quasi un gioco erotico, si divertiva ad
alternare le espressioni sul proprio viso, che però
ricordavano tutte una sorta di godimento interiore.
Ma a parte questi piccoli dettagli che non potevano scatenare in lui
nulla se non un vago ribrezzo, il solo vederlo ballare in modo
così sciolto, unico in mezzo a tutta quella gente, gli
ricordava qualcosa di simile a un telo… morbido e
fluido… attraversato da un soffio di vento.
Allo stesso modo gli pareva che Andy si lasciasse attraversare dalla
musica.
E, osservandolo così avvinghiato e stretto da quella
passione così forte, gli pareva quasi un’altra
persona.
Oddio senza sbilanciarci troppo ora…
Probabilmente lo sembrava solo perché stava facendo qualcosa
che gli piaceva…
Che amava…
E anche perché non stava rompendo i coglioni a lui.
Cosa non da poco conto.
Decisamente
non da poco conto.
Però era veramente strabiliante.
Questo doveva ammetterlo.
Non aveva mai visto nessuno ballare così.
I suoi movimenti erano così fluidi, liberi… e si
susseguivano incessantemente incastrandosi in modo perfetto
l’uno con l’altro, come una sequenza di palle da
biliardo che si colpiscono una di seguito all’altra.
E facendo sempre centro.
Finito un movimento, ne iniziava subito un altro, senza che nemmeno si
percepisse il distacco tra i due.
Piotr era da sempre un grande osservatore.
Nessun particolare, nessun dettaglio sfuggiva alla sua vista.
E ora si era preso bene ad osservare Andy.
In ogni più piccolo ed insignificante particolare.
Almeno finchè Andy non si fosse accorto di lui
perché, se fosse successo, l’avrebbe subito
avvicinato e molestato, come suo solito.
Ma la cosa strana era che in quel momento non riusciva a vedere Andy
completamente in cattiva luce. Stava facendo quello che gli piaceva. E
magari può sembrare esagerato da dire, ma ci stava mettendo
l’anima.
Lui l’aveva percepito.
Però forse non era stato l’unico…
Perché notò che Andy riscuoteva una grandissima
ammirazione, non solo da parte delle donne, ma anche da parte degli
uomini. E questo non sessualmente parlando, anche se magari
c’era qualcuno interessato anche da quel punto di
vista…
Il fatto era che Andy poteva fare qualsiasi stronzata. Poteva mettersi
a rotolare a terra come un pazzo, a ballare il ballo del qua qua o
mettersi ad imitare un tricheco in calore (cosa che in
realtà non si discostava molto dalla sua vera
natura)…
Però.
Qualsiasi cosa facesse… riscuoteva una grandissima
ammirazione da parte di tutti.
Se si fosse messo a ballare come un deficiente…
probabilmente gli altri l’avrebbero seguito e imitato. O in
ogni caso non avrebbero comunque diminuito la considerazione che
avevano di lui.
E tutto ciò nonostante non lo conoscessero.
Forse era questo che attirava Piotr.
Il suo carisma.
Quello strano magnetismo che suscitava in tutti…
…a parte lui.
Però in certi casi bisogna anche saper essere obiettivi.
Ma Piotr non fece in tempo a pensar relativamente
bene
di lui, che
subito Andy riuscì a smentirlo.
Perché fino a quel momento aveva ballato da solo.
Ora aveva iniziato ad avvinghiarsi anche alle ragazze.
E così il suo istinto animale diventava inevitabilmente
sempre più evidente.
Molto evidente.
Semplicemente, quando si stancava di ballare da solo, si avvinghiava ad
una ragazza, che trascinava a sé col semplice ausilio del
suo sorriso.
Falso e
spudorato…
pensò Piotr.
E il momento successivo gli faceva venire ancora di più il
ribrezzo.
Lo vedeva che, mentre stringeva a sé con forza
l’oggetto del suo desiderio, ovvero l’occasionale
compagna di ballo, i suoi occhi si socchiudevano, alzava la testa verso
l’alto, e sul suo viso si dipingeva con
un’espressione d’estasi così evidente
che Piotr temette che stesse venendo sul serio.
Probabile.
Estasi poi dovuta a cosa?
Chissà.
Forse dovuta alla musica che lo avvolgeva… o molto
più probabilmente all’occasionale ragazza che
stava rimorchiando.
E le sussurrava qualcosa nell’orecchio, le sorrideva
maliziosamente e l’ipotetica “lei” rideva
a quelle parole così segrete che lui le aveva appena
confessato.
“Porco.” disse improvvisamente Piotr apatico e con
le braccia conserte sul petto.
“Cosha..? Ge l’hai chon me??????”
sbottò Newton con la bocca piena di pop corn e altre
schifezze varie.
“No, tranquillo. Continua pure a fare il porco anche
tu…”
Probabilmente Newt non percepì bene la velata frecciatina di
Piotr… altrimenti gli avrebbe risposto per le rime. Era
troppo occupato a rimpinzarsi… come un maiale, appunto.
Piotr tornò all’oggetto della sua osservazione.
Quasi fosse un inviato speciale di National Geographic che scruta le
abitudini del raro esemplare di Macacus
arrapatus della Sexonia
meridionale…
Ma poi.
Era un esibizionista.
E che esibizionista, dannazione!!!!!
Quando lo vide prendere il proprio cappello e lanciarlo come un frisbee
così che qualche donna della sua schiera lo afferrasse
ammaliata ed arrapata pure lei… il sangue gli
ribollì in corpo.
Si stava approfittando di tutte quelle galline che
gli
svolazzavano
intorno.
Ma questa non era una novità.
Anzi.
Questo era il biglietto da visita con cui Andy si era presentato a lui.
Come poteva dimenticarlo?
Quell’aria da presuntuoso, di uno che conosce le proprie
capacità a tal punto da diventare troppo sicuro di
sé…
E così tutte le sue mosse risultavano finte,
calcolate…
Sapeva bene cosa voleva o come poterlo ottenere.
Ed era proprio questa sua innata presunzione che Piotr non poteva
sopportare.
Non poteva sopportare lui.
E meno male che non l’aveva ancora visto!!!!!
Sapeva che prima o poi sarebbe venuto a cercarlo, ma sperava che non
riuscisse a trovarlo.
Quell’arrapato,
d’un mandrillone, di un cane in
calore, peggio di quelli che ti si attaccano alla gamba e incominciano
a…
“Perché ti preoccupi tanto di lui?”
La voce squillante di Newton lo risvegliò improvvisamente
dai suoi pensieri.
“Prego?”
“Massì!!!!! E’ inutile che neghi!!!!! Ti
ho visto, sai???? E’ da più di un ora che stai
osservando quel dj!!!!!!Che hai in testa, eh????”
Ma, prima che Piotr potesse rispondergli, Newt si rispose da solo.
Sussultò.
“Oh no…. Non dirmi che… Sei passato
all’altra sponda!!!!!!!!!”
“Newt…”
“OHMMIODDIO, Piotr!!!!!! Da te non me lo sarei mai
aspettato!!!!!!!”
“Newt…”
“Appena lo verrà a sapere Aaron vedrai come
rimarrà scioccato!!!!!!!!!! Forse quasi quanto me!!!!!!!!
Anzi…. Più di me!!!!!!!!!!!!!!!”
“Newton, guarda che io… ma che stai
facendo?” domandò Piotr vedendo che, a ogni sua
parola, Newt faceva un passo indietro, allontanandosi da lui.
“Newt, guarda che non sono affetto da
peste….”
“Sìsì certo!!!! Dicono tutti
così!!!!! E poi…. Bim Bum Bam!!!!!!! E ti ritrovi
frocio!!!!!!!”
“Newton la vuoi piantare???” gridò
questa volta Piotr, alzando decisamente il tono di voce.
Fortunatamente il volume dalla musica aveva coperto il suo urlo
disperato…
“Ok…ok.. stavo scherzando… ma mi
raccomando, non farmi brutti scherzi, eh? Sono un uomo molto credente,
e la cosa potrebbe ferirmi profondamente…” disse
facendo il finto amareggiato.
“Newton tu sei il dio Ateo in persona. Se vuoi che io tenga
in considerazione quello che dici, almeno usa a tuo favore delle tesi
credibili.”
“Sìsì, certo….”
fece Newton snobbandolo nuovamente e andando a versarsi un altro
po’ di cocktail.
Piotr, al vederlo andare via, sospirò, mettendosi una mano
sulla fronte, e massaggiandosela un poco.
Gli stava venendo un forte mal di testa.
E i motivi erano piuttosto evidenti, direi…
Si tolse la mano dal viso, e tornò a guardare la pista.
Andy si era allontanato un secondo per controllare la musica o per
cambiare qualche cd, ma fu di ritorno subito dopo.
E la solfa si ripeteva.
Andy che si strusciava allegramente su una ragazza… poi su
un’altra… e su un'altra ancora…
E tutte loro erano accondiscendenti, anzi, pareva non potessero essere
più gratificate.
Gli fece veramente schifo pensare a come potesse trattare le donne come
oggetti, come semplici appagamenti del suo desiderio.
Tutto doveva girare intorno a lui.
Ovviamente.
Che uomo
infame… come si fa a trattare in maniera
così superficiale delle….
Ma d’improvviso anche i suoi pensieri si bloccarono.
Notò qualcosa, che aveva smosso la monotonia di
ciò che stava osservando.
Andy si spostò dal centro della pista, abbandonando tutte le
ragazze che lo circondavano e, a passo lungo e deciso, si
diresse verso il fondo della sala, alla parete perpendicolare a quella
dove stavano Piotr e Newton.
Piotr provò ad osservare meglio, nel buio della sala, per
vedere cosa stesse facendo Andy.
Strizzò un po’ gli occhi, e si sistemò
bene gli occhiali sul naso, così riuscì ad
intravedere la figura di una giovane ragazza, seduta in disparte, che
stava piangendo, sola.
Vide Andy parlarle un po’… abbassarsi poi sulle
ginocchia… e sorriderle dolcemente, asciugandole le lacrime
che scendevano copiose sul suo viso.
La ragazza sembrava desistere dalle sue attenzioni, sembrava intimarlo
di tornare a ballare e di lasciarla perdere…
O almeno questa fu l’impressione che ebbe Piotr.
Provò, ad avvicinarsi un po’ a loro, per osservare
meglio, senza però farsi vedere.
Andy a quel punto si rialzò in piedi, prendendole le mani.
Lei ancora fece segno di no con la testa, e Piotr potè
leggere dal suo labbiale le parole “Non so ballare.”
Ma Andy continuava ad insistere, e la trascinò comunque con
sé.
Piotr, continuò ad osservarli, da lontano.
Mentre tutti ballavano come pazzi scatenati al suono di quella musica
così energica, Andy abbracciò la ragazza,
tirandola verso di sé e ballarono vicini, uno di fronte
all’altro, un lento che solo loro potevano immaginare di
sentire.
Ad un certo punto la ragazza riprese a piangere e strinse forte Andy a
sé. Allora lui in risposta le sorrise dolcemente, e le
disse…
“Stai tranquilla. E’ tutto a posto ora.”
Sembrava che lei si stesse affezionando particolarmente a lui.
E Andy se ne era reso conto.
Quando la vide troppo stanca e frastornata la fece sedere su una sedia,
dove quasi si addormentò. Fece per allontanarsi da lei,
quando si risvegliò e gli disse esitante..
“Dove vai?”
Andy le sorrise.
“Vado al mixer. Anche se mi diverto purtroppo sto pur sempre
lavorando.”
Se ne andò da lei lasciandola con un sorriso e, quando si
voltò a guardarla, pareva già assopita.
Durante il tragitto verso la sua postazione puntò un tipo e
lo fermò, mettendogli una mano sulla spalla.
“Senti, ti piace quella ragazza?” disse Andy
indicando con un cenno la giovane addormentata in fondo alla sala.
“Sì è carina…”
fece l’altro non capendo dove Andy volesse andare a parare.
“E perché non ci hai provato con lei???”
chiese di nuovo Andy più insistente.
“Perché ci stavi provando tu!!!! Non sono mica un
porco che se le fa tutte una dietro l’altra
io!!!!!!”
“Bene.” disse allora Andy ricomponendosi e
sorridendo malizioso.
“Va’ dai lei allora.” aggiunse.
“Cosa??? Ma se ci stai provando tu!!!!!”
“Se ti piace e non hai cattive intenzioni accompagnala a
casa. Ha bisogno di riposare.”
“Ma….”
Andy afferrò il ragazzo per la maglietta.
“E se ti azzardi a torcerle anche un solo capello ti ammazzo.
Chiaro?”
“Sì… chiaro…”
rispose l’altro intimorito.
Andy fu allora sul punto di andarsene, quando il ragazzo lo
bloccò con una domanda.
“Ma perché vuoi che me ne occupi io?
Cos’è… Non ti piace..?”
Andy si voltò.
“Oh no. Mi piace eccome. E’ una bellissima
ragazza.”
“E allora perché non ci provi tu?
Perché lo stai lasciando fare a me???”
Andy sorrise, stupito da quella domanda.
“Perché…” disse
allontanandosi voltando le spalle al ragazzo
“…è meglio che si dimentichi
di un tipo come me.”
***
Quando li videro entrare… beh quasi non riuscivano a credere
ai loro occhi.
Pareva così strano vederli ridere, scherzare e scambiarsi
battute come se si conoscessero da anni. E soprattutto
perché fino a qualche ora prima Ulrich si mostrava ancora
piuttosto titubante nel dare confidenza ad Aaron.
Ancor meno a loro.
Ma quando Piotr e Newton li videro in
quell’atteggiamento… non poterono fare a meno di
rimanere piacevolmente sorpresi.
Forse era anche ora che quei due finalmente iniziassero a conversare
amichevolmente, senza nessuna paura…
Però qualcosa doveva essere successo.
Sicuro.
Prima c’era un evidente muro tra loro due, un muro che
entrambi non erano ancora stati in grado di abbattere. E adesso invece
sembrava che quel muro fosse magicamente scomparso.
Così.
Da un momento all’altro.
Chissà che cosa…
Non importa…
pensò Piotr tra sé e sé.
Li guardò e sorrise, al vederli così in sintonia.
Pareva andassero d’amore e d’accordo come non mai.
Newton invece continuò a fissarli, a bocca aperta,
e con ancora il bicchiere stretto nella mano.
<>No… Non
è possibile!!!!! Aaron? E il serial
killer…? Pappa e ciccia???? Culo e camicia????
Dev’essere un allucinazione!!!!!!! Ma sei sicuro che siano
loro????E poi… chissà perché si dice
“Culo e camicia”… Mmmm…
questa è proprio una bella domanda…
Mah… Forse perché sotto sotto….
“Ehi! Che c’è da guardare?”
disse Aaron dopo aver interrotto la sua risata al vederli
così stupiti.
Ulrich, accorgendosi solo in quel momento di essere stato osservato per
tutto il tempo, arrossì, e smise subito di parlare.
“Come che c’è che non va???? Te ne sei
andato via che quasi neanche lo conoscevi e ora arrivi qui tutto pappa
e camicia, culo e ciccia o come cacchio si
dice…..!!!!!!!”
“Non c’è niente che non va, sono sicuro
che ti sta confondendo con qualcun altro. Non è vero
Newton…?” intervenne tempestivamente Piotr.
“Qualcun altro un cavolo!!!!!!!!!! Io mi riferivo
proprio….!!!!!!!!”
“Oh. Hai detto che vuoi un sorso di cocktail? Ti accontento
subito.”
“Ehi aspetta!!!!! Io non ho detto proprio
nient….!!!!!!”
Ma Piotr lo zittì portando il suo stesso bicchiere, con la
sua stessa mano, alla sua stessa bocca con la forza.
E Newt fu costretto a bere, altrimenti si sarebbe sbrodolato
tutto…
“Buono?” domandò poi Piotr con
indifferenza, quasi quella fosse solamente una domanda da manuale.
“Pfffffffff!!!!!!!!!!!!!!” sbottò Newton
sputando fuori il cocktail in segno di risposta più che
esaustiva.
E una volta ripreso….
“Eddai insomma!!!!!!!!! La volete piantare una buona volta o
no con i vostri litigi???? Io e Ulrich stavamo solo chiacchierando un
po’… non è vero Ulrich?
Ulrich…? Ulrich…?!”
Aaron si voltò più volte per cercare
l’amico che, preso dal battibecco degli altri due, aveva
perso momentaneamente di vista.
“Ulrich...? Ulrich...?” continuava a domandare
spostandosi a destra e a sinistra e rovistando tra
la
folla.
“Aaron è laggiù.” gli disse
Piotr facendo un cenno con la testa.
Ulrich dal canto suo, sentendosi semplicemente a disagio per la
situazione imbarazzante che si stava per creare, si era solamente
allontanato un poco da loro, e si stava ora guardando attorno con aria
incantata, come se fosse finito nel mondo delle fiabe.
Effettivamente quella era una realtà per lui sconosciuta, ed
era normale che fosse incuriosito da tutta quella folla di gente
festante, dalle luci psichedeliche, dalla musica fin troppo alta, dai
cocktail, dai rinfreschi…
Non sapeva più dove voltare la testa.
Si era guardato talmente tanto attorno che quasi si sentiva il
torcicollo.
Ma poi improvvisamente qualcosa attirò la sua attenzione
sopra tutto.....
“Lascialo andare.” disse Piotr ad Aaron bloccando
così il suo tentativo di salvataggio.
“Ma devo andare a prenderlo!!!!!! Si mischierà con
quella folla di tamarri allucinati che potrebbero risucchiarlo tra
loro!!!!! Potremmo perderlo Piotr!!!!!! Potrebbe diventare un
ibrido!!!!!!!”
“Calmati Aaron, stai iniziando a parlare come
Newton… il ragazzo vuole semplicemente guardarsi un
po’ in giro…”
“Sì ma è pericoloso!!!! Potrebbe
perdersi in quell’ammasso di gente, finirebbe per essere
calpestato e risucchiato da quella massa
informe!!!!!!!!”
“Vuoi dire come sta succedendo a Newton?”
“Sì, voglio dire come sta succedendo….
Cosa????”
“Newton è appena andato a ballare con la massa
informe.”
“E perché l’hai lasciato
andare????????”
“Qualsiasi cosa che allontani Newton da me è
sempre ben accetta.” commentò Piotr lapidario come
suo solito.
“Ma… ma…. Dovevi
fermarlo!!!!!!!” intervenne Aaron disperato.
“E’ grande e vaccinato. In teoria. Ma in fondo,
quando si tratta di legalità, quello che conta è
l’età anagrafica…”
“Ma Piotr si tratta della massa informe!!!!!!!!!!
Siamo
fratelli, dobbiamo sostenerci l’un l’altro
perché non ci degradi fino al degenero
completo!!!!!!!!”
Piotr rispose inarcando il sopracciglio.
Per l’ennesima
volta.
Aaron sospirò, e si appoggiò di schiena al tavolo
dei rinfreschi, accanto a Piotr.
“Non credi sia meglio tener d’occhio un tipo come
lui in mezzo a così tanta gente?” disse rivolgendo
il suo sguardo verso la folla “Newt è bravo a
combinare casino in condizioni normali, figuriamoci quando è
pieno di gente… Ubriaca e festaiola per di
più… Sai bene che lui è uno che si fa
facilmente prendere la mano, soprattutto nelle cose che lo attirano di
più, che solitamente sono proprio le cose che non dovrebbe
fare… Quindi perché non…” si
voltò verso Piotr.
“Piotr? Piotr…? Piotr…?! Maccome di
nuovo?????” esclamò esasperato.
Com’è che la gente quella sera aveva
così tanta voglia di sparire senza dirgli niente?
Sospirò abbassando lo sguardo in direzione dei propri piedi.
Li guardò per un poco ma poi scorse qualcosa, con la coda
dell’occhio.
Alzò lo sguardo in quella direzione e intravide Piotr che
cercava con lo sguardo qualcuno, tra la folla.
Beccato...
pensò sorridendo tra sé e sé.
Poi scostò lo sguardo dall’altra parte della sala.
Lo avevano lasciato solo, sì. Ma tutti i vari componenti del
gruppo erano comunque sparsi in giro per la stanza. E da quella
parte,
si era diretto Ulrich.
Non ci mise molto a ritrovarlo.
Ulrich era l’unico a muoversi lentamente per la sala, come
uno zombie, guardandosi in giro e tenendo la bocca
leggermente aperta, senza neanche accorgersene. Sembrava veramente
affascinato da tutto quello che stava vedendo.
E se da una parte era un male, beh, per lui che della vita non aveva
visto ancora niente, non poteva che essere un bene.
Questa era una motivazione più che valida per lasciarlo fare.
Era giusto che anche lui a poco a poco scoprisse cosa c’era
al di fuori di quelle mura entro le quali lo avevano tenuto chiuso per
tanti anni…
Sorrise di nuovo afferrando un bicchiere di cocktail e bevendone un
sorso.
“Oh beh… Vorrà dire che oggi passerai
la serata da solo caro, mio…” si disse tra
sé.
Poi si voltò verso Piotr…
Verso quello che riusciva a scorgere di Newton…
Verso Ulrich…
“…ma va bene così.”
Sorrise dolcemente, sorseggiando nuovamente un po’ del suo
dolce cocktail ai frutti tropicali.
***
Luci colorate, musica, balli, quell’atmosfera di festa che
sembrava non finire mai….
Tutto quello che lo circondava era davvero meraviglioso….
Ormai aveva esplorato quasi tutta la sala da cima a fondo.
E quasi quasi l’avrebbe esplorata nuovamente…
Se fosse che si era dimenticato di un punto importante, che ancora non
aveva visitato.
Quel punto che già da lontano aveva improvvisamente attirato
la sua attenzione.
Quello che sovrastava tutti gli altri.
Quello da cui tutto pareva nascere.
Quello che più di tutti l’aveva lasciato a bocca
aperta.
E nel contempo quello che più lo intimoriva, e a cui si
avvicinava con più esitazione.
Ma ora era arrivato lì.
A due passi da quel posto così importante…
Fu quasi sul punto di tornare indietro.
Se non che…
“Vuoi fare una dedica, fanciullo?” disse Andy
mentre stava rovistando tra gli scatoloni, cercando dei cd.
Era inginocchiato e voltato di schiena, ma si era accorto della
presenza di Ulrich vedendolo di sfuggita con la coda
dell’occhio.
Ulrich rimase zitto, a bocca ancora aperta e immobile, come una statua.
“Guarda che non ti mangio mica,
ragazzo…” disse Andy rialzandosi e voltandosi
nella direzione di Ulrich.
Fu sul punto di mettere il cd sulla console, quando si fermò
per un momento, esitante.
Ulrich continuava a fissarlo, di rimando.
E anche Andy rispose alla stessa maniera.
“Ah… capisco…” disse poi
ritornando a guardare il suo mixer “…la serata si
fa interessante.”
Accostò una cuffia all’orecchio, sorreggendola tra
la testa e la spalla e sorridendo tra sé, divertito.
“Allora…” aggiunse poi posizionando il
disco sulla console “…la vuoi fare questa dedica,
o sei solo uno dei tanti….”
I loro sguardi si incrociarono ancora.
Andy gli sorrise, malizioso.
“….a cui piace stare a
guardarmi?”
I suoi gelidi occhi azzurri incontrarono di nuovo quelli di Ulrich, che
non seppe fare altro se non rimanere costantemente immobile di
fronte alla vista delle enormi ali nere, che sovrastavano il
suo licenzioso interlocutore.
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