GRAZIE A CHI HA RECENSITO!
Ultima storia, che tra parentesi ha vinto il premio Titolo (che figata,
ne?). Parla di Naomi Misora e quel che le è successo dopo il
primo gennaio, ed è molto corta.
Spero vi piaccia - e sì, sono tornata dopo mesi di assenza,
e vabbè :D
Autore: Erena
Fandom scelto:
Death Note
Personaggi principali:
L, Ryuk per la prima storia. Misa e B per la seconda. Naomi Misora per
la terza.
Genere:
Generale, direi. Vagamente introspettivo, tendente al drammatico? Con
una vena triste xD
Rating:
Giallo.
Avvertimenti:
L’ultima storia tratta la tematica del suicidio.
Poi… beh, niente di che. AU le prime due storie, mentre
l’ultima è ambientata dopo il capitolo 14, volume
due.
Introduzione:
I sogni si avverano: se non esistesse questa possibilità la
natura non ci spingerebbe a sognare. (John Updike). Ma sarà
davvero un bene?
Note dell'autore:
(non obbligatoria) nell’altro documento. Per cui, leggere
prima quello delle storie (o dopo, come preferisci. Ma le note son
tutte lì, comprese le informazioni su B.)
Prompt scelti:
Transfert pericoloso: Terrore - Iena
Come lettere senza francobollo: Litania - Respinto
Crr Crrr, disse la busta:
Nascondere – Respiro
Per tutte e tre, vale la citazione: I sogni si avverano: se
non esistesse questa possibilità la natura non ci
spingerebbe a sognare. (John Updike)
Buona lettura.
Crr
Crr, disse la busta.
January, 1st
Not to bother anyone else
Suicide in a secret
place that only she knows of.
Body will be difficult
to find
Will think to suicide
henceforth
Death within 48 hours
Era un sogno.
Poteva essere solo un sogno, dato che i contorni degli oggetti erano
smussati e i suoi intorno a lei ovattati; quel casolare in costruzione,
un misero scheletro di muri portanti e pavimentazione ancora da
completare era parte integrante di quel sogno: grigio e tetro, reso
inquietante dalla rossastra luce del tramonto, agli occhi di Naomi
Misora sembrava invitante… ma la donna non si
soffermò a pensare al casolare; in verità non
pensava e basta.
La sua mente era incentrata solo su di un unico, ossessivo mantra, e
l’unico suono in quel luogo solitario era il suo stesso respiro che
si rarefaceva nel freddo di Gennaio e il rumore della busta che veniva
stropicciata nelle sue mani.
Crrr, crrr. Le sue dita si serravano ritmicamente sulla plastica,
contraendosi e rilassandosi come a voler imitare la sistole e la
diastole del suo cuore straordinariamente calmo.
Lontano, il rumore di gocce d’acqua che cadevano sul
pavimento in costruzione, una tubatura guasta forse – ma
Naomi Misora non se ne curò.
Pensava solo ad una cosa.
Crrr crrr, una contrazione di dita, come se confermassero la
veridicità dell’affermazione.
Naomi Misora camminò lentamente lungo la pavimentazione che
doveva essere stata costruita da poco, gli occhi scuri vitrei come
specchi e le labbra comicamente serrate,
l’espressione lievemente corrucciata e il respiro affrettato.
C’era un minuscolo tarlo, laggiù nella sua mente,
come se lei desiderasse in realtà svegliarsi dal suo sonno
– aveva sperimentato una cosa simile qualche anno prima,
quando una mattina non era riuscita in alcun modo ad aprire gli occhi e
a svegliarsi, ed era piombata in un dormiveglia nel quale si erano fusi
insieme il sonno e la realtà, terrorizzandola per
l’incapacità di svegliarsi ma senza esserne
pienamente cosciente; quella strana mattina c’era stato un
piccolo segnale di allarme nella sua mente, che era riaffiorato come il
cadavere di un annegato negli sprazzi di coscienza. Quello sentiva in
quel momento: un piccolo fastidioso mormorio di protesta,
laggiù dove conservava la sua razionalità, ma
Naomi Misora sapeva che tutto quello non era che un sogno e non
c’era nulla di cui preoccuparsi; no, in realtà non
lo sapeva. Non sapeva nulla, pensava solo ad una cosa.
Crrr Crrr, disse la busta.
Naomi Misora giunse davanti alla voragine che si apriva nel punto nel
quale il pavimento si interrompeva, mostrando le fondamenta in cemento.
Quella era la sua meta, le sue gambe l’avevano portata
lì.
Un luogo nascosto.
Nascondere. Un luogo difficile da trovare. Un posto che
solo lei sa – la casa che aveva pensato di comprare con Raye.
Raye è morto.
Crrr crrr, confermò la busta.
Ma questo è un sogno. Nel sogno non ci sono morti. Ci sono
solo… solo… luoghi in cui nascondersi.
Dove un corpo non potrà essere trovato.
Naomi Misora saltò il breve dislivello che sarebbe stato
riempito di cemento la mattina dopo. C’era un piccolo
anfratto, prima della fine del pavimento, un punto molto piccolo nel
quale lei aveva sentito le piastrelle sollevarsi un poco al di sotto
dei suoi piedi. C’era un angolino oscuro là sotto,
piccolo abbastanza da poterla contenere stesa a malapena.
Però era un angolo davvero molto ben nascosto.
Un posto dove nessuno avrebbe mai potuto pensare di trovare un
cadavere.
Un luogo simile alla tana del coniglio di Alice nel Paese delle
Meraviglie – e Alice stessa non aveva forse sognato quel
magico paese? Forse, se Naomi fosse entrata là sotto, anche
lei avrebbe sognato qualcosa di ancora migliore, un sogno immerso nella
gloriosa luce dell’alba nel quale Raye non era morto e lei
non dove nascondere un corpo – il proprio corpo.
Ma Naomi Misora poteva pensare solo ad una cosa. A nascondere.
Crr crr.
Strisciò al di sotto del piccolo dislivello, entrandoci e
lasciando perfino un margine di spazio al bordo. Nessuno avrebbe visto,
nessuno avrebbe mai guardato al di sotto della pavimentazione. Ci
avrebbero buttato dentro un po’ di cemento e basta.
Si distese guardando quello che ora era il soffitto, e strinse
un’ultima volta la busta tra le dita.
L’ultimo Crr
crr, un suono da sogno, l’ultimo saluto della
busta.
Poi la calò lentamente sul suo volto, legando poi i bordi al
di sotto del suo collo.
Naomi Misora guardò il mondo attraverso la plastica, che
rendeva tutto evanescente come nel migliore dei sogni. Il respiro
divenne un’opzione fastidiosa, caldo sul bordo di plastica e
bagnato sulle sue guance. La busta si appannava e di schiariva al ritmo
dei suoi respiri, eppure… perfino il grigio diveniva quasi
un colore perlaceo al di sotto della busta.
Faceva caldo – il suo respiro divenne pesante. Sembrava quasi
che quel sogno la stesse uccidendo, ma i sogni non riflettevano la
realtà, vero? Erano… solo sogni.
Tossì leggermente, sentendosi soffocare: il suo respiro si
spezzò in una serie di singulti strozzati, mentre la
confusione che le regnava in testa da due giorni si mescolava alla poca
ossigenazione del cervello. Il caldo divenne insopportabile, il suo
respiro affannoso, e una mano tremolò fino a premersi vicino
alla busta, un ultimo e disperato tentativo di salvarsi… ma
ricadde pochi secondi dopo.
Il Death Note aveva vinto. Kira
aveva vinto.
Intorno a lei il gelido pavimento, e il gelido ed impietoso Gennaio. La
sua mente si spense, mentre il suo respiro si spegneva con lei.
Per la prima volta da quando aveva incontrato l’uomo che
aveva decretato la sua morte, Naomi Misora ebbe un solo, fugace
pensiero razionale.
I sogni si avverano. Se
così non fosse, la natura non ci spingerebbe a sognare.
Il respiro si era fermato. C’era un silenzio tombale nella
testa di Misora e nel casolare abbandonato, e in quel momento
sentì la voce di Raye, lo vide calmo e sorridente su di una
poltrona d‘albergo a parlare di sport, e Naomi
desiderò avvicinarsi a lui, di avverare quel sogno
d’amore che Kira aveva distrutto.
C’era un solo modo per farlo: continuare a sognare.
Chiuse gli occhi – e non si accorse neppure di morire.
Fine
Note di stesura
dell'autrice (che rileggendo la storia dopo MESI ha il
magone...)
Ora, la terza storia… è molto corta. Racconta
della morte di Naomi Misora.
Beh, cosa posso dire? Che comunque non si sa che fine abbia fatto Naomi
Misora, cioè dove sia il suo cadavere… io ho dato
questa versione dei fatti, anche se mi sono presa delle
libertà poetiche (non ho la più pallida idea sul
come si compongano i pavimenti…).
Di nuovo, il sogno è… parziale. Naomi Misora
pensa di agire in un sogno, ma solo perché il Death Note le
ha imposto la sua volontà – infatti quello che
Light scrisse si trova all’inizio della storia {traduzione: 1 Gennaio: senza avvertire
nessuno, si suicida in un posto segreto che solo lei conosce. Il corpo
sarà difficile da trovare, e penserà unicamente
al suicidio. La morte avverrà entro 48 ore.)…
e in quest’ultima shot la citazione è pienamente
scritta.
Che altro dire?
Beh, la citazione è presente in tutti e tre i testi, che
vanno considerati indipendenti ma legati proprio da essa. O, per meglio
dire, ho cercato di interpretare la citazione: ovvero, nella prima shot
un incubo di L diventa realtà, e la citazione è
sott’intesa; Nella seconda, i sogni di Misa potrebbero
realizzarsi, e la citazione è espressa solo in parte;
nell’ultima, quello che Naomi Misora credeva un sogno diventa
realtà.
Sono giusto giusto quindici pagine in tutto XD
Non ho altro da dire XD
Spero solo che le shot siano accettabili^^
Come promesso, ecco il giudizio della giudice :)
Grammatica e sintassi: 9.2/10
Stile: 10/10
Originalità: 15/15
Caratterizzazione dei personaggi:
15/15
Sviluppo della trama: 10/10
Gradimento personale: 10/10
Utilizzo dei prompt: 10/10
Totale 79.2
Una cosa che ho notato sia nella tua storia che in un’altra
è il doppio uso delle virgolette per indicare i dialoghi:
-". Non ho capito il motivo sinceramente, perché?
Riguardo alla storia invece, ho trovato una frase
tra parentesi, non ho capito perché sinceramente, forse
avevi pensato di toglierla? È questa: (-“
E’ impressionante l’amore che Light-kun prova per
me,”- aveva ribattuto L in risposta, ed era stato allora che
Light, dopo un sospiro esagerato, aveva afferrato il telefono per
mettersi d’accordo con il terapista.)
La caratterizzazione è ottima, nella
prima one shot mi è piaciuto il paragone tra Ryuk e la iena,
forse per chi conosce bene il fandom la cosa è nota, ma per
me è stata un’illuminazione. Hai uno stile molto
fluido, le descrizioni fisiche, degli ambienti e
degli stati d’animo sono ottime.
Dal punto di vista grammaticale la storia
è davvero buona, c’è comunque qualche
errore, te li elenco: ‘Misa sapeva dove abitava, e
lui mandava regolarmente gli assegni per il mantenimento fino a quando
non aveva compiuto diciotto anni’, l’azione si
è conclusa, avresti dovuto scrivere ‘aveva
mandato’; c’è un punto
‘.’ All’inizio di una frase;
‘c’era sempre una mamma ed un papà
pronti ad esaudire ‘, c’erano sempre una mamma e un
papà’ o ‘c’era sempre una
mamma o un papà’; la frase ‘quello
sentiva in quel momento’ non suona bene, avrei sostituito
qualche parola al posto tuo.
La tua Misa mi è piaciuta molto,
è stato interessante vederla in quel momento particolare,
trovo che tu l’abbia caratterizzata molto bene.La storia che
mi è piaciuta di più però è
l’ultima, quella su Naomi. Mi ero sempre chiesta dove fosse
andata una volta a casa, mi ha colpito e sicuramente è una
storia che mi resterà nel cuore per molto tempo.
L’inserimento
del sogno, della citazione e dei prompt è ottimo.
Complimenti.
Grazie a TUTTI :) E.
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