Auto di fuoco
Auto di fuoco
A Las Vegas
pioveva quella sera. Una pioggia sottile, ma fitta allo stesso tempo. Il turno
di notte aveva un caso spinoso tra le mani. In un autosalone era avvenuta
un’esplosione, uccidendo tre persone. Cosa ci facessero tre persone in un
autosalone di notte era un mistero. Vada per il custode: era lì per ovvi
motivi, ma gli altri due? E in ogni caso, perché il custode non era nella sua
stanza ad osservare i monitor del circuito chiuso di sorveglianza? Probabilmente
era accorso nella sala principale a seguito di un’effrazione. Ma non c’erano
segni d’effrazione! O almeno fin ora non ne erano stati trovati. Un mistero.
Catherine
Willows bussò alla porta dell’ufficio di Grissom.
< Abbiamo
individuato la fonte dell’esplosione: una BMW nera modello M6…un vero
gioiello! Stiamo cercando tutti i resti dell’auto…un bel problema: tre delle
quattro macchine presenti in quella sala erano nere ed erano BMW. Nick sta
praticamente impazzendo! > Catherine sorrise: un sorriso nervoso…
< E’ un
inizio. > rispose Grissom dalla sua scrivania. Guardò l’orologio: le tre
del mattino. Si alzò. < Dì a Sara che deve indagare con
Nick sulla dinamica dell’esplosione: voglio conoscere la direzione di ogni
pezzo di lamiera dell’auto. >
< Non è
così semplice: la BMW è esplosa e dopo qualche secondo anche altre due auto
hanno avuto la stessa idea. Hai visto anche tu in che condizione è
l’autosalone. Stiamo interrogando il proprietario, un certo Alan Callaghan,
per sapere se le auto avessero benzina nei serbatoi oppure se c’era altro
materiale altamente infiammabile. Se aggiungi che i pompieri hanno cancellato
molte tracce per spegnere l’incendio, siamo decisamente a terra! >
Grissom guardò
la donna negli occhi come per dirle “allora lavoreremo il doppio”! Uscì dal
suo ufficio e si diresse verso l’obitorio. Infilò camice e guanti.
Il Dr.
Robbins era alle prese con resti umani carbonizzati.
< Ciao
Grissom. >
<
Al…cosa puoi dirmi? >
< Qualcosa
c’è. Si tratta di tre uomini. Uno di loro è il custode Mark Cane. È stato
identificato dal fratello. La causa della morte è stata la recisione della
carotide: una lamiera gli è saltata direttamente sul collo. Sarebbe morto
dissanguato se non ci fosse stato l’incendio. Gli altri due non sono ancora
stati identificati, ma uno dei due è morto con due colpi di pistola
all’altezza del petto: uno gli ha perforato il polmone destro e l’altro si
è incastonato nel ventricolo sinistro. E’ pieno di schegge di vetri e
lamiere…. > con una pinza ne estrasse un paio da quelle che in origine era
un braccio.
<
L’ultimo? > chiese Grissom.
< Bruciato
vivo. E’ stato trovato fuori dal negozio, avvolto dalle fiamme. >
< Si può
dire che si tratta di due casi. Uno è l’omicidio di questo tizio e l’altro
l’esplosione. > concluse Gil.
<
Praticamente sì! Devi cercare l’arma del delitto. Recupero i proiettili e li
consegno a Greg per le analisi. >
**********
< Sono
tutte uguali! Dannazione! > Nick Stokes era quasi sull’orlo della
disperazione. Sara continuava a scattare fotografie: ma a cosa? A un ammasso
informe di lamiere?
Nel frattempo
nel suo ufficio Grissom cercava nella sua rubrica un numero di telefono. Gli
serviva aiuto. Esplosioni…non gli piacevano molto, ma ad una persona sì.
L’aveva
conosciuta ad un corsa di scarafaggi. Nell’ordinato caos della sala dove si
tenevano le gare (anche lui partecipava con tre dei suoi migliori corridori!)
era stato riconosciuto da qualcuno.
< Lei è
Gil Grissom della Scientifica di Las Vegas! > disse una donna accanto a lui.
Grissom si voltò. Non era molto alta. Aveva fianchi ampi. Capelli lunghi neri e
mossi e occhi scuri con sfumature verdi. Gil non la conosceva.
< Sì,
sono io. Lei chi è? >
< Bella
Watson, agente della Scientifica di Dever! Piacere. Ho letto qualche articolo su
di lei e anche qualche rapporto. Passione per le corse? >
< Direi di
si. Lei invece? >
< Sono qui
per accompagnare un mio amico. Gareggia con Scheggia di Fuoco! >
<
Ha vinto due gare. > disse entusiasta l’uomo.
< Non è
la mia massima aspirazione della vita assistere alla vittoria di uno
scarafaggio, ma per gli amici questo ed altro. >
< Ha detto
che lavora per la Scientifica? >
< Sì, mi
occupo di esplosivi. Ho lavorato anche come artificiere, poi sono passata alle
investigazioni e a ricostruzioni di dinamiche e ordigni. Ho lavorato per un
po’ a New York, per gli attentati. Il problema del mio lavoro è che riguarda
un campo piuttosto specifico: quanti omicidi avvengono su esplosioni? Quanti
crimini vengono commessi con questa determinata modalità? Credo di dovermi
specializzare in qualche altro campo. In ogni caso le lascio il mio numero:
dovesse trovarsi davanti un caso a base esplosiva, può chiamarmi. > la donna
estrasse un bigliettino da visita e lo porse all’uomo.
< Perché
le piacciono le esplosioni? >
< Beh, ha
mai visto un’esplosione al rallentatore? E’ qualcosa di unico…. Ora devo
andare: Scheggia di Fuoco ha finito. > disse indicando un ragazzo dall’aria
felice che stringeva un barattolo di vetro con uno degli scarafaggi più grossi
che avesse mai visto. < E’ stato un piacere! Buona fortuna con i suoi
scarafaggi! > e andò via.
Bella Watson.
Ecco il suo numero.
**********
Erano le sei
del mattino. L’aereo era atterrato in ritardo. Bella aveva preso un taxi ed
era arrivata in centrale. La telefonata di Gil Grissom era stata inaspettata e
veloce.
< Bella
Watson. > aveva detto, rispondendo all’apparecchio.
< Sono Gil
Grissom. > una voce sicura le aveva risposto dall’altra parte < La
disturbo? >
< No,
affatto. A cosa devo l’onore di questa chiamata? >
< Mi aveva
detto di chiamarla nel caso avessi avuto tra le mani un caso a base esplosiva.
>
< Ne ha
uno allora? >
< Sì. Ho
parlato con il suo dipartimento e mi hanno concesso il suo aiuto. Le
consegneranno la documentazione. Prenda il primo aereo. Ci vediamo in centrale.
>
Ed eccola lì
con il suo trolley e il fascicolo arrivato via fax. Entrò e si imbatté subito
in un individuo curioso: indossava un cappello da cow-boy e cantava la colonna
sonora dei California Dream Man. Con balletto annesso. In una mano reggeva un
sacchetto sigillato: aveva tutta l’aria di trattarsi di una prova di qualche
caso.
< Scusa?
> chiese Bella al ragazzo, richiamando la sua attenzione.
< Oh…si?
> disse lui, togliendosi il cappello.
< Sto
cercando il supervisore Grissom, sai dirmi dov’è? >
< Terzo
ufficio a destra. >
< Grazie.
>
Ma chi era
quel pazzo?! Mah…. A Las Vegas c’erano tipi strani. Arrivò davanti ad una
porta con una targhetta metallica con scritto: Gil Grissom. Bussò. Ebbe il
permesso di entrare. Non restarono molto in quell’ufficio. In meno di un
quarto d’ora erano arrivati sulla scena del crimine.
Qualsiasi
oggetto era carbonizzato e galleggiava nell’acqua. Non era il massimo.
< Sono
arrivati i pompieri? > chiese a Catherine. Sarebbe stata la donna a seguirla
nel caso.
< Sì.
L’impianto antincendio è stato danneggiato dall’esplosione e non ha
funzionato. La vigilanza del negozio di fronte
ha chiamato i soccorsi. Ha provato a spegnere l’incendio, ma non c’è
riuscita. >
Bella si
guardò intorno. Non era facile ricostruire mentalmente quel luogo: aveva
bisogno di foto di prima e dopo “l’incidente”. Inoltre non era molto
facile recuperare prove utili per la ricostruzione dell’ordigno utilizzato per
l’esplosione. Pompieri, acqua, agenti, CSI: tutti avevano camminato là dentro
e compromesso parte delle prove.
< Avete
delle foto utili per le ricostruzioni? > chiese a Catherine.
< In
ufficio. Stiamo ricostruendo anche l’auto da dove è partita l’esplosione.
>
<
Fantastico. > ma non la stava ascoltando più: aveva trovato qualcosa di
interessante: un timer.
**********
< Questo
è un timer? > chiese Greg. (Questo era il nome del cow-boy!)
< Sì.
> rispose Bella, rigirandoselo tra le mani e osservandolo con una lente di
ingrandimento < Sembra un comune pezzo di plastica, ma per un occhio esperto
è facile riconoscere segni di deflagrazione. > e indicò tre punti
particolari dell’oggetto. < Nonostante faccia parte di un ordigno è una
delle componenti che può restare intatta. In questo caso è riuscito a
conservarsi molto bene anche se la temperatura raggiunta dall’ambiente è
stata molto alta. >
Osservandolo
bene si notavano ancora quattro attacchi per i cavi di collegamento tra il timer
e il detonatore. Recuperò alcuni campioni e chiese a Greg di analizzarli.
Nel frattempo guardava le foto
dell’autosalone. Una stanza molto ampia con una macchina che dava
sull’immensa vetrata ad angolo, due disposte a spina di pesce sul lato destro
ai lati di una porta e una infondo, all’angolo sinistro. A sinistra
dell’ultima auto c’era una porta che dava su un lungo corridoio che portava
all’ufficio del proprietario, alla toilette e al ripostiglio delle scope e
all’ufficio del custode. In effetti l’ufficio del custode era lontano
dall’esposizione dove era avvenuta l’esplosione e non era stato danneggiato,
ma ancora più strano era che l’unica entrata dell’autosalone si trovava
dalla parte opposta del locale che comprendeva tutto il piano terra
dell’isolato. Dall’entrata principale all’ufficio di Cane c’erano più
di trecento metri. Si poteva percorrere quella distanza di corsa in meno di un
minuto per fermare qualunque intrusione. Perché i due cadaveri sconosciuti
erano riusciti ad arrivare nell’ultima sala? O il custode dormiva e si era
reso conto dell’intrusione troppo tardi o li conosceva.
< Uno lo conosceva > disse Catherine, come se avesse letto nel
pensiero di Bella < Era il figlio del proprietario, il suo nome è Phil
Callaghan. È stato riconosciuto da suo padre. > porse alla donna una
fotografia di un ragazzo di venticinque anni.
< Questo nome a quale cadavere corrisponde? >
< A quello che si trovava sul marciapiede. >
< Quindi, a rigor di logica, è stato lui a sparare. L’arma del
delitto? >
< La troveremo presto. > Gil Grissom era appena entrato. < Ho
qui le analisi di Greg sul timer. >
Bella prese i risultati.
< Diazodinitrofenolo, ciclonite e materiale plastico. >
< Esplosivo al plastico. > disse la Willows.
< Il diazodinitrofenolo è una sostanza utilizzata come detonatore
negli esplosivi insensibili. L’ordigno è stato creato da un professionista.
> dichiarò Bella.
**********
Esplosivo al
plastico, un timer, un detonatore e tutto ciò in un autosalone della BMW. Per
puro caso tre uomini vengono coinvolti nell’esplosione. Il custode, Mark Cane,
non sarebbe morto se non fosse corso nella sala espositiva. Cosa ci faceva di
notte in quel posto il figlio del proprietario? E chi era il terzo cadavere?
< L’esplosivo è stato piazzato da qualcuno che aveva accesso
all’autosalone a qualunque ora del giorno e della notte. > Bella era
nell’ufficio di Grissom.
< Sei stata da Nick? > erano due giorni che lavoravano al caso ed
erano giunti tutti a darsi del tu, per praticità.
< Sì. Ha scoperto che l’esplosivo era stato piazzato sotto il
serbatoio della BMW M6. Aveva il pieno. Anche le altre auto avevano benzina nel
serbatoio. Ci sono state tre esplosioni. La prima, più forte, della bomba e
della prima auto e subito dopo le altre due, quando sono state raggiunte dal
fuoco. Non me n’ero accorta all’inizio perché il salone era invaso da
detriti e acqua: le tre esplosioni hanno lasciato il loro segno nel pavimento. I
muri non sono stati d’aiuto. >
< Ho controllato i conti del signor Callaghan e ha trasferito
quarantamila dollari sul conto di un certo Kavin Nelson. Ex artificiere. >
< Questo non basta come prova per accusarlo. E’ ovvio che è stato
Callaghan a commissionare la bomba e ad innescarla: se fosse stato il custode
non sarebbe mai entrato in quella stanza sapendo dell’esplosivo. E nemmeno il
figlio sarebbe stato così stupido. Il problema è che non abbiamo impronte:
l’acqua e il fuoco hanno cancellato questo genere di prove. >
< Lo so. Abbiamo un’altra novità in questo caso: sono sparite
alcune registrazioni delle telecamere a circuito chiuso: sia quelle della notte
del caso, sia quelle di due giorni prima. L’unica finestra aperta del piano
terra era quella dell’ufficio di Cane. Probabilmente la teneva aperta per il
fumo delle sigarette. Qualcuno è entrato da lì. Forse so chi è stato. >
Con un mandato di perquisizione Grissom, Bella e Catherine bussarono alla
porta di casa Callaghan.
< Cosa posso fare per voi? > disse Alan Callaghan, schiudendo
appena la porta.
< Abbiamo un mandato per perquisire casa sua. > dichiarò Gil
serafico, mostrando il foglio firmato dal tribunale.
< Perché? > il signor Callaghan continuava a tenere la porta
socchiusa.
< Mancano alcuni nastri del circuito chiuso dell’autosalone.
Vogliamo cercarli qui. Non può opporsi. > Alan cedette e Grissom spalancò
la porta.
L’interno era alquanto in disordine, come se il signor Callaghan si
fosse lasciato andare, come se fosse in crisi. Cartacce, lattine, mozziconi di
sigarette. Sparsi qua e là c’erano fogli di stampante. Bella ne lesse uno:
tritolo, detonatori, comando a distanza. Parole chiave per un’esperta di
esplosivi. Per rincarare la dose trovò la copia di una polizza furto e
incendio. Erano le condizioni del contratto.
Nel frattempo Catherine aveva
perquisito il primo piano e aveva trovato due valigie pronte. Le aprì e dentro
una di esse trovò grande quantità di soldi liquidi e una cassetta di
sicurezza. Tornò di sotto.
< Grissom! Guarda. > Bella mostrò il materiale che aveva trovato.
I due si scambiarono uno sguardo eloquente.
< Signor Callaghan > a parlare era stata la Willows, appena giunta
in cucina < ha intenzione di andare da qualche parte? Ho trovato due valigie
di sopra, ma questa più piccola è molto interessante. > e posò sul tavolo
una ventiquattrore nera. All’interno il denaro e la cassetta di sicurezza.
< Vorrei la chiave di questa. >
Il signor Callaghan era
sbiancato alla vista della cassetta metallica.
< Ci segua in centrale. > Grissom fu esplicito.
**********
< Avevo perso molto al tavolo da gioco. Avevo grossi debiti. >
Brass stava interrogando Alan Callaghan. In realtà non fece molta fatica a
convincerlo a confessare. L’uomo era provato per la morte del figlio e quella
del custode. In fin dei conti il suo obiettivo era quello di recuperare
abbastanza denaro per pagare i creditori, sfruttando l’assicurazione sulla sua
attività. Non aveva previsto che suo figlio potesse recarsi lì. Aveva pagato
qualcuno affinché gli confezionasse un ordigno a timer. Da quella piccola
catastrofe avrebbe ricavato un milione mezzo di dollari. Dopo la morte del
figlio, però, aveva deciso di lasciare tutto e scappare in Messico. Non aveva
più nulla.
< Quasi quasi mi dispiace per lui. > disse Bella dietro il falso
specchio della stanza degli interrogatori.
< A me no. >
Catherine fu più dura < La truffa la fa da padrone qui a Las Vegas. Non
parlo solo del gioco d’azzardo e dei casinò. Ha ucciso due persone,
involontariamente, ma l’ha fatto. E tutto per denaro. >
< Capisco. Ora resta un problema. >
< L’arma utilizzata per far fuori il terzo uomo. L’ultimo
tassello. >
Entrambe le donne si recarono da Grissom.
< Ecco qui > disse l’uomo mostrando loro una semiautomatica <
Era finita in un tombino. Era incastrata tra le grate e Sara l’ha recuperata.
I proiettili sono partiti da qui. Greg ha verificato per noi. >
< Sappiamo chi è la terza vittima? > chiese Bella
< Affermativo. È stato identificato: Mattew Johnson, partner di Phil.
La pistola è registrata a suo nome. La loro relazione era finita qualche
settimana prima, ma Mattew continuava a perseguitare Phil affinché tornassero
insieme e gli restituisse un bracciale che aveva regalato al suo fidanzato. Il
bracciale era nella cassaforte dell’autosalone. Dalle cassette delle
telecamere a circuito chiuso si può vedere che hanno avuto una colluttazione
appena giunti nell’ultima sala e Mattew ha tirato fuori la pistola. Phil è
riuscito a disarmarlo, poi, in un moto di rabbia, ha raccolto l’arma e ha
sparato. Il custode ha assistito alla scena ed è corso per fermarli. >
< E qui entra in scena l’esplosione. > continuò Bella. Grissom
annuì.
< E’ stato anche accertato che a sistemare l’ordigno è stato Alan
Callaghan? > chiese la Willows.
< Sulle cassette non c’è. Ha distrutto il nastro. > rispose
Grissom.
< Perché non ha distrutto anche l’altra cassetta? > chiese
Catherine.
< Perché c’erano le ultime immagini di suo figlio. Ha potuto vedere
il modo orrendo in cui è morto e incolparsi per i propri errori. > comprese
Bella.
**********
Il caso era stato risolto. Erano ormai le dieci di sera. Bella Watson era
nel parcheggio della centrale e attendeva il suo taxi. Le era piaciuto lavorare
con quella squadra. Era entrata subito in sintonia con Catherine: una donna
splendida. Greg era un mezzo matto, ma bravo nel suo lavoro. Nick l’aveva
visto di rado e non sapeva cosa pensare di lui. Poi c’era Grissom: non aveva
mai visto un supervisore con tanta passione per il proprio lavoro.
< Vai via? > una voce alle sue spalle la fece voltare. Era Gil.
< Sì. Ormai ho finito. E’ stato molto bello lavorare con voi. >
disse sorridendo.
< Anche per me è stato un piacere. Quando ti ho incontrata non ho
creduto ad una parola di quello che avevi detto. > Bella era allibita. Ma
come? < Ho fatto delle ricerche e ho scoperto che eri tra gli esperti più
quotati in campo di esplosivi. >
< Non è molto gentile da parte tua! La tua mancanza di fiducia è
disarmante. >
< Sono un uomo sincero. >
< Adesso si dice così, eh? Beh, ora devo andare. >
Si strinsero la mano.
Bella Watson si avviò verso il
taxi che l’avrebbe portata all’aeroporto. Forse, un giorno, avrebbe chiesto
un trasferimento.
Fine
Lady Snape
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