debolezze
Capitolo 28: Debolezze
I due si guardarono negli occhi, scambiandosi uno sguardo allarmato e
scattarono in piedi. Draco si infilò la felpa e diede
un’aggiustata al letto, mentre Hermione si riallacciava la
camicetta.
Si coprì
con il Mantello e si avvicinò alla porta per uscire, ma, mentre
metteva la mano sulla maniglia qualcuno bussò.
I tre si sentirono gelare.
Draco lanciò un’occhiata a Cassy. Sii naturale …
La bionda afferrò un libro a caso dal comodino e si mise a leggere sulla poltrona.
La Grifondoro nel frattempo si mise affianco alla porta, pronta ad uscire all’entrata dell’ospite.
“Avanti” disse Draco, cercando di apparire rilassato.
Lucius Malfoy entrò nella stanza, sbattendosi la porta alle spalle. Hermione era in trappola, ma almeno era invisibile.
“Draco”
si scambiò un cenno di saluto con il figlio “Cassy”
si rivolse alla ragazza che scattò in piedi. “Vuoi
sederti, zio?” chiese educatamente quella, accennando alla
poltrona su cui era seduta fino a poco prima, ma l’uomo non le
rispose, intento com’era ad esaminare la camera.
Hermione, in un
angolo, cercava di rimanere immobile e di respirare più
silenziosamente che poteva. Sentì lo sguardo di Malfoy senior
passarle attraverso ed indugiare un attimo nel punto in cui si trovava.
Trattenne il fiato, ma quello passò oltre. Da dov'era vedeva
l’espressione impassibile di Cassy e quella torva che Draco
riusciva a mala pena a celare.
“A cosa
dobbiamo la visita, padre?” chiese. “A un padre serve un
motivo per venire a visitare il figlio?” La Grifondoro
notò Draco frenare una risata sarcastica, mascherandola con uno
dei suoi ghigni.
Lucius posò lo sguardo sul figlio. “Come ti sei conciato?” gli fece notare “Sembri un babbano”
non nascose il moto di disgusto che quel termine gli procurava.
Hermione si ricordò improvvisamente quanto, anche nei momenti in
cui più aveva odiato Draco, lo aveva sempre preferito al padre.
Ora che lo conosceva meglio sapeva che la somiglianza tra i due era
più apparenza che altro.
“Comunque sono venuto per parlare con i tuoi professori. Vengo ora dall’ufficio del professor Piton.”
Draco cercò lo sguardo di Hermione alle spalle del padre, anche se sapeva che non lo avrebbe potuto vedere. Dannazione …
“Cosa – Cosa ti ha detto?”
“E’
il tuo ultimo anno, voglio che tu esca bene da qui. Mi ha detto che hai
avuto un calo nei mesi passati, ma ora i tuoi voti si stanno
riprendendo.”
“Piton dice che è piuttosto normale, anche tra i migliori studenti.”
“Quindi
non c’è un motivo particolare?” Per un istante il
figlio ebbe la terribile tentazione che lui sapesse. Scosse la testa,
incapace di dire altro.
Lucius lo
guardò fisso. “Non c’è qualcosa che ti
distrae, vero? Il Quidditch? Una ragazza?” ipotizzò.
Draco fu preso dal panico, ma intervenne Cassy a salvarlo.
“Hai parlato anche di me al professor Piton, zio?” gli chiese.
Quello rivolse
la sua attenzione alla ragazza. “Certo. Dice che sei una
studentessa brillante. Una delle migliori che abbia mai avuto. E ha
aggiunto che non hai problemi a tenere testa alla Granger.” Draco
ebbe un attacco improvviso di tosse solo al sentir pronunciare il nome.
“Non che io avessi dubbi: una Malfoy non può certo essere
battuta dalla prima mezzosangue che passa.”
B o o m
Lucius si voltò di colpo verso alla sua destra, ma non vide niente di sospetto, nonostante il rumore.
Hermione trattenne il respiro e si maledisse mentalmente: aveva colpito il comodino di Draco, facendo cadere un libro.
Glielo tirerei volentieri in testa questo libro.
“A
proposito di quella sangue sporco” continuò Lucius,
rivolto sempre alla nipote “Mi hanno riferito che tu e lei siete
grandi amiche.”
Se Draco e Hermione avevano fatto di tutto per nascondersi, lei e Cassy non ci avevano neanche pensato.
“Vero” ammise semplicemente quella. “E’ una ragazza intelligente, la sua amicizia mi fa comodo.”
Lucius era a dir
poco colpito da quella risposta “E ti sembra adeguato?” le
chiese, ma non le diede il tempo di rispondere “Girano voci anche
su una tua presunta relazione con un certo Bambino Sopravvisuto
…”
A parlare di
Hermione non aveva problemi, ma l’argomento Harry Potter era
fuori questione. “Fra me e Potter è finito tutto tempo
fa” rispose con tono piatto, maledicendosi mentalmente
perchè solo nominarlo le faceva un effettaccio.
“Potter?”
Lucius scoppiò in una risata fredda “Speravano mi stessero
mentendo. Ci mancherebbe solo che finissi con l'imparentarmi con quella
sottospecie di eroe dei miei stivali. Non sarebbe degno neanche di
lucidare i miei calderoni, figuriamoci di diventare mio nipote."
Guardò Cas, stavolta più serio "Dopo le voci che sono
circolate a Capodanno non possiamo permetterci un altro scandalo
...”
“E tu?” si rivolse improvvisamente al figlio “Le permetti di frequentare certe compagnie?”
“Permetti?”
era Cas ad obbiettare. “Io frequento chi mi pare e piace, non ho
bisogno di avere il permesso da nessuno.”
“E in questo modo costringi mio figlio a frequentare certa gente …”
“Già, gli ho puntato la bacchetta alla tempia” commentò sarcastica.
“E questo che vorrebbe dire?” lo sguardo di Lucius era rivolto di nuovo verso il figlio.
“Niente, non vuol dire niente” rispose Draco, ignorando lo sguardo della cugina che lo invitava a parlare.
“Tu non hai niente a che fare con loro, vero?”
“Certo che no”
Sentì lo sguardo indagatore del padre ancora su di sé. Doveva mettere a tacere ogni suo dubbio.
“Oh
andiamo, padre. Secondo te io vado a perdere tempo, a sporcare il mio
sangue, con la mezzosangue e con quell’idiota di San
Potty?” lo disse deciso, stampandosi un bel ghigno in faccia che
convinse Lucius.
Hermione
sentì un pugno allo stomaco. Una piccola parte di lei le urlava
che lo stava dicendo solo per la presenza del padre, ma sapeva che
quella giustificazione non era abbastanza. Non dopo tutto quello che
c’era fra di loro. Non dopo quello che lei si era accorta di
provare.
Draco guardò Cassy, che lo fissava scuotendo la testa: era delusa.
Cercò di non pensare al fatto che lì, da qualche parte, c'era anche lei
“Beh, io
sono stufa di sentire certi discorsi. Buon ritorno a casa, zio”
Cassy prese e uscì, lasciando aperta la porta abbastanza a lungo
da permettere anche il passaggio di Hermione, il cui Mantello la
sfiorò. Cercò di fermarla in qualche modo ma sapeva di
non poterla chiamare. Lasciò quindi che se ne andasse: stavolta
Draco l’aveva combinata grossa.
Prima di chiudere la porta sentì Lucius chiedere informazioni al figlio sul suo mal di schiena.
Una parte di lei
voleva trovare Hermione, anche se sapeva che non sarebbe stato facile.
Nascondersi in un castello grande come Hogwarts non era difficile,
soprattutto da invisibili.
In quel momento,
però, la sua migliore amica non era la sua priorità. La
discussione con Lucius le aveva aperto gli occhi: cosa stava facendo?
Mentiva spudoratamente come Draco?
Sapeva dov’era a quell’ora.
Si incamminò verso il campo di Quidditch, pensando a cosa dire.
Più si
avvicinava e meglio distingueva le sagome dei giocatori di Grifondoro,
intenti negli allenamenti. Riconobbe Harry volare lì vicino,
intento a provare qualche acrobazia. Si arrestò a
mezz’aria quando la vide. Si avvicinò al resto della
squadra e disse loro qualcosa, per poi volare verso di lei e atterrarle
affianco.
Non gli diede neanche il tempo di scendere dalla scopa: lo afferrò per il mento e lo baciò.
Harry, preso
alla sprovvista, non esitò a rispondere. Si godè il
momento fino in fondo, terrorizzato dall’idea che, separandosi da
lei, avrebbe scoperto che si trattava solo di un sogno.
Ma il sorriso che aveva sul volto Cassy spazzò via ogni suo dubbio.
“Che – Che significa questo?” le chiese.
La ragazza lo guardò negli occhi. “Che voglio stare con te. E non mi importa che tu sia Harry Potter.”
“Quindi tutto quello che è successo …?”
“Abbiamo sbagliato entrambi, mettiamoci semplicemente una pietra sopra e andiamo avanti …”
“Insieme?” “Insieme”
Harry la afferrò per la vita e la baciò.
Entrò in biblioteca certo di trovarla lì.
La vide seduta al suo solito tavolo appartato, china su un volume di antiche rune.
Le si avvicinò da dietro “Ti devo parlare.”
La ragazza si
voltò a guardarlo “E hai scelto di farmi un agguato in
biblioteca perché sai che qui non posso urlare e farti una
scenata?”
“No, solo perché sapevo che saresti stata qui.”
“Beh,
comunque non ho intenzione di ascoltarti o di sorbirmi qualsiasi tipo
di giustificazione da parte tua, quindi risparmia il fiato.”
Draco sbuffò: sapeva che sarebbe stato difficile. “Io posso spiegare”
“E’ quello che dicono tutti”
“Che cosa avrei dovuto dire a mio padre? Lo sai come è fatto …”
“Non mi pare che Cas si sia fatta tutti questi scrupoli …”
“Lei può permetterselo, io no!”
Hermione si stampò un ghigno sul volto “Nel senso che lei ha le palle per farlo e tu no?” chiese sarcastica.
Draco scosse la testa “Sai che non penso certe cose … Te l’ho detto …”
La ragazza rise
“Rifilarmi due paroline dolci per portarmi a letto non è
mica questa grande dichiarazione d’amore”
Quella parola lo mise a disagio“Chi ha mai parlato d’amore?”
“Già …” Hermione sentì le lacrime salirle agli occhi: quanto era stata stupida.
Lui si accorse di quella reazione e cercò di prenderle la mano, ma lei la ritrasse.
“Io sono
proprio un’idiota!” ormai non riusciva più a frenare
il pianto “Ho veramente creduto che tu non fossi lo stronzo che
pensavo, invece lo sei. E sei anche così debole da non riuscire
ad ammettere a tuo padre che ci frequentiamo, figuriamoci che stiamo
insieme.” Si era alzata in piedi, incapace di stare ferma.
“Ma questo non è stare insieme, è solo una continua
presa per il culo. E io che ho addirittura pensato di essermi
…” Non riusciva a dirlo, ora meno che mai.
Draco la fissava, senza riuscire a dire una parola.
La ragazza raccolse tutte le sue cose “Io e te abbiamo chiuso!” e corse via senza voltarsi.
Spazio dell'autore
Vi avevo promesso la litigata ed eccola qui. Lucius, come immagino
avevate presvisto, non porta mai serenità, ma la sua visita
è stata molto utile a Cassy ....
Spero che siate contenti per lei e Harry. Tra Draco e Hermione non
mancheranno i problemi, invece, ma se non ne avessero non sarebbero
loro ...
A presto!
Mary
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