Introduzione:
Non
so
nemmeno da dove cominciare… però sono qui. non che questa possa essere
una
qualche giustificazione ma questi Edward e Bella si sono letteralmente
trasferiti altrove e di conseguenza non sono più riuscita a scrivere di
loro.
Me
li
avete chiesti più volte, in più persone, e oggi, 4 febbraio 2012,
eccoli qui, a
salutarvi e a farmi gli auguri, perché oggi sono tre
anni
che
sono iscritta al sito, e ho pensato che fosse carino legare le due cose
:)
Prima
di
salutarvi, vi ricordo la mia pagina
autore, e soprattutto il gruppo,
dove potete trovare spoiler o semplicemente parlare con
me. Siete tutti i benvenuti!
Buona
lettura
e grazie per la pazienza, sempre se ci sarà qualcuno che leggerà e
magari
recensirà xD
~ Love's puzzle.
The missing pieces.
Titolo missing moments: A complete puzzle.
Rating
one shot: verde.
Edward
pov:
Mi
stiracchio e continuando a tenere gli occhi
chiusi inspiro il profumo che ha invaso la casa.
Casa.
Per parecchio tempo ho semplicemente definito “casa”
dove dormivo, dove passavo le mie giornate... ma col tempo ho capito
che la
vera casa non è un posto, non è un tetto che ti copre la testa e ti
permette di dormire e mangiare...
<<
Hai intenzione di dormire ancora per molto? >>
Mi chiede la sua voce soavemente nell’orecchio. Rabbrividisco e mi
volto così
da essere su di lei. Tutt’un tratto il sonno mi è completamente
passato...
chissà come mai.
<<
Dipende... cosa mi proponi per rimanere sveglio?
>> Le chiedo a un soffio dalle labbra. Bella ridacchia e le sue
braccia mi stringono.
<<
Non cambierai, mai, vero Cullen? >>
<<
Scricciolo, tu ti sei innamorata di questa versione
di me, che pretendi dopo tutti questi anni? >> Chiedo sfiorando
le sue
labbra con il mio naso.
<<
Che ti facessi più spesso la barba. >> La
guardo incredulo e lei scoppia a ridere, scuoto il capo e mi chiedo che
cos’ho
fatto per meritarla. << E comunque, >> Dice seriamente
accarezzandomi i capelli. << Io amo ogni versione di te, da
quella più
dolce – che potrebbe farmi venire il diabete – a quella più stronza –
che mi fa
venire voglia di strangolarti nel sonno. >>
<<
Sei sempre stata brava nelle dichiarazioni d’amore.
>> La mia, ovviamente, era ironia, ma non le lascio il tempo di
ribattere
che le catturo le labbra con le mie.
<<
Non vi risparmiate nemmeno a Natale? >> Chiede
la voce schifata di nostra figlia. Di malavoglia mi allontano da Bella
e
osservo Nessie appoggiata al telaio della nostra porta.
Cavolo,
ha dieci anni... sono già dieci anni?
<<
Giusto per informarti, quello che facciamo qua
dentro, non deve interessarti. >> Bella mi colpisce al petto e
nostra
figlia ridacchia, inutile dire che io mi butto sul materasso a peso
morto.
<<
Tre donne. Vivo con tre donne! Ditemi se questa non
è ingiustizia. >>
<<
Magari se ti concentravi di più, ti scappava il
maschio. >> Rido fintamente e Bella si alza dal letto lasciandomi
solo
come prima che arrivasse lei. Mi giro mettendomi a pancia in giù e mi
specchio
negli occhi verdi, uguali ai miei.
<<
Pensi di rimanere ancora per molto a letto? >>
<<
Ti ho mai detto che odio la tua intelligenza?
>> Nessie scrolla le spalle e viene a sdraiarsi accanto a me col
suo
pigiama blu con i cuccioli stampati sopra.
<<
Mamma dice che ho preso da lei. >> Alzo gli
occhi al cielo.
<<
Secondo tua madre, i pregi li hai presi tutti da
lei. >> Nessie ridacchia e mi guarda felice con i suoi occhi
verdi.
<< Senti qualcosa? >> Mi chiede divertita. Cerco di fare
attenzione
ma...
<<
Non sento niente. >> Nessie sorridendo
annuisce.
<<
Mamma è riuscita a convincere Jane ad aspettarti per
aprire i regali e nel frattempo si è addormentata. >> Sorrido e
le
accarezzo una guancia.
<<
Ma è così tardi? >> Chiedo sconvolto guardando
mia figlia.
<<
No, è lei che si è svegliata presto e ha deciso che
alzata lei, alzati tutti! >>
<<
Questo lo ha preso da tua madre. >> Nessie
scoppia a ridere e si appoggia al mio petto.
Chiudo
gli occhi e mi beo del respiro di mia figlia, e del
profumo dei suoi capelli castani ramati che profumano di fragole.
<<
Buon Natale, papà. >>
<<
Guardala, è esaltata! >> Appoggio il mio mento
sulla spalla di Bella, e continuo a tenerla stretta guardando le nostre
figlie
sul tappeto che ridono e giocano con i regali che ha portato “Babbo
Natale”.
<<
È il suo quarto Natale, e forse sarà il primo che
ricorderà... è normale che sia così contenta. >> Le sussurro
all’orecchio
facendola sbuffare.
<<
Perché devi essere sempre così razionale? >>
Mi chiede Bella, piuttosto risentita. Alzo un sopracciglio.
<<
Ricordi stamattina? Quando hai detto che ami ogni
versione di me? Bene, ricordatelo. >> Bella cerca di non ridere e
infine
mi afferra le mani e le riporta attorno alla sua vita e si appoggia al
mio
petto come qualche attimo prima.
<<
Tra poco arriveranno gli altri. >> Mormora
ancora presa ad osservare le nostre figlie.
<<
Quindi dobbiamo scappare, e non farci trovare?
>> Bella ride schiaffeggiandomi la mano.
<<
No, scemo... stavo solo dicendo che questa pace...
durerà ancora per poco. >>
<<
Perché dici così? Perché i figli, meglio conosciuti
come la squadra di calcio, di Emmett sono dei terremoti, perché le
figlie di
Alice sono piccole modelle un po’ troppo simili alla madre e tuo
fratello
cercherà di spiegare a suo figlio, per la millesima volta, che si
mangia con la
forchetta e non con le mani? Hai ragione, possiamo dire addio alla
pace.
>> Bella scoppia a ridere e si rigira nel mio abbraccio portando
le sue
mani dietro le mie spalle.
<<
Grazie per avermi inseguita quel giorno nei tuoi dormitori, dopo che
avevo avuto la mia relazione con Mark. Grazie anche per esserti
presentato il
giorno della mia laurea, grazie anche per avermi sempre amata,
aspettata e
rispettata... e grazie per quei due angeli. >> Ho il cuore a
mille, Bella
non è cambiata molto negli anni: ama le dichiarazioni ma non se è lei a
farle,
quindi è piuttosto strano che si sia sbottonata così tanto – parlando,
perché
per sbottonarsi nell’altro senso lo fa ancora spesso e volentieri,
grazie al
cielo! – ma l’amo anche così, perché è così che ho iniziato ad amarla.
<<
Sono io che dovrei ringraziarti... >>
<<
Mamma, il campanello! >> Nessie c’interrompe e
quando la madre va ad aprire mi fa la lingua , che subito dopo faccio
io a lei
per poi farla sorridere. Mi avvicino ai miei due piccoli angeli e
accarezzo i
capelli castani chiari della piccola Jane che mi sorride mostrandomi la
mancanza di un dentino.
<<
Contenta dei regali di Babbo Natale? >> Le
chiedo e lei annuisce mordendosi il labbro e continuando a giocare con
qualcosa
di altamente tecnologico che nemmeno io che ho superato da poco i
trent’anni
saprei usare.
Reneesme
mi guarda in modo furbo e io le faccio l’occhiolino.
La
piccola grande peste sa che Babbo Natale non esiste, ma
l’ha presa bene e grazie al cielo non ha voluto demolire il sogno di
sua
sorella... beh non è che abbia proprio voluto
tacere ma... diciamo che mi ha ricattato così bene che le sono comunque
grato
che non abbia aperto bocca.
Sì,
ha
decisamente preso troppo da sua madre.
Il
salotto è pieno di persone, e la casa piena di bambini che
urlano... com’è che dicevo stamattina?
Che
la casa non è un tetto sopra la testa, ma le persone che
riempiono quella casa. Bella è casa. I miei figli sono casa. E... beh
sì, anche
i miei fratelli e mio cognato con tutti i loro figli al seguito lo
sono.
<<
Sei felice? >> Mi sussurra Bella seduta
accanto a me sul divano. La guardo e noto che è rilassata, che non le
pesa
essersi svegliata presto per acconciarsi i capelli, per aver preparato
la casa
e le nostre figlie... lei è felice; sorrido e appoggio il mio naso al
suo.
<<
Se tuo nipote non distrugge il mio pianoforte sì...
sono decisamente felice. >> Bella alza gli occhi al cielo e io
ridacchio
tirandola verso di me e baciandole una tempia.
La
amo, e amo immensamente la mia vita, che ora è decisamente
un puzzle completo.
The
end!
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