Lei, un Test e Lui - L'inizio di tutto...

di Emily OneDirection
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Ultimo Capitolo

 

 

Mi schifavo, o perlomeno mi costringevo a farlo.

Nonostante continuassi a insultare quell’ipocrita nei miei pensieri volli sapere cosa c’era sotto il letto. Mi diedi una pizza in faccia e mi sdraiai.

La mia stanza era piena di malinconia, tristezza. Odiavo tutto ciò.

Sentii bussare. Alzai la testa. Era il mio Ron. Si sedette sul letto e mi accarezzò la fronte. Sorrisi. Mi misi seduta.

Avvicinammo i nostri visi. Poggiò le labbra sulle mie. Non potevo farlo. Non potevo baciarlo dopo un altro, non era leale.

Una lacrima mi scese sulla guancia. Era sempre stato buono con me, mi aveva amata. Io ero quella che piangeva?

Sentì i miei singhiozzi.

-Amore, che succede?- Domandò. Mi asciugai gli occhi.

-No è che…non mi sento bene.- Non era del tutto una bugia, ma non contava. Stavo giocando sporco. Lo abbracciai. –Ti amo così tanto…- Mormorai.

-Sicura?- Domandò quasi sospettoso. Deglutii.

-Si, perché lo chiedi amore?- Mi ignorò.

-Ami anche quello schifoso di Malfoy?- Scesi dal letto ed indietreggiai fino a sbattere contro la porta.

-Che vuol dire?

-Che non puoi dire di amarmi dopo aver pomiciato con quel verme.- Mi precipitai ad abbracciarlo. Non sapevo perché, forse poteva ascoltarmi.

Mi strinse le braccia e mi sbatté contro il letto. Se ne andò.

La testa mi faceva male così mi stesi.

Vidi una scatola.

La tirai fuori combattendo contro i giramenti di testa.

La aprii e vidi un abito bianco, lo tirai fuori. Era lungo ed apparentemente sembrava adatto ad un matrimonio.

Cercai di dimenticare tutto e me lo infilai, per vedere come ci stessi.

Probabilmente era da parte di Ron. Deglutii.

Mi stava benissimo anche se risaltava un po’ il mio seno. Mi morsi un labbro.

Attaccato alla scatola c’era un biglietto scritto in magnifica calligrafia. Sussultai. Non era quella del mio fidanzato. La aprii.

Giardino della scuola. 23.00 ora Babbana.

                                                         Draco

Avevo voglia di schiacciarlo, di ucciderlo. Decisi di andarci ed anche col vestito che mi aveva regalato indosso.

 

***

 

Mi trovavo su una panchina in marmo. Ero in anticipo.

Sentii una mano arrivarmi sulla gamba per poi scendermi all’inguine. Mi eccitai.

-Marlfoy. Mollami.- Non mi ascoltò e poggiò le sue labbra sulle mie di nuovo. Maledettamente ricambiai un’altra volta.

La sua mano scendeva sempre di più arrivando in posti dove non doveva.

Mi baciava dappertutto.

Si slacciò i pantaloni e capii di star facendo il più grande sbaglio della mia vita, ma continuai.+

Continuai con lui che mi entrava dentro e mi sbatteva sul muro.

Sentivo il piacere che saliva, i miei gemiti, i suoi.

Stavo commettendo il più grande errore della mia vita.

Angolo Dell'autrice:

VI PREGO DI RECENSIRE TUTTI.





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