25 capitolo
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Scusatemi
veramente, ho avuto un lutto in famiglia e non avevo l'ispirazione
nè la voglia di scrivere... ed ecco in estremo ritardo questo
capitolo che spero vi piaccia... un bacio a tutti BlancheMadame.
A Rosina, hai fatto tanto per me, mi manchi già
Da tempo non sentiva più i piedi, cercava di muoverli piano
ma non li sentiva, il freddo gli aveva congelato la faccia, sapeva di non poter
resistere ancora a lungo, guardò il cellulare per l’ennesima volta 08.34.
vagava per la strada innevata e quando gli pareva di vedere qualcosa si
precipitava verso di questo incurante del pericolo e più di una volta era stato
sul punto di cadere e si era fermato giusto in tempo.
Continuava a ripetersi
che l’avrebbe trovata al caldo nella macchina troppo spaventata per continuare
ma sapeva che non sarebbe mai stato così, alcuni mesi prima aveva assistito
alle sue lezioni di guida e seppur non commettesse errori gravi era ancora inesperta e sicuramente non
abbastanza per reggere quelle condizioni, non aveva la patente e pensava di
prenderla al più presto ma lei non si sentiva pronta e tutte le sue paura e
giustificazioni ora pesavano su Derek, se le fosse capitato qualcosa di male
l’avrebbe avuta sulla coscienza per tutta la vita.
La bufera iniziò a calmarsi
e poté finalmente vedere qualcosa al di là del 3 metri e proprio quando, con il
volto rigato dalle lacrime anch’esse gelate, si era deciso a tornare indietro
vide una macchia scura sul ciglio della strada, le andò incontro speranzoso e
in effetti vide il grande SUV arenato tra la neve, cercò di guardare dentro ma
non la vide allora urlò come non aveva mai fatto in vita sua, la chiamò fino a
non avere più voce fino a quando non vide delle tracce di scarponi che non
appartenevano a lui e che si dirigevano verso la foresta, le seguì e ad un
certo punto sentì un sibilo e pensò fosse il vento ma poi udì chiaramente una
voce femminile che invocava aiuto, era Casey, ne era certo o almeno lo sperava,
la seguì intimò alla ragazza di parlargli ancora e finalmente la trovò non
troppo distante dall’automobile con il piede incastrato in un crepaccio, gli si
inumidirono gli occhi e l’abbraccio forte
“Guai a te se rifai una cosa simile!”
“Cosa dovrei dire io che mi sono svegliata e tu non c’eri…
con una bufera chissà dove ti eri andato a cacciare, mi hai fatto prendere una
fottuta paura!”
“Hei! Ora siamo insieme… c’è tanto tempo per litigare…
adesso ti aiuto tiriamo tutti e due!” tirarono sino a non sentire più i muscoli
ma riuscivano solo in parte a liberare il piede, infine ci riuscirono ed ebbero
la forza solo di rientrare in macchina. Battevano i denti dal freddo accesero
il riscaldamento ma ci metteva troppo tempo per scaldare l’abitacolo.
“Vieni qui scaldiamoci a vicenda” Casey si spostò e si
sedette a cavalcioni su di lui ma il freddo era ancora troppo. Sentì le mani
del ragazzo che la liberavano dalla giacca fradicia e poi dal maglione e così
via fino a lasciarla completamente nuda tranne la biancheria
“Così ci scaldiamo prima” l’aveva detto in un sussurro privo
di malizia e lei non ne dubitò, inizio a spogliarlo priva di quella foga che di
solito accompagnava i suoi gesti, quando furono tutti e due nudi si strinsero e
cominciarono a sfregarsi a vicenda per provare un po’ di calore. Ben presto i
corpi ritornarono ad una temperatura accettabile e allora si resero conto della
situazione e i loro tocchi si tinsero di passione. Si guardarono negli occhi e
capirono.
Erano insieme, ed era quello che contava, erano vivi tutti e
due e la gioia del ritrovarsi la sua dolcezza li avvolse. Avevano voglia di
sentirsi di provare che era vero di toccare con mano il corpo dell’altro,
saggiarne la consistenza e pregare di non essere in un sogno, iniziarono a
passare le dita ancora fredde l’uno sul corpo dell’altro riscoprendo il piacere
di toccare ed essere toccati e si baciarono con tutta la voglia ed il senso di
colpa che avevano dentro di loro, si baciavano cercando di spingersi sempre più
nell’altro e si guardavano perché nessuno dei due voleva perdere un solo
movimento dell’altro e ogni più piccola sfumatura nei suoi occhi, leggere il piacere che causava l’incupimento dei loro
occhi e provarne a sua volta, si dimenticarono del mondo erano da soli.
Non badarono alla situazione volevano esserci l’uno per
l’altro, seppur scomodi si fusero senza protestare in religioso silenzio
spezzato solo dal loro ansimare, si guardavano per davvero, e si sentirono una
cosa sola, un corpo solo e una mente sola, tutti i loro problemi scivolarono
via erano solo loro, consapevoli di esserlo non cercavano giustificazioni a
quell’amplesso lento, consumato guardandosi negli occhi, incatenando i loro
sguardi.
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