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Autore: BlancheMadame    08/02/2012    1 recensioni
un'indistruttibile e sottile legame tra tre ragazzi, le relazioni si accavallano, si mischiano, si confondono. ma qual'è la realtà, cosa conta di più, l'amore, l'amicizia o il profondo affetto? una storia semplice senza grandi ambizioni.
Ps il rating è arancione solo per alcune scene.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Casey McDonald, Derek Venturi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The dreamers in the cement garden'
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25 capitolo

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Scusatemi veramente, ho avuto un lutto in famiglia e non avevo l'ispirazione nè la voglia di scrivere... ed ecco in estremo ritardo questo capitolo che spero vi piaccia... un bacio a tutti BlancheMadame.

   

A Rosina, hai fatto tanto per me, mi manchi già

Da tempo non sentiva più i piedi, cercava di muoverli piano ma non li sentiva, il freddo gli aveva congelato la faccia, sapeva di non poter resistere ancora a lungo, guardò il cellulare per l’ennesima volta 08.34. vagava per la strada innevata e quando gli pareva di vedere qualcosa si precipitava verso di questo incurante del pericolo e più di una volta era stato sul punto di cadere e si era fermato giusto in tempo.

Continuava a ripetersi che l’avrebbe trovata al caldo nella macchina troppo spaventata per continuare ma sapeva che non sarebbe mai stato così, alcuni mesi prima aveva assistito alle sue lezioni di guida e seppur non commettesse errori gravi  era ancora inesperta e sicuramente non abbastanza per reggere quelle condizioni, non aveva la patente e pensava di prenderla al più presto ma lei non si sentiva pronta e tutte le sue paura e giustificazioni ora pesavano su Derek, se le fosse capitato qualcosa di male l’avrebbe avuta sulla coscienza per tutta la vita.

La bufera iniziò a calmarsi e poté finalmente vedere qualcosa al di là del 3 metri e proprio quando, con il volto rigato dalle lacrime anch’esse gelate, si era deciso a tornare indietro vide una macchia scura sul ciglio della strada, le andò incontro speranzoso e in effetti vide il grande SUV arenato tra la neve, cercò di guardare dentro ma non la vide allora urlò come non aveva mai fatto in vita sua, la chiamò fino a non avere più voce fino a quando non vide delle tracce di scarponi che non appartenevano a lui e che si dirigevano verso la foresta, le seguì e ad un certo punto sentì un sibilo e pensò fosse il vento ma poi udì chiaramente una voce femminile che invocava aiuto, era Casey, ne era certo o almeno lo sperava, la seguì intimò alla ragazza di parlargli ancora e finalmente la trovò non troppo distante dall’automobile con il piede incastrato in un crepaccio, gli si inumidirono gli occhi e l’abbraccio forte

“Guai a te se rifai una cosa simile!”

“Cosa dovrei dire io che mi sono svegliata e tu non c’eri… con una bufera chissà dove ti eri andato a cacciare, mi hai fatto prendere una fottuta paura!”

“Hei! Ora siamo insieme… c’è tanto tempo per litigare… adesso ti aiuto tiriamo tutti e due!” tirarono sino a non sentire più i muscoli ma riuscivano solo in parte a liberare il piede, infine ci riuscirono ed ebbero la forza solo di rientrare in macchina. Battevano i denti dal freddo accesero il riscaldamento ma ci metteva troppo tempo per scaldare l’abitacolo.

“Vieni qui scaldiamoci a vicenda” Casey si spostò e si sedette a cavalcioni su di lui ma il freddo era ancora troppo. Sentì le mani del ragazzo che la liberavano dalla giacca fradicia e poi dal maglione e così via fino a lasciarla completamente nuda tranne la biancheria

“Così ci scaldiamo prima” l’aveva detto in un sussurro privo di malizia e lei non ne dubitò, inizio a spogliarlo priva di quella foga che di solito accompagnava i suoi gesti, quando furono tutti e due nudi si strinsero e cominciarono a sfregarsi a vicenda per provare un po’ di calore. Ben presto i corpi ritornarono ad una temperatura accettabile e allora si resero conto della situazione e i loro tocchi si tinsero di passione. Si guardarono negli occhi e capirono.

Erano insieme, ed era quello che contava, erano vivi tutti e due e la gioia del ritrovarsi la sua dolcezza li avvolse. Avevano voglia di sentirsi di provare che era vero di toccare con mano il corpo dell’altro, saggiarne la consistenza e pregare di non essere in un sogno, iniziarono a passare le dita ancora fredde l’uno sul corpo dell’altro riscoprendo il piacere di toccare ed essere toccati e si baciarono con tutta la voglia ed il senso di colpa che avevano dentro di loro, si baciavano cercando di spingersi sempre più nell’altro e si guardavano perché nessuno dei due voleva perdere un solo movimento dell’altro e ogni più piccola sfumatura nei suoi occhi, leggere  il piacere che causava l’incupimento dei loro occhi e provarne a sua volta, si dimenticarono del mondo erano da soli.

Non badarono alla situazione volevano esserci l’uno per l’altro, seppur scomodi si fusero senza protestare in religioso silenzio spezzato solo dal loro ansimare, si guardavano per davvero, e si sentirono una cosa sola, un corpo solo e una mente sola, tutti i loro problemi scivolarono via erano solo loro, consapevoli di esserlo non cercavano giustificazioni a quell’amplesso lento, consumato guardandosi negli occhi, incatenando i loro sguardi.

  
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