scott 4
Avviso
Il testo che
seguirà avrà un linguaggio leggermente colorito,
perdonatemi ma ho dovuto proprio usarlo! Per il resto buona lettura!
***
-
Beh Raggio Di Luna, sembra che questa notte io e te dormiremo nello
stesso letto!- ghignò Scott guardandola. La parte più selvaggia e
irrazionale di se, bramava di dormire insieme a lei. La desiderava con tanto
ardore da provocargli intense scosse lungo la schiena. Quella più
razionale cercava di sfruttare questa occasione per poter tornare in
gioco. Per esempio: poteva andarsene quando lei ancora dormiva e se si
fosse svegliata l'avrebbe tranquillizzata dicendo di andare fuori a
prendere legno. Oppure poteva regalarle una notte di "fuoco" per
conquistare la sua fiducia e poi darle il due di picche il mattino
dopo. Piani, ai suoi occhi, perfetti e diabolici quanto bastardi.
Eppure... eppure la solita vocina dentro di se urlava, imprecava per
farsi ascoltare! Continuava a ribadire che Dawn non era quel tipo di
ragazza, non si sarebbe mai fatta sfiorare da uno come lui! Arrivò allora a chiedersi se
avesse mai baciato un ragazzo... ah ma cosa andava a pensare Scott! Per
l'ennesima volta, non doveva importargliene!
-
No Scott, non ho mai baciato un ragazzo. Madre Natura non mi ha donato
la bellezza ma la facoltà di leggere le aure, come sto facendo
adesso
con te- esordì lei calma e pacata come al solito. La Iena rimase
a
bocca aperta a fissarla mentre si dava dell'emerito somaro! Merda,
perché doveva pensare a queste cose mentre era con lei?! E poi,
lei che
non era bella? Stavamo scherzando? Scott non aveva mai visto nessuna
così gracile e graziosa: con i suoi capelli morbidi e setosi, le
sue
labbra dolci ora rivolte all'insù e gli occhi... il suo sguardo
era
qualcosa di intenso come una calamita, ti incatenavano a lei e ti
leggevano l'anima. Cercò di cessare di pensare a queste cose o
la sua
posizione si sarebbe ulteriormente compromessa.
- Che vuoi che me ne freghi verginella!
Come se, in fondo me ne importasse veramente qualcosa!- sbottò il
ragazzo riprendendo a costruire il letto, intrecciando ramoscelli con
foglie e così via.
- Come giustifichi allora la tua affermazione precedente?- gli chiese lei fissandolo intensamente
- Uh?- borbottò lui girandosi e non capendo che volesse dire
- Quella del dormire insieme-
-
Volevo vedere la tua reazione tutto qua- tagliò corto lui. Parte di ciò
che aveva detto era vero,la curiosità di vedere come avrebbe reagito,
lo stava tormentando. Dall'altra, era il suo desiderio primario a
parlare. La sua aura così si divise in due come la sua mente: metà
rosso fuoco, metà rosa granito. Cercò di distrarsi ammirando l'opera
che da più di mezz'ora plasmava, era finalmente pronta: una piccola stuoia con ramoscelli e
foglie intrecciate e una strana coperta fatta al medesimo modo giacevano a terra.
-
I pesci sono pronti- annunciò Dawn togliendo dal fuoco la loro cena.
Lui annuì, si sedette e un silenzio profondo come la notte scese su i
due ragazzi.
***
Era
mezz'ora che Dawn a occhi chiusi, sulla soglia della grotta, meditava.
Scott la osservava con fare animalesco. Troppa confusione c'era nella sua testa, i
sentimenti contrastanti cozzavano tra di loro, scontrandosi e
provocando sempre più caos. La sua principale preoccupazione era quella
di ritornare l'indomani mattina presto a Wawanaka, per partecipare alla
prossima sfida. Aveva paura di essere già stato buttato fuori a causa
di Chris. Non voleva pensare che tutti i suoi sogni finissero così,
allora immaginò di essere ancora dentro e cominciò a elaborare mille e
più stratagemmi per far fuori i propri compagni uno per uno. E ghignò, Scott rimaneva Scott.
***
Pensava
Raggio Di Luna. Nonostante l'apparenza e l'opacità del suo viso,
la sua
anima ora era inquieta. Quando meditava poteva vedere dentro se stessa
e notò che il suo spirito, così come la sua aura, erano
agitate. La
causa era il dormire insieme a Scott. Perché le provocava tutto
questa
agitazione? Certo, lui era il traditore, colui che l'aveva fatta
eliminare senza pietà e per colpa sua, ora, non riusciva neanche
più a piegare
la gamba. Si era buttato per salvarla ma solo per zittire la sua
coscienza, lo sapeva perfettamente. Desiderò non l'avesse fatto
per un momento: ora non sarebbe così turbata. D'altronde non lo
era mai stata in vita sua, quindi era
una sensazione del tutto nuova per lei sempre così tranquilla e
in armonia con la natura che la circondava. Aprì gli occhi e
inspirò a
pieni polmoni l'aria fredda che veniva dall'esterno. Pioveva ancora a
dirotto ma fortunatamente gli animaletti avevano portato abbastanza
foglie grandi da poter chiudere l'entrata e proteggerli dal freddo. Si
girò verso il suo compagno e l'osservò. Scott rispose
allo sguardo con
diffidenza chiedendosi che poteva volere la ragazza.
-
Andiamo a dormire?- chiese lei ingenuamente. Scott colse la palla al
balzo e un ghigno animalesco si fece strada sul suo volto.
- Non ha paura, Dawn?- domandò lui beffardo.
- Di te? Perché dovrei?- continuò la bionda zoppicando verso il "letto" e sedendosi li accanto.
-
Sono pur sempre un ragazzo e sono, come ti sarai già accorta, un gran
bastardo. Non sono ragioni sufficienti queste?- la incalzò il rosso tra il divertito e il diabolico.
-
Cosa vorresti farmi? Toccarmi? No Scott, non lo fari senza il mi
permesso- commentò lei. Scott adorava stuzzicarla come in questo
momento, anche se sapeva che da li a poco avrebbe perso la battaglia
verbale come al suo solito, visto la straordinaria parlantina tagliente
di lei. Non riusciva a
resistere, l'impulso era troppo forte. La parte irrazionale prevalse
sulla razionale e lo fece
avvicinare a Raggio Di Luna. Con il viso si fermò a pochi
centimetri
dalla sue labbra e la guardò fisso negli occhi: quanto voleva
assaggiarla, anche un pezzo piccolino gli sarebbe bastato! Nonostante
la vicinanza
Dawn non si mosse ne altro, rimase a fissarlo immobile, quasi
incuriosita da questo suo atteggiamento così insolito.
- A me non serve nessun permesso... quel che voglio, ottengo- le sussurrò lui sbeffeggiandola.
- Qui non siamo alla tua fattoria Scott, non siamo in cucina a sparare ai topi- lo sfidò apertamente la bionda
- Lo so benissimo verginella! Cosa vorresti fare allora? O me o il pavimento e ti avviso che io non ho intenzione di mollare il letto-
- Neanche io. Semplicemente dormiremo schiena contro schiena, non mi sembra difficile da comprendere-
-
E se io avessi voglia di sfiorarti? Che farai per impedirmelo?- Dawn
avvicinò ulteriormente il viso al suo, senza timore ne paura.
Scott ebbe l'impulso di saltarle
addosso ma si trattenne a stento, ansimando come una vaporiera. Ehi che
gli succedeva? Già lo scambio di battute così ambigue non
era da lui, ma
ora anche questo? Stare con lei gli faceva veramente troppo male, lo
drogava lo stregava, insomma faceva qualcosa aldilà della sua
comprensione! Da qualche minuto, nella sua testa, l'insana idea di
poter fare
"qualcosa" quella notte lo aveva pervaso ma ora... ora desiderava solo
stringerla forte a se nient'altro!
-
Saresti in grado di farlo? No Scott. Ti leggo dentro, non
lo faresti mai- concluse lei sorridendo.
Dawn osservava con inquietudine i
cambiamenti repentini dell'aura di Scott. Doveva ammettere che per
alcuni secondi il rosso aveva prevalso su tutti gli altri colori e lei
aveva temuto il peggio ma appena si era avvicinata, il rosa aveva
prevalso nuovamente. Ora il colore verde affiancava questi ultimi e lei
era più tranquilla e rilassata.
Nonostante
ciò, anche l'aura della ragazza, di solito sempre azzurra e violetta,
cominciava a farsi rosa tenue e questo la preoccupava. Avrebbe dormito
con il Traditore, colui che l'aveva eliminata. Quando era stata
catapultata via, l'aveva odiato. Non aveva mai provato un sentimento
così disgustoso e orripilante in tutta la sua vita! Appena caduta in acqua,
stava così male da non riuscire neanche a liberarsi. Quando vide chi
l'aveva salvata, non credette ai suoi occhi! Eppure la sua aura
confermava ciò che vedeva e si sa che quest'ultime non possono
mentire. Dawn si allontanò da lui e con non poca fatica cercò di infilarsi sotto la "coperta".
Scott imitò la sua compagna di squadra e si adagiò
sulle
foglie pure lui. Doveva ammettere che anche se il giaciglio era piccolo
rimaneva comunque comodo. Come al solito Dawn aveva vinto di nuovo e
doveva dargli per l'ennesima volta ragione. No, non l'avrebbe mai
toccata senza il suo permesso, il perché non lo sapeva e lui si
giustificava come al solito con "Non me ne importa un cazzo di quella
li. Il milione di dollari domani mattina mi aspetta!". Si sdraiò
e cercò di rilassarsi fissando il soffitto come era solito fare
alla fattoria. Purtroppo la sua
pelle era a contatto con quella di Raggio Di Luna e sembrava
ribollisse, alimentata da qualche fuoco sconosciuto! La sentiva
attraverso quei pochi tessuti che
li dividevano e cominciò a fantasticare su come potesse essere
senza quel
maglioncino verde. Ma cosa stava pensando accidenti?! La situazione
stava drasticamente precipitando, il rosso era convinto che appena
usciti da quell'incubo, si sarebbe fatto ricoverare d'urgenza in un
ospedale psichiatrico!
***
I due ragazzi guardavo il soffitto, entrambi immersi nei loro pensieri.
Dawn cercò
di riprendere a meditare ma quella posizione era terribilmente scomoda
per farlo, non riusciva a concentrarsi a dovere. Si accorse che La sua
piccola mano sfiorava quella del ragazzo accanto. Scott non ne era a
conoscenza, ma se lei aveva un contatto fisico con qualcuno, poteva
entrare nella sua psiche fin quasi a leggergli nella mente. Dalle aure
alcune volte si poteva ricavare pensieri e sensazioni
superficiali, ma quelli più remoti e profondi rimanevano una
fortezza inespugnabile. Ora però poteva farlo e senza
rifletterci due volte, scavò tra i suoi ricordi e sensazioni di
quando era piccolo. Sapeva che aveva avuto un infanzia infelice e
difficile, le premeva sapere il motivo. Quel che vide nel primo ricordo
la lasciò senza parole e imponente assistette a uno delle cose
che più la sconvolsero nel corso della vita.
Inizio Flashback
Un
ragazzino di circa 8 anni con capelli rosso fuoco, correva giù
dalle scale come un razzo. Il suo volto era sereno e in mano reggeva un quaderno con delle matite colorate appoggiate sopra. La casa in
cui viveva, o per meglio dire la fattoria, era abbastanza grande con un
ampia cucina, una sala da pranzo e diverse camere da letto. Dalle
finestre filtrava la luce mattutina e si vedevano spighe dorate danzare
nei campi al ritmo del vento. Se si prestava particolari attenzione si
sentivano le mucche muggire più in la e i topi che squittivano
in cucina. Il piccolo Scott aprì il suo quaderno e
cominciò a disegnare una spiaggia con delle palme. Il compito
che doveva fare per le maestre era appunto quello di dipingere un luogo
visitato che più lo aveva affascinato. Scott non aveva mai visto
il mare se non in televisione, visto che i suoi genitori non lo portavano
mai da nessuna parte, neppure a scuola. Doveva andarci da solo ogni
mattina, svegliandosi presto con il canto del loro gallo. Ma nonostante questo Gli piaceva davvero tanto imparare! Trovava divertente
sommare e dividere, scrivere e soprattutto disegnare! Questo
però era un segreto, come il suo quaderno dalla copertina verde
brillante che gli aveva regalato la maestra. Nessuno doveva assolutamente
saperlo! Era il suo segreto che custodiva con tanta gelosia.
- Scott! Razza di
buona a nulla, vieni subito qua!- una voce maschile roca e potente si
diffuse per la casa. Il piccolo si allarmò e in fretta e furia
cercò di nascondere la roba scolastica sotto il divano.
- AH! Che stai
facendo, pezzo di demente che non sei altro, eh?!- suo padre, un
omaccione grande e grosso con capelli ancora più rossi dei suoi,
irruppe nel salotto. Scott cercò di scappare terrorizzato ma lui
lo prese per l'orecchio e lo sollevò da terra.
- Stavi ancora
facendo i compiti, eh?! Che ti ho sempre detto riguardo alla cultura,
cretinetto?! EH? RISPONDIMI!- urlò fuori di se sputacchiando
bava qua e la. Scott aveva le lacrime agli occhi dal dolore e si morse
il labbro per non piangere.
- Che... che fa
male...- mormorò flebilmente. Suo padre lo sbatté a
terra con violenza e una alitata del suo alito fetido lo
investì. Aveva uno strano odore dolciastro e sapeva che quando
era così, papà diventava ancora più cattivo anche
se non aveva mai capito il motivo.
- ESATTO! Ti
riempono la testa di robaccia inutile, ora sbrigati e va a lavorare!
C'è da arare i campi, muoviti!- tuonò lui tirandogli un
calcio violento tra le gambe per farlo alzare. Scott ubbidì e
furtivamente uscì di casa. Inspirò l'aria a pieni polmoni
e si impose di non piangere anche se la coscia gli doleva veramente
tanto! No! Lui doveva essere forte e coraggioso come un vero uomo,
così si mise all'opera.
Dopo quattro ore e
più, il ragazzino osservava soddisfatto il suo lavoro. L'Aveva
compiuto alla perfezione, forse suo papà non l'avrebbe picchiato
questa volta!
Rientrò in
casa non vedendo l'ora di mangiare! Che gran fame aveva!
Aprì la porta e senza rendersene conto si ritrovò contro
una parete, accasciato al suolo, con la guancia sinistra dolorante e
rossa. Scott ancora tramortito alzò lo sguardo: sua mamma, una
donna enorme quanto suo marito,era livida di rabbia con la sottana in
disordine, ancora con la mano per aria.
- MALEDETTO FIGLIO
DI PUTTANA! PER COLPA TUA, TUO PADRE MI HA VIOLENTATA DI NUOVO! SEI
SODDISFATTO ORA?!- gridò lei in preda ad un attacco di isteria
acuta. Non era la prima volta che il bambino ascoltava questa parola
"violentata" ma non sapeva assolutamente cosa volesse dire. D'altronde
era anche abituata ai suoi schiaffi e pensò di essere stato
fortunato questa volta: non aveva usato il mattarello o altro.
- Ah ah! Oh
piccolo Scott, stavi per caso facendo i compiti prima?- questa voce lo
fece voltare di scatto: suo fratello maggiore Alfred teneva con una
mano il suo amatissimo quaderno, nell'altra un accendino. Scott
capì subito cosa voleva fare e si precipitò per
impedirglielo.
-NO! LASCIA IL MIO
QUADERNO!- gridò mentre già sentiva le lacrime scendergli
dal viso. Alfred ghignò, con un calcio lo fece ruzzolare via e,
solo per il gusto di farlo, appiccò fuoco al tesoro di Scott.
- NOOOOO!- l'urlo
straziante si diffuse per tutta la fattoria mentre osservava impotente
il suo libricino diventare cenere... nient'altro che della stupida
cenere nera che si dissolse nell'aria! Suo fratello rise fino a farsi
venire male alla pancia, quanto adorava far male al fratellino! La
madre, per nulla turbata da questo orrendo spettacolo, tornò
alle sue faccende quotidiane. Lui invece rimase li raggomitolato sulla
polvere nera che giaceva a terra, in attesa che qualche miracolo
avvenisse. Non successe nulla e così pianse. Pianse a dirotto
per molti giorni senza mai fermarsi, lo poteva picchiare che non
reagiva, lo poteva insultare che non rispondeva e lo potevano
sbeffeggiare che non li sentiva. Il suo piccolo mondo infantile si era
disgregato insieme al quaderno e con lui, la sua anima.
Fine flashback
Angolo autrice
Come promesso il capitolo è un pò più lungo spero vi piaccia!
Nah a me non piace!
A te non piace niente di quello che faccio -.-'''
Appunto :D
No
comment! Comunque la fine è un pò drammatica ma nessuno
di voi si è chiesto come mai Scott è così! Io si e
alla fine è saltato fuori questo! Spero vi piaccia! Un bacione ^^
Marty Angel
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