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Autore: Marty_Angel    11/02/2012    8 recensioni
Scott era un vigliacco, lo era sempre stato. Allora perchè si era precipitato a salvarla? Dopotutto era solo un'altra concorrente eliminata. O forse no?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dawn, Scott
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
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scott 4

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Il testo che seguirà avrà un linguaggio leggermente colorito, perdonatemi ma ho dovuto proprio usarlo! Per il resto buona lettura!

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- Beh Raggio Di Luna, sembra che questa notte io e te dormiremo nello stesso letto!- ghignò Scott guardandola. La parte più selvaggia e irrazionale di se, bramava di dormire insieme a lei. La desiderava con tanto ardore da provocargli intense scosse lungo la schiena. Quella più razionale cercava di sfruttare questa occasione per poter tornare in gioco. Per esempio: poteva andarsene quando lei ancora dormiva e se si fosse svegliata l'avrebbe tranquillizzata dicendo di andare fuori a prendere legno.  Oppure poteva regalarle una notte di "fuoco" per conquistare la sua fiducia e poi darle il due di picche il mattino dopo.  Piani, ai suoi occhi, perfetti e diabolici quanto bastardi. Eppure... eppure la solita vocina dentro di se urlava, imprecava per farsi ascoltare! Continuava a ribadire che Dawn non era quel tipo di ragazza, non si sarebbe mai fatta sfiorare da uno come lui! Arrivò allora a chiedersi se avesse mai baciato un ragazzo... ah ma cosa andava a pensare Scott! Per l'ennesima volta, non doveva importargliene!

- No Scott, non ho mai baciato un ragazzo. Madre Natura non mi ha donato la bellezza ma la facoltà di leggere le aure, come sto facendo adesso con te- esordì lei calma e pacata come al solito. La Iena rimase a bocca aperta a fissarla mentre si dava dell'emerito somaro! Merda, perché doveva pensare a queste cose mentre era con lei?! E poi, lei che non era bella? Stavamo scherzando? Scott non aveva mai visto nessuna così gracile e graziosa: con i suoi capelli morbidi e setosi, le sue labbra dolci ora rivolte all'insù e gli occhi... il suo sguardo era qualcosa di intenso come una calamita, ti incatenavano a lei e ti leggevano l'anima. Cercò di cessare di pensare a queste cose o la sua posizione si sarebbe ulteriormente compromessa.

- Che vuoi che me ne freghi verginella! Come se, in fondo me ne importasse veramente qualcosa!- sbottò il ragazzo riprendendo a costruire il letto, intrecciando ramoscelli con foglie e così via.

- Come giustifichi allora la tua affermazione precedente?- gli chiese lei fissandolo intensamente

- Uh?- borbottò lui girandosi e non capendo che volesse dire

- Quella del dormire insieme-

- Volevo vedere la tua reazione tutto qua- tagliò corto lui. Parte di ciò che aveva detto era vero,la curiosità di vedere come avrebbe reagito, lo stava tormentando. Dall'altra, era il suo desiderio primario a parlare. La sua aura così si divise in due come la sua mente: metà rosso fuoco, metà rosa granito. Cercò di distrarsi ammirando l'opera che da più di mezz'ora plasmava, era finalmente pronta: una piccola stuoia con ramoscelli e foglie intrecciate e una strana coperta fatta al medesimo modo giacevano a terra.

- I pesci sono pronti- annunciò Dawn togliendo dal fuoco la loro cena. Lui annuì, si sedette e un silenzio profondo come la notte scese su i due ragazzi.

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Era mezz'ora che Dawn a occhi chiusi, sulla soglia della grotta, meditava. Scott la osservava con fare animalesco. Troppa confusione c'era nella sua testa, i sentimenti contrastanti cozzavano tra di loro, scontrandosi e provocando sempre più caos. La sua principale preoccupazione era quella di ritornare l'indomani mattina presto a Wawanaka, per partecipare alla prossima sfida. Aveva paura di essere già stato buttato fuori a causa di Chris. Non voleva pensare che tutti i suoi sogni finissero così, allora immaginò di essere ancora dentro e cominciò a elaborare mille e più stratagemmi per far fuori i propri compagni uno per uno. E ghignò, Scott rimaneva Scott.


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Pensava Raggio Di Luna. Nonostante l'apparenza e l'opacità del suo viso, la sua anima ora era inquieta. Quando meditava poteva vedere dentro se stessa e notò che il suo spirito, così come la sua aura, erano agitate. La causa era il dormire insieme a Scott. Perché le provocava tutto questa agitazione? Certo, lui era il traditore, colui che l'aveva fatta eliminare senza pietà e per colpa sua, ora, non riusciva neanche più a piegare la gamba. Si era buttato per salvarla ma solo per zittire la sua coscienza, lo sapeva perfettamente. Desiderò non l'avesse fatto per un momento: ora non sarebbe così turbata. D'altronde non lo era mai stata in vita sua, quindi era una sensazione del tutto nuova per lei sempre così tranquilla e in armonia con la natura che la circondava. Aprì gli occhi e inspirò a pieni polmoni l'aria fredda che veniva dall'esterno. Pioveva ancora a dirotto ma fortunatamente gli animaletti avevano portato abbastanza foglie grandi da poter chiudere l'entrata e proteggerli dal freddo. Si girò verso il suo compagno e l'osservò. Scott rispose allo sguardo con diffidenza chiedendosi che poteva volere la ragazza.

- Andiamo a dormire?- chiese lei ingenuamente. Scott colse la palla al balzo e un ghigno animalesco si fece strada sul suo volto.

- Non ha paura, Dawn?- domandò lui beffardo.

- Di te? Perché dovrei?-  continuò la bionda zoppicando verso il "letto" e sedendosi li accanto.

- Sono pur sempre un ragazzo e sono, come ti sarai già accorta, un gran bastardo. Non sono ragioni sufficienti queste?- la incalzò il rosso tra il divertito e il diabolico.

- Cosa vorresti farmi? Toccarmi? No Scott, non lo fari senza il mi permesso- commentò lei. Scott adorava stuzzicarla come in questo momento, anche se sapeva che da li a poco avrebbe perso la battaglia verbale come al suo solito, visto la straordinaria parlantina tagliente di lei. Non riusciva a resistere, l'impulso era troppo forte. La parte irrazionale prevalse sulla razionale e lo fece avvicinare a Raggio Di Luna. Con il viso si fermò a pochi centimetri dalla sue labbra e la guardò fisso negli occhi: quanto voleva assaggiarla, anche un pezzo piccolino gli sarebbe bastato! Nonostante la vicinanza Dawn non si mosse ne altro, rimase a fissarlo immobile, quasi incuriosita da questo suo atteggiamento così insolito.

- A me non serve nessun permesso... quel che voglio, ottengo- le sussurrò lui sbeffeggiandola.

- Qui non siamo alla tua fattoria Scott, non siamo in cucina a sparare ai topi- lo sfidò apertamente la bionda

- Lo so benissimo verginella! Cosa vorresti fare allora? O me o il pavimento e ti avviso che io non ho intenzione di mollare il letto-

- Neanche io. Semplicemente dormiremo schiena contro schiena, non mi sembra difficile da comprendere-

- E se io avessi voglia di sfiorarti? Che farai per impedirmelo?- Dawn avvicinò ulteriormente il viso al suo, senza timore ne paura. Scott ebbe l'impulso di saltarle addosso ma si trattenne a stento, ansimando come una vaporiera. Ehi che gli succedeva? Già lo scambio di battute così ambigue non era da lui, ma ora anche questo? Stare con lei gli faceva veramente troppo male, lo drogava lo stregava, insomma faceva qualcosa aldilà della sua comprensione! Da qualche minuto, nella sua testa, l'insana idea di poter fare "qualcosa" quella notte lo aveva pervaso ma ora... ora desiderava solo stringerla forte a se nient'altro!

- Saresti in grado di farlo? No Scott. Ti leggo dentro, non lo faresti mai- concluse lei sorridendo.

Dawn osservava con inquietudine i cambiamenti repentini dell'aura di Scott. Doveva ammettere che per alcuni secondi il rosso aveva prevalso su tutti gli altri colori e lei aveva temuto il peggio ma appena si era avvicinata, il rosa aveva prevalso nuovamente. Ora il colore verde affiancava questi ultimi e lei era più tranquilla e rilassata.

Nonostante ciò, anche l'aura della ragazza, di solito sempre azzurra e violetta, cominciava a farsi rosa tenue e questo la preoccupava. Avrebbe dormito con il Traditore, colui che l'aveva eliminata. Quando era stata catapultata via, l'aveva odiato. Non aveva mai provato un sentimento così disgustoso e orripilante in tutta la sua vita! Appena caduta in acqua, stava così male da non riuscire neanche a liberarsi. Quando vide chi l'aveva salvata, non credette ai suoi occhi! Eppure la sua aura confermava ciò che vedeva e si sa che quest'ultime non possono mentire. Dawn si allontanò da lui e con non poca fatica cercò di infilarsi sotto la "coperta".

Scott imitò la sua compagna di squadra e si adagiò sulle foglie pure lui. Doveva ammettere che anche se il giaciglio era piccolo rimaneva comunque comodo. Come al solito Dawn aveva vinto di nuovo e doveva dargli per l'ennesima volta ragione. No, non l'avrebbe mai toccata senza il suo permesso, il perché non lo sapeva e lui si giustificava come al solito con "Non me ne importa un cazzo di quella li. Il milione di dollari domani mattina mi aspetta!". Si sdraiò e cercò di rilassarsi fissando il soffitto come era solito fare alla fattoria. Purtroppo la sua pelle era a contatto con quella di Raggio Di Luna e sembrava ribollisse, alimentata da qualche fuoco sconosciuto! La sentiva attraverso quei pochi tessuti che li dividevano e cominciò a fantasticare su come potesse essere senza quel maglioncino verde. Ma cosa stava pensando accidenti?! La situazione stava drasticamente precipitando, il rosso era convinto che appena usciti da quell'incubo, si sarebbe fatto ricoverare d'urgenza in un ospedale psichiatrico!

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I due ragazzi guardavo il soffitto, entrambi immersi nei loro pensieri.

Dawn cercò di riprendere a meditare ma quella posizione era terribilmente scomoda per farlo, non riusciva a concentrarsi a dovere. Si accorse che La sua piccola mano sfiorava quella del ragazzo accanto. Scott non ne era a conoscenza, ma se lei aveva un contatto fisico con qualcuno, poteva entrare nella sua psiche fin quasi a leggergli nella mente. Dalle aure alcune volte si poteva ricavare pensieri  e sensazioni superficiali, ma quelli più remoti e profondi rimanevano una fortezza inespugnabile. Ora però poteva farlo e senza rifletterci due volte, scavò tra i suoi ricordi e sensazioni di quando era piccolo. Sapeva che aveva avuto un infanzia infelice e difficile, le premeva sapere il motivo. Quel che vide nel primo ricordo la lasciò senza parole e imponente assistette a uno delle cose che più la sconvolsero nel corso della vita.


Inizio Flashback

Un ragazzino di circa 8 anni con capelli rosso fuoco, correva giù dalle scale come un razzo. Il suo volto era sereno e in mano reggeva un quaderno con delle matite colorate appoggiate sopra. La casa in cui viveva, o per meglio dire la fattoria, era abbastanza grande con un ampia cucina, una sala da pranzo e diverse camere da letto. Dalle finestre filtrava la luce mattutina e si vedevano spighe dorate danzare nei campi al ritmo del vento. Se si prestava particolari attenzione si sentivano le mucche muggire più in la e i topi che squittivano in cucina. Il piccolo Scott aprì il suo quaderno e cominciò a disegnare una spiaggia con delle palme. Il compito che doveva fare per le maestre era appunto quello di dipingere un luogo visitato che più lo aveva affascinato. Scott non aveva mai visto il mare se non in televisione, visto che i suoi genitori non lo portavano mai da nessuna parte, neppure a scuola. Doveva andarci da solo ogni mattina, svegliandosi presto con il canto del loro gallo. Ma nonostante questo Gli piaceva davvero tanto imparare! Trovava divertente sommare e dividere, scrivere e soprattutto disegnare! Questo però era un segreto, come il suo quaderno dalla copertina verde brillante che gli aveva regalato la maestra. Nessuno doveva assolutamente saperlo! Era il suo segreto che custodiva con tanta gelosia.

- Scott! Razza di buona a nulla, vieni subito qua!- una voce maschile roca e potente si diffuse per la casa. Il piccolo si allarmò e in fretta e furia cercò di nascondere la roba scolastica sotto il divano.

- AH! Che stai facendo, pezzo di demente che non sei altro, eh?!- suo padre, un omaccione grande e grosso con capelli ancora più rossi dei suoi, irruppe nel salotto. Scott cercò di scappare terrorizzato ma lui lo prese per l'orecchio e lo sollevò da terra.

- Stavi ancora facendo i compiti, eh?! Che ti ho sempre detto riguardo alla cultura, cretinetto?! EH? RISPONDIMI!- urlò fuori di se sputacchiando bava qua e la. Scott aveva le lacrime agli occhi dal dolore e si morse il labbro per non piangere.

- Che... che fa male...-  mormorò flebilmente. Suo padre lo sbatté a terra con violenza e una alitata del suo alito fetido lo investì. Aveva uno strano odore dolciastro e sapeva che quando era così, papà diventava ancora più cattivo anche se non aveva mai capito il motivo.

- ESATTO! Ti riempono la testa di robaccia inutile, ora sbrigati e va a lavorare! C'è da arare i campi, muoviti!- tuonò lui tirandogli un calcio violento tra le gambe per farlo alzare. Scott ubbidì e furtivamente uscì di casa. Inspirò l'aria a pieni polmoni e si impose di non piangere anche se la coscia gli doleva veramente tanto! No! Lui doveva essere forte e coraggioso come un vero uomo, così si mise all'opera.

Dopo quattro ore e più, il ragazzino osservava soddisfatto il suo lavoro. L'Aveva compiuto alla perfezione, forse suo papà non l'avrebbe picchiato questa volta! 

Rientrò in casa non vedendo l'ora di mangiare! Che gran fame aveva! Aprì la porta e senza rendersene conto si ritrovò contro una parete, accasciato al suolo, con la guancia sinistra dolorante e rossa. Scott ancora tramortito alzò lo sguardo: sua mamma, una donna enorme quanto suo marito,era livida di rabbia con la sottana in disordine, ancora con la mano per aria.

- MALEDETTO FIGLIO DI PUTTANA! PER COLPA TUA, TUO PADRE MI HA VIOLENTATA DI NUOVO! SEI SODDISFATTO ORA?!- gridò lei in preda ad un attacco di isteria acuta. Non era la prima volta che il bambino ascoltava questa parola "violentata" ma non sapeva assolutamente cosa volesse dire. D'altronde era anche abituata ai suoi schiaffi e pensò di essere stato fortunato questa volta: non aveva usato il mattarello o altro.

- Ah ah! Oh piccolo Scott, stavi per caso facendo i compiti prima?- questa voce lo fece voltare di scatto: suo fratello maggiore Alfred teneva con una mano il suo amatissimo quaderno, nell'altra un accendino. Scott capì subito cosa voleva fare e si precipitò per impedirglielo.

-NO! LASCIA IL MIO QUADERNO!- gridò mentre già sentiva le lacrime scendergli dal viso. Alfred ghignò, con un calcio lo fece ruzzolare via e, solo per il gusto di farlo, appiccò fuoco al tesoro di Scott.

- NOOOOO!- l'urlo straziante si diffuse per tutta la fattoria mentre osservava impotente il suo libricino diventare cenere... nient'altro che della stupida cenere nera che si dissolse nell'aria! Suo fratello rise fino a farsi venire male alla pancia, quanto adorava far male al fratellino! La madre, per nulla turbata da questo orrendo spettacolo, tornò alle sue faccende quotidiane. Lui invece rimase li raggomitolato sulla polvere nera che giaceva a terra, in attesa che qualche miracolo avvenisse. Non successe nulla e così pianse. Pianse a dirotto per molti giorni senza mai fermarsi, lo poteva picchiare che non reagiva, lo poteva insultare che non rispondeva e lo potevano sbeffeggiare che non li sentiva. Il suo piccolo mondo infantile si era disgregato insieme al quaderno e con lui, la sua anima.


Fine flashback





Angolo autrice

Come promesso il capitolo è un pò più lungo spero vi piaccia!

Nah a me non piace!

A te non piace niente di quello che faccio -.-'''

Appunto :D

No comment! Comunque la fine è un pò drammatica ma nessuno di voi si è chiesto come mai Scott è così! Io si e alla fine è saltato fuori questo! Spero vi piaccia! Un bacione ^^


                                                                                                                                                Marty Angel
  
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