Angeli e Demoni
di Beren
tradotto da madjoker
Beta: Sanzina
Rinuncia: Questa storia è basata su
caratteri e situazioni create e possedute da JK Rowling
e i vari editori, inclusi ma non limitati a Scholastic
Books, Raincoast Books e Warner Bros Inc. Non c’è guadagno e non
è intesa nessuna infrazione della proprietà letteraria
riservata o del marchio.
Avvertimenti: Questa storia è intesa come post OOTP, perciò contiene
SPOILERS. Se non volete sapere nulla del 5° libro non
leggete questa storia.
Note d’autore: Questa fic contiene Veela!Draco e molte altre cose che sembrano
essere un cliché in molte fandom. Ho provato un gran
divertimento nello scrivere questa fic, tentando di
esplorare le possibilità in un modo lievemente diverso da ciò che ho visto in
precedenza. Può esserci Veela!Draco, ma è tutto basato sul POV di Harry, in
caso che qualcuno se lo chiedesse.
Cap.9-Complicazioni 2°parte
La giornata si stava trasformando
da così-così ad una veramente cattiva, e Harry si
sentiva alquanto infelice. Non solo era ossessionato da Draco Malfoy, ma c’era
anche l’opportunità che lo Slytherin andasse in
calore, con lui come obbiettivo. Visto che entrambi andavano
dietro all’altro le probabilità che finissero per dormire insieme erano alte, e
Harry non voleva neppure considerare la probabilità del 5% che Malfoy aveva
menzionato. Dare la vita ad un bambino con Malfoy non
era definitivamente in cima al suo elenco. Per giunta, aveva distrutto il suo
maglione favorito ed il suo mantello invernale con, beh, con le sue ali; dato che erano magiche, i capi si rifiutavano di farsi
riparare da qualsiasi incantesimo.
Harry camminò dentro la stanza
comune della torre di Gryffindor, sentendosi comprensibilmente depresso, con
vari dolori muscolari, e si accorse che tutti lo fissavano. Con un certo
timore, capì che la sua giornata era appena peggiorata.
“Umh,
Harry” Fu Colin Creevey a
trovare il coraggio di parlare “Le ali.”
Lo avevano visto. Qualcuno
l’aveva visto salvare Malfoy e Harry sapeva, senza alcun dubbio, che l’intera
scuola presto ne sarebbe stata informata. Senza
preoccuparsi di chi si trovava nella stanza il Ragazzo Dorato di Gryffindor iniziò a imprecare nel modo più colorito che
conosceva per almeno una buona ventina di minuti, per poi dirigersi verso il
suo dormitorio. Appena arrivò all’inizio degli scalini
si girò e guardò male i compagni scioccati.
“Tanto per evitare le domande;
uno dei miei antenati era un Seraphim”, annunciò a
voce alta, in modo che tutti potessero sentire “E l’ultimo scherzo di Voldemort
è che a causa del suo potere mi sono ritrovato con
ali. Se già questo non fosse abbastanza, sono in
calore e ossessionato da Draco Malfoy, che mi odia con una passione che
rivaleggia solamente con quella sentita dallo stesso Lord Oscuro. La mia vita è
un incubo e io penso che andrò a rinchiudermi nella mia stanza e non ne uscirò
mai più.”
Poi si girò e corse, facendo i
gradini tre alla volta.
“E’ di buon umore” disse qualcuno
in tono basso, ma con i sensi acutizzati Harry riuscì a sentirlo.
“Ho sentito!” Gridò verso la sala
comune, per poi marciare nel dormitorio.
Harry si sentì felice che il
dormitorio fosse deserto e sbatté drammaticamente la porta dietro di sé,
estrasse la bacchetta e gettò un incantesimo bloccante talmente potente che
l’unica persona che avrebbe potuto spezzarlo era Dumbledore. Sei suoi compagni
di stanza avessero voluto entrare avrebbero dovuto
persuaderlo ad aprire.
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“Potter!” La voce di Malfoy si
dipanò attraverso
la sala, mentre lo Slytherin attraversava l’entrata. “Preparati ad una morte
molto dolorosa.”
Harry si girò da dove stava quasi
per sedersi, decidendo che lo Slytherin era probabilmente serio in quanto
teneva la bacchetta in mano. Nel dubbio, Harry estrasse la propria bacchetta;
gli alunni in mezzo ai due si dispersero o presero
posto ai loro lati. La rabbia di Malfoy era dovuta alla
questione se il trattamento di Poppy avesse funzionato: evidentemente no.
“Eliminerò il
mio problema prima di non riuscire più a ragionare, e non mi importa se dovrò
spendere il resto della mia vita ad Azkaban” Lo Slytherin era davvero molto
irritato.
Venne in mente a Harry che Poppy
aveva specificatamente detto a Malfoy che, se il trattamento non avesse
funzionato, sarebbe dovuto andare direttamente da lei; era ovvio che Mezzo-Veela
fosse troppo adirato per farlo.
“Mi dispiace!” gridò Harry, la
rabbia che combatteva con il desiderio “stavi quasi
per essere colpito da un fulmine, cosa avrei dovuto fare?”
“Gettare un incantesimo-scudo,
saltare di fronte a me” ringhiò Malfoy, sventolando minacciosamente
la sua bacchetta “pensavo di essere stato perfettamente chiaro sul fatto
di non dovermi mai toccare!”
Quella frase era così ingiusta
che la rabbia vinse di nuovo.
“Avevo meno di un secondo per
agire” protestò rumorosamente Harry “se avessi tentato di prendere la mia
bacchetta saresti diventato un toast bruciacchiato, e non c’era abbastanza
tempo per spostarsi.”
I due erano a non più di due
metri l’uno dall’altro ora, e Malfoy stava puntando la sua bacchetta direttamente
al torace di Harry. Harry non poteva evitare di notare che gli occhi grigi
dello Slytherin praticamente splendevano, quando lui era adirato. Disgustato da
se, nel tentativo di chiarire alcune cose nella sua mente, Harry prese un
respiro profondo e calmante.
“Permettimi di essere perfettamente
chiaro” disse Malfoy, in un tono pericoloso che Harry trovò stranamente molto
sexy “se provi a posare una mano su di me, te la taglio.”
Imprecando contro ogni divinità conosciuta
Harry abbandonò qualsiasi parvenza di calma e cercò di non afferrare semplicemente
lo Slytherin.
“Pensi che mi piaccia tutto ciò?”
Rispose gravemente. “Non è colpa mia se hai scelto un luogo così stupido per
parlare con un temporale nelle vicinanze”
Il problema era che gli piaceva,
immensamente, l’idea di togliere i vestiti a Malfoy; e sembrava che tale idea si
stesse guadagnando l’attenzione completa del suo cervello.
“Oh, così ora è mia la colpa?” Sbottò
nuovamente lo Slytherin furioso. “Se tu non mi avessi
abbordato dopo la partita non avremmo parlato, in primo luogo.”
Senza accorgersene Harry fece un
passo verso Malfoy, per poi fermarsi per non muoversi ulteriormente.
“Stavo tentando di avvertirti”
disse Harry, irritato. “Se non ti avessi parlato non
avrei saputo che non dovevo toccarti, e avrei potuto fare la stessa cosa a Pozioni,
senza neppure saperlo. Mi spiace, ma non c’è nulla che possa fare su questo; è
stato un incidente.”
“Tu, Potter, sei un incidente
ambulante” disse Malfoy, muovendosi nuovamente in avanti.
Un’espressione lievemente addolorata
attraversò il viso dello Slytherin e Harry era quasi sicuro che lo Slytherin stesse
sperimentando il suo stesso problema. L’attrazione era palpabile, e Harry
comprese all’improvviso che essere nella stessa stanza con Malfoy era decisamente
un’idea molto sbagliata.
“Malfoy, le nostre auree magiche
stanno interagendo” disse Harry, tentando di pensare in maniera logica almeno per
un minuto “uno di noi dovrebbe andare via, adesso.”
Quando Harry pronunciò le ultime parole il suo tono divenne un po’ strangolato. Malfoy
imprecò e tentò di girarsi, ma riuscì solo a dare un’occhiata agli altri prima
di rigirarsi.
“Avrei già dovuto ucciderti”
disse il Mezzo-Veela, chiudendo gli occhi dalla disperazione.
Harry era quasi riuscito a fermarsi quando un fiotto di concupiscenza pressoché inarrestabile
l’attraversò. Oh, adesso di sicuro stavano interagendo; entrambi in calore e
nessuno dei due poteva andarsene.
“Goyle” chiamò urgentemente lo
Slytherin “portami fuori di qui in questo istante”
Le protuberanze delle ali di
Harry si contorsero quando il grande ragazzo si mosse
per fare come Malfoy gli aveva ordinato; la parte di lui che stava guadagnando
rapidamente il controllo non aveva gradito l’idea. Era come se la parte
primordiale del suo cervello si fosse svegliata e stesse dettando legge, lasciando
da parte i suoi pensieri razionali che erano intenti a perdere tempo. Harry
sapeva, senza alcun dubbio, che se presto non fosse successo qualcosa i suoi
istinti sarebbero diventati troppo forti per lui. Harry Potter che assaltava
sessualmente Draco Malfoy in Sala Grande: non era questo il modo in cui voleva
entrare a far parte della storia di Hogwarts.
Quando Goyle arrivò per afferrare
le spalle di Malfoy la mano con la bacchetta di Harry si
mosse leggermente, come se avesse una mente propria, e lo Slytherin scivolò di
nuovo indietro; Harry non aveva neppure usato un incantesimo.
“Malfoy” disse lui con voce
disperata, “stordiscimi, danneggiami, qualsiasi cosa, solo non mi permettere di
arrivare a te o ce ne pentiremo entrambi.”
I tratti dello Slytherin si indurirono dalla concentrazione, ma tutto ciò che riuscì
a fare fu muoversi di un altro passo in avanti.
“Non posso” ammise Malfoy,
sembrando davvero lievemente impaurito.
Harry si sentì come se il suo intero
corpo fosse lacerato dalla sua voglia, e si spostò così che i due si trovarono naso a naso. Harry desiderò far fuoriuscire le ali per
mostrare quanto fosse forte; desiderava prendere
Malfoy tra le sue braccia.
“Se mi metti incinto, Potter”
sibilò lo Slytherin a Harry, in un bisbiglio “ti farò provare qualcosa di
peggio della Cruciatus.”
Ormai c’erano solo alcuni
millimetri a separarli, e la forza dei suoi istinti era quasi dolorosa. Harry
avvertì il suono di uno Stupeficium e le ali uscirono
in risposta, ma per un momento, riuscì ad avere il
controllo. Ebbe solo una frazione di secondo prima che fosse
troppo tardi, e Harry sentì l’incantesimo colpirlo da lato. Eternamente grato a
chiunque avesse agito, Harry scivolò nell’incoscienza.