A destiny I never
wanted
di Tenchi Malfoy
tradotto da fatafatale
Rinuncia: Evidentemente le cose che riconoscete, non sono le mie o io sarei ricco! Bene l'unica cosa che è mia sono
alcuni caratteri scelti e manierismi così come la trama della storia.
cap.10- L’inizio
di un giorno molto lungo 2°parte
Guardando in giù nel lettino,
Harry, sorrise alla vista del suo piccolo fratello, i cui capelli, stavano
creando l’idea di un’aureola scura circa la sua testa, come un alone. Suo
fratello sembrò esser benedetto con il tipo di capelli di loro
madre, perché i capelli neri di Zykye posavano vicino alla testa.
Prendendo il bambino e cullandolo nelle sue braccia, Harry iniziò a cantare
dolcemente per lui. Era una ninnananna che ricordava vagamente da quando era piccolo.
Guardando la stanza, Harry,
chiazzò Indovinello, che sembrava stesse guardando con gelosia
Zykye. Harry fece un risolino soffocato e chiuse più vicino il bambino al
petto, riuscendo a far sibilare minacciosamente il gatto. Scuotendo la testa
verso l’animale, guardò di nuovo in giù a suo fratello, ora sveglio. Occhi di un scuro nocciola, alzarono verso di lui, curiosamente,
mentre il piccolo faceva un enorme sbadiglio.
Harry non aveva ancora visto
molto di Zykye; la maggior parte del tempo, il bambino era impegnato in un
pisolino. Il bambino non sembrava più vecchio di 4, e
sembrava alquanto calmo mentre fissava Harry. Occhi marroni
e curiosi guardavano la stanza; Il bambino sembrava ancora mezzo addormentato
come guardò al gatto ancora intento a sibilare.
“Dov’è
la mamma?” Chiese Zykye in una vocetta guardando di nuovo Harry, facendolo
quasi saltare dal rumore improvviso, ma continuò a tenerlo e rispose alla
domanda.
“Sta cucinando la colazione, hai
fame?” Chiese Harry alzando le sopracciglia, preoccupato per il fratello.
“Cosa sta
cucinando?” Chiese al ragazzo, districandosi da Harry, che era riluttante per lasciarlo
andare.
“Andiamo a vedere?” Disse Harry,
alzandosi da dove si era seduto e afferrata la mano del bambino. Comprese che
il bambino era poi molto più grande di come sembrava
nel ritratto; ma perché, allora, continuava a dormire nel lettino?
“Vieni, Indovinello,” chiamò Harry, prendendo pietà del gatto geloso e lo tirò
su in braccio. Il gatto sembrò aggrapparsi a Harry come se n’andasse la sua
vita, e Indovinello si accoccolò nelle sue braccia.
Camminando nella cucina Harry,
sorrise, alla vista di sua madre seduta alla tavola, ondeggiando la sua
bacchetta indietro e avanti pigramente. Alla vista dei suoi due ragazzi, sorrise
in ritorno; sorriso che divenne un poco teso alla vista d’Indovinello, che
sembrò sfolgorare alla signora.
“Ah, Harry. Sei
sveglio, e anche Zykye. Se solo si potesse trovare gli
altri svegli. Sembrano avere il gene di vostro padre, quando arriva il
momento di svegliarsi,” rise Lily, come iniziò a
preparare i piatti per i suoi bambini. Ancora, preferiva fare qualcosa nella
vecchia maniera dei muggle.
“Niente uova, mamma!” Gridò
Zykye, mentre si sedeva a tavola. Anche Harry sedette,
con Indovinello ancora una volta nel suo grembo.
“lo so caro, e
nessuna frittella per te, Harry, giusto?” Chiese Lily, mettendo in giù
due piatti di fronte ai ragazzi. Harry sembrò sconcertato a Lily, che diventò
confusa al modo in cui Harry stava guardandola. “Qualcosa non va, caro?”
L’incitò Lily, preoccupazione presente nella voce.
“Se non ti spiace, mamma, mi
piacerebbe avere qualche frittella,” disse Harry
mentre si chiedeva come al suo altro stesso non potessero piacere le frittelle.
Harry si chiese se sembrasse maleducato, ma davvero desiderava qualche
frittella; quella corsa l’aveva lasciato alquanto affamato.
“Non mi
dispiace affatto, caro, sai quando ero giovane, odiavo le cipolle; ma
ora li amo!” Disse Lily, ridendo alla memoria di sua madre che chiede perché
lei stava mangiandone una cruda.
“Sei ancora giovane, mamma,” disse Zykye piacevolmente dal suo posto, ricevendo un sorriso
e un arruffata di capelli da sua mamma.
Harry, avuta le sue frittelle,
mangiò in fretta, guardando suo padre che entrava
stancamente in cucina. L’uomo, sedendo alla tavola, non disse una parola,
ricevendo poi il Daily Prophet
da Lily. Lentamente, le figure di suo fratello e sorella, entrarono a fatica in
cucina, ricevendo la loro parte di cibo. Non piacendo il silenzio anormale a
tavola, Harry tentò di avviare una conversazione.
“Così, Rico, sei eccitato per la
tua festa?” Chiese Harry, alzando della salsiccia alla bocca. Tutti smisero di
mangiare, ed il giornale si abbassò, come tutti guardarono Harry, con sopracciglia
alzate.
“Dovrebbe essere bella,” rispose Rico, dopo averlo fissato per un minuto.
“Dopotutto, otto anni è una bella età per avere, o
così mi ha detto Jenny,” aggiunse Rico come sua madre si sedette a tavola per
mangiare anche lei.
“Così, ho sentito che ti piace
questa Jenny, è vero?” Chiese Harry, causando un argomento tra i presenti. Uno
che fece arrossire notevolmente Rico, provocando lo stuzzicare crudele di
James.
Colazione presto finì, con alcune
risate, e Lily pulì i piatti magicamente con una spazzata della sua bacchetta.
Poi ordinò che Rico, Cyzelena e Zykye andassero a vestirsi, dato che erano ancora nei loro pigiami. James doveva andare a
raccogliere gli ultimi regali da casa di remus, dove li aveva nascosti. Lily
era ancora seduta alla tavola di cucina che guarda un articolo circa San Mungo, insieme a Harry.
“Mamma, perché nel quadro
dell’ingresso principale tutti sembriamo così…giovani?” Chiese Harry, come se
non riuscisse a trovare la parola adatta da usare. Sua madre alzò lo sguardo
dal giornale, per poi riabbassare gli occhi e dare la risposta.
“Continuo a dire a tuo padre che
abbiamo bisogno di farne uno nuovo, ma lui insiste a dire
che tutti noi sembriamo gli stessi di due anni e mezzo fa,” mormorò Lily,
scuotendo la testa alla caparbietà del marito, ma ora, almeno aveva qualcuno
che la pensava come lei.
“Oh, così, quand’è che Zykye
troverà un letto normale?” Chiese Harry, tentando di nascondere la vera
domanda, perché Zykye sta
ancora dormendo in un lettino per bambini? Questa volta, Lily lo guardò con
un’espressione confusa sul viso, prima che venne a realizzare qualcosa.
“Non hai ancora visto la stanza
nuova di Zykye? Indovino di no. E’ caparbio come suo
padre, e ogni volta che gli dico di non appisolarsi nel suo vecchio letto,
getta un capriccio!” Esclamò Lily con esasperazione
che traspare chiaramente da lei, mentre si alzava gesticolando per seguirla.
Uscendo dalla cucina e passato il
salotto e la biblioteca, giunsero ad una porta che non aveva notato prima.
Ancora con Indovinello in braccio, Harry aspettò sua madre aprire la porta di
mogano scuro. Entrando, guardò la stanza che sembrava assomigliare a suo fratello
e sorrise. I muri erano adornati con un oceano
animato, ed il sole che posava sulla cima del letto, di mogano scuro, con un
cassettone intonato. Cuscini neri adornavano il letto e due comodini su
entrambi i lati. Un baule pieno di giocattoli riempito all’orlo con palle ed
autocarri, si trovava da un lato. Alcuni orsi erano seduti su una cassapanca
scura, ed una porta che, evidentemente, conduceva al bagno, era sulla destra;
un armadio a muro, si trovava sulla sinistra. Era una bella stanza grande, non
come la sua, ma era perfetta per il bambino di quattro anni.
“Non è meravigliosa? Tuo padre la
finita una settimana fa.” Lily rimase sorpresa al cenno del figlio. Harry stava
quasi per rispondere, quando un forte ding fece
vibrare la stanza.
“Oh, qualcuno deve esser arrivato
via Polvere Volante, probabilmente Draco e Narcissa,”
con una carezza alla spalla di Harry, la donna uscì dalla stanza. Con un’ultima
occhiata alla stanza, Harry seguì sua madre.
Congiungendola in cucina, la
seguì alla stanza in cui si trovava il Focolare. Era ancora risonante, ma
nessuno aveva ancora accettato la chiamata. Aspettò pazientemente che sua madre
spingesse un bottone prossimo al grande focolare.
Appena
spinto il bottone, due persone uscirono con grazia dal focolare. Una donna alta
e bionda con occhi blu e ghiacciati ed un ragazzo con capelli color platino e freddi occhi grigi. I due portavano la stessa
espressione, un ghigno alla polvere che era posata sui
loro vestiti. Con un’altra spinta del bottone, la polvere venne
magicamente risucchiata via dagli abiti dei Malfoy.
Narcissa portava un bel vestito
estivo con un soprabito color d’argento aperto, che delineava
la sua alta figura. Draco, portava dei jeans e una
t-shirt che aveva l’emblema dei Malfoy su di essa. Due spade diritte che si
connettevano con una grande M nel medio, e serpenti che scivolavano sullo
sfondo.
“Narcissa, Draco, come gentile di
voi venire. Gli altri ospiti ci raggiungeranno fra l’ora,”
disse Lily con un sorriso sul viso, mentre introduceva la sig.ra Malfoy nel
soggiorno, così che potessero parlare mentre godevano di tè e biscotti.
Ciò lasciò i due ragazzi da soli,
nella stanza d’arrivo, uno che fissa l’altro. Gli
occhi di Draco, scintillanti, si posarono su Indovinello, ormai perfettamente
sveglio grazie al suono che era arrivato dal focolare. Harry fece un gesto con
la mano verso Draco, per seguirlo, nel salottino.
Il salottino conteneva due divani
e una poltrona color rosso Gryffindor. Una tavola era
in mezzo ai due divani, ed un focolare al lato della tavola. Il
dipinto di una donna che sorrise ai due mentre entrarono, era sul camino.
Harry, velocemente si portò alla fine di un divano, e mise i piedi in cima alla
tavola, mentre accarezzava la pelliccia d’Indovinello. Draco lo guardò, per poi
guardare Indovinello per un momento. Poi si sedette
sull’altro divano.
“Harry, è questo il diavolo di
cui mi hai parlato nelle lettere?” Chiese Draco, con un sorriso furbo rivolto a Indovinello, che sembrò ignorare il ragazzo biondo.
“Chiaramente, a proposito, l’ho
chiamato Indovinello,” rispose Harry, con un sorriso
furbo di suo proprio, mentre continuava a lisciare Indovinello che,
naturalmente, amava l’attenzione addizionale.
“Indovinello? Uno sporco nome
muggle, se vuoi il mio parere,” rimarcò Draco con un sospiro,
come se il tema l’annoiasse.
“Bene, io non lo penso; così, sei
eccitato su andare a Hogwarts?” Chiese Harry che voleva sapere precisamente
cosa aveva sentito quando andò per la prima volta là
Draco.
“Con Dumbledore che guarda ogni
nostra mossa, dubito molto, ma mia madre non mi permette di frequentare Durmstrang,” disse Draco, con un
cipiglio sul volto, mentre chiudeva gli occhi e si stendeva sul divano.
“Dumbledore frequenterà la festa,
oggi,” annunciò Harry, divertito come ancora una volta
sorrise furbescamente al ragazzo che però fallì l’espressione.
“Lo so, madre me ne aveva parlato,” commentò Draco tendendosi e aprendo
pigramente gli occhi ad un Harry divertito. “Per cosa stai sorridendo in quella
maniera?” Chiese Draco, piuttosto interessato.
“Nulla Draco. Così, come sta tuo
padre?” Chiese Harry, avido di qualsiasi informazione sulla persona nominata.
“Oh, ha appena fatto un generoso
contributo a Hogwarts, sai come è fatto,” rispose
Draco, alzando gli occhi al cielo. Harry sorrise, nulla cambiava.
“Bridgette sembra essere molto felice che sto andando
a Hogwarts, ma sai com’è lei,” aggiunse Draco,
scuotendo il capo.
“Bridgette?”
Chiese un Harry confuso; non conosceva nessuno con quel nome. Si sentì strano,
mentre alzava un sopracciglio in maniera indagatoria verso Draco, che rispose
con riso soffocato.
“Amico, so che hai tentato di
dimenticare che io ho anche una sorella, dopo quello
che è accaduto, ma era molto tempo fa, cerca di lasciarlo alle spalle!” Disse
Draco, scuotendo la testa alla sorpresa del ragazzo, che dovette controllarsi
attentamente per evitare che le sopracciglia sparassero alla cima, all’ultima
asserzione.
Malfoy aveva una sorella? Perché non aveva una sorella nel suo mondo? Harry si sentiva
realmente confuso, c’era una Ginny, ma c’era anche una Jenny.
In più, due Malfoy, di cui uno era il suo migliore amico, e l’altro aveva fatto
qualcosa a lui. La vita, poteva mai essere normale per lui?
Harry stava quasi per rispondere quando la porta alla stanza si aprì dolcemente,
ed un uomo camminò dentro. Capelli bianchi e lunghi adornavano il capo
dell’uomo, ed una barba intonata, poteva esser piegata
nella sua cintura. Occhi blu e chiari, che brillavano come un fiocco di neve
nuovo, ed un paio d’occhiali a mezzaluna, sedevano su di un naso storto. Albus
Dumbledore guardava precisamente come Harry lo ricordava prima che sia assassinato.
“Ah, sei là, Harry, e c’è anche
il giovane Malfoy; non ho ancora avuto il piacere di ringraziare suo padre per
la donazione alla scuola,” disse il vecchio
Dumbledore, nella sua voce saggia. Il vecchio uomo camminò verso di loro, per
poi sedersi con grazia nella poltrona, ma senza inclinarsi.
“Professor Dumbledore, che cosa
possiamo fare per lei?” Chiese Harry, rimuovendo i piedi dalla tavola.
“Quello deve essere Indovinello,
i nundu sono creature così belle,” rimarcò Dumbledore,
con il suo scintillio più brillante che mai. “Hagrid sarebbe felicissimo di
incontrare tale bella e rara creatura,” aggiunse
Dumbledore con un riso soffocato al pensiero. Harry accennò col capo al
commento, ammettendo che non aveva neppure pensato a
Hagrid da quando era venuto qui. Sarebbe bello, andare a trovare il vecchio
uomo.
“Professore, ha bisogno di
qualcosa?” Chiese Draco, mentre diventava impaziente all’intromissione nella
loro conversazione.
“Ah si, ahimè, stavo chiedendomi
se potessi avere un momento privato col sig. Potter?” Suggerì Dumbledore con un
sorriso delicato all’erede dei malfoy. Draco sembrò anche più importunato al
commento nondimeno accennò col capo, sua madre era qui, e gli si aveva insegnato a rispettare tutti i maghi influenti alla
festa.
Il momento in cui Draco chiuse la
porta, un silenzio incomodo riempì la stanza. Dumbledore guardò Harry, che stava
guardando Indovinello ed era consapevole del suo
sguardo. Sentendo un sospiro, alzò lo sguardo per incontrare brillanti occhi
blu, in cui era presente potere e saggezza, che riempì l’anima di Harry con
immagini della sua morte.
“Harry, il mio ragazzo, ho
sentito che hai avuto una cena interessante, ieri,”
avviò Dumbledore mentre si alzava per portarsi vicino al focolare in cui
bruciavano alcune fiamme tremolanti. “I tuoi genitori erano piuttosto
preoccupati sull’incidente, prendendo in considerazione che solo alcune
settimane fa li avevo informati che tu non eri capace di fare la magia,” disse il vecchio mago, lisciandosi la barba
malinconicamente. Harry non sapeva come rispondere a tale commento, così rimase
quieto, ascoltando Dumbledore.
“Era un vero colpo per me, quando
sentii tale asserzione; per prima né credei né misi in dubbio. Quando giunsi alla conclusione che eri un piccolo razzo, lo pensavo
molto probabile, dato che qualche volta quando due persone magiche potenti
hanno un bambino, c’è una possibilità del 50% che il primo nato sia non
magico,” finì Dumbledore con un sospiro ed un lungo sguardo verso detto Potter
che sembrava esser impassibile.
“Professore,”
avviò harry dopo un minuto, “le assicuro che sono capace di far magia,” fu la
semplice risposta di Harry. Dumbledore accennò col capo subcoscientemente all’assicurazione,
ma sembrava ancora un po’ incerto.
“Era come se non potevo dubitare
di ciò, ma la prova dava come risultato che in te non vi era una goccia di
magia,” mormorò Dumbledore, con un suggerimento
d’impazienza verso di lui. “Ho sempre pensato che tu o saresti stato potente o
non magico a tutti,” sospirò Dumbledore, mentre iniziò
a camminare avanti e indietro d’innanzi a Harry, che ora era anche lui in
piedi, sembrando piuttosto piccolo accanto all’alto Direttore.
“Signore, non dovrebbe
preoccuparsi di problemi così insignificanti,” disse
Harry, ridendo leggermente. “Venga, andiamo a goderci la festa di Rico?”
Suggerì Harry con un sorriso spettrale sul viso, mentre osservava il suo vecchio
mentore.
Dumbledore fermò il suo camminare
e guardò al ragazzo. Harry fu indebolito da quegli occhi blu, che anche se brillavano, ancora guardavano come se potessero
vedere oltre la sua maschera. Il prossimo momento sentì il suono proveniente
dal focolare, ed il Professore era accanto a lui, guardando in giù.
“Quello, proverà essere una
delizia,” rispose Dumbledore con un arruffata ai
capelli disordinati di Harry. “A proposito, gradiresti una caramella al
limone?” Chiese Dumbledore, tirando fuori una borsa di dolci muggle familiari
dall’interno dei suoi abiti.
Harry sorrise per poi ridacchiare
leggermente all’uomo e cominciò ad allontanarsi quietamente.,
lasciando dietro a se un vecchio uomo confuso. Harry venne ad una conclusione:
nessuna questione che mondo in cui ti trovi, qualcosa come le caramelle al limoni e ghigni malevoli, non cambiano mai.