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Autore: Tenchi Malfoy    27/09/2006    6 recensioni
harry viene trasportato in un dimensione alternata. Qui, lui non è il ragazzo che visse, ma uno spettatore innocente con più misteri che un bambino, normalmente contiene...
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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A destiny I never wanted

A destiny I never wanted

di Tenchi Malfoy

tradotto da fatafatale

 

Rinuncia: Evidentemente le cose che riconoscete, non sono le mie o io sarei ricco! Bene l'unica cosa che è mia sono alcuni caratteri scelti e manierismi così come la trama della storia.

 

cap.10- L’inizio di un giorno molto lungo 2°parte

 

Guardando in giù nel lettino, Harry, sorrise alla vista del suo piccolo fratello, i cui capelli, stavano creando l’idea di un’aureola scura circa la sua testa, come un alone. Suo fratello sembrò esser benedetto con il tipo di capelli di loro madre, perché i capelli neri di Zykye posavano vicino alla testa. Prendendo il bambino e cullandolo nelle sue braccia, Harry iniziò a cantare dolcemente per lui. Era una ninnananna che ricordava vagamente da quando era piccolo.

Guardando la stanza, Harry, chiazzò Indovinello, che sembrava stesse guardando con gelosia Zykye. Harry fece un risolino soffocato e chiuse più vicino il bambino al petto, riuscendo a far sibilare minacciosamente il gatto. Scuotendo la testa verso l’animale, guardò di nuovo in giù a suo fratello, ora sveglio. Occhi di un scuro nocciola, alzarono verso di lui, curiosamente, mentre il piccolo faceva un enorme sbadiglio.

Harry non aveva ancora visto molto di Zykye; la maggior parte del tempo, il bambino era impegnato in un pisolino. Il bambino non sembrava più vecchio di 4, e sembrava alquanto calmo mentre fissava Harry. Occhi marroni e curiosi guardavano la stanza; Il bambino sembrava ancora mezzo addormentato come guardò al gatto ancora intento a sibilare.

Dov’è la mamma?” Chiese Zykye in una vocetta guardando di nuovo Harry, facendolo quasi saltare dal rumore improvviso, ma continuò a tenerlo e rispose alla domanda.

“Sta cucinando la colazione, hai fame?” Chiese Harry alzando le sopracciglia, preoccupato per il fratello.

Cosa sta cucinando?” Chiese al ragazzo, districandosi da Harry, che era riluttante per lasciarlo andare.

“Andiamo a vedere?” Disse Harry, alzandosi da dove si era seduto e afferrata la mano del bambino. Comprese che il bambino era poi molto più grande di come sembrava nel ritratto; ma perché, allora, continuava a dormire nel lettino?

“Vieni, Indovinello,” chiamò Harry, prendendo pietà del gatto geloso e lo tirò su in braccio. Il gatto sembrò aggrapparsi a Harry come se n’andasse la sua vita, e Indovinello si accoccolò nelle sue braccia.

Camminando nella cucina Harry, sorrise, alla vista di sua madre seduta alla tavola, ondeggiando la sua bacchetta indietro e avanti pigramente. Alla vista dei suoi due ragazzi, sorrise in ritorno; sorriso che divenne un poco teso alla vista d’Indovinello, che sembrò sfolgorare alla signora.

“Ah, Harry. Sei sveglio, e anche Zykye. Se solo si potesse trovare gli altri svegli. Sembrano avere il gene di vostro padre, quando arriva il momento di svegliarsi,” rise Lily, come iniziò a preparare i piatti per i suoi bambini. Ancora, preferiva fare qualcosa nella vecchia maniera dei muggle.

“Niente uova, mamma!” Gridò Zykye, mentre si sedeva a tavola. Anche Harry sedette, con Indovinello ancora una volta nel suo grembo.

“lo so caro, e nessuna frittella per te, Harry, giusto?” Chiese Lily, mettendo in giù due piatti di fronte ai ragazzi. Harry sembrò sconcertato a Lily, che diventò confusa al modo in cui Harry stava guardandola. “Qualcosa non va, caro?” L’incitò Lily, preoccupazione presente nella voce.

“Se non ti spiace, mamma, mi piacerebbe avere qualche frittella,” disse Harry mentre si chiedeva come al suo altro stesso non potessero piacere le frittelle. Harry si chiese se sembrasse maleducato, ma davvero desiderava qualche frittella; quella corsa l’aveva lasciato alquanto affamato.

Non mi dispiace affatto, caro, sai quando ero giovane, odiavo le cipolle; ma ora li amo!” Disse Lily, ridendo alla memoria di sua madre che chiede perché lei stava mangiandone una cruda.

“Sei ancora giovane, mamma,” disse Zykye piacevolmente dal suo posto, ricevendo un sorriso e un arruffata di capelli da sua mamma.

Harry, avuta le sue frittelle, mangiò in fretta, guardando suo padre che entrava stancamente in cucina. L’uomo, sedendo alla tavola, non disse una parola, ricevendo poi il Daily Prophet da Lily. Lentamente, le figure di suo fratello e sorella, entrarono a fatica in cucina, ricevendo la loro parte di cibo. Non piacendo il silenzio anormale a tavola, Harry tentò di avviare una conversazione.

“Così, Rico, sei eccitato per la tua festa?” Chiese Harry, alzando della salsiccia alla bocca. Tutti smisero di mangiare, ed il giornale si abbassò, come tutti guardarono Harry, con sopracciglia alzate.

“Dovrebbe essere bella,” rispose Rico, dopo averlo fissato per un minuto. “Dopotutto, otto anni è una bella età per avere, o così mi ha detto Jenny,” aggiunse Rico come sua madre si sedette a tavola per mangiare anche lei.

“Così, ho sentito che ti piace questa Jenny, è vero?” Chiese Harry, causando un argomento tra i presenti. Uno che fece arrossire notevolmente Rico, provocando lo stuzzicare crudele di James.

Colazione presto finì, con alcune risate, e Lily pulì i piatti magicamente con una spazzata della sua bacchetta. Poi ordinò che Rico, Cyzelena e Zykye andassero a vestirsi, dato che erano ancora nei loro pigiami. James doveva andare a raccogliere gli ultimi regali da casa di remus, dove li aveva nascosti. Lily era ancora seduta alla tavola di cucina che guarda un articolo circa San Mungo, insieme a Harry.

“Mamma, perché nel quadro dell’ingresso principale tutti sembriamo così…giovani?” Chiese Harry, come se non riuscisse a trovare la parola adatta da usare. Sua madre alzò lo sguardo dal giornale, per poi riabbassare gli occhi e dare la risposta.

“Continuo a dire a tuo padre che abbiamo bisogno di farne uno nuovo, ma lui insiste a dire che tutti noi sembriamo gli stessi di due anni e mezzo fa,” mormorò Lily, scuotendo la testa alla caparbietà del marito, ma ora, almeno aveva qualcuno che la pensava come lei.

“Oh, così, quand’è che Zykye troverà un letto normale?” Chiese Harry, tentando di nascondere la vera domanda, perché Zykye sta ancora dormendo in un lettino per bambini? Questa volta, Lily lo guardò con un’espressione confusa sul viso, prima che venne a realizzare qualcosa.

“Non hai ancora visto la stanza nuova di Zykye? Indovino di no. E’ caparbio come suo padre, e ogni volta che gli dico di non appisolarsi nel suo vecchio letto, getta un capriccio!” Esclamò Lily con esasperazione che traspare chiaramente da lei, mentre si alzava gesticolando per seguirla.

Uscendo dalla cucina e passato il salotto e la biblioteca, giunsero ad una porta che non aveva notato prima. Ancora con Indovinello in braccio, Harry aspettò sua madre aprire la porta di mogano scuro. Entrando, guardò la stanza che sembrava assomigliare a suo fratello e sorrise. I muri erano adornati con un oceano animato, ed il sole che posava sulla cima del letto, di mogano scuro, con un cassettone intonato. Cuscini neri adornavano il letto e due comodini su entrambi i lati. Un baule pieno di giocattoli riempito all’orlo con palle ed autocarri, si trovava da un lato. Alcuni orsi erano seduti su una cassapanca scura, ed una porta che, evidentemente, conduceva al bagno, era sulla destra; un armadio a muro, si trovava sulla sinistra. Era una bella stanza grande, non come la sua, ma era perfetta per il bambino di quattro anni.

“Non è meravigliosa? Tuo padre la finita una settimana fa.” Lily rimase sorpresa al cenno del figlio. Harry stava quasi per rispondere, quando un forte ding fece vibrare la stanza.

“Oh, qualcuno deve esser arrivato via Polvere Volante, probabilmente Draco e Narcissa,” con una carezza alla spalla di Harry, la donna uscì dalla stanza. Con un’ultima occhiata alla stanza, Harry seguì sua madre.

Congiungendola in cucina, la seguì alla stanza in cui si trovava il Focolare. Era ancora risonante, ma nessuno aveva ancora accettato la chiamata. Aspettò pazientemente che sua madre spingesse un bottone prossimo al grande focolare.

Appena spinto il bottone, due persone uscirono con grazia dal focolare. Una donna alta e bionda con occhi blu e ghiacciati ed un ragazzo con capelli color platino e freddi occhi grigi. I due portavano la stessa espressione, un ghigno alla polvere che era posata sui loro vestiti. Con un’altra spinta del bottone, la polvere venne magicamente risucchiata via dagli abiti dei Malfoy.

Narcissa portava un bel vestito estivo con un soprabito color d’argento aperto, che delineava la sua alta figura. Draco, portava dei jeans e una t-shirt che aveva l’emblema dei Malfoy su di essa. Due spade diritte che si connettevano con una grande M nel medio, e serpenti che scivolavano sullo sfondo.

“Narcissa, Draco, come gentile di voi venire. Gli altri ospiti ci raggiungeranno fra l’ora,” disse Lily con un sorriso sul viso, mentre introduceva la sig.ra Malfoy nel soggiorno, così che potessero parlare mentre godevano di tè e biscotti.

Ciò lasciò i due ragazzi da soli, nella stanza d’arrivo, uno che fissa l’altro. Gli occhi di Draco, scintillanti, si posarono su Indovinello, ormai perfettamente sveglio grazie al suono che era arrivato dal focolare. Harry fece un gesto con la mano verso Draco, per seguirlo, nel salottino.

Il salottino conteneva due divani e una poltrona color rosso Gryffindor. Una tavola era in mezzo ai due divani, ed un focolare al lato della tavola. Il dipinto di una donna che sorrise ai due mentre entrarono, era sul camino. Harry, velocemente si portò alla fine di un divano, e mise i piedi in cima alla tavola, mentre accarezzava la pelliccia d’Indovinello. Draco lo guardò, per poi guardare Indovinello per un momento. Poi si sedette sull’altro divano.

“Harry, è questo il diavolo di cui mi hai parlato nelle lettere?” Chiese Draco, con un sorriso furbo rivolto a Indovinello, che sembrò ignorare il ragazzo biondo.

“Chiaramente, a proposito, l’ho chiamato Indovinello,” rispose Harry, con un sorriso furbo di suo proprio, mentre continuava a lisciare Indovinello che, naturalmente, amava l’attenzione addizionale.

“Indovinello? Uno sporco nome muggle, se vuoi il mio parere,” rimarcò Draco con un sospiro, come se il tema l’annoiasse.

“Bene, io non lo penso; così, sei eccitato su andare a Hogwarts?” Chiese Harry che voleva sapere precisamente cosa aveva sentito quando andò per la prima volta là Draco.

“Con Dumbledore che guarda ogni nostra mossa, dubito molto, ma mia madre non mi permette di frequentare Durmstrang,” disse Draco, con un cipiglio sul volto, mentre chiudeva gli occhi e si stendeva sul divano.

“Dumbledore frequenterà la festa, oggi,” annunciò Harry, divertito come ancora una volta sorrise furbescamente al ragazzo che però fallì l’espressione.

“Lo so, madre me ne aveva parlato,” commentò Draco tendendosi e aprendo pigramente gli occhi ad un Harry divertito. “Per cosa stai sorridendo in quella maniera?” Chiese Draco, piuttosto interessato.

“Nulla Draco. Così, come sta tuo padre?” Chiese Harry, avido di qualsiasi informazione sulla persona nominata.

“Oh, ha appena fatto un generoso contributo a Hogwarts, sai come è fatto,” rispose Draco, alzando gli occhi al cielo. Harry sorrise, nulla cambiava. “Bridgette sembra essere molto felice che sto andando a Hogwarts, ma sai com’è lei,” aggiunse Draco, scuotendo il capo.

Bridgette?” Chiese un Harry confuso; non conosceva nessuno con quel nome. Si sentì strano, mentre alzava un sopracciglio in maniera indagatoria verso Draco, che rispose con riso soffocato.

“Amico, so che hai tentato di dimenticare che io ho anche una sorella, dopo quello che è accaduto, ma era molto tempo fa, cerca di lasciarlo alle spalle!” Disse Draco, scuotendo la testa alla sorpresa del ragazzo, che dovette controllarsi attentamente per evitare che le sopracciglia sparassero alla cima, all’ultima asserzione.

Malfoy aveva una sorella? Perché non aveva una sorella nel suo mondo? Harry si sentiva realmente confuso, c’era una Ginny, ma c’era anche una Jenny. In più, due Malfoy, di cui uno era il suo migliore amico, e l’altro aveva fatto qualcosa a lui. La vita, poteva mai essere normale per lui?

Harry stava quasi per rispondere quando la porta alla stanza si aprì dolcemente, ed un uomo camminò dentro. Capelli bianchi e lunghi adornavano il capo dell’uomo, ed una barba intonata, poteva esser piegata nella sua cintura. Occhi blu e chiari, che brillavano come un fiocco di neve nuovo, ed un paio d’occhiali a mezzaluna, sedevano su di un naso storto. Albus Dumbledore guardava precisamente come Harry lo ricordava prima che sia assassinato.

“Ah, sei là, Harry, e c’è anche il giovane Malfoy; non ho ancora avuto il piacere di ringraziare suo padre per la donazione alla scuola,” disse il vecchio Dumbledore, nella sua voce saggia. Il vecchio uomo camminò verso di loro, per poi sedersi con grazia nella poltrona, ma senza inclinarsi.

“Professor Dumbledore, che cosa possiamo fare per lei?” Chiese Harry, rimuovendo i piedi dalla tavola.

“Quello deve essere Indovinello, i nundu sono creature così belle,” rimarcò Dumbledore, con il suo scintillio più brillante che mai. “Hagrid sarebbe felicissimo di incontrare tale bella e rara creatura,” aggiunse Dumbledore con un riso soffocato al pensiero. Harry accennò col capo al commento, ammettendo che non aveva neppure pensato a Hagrid da quando era venuto qui. Sarebbe bello, andare a trovare il vecchio uomo.

“Professore, ha bisogno di qualcosa?” Chiese Draco, mentre diventava impaziente all’intromissione nella loro conversazione.

“Ah si, ahimè, stavo chiedendomi se potessi avere un momento privato col sig. Potter?” Suggerì Dumbledore con un sorriso delicato all’erede dei malfoy. Draco sembrò anche più importunato al commento nondimeno accennò col capo, sua madre era qui, e gli si aveva insegnato a rispettare tutti i maghi influenti alla festa.

Il momento in cui Draco chiuse la porta, un silenzio incomodo riempì la stanza. Dumbledore guardò Harry, che stava guardando Indovinello ed era consapevole del suo sguardo. Sentendo un sospiro, alzò lo sguardo per incontrare brillanti occhi blu, in cui era presente potere e saggezza, che riempì l’anima di Harry con immagini della sua morte.

“Harry, il mio ragazzo, ho sentito che hai avuto una cena interessante, ieri,” avviò Dumbledore mentre si alzava per portarsi vicino al focolare in cui bruciavano alcune fiamme tremolanti. “I tuoi genitori erano piuttosto preoccupati sull’incidente, prendendo in considerazione che solo alcune settimane fa li avevo informati che tu non eri capace di fare la magia,” disse il vecchio mago, lisciandosi la barba malinconicamente. Harry non sapeva come rispondere a tale commento, così rimase quieto, ascoltando Dumbledore.

“Era un vero colpo per me, quando sentii tale asserzione; per prima né credei né misi in dubbio. Quando giunsi alla conclusione che eri un piccolo razzo, lo pensavo molto probabile, dato che qualche volta quando due persone magiche potenti hanno un bambino, c’è una possibilità del 50% che il primo nato sia non magico,” finì Dumbledore con un sospiro ed un lungo sguardo verso detto Potter che sembrava esser impassibile.

“Professore,” avviò harry dopo un minuto, “le assicuro che sono capace di far magia,” fu la semplice risposta di Harry. Dumbledore accennò col capo  subcoscientemente all’assicurazione, ma sembrava ancora un po’ incerto.

“Era come se non potevo dubitare di ciò, ma la prova dava come risultato che in te non vi era una goccia di magia,” mormorò Dumbledore, con un suggerimento d’impazienza verso di lui. “Ho sempre pensato che tu o saresti stato potente o non magico a tutti,” sospirò Dumbledore, mentre iniziò a camminare avanti e indietro d’innanzi a Harry, che ora era anche lui in piedi, sembrando piuttosto piccolo accanto all’alto Direttore.

“Signore, non dovrebbe preoccuparsi di problemi così insignificanti,” disse Harry, ridendo leggermente. “Venga, andiamo a goderci la festa di Rico?” Suggerì Harry con un sorriso spettrale sul viso, mentre osservava il suo vecchio mentore.

Dumbledore fermò il suo camminare e guardò al ragazzo. Harry fu indebolito da quegli occhi blu, che anche se brillavano, ancora guardavano come se potessero vedere oltre la sua maschera. Il prossimo momento sentì il suono proveniente dal focolare, ed il Professore era accanto a lui, guardando in giù.

“Quello, proverà essere una delizia,” rispose Dumbledore con un arruffata ai capelli disordinati di Harry. “A proposito, gradiresti una caramella al limone?” Chiese Dumbledore, tirando fuori una borsa di dolci muggle familiari dall’interno dei suoi abiti.

Harry sorrise per poi ridacchiare leggermente all’uomo e cominciò ad allontanarsi quietamente., lasciando dietro a se un vecchio uomo confuso. Harry venne ad una conclusione: nessuna questione che mondo in cui ti trovi, qualcosa come le caramelle al limoni e ghigni malevoli, non cambiano mai.

         

  
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