Scusate
il mostruosissimo ritardo! Oddio, mi sento in colpa da morire e mi
merito tutti i vostri insulti. Avevo gli esami e mi hanno pure segata
ç.ç chiedo pietà! Vi lascio subito
alla lettura e non ruberò altro tempo.
Contiene: nudità parziale, sangue.
Disclaimer: vedi cap. 1
Chapeter 3 –
Blood, blood, gallons of the stuff!
Hiei
salta da un ramo all'altro velocemente senza farsi vedere o sentire dai
ningen che sotto di lui passeggiano nel parco, si ferma su uno dei rami
più alti della grossa quercia in centro all'area verde.
Espira, gli pare di aver trattenuto il respiro dal momento in cui ha
riconosciuto i lineamenti fini della ragazza in mezzo a quel disastro
che è ora il suo corpo. Vorrebbe dire che il suo aspetto non
ha nulla di umano, peccato che, proprio come lui, di umano in lei ci
sia ben poco. Si siede sul ramo con la schiena contro al tronco solido
della pianta, chiude gli occhi e si sforza di ricordarla: è
sempre stata una ragazza piuttosto carina, uno di quei demoni dal viso
dolce e umano, non molto alta, gracile e agile. Ciò che ha
visto pochi minuti prima non era minimamente paragonabile alla figura,
o meglio, alle figure che compaiono nella sua mente pensando a lei,
l'aveva vista trasformata in diversi modi: nella sua versione "umana",
nella sua versione felina e poi nella sua tipica versione ibrida, nella
quale esibisce solo le orecchie e la coda da gatto. Ora pare una gatta
troppo cresciuta e null'altro, la sua trasformazione in gatto demoniaco
è molto diversa: si tratta di un felino di grosse
dimensioni, forse lungo due metri e mezzo, bianco con delle leggere
sfumature grigio-argentee. Il muso, tigrato più
pesantemente, ospita due grandi orecchie piramidali adornate con lunghi
ciuffi di pelo sulle punte. La bocca mostra sempre dei lunghi canini
bianchi mentre ruggisce feroce o miagola con dolcezza. Un sorriso
increspa appena le sue labbra mentre pensa a quel gigantesco felino
miagolare come un cucciolo smarrito. Subito il suo volto torna serio
ripensando all'attuale condizione di Akiko. “Cosa le
è successo?” i pensieri nella sua mente turbinano
senza sosta. Quando lui se n'era andato lei era rimasta nel Makai,
ricorda bene quell'aura espansa improvvisamente alle sue spalle senza
alcuna traccia di minaccia, odia ammetterlo anche solo a se stesso ma
l'aveva trovata accogliente mentre lo avvolgeva. Aveva quasi pensato di
restare lì fermo più a lungo, forse addirittura
di girarsi e cercarla con lo sguardo tra gli alberi che circondavano
quel piccolo passaggio tra le due dimensioni. Aveva sorriso in quel
momento, lo ricorda, aveva pensato di tornare per cercarla dopo aver
trovato Yukina, ma dopo le avventure col team Urameshi non aveva avuto
il coraggio di tornare nel Makai. Aveva vissuto nel Ningenkai con la
convinzione che non l’avrebbe vista mai più e che
lei avesse in qualche modo trovato il suo posto nel mondo dei demoni.
Invece ora è in un piccolo appartamento a qualche isolato
dal parco in cui si . tramutata in una sorta di gatta da salotto senza
un filo di aura demoniaca. Forse il suo potere è stato il
prezzo per passare nel mondo umano, un viaggio piuttosto caro
considerando che lei stessa avrebbe potuto aprirsi il varco con la
giusta quantità di energia. Allora forse ha perso la sua
energia proprio perché ha attraversato il kekkai, ma non per
questo si sarebbe tramutata in uno stupido gatto.
“…perché è venuta
qui?”. Il suo sguardo scruta il cielo azzurro sopra alla sua
testa riflettendo sul nuovo interrogativo. Nelle sue attuali condizioni
non sarebbe mai riuscita ad attraversare la barriera tra le dimensioni,
probabilmente le è successo qualcosa quando era
già nel Ningenkai, ma cosa l’ha portata fino a
qui? La mente dello youkai cerca inutilmente una motivazione abbastanza
valida che possa aver spinto la ragazza a rischiare la vita per
raggiungere il mondo umano. Anche fosse stata incaricata di rubare
qualcosa per conto di qualche signore del Makai non avrebbe mai messo a
repentaglio la sua vita per una stupida missione, non è mai
stata molto abile nella lotta, anzi, forse è sempre
sopravvissuta per puro caso a quei pochi combattimenti che ha
affrontato, tuttavia è sempre stata abbastanza furba da
farsi assoldare solo da demoni più deboli di lei: per questo
l’idea di un ricatto da parte di un cliente è
piuttosto inverosimile. Se cercava qualcosa era sicuramente qualcosa di
suo interesse personale, ma Hiei non ricorda che la gatta avesse mai
avuto interessi particolari, ne per oggetti preziosi ne per altro. Non
ha mai avuto uno scopo particolare nella vita, non l’ha mai
vista fare nulla per la pura volontà di farlo,
l’unica cosa che faceva senza che nessuno
gliel’avesse mai chiesto era tirarlo fuori dai guai e
medicarlo. Una leggera smorfia piega le sue labbra sottili mentre il
suo sguardo di sangue sembra maledire il cielo che lo sovrasta
“Quella gatta… non sarà venuta per
cercare… me?” quel pensiero dà per un
istante un senso compiuto alla situazione che sta vivendo, ma un
istante dopo quell’idea malsana si scioglie in un sorriso
ironico: non sarebbe mai venuta a cercarlo, è troppo
prudente, per non dire fifona. "So bene che mi seguiva solo per la
protezione che le davo… chissà come
avrà fatto senza di me... Non sa minimamente combattere."
Non gli era mai piaciuto difendere i deboli ma con quella
stupida gatta aveva dovuto fare un'eccezione: era brava a medicare le
ferite e spesso e volentieri il suo spirito di fuoco lo aveva portato a
prendersele di santa ragione, anche se questo non lo avrebbe mai detto
a nessuno. L'aveva incontrata per caso durante una battuta di caccia
molti, moltissimi anni prima. Lei, da felino prudente, voleva solo il
cinghialetto poco cresciuto, il più piccolo della
cucciolata, lui, da youkai aggressivo, voleva la grande mamma
cinghiale. Probabilmente con il suo attacco violento e rude aveva
disturbato l'agguato elegante della gatta: ai tempi era più
irruento e considerava il mettersi sotto vento e
l’affievolire l’aura solo “stupidi
trucchi per demoni deboli”, ad ogni modo quella sera lui
prese la sua preda enorme e lei la sua più minuta. Avevano
mangiato a pochi metri uno dall'altro, sentivano le loro aure, e Hiei
poteva udire chiaramente le ossa del piccolo animale spezzarsi e
stridere contro i denti affilati della gatta mentre lui arrostiva la
sua cena. Da quel giorno gli parse che la bambina, giovane quanto lui
si direbbe, lo avesse seguito ovunque nascosta nella sua ombra,
avvicinandosi a lui solo per medicare le sue ferite quando giaceva al
suolo più vicino alla morte che alla vita. Fu in uno di quei
giorni che seppe il suo nome, glielo aveva chiesto con un filo di voce
mentre riprendeva i sensi e la sentiva allontanarsi : lei era Akiko e
lui Hiei, solo questo.
-…Akiko…
La
sua stessa voce lo attira fuori dai suoi pensieri: sentirsi emettere
quel nome è innaturale, lo mette a disagio e arrossisce
infastidito ricordando di averlo pronunciato anche poco prima quando
l’ha incontrata. Non che ci sia qualcosa di male nel dire lo
stupido nome di quella stupida gatta, tuttavia è
così estraneo per le sue corde vocali: non l’aveva
mai detto in precedenza. Allo stesso modo non aveva mai sentito il suo
nome detto da lei. Il ricordo lo fa rabbrividire. Non ci aveva mai
fatto caso, ma nonostante abbiano condiviso buona parte della loro
vita, non si sono mai chiamati, ne per nome ne diversamente, ogni volta
che era necessario erano presenti. Si alza lentamente e si stiracchia
guardando il profilo dei palazzi sul cielo azzurro, abbassa lo sguardo
sui ningen che percorrono le stradine del parco e rapidamente balza di
ramo in ramo verso l’abitazione di Yusuke.
Nel
vano scale il silenzio sembra quasi innaturale, sente solo il leggero
tocco delle sue scarpe che sfiorano appena i gradini mentre sale.
Arrivato davanti alla porta si ferma un attimo, sente delle voci
parlare sommessamente da dentro l’appartamento, non riesce a
capire cosa stanno dicendo ma sembra che stiano cercando di non farsi
sentire, cosa fin troppo strana da parte di Yusuke. Apre la
porta con la mano destra sulla katana, non che abbia intenzione di
usarla, ma non si è mai troppo prudenti.
All’interno le pareti del corridoio sono completamente rosse
e da ogni soprammobile un liquido rosso e denso cola fino al suolo.
L’odore pungente stuzzica le narici dello youkai che alza la
sua sciarpa bianca fin sopra al naso per attenuare il fastidio. Compie
ogni passo con prudenza per non scivolare e improvvisamente la porta si
chiude alle sue spalle, la guarda per un attimo con la coda
dell’occhio tornando a guardare davanti a se un attimo dopo
attirato da un verso che esprime puro terrore.
-Stupida
gatta vieni subito qui!
Da
quella che ricorda essere la porta del bagno vede uscire di corsa la
gatta, anche lei ricoperta di sangue, che zoppica vistosamente
inseguita da Yusuke che brandisce un coltello insanguinato. Sfodera la
katana con naturalezza e con un singolo passo si pone tra Yusuke e il
felino puntando la lama alla gola dell’umano. Sente la
pelliccia fradicia della gatta strusciare contro i suoi polpacci e
continua a guardare Yusuke negli occhi. La mano stretta attorno al
coltello di allenta e l’arma cade al suolo con un tintinnio
che fa rabbrividire la gatta.
-Hiei,
giuro che non è come pensi.
Il
piccolo youkai rimette rapidamente la sua lama nel fodero e si volta a
guardare Akiko: è più piccola di prima, ormai
sembra un comune gatto, se l’avesse incrociata per strada
sicuramente non l’avrebbe riconosciuta.
-Io
non penso niente. So solo tre cose. Uno: Akiko è ferita.
Due: tu avevi un coltello in mano. Tre: questo posto è
ricoperto di sangue.
-Ecco,
a questo proposito, questo sangue non è di Akiko!
Lo
sguardo del demone si muove appena sul viso di Yusuke contratto in un
sorriso nervoso e poco dopo sorride anche lui tendendo le sue labbra
sottili.
-So
che non è suo, non ti sembra un po’ troppo
perché sia di un piccolo gatto? Detto questo, con permesso.
Spinge
di lato l’umano e si dirige a passo deciso verso il bagno
seguito a passo svelto dalla gatta e poco dopo dal padrone di casa che
riflette ancora sull’argomentazione del piccolo demone. Nel
bagno Kurama sta versando un secchio di liquido rosso nella vasca quasi
piena, alle sue spalle una pianta dalle larghe foglie violacee fa bella
mostra di se mentre riempie un altro secchio in lamiera dello stesso
liquido che sgorga copioso da un’incisione nella corteccia
liscia del tronco.
-Effettivamente
puzzava un po’ troppo per essere sangue vero…
La
voce del demone di fuoco attira l’attenzione dello yoko che
si alza sorridendo con naturalezza nonostante sia coperto solo dai
boxer neri.
-Oh
ciao Hiei! Si, il sangue è finto: l’ho prodotto
con la pianta del pentimento.
Lo
youkai sposta lo sguardo fingendo indifferenza arrossendo vagamente.
-E
tutto questo in che modo giustifica la tua nudità?
-Beh,
non volevo sporcare i vestiti di sangue.
-Miao!
Lo
sguardo dei presenti si sposta sulla gatta che si struscia
insistentemente contro le gambe di Hiei, cerca di camminare tenendo
sollevata la zampa posteriore sinistra e di tanto in tanto si scrolla
il sangue di dosso con scarsi risultati. Gli occhi rossi del demone
sono eloquenti mentre scruta quelli di Kurama che sorride.
-Mentre
eri via abbiamo scoperto cos’ha.
Lo
sguardo del più basso insiste e il rosso sorride
più ampiamente.
-Credo
di poterlo risolvere.
La
volpe non aveva mai visto la tensione scivolare via dagli occhi del
gelido youkai in modo così palese e rapido, e soprattutto
non lo aveva mai visto con quello sguardo dolce che ora rivolge
alla gatta.
-Ora
però è meglio se ci sbrighiamo, dobbiamo fare
tutto prima che sorga la luna.
Dicendo
questo Kurama afferra delicatamente il felino e lo immerge nella vasca
piena di sangue fino alle spalle. La gatta, evidentemente contrariata,
ringhia e soffia in direzione della volpe schizzando sangue ovunque.
-Hiei,
prova a tenerla tu, Yusuke ha gia provato ma non sembra gradire molto
la sua compagnia.
La
risata del rosso invade la stanza mentre Yusuke imbronciato si
allontana dicendo qualcosa riguardo al corridoio, al sangue e ai
prodotti da usare per pulire. Nel frattempo il piccolo demone ha
afferrato saldamente l’animale che ora lo guarda con sguardo
interrogativo ma tranquillo.
-Abbiamo
scoperto che si tratta di una maledizione di sangue.
-Mh.
Con
le mani lo yoko versa piccole quantità di sangue sul muso e
sulla testa della gatta che, seppur con disappunto, accetta il
trattamento leccando via il sangue dal naso.
-Il
sangue verrà assorbito dal pelo legandosi alle particelle di
energia astrale che forma la maledizione e così,
più tardi, potrò estrarre la maledizione con
questa stessa pianta del pentimento.
Lo
youkai annuisce anche se in realtà non riesce a comprendere
a fondo il meccanismo che libererà Akiko dalla maledizione.
“…una maledizione…” a questa
possibilità non aveva proprio pensato, anche se ora sembra
il motivo più valido viste le condizioni in cui si trova la
ragazza.
-Come
avete fatto a capire che si tratta di una maledizione di sangue?
-Beh,
è successo per caso. Mentre eri via ha rotto la lampadina in
salotto con una scarica elettrica e mentre pulivamo si è
tagliata con un pezzo di vetro, per questo zoppica. Comunque ho capito
che era una maledizione quando ho cercato di lavare via il sangue per
medicarla, ma il pelo l’ha assorbito completamente e questo
succede solo se l’energia astrale della maledizione
è stata depositata usando il sangue.
Lo
sguardo di Hiei torna sulla gatta che tiene tra le mani e nota che il
livello del sangue nella vasca è sceso di qualche
centimetro: il pelo sta assorbendo il liquido tingendosi di un rosso
sempre più cupo, in particolare si notano delle linee
più scure che sembrano creare una rete di venature sempre
più fitta come se fossero le nervature di una foglia.
-Ecco,
vedi? Sta funzionando: quelle sono le linee di diffusione della
maledizione, partono tutte dalla fronte, proprio qui.
Le
dita affusolate del rosso indicano una macchia in mezzo agli occhi del
felino dalla quale si diramano tutte le linee che avvolgono il corpo
della creatura.
-Hiei…
vedrai che andrà tutto bene… te lo prometto.
-Hn!
Kurama
sorride: per quanto l’amico possa mostrarsi freddo, lui
può leggere nel suo sguardo la preoccupazione per quella
gatta che sorregge con falsa indifferenza in quella vasca di sangue.
Discorso dell'autrice
Domando scusa per il ritardo, spero di essere più puntuale
per la prossima pubblicazione! Spero che la storia vi stia
appassionando e ringrazio tutti coloro che mi hanno lasciato la loro
opinione: ho davvero apprezzato! Spero che continuerete a seguire la
mia storia e che questo capitolo fosse all'altezza delle aspettative!
Mi raccomando recensite che mi fa davvero moooolto piacere!Ah, il
titolo del capitolo è tratto dalla canzone "blood" dei My
Chemical Romance! Fa troppo ridere ascoltatevela se vi va! Buona
giornata! ;)
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