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Autore: Lady H    24/02/2012    2 recensioni
Tutti i giornali parlano di una strana ragazza inafferrabile avvistata completamente nuda per le strade di Tokyo, sembra porti solo delle curiose orecchie da gatto e una lunga coda pelosa. La notizia giunge anche alle orecchie del Team Urameshi ma cosa succederà quando entrerà nelle loro vite? Leggete e recensite! (il rating col tempo potrebbe cabiare)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hiei, Kurama, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yusuke Urameshi
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Scusate il mostruosissimo ritardo! Oddio, mi sento in colpa da morire e mi merito tutti i vostri insulti. Avevo gli esami e mi hanno pure segata ç.ç chiedo pietà! Vi lascio subito alla lettura e non ruberò altro tempo.

Contiene: nudità parziale, sangue.

Disclaimer: vedi cap. 1

Chapeter 3 – Blood, blood, gallons of the stuff!

Hiei salta da un ramo all'altro velocemente senza farsi vedere o sentire dai ningen che sotto di lui passeggiano nel parco, si ferma su uno dei rami più alti della grossa quercia in centro all'area verde. Espira, gli pare di aver trattenuto il respiro dal momento in cui ha riconosciuto i lineamenti fini della ragazza in mezzo a quel disastro che è ora il suo corpo. Vorrebbe dire che il suo aspetto non ha nulla di umano, peccato che, proprio come lui, di umano in lei ci sia ben poco. Si siede sul ramo con la schiena contro al tronco solido della pianta, chiude gli occhi e si sforza di ricordarla: è sempre stata una ragazza piuttosto carina, uno di quei demoni dal viso dolce e umano, non molto alta, gracile e agile. Ciò che ha visto pochi minuti prima non era minimamente paragonabile alla figura, o meglio, alle figure che compaiono nella sua mente pensando a lei, l'aveva vista trasformata in diversi modi: nella sua versione "umana", nella sua versione felina e poi nella sua tipica versione ibrida, nella quale esibisce solo le orecchie e la coda da gatto. Ora pare una gatta troppo cresciuta e null'altro, la sua trasformazione in gatto demoniaco è molto diversa: si tratta di un felino di grosse dimensioni, forse lungo due metri e mezzo, bianco con delle leggere sfumature grigio-argentee. Il muso, tigrato più pesantemente, ospita due grandi orecchie piramidali adornate con lunghi ciuffi di pelo sulle punte. La bocca mostra sempre dei lunghi canini bianchi mentre ruggisce feroce o miagola con dolcezza. Un sorriso increspa appena le sue labbra mentre pensa a quel gigantesco felino miagolare come un cucciolo smarrito. Subito il suo volto torna serio ripensando all'attuale condizione di Akiko. “Cosa le è successo?” i pensieri nella sua mente turbinano senza sosta. Quando lui se n'era andato lei era rimasta nel Makai, ricorda bene quell'aura espansa improvvisamente alle sue spalle senza alcuna traccia di minaccia, odia ammetterlo anche solo a se stesso ma l'aveva trovata accogliente mentre lo avvolgeva. Aveva quasi pensato di restare lì fermo più a lungo, forse addirittura di girarsi e cercarla con lo sguardo tra gli alberi che circondavano quel piccolo passaggio tra le due dimensioni. Aveva sorriso in quel momento, lo ricorda, aveva pensato di tornare per cercarla dopo aver trovato Yukina, ma dopo le avventure col team Urameshi non aveva avuto il coraggio di tornare nel Makai. Aveva vissuto nel Ningenkai con la convinzione che non l’avrebbe vista mai più e che lei avesse in qualche modo trovato il suo posto nel mondo dei demoni. Invece ora è in un piccolo appartamento a qualche isolato dal parco in cui si . tramutata in una sorta di gatta da salotto senza un filo di aura demoniaca. Forse il suo potere è stato il prezzo per passare nel mondo umano, un viaggio piuttosto caro considerando che lei stessa avrebbe potuto aprirsi il varco con la giusta quantità di energia. Allora forse ha perso la sua energia proprio perché ha attraversato il kekkai, ma non per questo si sarebbe tramutata in uno stupido gatto. “…perché è venuta qui?”. Il suo sguardo scruta il cielo azzurro sopra alla sua testa riflettendo sul nuovo interrogativo. Nelle sue attuali condizioni non sarebbe mai riuscita ad attraversare la barriera tra le dimensioni, probabilmente le è successo qualcosa quando era già nel Ningenkai, ma cosa l’ha portata fino a qui? La mente dello youkai cerca inutilmente una motivazione abbastanza valida che possa aver spinto la ragazza a rischiare la vita per raggiungere il mondo umano. Anche fosse stata incaricata di rubare qualcosa per conto di qualche signore del Makai non avrebbe mai messo a repentaglio la sua vita per una stupida missione, non è mai stata molto abile nella lotta, anzi, forse è sempre sopravvissuta per puro caso a quei pochi combattimenti che ha affrontato, tuttavia è sempre stata abbastanza furba da farsi assoldare solo da demoni più deboli di lei: per questo l’idea di un ricatto da parte di un cliente è piuttosto inverosimile. Se cercava qualcosa era sicuramente qualcosa di suo interesse personale, ma Hiei non ricorda che la gatta avesse mai avuto interessi particolari, ne per oggetti preziosi ne per altro. Non ha mai avuto uno scopo particolare nella vita, non l’ha mai vista fare nulla per la pura volontà di farlo, l’unica cosa che faceva senza che nessuno gliel’avesse mai chiesto era tirarlo fuori dai guai e medicarlo. Una leggera smorfia piega le sue labbra sottili mentre il suo sguardo di sangue sembra maledire il cielo che lo sovrasta “Quella gatta… non sarà venuta per cercare… me?” quel pensiero dà per un istante un senso compiuto alla situazione che sta vivendo, ma un istante dopo quell’idea malsana si scioglie in un sorriso ironico: non sarebbe mai venuta a cercarlo, è troppo prudente, per non dire fifona. "So bene che mi seguiva solo per la protezione che le davo… chissà come avrà fatto senza di me... Non sa minimamente combattere." Non gli era mai piaciuto difendere i deboli ma con quella stupida gatta aveva dovuto fare un'eccezione: era brava a medicare le ferite e spesso e volentieri il suo spirito di fuoco lo aveva portato a prendersele di santa ragione, anche se questo non lo avrebbe mai detto a nessuno. L'aveva incontrata per caso durante una battuta di caccia molti, moltissimi anni prima. Lei, da felino prudente, voleva solo il cinghialetto poco cresciuto, il più piccolo della cucciolata, lui, da youkai  aggressivo, voleva la grande mamma cinghiale. Probabilmente con il suo attacco violento e rude aveva disturbato l'agguato elegante della gatta: ai tempi era più irruento e considerava il mettersi sotto vento e l’affievolire l’aura solo “stupidi trucchi per demoni deboli”, ad ogni modo quella sera lui prese la sua preda enorme e lei la sua più minuta. Avevano mangiato a pochi metri uno dall'altro, sentivano le loro aure, e Hiei poteva udire chiaramente le ossa del piccolo animale spezzarsi e stridere contro i denti affilati della gatta mentre lui arrostiva la sua cena. Da quel giorno gli parse che la bambina, giovane quanto lui si direbbe, lo avesse seguito ovunque nascosta nella sua ombra, avvicinandosi a lui solo per medicare le sue ferite quando giaceva al suolo più vicino alla morte che alla vita. Fu in uno di quei giorni che seppe il suo nome, glielo aveva chiesto con un filo di voce mentre riprendeva i sensi e la sentiva allontanarsi : lei era Akiko e lui Hiei, solo questo.
-…Akiko…
La sua stessa voce lo attira fuori dai suoi pensieri: sentirsi emettere quel nome è innaturale, lo mette a disagio e arrossisce infastidito ricordando di averlo pronunciato anche poco prima quando l’ha incontrata. Non che ci sia qualcosa di male nel dire lo stupido nome di quella stupida gatta, tuttavia è così estraneo per le sue corde vocali: non l’aveva mai detto in precedenza. Allo stesso modo non aveva mai sentito il suo nome detto da lei. Il ricordo lo fa rabbrividire. Non ci aveva mai fatto caso, ma nonostante abbiano condiviso buona parte della loro vita, non si sono mai chiamati, ne per nome ne diversamente, ogni volta che era necessario erano presenti. Si alza lentamente e si stiracchia guardando il profilo dei palazzi sul cielo azzurro, abbassa lo sguardo sui ningen che percorrono le stradine del parco e rapidamente balza di ramo in ramo verso l’abitazione di Yusuke.
Nel vano scale il silenzio sembra quasi innaturale, sente solo il leggero tocco delle sue scarpe che sfiorano appena i gradini mentre sale. Arrivato davanti alla porta si ferma un attimo, sente delle voci parlare sommessamente da dentro l’appartamento, non riesce a capire cosa stanno dicendo ma sembra che stiano cercando di non farsi sentire, cosa fin troppo strana da parte di Yusuke.  Apre la porta con la mano destra sulla katana, non che abbia intenzione di usarla, ma non si è mai troppo prudenti. All’interno le pareti del corridoio sono completamente rosse e da ogni soprammobile un liquido rosso e denso cola fino al suolo. L’odore pungente stuzzica le narici dello youkai che alza la sua sciarpa bianca fin sopra al naso per attenuare il fastidio. Compie ogni passo con prudenza per non scivolare e improvvisamente la porta si chiude alle sue spalle, la guarda per un attimo con la coda dell’occhio tornando a guardare davanti a se un attimo dopo attirato da un verso che esprime puro terrore.
 -Stupida gatta vieni subito qui!
 Da quella che ricorda essere la porta del bagno vede uscire di corsa la gatta, anche lei ricoperta di sangue, che zoppica vistosamente inseguita da Yusuke che brandisce un coltello insanguinato. Sfodera la katana con naturalezza e con un singolo passo si pone tra Yusuke e il felino puntando la lama alla gola dell’umano. Sente la pelliccia fradicia della gatta strusciare contro i suoi polpacci e continua a guardare Yusuke negli occhi. La mano stretta attorno al coltello di allenta e l’arma cade al suolo con un tintinnio che fa rabbrividire la gatta.
-Hiei, giuro che non è come pensi.
Il piccolo youkai rimette rapidamente la sua lama nel fodero e si volta a guardare Akiko: è più piccola di prima, ormai sembra un comune gatto, se l’avesse incrociata per strada sicuramente non l’avrebbe riconosciuta.
-Io non penso niente. So solo tre cose. Uno: Akiko è ferita. Due: tu avevi un coltello in mano. Tre: questo posto è ricoperto di sangue.
-Ecco, a questo proposito, questo sangue non è di Akiko!
Lo sguardo del demone si muove appena sul viso di Yusuke contratto in un sorriso nervoso e poco dopo sorride anche lui tendendo le sue labbra sottili.
-So che non è suo, non ti sembra un po’ troppo perché sia di un piccolo gatto? Detto questo, con permesso.
Spinge di lato l’umano e si dirige a passo deciso verso il bagno seguito a passo svelto dalla gatta e poco dopo dal padrone di casa che riflette ancora sull’argomentazione del piccolo demone. Nel bagno Kurama sta versando un secchio di liquido rosso nella vasca quasi piena, alle sue spalle una pianta dalle larghe foglie violacee fa bella mostra di se mentre riempie un altro secchio in lamiera dello stesso liquido che sgorga copioso da un’incisione nella corteccia liscia del tronco.
-Effettivamente puzzava un po’ troppo per essere sangue vero…
La voce del demone di fuoco attira l’attenzione dello yoko che si alza sorridendo con naturalezza nonostante sia coperto solo dai boxer neri.
-Oh ciao Hiei! Si, il sangue è finto: l’ho prodotto con la pianta del pentimento.
Lo youkai sposta lo sguardo fingendo indifferenza arrossendo vagamente.
-E tutto questo in che modo giustifica la tua nudità?
-Beh, non volevo sporcare i vestiti di sangue.
-Miao!
Lo sguardo dei presenti si sposta sulla gatta che si struscia insistentemente contro le gambe di Hiei, cerca di camminare tenendo sollevata la zampa posteriore sinistra e di tanto in tanto si scrolla il sangue di dosso con scarsi risultati. Gli occhi rossi del demone sono eloquenti mentre scruta quelli di Kurama che sorride.
-Mentre eri via abbiamo scoperto cos’ha.
Lo sguardo del più basso insiste e il rosso sorride più ampiamente.
-Credo di poterlo risolvere.
La volpe non aveva mai visto la tensione scivolare via dagli occhi del gelido youkai in modo così palese e rapido, e soprattutto non lo aveva mai visto con quello sguardo dolce che ora rivolge alla gatta.
-Ora però è meglio se ci sbrighiamo, dobbiamo fare tutto prima che sorga la luna.
Dicendo questo Kurama afferra delicatamente il felino e lo immerge nella vasca piena di sangue fino alle spalle. La gatta, evidentemente contrariata, ringhia e soffia in direzione della volpe schizzando sangue ovunque.
-Hiei, prova a tenerla tu, Yusuke ha gia provato ma non sembra gradire molto la sua compagnia.
La risata del rosso invade la stanza mentre Yusuke imbronciato si allontana dicendo qualcosa riguardo al corridoio, al sangue e ai prodotti da usare per pulire. Nel frattempo il piccolo demone ha afferrato saldamente l’animale che ora lo guarda con sguardo interrogativo ma tranquillo.
-Abbiamo scoperto che si tratta di una maledizione di sangue.
-Mh.
Con le mani lo yoko versa piccole quantità di sangue sul muso e sulla testa della gatta che, seppur con disappunto, accetta il trattamento leccando via il sangue dal naso.
-Il sangue verrà assorbito dal pelo legandosi alle particelle di energia astrale che forma la maledizione e così, più tardi, potrò estrarre la maledizione con questa stessa pianta del pentimento.
Lo youkai annuisce anche se in realtà non riesce a comprendere a fondo il meccanismo che libererà Akiko dalla maledizione. “…una maledizione…” a questa possibilità non aveva proprio pensato, anche se ora sembra il motivo più valido viste le condizioni in cui si trova la ragazza.
-Come avete fatto a capire che si tratta di una maledizione di sangue?
-Beh, è successo per caso. Mentre eri via ha rotto la lampadina in salotto con una scarica elettrica e mentre pulivamo si è tagliata con un pezzo di vetro, per questo zoppica. Comunque ho capito che era una maledizione quando ho cercato di lavare via il sangue per medicarla, ma il pelo l’ha assorbito completamente e questo succede solo se l’energia astrale della maledizione è stata depositata usando il sangue.
Lo sguardo di Hiei torna sulla gatta che tiene tra le mani e nota che il livello del sangue nella vasca è sceso di qualche centimetro: il pelo sta assorbendo il liquido tingendosi di un rosso sempre più cupo, in particolare si notano delle linee più scure che sembrano creare una rete di venature sempre più fitta come se fossero le nervature di una foglia.
-Ecco, vedi? Sta funzionando: quelle sono le linee di diffusione della maledizione, partono tutte dalla fronte, proprio qui.
Le dita affusolate del rosso indicano una macchia in mezzo agli occhi del felino dalla quale si diramano tutte le linee che avvolgono il corpo della creatura.
-Hiei… vedrai che andrà tutto bene… te lo prometto.
-Hn!
Kurama sorride: per quanto l’amico possa mostrarsi freddo, lui può leggere nel suo sguardo la preoccupazione per quella gatta che sorregge con falsa indifferenza in quella vasca di sangue.

Discorso dell'autrice
Domando scusa per il ritardo, spero di essere più puntuale per la prossima pubblicazione! Spero che la storia vi stia appassionando e ringrazio tutti coloro che mi hanno lasciato la loro opinione: ho davvero apprezzato! Spero che continuerete a seguire la mia storia e che questo capitolo fosse all'altezza delle aspettative! Mi raccomando recensite che mi fa davvero moooolto piacere!Ah, il titolo del capitolo è tratto dalla canzone "blood" dei My Chemical Romance! Fa troppo ridere ascoltatevela se vi va! Buona giornata! ;)

  
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