Transformers e l'occhio di Odino

di dragon_queen
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Pesanti e ritmati passi si udivano avanzare per il corridoio semibuio scavato nella roccia grezza. Non si trattava di una sola persona, ma di un gruppo che si dirigeva impettito verso il gate del settore gamma, un'organizzazione segreta del governo.

Giunto davanti al cancello d'acciaio, l'uomo che era in testa al manipolo di ufficiali si fermò, si tolse il cartellino di riconoscimento dal taschino sinistro e lo strisciò nell'apposito apparecchio. Quindi a pochi centimetri si aprì una pulsantiera con dei numeri, sulla quale quello digitò un codice.

Con un fischio, le tre porte antisfondamento si aprirono una alla volta, rivelando quello che sembrava un enorme hangar.

Dentro vi un gran fermento e il personale non si accorse neppure dell'arrivo del gruppetto, il quale si diresse, senza indugio, verso una precisa direzione.

Ben presto l'uomo di trovò davanti il più grande esercito di robot alieni che occhio umano avesse mai visto.

Un ufficiale stava parlando con il capo di questi cosiddetti Autobots, un certo Optimus Prime, il quale se ne stava in ginocchio a fissarlo. Il militare era un certo maggiore Wilson, il responsabile del programma di cui gli Autobots facevano parte, e stava mettendo al corrente il robot dei recenti furti di energia in una centrale idroelettrica.

-Sarà sicuramente opera dei Decepticons- stava dicendo Prime.

-E pare sia compito vostro quello di impedire che ciò accada- disse una voce.

Il maggiore e il robot si voltarono verso il gruppo di nuovi arrivati. L'ufficiale si mise subito sull'attenti.

-Generale!!- intonò.

-Riposo- rispose l'uomo e, rivolto al robot, continuò:

-Avevo capito che questo settore era stato aperto per consentire a voi di catturare gli esseri che chiamate Decepticons e permettere a noi di non doverci più preoccupare di loro-

-Lo faremo se il vostro governo non ci impegnasse altrove- rispose gentilmente il robot.

-In questi anni siete diventati più numerosi, quindi potreste dividervi- riprese malignamente il generale.

-Come siamo noi Autobots cresciuti di numero, anche i Decepticons hanno fatto altrettanto. Se dovessimo dividerci, non vinceremo- rispose saggiamente Optimus.

-Beh, se voi non potete garantire ciò che avete promesso, allora è inutile che rimanete sulla Terra- ribattè l'uomo.

Optimus rimase colpito dalla così tanta arroganza e ingratitudine mostrata da un solo uomo e stava iniziando a spazientirsi. Il maggiore spostava lo sguardo dal robot al superiore e viceversa. Dopo un attimo di silenzio, Optimus si alzò e, mentre se ne andava, concluse:

-Noi siamo rimasti perchè voi ce lo avete chiesto, perchè ci avete “pregato” di proteggervi. Ma se noi decidessimo di andarcene, chi vi proteggerà da loro?- e detto ciò scomparve nell'oscurità, lasciando il borioso generale, per la prima volta, senza una risposta.

 

-Signorina Morrison, siete sicura della vostra scelta?- chiese stupito il responsabile della base osservando il suo fascicolo.

-Si signore- rispose lei.

-Sarebbe uno spreco. Lei è un ottimo soldato che ha superato a pieni voti gli esami alla scuola militare e affrontato in modo egregio gli anni trascorsi nei Marines. È un valido elemento che, nonostante la giovane età, potrebbe tranquillamente entrare in una squadra speciale-

-Ne sono onorata, ma per ora preferisco così. E poi riuscirò a rendermi utile anche da là. Una cosa sola: se avrete bisogno non esitate a convocarmi- rispose la ragazza.

-D'accordo. Manderò una lettera al responsabile dell'hangar poco fuori della base con delle ottime raccomandazioni. Mi prometta però che ci ripenserà. Adesso può andare e buona fortuna-

-Grazie signore- e dopo aver salutato il superiore con un ultimo “attenti”, uscì dall'ufficio.





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