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8. In
love ―
Non sono un santo e te l’ho detto
Non
l’ho nascosto fin dal primo
giorno in cui ti ho conosciuta e ti ho rivelato che son pazzo,
Ma
sono pronto a dimostrarti che c’è altro
E
vorrei tanto regalarti tutto il meglio che
mi porto dentro e cancellare il resto
Tutto non è niente; Modà
Caroline si chiuse la porta della
sua stanza alle spalle e sorrise.
Aveva diversi motivi per essere
felice. Non era più ottenebrata da una fame insolente e potente, si sentiva
piena di forze e radiosa, aveva di nuovo l’amore di Klaus.
Era quindi in uno stato idilliaco
che non si prova tanto spesso.
Con un tonfo si gettò sul letto
della sua camera quasi cinguettando. Riavere Klaus, aver fatto nuovamente
l’amore con lui l’aveva fatta sentire più completa.
Un bussare alla porta la distrasse
dalle sue fantasie; ― Caroline posso entrare? ―.
― Mamma? Certo vieni pure
―.
Liz Forbes entrò nella stanza di Caroline e fu immediatamente
sorpresa dall’espressione estatica che vide sul volto della figlia.
― Caroline cara, cosa ti è
successo? Fino a poco fa stavi male, avevi un aspetto sciupato…
―.
La giovane vampira si sollevò a
sedere sul letto.
― Mamma sto bene. E’ stato
Klaus, mi ha dato il suo sangue ed ora mi sono ripresa perfettamente ―.
― Lo vedo ―. Lo
sceriffo Forbes osservò il volto della figlia; era
convinta che la sua gioia non dipendesse solo dal fatto di essere guarita.
― E…
Tra te Klaus? ―.
Caroline fece cenno a sua madre di
accomodarsi al suo fianco.
― Mamma ora so che nonostante
tutto ciò che Klaus è, mi ama sinceramente ―.
― Caroline ma… ―, intervenne Liz.
La vampira fermò sua madre con un
gesto. ― Mamma Stefan mi ha teso un tranello.
Mi ha usata per fermare Klaus e i suoi ricatti ma lui ha scelto di proteggere
me invece che i suoi interessi. Ho dubitato di lui, ma non avrei mai dovuto
farlo ―.
Liz si
torturò le mani, nervosa. ― Non posso fare altro che fidarmi di te
Caroline. Non posso più giudicare la tua storia d’amore con lui se questo ti
rende così felice ―.
― Oh mamma! Sapevo che
avresti capito ―, esclamò Caroline stringendo una mano a sua madre.
― Klaus non è certo un santo ma
sono convinta che sia meno demone di quello che tutti qua a Mystic
Falls credono ―, aggiunse la vampira. Poi
Caroline si alzò, improvvisamente sembrava pensierosa.
― Adesso devo parlare con
Elena ―.
Liz
guardò la figlia tra l’ammirazione e il disagio. Ammirazione perché sua figlia
era diventata una donna a tutti gli effetti e disagio perché questo la faceva
sentire ormai sorpassata.
― Si ―, riprese
Caroline come parlando a sé stessa, ― Questa guerra deve finire ―.
Afferrò la giacca e aprì la porta
della stanza. Prima di uscire però la sua testa bionda fece nuovamente capolino
nella porta.
― Ah, ci vediamo per cena
mamma! ―.
Elena aprì la porta di casa e si
trovò di fronte Caroline.
― Care! Che fine avevi fatto?
Non ti abbiamo visto ieri a scuola ―.
― Fammi entrare Elena, ho
bisogno di parlati ―.
Elena annuì lievemente con il capo
e si scostò per fare entrare l’amica. Poi incrociò le braccia al petto e guardò
Caroline che si era accomodata sul divano.
― Che succede? ―.
La vampira bionda fissò Elena in
tralice.
― Stavo male Elena. Ho
passato una settimana d’inferno in cui non sono riuscita a nutrirmi ―.
― Sul serio? Perché non me ne
hai parlato? ―.
Caroline scosse la testa; ―
Tu hai già abbastanza problemi ed inoltre la causa del mio malessere aveva un
nome: Klaus ―.
Elena si appoggiò con la schiena
contro al muro, attenta a quello che Caroline le stava dicendo.
― Il sangue di Klaus non è un
sangue comune, questo lo sappiamo entrambe. Ha salvato Damon dal morso del
licantropo così come ha poi salvato me. Evidentemente non ha soltanto questo
potere ―.
― Spiegati meglio ―, la
incitò Elena.
― Quando siamo stati via, a
Parigi, io mi sono nutrita solamente del suo sangue e ne sono diventata
dipendente tanto ché al ritorno non riuscivo più a vivere con il sangue umano
―.
― Oh mio dio…
Klaus ti ha vincolata! ―, esclamò Elena scioccata.
― No, non l’ha fatto di
proposito. Non lo sapeva neppure lui visto che è diventato ibrido da poco tempo
―.
Elena sospirò passandosi una mano
tra i capelli.
― Io invece penso proprio che
lo sapesse e che l’abbia fatto apposta ―.
Caroline si alzò dal divano;
― No Elena, non è così! Io ne sono convinta perché sono certa che Klaus
mi ama davvero ―.
Elena Gilbert si voltò verso
Caroline, l’espressione cupa e scettica. ― Certo come amava la sua
famiglia tanto da ucciderla e rinchiuderla dentro a delle bare ―.
― Okay, okay. Non è mister
rigore morale ma cosa c’è di strano? E’ un vampiro millenario e Stefan non è certo migliore di lui! ―.
― Che intendi dire? ―,
chiese Elena immediatamente all’erta.
― Stefan
mi ha usata contro Klaus. Mi ha minacciata di morte puntandomi un paletto al
cuore, se Klaus non avesse smesso di ricattarlo per la storia delle bare
―.
Elena rimase per un attimo
spiazzata e le sue parole tentennarono.
― Cosa…
No, non credo che Stefan arriverebbe a minacciarti… ―.
Caroline incrociò le braccia al
petto.
― Invece si Elena. Credo che
i nostri uomini abbiamo entrambi delle cose da farsi perdonare ―.
Elena lanciò un occhiata penetrante
all’amica; Caroline riprese.
― Ci serve un patto: Io terrò
Klaus lontano dai suoi propositi di creazione di ibridi con il tuo sangue e tu
convincerai Stefan a riconsegnargli le bare con la
sua famiglia ―.
Elena scosse la testa con
decisione. ― Oh no Caroline, Stefan non mi
ascolterebbe, sai che ha spento i suoi sentimenti per me ―.
― Anche io lo pensavo
riguardo a Klaus ma non era così; Elena sono sicura che Stefan
ti ama ancora ―.
L’amica mora alzò gli occhi verso
la vampira, una lieve luce di speranza li aveva scossi.
― Ma…
―.
― Niente ma! Dobbiamo
provarci Elena o questa storia non finirà mai ―.
Elena sospirò e poi alzò gli occhi.
― Okay, volesse il cielo che
questa assurda storia terminasse! ―.
Caroline rise e poi chiudendo le
palpebre esclamò dentro sé: “Si!”.
Quando rientrò a casa si trovò un
sacchetto di carta sopra al letto. Curiosa Caroline guardò cosa conteneva.
“ Um,
interessante”, pensò quando estrasse una bottiglia di plastica piena di un
liquido rosso e denso.“ La mia merenda!”.
Oltre al sangue c’erano poi due buste
chiuse di colore rosso accesso alle quali era stato allegato un biglietto. Da
Klaus ovviamente.
Mia dolce Caroline ho pensato di
farti un regalo. Come vedi ci sono due buste uguali ma contengono cose diverse.
Tu dovrai sceglierne una ed aprirla, ricorda, una soltanto!
Quando l’hai fatto vieni da me e
portamele entrambe.
Ah, dimenticavo, la bottiglia
contiene un settanta percento del mio sangue e un trenta percento di sangue
umano, spero che possa nutrirti senza arrecarti danni.
Tuo,
Klaus
Caroline lesse quelle parole e
sorrise. Poi la sua attenzione si spostò sulle due buste. La vampira le soppesò
con le mani ma anche tastandole sembravano identiche all’interno.
Fece un veloce ambarabacicciccò mentale e poi ne scelse una. Con
trepidazione l’aprì, emozionata.
Dall’interno fecero capolino due
biglietti.
― Oh mio dio! Due biglietti
per Tokyo! ―, esclamò Caroline quasi saltellando.
Veloce come era arrivata uscì di casa,
non prima di aver bevuto il suo sangue-medicina e di aver preso con sé entrambe
le buste rosse.
Quando arrivò da Klaus lui la stava
già aspettando sulla porta. Aveva un sorriso furbetto sul volto.
― Allora ―, chiese,
― Cosa hai scelto? ―.
Caroline gli sventolò i biglietti
davanti alla faccia e poi gli stampò un bacio sulle labbra.
― Come hai fatto a sapere che
desideravo andarci? ―, chiese Caroline ridendo.
― Oh, io so molte cose, mio
amore ―.
Klaus la strinse a sé, annusando il
profumo dei suoi capelli.
Qualche secondo dopo però Caroline
si riscosse e lo guardò negli occhi con aria interrogativa.
― E nell’altra busta, cosa
c’era? ―.
Klaus sollevò gli angoli della
bocca, enigmatico.
― Quella la teniamo per una
prossima volta ―.
― Ma io adesso sono curiosa,
voglio sapere cosa contiene! ―.
Klaus infilò le dita tra i capelli
della vampira. ― Caroline ridammi quella busta
e preparati, partiamo domani ―.
Caroline scrollò le spalle e sbuffò
mentre allungava la busta ancora chiusa a Klaus.
― Brava ―, le disse
lui, ― E adesso aspettami un attimo qua, arrivo subito ―.
Caroline si appoggiò al muro ed
incrociò le braccia al petto, fintamente scocciata.
Klaus sogghignò e rientrò in casa.
Aprì il cassetto di uno scrittoio e vi fece scivolare dentro la busta
rossa. Prima di richiuderlo, però, sbirciò all’interno della busta e con
un sorriso osservò l’oggetto che aveva nascosto e ricoperto da carta perché non
si avvertisse la consistenza dall’esterno.
Qualcosa di sottile e infinitamente
delizioso.
Una piccola fedina d’oro
accompagnata da un rubino rosso come il fuoco tintinnò leggermente mentre
l’ibrido Klaus richiudeva il cassetto con un sorriso.
N.d.A. Mie care ed affezionate lettrici, siamo giunte al
termine di questa fic.
Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta e che vi abbia
fatta emozionare. Io ringrazio tutte per le vostre recensioni e per il solo
fatto di aver speso del tempo per leggermi.
Se volete aggiungetemi tra gli amici di facebook
(tramite la mia pagina autore su EFP), mi farebbe piacere conoscervi!
Per ultima cosa voglio dedicare questa fan fiction a Lisa
Jane Smith autrice della saga “Il diario del vampiro” senza la quale adesso non
saremmo qui a disquisire su Klaus, Caroline and Co. Per me è un autrice valida ed
ingiustamente da molti bistrattata.
A presto e grazie!
Lua