26 capitolo
Avete tuttio
il diritto a uccidermi! sono 20 giorni che non aggiorno e mi dispiace
veramente! Volevo postare il prima possibile e invece no... vabè
spero che il capitolo vi piaccia... sopratutto l'ultima parte! Buona
lettura B.
La macchina dei soccorsi li aveva trovati seminudi e ancora
abbracciati, avevano deciso di andarsene subito perché quella che doveva essere
una vacanza di piacere si era trasformata in tutt’altro. Erano partiti il prima
possibile e arrivarono a casa nel tardo pomeriggio, per tutto il viaggio di
ritorno erano stati mano nella mano, si guardavano, si sorridevano tristi
consapevoli che appena arrivati non sarebbero più potuti stare insieme a tutte
le ore del giorno. Avevano scaricato le valigie con una lentezza quasi esasperante
quasi che quegli oggetti li tenessero ancora fermi ai quei giorni felici.
Percorsero il vialetto senza speranze e un attimo prima si sfiorarono le mani,
per darsi forza.
Seguirono gli abbracci dei parenti e le solite domande
“Com’è andata?”
“Vi siete divertiti?”
“Avete litigato?”
l’ultima domanda li fece sobbalzare non per la questione in sé ma per il
proprietario di quella vocina infantile e imbarazzata.
“Sì Marty, ma io e Derek ci siamo promessi di non litigare
mai più, non essere triste! Io e il tuo fratellone andremo d’accordo d’ora in
poi, promesso.” E le sorrise profondamente convinta di ciò che le diceva.
Derek prese in braccio la bambina e la fece girare e saltare
in aria
“Ancora! Dai! Ahahahaha…. Più veloce!” e Derek continuava
ridendo anche lui. L’abbracciò forte
“Ti voglio bene bimba”
“Smettiamola con queste smancerie e lasciamo i ragazzi
mettere a posto le valigie” quella voce forte e maschile ruppe il silenzio e
Casey fu quasi tentata di mandarlo a quel paese, era un momento magico ma lui
non poteva saperlo e per questo lasciò stare.
“Andiamo?” in quelle parole una sfumatura di malizia che la
fece arrossire
Prima che se ne accorgessero salirono di sopra e iniziarono
a baciarsi lentamente, poi quando il bacio divenne più profondo Derek la fermò
“Ma che cos…”
“Prima di continuare volevo dirti che lo provo veramente”
“Non sto capendo niente”
“Ti amo Casey” le avvolse il viso con le mani e la guardò
con amore, ‹sì
è proprio amore› pensò Casey e si sentì fortunata
“Ti amo Derek”
Ripresero a baciarsi ad un ritmo più lento. Erano
finalmente in pace,senza segreti o rimorsi a dividerli. Uno con l’altra, soli e
felici di esserlo. Ogni gesto, anche il più banale assumeva un significato
diverso, senza intenzioni nascoste, solo per il piacere di una carezza. I loro
sguardi comunicavano come non avevano mai fatto, e le loro menti si
avvicinavano tanto quanto i loro corpi.
Per una volta non badarono ai familiari nella stessa casa,
non cercarono neanche di dare spiegazioni, raggiunsero una camera, una
qualsiasi e incominciarono a baciarsi, non presi da una passione irrazionale ma
con sentimento, assaporando ogni tocco e ogni sfioramento.
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“Derek smettila!”
disse trattenendo il riso
“tranquilla nessuno ci vede!” e le morse il labbro,
succhiandolo piano, per provocarla.
“Derek!” replicò con tono scocciato ma con una nota di
divertimento profondo nella voce.
“Ok ok… andiamo a mangiare! Ti ha mai detto nessuno che sei un po’
fastidiosa?”
“Derek!” disse fintamente offesa, ma la verità è che le
piacevano troppo questi battibecchi
“Mi fai venire il mal di testa! Per fortuna so come farti
stare zitta…” e la baciò lentamente per farle rendere conto di ciò che
succedeva peri darle il permesso di reagire di condurre lei il gioco, amava
quando lo faceva. Ma la ragazza non era dello stesso parere e si staccò subito
con una risata.
“Acidenti a te e alla tua puntualità, mi ucciderai donna!”
disse fintamente frustrato e cercò di baciarla ma non si erano neanche sfiorati
quando si resero conto della presenza appena arrivata alle loro spalle che fece
cadere i libri che teneva in mano. I due ragazzi si staccarono terrorizzati
come se avessero perso la scossa e presero il coraggio di guardare in faccia la
persona che li aveva interrotti, pensarono ai mesi in cui si erano preparati a
quel momento: era arrivato troppo presto, non avevano deciso niente, vivevano
ancora alla giornata e si erano appena riappacificati. Erano insieme, si
guardarono, trasmettendosi forza attraverso le loro mani unite e si voltarono
ad affrontare l’avvenire a testa alta.
“Mamma!”
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