There's nobody else, it's gotta be you.

di the ghost of Bonnie
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Un sottile ed impercepibile alito di vento accarezzava il mio viso, incorniciato dai mossi capelli castano scuro, come gli occhi, le labbra erano colorate da un rosso appena sfumato.
Come al solito, leggevo. Leggevo per passare il tempo, per non annoiarmi, e per non mostrare agli altri la mia perenne solitudine.
Ogni singolo, lungo giorno, lo passavo da sola. Ero arrivata da poco tempo in Irlanda, per colpa dei miei genitori e del loro lavoro.
Alzai gli occhi al cielo: le nuvole danzavano candide attorno al sole, ma non minacciavano alcuna goccia di pioggia.
Il caldo mi permetteva di indossare solo una larga maglietta a maniche corte a righe rosse.
Mentre mi lasciavo catturare dalla lettura, le cuffie nelle mie orecchie amplificavano quella canzone, che ascoltavo davvero spesso ma non sapevo chi fosse l'autore. Non sapevo nemmeno le parole, solo quella ipnotica melodia che mi aveva rubato l'anima.
La mia quotidiana solitudine venne interrotta da una seconda presenza, proprio accanto a me. Non mi voltai nemmeno, avevo captato la sua entità nell'aria.
Non conoscevo nessuno nella scuola, ma lui mi provocava un fastidio proprio nel petto.
Non sopportavo i suoi occhi azzurri e i capelli biondi, così rigorosamente curati.
Mi alzai: non sopportavo la sua presenza.
Il nostro era odio reciproco. Spesso, quando fra i corridoi della scuola, capitava di sfiorarci, lui cercava di evitarmi e io non ero da meno.
Ci divideva una scossa elettrica.
Ma non in quel momento; nessuna scossa ci divise.
Fu una scelta mia, allontanarmi da quel Niall.
Di nuovo, il mio sguardo si posò sul cielo. Il mosaico naturale delle varie sfumature azzurrine del cielo tendevano al grigio. Capii che il mio presagio di poco prima era errato.
Stupido Horan, avrebbe causato anche un temporale.





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