Cap.5
Scatti
di ira in tarda mattinata.
Bulma
vantava una certa fama nella Città dell'Ovest.
Essere la figlia dello scienziato più famoso al mondo e
contribuire allo sviluppo della prestigiosa Capsule Corporation erano
fortune alle quali era dovere attribuire la maggioranza del merito
della sua notorietà, ma non solo; Bulma era famosa per la
sua immensa genialità, le ricchezze che possedeva e per la
sua rara bellezza che attirava ed ammaliava chiunque, chi la conoscesse
e non.
Se ne rese conto quando, qualche anno addietro, cominciava
ripetutamente ad essere fermata per strada da gente totalmente
sconosciuta, che si informava sulla sua saluta e le augurava una buona
giornata.
I più audaci le chiedevano un autografo, qualcuno una foto
insieme, e Bulma nonostante in quel passato periodo non capisse, aveva
sempre accettato con un sorriso gentile.
Quando poi chiedeva a quelle persone i perchè, loro
rispondevano semplicemente " perchè
sei Bulma Brief! ", rendendola non poco fiera, anzi
riempiendola di uno smisurato orgoglio di cui cominciò a
vestirsi quotidianamente ogni volta metteva piede fuori dalla propria
abitazione.
Spesso capitava di udire battute poco eleganti da ragazzi giovani ed
altrettanto stupidi, che si divertivano a fantasticare sulla scienziata
ogni volta che la si incontrava per strada.
Perchè, appunto,
la sua bellezza attirava ed ammaliava chiunque.
Ma Bulma col tempo c'aveva fatto l'abitudine; ora quelle squallide
battute e le fastidiose risa maliziose di quei ragazzi sottosviluppati
non le udiva nemmeno più.
Avrebbe potuto prendersi una rivincita in qualsiasi momento ed in
qualunque modo, magari spifferando tutto a Vegeta in modo che potesse
dare loro una bella lezione; ma quando poi ripensava più
accuratamente all'uomo ricordava che egli non era una persona qualunque, e non
si sarebbe certo accontentato di dare ad ognuno di quei ragazzi un
pugno in faccia e finirla lì.
Scartando quindi ogni possibile opzione e tentativo di poter essere
aiutata dal Saiyan, Bulma dovette suo malgrado maledire quel corpo
perfetto che il Dio le aveva donato - quale sofferta constatazione! -
ed accettare quell'unica soluzione che le suggeriva di essere
indifferente a chiunque la irritasse profondamente con simili
sciocchezze.
Ma nella notorietà di Bulma gli aspetti negativi occupavano
una minima parte; ella infatti vantava delle vaste e grandi amicizie,
cresciute e maturate durante il tempo, e tutt'ora durature.
Bulma amava invitare le proprie amiche a bere una tazza di
thè in casa propria, magari spettegolando su alcuni
individui meschini, o a scambiarsi abiti ed indumenti come allegre
liceali in pieno periodo adolescenziale.
E sempre capitava che la giornasse proseguisse con l'entusiasmo delle
donne riunite in un cerchio che improgionava il piccolo e baffuto
Trunks, soggetto delle loro urla isteriche e sdolcinate, che veniva
passato e ripassato di braccia in braccia, spupacchiato ed adorato a
più non posso tra i loro complimenti incessanti.
Ma Vegeta quelle donne non l'avevano mai visto; il Saiyan ogni volta
che percepiva un raduno di piccole ed insignificanti auree in
prossimità dell'abitazione, si dileguava abilmente in
qualche angolo sperduto dell'immensa casa Brief, meditando a braccia
conserte ed attendendo con impazienza che il branco di oche sparisse
dal proprio
soggiorno.
Bulma non aveva mai chiesto all'uomo di mostrare un minimo di
gentilezza, sapeva che perdeva in partenza e che il suo carattere
ostile e negativo non avrebbe retto i discorsi futili e stupidi delle
donne - terrestri,
da aggiungere -, e mai aveva cercato di presentarlo alle proprie
amiche, semplicemente perchè non sapeva di quale ruolo
avesse potuto vestire il Saiyan.
E per evitare situazioni spiacevoli, s'era rassegnata a sorridere
forzatamente ed a cambiare discorso ogni volta che qualcuna delle donne
le chiedeva dove fosse il compagno.
Per questo il posto dove più preferiva incontrare qualche
viso conosciuto era al di fuori della propria dimora, per strada, al
parco o, e capitava molto spesso, nel salon del suo parrucchiere di
fiducia.
Quel giorno Bulma vi entrò in tarda mattinata, con
l'intenzione di dare una piccola spuntatina al caschetto liscio.
Quando aprì la porta in vetro satinato, provocando il
tintinnio sfizioso della piccola campanella posta all'entrata, fu
improvvisamente avvolta dal calore artificiale che regnava nella
stanza, causato dal perenne uso dei phon e dei macchinari professionali.
Le sue narici furono invase dal pungente odore dei mille prodotti usati
per abbellire le chiome delle signore esigenti, tanto forte da
sembrarle addirittura nauseante.
Chiuse la porta alle sue spalle, salutando successivamente i presenti e
mostrando loro un sorriso allegro e radioso.
Tra le donne abbandonate al piacere di farsi belle, potè
riconoscere qualche vecchio viso familiare; molte di loro erano amiche,
altre semplici conoscenti, ma Bulma non riservò sorrisi
diversi in base al rapporto che aveva con ognuna, bensì si
mostrò cordiale e gentile con tutte.
Notanto che tutte le postazioni erano occupate, prese posto su di una
poltrona vuota, liberandosi del leggero giubbino di pelle color
violetto indossato appositamente per quella calda giornata primaverile,
e sfilò i grandi occhiali scuri dal viso ovale, mostrando ai
presenti la bellezza dei propri occhi celesti.
Dopo aver accuratamente appoggiato le ingombranti buste sul pavimento,
prese una rivista di capelli trovata lì vicino ed
accavallando elegantemente le gambe cominciò a sfogliarlo
senza voglia, in attesa del proprio turno.
- Come stai, cara? - si sentì dire, alzando poi gli occhi in
direzione della donna che le aveva posto la domanda.
Era una sua conoscente, sulla cinquantina forse, ma di gradevole
aspetto, tutta pimpante e dagli occhi grandi e vispi.
- Molto bene, grazie. Lei? - rispose rispettosa, incurvando
le labbra in un sorriso gentile.
- Bene, grazie. Hai approfittato anche tu della bella giornata per
dedicarti un pò a te stessa, vero? - sorrise l'altra,
ricambiandole il sorriso in eguale intensità.
Bulma si limitò ad incurvare dolcemente le labbra serrate,
sorridendo con gli occhi ed annuendo con la testa, tornando poi
successivamente ad occuparsi della sua rivista.
Sebbene adorasse trascorrere delle piacevoli ore in compagnia di
persone che non rientrassero nel proprio nucleo familiare - o nel
perimetro della propria abitazione, per meglio dire - Bulma cercava
sempre di essere molto riservata e prudente sulle dinamiche della
propria vita, in quanto conosceva la smisurata e bramosa voglia di
sapere di quelle donne alla perenne ricerca del gossip o di qualcosa su
cui discutere.
E ben sapeva che il loro obiettivo era mirato alla conquista
dell'eccitante nome del proprio "compagno"
e dunque del misterioso padre del bambino paffuto e grazioso che
adoravano oltre modo.
Bulma sebbene spiccasse in astuzia ed intelligenza, preziose
qualità note a tutti, poteva ben comprendere e riconoscere
che la sete del futile sapere di un gruppo di donne viziate e ben
vestite non si sarebbe placata con semplici e miseri sorrisetti
imbarazzati o cambiando inutilmente discorso.
E per evitare situazioni spiacevoli e imbarazzanti, o meglio ancora
liti fuoribonde e chiassose, aveva promesso tacitamente a sè
stessa, ed in segreto anche a Vegeta, che mai avrebbe consegnato il suo
nome a chiunque chiedesse l'identità del padre di suo figlio.
Avrebbe tentato di deviare il discorso o ad evitarlo completamente, e
qualora non ci fosse riuscita, avrebbe semplicemente risposto con un
banale " E' una storia lunga, e non ho voglia di parlarne ", recitanto
la parte della donna abbandonata a sè stessa, con un figlio
da portare avanti ed indossando la maschera della pietà.
Il tutto per amore di Vegeta.
I suoi correnti pensieri furono bruscamente interrotti dalla squillante
voce della donna seduta di fronte a lei, che la osservava allegra
mentre una ragazza alta e snella le sistemava la folta chioma rossa.
- E il tuo piccolino? Con chi l'hai lasciato? -
Bulma deglutì dapprima rumorosamente, poi
borbottò qualche parola in risposta alla banalità
che accompagnava quella stupida domanda.
- Con i miei genitori, naturalmente.
- rispose, enfatizzando l'ultima parola con fare sarcastico.
Non appenà notò il cambio repentino dello sguardo
della donna, che da allegro si tramutò in sconcertato ed
appena deluso, posò nuovamente gli occhi sulla foto di un
bel taglio corto presente sulla rivista, ma tempestivamente
fù distratta dai pensieri chiassosi di un'altra donna, dai
ricci capelli neri.
- Quel bambino è proprio un amore! In vita mia non ho mai
visto creatura più dolce e bella. Un vero capolavoro! -
Bulma rise di sincero piacere, ringraziandole del bel complimento
ricevuto e condividendo il suo pensiero.
- D'altronde, con una madre graziosa quanto te, cosa potevamo
aspettarci? -
Il rinnovato ringraziamento di Bulma fu sopraffatto dal brusio delle
voci squillanti delle donne, che cominciarono ad elogiare il piccolo
Trunks con mille complimenti, trovando nel piccolo quei dettagli che lo
rendevano simile alla madre.
- Certo che però, per essere un così bel bambino,
il merito deve essere anche del padre! - osservò una donna,
sua coetanea, che sedeva qualche metro distante da lei.
- Infatti è così. - si lasciò sfuggire
la scienziata, maledicendo poi quelle parole azzardate e la
condivisione del pensiero della donna che aveva fatto
quell'osservazione, facendole materializzare nella mente i tratti duri
e maledettamente perfetti del Saiyan.
- Che peccato però non averlo mai visto. Nè una
foto, nè niente. - continuò l'altra, assumendo un
tono di finto dispiacere ed imbronciando il viso, tentando inutilmente
di poter placare la propria curiosità ed indurre Bulma a
lasciarsi andare a qualche soddisfacente rivelazione.
Ma lei non ne fù minimamente toccata. Anzi, sorrise
nervosamente rigirandosi tra le mani la rivista ormai stropicciata e
rovinata in un chiaro segno di nervosismo ed ansia.
Quando poi alle sue orecchie arrivò una sconcertante
rivelazioni, avvertì un fastidioso tremolio lungo tutta la
schiena, e il successivo disagio cominciò ad impadronirsi
delle sue emozioni.
- Io l'ho visto il compagno di Bulma! E' un uomo davvero niente male,
dalla pelle ambrata e con un fisico statuario. -
Quella descizione così dettagliata eccitò le
donne oltre misura, che cominciarono a dimenarsi allegre rendendo
difficile il lavoro alle ragazze che lavoravano nel salon.
Bulma rabbrividì quando queste cominciarono a porre domande
su domande inerenti all'aspetto del misterioso uomo che non aveva
ancora un nome, ma che cominciava a materializzarsi nelle menti delle
presenti grazie alle descrizioni sorpendentementi azzeccate dell'unica
ragazza che era riuscita a vederlo.
- Passavo davanti alla Capsule Corporation qualche giorno fa, ed ho
avuto la fortuna di scorgere attraverso il vetro di una finestra al
primo piano quest'uomo. -
Estrasse dalla borsa nera il telefonino, pigiando qualche tasto tra i
commenti delle donne; quando Bulma vide che sullo schermo cristallino
dell'apparecchio si materializzò una foto di Vegeta,
sobbalzò dalla sedia trattenendo il respiro.
Allo stupore si aggiunse il fastidio inerente a quel comportamento
irrispettoso ed imperdonabile, e poi il tutto fu sostituito
dall'imminente rabbia che andava crescendo.
Le donne, non appena avevano visto la foto, cominciarono a fare
commenti con toni squillanti e fin troppo disgustosi;
- Bulma! Perchè ci hai tenuto nascosto un così
bel pezzo di giovane? -
- Devo dire che te li sai scegliere i partner. Complimenti! -
- Guardate che occhi, e che fisico! Sarà mica un modello? -
- Ha l'aria del bel tenebroso. Adoro gli uomini così! -
Stupide, insulse donne
superficiali e prive di cervello.
Dopo aver udito una nuova ondata di complimenti azzardati ed aver
trattenuto il sentimento di ira che era ben riconoscibile nella vena
pulsante sulla tempia e nei pugni saldamenti stretti, Bulma riconobbe
il suo fastidio alimentato dalle osservazioni fin troppo spinte e al
limite della sopportazione delle donne accaldate, ed in uno scatto di
sincera gelosia si alzò dalla sedia e si diresse severa
verso il gruppetto di amiche che non cessavano di cinquettare e
complimentare il suo
uomo.
Quando strappò letteralmente il cellulare dalle mani della
sua padrona, scaraventandolo successivamente per terra e pestandolo con
frustazione, dopo averne accertato la rottura, prese i suoi effetti e,
sotto gli sguardi sbigottiti delle presenti, abbandonò il
negozio salutando l'amico proprietario del salon.
Quella sera a casa non raccontò nulla; sebbene la sua
espressione corrucciata e segnata ancora dall'accaduto richiamasse
mille domande da parte dei genitori, ed in particolar modo della madre,
Bulma non aveva proferito parola.
S'era limitata a rilassare i muscoli tesi del viso solo quando i suoi
occhi avevano incontrato la figura di Vegeta, e i complimenti
sdolcinati e sgraditi delle donne le avevano d'un tratto attraversato
la mente facendole riprovare quel senso di repressa gelosia che avrebbe
voluto abilmente nascondere ancora per un pò.
Quando poi le vispe pupille avevano percorso i lineamenti rudi e virili
dell'uomo, incontrando nella sua cupa e corrucciata espressione quel
senso di confusione e smarrimento dovuti anche al nero pece dei suoi
occhi profondi, Bulma tacitamente condivise le osservazioni che le
donne avevano tenuto in mattinata.
Vegeta notò il suo perenne sguardo in direzione di
sè stesso e scosse appena le spalle, distraendo poi la donna
dai propri pensieri.
- Che hai da guardare tanto? - le domandò visibilmente
infastidito, inarcando un sopracciglio ed attendendo una risposta
soddisfacente.
Bulma si limitò a sorridergli serena, e benchè
sapesse che la repentina risposta avrebbe solo aumentato la sua
impazienza, preferì l'orgoglio alla sincerità.
- Niente, pensavo. - disse soltanto, dileguandosi frettolosamente sotto
lo sguardo confuso del Saiyan.
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Eccoci qui col 5° capitolo.
Vediamo anche Bulma alle prese con la propria gelosia ( più
isterica, tipicamente sua
), volutamente inserito per mostrare le differenti gestioni che il
Saiyan e la scienziata adoperano per mostrare -e/o nascondere - i
propri sentimenti.
... Va beh.
Si spera in un prossimo capitolo un pò, come dire... osè?
>w<
Vedremo un pò!
...Sto anche seriamente pensando di cambiare il titolo della raccolta,
scritto un pò alla scazzo e che trovo esageratamente
banale.
Work in progress anche per questo :S
Ringrazio coloro che recensiscono assiduamente rendendomi davvero
felice :)
Al prossimo aggiornamento!
MellyVegeta
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