Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: MellyV    22/03/2012    4 recensioni
Raccolta Vegeta/Bulma.
Momenti di vita quotidiana.
[...]
Cap. 6 - Luce tra le tenebre.
Cap. 7 - Inutili chiacchiere.
Cap. 8 - Gli occhi suoi.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap.5
Scatti di ira in tarda mattinata.



Bulma vantava una certa fama nella Città dell'Ovest.
Essere la figlia dello scienziato più famoso al mondo e contribuire allo sviluppo della prestigiosa Capsule Corporation erano fortune alle quali era dovere attribuire la maggioranza del merito della sua notorietà, ma non solo; Bulma era famosa per la sua immensa genialità, le ricchezze che possedeva e per la sua rara bellezza che attirava ed ammaliava chiunque, chi la conoscesse e non.
Se ne rese conto quando, qualche anno addietro, cominciava ripetutamente ad essere fermata per strada da gente totalmente sconosciuta, che si informava sulla sua saluta e le augurava una buona giornata.
I più audaci le chiedevano un autografo, qualcuno una foto insieme, e Bulma nonostante in quel passato periodo non capisse, aveva sempre accettato con un sorriso gentile.
Quando poi chiedeva a quelle persone i perchè, loro rispondevano semplicemente " perchè sei Bulma Brief! ", rendendola non poco fiera, anzi riempiendola di uno smisurato orgoglio di cui cominciò a vestirsi quotidianamente ogni volta metteva piede fuori dalla propria abitazione.
Spesso capitava di udire battute poco eleganti da ragazzi giovani ed altrettanto stupidi, che si divertivano a fantasticare sulla scienziata ogni volta che la si incontrava per strada.
Perchè, appunto, la sua bellezza attirava ed ammaliava chiunque.
Ma Bulma col tempo c'aveva fatto l'abitudine; ora quelle squallide battute e le fastidiose risa maliziose di quei ragazzi sottosviluppati non le udiva nemmeno più.
Avrebbe potuto prendersi una rivincita in qualsiasi momento ed in qualunque modo, magari spifferando tutto a Vegeta in modo che potesse dare loro una bella lezione; ma quando poi ripensava più accuratamente all'uomo ricordava che egli non era una persona qualunque, e non si sarebbe certo accontentato di dare ad ognuno di quei ragazzi un pugno in faccia e finirla lì.
Scartando quindi ogni possibile opzione e tentativo di poter essere aiutata dal Saiyan, Bulma dovette suo malgrado maledire quel corpo perfetto che il Dio le aveva donato - quale sofferta constatazione! - ed accettare quell'unica soluzione che le suggeriva di essere indifferente a chiunque la irritasse profondamente con simili sciocchezze.
Ma nella notorietà di Bulma gli aspetti negativi occupavano una minima parte; ella infatti vantava delle vaste e grandi amicizie, cresciute e maturate durante il tempo, e tutt'ora durature.
Bulma amava invitare le proprie amiche a bere una tazza di thè in casa propria, magari spettegolando su alcuni individui meschini, o a scambiarsi abiti ed indumenti come allegre liceali in pieno periodo adolescenziale.
E sempre capitava che la giornasse proseguisse con l'entusiasmo delle donne riunite in un cerchio che improgionava il piccolo e baffuto Trunks, soggetto delle loro urla isteriche e sdolcinate, che veniva passato e ripassato di braccia in braccia, spupacchiato ed adorato a più non posso tra i loro complimenti incessanti.
Ma Vegeta quelle donne non l'avevano mai visto; il Saiyan ogni volta che percepiva un raduno di piccole ed insignificanti auree in prossimità dell'abitazione, si dileguava abilmente in qualche angolo sperduto dell'immensa casa Brief, meditando a braccia conserte ed attendendo con impazienza che il branco di oche sparisse dal proprio soggiorno.
Bulma non aveva mai chiesto all'uomo di mostrare un minimo di gentilezza, sapeva che perdeva in partenza e che il suo carattere ostile e negativo non avrebbe retto i discorsi futili e stupidi delle donne - terrestri, da aggiungere -, e mai aveva cercato di presentarlo alle proprie amiche, semplicemente perchè non sapeva di quale ruolo avesse potuto vestire il Saiyan.
E per evitare situazioni spiacevoli, s'era rassegnata a sorridere forzatamente ed a cambiare discorso ogni volta che qualcuna delle donne le chiedeva dove fosse il compagno.
Per questo il posto dove più preferiva incontrare qualche viso conosciuto era al di fuori della propria dimora, per strada, al parco o, e capitava molto spesso, nel salon del suo parrucchiere di fiducia.
Quel giorno Bulma vi entrò in tarda mattinata, con l'intenzione di dare una piccola spuntatina al caschetto liscio.
Quando aprì la porta in vetro satinato, provocando il tintinnio sfizioso della piccola campanella posta all'entrata, fu improvvisamente avvolta dal calore artificiale che regnava nella stanza, causato dal perenne uso dei phon e dei macchinari professionali.
Le sue narici furono invase dal pungente odore dei mille prodotti usati per abbellire le chiome delle signore esigenti, tanto forte da sembrarle addirittura nauseante.
Chiuse la porta alle sue spalle, salutando successivamente i presenti e mostrando loro un sorriso allegro e radioso.
Tra le donne abbandonate al piacere di farsi belle, potè riconoscere qualche vecchio viso familiare; molte di loro erano amiche, altre semplici conoscenti, ma Bulma non riservò sorrisi diversi in base al rapporto che aveva con ognuna, bensì si mostrò cordiale e gentile con tutte.
Notanto che tutte le postazioni erano occupate, prese posto su di una poltrona vuota, liberandosi del leggero giubbino di pelle color violetto indossato appositamente per quella calda giornata primaverile, e sfilò i grandi occhiali scuri dal viso ovale, mostrando ai presenti la bellezza dei propri occhi celesti.
Dopo aver accuratamente appoggiato le ingombranti buste sul pavimento, prese una rivista di capelli trovata lì vicino ed accavallando elegantemente le gambe cominciò a sfogliarlo senza voglia, in attesa del proprio turno.
- Come stai, cara? - si sentì dire, alzando poi gli occhi in direzione della donna che le aveva posto la domanda.
Era una sua conoscente, sulla cinquantina forse, ma di gradevole aspetto, tutta pimpante e dagli occhi grandi e vispi.
- Molto bene, grazie.  Lei? - rispose rispettosa, incurvando le labbra in un sorriso gentile.
- Bene, grazie. Hai approfittato anche tu della bella giornata per dedicarti un pò a te stessa, vero? - sorrise l'altra, ricambiandole il sorriso in eguale intensità.
Bulma si limitò ad incurvare dolcemente le labbra serrate, sorridendo con gli occhi ed annuendo con la testa, tornando poi successivamente ad occuparsi della sua rivista.
Sebbene adorasse trascorrere delle piacevoli ore in compagnia di persone che non rientrassero nel proprio nucleo familiare - o nel perimetro della propria abitazione, per meglio dire - Bulma cercava sempre di essere molto riservata e prudente sulle dinamiche della propria vita, in quanto conosceva la smisurata e bramosa voglia di sapere di quelle donne alla perenne ricerca del gossip o di qualcosa su cui discutere.
E ben sapeva che il loro obiettivo era mirato alla conquista dell'eccitante nome del proprio "compagno"  e dunque del misterioso padre del bambino paffuto e grazioso che adoravano oltre modo.
Bulma sebbene spiccasse in astuzia ed intelligenza, preziose qualità note a tutti, poteva ben comprendere e riconoscere che la sete del futile sapere di un gruppo di donne viziate e ben vestite non si sarebbe placata con semplici e miseri sorrisetti imbarazzati o cambiando inutilmente discorso.
E per evitare situazioni spiacevoli e imbarazzanti, o meglio ancora liti fuoribonde e chiassose, aveva promesso tacitamente a sè stessa, ed in segreto anche a Vegeta, che mai avrebbe consegnato il suo nome a chiunque chiedesse l'identità del padre di suo figlio.
Avrebbe tentato di deviare il discorso o ad evitarlo completamente, e qualora non ci fosse riuscita, avrebbe semplicemente risposto con un banale " E' una storia lunga, e non ho voglia di parlarne ", recitanto la parte della donna abbandonata a sè stessa, con un figlio da portare avanti ed indossando la maschera della pietà.
Il tutto per amore di Vegeta.
I suoi correnti pensieri furono bruscamente interrotti dalla squillante voce della donna seduta di fronte a lei, che la osservava allegra mentre una ragazza alta e snella le sistemava la folta chioma rossa.
- E il tuo piccolino? Con chi l'hai lasciato? -
Bulma deglutì dapprima rumorosamente, poi borbottò qualche parola in risposta alla banalità che accompagnava quella stupida domanda.
- Con i miei genitori, naturalmente. - rispose, enfatizzando l'ultima parola con fare sarcastico.
Non appenà notò il cambio repentino dello sguardo della donna, che da allegro si tramutò in sconcertato ed appena deluso, posò nuovamente gli occhi sulla foto di un bel taglio corto presente sulla rivista, ma tempestivamente fù distratta dai pensieri chiassosi di un'altra donna, dai ricci capelli neri.
- Quel bambino è proprio un amore! In vita mia non ho mai visto creatura più dolce e bella. Un vero capolavoro! -
Bulma rise di sincero piacere, ringraziandole del bel complimento ricevuto e condividendo il suo pensiero.
- D'altronde, con una madre graziosa quanto te, cosa potevamo aspettarci? -
Il rinnovato ringraziamento di Bulma fu sopraffatto dal brusio delle voci squillanti delle donne, che cominciarono ad elogiare il piccolo Trunks con mille complimenti, trovando nel piccolo quei dettagli che lo rendevano simile alla madre.
- Certo che però, per essere un così bel bambino, il merito deve essere anche del padre! - osservò una donna, sua coetanea, che sedeva qualche metro distante da lei.
- Infatti è così. - si lasciò sfuggire la scienziata, maledicendo poi quelle parole azzardate e la condivisione del pensiero della donna che aveva fatto quell'osservazione, facendole materializzare nella mente i tratti duri e maledettamente perfetti del Saiyan.
- Che peccato però non averlo mai visto. Nè una foto, nè niente. - continuò l'altra, assumendo un tono di finto dispiacere ed imbronciando il viso, tentando inutilmente di poter placare la propria curiosità ed indurre Bulma a lasciarsi andare a qualche soddisfacente rivelazione.
Ma lei non ne fù minimamente toccata. Anzi, sorrise nervosamente rigirandosi tra le mani la rivista ormai stropicciata e rovinata in un chiaro segno di nervosismo ed ansia.
Quando poi alle sue orecchie arrivò una sconcertante rivelazioni, avvertì un fastidioso tremolio lungo tutta la schiena, e il successivo disagio cominciò ad impadronirsi delle sue emozioni.
- Io l'ho visto il compagno di Bulma! E' un uomo davvero niente male, dalla pelle ambrata e con un fisico statuario. -
Quella descizione così dettagliata eccitò le donne oltre misura, che cominciarono a dimenarsi allegre rendendo difficile il lavoro alle ragazze che lavoravano nel salon.
Bulma rabbrividì quando queste cominciarono a porre domande su domande inerenti all'aspetto del misterioso uomo che non aveva ancora un nome, ma che cominciava a materializzarsi nelle menti delle presenti grazie alle descrizioni sorpendentementi azzeccate dell'unica ragazza che era riuscita a vederlo.
- Passavo davanti alla Capsule Corporation qualche giorno fa, ed ho avuto la fortuna di scorgere attraverso il vetro di una finestra al primo piano quest'uomo. -
Estrasse dalla borsa nera il telefonino, pigiando qualche tasto tra i commenti delle donne; quando Bulma vide che sullo schermo cristallino dell'apparecchio si materializzò una foto di Vegeta, sobbalzò dalla sedia trattenendo il respiro.
Allo stupore si aggiunse il fastidio inerente a quel comportamento irrispettoso ed imperdonabile, e poi il tutto fu sostituito dall'imminente rabbia che andava crescendo.
Le donne, non appena avevano visto la foto, cominciarono a fare commenti con toni squillanti e fin troppo disgustosi;
- Bulma! Perchè ci hai tenuto nascosto un così bel pezzo di giovane? -
- Devo dire che te li sai scegliere i partner. Complimenti! -
- Guardate che occhi, e che fisico! Sarà mica un modello? -
- Ha l'aria del bel tenebroso. Adoro gli uomini così! -
Stupide, insulse donne superficiali e prive di cervello.
Dopo aver udito una nuova ondata di complimenti azzardati ed aver trattenuto il sentimento di ira che era ben riconoscibile nella vena pulsante sulla tempia e nei pugni saldamenti stretti, Bulma riconobbe il suo fastidio alimentato dalle osservazioni fin troppo spinte e al limite della sopportazione delle donne accaldate, ed in uno scatto di sincera gelosia si alzò dalla sedia e si diresse severa verso il gruppetto di amiche che non cessavano di cinquettare e complimentare il suo uomo.
Quando strappò letteralmente il cellulare dalle mani della sua padrona, scaraventandolo successivamente per terra e pestandolo con frustazione, dopo averne accertato la rottura, prese i suoi effetti e, sotto gli sguardi sbigottiti delle presenti, abbandonò il negozio salutando l'amico proprietario del salon.
Quella sera a casa non raccontò nulla; sebbene la sua espressione corrucciata e segnata ancora dall'accaduto richiamasse mille domande da parte dei genitori, ed in particolar modo della madre, Bulma non aveva proferito parola.
S'era limitata a rilassare i muscoli tesi del viso solo quando i suoi occhi avevano incontrato la figura di Vegeta, e i complimenti sdolcinati e sgraditi delle donne le avevano d'un tratto attraversato la mente facendole riprovare quel senso di repressa gelosia che avrebbe voluto abilmente nascondere ancora per un pò.
Quando poi le vispe pupille avevano percorso i lineamenti rudi e virili dell'uomo, incontrando nella sua cupa e corrucciata espressione quel senso di confusione e smarrimento dovuti anche al nero pece dei suoi occhi profondi, Bulma tacitamente condivise le osservazioni che le donne avevano tenuto in mattinata.
Vegeta notò il suo perenne sguardo in direzione di sè stesso e scosse appena le spalle, distraendo poi la donna dai propri pensieri.
- Che hai da guardare tanto? - le domandò visibilmente infastidito, inarcando un sopracciglio ed attendendo una risposta soddisfacente.
Bulma si limitò a sorridergli serena, e benchè sapesse che la repentina risposta avrebbe solo aumentato la sua impazienza, preferì l'orgoglio alla sincerità.
- Niente, pensavo. - disse soltanto, dileguandosi frettolosamente sotto lo sguardo confuso del Saiyan.













______________________________________________________________________
Eccoci qui col 5° capitolo.
Vediamo anche Bulma alle prese con la propria gelosia ( più isterica, tipicamente sua ), volutamente inserito per mostrare le differenti gestioni che il Saiyan e la scienziata adoperano per mostrare -e/o nascondere - i propri sentimenti.
... Va beh.
Si spera in un prossimo capitolo un pò, come dire... osè? >w<
Vedremo un pò!
...Sto anche seriamente pensando di cambiare il titolo della raccolta, scritto un pò alla scazzo e che trovo esageratamente banale.
Work in progress anche per questo :S

Ringrazio coloro che recensiscono assiduamente rendendomi davvero felice :)
Al prossimo aggiornamento!
MellyVegeta



  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: MellyV