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Dedicata a quelli che
come me, usciti dalla scuola si sono trovati a contatto con una realtà
completamente diversa come quella dell’università o simili.
Ho descritto questo
posto ispirandomi al dipartimento di matematica della mia città, dove ho seguito
una materia.
Spero che anche chi non
ha potuto toccare con mano queste esperienze, si immedesimi comunque nei
personaggi e nelle sensazioni di disagio per la novità che cercherò di
trasmettere.
A voi tutti do il
benvenuto nell’Accademia Auror e vi auguro buona
lettura!
Padfoot
Accademia
Capitolo
1: My first day
C’è sempre una prima
volta:
il tuo primo giorno di
scuola…
la prima volta che hai
visto i tuoi migliori amici…
la prima volta che sei
salito su una scopa…
il tuo primo
incantesimo…
la tua prima vittoria a
Quidditch…
il tuo primo duello col
tuo peggior nemico…
la prima volta che ti
sei reso conto che non sei solo…
la prima volta che ti
sei sentito davvero a casa…
…e c’è anche il tuo
primo giorno di Accademia!
L’Accademia per la quale
darai anima e corpo, perché è lì che hai sempre desiderato andare, anche se non
te ne rendevi conto: una piccola parte del tuo cuore sapeva che il tuo posto era
lì insieme al tuo migliore amico. Ron.
“Eccoci qua…” Sospirò il
rosso davanti all’immenso palazzo color panna.
Lui e Harry si erano
appena smaterializzati davanti all’Accademia Auror per il loro primo giorno:
avevano tenuto gli esami a luglio e i gufi con i risultati non erano arrivati
prima dell’ultima settimana d’agosto…ma erano dentro.
Dopo essersi scambiati
un sorriso nervoso salirono i gradini della loro nuova Scuola: l’Accademia della
Comunità Magica per la formazione degli Auror.
Che paroloni…così
altisonanti…
A distruggere
quell’idilliaco momento fu il tempestoso (non tempestivo!!) arrivo di Tonks, una
loro vecchia conoscenza, che uscita dal portone dell’accademia per motivi
improrogabili, vide i due ragazzi e nell’andargli incontro fece gli ultimi
gradini rotolandoci sopra.
“Tonks!” Strillarono in
coro le due nuove reclute accorrendo l’amica.
“Tutto Ok?” Chiese il
moretto aiutando Tonks ad alzarsi…la quale Tonks, una volta in piedi, sfoggiò
uno splendido sorriso a trentadue denti esclamando “Certo! Sono Auror,
Ron…piuttosto…voi due che ci fate ancora fuori a bighellonare?! Filate dentro!
Le matricole stanno già prendendo posto nell’Aula Magna!”
Harry impallidì
preoccupato e chiese nell’angoscia più totale… “Siamo in
ritardo?”
“Nooo…anzi…avete ancora
una mezz’oretta per trovare la stanza! Tutto il tempo che vi occorre! Io il
primo giorno sono entrata in palestra convinta che fosse quello il posto, ma ho
beccato quello che sarebbe stato il mio docente di Magia Nera con quella di
Crittografia che amoreggiavano! Mi avevano già inquadrato come la peggiore del
corso solo per questo piccolo inconveniente! Ma tanto, ora, ho il brevetto e
sono Auror, quindi…chi se ne frega!” La ben nota euforia di Tonks non alleviò le
sofferenze dei due ragazzi.
“E…dov’è l’Aula Magna?
Sai…non ci tengo proprio a vedere il mio futuro docente di Magia Oscura con le
mani sotto la gonna di quella di Crittografia!” Disse sarcastico il
rosso.
“Oh no, Ron! Erano sotto
la camicetta!” lo corresse prontamente l’Auror
“Dov’è…l’aula?” Chiese
Ron al limite della sopportazione.
Tonks scese di qualche
gradino.
“Chiedete a Malocchio!
E’ dentro, sapete? Oggi c’è un gran da fare! E io bhè…dovrei essere in missione
e la mia squadra non mi ha aspettato e quindi…bhè…dovrei raggiungerla ecco! In
bocca…no! In culo…Va bhè…Buona fortuna ragazzi! Salutatemi
Hermione!”
“Se la vedremo…”
Borbottò Ron arrossendo un po’…
Tonks sparì da davanti a
loro con un piccolo pop!
“Chissà come andrà alla
nostra cara Hermione il primo giorno all’Accademia per Medimaghi!” Sghignazzò
Harry guardando ancora una volta l’imponente facciata
dell’edificio.
“Come vuoi che le vada?”
Ron sventolò una mano come cacciando l’aria “Con la fama che ha conquistato il
giorno dei test di ammissione quando ha snocciolato tutti gli incantesimi che
possono essere causa di ustioni e lesioni…non credo che se la dimenticheranno
tanto facilmente una tipa così!”
Harry riprese a salire i
gradini sorridendo.
“Hai ragione!”
asserì
Quando entrarono dentro
l’Accademia si resero conto che Tonks aveva detto il vero: quel giorno c’era
davvero un gran da fare.
“Che
casino!”
Ron non poteva definire
la scena in maniera migliore: Auror che sfrecciavano da un punto all’altro dell’
ingresso, aereoplanini di carta con messaggi dentro che svolazzavano sopra le
loro teste (uno prese in pieno la tempia del rosso…), campanelli che suonavano,
streghe che chiacchieravano con le scrivanie davanti ai camini ricevendo le
segnalazioni dei cittadini del mondo magico prendendo note su pergamene, Auror
che si urtavano l’uno contro l’altro scusandosi per essersi rovesciati il caffè
sulla divisa…
“Ehi, Hestia?” Harry e
Ron alzarono lo sguardo verso la voce che avevano riconosciuto come quella di
Kingsley, vecchio amico dell’Ordine della Fenice.
“Si King?” Videro la
strega sorridergli affabilmente.
“Puoi occuparti tu di
quegli idioti che sono finiti dentro la stanza delle illusioni? Chiama il San
Mungo: usciranno sotto shock! Io devo andare: mi hanno chiamato dal Ministero…”
Chiese con lo sguardo supplicante l’Auror dalla pelle
scura.
“Vai, tranquillo! Ci
penso io!” Hestia gli diede un colpetto sul braccio con una carpetta di carta e
si allontanò con aria annoiata verso il primo piano.
“Grazie…ti devo un
favore!” Le urlò dietro Kingsley.
Hestia si fermò sulle
scale e sorrise al collega “Oh…non preoccuparti per questo! Avrai la tua
occasione! Non si finisce mai
Kingsley!
“
“Purtroppo è vero, cara
Hestia…” Sospirò Kingsley prima di voltarsi e raggiungere Harry e Ron in pochi
ma ampi passi.
“Siete sicuri al cento
per cento di voler passare il resto della vostra vita, anzi…fino alla pensione,
in queste condizioni!”Li intimò.
“Siamo masochisti!”
Rispose Ron con una scrollatina di spalle.
Kingsley fece un piccolo
sbuffo e si allontanò salutandoli con un cenno.
“Oh…scusa…prima di
lasciarti andare…” Lo fermò Harry.
“Volete sapere dov’è
l’Aula Magna, non è così?” Harry e Ron annuirono. Kingsley guardò il grande
orologio con le lancette d’oro che troneggiava sopra la porta d’ingresso e
sospirò “Ma si, vi accompagno! Almeno sarete due in meno da tirar fuori da
qualche ala nascosta o proibita a voi matricole…”
Harry e Ron sorrisero
raggianti e seguirono Kingsley che nel frattempo si era arrampicato con passo
atletico su per l’immenso scalone dell’accademia, sopra il quale troneggiava il
gigantesco stendardo: un arazzo con la
A degli Auror in argento
e oro.
Lo stesso simbolo era
ricamato sulle loro divise che ancora profumavano di
nuovo.
La rampa di scale si
diramava a destra e a sinistra, ma con tutto quel via vai di gente le due
matricole si stavano muovendo nella direzione sbagliata.
“ Ehi, voi
due!”
Harry e Ron sobbalzarono
e si voltarono verso Kingsley, che dall’altra parte delle scale li esortava a
raggiungerlo.
“Proprio dove non
dovreste andare!”
“Cosa c’è di là?” Chiese
Harry curioso una volta raggiunto l’Auror.
“Gli uffici dei grandi.”
Rispose secco Kingsley. Guardò Harry e Ron e fece loro l’occhiolino
dicendo…“Dopo quello che avete fatto qualche mese fa con il Signore Oscuro,
penso che non ci metterete tanto a visitare quelle stanze! Anche se in tutta
franchezza vi posso assicurare che vi invidio! E’ terribilmente stressante dover
scattare in piedi ogni volta che c’è da fare qualche ispezione, o andare ad
arrestare qualche Mangiamorte che ci è sfuggito di mano…o qualche burlone che si
è svegliato con lo sghiribizzo di inquietare i Babbani…
Certo…poi è gratificante
vedere il tuo nome in cima alla lista dei fautori del
colpo…però…!”
“Di cosa ti occupi per
ora?”Chiese Ron curioso di sapere come si prevedeva la vita da
Auror.
“Bhè…un po’ qui…un po’
là… stiamo dando una ritoccatine al vostro operato…”
“In che senso?” Harry
spinse gli occhiali sul naso e guardò attentamente il buon vecchio
Kingsley.
“Non credere che una
volta caduto definitivamente il Signore Oscuro non ci siano più Mangiamorte in
giro! Anzi…ora c’è la gara per chi tra questi deve essere il suo erede! Te li
immagini…Quella è gente che non ama starsene con le mani in mano! Ma vengano da
me, che il lavoro glielo trovo sempre e comunque! Ci sarebbe da rimettere a
posto quel maledettissimo archivio, ma da quando c’è sfuggita una cucciolata di
mollicci che crescevamo in allevamento per le simulazioni di primo anni e si è
rintanata proprio nelle cantine dell’archivio…ti assicuro che quei poveri
inservienti addetti all’archivio non oseranno mai metterci
piede!”
“Mollicci?!”fece
entusiasta Ron.
“Io ho sfidato un
molliccio! Ron pure! Non è stato difficile!” Si aggiunse Harry carico dello
stesso entusiasmo.
“Bhè, si…prova a
trovarti da solo in una cantina poco illuminata e trmendamente silenziosa e
vederti spuntare la cosa che temi più di tutte, praticamente indeformabile
perché sono un’intera cucciolata, e stiamo parlando di una cinquantina di
mollicci! Anzi…vi dirò di più! Sono lì dentro da più di tre mesi, e ora quei
diavoletti saranno belli e sviluppati!
Mi sa tanto che ve la
dovrete vedere voi come esercitazioni con quelli! E toglietevi quei sorrisetti
beffardi e ingenui dalle facce! Non sarà mica una passeggiata questo corso!”
Ringhiò con un mezzo sorrisetto maligno increspato sulle
labbra.
Tutto ciò non prometteva
nulla di buono.
“King, le hai trascritte
quelle relazioni?” Chiese un auror prendendo inaspettatamente Kingsley per un
braccio.
“Le ho sulla mia
scrivania, te lo assicuro! Quando torno passo nel tuo ufficio e …” ma il nuovo
venuto lo interruppe scuotendo ferocemente il capo.
“NO! Mi servono adesso!
Te le avevo richieste la settimana scorsa! Mi hai bloccato per una
settimana King! Capisci
che vuol dire? UNA SETTIMANA!”
“Si, Jack…me ne rendo
conto…”Sbuffò Kinglsey seccato.
“Piuttosto…” continuò
quello “…chiama Weasley e chiedigli a che punto è quella ricerca sulla condotta
del gas Babbano. Ancora non…”
“L’ha
finita!”
L’Auror si voltò verso
Ron (che cominciò a cambiare colore d’orecchie) e lo squadrò da capo a piedi in
tutta la sua lunghezza.“Tu sei un Weasley!”
“Ehm…sissignore!”
“Bene…benvenuto a bordo,
giovanotto! Congratulazioni!” Gli disse Jack battendogli sulla
spalla.
“Grazie, signore…”
borbottò imbarazzato Ron.
“Dici che la relazione è
pronta? Quella sulla condotta del gas?”
“Si, signore…ieri sera
mio padre diceva che l’avrebbe mandata in mattinata…Non pensavo fosse per
l’Accademia!” Ron abbozzò un sorriso parlando emozionato.
“Bene! Molto bene!
Almeno le richieste ad Arthur possiamo fargliele direttamente tramite il figlio
e senza passare per i gufi! Rapido e indolore! Ottimo! Kingsley, andiamo…quella
tua relazione mi serve subito!”
“Stavo accompagnando i
due ragazzi in Aula Magna! Ci metto un attimo, aspettami nella mia stanza!”
“La trovano da soli!
Tanto ormai sono arrivati! Dai muoviti! Ho fretta! Ehi! Ragazzo…ci conto su
quella relazione di tuo padre! Se non mi arriva oggi me la farai avere tu
personalmente domani mattina! Chiaro?”Chiese rivolto a
Ron.
“Sissignore!”
“Andiamo King!” Sbraitò
il superiore allontanandosi di gran carriera.
Kingsley si strinse
nelle spalle e seguì l’Auror, che dopo essersi fermato all’improvviso tornò sui
suoi passi e si fermò davanti a Harry puntandogli il dito contro il
petto.
“ Tu…tu sei Harry
Potter, vero?”
“Sissignore!” rispose
pronto Harry…in tutti questi anni era riuscito a controllarsi quando qualcuno lo
riconosceva prendendolo alla sprovvista…dati i recenti avvenimenti,
poi…
“Avevamo proprio bisogno
di te qui dentro! Quest’anno abbiamo delle ottime matricole, vedo!”Constatò
volgendosi verso Kingsley che sorrise e annuì.
I due Auror si
allontanarono mentre la folla di persone che salivano e scendevano dalla rampa
su cui erano rimasti Harry e Ron superava i due ragazzi non accorgendosi della
loro presenza tanto erano presi dai loro pensieri.
Ron si sistemò meglio la
borsa sulla spalla e fece un cenno ad Harry col capo.
“Andiamo?”
“Si, ma dove?” Sospirò
Harry guardandosi intorno.
Ron fermò un Auror di
passaggio tirandolo per una manica della divisa
“Scusi…l’Aula
Magna?”
L’Auror guardò
disgustato il ragazzo e se ne andò borbottando un…“Che
maniere…”
Ci provò Harry che si
mise davanti una signora che teneva lo sguardo fisso a terra, mentre saliva in
tutta fretta i gradini.“Signora? Scusi…l’Aula Magna?”
“Trovatela da solo,
ragazzino! Qua io non ho tempo da perdere! Ma chi me lo ha fatto fare di
concorrere per quel posto di segretaria di quell’idiota! Se il suo capo venisse
a sapere che non è riuscito nella metà delle missioni affidategli…com’è che
ancora non l’hanno degradato ad addetto dei gabinetti, io ancora non lo so!
GIURO! SPARISCO! VADO COI BABBANI IO! GENTE CHE HA LA
TESTA
SUL COLLO E NON CHISSA’
DOVE!”
Harry e Ron si
guardarono e scoprirono di avere entrambi la stessa espressione
allibita.
“E adesso?” Chiese Ron
constatando che erano ancora al punto di partenza.
“Ma non c’è nemmeno uno
straccio di indicazione? Come cavolo facciamo a…”
Harry fu spinto da un
Auror che portava uno scatolone fumante tra le braccia.
“Scusate!” Bofonchiò
questo allontanandosi.
Harry si massaggiò il
braccio, ancora pieno di lividi della recente battaglia, che aveva sbattuto
contro la scatola dell’Auror.
“Non voglio certo finire
in cantina, oggi! Perciò cerchiamo di muoverci a colpo sicuro qui dentro,
chiaro?” disse risoluto Ron avanzando di un passo.
“Certo che è chiaro,
Ron…ma come facciamo a muoverci a colpo sicuro se qui non ci calcola nessuno?”
gli fece notare Harry raggiungendolo.
“Dov’è Hermione quando
abbiamo bisogno di lei?” Piagnucolò il rosso passandosi una mano tra i
capelli.
“Serve
aiuto?”
Dopo essere saltati
entrambi per aria i due riconobbero il vecchio Auror: Alastor Malocchio
Moody.
“Professor Moody!” Gioì
Ron ringraziando mentalmente il cielo per il provvidenziale
incontro.
“Moody e basta, ragazzo!
Non ho mai avuto il piacere di farvi da insegnante e né ne avrò
occasione.”
“Non insegna qui
all’Accademia?” Osò chiedere Harry…non l’avesse mai fatto…
Moody sgranò gli occhi e
con un dito alla tempia gli diede del matto. “Dimmi, ragazzo…lo sai che
seccatura è avere a che fare con certi idioti? Non mi riferisco a voi,
ovviamente! State certi che anche voi vi renderete conto in che mani
incompetenti è la comunità magica, parlando di sicurezza. Certi vostri nuovi
colleghi avranno passato i test per raccomandazioni o per pura fortuna…o perché
hanno copiato da uno di voi due…Questi non dureranno più di un mese qui dentro!
Già un paio sono finiti nella stanza delle illusioni…ho visto la povera Hestia
Jones mettersi le mani ai capelli poco fa…”
“Cos’è la stanza delle
illusioni?” Chiese Ron avido di sapere…chi non lo sarebbe al suo
posto?
“E’ ancora troppo presto
per voi sapere cosa contiene quella stanza. Aspettate alla fine del trimestre e
le vostre curiosità saranno soddisfatte. Ora venite con me: v porto nell’Aula
Magna.”
Harry e Ron tirarono un
sospiro di sollievo quando Moody mosse il piede di legno in direzione di un
corridoio a destra.
“Onestamente…io avrei
continuato a percorrere il corridoio fino alla fine.” Ammise Ron a mezza bocca
nell’orecchio di Harry.
Evidentemente Moody ci
sentiva benissimo anche con tutto il chiasso creato dai cicalecci dei
passanti.
“Andare a destra…è
quello che fanno gli idioti, Weasley!”
Ron divenne
paonazzo.
“In fondo al corridoio
c’è la vecchia sala proiezioni. Così infestata di spiriti negativi che è stata
adibita ad aula per le esercitazioni pratiche di terzo grado! La vostra
preparazione è degna di un buon grado zero. E pensate a quello che voi avete
fatto qualche mese fa! Sarete avvantaggiati sicuramente rispetto ai vostri
colleghi che partiranno da un grado medio di -2…-2,5…”
“ Gradi in negativo?
Come i debiti formativi da recuperare, non è così?” Chiese Harry corrucciando la
fronte.
“Ci puoi giurare,
ragazzo! Su 10 che avete superato gli esami di ammissione solo in tre partite
dal livello 0.”
Ron sgranò gli occhi:
“Siamo solo in 10?!”
“Quando sono entrato io,
circa 50 anni fa, eravamo 150. Ora, dopo quello che è successo con il Signore
Oscuro, sono veramente pochi quelli che rischierebbero la propria vita per una
giusta causa.
E non pensate che i
raccomandati abbiano tanto fegato! Posso garantirvi che lo fanno solo per il
titolo. Essere un Auror è un privilegio! Un onore! Vieni guardato con timore e
rispetto da tutti: compreso il Ministro della Magia.” Gli occhi di Moody
brillavano mentre parlava della sua carriera.
Harry e Ron si sorrisero
a vicenda, contenti per la loro futura posizione.
“Eccoci arrivati.” Moody
spinse la pesante porta e li fece entrare.
Il debole brusio
all’interno della stanza si interruppe all’istante.
L’enorme aula, con i
larghi banconi in legno, ospitava soltanto sei ragazzi disposti su un’unica
fila: solo una ragazza aveva superato i test.
“Forza, voi
due..prendete posto: Manlius starà arrivando.”
Moody uscì dall’aula e
il brusio tornò: questa volta l’attenzione dei cadetti era puntata su Harry e
Ron.
“Ehi! Guarda un po’ chi
si rivede!”
“Ma voi non siete Potter
e Weasley?”
“Siamo noi…” Rispose
Harry, che si aspettava queste domande.
“Certo che siete voi…per
quelli del Greatwand siete due facce come altre…ma per quelli di Hogwarts come
me…come stà la Granger?” Chiese un ragazzo seduto nella prima fila di
banchi.
“Non c’è.” Disse seccato
Ron.
“Si, lo so che non
c’è…me ne sono accorto…ma dov’è?”
“ Hermione ha intrapreso
gli studi per diventare Medimago.” Rispose Harry sperando che a Ron non venisse
un qualche attacco di gelosia.
“ Vedrò di infortunarmi
più spesso, allora!” Sghignazzò il ragazzo facendone ridere
“Tranquillo…ci penserei
io a rimetterti le ossa a posto!” Ringhiò Ron serrando i
pugni.
“Oh, su…non fare il
gelosone, Ron! Stavo scherzando!” Il ragazzo si arrampicò sul banco e saltò giù
tendendo la mano ai due nuovi compagni. “Salve! Sono Simon McCullers! Ero a
Tassorosso, fino allo scorso luglio…”
Il ragazzo era poco più
alto di Harry: capelli biondi, occhi verdi e un sorrisetto simpatico che ad
Harry fece pensare a Fred e George.
“Si…il tuo viso non mi è
nuovo…” disse piano Harry cercando di non sembrare
scortese.
“Ti ricordi Justin
Finch-Fletchley?”
“ Certo!” rispose subito
Harry: come poteva scordarlo…per come la vedeva la scuola, gli aveva aizzato un
serpente al 2° anno…
“Compagno di banco del
sottoscritto per la bellezza di 7 anni!”
“Davvero?”
“Com’è piccolo il
mondo!” Ron provava ancora qualche rancore nei confronti di quel biondino più
simile ad un folletto che non ad un ragazzo…Mai osare toccare anche solo con le
parole Hermione…
“Io sono David Perks!”
Si presentò un ragazzo un paio di file più indietro.
“Io sono Lisa Turpin!”
li salutò cordialmente l’unica ragazza del corso “David Turpin è mio cugino…noi
eravamo di Corvonero.”
“Ma…veniamo tutti da
Hogwarts!” Chiese stranito Harry guardando i nuovi
colleghi.
“Assolutamente no,
infatti…Io sono Jim Boot….ero al Greatwand due anni fa…!” Si presentò un altro
allungando la mano dal banco della prima fila.
“ Greatwand?” Ripetè
Harry più a se stesso che agli altri.
“Una scuola di magia in
America.” gli spiegò Ron sottovoce.
“Il mio quasi cognato…”
ridacchiò Simon McCullers
“Mica hai sposato
Terry!” Fece veemente Jim.
“Terry Boot? Corvonero?
”
Simon annuì. “Esatto! La
mia ragazza!”
Il viso di Ron si
illuminò all’improvviso.
“Allora non ci provi con
Hermione!”
“Ancora con questa
storia…no, Ron! Non ho bisogno di corteggiare Hermione! Terry è la mia ragazza
da più di 2 anni!”
Harry e Ron non ebbero
nemmeno il tempo di presentarsi agli altri compagni che la porta si aprì e un
uomo in divisa da Auror entrò nell’aula e la chiuse sbattendola molto
forte.
Harry, Ron e Simon si
sedettero molto rapidamente sulla panca accanto agli
altri.
Manlius
Turner.
Il nome fu scritto a
lettere minute e sottili sulla lavagna da un gessetto stregato dal professore
che, dopo aver completato il suo lavoro cadde a terra con un
tonfo.
Il professor Turner gli
diede un calcio e alzò lo sguardo verso i pochi studenti presenti nella grande
aula. “Due dei vostri colleghi, finiti non si sa come nella stanza delle
illusioni, sono stati allontanati preventivamente dall’accademia. Considerate
l’essere arrivati in questa stanza come un’ulteriore selezione. Qui vogliamo
gente capace, non esseri più simili ai vermicoli.”
La porta si aprì ancora
una volta ed entrarono tre docenti.
“Vi presento il
professor Ittico Nubrick, docente del corso uno. Il professor Frank Tipest,
docente del corso due. La professoressa Melissa Bernardis, docente del corso
tre. E io, Manlius Turner, docente del corso quattro. Noi saremo i vostri stunt,
se così volete definirci. Vi seguiremo, vi miglioreremo e vi insegneremo tutto
quello che vi servirà per sconfiggere…gli uomini cattivi.”
Il professor Turner
sghignazzò un po’, mentre i professori guardavano uno ad uno ogni
studente.
Simon si avvicinò a
Harry e gli disse in un sussurro “Nessuno di questi mi ispira…forse era meglio
la McGranitt!”
“SILENZIO!” Tuonò la
profonda voce di Turner rimbombando nella stanza.
Il sorriso comparso per
pochi istanti sulle labbra di Harry sparì completamente.
“Non pensate che siamo
sordi…il minimo sussurro, il cadere di una foglia…imparerete a cogliere il
minimo rumore. Dovete essere pronti! Svegli! Capaci! Nessun frignone! Le
pappemolli sono buone per scaldare le poltrone del ministero.” Guardò ciascun
ragazzo e continuò il suo discorso dopo un attimo di pausa. “Avrete un solo
momento di svago: la vostra festa delle matricole, ovviamente. Sarà venerdì
sera. Procuratevi la vostra dama, o per lei, signorina Turpin, e per chiunque lo
preferisca, il vostro cavaliere…La festa comincia alle otto e mezza. Dopo di
ciò…dimenticatevi qualsiasi divertimento.”
Afferrato un foglio di
mal grazia dalla cattedra, Turner disse “Ora verrete divisi secondo il vostro
livello di preparazione che avete dimostrato nei test di ingresso. Con il
professor Nubrick: Mark Wilson, di grado -3.
Mark Wilson, per nulla
contento del suo grado, uscì dalla fila e raggiunse il
professore.
“Un solo studente, eh
Ittico?” scherzò Turner col professore dai lunghi baffi.
“Meglio così. Meno sono,
meglio vengono seguiti. Andiamo, giovanotto.”
“Noi siamo tutti e due
di grado zero! Saremo nello stesso corso, allora!” sussurrò Ron avvicinandosi ad
Harry.
“Probabilmente con
Turner.” Constatò il moro.
“Oh bhè…speriamo
bene…”Sospirò Ron stiracchiandosi un po’ sulla dura panca di
legno.
“Avete finito voi due?”
Chiese con finta voce amabile il professore che li squadrava con un sorriso più
che falso.
Ron arrossì e mormorò un
debolissimo “Scusi…” mentre Mark e il professor Nubrick uscivano
dall’aula.
“Con il professor
Tipest: Stephen Loewe e David Perk, di grado -2. Con la professoressa Bernardis:
Lisa Turpin e Jim Boot, di grado -1.”
Ron si voltò rapidamente
verso Simon il quale gli sorrise salutandolo con la mano e bisbigliando “Salve
colleghi!”
Ron alzò un sopraciglio,
ma Harry sorrise al biondino.
Era appena nata la nuova
squadra di Turner.
“Bene. Andiamo anche
noi?” disse Turner scendendo dalla scrivania, sulla quale si era seduto, e
aprendo la porta.
Harry, Ron e Simon si
guardarono per un attimo, prima di affrettarsi a raggiungere il
professore.
Continua…
Non posso crederci…ce
l’ho fatta! Sono riuscita a ricopiare il primo
capitolo!
E così, miei cari ha
inizio questa storia precedentemente annunciata!
Che ve ne sembra?
Certo…è ancora agli
inizi ed è un capitolo privo di azione ma mi è servito per presentare ambienti e
personaggi.
Prometto in qualcosa di
più nei prossimi capitoli!
Mooooolto di
più!
Aspetto con ansia i
vostri pareri! Siate numerosi!
Si sedettero sull’erba e il
professore fece comparire dal nulla uno sgabello e vi ci sedette, per poi
cominciare il suo discorso.
“Prendete nota: dalle 8.30 alle
10.30 Incantesimi, dalle 10.30 alle 12.30 Creature magiche di grado 0, dalle
12.30 alle 14.30 pausa pranzo. Dalle 14.30 alle 16.30 Arti oscure di grado 0,
dalle 16.30 alle 19.30 Palestra.”
Fece spiccio il professore; Ron e
Harry spalancarono contemporaneamente la bocca per al mole delle materie.
“Giornate piuttosto intense…”
Commentò Simon per nulla contento.
“Chiudete quelle bocche, stupide
matricole. Questo è solo l’inizio. In più…ogni qual volta ci sarà una missione
che potrete sostenere vi recherete sul posto. Spero che tutti voi abbiate
superato l’esame di Smaterializzazione.”
I tre ragazzi annuirono, senza
smettere di staccare gli occhi dall’insegnante.
“Bene…” Proseguì questi dando una
vaga occhiata al foglio che teneva in mano. “Quello che vi ho detto era il
programma per lunedì e mercoledì. L’orario del martedì e del giovedì cambia solo
per le materie della mattina: avrete, in questi giorni, dalle 8.30 alle 10.30
Pozioni e dalle 10.30 alle 12.30 Trasfigurazione.”
Presa nota, Ron alzò lo sguardo e
chiese…
“ Professore, mi scusi, e il
venerdì?”
“Stavo giusto per dirlo,
Weasley.” Rispose il professore infastidito.
Ron si mortificò un poco…
“Dunque…il venerdì avrete di
mattina le ore di formazione.”
“Esatto Mc Cullers. Formazione.
Secondo me, è la parte meno interessante del corso. Vi snoccioleranno regole,
documenti, progetti, Auror che hanno fatto la storia, strizzacervelli che vi
studieranno per benino, controlli medici una volta ogni due settimane…”
“Andremo al San Mungo?” Ron
arrossì un po’, sorridendo inconsciamente.
“Si, signor Weasley. Sempre se
durante un allenamento non le spunta un altro braccio, allora in quel caso
visiterete il San Mungo con più frequenza.”
I tre ragazzi ridacchiarono.
“Ma…sebbene le studentesse per
diventare Medimago siano piuttosto gradevoli, il recarsi al San Mungo per una
così sciocca bambinata penalizzerebbe molto il vostro curriculum.” Un sorrisetto
malizioso comparve sul volto di Turner.
“Non possiamo avere relazioni
sentimentali? Non possiamo avere la ragazza?”
Harry e Ron lo guardarono
allarmati, mentre le loro guance diventavano cremisi.
“Per me potete fare ciò che vi
pare fuori dall’orario accademico, vale a dire prima delle 8.30 e dopo le
19.30…” disse Turner agitando una mano non curante “…tanto a me non verrà niente
se voi ci lasciate le penne in questo corso. Piangeranno le vostre
Medimaghette…Io ho ben altro a cui pensare.”
Turner si prese un minuto di
silenzio, prima di riprendere a parlare.
“Dovete imparare ad accorgervi
anche delle cose più sceme. Dovete saper cogliere il significato in
un’intonazione della voce o in un’espressione del viso.Ad esempio…nessuno mi
aveva detto che la ragazza di Ron è al San Mungo, ma lo si capiva benissimo
dalla faccia che ha fatto appena ho accennato quell’altra gabbia di matti
dell’Accademia dei Guaritori…Questo torna molto utile quando si tratta di dover
tenere un interrogatorio…specie se si ha a che fare con persone toste…”
“Bhe signore…ad essere sincero…io
non ho la ragazza…” Disse timidamente Ron correggendo il professore.
“Non mentire. Ho imparato da
molto tempo a distinguere una bugia da una verità senza bisogno del Veritaserum.
Posso garantirvi che non mi sfugge nulla.” Lo guardò in tralice e disse ancora
“Dove stà dunque?”
“Ehm…al San Mungo signore…ma non
è la mia ragazza.” Ron arrossì fortemente.
“Certo, certo…e tu vuoi darla a
bere a me?”
E qui strizzò l’occhiolino a Ron,
che lo guardava allibito.
“Oh! Bene! ARRIVO SUBITO!” Disse
Turner rivolto a qualcuno alle loro spalle.
I tre si voltarono e ad una
finestra videro una signora di mezz’età gesticolare e chiuderla.
“Sono arrivati. Scusatemi: 5
minuti esatti e torno con i vostri strizzacervelli.”
“Oggi non è venerdì!” Piagnucolò
Simon
“No, Mc Cullers…è mercoledì,
infatti.”
L’Auror scomparve con un debole
“pop” e i tre si guardarono.
“Cavolo…dico…quello si che è
figo! Voglio diventare anch’io un Auror come lui!” Disse il biondino della
squadra con un sorriso stampato in faccia e gli occhi sognanti.
“ Sentite…secondo voi scherzava
quando ha detto che alcuni studenti ci hanno lasciato le penne?”Chiese
preoccupato Ron giocherellando col prato.
“No, secondo me no.”
“Già, neanche per me quello
scherzava! Mica ci siamo presi un lavoro semplice noi! Siamo degli amanti del
pericolo!”
“Masochisti!”
Dissero Harry e Ron ricordando la
chiacchierata con Kingsley.
“Bhe, si…in effetti un po’ lo
siamo. Un po’ parecchio!”Aggiunse Simon facendo ridacchiare i due nuovi
colleghi.
Così come se n’era andato,
riapparve Turner, con altri tre distinti signori. Ognuno di loro teneva
sottobraccio una carpetta riportante il nome dei tre ragazzi.
“Bene, cominciamo. Ora vi faremo
delle domande a cui voi risponderete. Tutto chiaro, spero! Non è un concetto
tanto difficile.”
I tre ragazzi annuirono
preoccupati. A che tipo di domande dovevano rispondere? Harry non aveva
ripassato nulla dopo l’esame di ammissione.
( Per semplicità scriverò
direttamente i nomi di chi pone la domanda e chi risponde…chiedo scusa, ma le
frasi sarebbero state troppo ripetitive! Nd Padfoot )
Turner: Nomi. Tu, Weasley! Il tuo
nome!
Ron: Ron! Cioè…Ronald! Weasley, è
chiaro…
Turner: Il tuo nome di battesimo
completo, Weasley.
Ron: Ehm…Bilius, credo.
Turner: Credi?
Ron: Ronald Bilius Weasley, signore.
Turner: Bene.
Il primo uomo, con la cartellina
di Ron scrisse dentro, intingendo la piuma in un calamaio che svolazzava accanto
alla sua mano destra. Il secondo uomo guardò Harry.
Harry: Ehm…Harry James
Potter.
Anche il secondo uomo scrisse il
suo nome dentro la carpetta di Harry, subito dopo aver cercato e trovato con lo
sguardo in perfetto e composto silenzio, la cicatrice sulla fronte del ragazzo.
Toccò a Simon.
Simon: Simon Pier Joseph Mc
Cullers.
Quando anche il terzo uomo
scrisse il nome di Simon, Turner riprese la parola.
Turner: Bene. Ora dovrete
rispondere si o no alle domande che vi porrò. Qualora vi verrà chiesto di
indicare una frequenza voi risponderete in base al vostro caso. Dunque:
1)Avete mai avuto questioni con il Ministero della Magia?
Incantesimi in ambiente extra-scolastico? Babbani che vi hanno visto compiere
magie?
Ron: Si.
Harry: Si.
Simon: No.
Turner: Solo per il signor
Weasley e il signor Potter:
-una volta
-due volte
-più di due volte e specificare quante.
Ron: Una: ho guidato la macchina
volante di mio padre da Londra a Hogwarts e…
Turner: Non ci interessa, grazie.
Signor Potter?
Harry: Più di due volte.
Turner: Quante?
Harry: Bhe signore…non lo so! Non
ho tenuto il conto…il ministero mi ha comunque richiamato solo tre volte.
Turner inarcò un
sopracciglio.
Turner: Andiamo avanti:
2)Avete mai fumato? Erba pipa? Nicotina? Foglie di…?
Ron-Harry-Simon: No!
Turner: Bene.
3)Avete mai assunto alcolici? Wishy Incendiario? Idromele? Alcol
babbano?
Ron: Burrobirre…
Harry: Si, infatti…
Simon: Io si.
Turner: Quante volte le è
capitato di ubriacarsi, signor Mc Cullers?
Simon: Tre, signore.
Turner: Tipi di alcolici assunti,
signor Mc Cullers?
Simon: Sono figlio di babbani. Le
vacanze le passo con gli amici. Quindi alcolici di tipo babbano: birra, vodka,
alcolici fruttati…
Turner: Ok.
4)Primo bacio? Età?
I tre si guardarono.
Turner: Signori?
Simon: Ehm…13…
Harry: 15…
Ron si avvicinò a Harry per
chiedere aiuto e gli sussurrò…
Ron: 16? Erano 16, giusto Harry?
Con Lavanda…
Harry: Si!
Rispose Harry a mezza bocca.
Turner: Signor Weasley?
Ron: 16.
Turner: Bene.
Simon si avvicinò a Harry e
Ron.
Simon: Ma questo che
c’entra?!
Sia Harry che Ron si strinsero
nelle spalle scuotendo il capo.
Turner: 5) Avete baciato più di
una ragazza? Se si, quante diverse?
Ron: Una.
Harry: Due.
Simon: Cinque.
Harry e Ron guardarono Simon con
tanto d’occhi mentre il ragazzo sorrideva allegramentee salutava con la mano.
Turner: 6) L’ultima volta che
avete baciato una ragazza?
Simon: Dopodomani alla festa
delle Matricole.
Harry e Ron ridacchiarono.
Turner: Si, molto spiritoso
signor Mc Cullers. Può rispondere seriamente, per cortesia?
Simon: Ieri pomeriggio.
Harry: Lo scorso primo
settembre.
Il secondo uomo, quello con la
carpetta di Harry sorrise, dicendo:
“ È ancora a Hogwarts, eh signor
Potter?”
“ Già…” Ammise Harry
imbarazzato.
Turner: Signor Weasley?
Ron: Ehm…io…non lo ricordo…marzo
forse…
Turner: Di quanti anni fa, signor
Weasley?
Ron: Ero al sesto anno
quindi…dell’anno scorso…
Turner: Bene… 6) Avete mai avuto
rapporti sessuali?
Harry, Ron e Simon diventarono
paonazzi.
Harry: No.
Ron: No.
Simon: Si.
Harry e Ron guardarono per
l’ennesima volta Simon.
Turner: Sempre con la stessa
ragazza, Mc Cullers?
Simon: Si, signore.
Turner: Con le dovute precauzioni
anticoncezionali?
Simon: Sissignore.
Turner: Ultimo rapporto?
Simon: Ieri pomeriggio
signore.
Turner gli sorrise malizioso.
Turner: Cambiamo argomento… 7)
Peso e altezza.
Ron: 1,82 m e 70 kg.
Harry: 1,75 m e 60 kg.
Simon: 1,80 m e 70 kg.
Turner: 8) Colore dei capelli e
degli occhi.
Ron: Capelli rossi e occhi
azzurri.
Harry: Capelli neri e occhi
verdi.
Simon: Capelli biondi e occhi
verdi.
Turner: 9) Componenti in
famiglia.
Ron: 9.
E qui le orecchie di Ron
tornarono un po’ rosse…
Harry: 1.
Sussurrò Harry.
Simon: 4.
Turner: 10) Punteggio ottenuto ai
M.A.G.O.
Ron: 14.
Harry: 15.
Simon: 14.
Turner: Praticate sport?
Ron: Quidditch.
Harry: Quidditch.
Simon: Niente.
Turner: Pensate di seguire
un’alimentazione corretta?
Ron: Bhe si…
Harry: A Hogwarts e a casa di
Ron…assolutamente si.
Simon: No. Mangio quando ho fame
e senza ritegno tutto ciò che è commestibile.
Harry si avvicinò a Ron e gli
sussurrò
Harry: Un po’ come te, Ron!
Ron: Non è vero!
Turner: Posso continuare?
I tre ragazzi fecero
immediatamente silenzio.
Turner: Grazie. 13) Preferite il
dolce o il salato?
Ron: Dolce.
Harry: Dolce.
Simon: Assolutamente il
salato.
Ron: Non capisci niente!
Turner: 14!
Disse il professore alzando il
volume di voce.
Turner: 14) Mangiate frutta e
verdura? Se si, quanto frequentemente?
Ron: Ogni giorno se sono a casa.
Mia madre ci tiene…
Harry: Io ho passato l’estate da
Ron, quindi…
Simon: Frutta mai. Verdura quando
mi gira.
Turner: Mi sa che dovrete
cambiare regime, ragazzi.
Ron borbottò qualcosa che suonava
tanto come “…diventeremo tanti conigli!”
Turner: Conigli o no, signor
Weasley, se vuole restare qui dentro deve mantenere i ritmi del regime. Una
buona alimentazione favorisce una migliore sopportazione dello stress fisico e
mentale che vivrete qui, in questa Accademia. Continuando…
15) Pensate che il lavoro di
Auror sia semplice?
Ron-Harry-Simon: No.
Simon: Non l’avrei scelto
sennò…
Turner: 16) Ognuno di voi mi dia
una risposta esauriente giustificando la sua scelta di diventare Auror.
Harry: E me lo chiede…
Simon: Amo il brivido
dell’avventura!
Ron: Non saprei!
Turner: Ho detto che voglio una
risposta esauriente!
Simon: Io le ho risposto! È
esauriente! Amo il brivido! Sono un cacciatore di pericoli.
Harry: Perché non combattevi tu
contro Voldemort al posto mio lo scorso luglio?
Simon: Avevo i M.A.G.O., sennò
l’avrei fatto! Però ti avrei tolto tutto il divertimento…
Harry sorrise al collega,
scuotendo un po’ il capo.
Turner: Potter, Weasley…aspetto
ancora una risposta.
Harry: Bhe…perché…ho abbastanza
esperienza nella lotta contro le Arti Oscure…credo di potermela cavare.
Ron: Stessa risposta per me! Io
c’ero a luglio…
Turner: Ve la do per buona,
ragazzi. 17)…
Ron: Ma quante sono?!
Turner: Gode di poca pazienza,
signor Weasley?
Ron: Scusi…
Turner: 17) Pensate di essere
abbastanza svegli e attenti? Sapete trarre conclusioni esatte con una serie di
indizi?
Ron: Quella è Hermione…
Turner: Non stiamo parlando della
sua fidanzata, signor Weasley! Stiamo parlando di lei!
Il professore non aveva alzato lo
sguardo dal foglio. Harry scoppiò a ridere e aveva le lacrime agli occhi per lo
sforzo di trattenersi.
Ron: Io…non lo so, signore…non ho
mai avuto occasione di…
Turner: Si o no?
Ron: Non lo so!!
Turner: Ci scriva no…
Disse Turner all’uomo con la
carpetta di Ron.
Ron: Ma…
Turner: Lei signor Mc
Cullers?
Simon: Io…bhe…in logica me la
sono sempre cavata…penso di si…
Turner: Bene…signor Potter?
Harry: Credo di si…
Turner: Ottimo. 17 fatta. 18)
Siete dei tipi critici? Sapete porvi neutralmente tra due opinioni e trarre le
vostre considerazioni senza intromissione alcuna di terzi?
Simon: Certo.
Ron: Si! Credo…
Harry: Si, si…
Turner: 19) Avete fiducia in voi
stessi?
Simon: Anche troppa…
Ron: No.
Harry: Non so…a volte si, a volte
no…penso più no…
Turner: Almeno siete sinceri…
20) Se poteste scegliere, quale
altra carriera vorreste intraprendere?
Simon: Ron il Medimago! Non è
così?
Harry e Simon ridacchiarono a
mezza bocca.
Ron: Bhe…forse…magari…si, qualche
mese fa devo ammettere che ci pensavo…
Turner: Si, ma questo non è per
la carriera, Weasley! Il motivo per cui avresti scelto sarebbe stato sempre
questa graziosa Medimaghetta per cui hai perso la testa.
Mancava davvero poco per vedere
Harry rotolarsi a terra per le risate. Vedere l’amico così serio, rosso e
l’espressione spiazzata di chi è stato scoperto lo faceva davvero morire dal
ridere!
Turner: Signor Potter!
Harry: S-Scusi…
Turner: Allora, Weasley…sto
aspettando…
Ron: Bhe…credo…al Ministero per
la regolamentazione degli sport magici!
Simon: Io penso avrei optato per
la Gringott!
Harry: Io non so…le creature
magiche forse…o avrei fatto l’Indicibile! Ecco sì! Avrei fatto l’Indicibile al
Dipartimento dei Misteri.
Turner: L’Indicibile, eh? La sua
visitina al Dipartimento dei Misteri non è stata molto piacevole…comunque
restiamo sempre nell’ambito delle Arti Oscure, Potter! Lei ha le idee molto
chiare vedo!
Harry: Nella mia posizione non
credo di avere molte prospettive…e poi, mi affascina come mestiere.
Turner: Bene, ragazzi. Abbiamo
concluso.
I tre signori delle carpette si
allontanarono dopo aver fatto un debole inchino ai tre ragazzi e al docente.
“Professore?” Chiese Ron una
volta rimasti soli. “Scusi…che cosa c’entravano quelle domande…insomma…quelle
sui rapporti sessuali…sull’alimentazione…sul nostro carattere…”
“Vedi giovanotto…un Auror non ha
segreti. Specie tra i propri colleghi e i propri superiori. Ne deve avere dubbi.
Un Auror sa tutto di tutti e se non sa lo intuisce. Un Auror sa! Ha tutte le
idee chiare, tutte le informazioni che gli servono a portata di mano! Deve saper
sfruttare quello che ha per poter rinchiudere Mangiamorte o maghi oscuri di
qualsiasi genere ad Azkaban. Piuttosto…ricordatemi di cominciare a scrivere i
vostri lasciapassare per la prigione…la visiterete quanto prima…e non sarà una
gita di piacere.”
“ Andremo ad Azkaban?” Chiese
Harry parlando anche a nome degli altri due.
“Certo. Prima o poi dovrete
andarci. Meglio prima che poi. Ora…Mc Cullers ha già conseguito la patente
B…”
Simon annuì.
“ Patente di che tipo?” Chiese
curioso Ron alzando un sopracciglio.
“ Patente automobilistica,
Weasley.” Fece sbrigativo Turner.
“Oh…” Mormorò il rosso.
“Mi sono premurato di farla avere
anche a voi due.”Disse dando ad ognuno dei due ragazzi la patente nuova di
zecca. “Il signor Weasley sa già guidare, Potter. Veda di mettersi al
passo.”
“Devo imparare a guidare?”
piagnucolò Harry.
“Certo! Se no la patente a che le
serve?”
Simon si avvicinò all’orecchio di
Ron e borbottò “A saperlo non ci perdevo tempo nell’autoscuola babbana.”
“Dunque…ad ogni gruppo spetta
un’auto fornita dal Ministero. Vi serviranno per muovervi in incognito nel mondo
babbano. La stessa Accademia pagheràper voi la benzina e l’assicurazione. La terrete con voi, in modo da non
occupare il garage dell’Accademia più di quanto non lo sia già.”
“Si…come glielo spiego agli amici
che mi hanno regalato un auto? Sanno perfettamente che i miei non mi fanno
guidare…” Ridacchiò il biondino.
“E allora perché hai preso la
patente?” Chiese sarcastico Harry.
“Prima o poi sarebbe servita…”
Rispose Simon scrollando le spalle.
“Weasley! La tieni tu?”
Ron cadde dalle nuvole “Io?
Cosa?”
“L’auto, Weasley!” Sbuffò il
professore esasperato alzando gli occhi al cielo.
“Oh…grazie signore!”
“Hai un garage a casa?”
“Troverò il posto.”
“Molto bene. C’è altro che vi
devo dire…oh si! Il venerdì pomeriggio! Me ne stavo dimenticando…il venerdì
pomeriggio avrete l’allenamento da Auror.” Disse con aria non curante
Turner.
“Non lo faremo già ogni
pomeriggio?” Chiese Simon.
“No…quello di venerdì saranno
duelli, simulazioni di missioni, esercitazioni vere e proprie. Detto questo…vi
faccio fare un giro del posto, andiamo a pranzo e poi potrete sparire per oggi.
Domani si comincia con il vero lavoro. Andiamo, forza.”
Si alzarono e cominciarono a
muoversi nel parco.
“Quella li infondo è la serra.
Erbologia e Pozioni sono un’unica materia il martedì e il giovedì mattina, dalle
8.30 alle 10.30. Questa zona è un parco dove gli Auror possono riposarsi ne rari
momenti di pausa. Possono fare anche jogging per tenersi in forma. Oh si!
Dimenticavo…la palestra del lunedì è la piscina. Il mercoledì il campo di volo.”
Mostrò loro Turner indicando i vari padiglioni lungo il viale del parco.
“Piscina?” Chiesero Harry e Ron
all’unisono.
“Io non so nuotare!” Mugugnò il
rosso.
“Dovrete imparare! E ovviamente
anche il volo. Se lei, signor Mc Cullers non ha una buona scopa, gliela
procureremo noi.”
“Ok.”
“Più avanti c’è per l’appunto il
campo per il volo.”
Dopo aver fatto un sommario giro
del parco rientrarono dentro l’edificio.
“I vostri armadietti.” Mostrò
loro il professore “Potter, Weasley e Mc Cullers. Saranno vostri finché non
diventerete Auror. Queste sono le chiavi. Non perdetele. Dentro troverete i
libri di testo: non saranno solo vostri, ma sono messi a disposizione del
dipartimento per consultazione. Quaderni, piume e inchiostro ve li procurerete
voi. Inoltre qui dentro ci sono le divise per l’allenamento. Aprite,
avanti!”Incitò Turner.
I tre aprirono gli armadietti e
uscirono una borsa sport grigia con su ricamata in oro la A degli Auror su un fianco. Dentro
trovarono un pantaloncino sul ginocchio nero e una maglietta bianca piuttosto
resistente, con il simbolo degli Auror sul petto a sinistra. Un paio di scarpe
da tennis bianche e grigie. Un accappatoio bianco candido (sempre con il simbolo
Auror sulla parte sinistra del petto), un costume a pantaloncino nero
(immancabile il simbolo…), un paio di ciabatte per la piscina, una cuffia nera e
una tuta grigia.
“Ovviamente noi non disponiamo di
una lavanderia, quindi questi indumenti ve li pulirete da soli a casa.”
Simon ridacchiò “Mia madre non
sarà tanto contenta…”
“Sapone e shampoo per la doccia
si trovano giù negli spogliatoi della piscina. La vostra divisa per il volo…”
Disse facendole notare in un vano della borsa. “La vostra divisa di servizio.”
Disse indicandola in un altro vano. “ Quella che indossate per ora è la divisa
che porterete durante le lezioni. Quella di servizio è da indossare per le
missioni.”
“Perderemo un sacco di tempo per
cambiarci…”
“Oh no…” Rispose Turner alla
lamentela di Ron. Roteò la bacchetta in senso antiorario sopra la testa e i suoi
abiti cambiarono, passando dalla divisa da Auror a un completo giacca e cravatta
invidiabile da zio Vernon. Fece ruotare ancora la bacchetta allo stesso modo e
cambiò ancora d’abito trasformandosi in un golfista. Ancora una volta ed era
diventato un barbone. Ancora una volta ed era un teppista del Bronks…poi tornò
nei suoi abiti di Auror.
“Trasfigurazione, Weasley.
Imparerete grazie a questa materia l’arte del travestimento. Questo si rivelerà
molto utile appunto per cambiarvi rapidamente per qualsiasi situazione anche se
sarete in ritardo. La palestra è da questo lato.”
Spinse una porta e i tre ragazzi
entrarono in quella che era una gigantesca palestra, come quelle delle scuole
babbane, con tutti gli attrezzi possibili ed immaginabili.
“Andiamo…vi assicuro che questo
posto lo odierete.”
Il professore accompagnò i
ragazzi in una sala al terzo piano.
“Questa è la biblioteca, vi
faccio fare un giro dentro, ma voi fate silenzio.”
Aprirono la porta. La biblioteca
era decisamente molto più grande di quella di Hogwarts. Il soffitto era molto
alto e dipinto con disegni blu, oro e argento. Visionato l’ingresso della sala
uscirono.
“Ci sono reparti proibiti in
biblioteca? Come a Hogwarts?” Chiese Harry incuriosito.
“No.” Fu la risposta secca di
Turner. “Vi ho già detto che qui dovrete sapere tutto! Niente è proibito di
sapere.”
Il professore fece vedere le aule
di incantesimi, pozione, trasfigurazione, creature magiche (in teoria), la nuova
sala proiezione, la sala riunione per le missioni e…
“La mensa. Forza…tutti in coda.
Prendetevi un vassoio e servitevi. Trovate posto e buon appetito. Torno tra
mezz’ora.”
Turner uscì e i tre, una volta
serviti del pranzo, si guardarono intorno cercando un tavolo libero.
“Una parola…” Mugugnò Simon
cercando con lo spazio un posto dove potersi sedere.
“Ehi! Ragazzi! Qui c’è
posto!”
Tonks agitava allegramente la
mano e faceva loro segno di avvicinarsi.
“Chi è quella?” Chiese Simon
incuriosito dalla strana ragazza dagli appariscenti capelli rosa.
“Un’amica…” Rispose semplicemente
Ron avvicinandosi.
Harry e Simon lo seguirono.
“Allora! Com’è andato il primo
giorno?” Chiese l’Auror salando la sua insalata, mentre i tre ragazzi prendevano
posto al suo tavolo.
“Una favola…”
“Ci siamo fatti un giro…”
“Avete fatto i test?”
“Si.” Dissero i tre per niente
felici della cosa.
“Che scemenze! Quando li ho fatti
ai miei ragazzi 3 anni fa non abbiamo fatto altro che ridere!” Sorrise Tonks
ripensando alla scena.
“Noi piangevamo…Turner è un
incubo!” disse a bocca stretta Simon.
“È severo, si…” Tonks agitò la
mano “…ma anche lui ha il suo lato tenero, non temete!”
“Com’è andata la tua missione?”
Chiese poi Harry ricordandosi delle circostanze in cui avevano incontrato
l’Auror quella mattina.
“Oh…bhe…sono arrivata che era
tutto finito! Peccato…oggi ero in vena di sventare qualcosa! Oh! Piuttosto!
Venite alla festa delle matricole, vero?”
“Mi accompagni tu?” Ridacchiò Harry “Ginny è a
Hogwarts…”
“Che c’entra…puoi farla tornare
per il fine settimana! Basta che o Molly o Arthur mandino una lettera di
permesso alla McGranitt! Il ballo è venerdì, giusto? Fatele un permesso per
venerdì, sabato e domenica ritorna!” Disse spiccia Tonks.
“Ginny non sa smaterializzarsi
ancora!”Le fece notare Ron
guardandola oltre la spalla di Harry.
“Oh, Ron…insomma! Come ti muovevi
tu alla sua età? Userà una passaporta, è chiaro!”
“Oh…giusto!” Constatò il rosso
addentando una forchettata di arrosto panato.
“Una passaporta che va da
Hogsmeade alla stazione di King’s Cross.”
“Non la possono mandare
direttamente per la Tana?” Chiese Harry.
“La McGranitt rispedisce sempre
li le passaporte da Hogwarts. E poi…a voi conviene, perché sennò vi dovreste
creare un’altra passaporta dalla Tana a Londra per il ballo! Povera Gin! Due
passaporte nella stessa giornata…” Disse Tonks spostando il piatto svuotato e
mescolando la sua macedonia.
Harry sorrise incoraggiato.“Ne
parlerò con i signori Weasley nel pomeriggio. Spero che accettino…”
“Vedo già mia madre che versa
lacrime di gioia!” Ridacchiò Ron.
“Dai Ron…” Arrossì il
moretto.
“Bhe…si, insomma…mica gliel’hai
detto che tu e Ginny…mia madre non se lo aspetta!”
“Tu invece chi porti, Ron?”
Chiese maliziosamente Tonks, ben sapendo già la risposta.
“Ehm…” Ron, cominciando sempre
dalle orecchie, divenne rosso quanto i suoi capelli. “…non saprei…forse…”
“Posso darti un piccolo
suggerimento, rosso?” Ridacchiò ancora l’amica.
“Ah si? E con chi dovrei
andare?”
“Con Hermione, è ovvio!”
Ron arrossì ancora di più e si
concentrò intensamente sulle cipolline in agrodolce nel suo piatto “No…io non la
chiamo…”
“Stasera le devi mandare un gufo!
Glielo avevo promesso!” Gli ricordò Harry.
“Harry, dopo quello che è
successo mi vergogno troppo…” Insistette l’amico.
“Appunto perché è successo devi
invitarla!” Gli fece notare ancora lui.
“Che è successo?”Chiesero Tonks e
Simon contemporaneamente. I due si guardarono e si strinsero la mano.
“Simon Mc Cullers. Matricola
grado 0.”
“Tonks. Auror grado 22.”
“22? Da quanto tempo sei qui
dentro?” Chiese sbalordito Simon sgranando gli occhi.
“Abbastanza! ” sorrise
compiaciuta Tonks “…allora, ragazzi…che è successo?”
“NIENTE!” Disse Ron quasi
urlando.
“Alla fine dell’anno…” Ron cercò
di chiudere la bocca a Harry con la mano, ma invano.“ …si sono dichiarati.”
“Harry…”Mugugnò Ron torturando
con la forchetta anche le carotine bollite che accompagnavano la bistecca.
“E quindi? State insieme?”
“No.”
“Come no?!” Chiese Tonks
stupendosi. “Non vi siete dichiarati?”
“Abbiamo lasciato il discorso in
sospeso.” Rispose Ron troppo imbarazzato dalla discussione.
“Dovevi chiederglielo.” Gli disse
Harry piano.
“Mica è semplice!” Si lamentò il
ragazzo.
“O quanto meno potevi baciarla!”
Harry sorrise maliziosamente guardando furbamente l’amico.
Ron diventò paonazzo al solo
pensiero.“Oh certo…questo si che è semplice, vero Harry?”
“Ok, Ron…invita Hermione al ballo
e chiedile se vuole diventare la tua ragazza.” Propose Simon.
“Sei pazzo?!”
“Quanto la fai lunga Ron…che ci
vuole? ‘Sai Hermione…pensavo…dopo quello che ci siamo detti…il discorso è
rimasto un po’ in sospeso ecco…vuoi stare con me?’ Baci, abbracci, mamma che
versa qualche lacrima… e fine della storia.” Disse Tonks esponendo felice il suo
piano perfetto!
“Oh, no…”
“Dai Ron…il discorso è già
avanzato! Le hai detto che ti piace? Ora dille che ne sei innamorato!” Affermò
l’Auror.
“Già fatto.” Mormorò in maniera
appena udibile Ron.
“Wow!” Esultò Tonks emozionata!
“Adoro le storie d’amore a lieto fine!”
A Simon ancora qualcosa non
quadrava “E non state insieme?”
“Dopo…è arrivato Harry…”
“Non dare la colpa a me, Ron! Se
non vi muovevate perdevate l’Espresso! Non ti ricordi che ci siamo arrivati
appena in tempo? E comunque potevi continuare il discorso nel vagone dei
prefetti.”
“Si, certo…con Justin e Susan
accanto…”
“Poi Hermione non l’avete vista
più?” Chiese Tonks che aveva già finito il suo pranzo.
“No…ci siamo sotterrati entrambi
nei libri per gli esami di ammissione…io e lei ci siamo scritti…nell’ultima
lettera le ho promesso che a raccontarle del primo giorno di Accademia sarebbe
stato Ron. Quindi…” Rispose Harry.
Ron battè un pugno sul tavolo“Ok,
ok…le scrivo! Ma non la invito al ballo!”
“Speri che sia lei a dirti ‘Oh
Ron, ho saputo che c’è la festa delle matricole, in Accademia! Se vuoi posso
accompagnarti!’?” Scherzò Harry.
“Magari…”
“Ron…eri un Grifondoro! Sfodera
il tuo coraggio da leone!” Tuonò Tonks gonfiando il petto.
Ron si afflosciò sul tavolo “Ma
che coraggio e coraggio…”
Turner si avvicinò a loro. “Salve
Tonks.”
“Capitano…” Salutò cordialmente
la collega.
“Bene ragazzi! Avete finito?”
I tre annuirono e, dopo aver
salutato Tonks, seguirono il professore fino al garage.
“Weasley? A lei!”
Lanciò un paio di chiavi che Ron
prese al volo.
“Mi raccomando, giovanotto!”
“Sissignore.” Ron annuì col capo
stringendo le chiavi nel pugno.
“Qual è la macchina?”
“Quella nera infondo.”
Disse Turner indicando una
macchina nera sportiva; i tre spalancarono contemporaneamente le bocche.
“Bene. Per oggi potete andare. La
macchina portatela con voi. Ci vediamo domani! Puntuali, mi raccomando!”
“Sissignore.” Salutarono in
coro.
“L’Auror sparì.”
”Ok, ragazzi…” Simon si
stiracchiò con un lungo mugugno “…io torno a casa. Ci vediamo…”
Anche Simon sparì.
“Forte! Una macchina a nostra
disposizione…!” Disse Ron emozionato
“Già…” Harry si affacciò
all’interno per constatarla meglio. Era proprio una bella macchina!
“Avanti Harry. andiamo! Abbiamo
un trasloco da finire.” Gli fece notare l’amico.
Harry sospirò e annuì.
“Portiamo questa a casa e da li
alla Tana a scaricare le borse e gli scatoloni.” Propose Ron.
Harry ci pensò su un attimo prima
di esclamare “Si, penso sia la cosa migliore.”
Salì in macchina e Ron mise in
moto uscendo dal garage diretto verso la loro nuova casa.
Continua…
Salve…scusate se vi ho fatto aspettare così
tanto…chiedo perdono!
Volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno
scritto, e cioè:
Volevo inoltre dirvi che questa ha come
prologo “Ballo in Fa Diesis Minore” che ho messo in rete questa estate.
Infatti lì tratta della famosa discussione
lasciata in sospeso tra Ron ed Hermione che presto riprenderanno! Chi non lo ha
letto…è bene che lo faccia…non perché l’ho scritta io, ma perché potrebbe non
capire la storia! (Parere personale! Siete liberi di
scegliere…)
Altra cosuccia…
Forse il test che i tre poveri disgraziati
hanno dovuto fare vi sarà sembrato un po’troppo…eccessivo…
Bhè
ecco…Prongs alla facoltà di medicina l’ha fatto davvero il suo primo giorno!
Certo…era scritto e anonimo…ma la cosa mi ha ispirato parecchio!
Quindi…non prendetemi per pazza psicopatica
senza cervello…esiste qualcuno peggio di me che osa farlo davvero, e non solo
nelle ff!
Ancora una cosina…! (Oggi parlo troppo…-_-…)
Annuncio ufficialmente la nascita del forum
del nostro gruppo!
E’
appena nato, quindi work in progress…ma già è messa la storia del nostro gruppo
e i nostri precedenti (non penali)!!
Se
volete conoscerci un po’ di più…Potreste anche iscrivervi! Noi lì metteremo
tanti appunti e cose scartate che magari non troverete qui su EFP, disegni e
varie cosine che solitamente suscitano molto interesse!
Oltre agli argomenti di discussione e ai
disegni che noi del gruppo abbiamo collezionato andando in internet qua e la…(
io ne ho circa 2000…^^’’’’’’); in più saremo sempre pronte a mettere e a
ricevere aggiornamenti sul libro e sui film di HP!!
Harry e Ron avevano preso un
quattro vani già arredato in affitto al terzo piano di questa palazzina.
Si sarebbero divisi le spese
dell’affitto e avrebbero abitato insieme fino alla fine degli studi.
Non a caso avevano preso la casa
più vicina possibile all’Accademia che avesse il miglior prezzo.
“Casa…” Sospirò Ron una volta
entrato.
“Cosa ci manca?” Chiese Harry
appendendo il mantello all’appendi abiti nell’ingresso.
Ron si guardò intorno cercando di
raccapezzarsi tra gli scatoloni già accumulati nella stanza che fungeva da
cucina, salotto e sala da pranzo. “Dunque…i nostri vestiti sono qui…pentole e
stoviglie qui…”
“Gli scatoloni con la biancheria
per la casa e gli effetti personali. Il resto dobbiamo andarlo a comprare. Ho
visto un supermercato all’angolo della strada.”
Ron lo guardò un po’ curioso poi
scosse il capo e disse…“Allora andiamo alla Tana.”
I due si smaterializzarono per
poi ricomparire a casa Weasley.
“AAAARGH!” Urlò Molly saltando
per aria.
“Mamma! Non fare così! Siamo
noi!” Sbuffò Ron ignorandola.
“Oh! Ronnie…tesoro…mi hai fatto
prendere proprio un gran bello spavento! La casa è così vuota e silenziosa…ora
pure voi ve ne andate…eh, pazienza…Siete venuti a prendere le ultime cose, non è
così?”
“Esatto.” Rispose il figlio
facendo un cenno d’assenso col capo.
“Bene. Allora vengo con voi a
dare una sistemata alla casa. Ci saranno i letti da rifare, da pulire i bagni e
sistemare tutto quello nelle scatole! Qui ci vuole proprio una mano femminile!
Avete sentito Hermione?” Chiese la signora Weasley alzandosi dalla poltrona dove
stava lavorando a maglia.
“No…” Sbuffò il rosso
seguendola.
“Se la sentite salutatemela
tanto! È una così cara ragazza…” Sorrise innocente Molly.
Ron inspirò nervosamente.
“Allora…ci sono cinque scatole.
Cominciate con due, poi tornate. Io intanto vado a cambiarmi.” La madre uscì
dalla stanza del ragazzo e i due si guardarono sospirando, già stanchi prima
ancora di cominciare.
Quando tutte le scatole e la
signora Weasley furono alla nuova casa di Harry e Ron…
“È davvero carino qui! Mi è
piaciuta fin da subito!” Molly sospirò entusiasta guardandosi intorno. Poi batté
le mani “Bene! Cominciamo!”
“Serve una mano, signora
Weasley?” Si propose Harry avvicinandosi alla donna.
“Assolutamente no.” Scosse il
capo con energia lei.
“Allora noi usciamo. Dobbiamo
comprare un po’ di cose per la casa.” Le annunciò Ron cercando una scusa per
poter scappare.
“Ok, ragazzi! A più tardi.”
Harry prese le chiavi di casa, se
le ficcò in tasca e insieme a Ron uscì.
“Cosa dovremmo comprare?” Chiese
il rosso sistemandosi il giubbotto.
“Tutto! Dai cereali per la
colazione al sapone per il bagno.”
“Bene…speriamo che bastino!”
Disse il rosso controllando il portafoglio con i suoi risparmi.
“Non credo che ti serviranno
falci o galeoni!” Ridacchiò Harry.
“Giusto…ma dove li scambiamo?
Dobbiamo andare alla Gringott?”
“No…ho già parlato con Bill
sabato sera…pago io per ora. Ho già tutto scambiato.”
“Sei un geniaccio… ma poi ci
dividiamo la spesa!” Lo ammonì Ron arrossendo.
“Va bene…”
Entrarono al supermercato e preso
un carrello, Harry guidò un entusiasta Ron che non aveva mai visto un posto
così. “Da noi c’è il farmacista…insomma…quello ha tutto, ma non è certo così!”
“So com’è una farmacia, Ron.”
Sospirò il moretto
“…E poi mia madre preferisce
preparare tutto con cose della campagna che coltiviamo! Poi carne e altre cose
così se le fa mandare…” Continuò il rosso ignorando il sospiro dell’amico…
Arrivarono al banco dei surgelati
e Harry dovette pestare il piede di Ron per ricordargli di non urlare
“Surgelati?!” a voce così alta davanti a tutto quel popò di gente babbana.
“Surgelati?” Chiese ancora
sbalordito Ron, abbassando la voce “Come si mangiano le cose surgelate? Mamma le
conserva e basta! Non so come cavolo faccia…però…come si mangiano? Cioè…è
assurdo!”
“Le devi cucinare, Ron…” Spiegò
pazientemente Harry “…sono cibi precotti…e siccome io non sono un genio della
cucina ne tanto meno tu, possono essere molto utili. Allora…pesce
fritto…minestrone…cordonbleu…piselli …ma si, prendiamo un paio di pizze…”
“Un paio di cosa?”
“Pizze!” Ron alzò un sopracciglio
piuttosto incerto. “Ehm…Lo saprai sta sera a cena. Non ne mangio da anni! Ogni
tanto i Dursley mi rifilavano la pizza fredda del giorno prima…”
“Devo preoccuparmi?” Chiese Ron
ancora poco convinto.
“No…Fidati! Ok, andiamo avanti.
Se mi viene in mente qualcos’altro torniamo. Vuoi yogurt a colazione o no?”
“Yogurt?! Porridge! Uova, bacon,
salsicce e pane imburrato con tre chili di marmellata di fragole!”
“Il porridge è difficile da
preparare…non sono poi così bravo ai fornelli come crede tua madre…ma il resto
ce lo possiamo procurare.”
Cominciò a riempire il carrello
di cereali per la colazione, tè, latte, caffé, uova, marmellata…
“Non c’è quella di zucca?” Chiese
il rosso scorrendo con lo sguardo l’infinita quantità di marmellate.
La signora accanto a Ron si voltò
bruscamente a guardarlo.
“No, solo quelle che vedi, Ron.”
Harry ormai stava cominciando a rinunciarci…Ron e mondo dei babbani non si
sarebbero mai capiti!
“Oh, bhe…allora quella alle
fragole!”
Disse mettendone un barattolo nel
carrello.
Harry andò a prendere poi un
panetto di burro e una cassetta da sei bottiglie d’acqua…ma quando tornò al
carrello lo trovò solo e abbandonato a se stesso.
“Ron…?”
Nessuna risposta.
Harry sbuffò un po’ e dopo aver
caricato il carrello di ciò che aveva preso cominciò a girare per gli scaffali
in cerca dell’amico.
Nel frattempo prendeva ciò che
gli poteva servire: zucchero, farina, concentrato di pomodoro, sale da cucina,
panna da cucina…trovò Ron nel reparto dei detersivi intento a leggere tutte le
etichette degli shampoo.
“Non ci capisco niente, Harry!!
Qual è quello che devo usare?” Chiese il ragazzo disperato appena vide l’amico
avvicinarsi.
“Per te è meglio questo,
giovanotto!”
Gli rispose felice una signora li
vicino indicando una confezione e allontanandosi.
Ron lo prese e lesse.
“ ‘Per capelli colorati o tratti
chimicamente.’ Ehi! Io non ho i capelli tinti!”
Harry ridacchiò e prese uno
shampoo che solitamente usava dai Dursley.
“Ma tu guarda ‘stà babbana…!
Harry…secondo te sembrano tinti?” Chiese alterato il rosso guardando la più
lunga ciocca dei suoi capelli.
“No…” Ammise l’amico “…ma sono un
colore particolare…”
Ron lasciò andare il ciuffo e
sbuffò sonoramente“ Si chiama rosso irlandese. Sono quelle le origini dei
Weasley!”
Harry prese il sapone per le
mani, quello per i piatti e l’ammorbidente per la lavatrice benché non sapesse
proprio come usare quell’affare: confidava nell’aiuto di Hermione.
“Cos’è tutta questa roba?”
Domandò Ron guardando Harry gettare nel carrello tutte quelle strane confezioni
colorate.
“Saponi.” Rispose semplicemente
Harry.
Ron alzò un sopracciglio “ Non ti
piace il ‘Gratta e Netta’?”
“A casa lavi i piatti col ‘Gratta
e Netta’?”
“ No! Quello lo adopero per la
gabbia di Leo!” Rispose orripilato l’altro
“Appunto…”
“Oh…” Ron rimase un attimo in
silenzio. “Hai preso tutto?”
“Non so…ci mancano frutta e pane,
ma li andiamo a prendere da un’altra parte…stessa cosa per la carne…i formaggi e
i salumi. Dai, andiamo.”
Harry spinse il carrello e con un
gesto rapido prese il dentifricio e il bagnoschiuma che aveva dimenticato di
prendere.
Arrivarono al bancone e, preso il
numero, aspettarono il loro turno, mentre Ron guardava con particolare interesse
l’affettatrice e la macchina per triturare il formaggio.
“Comincia a pensare a qualche
formaggio che ti interessa.” Gli propose Harry.
“Lo svizzero.” Disse Ron senza
smettere di guardare incantato lo strano affare ruotante.
“ Ok, poi?”
“Ehm…gorgonzola.”
“Poi?”
“Ehm…C’è quello con i pezzi di
prosciutto dentro? Quello che mangiavamo a Hogwarts…”
Un signore si voltò a guardare
Harry e Ron.
“No, non c’è Ron.” Harry sospirò
per l’ennesima volta nell’ultima mezz’ora.
“Oh…ehm…non saprei…” Si rammaricò
Ron.
“Ok, ok…ci penso io.”
Arrivò il loro turno.
“Prego?” Chiese cordiale il
banconista.
“1 etto e mezzo di svizzero. 2
etti di formaggio grattugiato. 1 etto di gorgonzola. 1 etto e mezzo di salame. 2
etti di prosciutto. 2 etti e mezzo di bacon e…” Harry guardò il bancone…“8
mozzarelline fiordilatte.”
Il banconista obbedì alla comanda
e preparò il sacchetto. “Basta così?” Chiese infine.
“Si, grazie. Arrivederci…”
Preso il pacco e messo nel
carrello, Harry e Roncontinuarono
il loro tour per il supermercato.
Presero riso e pasta…
“La sai preparare? Nemmeno a mia
madre viene poi così bene…” Ammise Ron.
Questo scoraggiò Harry che posò
senza tanti ripensamenti la pasta sullo scaffale.
“Tu dovrai darmi una mano però!
Non potrò cucinare solo io.”
“Ma tu almeno qualcosa la sai
fare! Io no…” Sbuffò Ron mettendosi le mani in tasca.
“Tranquillo che per sopravvivere
imparerai anche questo!” Gli fece Harry dandogli una pacca sulla spalla. “A
questo punto…il passato di pomodoro.”
Pagarono alla cassa e uscirono
tenendo due sacchetti l’uno e Ron la cassetta dell’acqua.
Il fruttivendolo era poco
distante e lo raggiunsero subito.
“Salve! In cosa posso esservi
utile?” Chiese l’ometto basso e baffuto con il grembiulone verde lungo fino ai
piedi.
“Salve…vorremmo 2 kg di
mele, 1 kg
di arance, 4 banane, mezzo kg di lenticchie secche.”
“Bleah…” Commentò piano Ron, il
quale sperava che la vita lontano dalla madre gli avrebbe permesso di mangiare
meno verdure e più schifezze!
“Hai sentito quello che ha detto
Turner, no?” Gli ricordò Harry, alludendo alla dieta degli Auror.
“Poi?”
“Mezzo kg di carote, una lattuga
da insalata, 1
kg di pomodori da insalata…poi…del pepe già tritato?”
“ Certo…altro?”
“ Una fascetta di spinaci…”
Ron sgranò gli occhi “Harry…lo
sai che li detesto!”
“Allora proponi tu qualcosa!”
“Zucchine verdi.”
“Tolgo la fascetta di
spinaci?”
“No, la lasci…”
Ron fece una smorfia “Sembri
Hermione…”
“E ci aggiunga mezzo kg di
zucchine.”
Dopo aver pagato il fruttivendolo
e comprato anche pane e carne, i due ragazzi, carichi di sacchetti ritornarono
nella loro casa a Willow Street n°20.
“Mamma…siamo a casa!” Annunciò
Ron posando i sacchetti della spesa all’ingresso.
“Oh, Ron! Tesoro…è suonato quel
coso già tre volte! Io non so proprio che fare!”
Il telefono riprese a suonare e
Molly lanciò un gridolino.
Harry si affrettò a
rispondere.
“Pronto? No, ha sbagliato
numero…arrivederci.
Harry posò la cornetta e guardò
Ron e Molly ancora nell’ingresso accerchiati dai sacchetti della spesa.
“Hanno sbagliato” Rispose
sorridente.
I due Weasley tirarono un sospiro
di sollievo dopo l’attimo di allarmismo.“Meno male che tu ci capisci qualcosa,
Harry! Insomma…si…lo so usare il telefono, ma solo per chiamare!”
“L’importante è che non urli!”
Disse Harry memore dell’unica telefonata ricevuta da Ron anni addietro.
Ron sorrise “Già…”
“Avete preso tutto?” Chiese Molly
presa dal verificare che non avessero preso cose che non considerava cibo.
“Credo di si…” Disse Harry
togliendosi la giacca.
Molly uscì il pesce
surgelato.
“E cos’è questa schifezza?”
“Cose che mangiano i babbani,
mamma!” Rispose Ron sfilandoglielo velocemente dalle mani.
“Oh, santo cielo Ronnie…vi farò
avere io qualcosa di sano e genuino!”
“Andiamo, mamma…ce la sapremo
cavare!”
“Si, proprio tu che non hai mai
messo le mani ai fornelli! Harry, ti prego…almeno tu che sai cucinare
bene…insegnagli qualcosa…!”
“Proverò…” Rispose Harry con una
scrollata di spalle riempiendo il freezer precedentemente acceso, dei
surgelati.
“Oh, meno male…avete preso anche
la frutta e la verdura…” Esultò soddisfatta Molly controllando un altro
sacchetto.
“Già…Turner ci tiene!” Sbuffò il
rosso.
“E anche tua madre, Ron! Harry,
ti prego…tienilo d’occhio!”
Harry sorrise alla signora
Weasley, mentre appallottolava il primo sacchetto di plastica svuotato.
Alle sette di sera la casa era
uno splendore.
Molly aveva insegnato a Harry e
Ron un semplice incantesimo per rifare rapidamente il letto e per pulire i
piatti da soli.
Ogni cosa comprata nel pomeriggio
era al suo posto, così come tutto quello che si erano portati dalla Tana.
“Molto bene, ragazzi…abbiamo
finito!”
Harry e Ron si lasciarono cadere
sul divano esausti.
“E’ dura essere dei casalinghi,
eh? Su, su…non fate così! Diventerete più responsabili e parsimoniosi!”
“Ma si, dai…” Fece Ron passandosi
una mano sugli occhi e stiracchiandosi un po’.
“Allora io vado. Arthur tornerà a
momenti e io devo ancora preparare la cena.”
Harry aprì gli occhi all’istante
e balzò in piedi. “Signora Weasley…”
“Si, Harry?” Rispose distratta
questa prendendo la borsa.
“Ecco…bhe…”
Ron sghignazzava alle spalle
dell’amico.
“Ron…fila in camera tua!” Gli
sibilò a mezza bocca.
“No, devo godermi la scena!
Peccato che non ci siano pure Fred e George…” Il rosso si sistemò meglio sul
divano ridacchiando e intrecciò le mani sul ventre in attesa.
“Harry, che devi dirmi?” Chiese
Molly sulla soglia.
“Venerdì sera ci sarà il ballo
delle matricole. Mi chiedevo se potreste fare un permesso a Ginny farla venire
qui a Londra e farla restare per il fine settimana.” Disse tutto d’un fiato
Harry e Molly lo vide diventare di tutti i colori.
“Vuoi invitare…la mia Ginny…” La
donna si portò una mano al cuore e cominciò a singhiozzare di gioia.
Ron prima si tappò il naso per
non ridere, poi sfogò i risolini contro il cuscino del divano.
“Signora Weasley?” Chiese
titubante Harry avvicinando la mano alla spalla della donna.
“Ma certo!” Esultò Molly e Harry
ritrasse la mano spaventato.
“Come?”
“Scriverò sta sera stessa a
Minerva! Dirò che è una questione familiare e…oh Harry! Che bello!!” Mamma
Weasley abbracciò Harry singhiozzante e il ragazzo non poté fare altro che darle
delle pacchette sulle spalle. “Come sono contenta!” Lasciò andare il ragazzo…
“Vi farò sapere la risposta della McGranitt. In caso…Ron…potrete ospitare qui
Ginny per un paio di notti! La camera degli ospiti…ho sistemato anche quella
e…aspettate vado a fare di corsa il letto!”
Molly lasciò la borsa e sparì
nell’ultima stanza.
Harry si voltò verso Ron
sospirando.
“Meno male…”
“Uscirai il vecchio smoking?”
Ridacchiò ancora l’amico.
“Mi starà piccolo…” Disse Harry
pensieroso. “Tu, piuttosto…puoi procurartene uno nuovo!”
Ron lo guardò allarmato.
La voce di Molly giunse dalla
stanza degli ospiti. “E tu con chi ci vai, Ron?”
“Ehm…ci sto ancora pensando!”
Mentì il figlio.
“Perché non inviti Hermione?”
Questa volta a sghignazzare era
Harry.
Ron arrossì improvvisamente
“Mamma! Smettila!”
“Perché? Cheho detto, tesoro?”
“…lascia perdere.” Fece Ron
sbuffando.
La signora Weasley si
smaterializzò pochi minuti dopo, ma non senza prima salutare Harry e il figlio.
Poi…Harry si mise a trafficare
col forno nel tentativo di preparare la cena.
Ron invece sedeva al tavolo, con
una pergamena vuota sotto il naso e la piuma dietro l’orecchio, mentre si
mordeva un po’ l’unghia del pollice.
“Che le scrivo?”
Harry ci pensò un attimo, poi
mise la voce in falsetto e prese in giro l’amico “Cara Hermione ti amo da
impazzire, baci baci Ron!”
“Harry…”
“Dai Ron…sto pensando alla nostra
cena!”
Ron sbuffò e intinse la piuma nel
calamaio.
Maledisse una goccia che gli
cadde sul foglio e cominciò a scrivere.
Venti minuti dopo, mentre Harry
usciva due pizze fumanti dal forno, Ron posò la piuma e disse…
“Vuoi sentire?”
“Ovviamente…”
“Dunque…” Ron si schiarì la voce
e lesse. “ ‘Cara Hermione,
l’Accademia è un posto strano:
frenetico e preciso allo stesso tempo. Oggi non abbiamo fatto un granché…abbiamo
dovuto rispondere a una ventina di domande, ci siamo presentati al nostro
compagno di squadra, Simon Mc Cullers -era di Tassorosso- e abbiamo fatto un
giro del posto prima di pranzare con Tonks.
Ora siamo nella nostra nuova
casa. Siamo andati a comprare quello che ci serve nel pomeriggio e insieme a mia
madre abbiamo fatto un po’ d’ordine.
Ginny passerà con noi il fine
settimana.
Abbiamo la festa delle matricole
in Accademia e Harry a chiesto a mia madre di fare un permesso a mia sorella per
un paio di giorni.
Tu che fai venerdì sera dalle
20.30
in poi?
Mi domandavo se ti piacerebbe
accompagnarmi.
Fammi sapere! Il nostro nuovo
indirizzo lo trovi sulla busta.
Spero che la tua risposta sia
positiva.
Con
affetto
Ron.’”
Ron lasciò andare la lettera e
alzò lo sguardo verso Harry. “Com’è?”
“Da te non me lo sarei mai
aspettato…” Scherzò Harry.
“Non prendermi per il culo,
altrimenti appena divento Auror te la farò pagare con gli interessi.”
“Uh! Che paura…”
Ron mandò Leo con la lettera e
dopo essersi lavato le mani si sedette a tavola.
“Che sarebbe?” Chiese Ron
guardando quella cosa dura, fumante, rossa con macchie bianche e polverina verde
nel piatto al suo posto.
“Pizza.” Harry già addentava
felice e soddisfatto la prima fetta.
“Cioè?”
Harry ingoiò un morso e incitò
l’amico a prendere posto “Su, Ron…non fare il diffidente e assaggia! Ti
piacerà.”
L’espressione di Ron mentre
assaggiava la prima fetta di pizza della sua vita era davvero strana…le
sopracciglia aggrottate e l’aria incerta di chi sta assaggiando una
Tuttigusti+1.
Poi l’espressione compiaciuta.
“Ehi! È buona sta roba!”
Harry sorrise addentando il
secondo quarto della sua pizza.
Dal nulla comparve di nuovo
Molly.
“Ho parlato con Minerva,
Harry!”
“Mmm” Harry imprecò mentalmente
per essersi scottato col formaggio filante “…e che le ha detto?”
“Ginny arriverà alle
12.12 a
King’s Cross. Tornerà allo stesso orario sempre dallo stesso punto domenica.
Dovrete pensarci voi, chiaro?”
“Ottimo! Così facciamo vedere a
Ginny la nuova casa!” Affermò soddisfatto Ron.
“Bene. Oh! Stavate
mangiando…scusate! Bhè…buon appetito allora…ciao, ciao…” E ancora una volta
Molly sparì.
“Meno male…”Sospirò il
moretto.
Ron invece sembrava scoraggiato
“Che fortuna, Harry…”
“Dai, Ron…sono sicuro che
Hermione verrà con te al ballo.” Tentò di rincuorarlo l’altro.
“In un’altra vita, magari…”
Avevano finito di cenare da più
di un’ora quando Harry rientrò in salotto trovando Ron che cambiava rapidamente
i canali del televisore.
“Cos’è questo affare?” Chiese
ridendo.
“Lascia perdere la TV, Ron! È tornato Leo!”
Ron sgranò gli occhi e fece
volare il telecomando in aria che Harry dovette prendere al volo per evitare che
si rompesse.
Il rosso entrò di corsa in camera
e chiuse la porta.
Poi corse di nuovo in cucina e
abbracciò Harry strillando.
“Ha detto di si! Ha detto di si!
Ha detto di si! Ha detto di si! Ha detto di si!”
E qui cominciò a sculettare
ritmicamente facendo una specie di danza della gioia…che ricordava tanto quella
improvvisata dai gemelli Weasley e da Ginny dopo il processo prima del quinto
anno.
“Calmo Ron…” Disse Harry ridendo
tenendo ancora il telecomando in mano. “Posso leggere questa lettera?”
“Tieni…ma attento a non
stropicciarla! È una lettera sacra, Harry!”
“Non potrei stropicciarla più di
quanto non l’abbia già fatto tu Ron!”
Harry sventolò la busta strappata
e il foglio piuttosto malconcio. E dopo aver lanciato ancora uno sguardo a Ron
che cercava in frigo qualcosa con cui brindare lesse a mente la lettera di
Hermione che così rispondeva.
“Caro Ron,
sono contenta che finalmente ti
sia deciso a scrivermi. O forse ti ha costretto Harry?
Comunque sia l’arrivo della tua
lettera mi ha fatto molto piacere.
Anche la mia Accademia è
frenetica e ordinata, ma il clima è amichevole e cordiale.
Siamo per lo più ragazze e i rari
maschi lavorano in un unico gruppo.
Ho incontrato un paio di vecchie
conoscenze di Hogwarts, anche di anni passati che ora sono avanti nel corso.
Seguirò diverse materie,
soprattutto Incantesimi, Pozioni e Arti Oscure. Dovrò imparare a distinguere un
effetto di Incantesimi da un altro.
Oh, dimenticavo Creature Magiche:
proprietà e danni.
Ho già studiato buona parte dei
libri, anche se hanno detto che impareremo più con la pratica che con i volumi
consigliati. Spero di cavarmela, comunque per qualsiasi evenienza abbiamo una
biblioteca fornitissima!
Spero che vi siate ambientati
nella nuova casa: non siete molto lontani da casa mia. Certo…un po’ di strada
c’è se vi muovete a piedi, ma sono solo due fermate con la “tube” e la stazione
più vicina da casa mia dista di soli due isolati!
Venerdì sono libera, ti
accompagnerò con vero piacere.
Mi passi a prendere tu a casa o
vi devo raggiungere io da qualche parte? Fammelo sapere venerdì, a pranzo, se
puoi. Adesso vorrei studiare un po’ e domani a cena sono fuori coi miei per
festeggiare il compleanno di una mia cugina. Questo è il mio numero
0044-**********.
Spero
di sentirvi presto
Hermione.”
Continua…
Ragazzi…che faticaccia…correggere questo
capitolo è stato davvero impossibile!
Non tanto per la lunghezza…quanto per il
poco tempo a disposizione!
Lunedì quattro ho due esami!! DUE!!! E non
due a caso…Chimica Generale la mattina e matematica il
pomeriggio…
Sto studiando come una matta, quindi vi
prego di scusare questo mio abnorme ritardo!!
Comunque ho buone notizie per
voi!
Sappiate che se volete sapere di eventuali
aggiornamenti sulle mie storie…sul nostro forum, che potete visitare
liberamente, nella sezione Padfoot (wow! Uno spazietto tutto mio!!! *.*)
scriverò, il più assiduamente possibile, eventuali stati delle mie storie!(se le
stò scrivendo, se le sto correggendo, quando conto di pubblicare, se ci sono
imprevisti…e così via!).
In più, sempre nella mia sezione (wow…la mia
sezione…*.* ), metterò i disegni che riguardano questa storia (ne ho uno di
Simon McCullers bello e pronto…devo solo caricarlo sul sito e conto di farlo
quanto prima, così ve lo presento!! ^^) e delle altre (qualcuno di voi ricorderà
che avevo accennato a un disegno della storia ‘Padre e Figlio’…ci sarà, ci
sarà…).
Insomma! Lì potrete scrivermi di tutto!
Faccio anche ff su commissione, come ho già
detto!
E in più abbiamo aperto delle discussioni e
troverete il link per il trailer di HP5!!! (Io l’ho visto: è
favoloso!!!!)
Quindi…venite numerosi e iscrivetevi al
nostro forum!
Sono felicissima che vi siano piaciuti
questi primi due capitoli…e dire che è ancora l’inizio…^^
Volevo rispondere, in particolare, ad una
domanda posta da Edvige86…la quale chiedeva (cito…)
“…su
tuo consiglio ho appena letto il prologo di "ACCADEMIA", e vorrei chiederti
alcune cose in merito: harry verso l' inizio dice che hermione "nn doveva
ricordare quello che era successo",ma poi tutti ne parlano come se si sapesse
che lei in realtà ricorda quello che ha fatto a Ron...perciò volevo sapere se e'
harry a nn rendersi conto che la sua amica in realtà ne e' cosciente, o no...E
poi, il fatto chehermione abbia Torturato Nevil e Ron, influirà
sulla loro storia?nel senso lei si farà bloccare dai sensi di
colpa?...”
Dunque…Harry per lo più spera che la sua
migliore amica non ricordi quello che ha vissuto, anche se è difficile...ma non
preoccuparti!
Considerala pure acqua passata.
Il ballo che ho descritto era un modo per
mettere un bel punto e a capo alla vicenda con Voldemort.
Ora comincia qualcosa di diverso!
Hermione non si farà bloccare in nessun
modo, anzi! E' animata da una gran voglia di vivere e divertirsi!
Aspetta e vedrai...nel prossimo capitolo,
d’altronde, c'è un altro ballo...^_^
Spero di aver chiarito ogni tuo dubbio…^^
Per qualsiasi cosa contattatemi nel forum lasciandomi un messaggio privato
(mp)o un messaggio in qualche
discussione!
Io passo a controllare ogni giorno, non
temete!! ^.^
Ringrazio dunque:
EDVIGE86
redRon
MORFEA
Giuly Weasley
blacksmile
karmyGranger
loony11
diavolettadark
e, ovviamente, tutti coloro che hanno anche
solo letto lo scorso capitolo! Spero che prima o poi tutti si facciano vivi!!!
^__^
Ringrazio anche
Killer e Aurora
Che hanno commentato “Ballo in Fa Diesis
Minore”, che ricordo essere il prologo di “Accademia”!
Già che ci sono ringrazio anche coloro che
hanno recensito “Rosso marca Weasley”.
Bene…
Penso di aver detto
tutto…^^
Ricordatevi del forum e aiutateci a
riempirlo! Se avete immagini…notizie…dai! Rendiamolo più bello! Che se possiamo
lo trasformeremo addirittura in un sito!! (si spera…)
Dunque alla prossima…e speriamo di passarli
questi maledetti esami! (Ma perché non mi sono iscritta nell’Accademia
d’Auror…mannaggia a me?!)
Capitolo 4 *** Let you light my night and dance with me ***
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Capitolo 4: Let you light my
nigth and dance with me
Quel venerdì era per tutta la
comunità magica un giorno di festa.
Un po’ come il giorno del
ringraziamento in America, o come la festa del Lavoro in Italia…
Una festa sentita solo dalle
istituzioni e dal mondo politico, poiché ricorrenza di un patto di alleanza
stipulato tra Maghi e Babbani di alto rango.
Una festa che però avrebbe
allungato il finesettimana degli studenti delle Accademie e delle scuole di
magiche.
Ciò permise a Harry e Ron di
alzarsi con più comodità.
Erano le dieci passate quando
Harry entrò in cucina e dovette passare un’altra mezz’ora per vedere anche Ron
entrare con aria assonnata nella stanza e sedersi al tavolo.
“Tutto ok?” Chiese Harry
porgendogli la scatola dei biscotti.
“Non ho chiuso occhio…” rispose
l’altro.
“Perché?”
“Non lo so.” Ron accese la
televisione e guardò con scarso interesse il meteo.
Quel giorno sarebbe stata un
giornata piuttosto soleggiata, tranne che per degli scarsi rovesci in serata ma
solo nella zona costiera del paese.
“A che ora arriva Ginny?” Chiese
il rosso spegnendo l’apparecchio e tornando a guardare Harry.
“Alle 12 e qualche cosa.” Rispose
lui, assolutamente felice per la cosa! Non vedeva l’ora di riavere la sua Gin
dopo più di un mese.
“Allora credo che andrò a farmi
una doccia.” Annunciò Ron alzandosi da tavola.
Harry lo guardò stranito. “Non
fai colazione?”
L’amico fece una smorfia e scosse
il capo. “No…non mi và…”
…e sparì verso il bagno.
Solo una volta Ron si era
rifiutato di fare colazione: la mattina della sua prima partita di Quidditch al
quinto anno.
Ma questa…non c’entrava un
accidente il Quidditch!
Sicuramente, il nervosismo di Ron
suonava molto come “Hermione”!!
Ancora una volta Harry si trovò a
sorridere, mentre i cereali nel latte sprofondavano sul fondo della tazza.
Mancavano solo cinque minuti a
mezzogiorno e mezza quanto Harry e Ron arrivarono a King’s Cross.
Ginny era lì, con una borsa sulle
spalle, che si guardava intorno alla ricerca di una faccia familiare.
Harry le corse incontro e
l’abbracciò, mentre Ron, con forzata lentezza, raggiungeva la coppia.
“Hai fatto buon viaggio?” Le
chiese il ragazzo sorridente.
“Con una passaporta non è mai un
buon viaggio! Allora…che cosa è successo?” domandò sistemandosi meglio sulla
spalla la tracolla della borsa con il necessario per un weekend fuori
scuola.
“Niente!” fece Harry
stranito.
“Come ‘niente’?! E allora qual è
il problema familiare che mi ha costretto a tornare a casa ma non era così
urgente e che poteva essere rimandato al weekend?”
Harry sorrise imbarazzato. “Tua
madre non te l’ha detto?”
“No! Cosa avrebbe dovuto
dirmi?”
“Mi devi accompagnare alla festa
delle matricole all’Accademia Auror.” Disse il moretto tutto d’un fiato.
Ginny divenne paonazza. “Oh,
no…”
“Preferivi che ci andavo con
qualcun’altra?”
Lei sorrise e scosse il capo e
gettate le braccia al colo di Harry si profuse in un bacio mozzafiato.
“Ehm, ehm…”
I due innamorati dovettero
separarsi controvogliae la ragazza
guardò male il fratello.
“Sei diventato più fastidioso
negli ultimi mesi…”
“Ciao anche a te, Ginny…”
Lei gli uscì la lingua e i tre si
mossero verso l’uscita.
“E questa da dove spunta?”domandò la rossa indicando allibita la
macchina al quale si erano avvicinati e che aveva fatto due strani BIP BIP
quando Ron tolse l’allarme con uno strano aggeggio in mano.
“Un regalino del nostro capo…”
rispose semplicemente Ron facendo spallucce e tirando la giacca sul sedile
posteriore.
“E guidi tu?” chiese scettica la
sorella.
“Certo.” Ron entrò al posto del
guidatore con estrema naturalezza, come se quello fosse il suo posto da
sempre.
Ginny rimase pietrificata sul
marciapiede, mentre osservava Harry aprire lo sportello anteriore e invitarla a
sedersi.
“Dai Gin…”
“No…io non salgo…”
“Ginny…ti assicuro che è
bravo!”
“Non mi fido!”
“Ginny…non abbiamo tutto il
giorno…” sbuffò Ron tamburellando nervosamente sul volante. “…e dobbiamo pure
passare da Diagon Alley! Non intendo andare alla festa di stasera con la divisa
da Auror aspirante!”
Qualche Gabbano guardò in
direzione di quella macchina e Harry, dopo aver emesso uno sbuffo esasperato
infilò la testanell’abitacolo e disse a denti stretti… “Ron! Per cortesia!
Pensa, prima di parlare…”
“Scusa, Harry…” Bofonchiò questo
teso voltando la testa dall’altra parte, sorreggendo il mento con il pugno.
Harry si voltò di nuovo verso la
ragazza.
“Non puoi guidare tu?” chiese
avvinandosi e riducendo la voce ad un sussurro appena udibile. “Tu eri nel mondo
dei Babbani, prima di Hogwarts…”
“Io non so guidare. Non
preoccuparti! Ci sono già salito un paio di volte, e come vedi sono ancora
vivo.”
Ginny sbuffò e aperta la portiera
posteriore si infilò dietro cacciando la borsa sul sedile accanto a lei.
“Bene…” sospirò Harry soddisfatto
e chiuso lo sportello anteriore si sistemò la cintura di sicurezza e Ron
partì.
***
“Andiamo a trovare Fred e
George?” Chiese Ginny indicando l’insegna del Tiri Vispi Weasely, mentre Harry e
Ron davano un’occhiata in giro cercando un negozio con qualche vetrina d’abiti
interessanti.
“Perché no?” Asserì Harry facendo
sorridere la ragazza. “Tu che dici, Ron?” Chiese all’amico.
Ron guardò l’orologio e inspirò.
“Basta che facciamo in fretta…sono sicuro che perderemo un sacco di tempo per
trovare questi maledetti vestiti…”
“Non preoccuparti…giusto il tempo
di salutarli!”
Ron sorrise e seguì la sorella e
l’amico che teneramente si tenevano per mano.
Innocentemente li superò passando
in mezzo a loro e costringendoli a sciogliere le mani, ed entrò nel negozio.
Ginny sbuffò seccata, ma Harry
scosse il capo alzando gli occhi al cielo.
“Ma guarda chi c’è!” esultò Fred
uscendo da dietro il bancone quando vide Harry, Ron e Ginny fare il loro
ingresso.
“Passavamo da queste parti…”
Spiegò Ginny cantilenando.
“Oh, certo…ma tu non dovresti
essere a Hogwarts?” domandò George raggiungendo il gruppo.
Sante spillette sul mantello con
le iniziali…come si farebbe a distinguere quelle due gocce d’acqua, se no?!
“Ti sei decisa a venire a
lavorare da noi?” Insistette l’altro gemello.
“Proprio no! Sul serio…eravamo da
queste parti e…”
“Uh! Ma come ho fatto a non
pensarci…” Fred si battè una mano sulla fronte “Che vuoi che sia Hogwarts –
Diagon Alley per una che ancora non si smaterializza…bazzecole!!”
Ginny ridacchiando diede una
piccola botta sulla spalla del fratello e Harry venne in suo soccorso.
“E’ qui per colpa mia…”
“Adesso è tutto più chiaro!” Un
sorrisetto malizioso comparve sul volto di George.
“Volevate tubare insieme per un
po’ da bravi piccioncini quali siete per qualche giorno, non è così?” Due
sorrisetti, odiosissimi, identici, imbarazzanti, li fecero avvampare entrambi
all’improvviso.
“Ginny…mi accompagna alla festa
delle matricole, stasera in Accademia…” balbettò Harry grattandosi la nuca.
Fred fischiò. “Bene….cose da
grandi, insomma…
I due gemelli si voltarono verso
Ron.
“Ed Hermione come stà?”
Il ragazzo stava visionando dei
nuovi prodotti per l’innamoramento. “Piantatela.”
E rimise a posto il ‘Manuale del
mago corteggiatore: pozioni e incantesimi per attirare la tua dama, se il
fascino non è bastato.”
“Hai bisogno di qualcosa per
stasera, Ronnino piccolino?” Chiese George mettendo una mano sulla spalla di Ron
e avvicinando malignamente il suo viso alla sua guancia.
“Qualcosa…che ti permetta di
avere Hermione ai tuoi piedi?” Continuò il gemello dall’altro lato.
Harry e Ginny si godevano la
scena ridacchiando silenziosamente.
“Io…no…cioè…non credo…” fu tutto
quello che riuscì a dire.
“Prendi questa!”
“Pozione d’amore!”
“Versa questa nel drink di
Hermione e cederà alle tue avances!”
“Pronuncia il tuo nome mentre lo
versi, se no non servirà a nulla…!”
Ron prese la bocetta e la guardò
poco convinto.
Fred e George, invece, si
voltarono verso gli altri due ospiti.
“E voi?” Chiese il primo.
“Che fate di bello?” Chiese
l’altro.
“Andavamo a comprare i vestiti
per il ballo.” Rispose Harry spingendo gli occhiali sul naso.
George sospirò scuotendo il capo.
“Oh, Ron…”
“Il tuo vestitino preferito ora
ti sta piccolo…” gli fece eco Fred.
“Ah! Questa ciccetta di troppo…”
ridacchiò il primo massaggiando la pancia di Ron.
“Spero che l’allenamento da Auror
ti snellisca un po’…ne avrai bisogno!”
“Vuoi qualcosa anche per
questo?”
“Oh, si!” Intervenne Fred.
“Abbiamo una compressa che presa prima dei pasti mantiene il corpo alla stessa
forma e tu puoi riempirti come un tacchino senza prendere un solo chilo!!”
“No…ragazzi…sentite.” Fece serio
Ron. “Io…ad Hermione vorrei piacere così come sono. Chiaro? Non voglio nessuna
pozione. Grazie lo stesso.” E detto questo restituì a George il filtro d’amore e
si guardò un po’ le mani.
“Allora è successo davvero.”
Disse George dopo qualche attimo di silenzio.
“Sei serio, Ron?” Domandò Fred,
mentre Harry sorrideva compiaciuto.
Il fratello minore alzò lo
sguardo e annuì nervosamente, le guance e le orecchie rosse.
Fred e George si guardarono e
cominciarono a saltare e sculettare un po’ come aveva fatto Ronquando aveva ricevuto la lettera di
Hermione.
Harry si convinse che era la
‘danza della gioia della famiglia Weasley’.
“Ragazzi…ehi!...Fred…George…”
Fred prese per mano anche Ginny e
la trascinò in una sorta di ‘giro, giro tondo’.
“I più piccoli dei Weasley sono
cresciuti…”
“Anche loro provano le ebbrezza
dell’amore…”
Si fermarono e portarono una mano
al petto e sospirarono in coro “Ah! Che meraviglia!”
Un attimo dopo trascinavano Ron e
Ginny fuori dal negozio.
“Verity…ci pensi tu, qui?”
“Certo, signor Fred!”
“Dove andiamo?” Domandò Ron,
mentre Fred lo trascinava per un braccio.
“A festeggiare!” Rispose il
fratello con un sorrisone.
“Offriamo noi, è chiaro!”
Aggiunse l’altro alzando l’indice.
“No…dobbiamo andare a comprare i
vestiti…” Riuscì a dire Ginny correndo per stare al passo dei fratelli.
“Appunto!” Risposero in coro i
due gemelli.
“A te dobbiamo ancora comprare il
regalo di compleanno…” Disse George guardando la sorella.
“E a te, Ron…dobbiamo mantenere
una promessa.” Disse Fred strizzando l’occhiolino a Harry che improvvisamente si
ricordò di quando diede ai due gemelli Weasley i soldi del premio del Torneo
Tremagli per aprire il loro negozio di scherzi.
“Ma…che promessa?!”
“Cammina, Ron…” Lo spinse il
fratello, George.
“Prima finiamo, prima pranziamo!
E io, onestamente, ho fame!”
***
Erano le due e mezza quando
rientrarono a casa con i pacchi contenenti i loro vestiti nuovi.
“Carino qui!” Esclamò Ginny dando
un’occhiata in giro. “Dove poso la mia roba?” Chiese poi voltandosi e alzando la
borsa e il vestito.
“L’ultima stanza. No…quella è la
mia…l’altra ancora…” Ron guidò la sorella, mentre Harry si lasciava cadere sul
divano.
Volse lo sguardo sul tavolino
accanto a lui: sul telefono aveva lasciato un biglietto.
Chiamare Hermione.
Guardò rapidamente l’orologio e
compose il numero, sperando che l’amica non fosse già andata al San Mungo per il
corso integrativo, che si teneva benché fosse vacanza anche per lei.
La voce di Hermione giunse
dall’altra parte della cornetta dopo pochi squilli.
“Pronto?”
“Pronto? Hermione? Sono
Harry!”
“Harry! E’ da mezzogiorno che
tengo il telefono libero aspettando la vostra chiamata! Come va?”
“Piuttosto bene…” rispose
sinceramente lui giocherellando con il filo della cornetta.
“Accidenti…è strano sentirti per
telefono…”
“Ci potremo sentire più spesso…è
positivo, no?” ridacchiò.
“Si…ma niente sostituirà i
gufi…!” Disse ridacchiando anche lei. “Ginny è già da voi?”
“Si. Ron le sta facendo vedere la
casa. Siamo andati a prenderla un paio di ore fa…”
“Per questa sera? Come restiamo?”
Chiese poi Hermione facendo trasparire una nota d’eccitazione per la festa
preannunciata.
“Non ti facevo una donna mondana,
Hermione…” La schernì l’amico.
Lei rise nervosamente “Oh,
dai…sai bene che muoio dalla voglia di vedervi!!”
“Di vedere Ron, semmai!”
“Ma insomma!!” Rise più forte,
contagiando anche Harry.
“Per stasera…” disse il moretto.
“A dir la verità non ne abbiamo ancora parlato. Aspetta qui…”
Harry si alzò dal divano e chiamò
Ron a gran voce, facendolo rientrare nella stanza insieme alla sorella.
“Che hai da urlare tanto?” Gli
chiese il rosso guardandolo stranito.
“Hermione chiede se passiamo a
prenderla e a che ora.”
“Hermione?! Ha scritto?!”
Harry indicò la cornetta.
“E’…è al…telefono?” Chiese Ron
indicando anche lui con il dito tremante.
“…dov’è?!” Fece la rossa con aria
interrogativa, mentre Ron strappava la cornetta dalle mani di Harry e
rispose.
“Hermione!” Sei tu, vero?
Ah…ecco!” Si passò freneticamente una mano dei capelli, maledicendosi
mentalmente per aver agito così d’impulso. Adesso non si sentiva capace di
tenere una conversazione con l’amica. “Si…passiamo noi…alle otto?...A che ora
finisci? Ah, ah…si…”
Harry prese Ginny per mano e si
allontanò per il corridoio approfittando del momento di distrazione del fratello
geloso e opprimente per qualche rapido casto bacio.
Entrarono in camera del ragazzo e
lui la baciò facendola sorridere, mentre le loro labbra restavano in dolce
contatto.
“Mi sei mancata un sacco…”
mormorò piano Harry poggiando la sua fronte contro la sua.
“Anche tu mi sei mancato, Harry…”
rispose Ginny sfiorando le labbra del ragazzo con le sue.
A rompere l’atmosfera – e le
scatole – fu Ron che aprì la porta e urlò dalla sua stanza i suoi ordini.
“Non c’è un minuto da perdere!
Mangiamo il più in fretta possibile e cominciamo a sbrigarci!
Siamo in tre e il bagno è uno,
quindi…” Entrò in camera dell’amico, dove trovò i due ancora teneramente
abbracciati. “Potreste evitare di baciarvi in mia presenza? Ancora la cosa non
mi è andata giù…dovreste addolcirmi la pillola, invece che rendervi più
insopportabili…”
Ginny scosse il capo e Harry
lanciò a Ron uno sguardo omicida.
***
Erano appena scoccate le sette e
mezza.
Harry tamburellava un po’ sul
tavolo della cucina, mentre Ron percorreva la stessa stanza a grandi passi
avanti e indietro, torturandosi le mani in grembo come se stesse aspettando un
verdetto finale.
“Tu…ricordi qualche passo?”
Chiese infine il rosso dopo un lungo periodo di religioso silenzio.
Harry sospirò e parlò senza
distogliere lo sguardo dalle sue dita che suonavano aritmicamente la superficie
del tavolo. “No.” Rispose secco e infastidito il moretto.
Ron si passò disperato una mano
ai capelli e diede un pugno contro lo stipite dell’arco del corridoio. “Ecco…lo
sapevo. Farò la figura dell’idiota, stasera! Proprio quello di cui ho bisogno!
Hermione balla davvero bene…”
“Hai già ballato con Hermione la
scorsa estate! Non sei andato così male…!” Tentò di rassicurarlo l’amico.
“Harry…” disse Ron poggiando
entrambi le mani sul tavolo davanti al ragazzo. “L’ultima volta ero talmente
stordito che non mi rendevo nemmeno conto di quello che facevo! Se fossi stato
in me, credi che le avrei detto mai che mi piaceva e che ero innamorato di lei?
NO! E avrei ballato con lei? NO! Sarei rimasto seduto al tavolo come un cretino,
sperando che fosse lei a raggiungermi e a conversare allegramente con me, fino
ad arrivare all’argomento più importante.”
Harry lo fissò per un attimo
basito…poi, lentamente, non riuscì più a trattenere un sorrisetto che
successivamente sfociò in una fragorosa risata.
“Vaffanculo, Harry…” borbottò Ron
sedendosi di mal grazia sul divano.
“Dai…ma ti senti?” disse Harry
asciugandosi le lacrime “ Stai parlando di Hermione! Suona così strano…”
“Dovrei rinunciarci?”
“Non ho mai detto una cosa del
genere.”
Ron sospirò.
“Senti…” riprese l’amico.
“Stasera Hermione sarà splendida, e tu rincoglionirai a tal punto da ballare
tutta la sera con lei! Fidati…nemmeno io sono un gran ballerino…”
Si guardarono un attimo.
Poi Ron battè le mani sulle gambe
e si mise in piedi incitando l’amico a fare lo stesso. “Alzati…”
“Come?!”
“Alzati! Balliamo! Ho bisogno di
fare un po’ di pratica! E se le cose tra te e mia sorella devono andare come
speri, devi farla anche tu!”
“Le cose tra me e tua sorella
vanno più che bene, e comunque non sono fatti tuoi!” Ridacchiò Harry mettendosi
in piedi.
“Oh, su…tu hai più esperienza di
me…hai ballato anche al ballo del ceppo…”
“Capirai…”
“Ma hai ballato! Io no!”
“Dai, Ron…ti presto Ginny…”
Gli occhi di Ron si dilatarono e
la bocca si storse in una smorfia di puro disgusto.
“Mi presti…HARRY! Ginny è mia
sorella! Sono io che la dovrei prestare a te!”
“Sentite un po’…” Sentirono la
voce di Ginny provenire dalla camera da letto che le avevano dato. “Mi avete
preso per un fumetto da scambiare? Sono la reincarnazione delle Avventure di
Martin, il Babbano matto?”
Harry e Ron si pietrificarono
nella loro posa.
“S-stavamo scherzando, Gin…”
Tentò il moretto.
“Oh…mi pareva…”
Sentirono la porta chiudersi e
Ron prese Harry per il polso e lo trascinò nel punto più largo della stanza.
“Fai la donna.”
“Fango.” Fu la risposta di Harry,
con un espressione per nulla felice.
“Poche storie…sono io che devo
imparare!”
Ron guardò Harry con aria
supplichevole.
L’amico si impietosì e sbuffando
si sfilò la giacca restando in maniche di camicia e gilè.
Ron fece lo stesso gettando
l’abito sul divano.
“Ok, Ron…pensa che sono
Hermione.”
Ron alzò un sopracciglio.
“Va bene…non pensare a Hermione.
Si…decisamente è la cosa migliore, almeno per il momento…”
Edvige guardava in silenzio la
curiosa scena, così come Ginny che se ne stava in corridoio, avvolta nel suo
nuovo abito grigio perla, con la borsetta in mano e le labbra schiuse in un
sorrisetto divertito.
I due ragazzi, presi come erano
dai passi di danza, tra un piede pestato e una piroetta mal riuscita, non si
accorsero della presenza della ragazza fino al momento in cui lei parlò.
“Certo che se ne trovano ben
pochi Auror come voi…!”
“Ginny!” Esclamarono all’unisono
i due.
La ragazza ridacchiò un po’ sotto
i baffi e rientrò in camera per prendere la mantella nera.
“Io sono pronta. Voi?” Chiese
rientrando nella stanza.
Ron si rimise la giacca e annuì
nervosamente.
“Forza!” Esultò la rossa
sistemando il colletto della giacca di Harry. “Hermione ci aspetta!” E detto
questo prese il braccio che il moretto le porgeva e uscirono di casa.
Ron diede uno sguardo alla casa e
spense le luci sospirò “Speriamo bene…”
***
Erano passati dieci minuti e
ancora, ripercorrendo avanti e indietro la larga strada indicata sul biglietto,
non erano riusciti a trovare casa Granger.
“Ron…mi sa proprio che l’hai
superata di nuovo…” Sospirò Ginny seduta nel sedile posteriore.
“Imbocca la prima a destra e
ricomincia la strada da capo.” Gli suggerì Harry seduto accanto all’amico, alla
sua sinistra.
Ginny guardò ancora una volta i
numeri accanto i portoni che sfrecciavano veloci sotto i suoi occhi. “Dovresti
controllare anche dall’altra parte della strada, Harry…”
“Non lo stai facendo tu?”
“No…”
Harry tirò indietro la testa e
sbuffò seccato. “Ok…ricominciamo…lì c’è la fermata della metropolitana, giusto?
Ron…accosta un attimo che…”
Ron frenò di colpo e la macchina
dietro suonò il clacson inferocita “MA COSA FAI?! IDIOTA!!!”
“Perché diavolo hai frenato così?
Vuoi farci ammazzare?!” Gli urlò contro Harry, ma Ginny si accorse che il
fratello aveva le nocche bianche a furia di stringere convulsamente il
volante.
Si sporse e gli mise una mano
sulla spalla. “Stai tranquillo, Ron…Sei uno schianto!”
Il rosso respirò nervosamente e
rimise l’auto in marcia.
Harry lanciò una rapida occhiata
a Ron: l’amico era teso come una corda di violino. Se avesse saputo guidare
avrebbe preferito farlo lui stesso in quel momento.
Immerso in questi pensieri, non
realizzò subito che il numero civico appena superato alla sua destra, oltre Ron
era proprio quello che stavano cercando.
“Ron! E’ quello! Torna indietro!”
Ginny e Ron sobbalzarono per l’irruenza di Harry, ma entrambi i Weasley si
voltarono per vedere a quale civico si riferiva.
Ron, dunque tornò indietro
ingranando la retromarcia e accostò la macchina al marciapiede.
Tutti e tre si soffermarono a
guardare il portone su cui spiccava dorato il numero 41.
“E’ questo.” Confermò Ginny.
“Non c’è. Lo sapevo che non
sarebbe venuta…” bofonchiò Ron dando un pugno al povero volante che quella sera
le stava vedendo proprio tutte.
Harry scosse il capo. “Non
penserai mica che lei ti aspetti sotto casa…scendi. Devi citofonarle.”
“Devo cosa?”
Il moretto alzò gli occhi al
cielo e senza dire altro si chiuse la portiera alle spalle e salì i pochi
gradini che servivano per raggiungere il portone della palazzina davanti alla
quale si erano fermati.
Harry trovò subito il nome sul
citofono e pigiò sul pulsante.
Ron lo osservava stranito.
“Funziona così quando vuoi
chiamare qualcuno o vuoi aperto il portone…”
Il rosso annuì sbalordito
dall’inventiva dei Babbani, mentre una voce di donna suonava squillante
dall’apparecchio.
“Ehm…signora, salve…siamo gli
amici di Hermione…Siamo passati a prenderla! Potrebbe dirle di scendere?” Harry
tentennò mentre pronunciava queste parole: non aveva mai parlato con i genitori
di Hermione…
“Oh…Hermione ancora non è
pronta…” Rispose quella che sicuramente era la madre. “E’ tornata poco meno di
mezz’ora fa dal corso. Salite, nel frattempo! E’ inutile aspettarla di sotto…Vi
apro il portone! Quinto piano!”
“Grazie…” Borbottò Harry.
E detto questo si sentì lo scatto
elettrico che voleva solo dire che il portone era aperto.
Ron aveva lo sguardo perso nel
vuoto, forse fisso sulla maniglia del portone davanti a lui.
Harry scosse il capo con un
sorrisetto e scese a chiamare Ginny.
“Harry…dobbiamo salire?” Chiese
Ron risvegliandosi dal suo stato di trance.
“Bhè…si…ha detto così, la signora
Granger…vai a parcheggiare la macchina da un’altra parte…qui è divieto di sosta!
Io e Ginny ti aspettiamo dentro.”
“Perché? Che succede?” Chiese
Ginny scendendo dalla macchina.
“Hermione non è pronta e c’è
stato detto di salire.” Spiegò Harry facendo strada, mentre Ron risaliva a
bordo.
“Finalmente visiterete casa di
Hermione, allora!” Ginny sorrise e Harry ricambiò mentre ripercorreva con la
mente tutte le volte che aveva tentato di immaginarsi casa Granger.
Spesso aveva pensato che Hermione
viveva in una casa che riproducesse fedelmente la biblioteca di Hogwats, con un
angolo con l’angolo cottura e uno con la zona notte…
Altre volte era un po’ come casa
Weasley…magari un po’ più ordinata e senza fantasmi in soffitta…
Ma Harry sapeva che Hermione
viveva in una casa Babbana e che quindi non sarebbe stata ne la biblioteca della
vecchia scuola, ne una copia della casa di Ron.
Forse più simile a casa
Dursley…ma odiava a tal punto quella casa che non ci avrebbe mai immaginato la
sua migliore amica dentro!!
Lui e Ginny aspettarono Ron nella
portineria: fuori l’aria era umida, come se dovesse mettersi a piovere da un
momento all’altro.
Il rosso arrivò quasi subito e
entrò rapidamente in ascensore insieme all’amico e alla sorella senza proferire
parola.
Solo il rumore del portachiavi
con cui Ron giocherellava nervosamente disturbava l’aria, ma Ginny, con un
rapido gesto si premurò di sottrarglielo.
“Ridammelo!” Fece Ron come un
bambino a cui viene tolto il giocattolo.
“Ron…guardami.” Gli ordinò la
sorella tirando indietro le chiavi e tenendole fuori dalla portata del fratello
che tentava di riappropriarsene. Ron obbedì e guardò seccato Ginny “Andrà tutto
bene. Sii più sereno.”
“Mi viene da vomitare.” Disse a
voce bassa tirando indietro la testa.
La sorella non potè fare a meno
di sorridergli: certe volte il suo fratellone riusciva anche a intenerirla!
Dopo un debole “din” l’ascensore
arrestò la sua salita e i tre uscirono.
Trovata la porta di casa Granger
sul pianerottolo suonarono il campanello.
Aprì la porta la madre di
Hermione: la riconobbero subito, perché l’avevano già vista diversi anni prima,
all’inizio del loro secondo anno a Hogwarts, insieme al marito e alla figlia al
Ghirigoro e altre volte di sfuggita a King’s Cross.
“Buonasera ragazzi…” Sorrise
cordialmente la signora Granger. Bionda, alta, snella, un sorriso perfetto e un
leggerissimo trucco.
Così si presentava la madre di
Hermione che gentilmente si fece di lato per lasciarli entrare.
“Buonasera, signora Granger.”
Risposero al saluto Harry e Ginny, mentre Ron si limitò ad un cenno col
capo.
“Avete cominciato anche voi
l’Accademia?” Chiese la signora chiudendo piano la porta. “Hermione è
entusiasta! Passa al San Mungo tutto il santo giorno!”
“Già…abbiamo cominciato anche
noi…ma al dipartimento Auror.” Rispose educato Harry.
“Auror?”
“Il corpo militare.”
Un muto “Oh!” comparve sul volto
della signora Granger che annuì col capo sorridendo.
“E tu devi essere Ron! Si...certo
che mi ricordo di te…hermione sarà la tua dama, stasera! Me l’ha detto…”
“Mamma…!”
“Arrivo tesoro!” Rispose la
signora volgendo lo sguardo al corridoio.
“Lasciamo perdere il phono…uso la
bacchetta! E’ davvero tardi e…”
Hermione aveva fatto il suo
ingresso trionfale in salotto con addosso un morbido accappatoio di spugna e il
turbante in testa.
Ron ebbe un immediata paralisi
totale! Si irrigidì completamente e il colorito del suo viso tendeva
pericolosamente al viola.
“Tesoro…ma ti sembra questo il
modo di presentarti?! Vai a vestirti…ti raggiungo in un attimo e penso io ai
capelli.” Le disse amabile la madre.
Hermione strillò un acuto “Ciao!”
e scomparve in camera.
“Posso venire anch’io a dare una
mano…magari in due si fa prima…” si offrì Ginny porgendo il mantello a
Harry.
“Ma certo, cara…vieni pure!
Ragazzi…non aspettateci in piedi…andate pure ad accomodarvi in salotto! E non
esitate a chiedere nulla!”
“Grazie, signora Granger!” Disse
Harry appendendo i soprabiti all’appendi abiti nell’ingresso.
Si sedettero sul divano, sotto
consiglio della madre di Hermione e solo dopo accomodati si accorsero di un uomo
seduto sul divano di fronte con il Time aperto.
“Salve signor Granger.”
Ron sobbalzò alle parole di
Harry, mentre l’uomo abbassò lentamente il giornale e guardò in cagnesco i due
ragazzi.
“Chi di voi due è Ron?”
Harry indicò terrorizzato Ron e
abbassato lo sguardo scoprì che Ron stava indicando lui.
“Vigliacco…Tu sei Ronald
Weasley!” Disse puntando il rosso come un grosso cane da caccia punta la sua
preda. “Harry Potter…posso chiederti cortesemente di lasciarci soli? Io e il mio
amico, qui, dobbiamo fare una chiacchierata!”
Harry e Ron si guardarono: Ron
pregava con lo sguardo Harry di non lasciarlo solo per niente al mondo, ma il
ragazzo non potè far altro che obbedire al padrone di casa.
Raggiunse così la camera dove
aveva visto entrare Ginny e la signora Granger.
“Sono Harry. Posso?” Chiese
bussando piano alla porta.
“Ehm…” Esitò Hermione. “Solo un
momento, Harry!”
Pochi minuti dopo gli fu concesso
di entrare per la prima volta nella camera della sua migliore amica.
Com’era prevedibile era piena di
scaffali con libri, compreso il cassettone su cui solitamente le ragazze ci
poggiano portagioie e pupazzi.
Sul comodino accanto al letto
della ragazza c’erano un paio di foto incorniciate: una raffigurava loro tre ed
era stata scattata da Fred alla finale della coppa del mondo di Quidditch al
loro quarto anno, difatti portavano cappelli, coccarde e trucco e saltavano per
la vittoria; quella accanto, invece, l’aveva scattata Luna Lovegood al termine
del ballo che si era tenuto ad Hogwarts per festeggiare la definitiva caduta del
Signore Oscuro.
Lì tutto era finito: dalla scuola
alle disavventure col nemico.
Ancora gli esami di ammissione
alle rispettive Accademie erano lontani e il bello era che erano ancora vivi e
ancora insieme.
Lui, Ginny, Ron ed Hermione.
Questi ultimi si sarebbero
dichiarati l’un l’altra appena poche ore dopo quello scatto, ma già nell’aria
c’era odore di romanticismo, tanto che nessuno dei due si oppose all’abbraccio
proposto dalla ‘fotografa’.
Nella foto ogni ragazza era
sorridente come non mai, stretta al proprio eroe.
“Ciao, Harry!”
Harry sussultò e guardò l’amica
seduta nella sedia davanti la sua scrivania, piena di libri sulla medicazione e
il pronto soccorso, ma comunque oridinatissima, in linea con la casa; indossava
un abito blu notte smaniato e stringeva gli occhi per il dolore ad ogni passata
di spazzola che dava la madre, mentre Ginny reggeva una bottiglia della famosa
“Tripla pozione liscia riccio”.
“Dov’è Ron?” Chiese non vedendo
il ragazzo alle sue spalle.
Harry sorrise e indicò con il
pollice la porta.“Tuo padre mi ha detto di farmi un giro e…”
Hermione alzò gli occhi al cielo.
“Papà!” Urlò restando sulla soglia.
“Si?” Rispose allegramente il
signor Granger dal salotto.
“Lascia in pace quel povero
ragazzo!” Disse pacata la moglie.
“Ma certo, cara!”
Qualcosa di rosso e peloso, che
non era certo Ron, superò Harry da destra.
“No! Grattastinchi! Torna in
veranda!” Lo intimò la signora puntando il dito verso la porta.
“Grattastinchi, fuori!” Si unì
Hermione.
Il gatto tornò sui suoi passi e
la padroncina diede una scrollata di spalle. “Potrebbe rovinarmi il vestito…”
Disse sorridendo a Harry.
“Sembri contenta!” Le disse
sincero l’amico.
“Eccome se lo sono!! Sospirò la
ragazza chiudendo ancora una volta gli occhi per l’ennesima spazzolata. “Stasera
niente andrà storto!”
“Oh…e chissà cosa ne pensa
Viktor…” Ridacchiò la madre alle sue spalle.
“Mamma…” l’ammonì seria Hermione.
“Ti ho già detto che Viktor è un caro amico di penna!”
“E mio fratello?” Fece maliziosa
Ginny.
Lei arrossì e cambiò argomento
con una straordinaria velocità. “Mamma… che ne dici di lasciarmi usare la
bacchetta?”
“Ma non vengono bene…su
tesoro…ancora qualche nodo e sarà tutto finito!”
Hermione emise un gemito mentre
la madre continuava a districarle i capelli. “E poi…se mi insegnassi ad usare la
bacchetta…”
La figlia ridacchiò. “Riuscirò
mai a farti capire che non puoi imparare a usare la bacchetta, mamma? Dovresti
essere una strega!”
Si sentì un urlo trionfante del
padre di Hermione proveniente dal salotto e tutti vi si recarono di gran
carriera.
Il signor Granger aveva sfidato e
battuto Ron ad una partita a scacchi babbani.
“Oh, santo cielo, papà! Non
l’avrai fatto davvero!?” Esclamò stupefatta la figlia mentre il padre
risistemava i pezzi sulla scacchiera.
“Bhè…non potevo sfidarlo a
Quidditch, tesoro…un vecchio Babbano come me può solo tentare la fortuna
giocando a scacchi! Vai a cambiarti…stasera resti a casa!”
“NO!” Urlò Ron.
L’uomo si voltò verso il ragazzo
che era balzato in piedi.
“Non sai perdere, Ron!” Gli
sibilò a denti stretti.
Ron deglutì.
“Caro…caro…smettila di fare
così…perché non scendi a buttare la spazzatura, piuttosto?” disse amorevolmente
la signora Granger al marito.
“Ok” rispose lui semplicemente
battendo le mani e mettendosi in piedi. “Ron, mi accompagni?”
“Ron resta con noi.” Il tono
della signora si fece più duro e autoritario. “Tu vai, pure…”
Il signor Granger scosse il capo
e si diresse verso la cucina. Poco dopo sentirono la porta di casa
chiudersi.
La signora Granger rivolse, a
tutti, un caldo sorriso rincuorante. “Non preoccuparti, Ronald…Tiene davvero
tanto ad Hermione che si metterebbe perfino in ridicolo purché resti la sua
bambina!!”
Il rosso annuì e riprese
posto.
“Su…andiamo a sbrigarci!” Sospirò
entusiasta la donna. “Hermione?”
Ma la ragazza non si mosse.
Rimase lì in piedi, con il pugno
stretto sull’asciugamano che le copriva le spalle e i capelli ancora umidi.
“Tutto ok, Ron? Chiese
timidamente.
Ron arrossì parecchio e cercò di
evitare lo sguardo della ragazza per l’imbarazzo. “S-si…vai…i-io ti aspetto
qui…”
Anche lei annuì e raggiunse la
sua camera.
Mezz’ora dopo Hermione tornò in
salotto, perfetta agli occhi di Ron e Harry dovette sforzarsi di non spalancare
troppo la bocca.
Piuttosto, dovette mantenersi
‘lucido’ per aiutare Ron ad uscire dallo stato di trance che l’aveva colpito,
così gli diede un leggero scrollone e lo costrinse ad alzarsi.
Ma malgrado lo spingesse in
avanti con il dito puntato sulla schiena, Harry sapeva che Ron non avrebbe mosso
un passo.
Hermione si mosse verso di loro
sorridendo.
Quando furono vicini, Harry si
allontanò da Ron e insieme a Ginny sorrise guardando i due imbarazzatissimi
amici guardarsi imbarazzati e rossi in faccia.
“Ehm…stai…stai bene!” Disse Ron
riuscendo a ricordarsi come si parla.
Lei sorrise felice. “Grazie!”
rispose prendendo il mantello che il ragazzo le porgeva.
“Per che ora pensate di tornare?”
Chiese la signora Granger aiutando la figlia a mettersi il soprabito.
“Non lo so. Non aspettatemi.”
Rispose spiccia lei.
“Mezzanotte al massimo qui,
Hermione. Chiaro?”
“Papà…”
“Mezzanotte e mezza.”
“Papà…” disse con più enfasi
Hermione.
“Non fare troppo tardi.” Cedette
sorridendo amorevolmente alla figlia.
La signora aprì la porta.
“Divertitevi ragazzi…”
“Grazie!” risposero Harry e Ginny
in coro.
“Buonasera…” bisbigliò Ron
cercando di non incrociare lo sguardo con i genitori di Hermione.
Scesero in strada.
“Ci smaterializziamo?” Chiese la
brunetta.
“Perché dovremmo? Abbiamo la
macchina…”
Hermione guardò Harry stranita.
“La macchina?”
Ron uscì le chiavi dalla tasca e
tolse l’allarme alla macchina.
Una volta preso posto, Hermione
accanto a Ron ed Harry finalmente seduto insieme a Ginny dietro, Hermione chiese
spiegazioni.
“Da quando hai la patente,
Ron?”
“Da mercoledì.”
“Ce l’ho anch’io!” Aggiunse Harry
chiudendo lo sportello. “Ma non so affatto guidare!”
Hermione scoppiò a ridere. “Hai
la patente ma non sai guidare?!”
Ginny scoccò un bacio in guancia
al ragazzo “Il mio cavaliere è pieno di risorse…!”
“Uh…” scherzò Harry alzando le
sopracciglia.
“Turner ha detto che la patente
ci servirà per le missioni nel mondo dei Babbani. Sopralluoghi in uffici, o
ambienti pubblici…nel caso in cui ci dovessimo spacciare per polizia babbana, o
agenti dei servizi segreti!” Spiegò Ron alzando la freccia e svoltando a
destra.
“Chi è Turner?” Chiese Ginny.
“Il nostro capo squadra…” Rispose
il fratello.
“E la tua Accademia, Hermione?”
Domandò Ginny all’amica. “E’ come te l’aspettavi?”
“Oh, bhè…avevo già letto qualcosa
sull’Accademia San Mungo per la formazione di Medimaghi e Guaritori…ma devo
ammettere che la trovo molto più bella e interessante di quanto non potessi
sperare!!” Ammise lei entusiasta.
“Hai detto che siete divisi in
maschi e femmine…” Aggiunse Harry.
“Per i turni in corsi. E’
preferibile per i pazienti…Il primo giorno mi sentivo persa…non conoscevo
nessuno! Io che ormai mi ero abituata alla vostra compagnia, o almeno…a facce
conosciute…è stato un brutto impatto…ma fortunatamente da una chiacchierata ne
nasce un’altra…e siamo riusciti a conoscerci un po’ tra colleghi. A parte due
piuttosto snob che non sono sopportati nemmeno dai docenti!!”
“Ci sono sempre tipi così…” Disse
Ginny scrollando le spalle.
“ Quant’è vero…E tu, Ron? Ti sei
ambientato bene, in Accademia?”
“Ehm…Si!” Rispose abbassando il
finestrino.
“Ron…c’è freddo…” borbottò Harry,
ma l’amico non lo ascoltò.
Harry notò che anche Hermione
gradiva quell’aria fresca e sottile che proveniva dallo spiraglio aperto da Ron,
così mise una mano sulla spalla di Ginny e la strinse a se: un po’ per
riscaldarsi, è vero, ma principalmente perché era un gesto che avrebbe voluto
fare fin dal momento in cui era salito in macchina.
La distrazione di Ron era un
occasione da non lasciarsi sfuggire.
Diede rapidamente un bacio sulle
labbra della ragazza che sorrise nella semi-oscurità della macchina.
***
Arrivarono davanti l’Accademia
Auror dopo aver parcheggiato nel garage sottostante lo stesso edificio.
Hermione si stupì di trovare lì
anche una camionetta dei pompieri, qualche taxi, e un autobus a due piani.
Simon era in cima alle scale:
teneva per mano Terry Boot, che sorrideva radiosa.
“Complimenti…” disse il biondino.
“Siete in ritardo solo di un’ora e un quarto!”
“Un piccolo contrattempo.”
Rispose Harry che non voleva dilungarsi nelle spiegazioni. “Tu che ci fai fuori?
Vuoi far morire dal freddo la tua ragazza?”
“Si!”
Terry gli diede un colpetto sul
braccio sorridendo. “Siamo arrivati proprio adesso. Ciao Harry…”
“Ciao, Terry…” La salutò il
moretto.
“Ginny ed Hermione, suppongo…”
Disse Simon porgendo la mano alle due ragazze.
“E tu devi essere Simon! Ci hanno
parlato molto di te…” Hermione si strinse un po’ di più nella mantella dopo un
passaggio di venticello leggero ma pungente.
“Mi ricordo di te!” disse Ginny
corrugando la fronte nello sforzo di ricordare. “…Forse di vista…ma il tuo viso
non mi è nuovo…”
“Bhè…si…in fondo ad Hogwarts
siamo sempre gli stessi, no?”
Le tre ragazze sorrisero.
Simon battè le mani “Allora! Che
ne dite di entrare? Fa un po’ freddino e dentro credo che abbiano già dato il
via alle danze…insomma…al buffet, intendo!”
E così entrarono dentro il locale
caldo dell’Accademia.
Non sembrava tanto diversa dal
frenetico tran-tran quotidiano.
C’erano diverse persone eleganti;
alcune, però restavano in divisa.
Ginny, Terry, Hermione, ognuna
accanto al proprio accompagnatore, si guardavano intorno curiose e ammirate:
quello era davvero un posto eccezionale!
“Hermione!”
Hermione si voltò di scatto.
“Lisa Turpin! Sei la cugina di David!”
La ragazza annuì. “Corvonero. Un
anno avanti al vostro!”
“Come mai, qui?”
“Bhè..si! Sono una matricola di
grado -1 qua dentro…” Rispose lei sorridente.
“E tu? Suppongo ti abbiano dovuto
pagare per fare onore al tuo posto di lavoro…Chi non farebbe a gare per avere un
genio come te?”
“Oh, dai…” disse lei modesta “ Io
sono entrata al San Mungo. Sono tirocinante Medimago…”
“Era ovvio che fossi tu.” Tuonò
una voce alle loro spalle e Turner scese le scale fino all’androne. “Granger!
Adesso il trio è al completo!” Sghignazzò poggiando le grandi mani callose sulle
spalle dei due ragazzi. “Questi due mi faranno vedere certi sorci verdi…e
McCullers non è da meno!”
“Il professor Turner! Il nostro
amorevole grande capo!” Lo presentò Simon alle ragazze.
“Ginny Weasley e Terry Boot, suppongo!
Sappiamo tutto di voi…e anche su Miss Granger, ovviamente…”
Le tre ragazze cercavano delle
risposte nelle facce imbarazzate dei rispettivi compagni.
“Oh, su, ragazzi… non vorrete
forse dirmi che non avete detto niente del nostro piccolo test iniziale…” Il
loro silenzio diede una risposta a Turner. “Una piccola presentazione…giusto per
conoscerci meglio!” Strizzò l’occhiolino a Ginny, Hermione e Terry prima di
rimettersi dritto ed esclamare… “Oh! Ecco dov’eri finita, cara…Ragazzi! Vi
presento mia moglie: Felicia Corax.
Era una donna bellissima quella
che fu presentata agli studenti: indossava un abito rosa antico e portava dei
pendenti di diamanti che luccicavano riflettendo la luce del grande candelabro
sopra le loro teste.
“E mia figlia, naturalmente!
Camelia!” Si guardò intorno. “Ma dove diavolo è?”
“Era con la sua amica.” Lo
informò la moglie. “Forse sono entrate in sala…”
“E allora entriamo pure noi!
Coraggio, ragazzi! Che la festa abbia inizio!!”
Entrarono in un gigantesco salone
al pino terra, dove cinque lunghi tavoli occupavano buona parte dello
spazio.
“Non è un buffet?”
“No, McCullers! Ma questo può
solo significare che mangeremo più del previsto! Prendi posto insieme alla tua
graziosa ragazza e vedi di non farmi passare una cattiva serata con il tuo
stonante cicaleccio!”
Terry arrossì un po’ e Simon
sorrise andando a prendere posto dove era il suo nome.
“Coraggio.” Incitò Turner “Andate
pure voi!”
“Non aspettatemi.” Sospirò Lisa
allontanandosi. “Il mio cavaliere è piuttosto in ritardo…”
Harry e Ron annuirono e con le
due ragazze al braccio si mossero anche loro in direzione dei tavoli.
Venne loro incontro Tonks,
avvolta in un abito bianco sporco che le arrivava sul ginocchio.
I capelli quella sera erano
castano chiaro fermati ai lati da dei fermagli dello stesso colore del
vestito.
“Wow! Siete più belli di come
ricordavo! Meglio di questa estate! Dico sul serio!”
Tonks abbracciò Ginny ed Hermione
e sussurrò loro “ Attente! Sarete le ragazze più invidiate della serata!
Guardate un po’ che figurini state accompagnando…”
Ginny, Hermione e Tonks
ridacchiarono Poi sentirono una voce familiare alle spalle dell’Auror.
“Tonks…senti…sono un attimo con
Kingsley! Deve farmi vedere un nuovo ritrovato medico per…Ragazzi!” Remus Lupin
strabuzzò gli occhi nel riconoscere i suoi quattro ex studenti “Oh…ma
certo…siete qui come matricole, voi due…” si rivolse a Harry e Ron i quali
annuirono.
“Tu, piuttosto…” Disse Harry “
Come mai ti trovi alla festa delle matricole qui, in Accademia?” Chiese
maliziosamente ben sapendo che si trovava lì come accompagnatore di Tonks.
“Ehm…Tonks non vi ha detto
niente?” Diventò improvvisamente rosso e imbarazzata.
I quattro scossero il capo, ma
Ginny ed Hermione avevano intuito qualcosa.
“Io e Tonks ci sposiamo a
Natale…”
“Ma è meraviglioso!”
“Che bella notizia!”
Esultarono le due ragazze.
“Congratulazioni, allora…” disse
Harry dandogli una pacca sulle spalle.
“Si, davvero!” Si unì Ron.
“Bhè si! Mancano poco meno di due
mesi e c’è ancora tanto da fare…e davvero poco tempo! Con la scuola e il
resto…”
“Scuola?” Ripetè Hermione.
“Ho ripreso l’insegnamento.”
Rispose Lupin, mentre Tonks annuiva orgogliosa.
“Davvero? E dove? A Hogwarts?”
Chiese ancora Hermione.
“No…l’avrei visto!” Disse Ginny
“E ve l’avrei detto subito!”
“Infatti!” Disse l’insegnante
prendendo un paio di bicchieri con l’aperitivo da un vassoio svolazzante e
porgendone uno alla futura consorte. “Insegno in America, al Flamel. Ogni giorno
prendo una passaporta…Comporta un po’ di stress e tanti sacrifici…ma preferisco
così!”
“Una passaporta? Sei grande e
grosso…non puoi smaterializzarti?” Domandò Ginny prendendo anche lei il
bicchiere che Harry le porgeva.
“Non ci si può smaterializzare
per così grandi distanze…è già difficile farlo di qui a Hogsmeade…fino in
America è proprio impossibile!”
“Remus! Allora, vieni o no?” La
voce di Kingsley si fece più vicina, finchè l’Auror non li raggiunse.
“Buonasera, ragazzi…non vi avevo riconosciuto…Ginny…Hermione…”
“Buonasera Kingsley…” Salutò
Hermione.
“E’ un piacere rivederti!”
Aggiunse Ginny.
“Il piacere è assolutamente mio!”
Fece un inchino alle due ragazze e sorrise. “Siete davvero incantevoli!”
Hermione e Ginny non poterono
fare a meno di rispondere al sorriso.
“Tonks…tu invece resti con quella
terribile aria da maschiaccio dominatore del mondo!” Tonks gli rispose con una
smorfia “Ma sei proprio sicuro di volerla sposare, Remus?”
“Contento tu…forza, muoviti! Se
ci sbrighiamo arriviamo in tempo per gli antipasti! Con permesso…”
“A dopo, ragazzi…” Li salutò
Remus e insieme a Kingsley sparirono tra la folla.
“Prendiamo posto!” Propose Tonks
sedendosi ad un tavolo. “Così possiamo chiacchierare in pace…e poi questi tacchi
non mi concedono più di venti minuti all’in piedi!”
Sorrisero e sedettero anche gli
altri nei posti che riportavano i loro nomi. Tonks era seduta di fronte a loro.
Simon e Terry che sarebbero
dovuti essere alla sinistra del gruppetto si erano alzati da poco per andare a
chiacchierare con Jim Boot, fratello della ragazza, e altri colleghi.
“Bene!” Esclamò Tonks “Che mi
raccontate di bello, voi due?” Domandò alle due ragazze.
“Sempre il solito…” disse Ginny
sorseggiando il punch.
“Si, infatti…” aggiunse Hermione
facendo una scrollatina di spalle. “Magari…sento un po’ la nostalgia di
Hogwarts. Insomma…è strano tornare a vivere dai miei genitori! Prima li vedevo
solo per le vacanze…”
“E neanche, visto che passavi
tutte le vacanze da noi…!” Disse Ginny sorridendo maliziosamente.
“Già! Sembra proprio di essere
ritornati ai tempi in cui frequentavo la scuola babbana…e poi…Hogwarts è
Hogwarts…”
“Oh! E’ vero! I tuoi genitori
sono Babbani…” disse Tonks agitando l’indice.
“Si, ma conoscono il Quidditch,
sanno chi sono i Babbani e desidererebbero tanto poter usare la bacchetta! Mica
sono dei Babbani qualunque…sono i genitori della strega più brillante del
ventesimo secolo!!” Eloggiò Ginny.
Sorrisero.
“E tu?” Domando alla rossa. “Che
farai dopo Hogwarts?”
Ginny si morse il labbro. “A dire
il vero non lo so proprio…Se mi andrà male andrò a lavorare con Fred e George!
Deve essere divertente!!”
“E’ pericoloso…” Borbottò piano
Hermione.
“A me piace il pericolo!” Le fece
notare l’amica.
Gli occhi di Harry brillarono di
gioia. “Allora perché non vieni con noi a fare l’Auror?”
“Non quel genere di
pericolo…”
Un po’ rammaricato il ragazzo si
sfogò mandando giù altro punch.
“Potresti provare al San Mungo!
Ti potrei aiutare nella preparazione degli esami di ammissione la prossima
estate! Che ne dici?” Propose Hermione entusiasta.
“Non lo so…sono molto
confusa…”
Tonks le diede una pacchetta
sulla spalla. “Su, non preoccuparti! Hai ancora tutto un anno di scuola per
pensarci!
“Ma si, Gin…goditi quest’ultimo
anno a Hogwarts anche per noi!” Le sorrise Harry e lei arrossì un po’.
L’attenzione di Tonks passò da
Harry e Ginny e la loro dolce cornice romantica, a Ron ed Hermione e il loro
quadretto contorto e confuso.
“Quindi tu e Ron state
insieme!”
Ron si affogò brutalmente.
Tonks non riuscì a trattenere un
risolino.
“N-no…” Balbettò Hermione
imbarazzatissima.
“Non stiamo insieme…” Concluse
Ron.
“No?! Io credevo che…” Spalancò
la bocca per lo stupore prima di mettere un’espressione seria e seccata.
“Insomma, Ronald!”
Ron tornò a guardare il
bicchiere, mentre Hermione si torturava le mani all’altezza del grembo.
Si avvicinò a Tonks una graziosa
ragazza dai lunghi capelli castani che bisbigliò qualcosa a Tonks.
“Cosa?!” Esclamò
quest’ultima.
La ragazza appena arrivata annuì
nervosamente.
“Scusate ragazzi…due nostre
conoscenze stanno animatamente conversando su chi deve essere il cavaliere della
corteggiatissima figlia del vostro capo…cioè lei.” Fece per andarsene.
“Conoscevate già Camelia?”
“Oh…voi siete le matricole di mio
padre…si, era decisamente felice di avervi nel gruppo! E’ tutta la settimana che
non parla altro che di voi! Piacere…”
“Piacere…” Disse Harry stringendo
la mano della ragazza, mentre Ron borbottò qualcosa di non bene
identificato.
Tonks e Camelia si allontanarono
a grandi passi dalla sala, mentre venivano raccolti i bicchieri
dell’aperitivo.
La cena fu servita ai tavoli da
composti camerieri in divisa grigio-argentea.
Il cibo era davvero strepitoso e
anche Ron, benché fosse ancora piuttosto teso e nervoso, si lasciò trascinare
dalle chiacchiere e dalle risate fomentate da Simon.
La sua imitazione della Cooman
fece affogare Harry con le seppioline al gratin…
Dopo cena Ron era un po’ più
disteso, tanto che quando fu chiesto ai presenti di alzarsi e furono fatti
sparire i tavoli, prese per mano Hermione e Harry gli sentì distintamente
chiederle…
“Balliamo?”
La ragazza sorrise e fece un
breve cenno di assenso col capo, avviandosi insieme a lui verso l azona dove le
coppie avevano preso posto per aprire le danze.
“Andiamo pure noi?” Chiese Harry
porgendo la mano a Ginny che la prese sorridendo.
“Perché no?” Rispose la
rossa.
E così cominciarono le danze.
Harry cercava di tanto in tanto
con lo sguardo Ron ed Hermione, ma invano.
“Lasciali un po’ in pace…” Gli
disse la ragazza richiamandolo all’attenzione con un dito che gli carezzava la
guancia sinistra.
“Volevo solo sapere come
procedeva…” Si giustificò lui.
“Non preoccuparti…Hermione sa
quello che vuole…”
“Ah, si?” Sorrise maliziosamente
Harry. “E cosa vuole Hermione?” La sollevò per i fianchi come prevedeva la
danza.
Una volta con i piedi per terra,
Ginny lo guardò negli occhi per un istante. “Secondo te?”
Urtarono una coppia e Harry si
voltò a guardare, scusandosi.
“Tranquillo, Potter! Siamo
illesi!” Ridacchiò Moody che teneva saldamente una mano sul fianco di Hestia
Jones.
“Buona serata, ragazzi!” Sorrise
Hestia allontanandosi con il suo cavaliere.
Harry e Ginny ringraziarono, si
allontanarono, si guardarono e scoppiarono irrimediabilmente a ridere.
Dovettero uscire dalla folla per
potere sghignazzare senza essere investiti dalle coppie che ancora volteggiavano
al suono della musica.
Andarono a servirsi da bere al
tavolo del rinfresco in fondo alla sala e mentre Harry sorseggiava il succo di
zucca corretto, Ginny gli si avvicinò e gli sussurrò all’orecchio.
“Volevi vedere Ron ed Hermione?
Eccoli là…”
Harry si voltò di scatto e
cominciò a scorrere con lo sguardo l’intera sala. “Dove?”
“A ore dieci! Vicino alla porta
che da sul giardino.”
Anche Harry li vide.
Ballavano anche loro e si
sorprese che Ron riuscisse a cavarsela.
E chiacchieravano, ridevano,
arrossivano e volgevano lo sguardo da un’altra parte imbarazzati.
“Forse gliel’ha chiesto!” Gli
sussurrò Ginny cercando di interpretare le espressioni dei due amici.
Cominciò una seconda musica e
questa volta fu Ginny a trascinare Harry nella mischia.
Il ragazzo dovette svuotare il
bicchiere con l’alcolico tanto rapidamente che per qualche istante gli girò
forte la testa, ma per fortuna Ginny non se ne accorse.
Poco più tardi i due uscirono
fuori nel parco dell’Accademia, dove poterono stare, finalmente, in pace e senza
il fratello geloso tra i piedi.
Intravidero Tonks e Remus,
amorevolmente abbracciati in una panchina e sorridendo li superarono cercando di
non farsi notare.
Non passò nemmeno mezz’ora che
furono costretti a rientrare sorpresi da un’ improvvisa pioggia e dovettero
cercare riparo dentro la sala dove ancora si ballava.
Hermione e Ron si erano appena
allontanati dal gruppo di ballerini e furono raggiunti da Harry e Ginny solo
dopo che questi si fossero asciugati gli abiti con un piccolo incantesimo.
“Come va?” Chiese Harry
avvicinandosi a Ron.
“Bene.” Rispose l’ amico
sorridendo.
“Harry…perché non andate a
prendere da bere? Io ed Hermione vi aspettiamo qui…”
Harry annuì dopo un eloquente
sguardo di Ginny e insieme a Ron tornò al tavolo del rinfresco.
Quando non furono più a portata
di orecchie indiscrete Harry si rivolse all’amico.
“Fatto?”
“Cosa?”
“Gliel’hai chiesto?”
“No.”
Se fossero stati soli Harry lo
avrebbe strangolato a mani nude, ma si limitò a imitare il gesto alzando le
braccia verso di lui e digrignando un po’ i denti. “E perché no?”
Ron fece una piccola smorfia
guardandosi intorno. “Qui non è romantico.”
Harry si passò una mano tra i
capelli e sospirò. “Cos’è per te ‘romantico’, allora?!”
“Non lo so…l’atmosfera…io e lei
soli…” Ora Ron era più rosso dei suoi capelli.
“E qui non ti piace?” Chiese
Harry indicando esasperato i ballerini.
“C’è gente. Non mi va.”
“Vuoi forse che chieda a tutti di
girarsi?”
“Harry, io non sono ardito quanto
te! Insomma…tu hai baciato Ginny davanti a tutto il Grifondoro, la prima
volta…io non lo farei mai!”
Credevo che tu non fossi da meno,
vista la tua esperienza con Lavanda…” Sorrise malignamente Harry.
Ron sbuffò esasperato. “Non
stiamo parlando di Lavanda, Harry! Ma di Hermione! E con lei tutto deve essere
perfetto!”
“Vedi di muoverti, però…”
Borbottò il moretto riempiendo due bicchieri.
“Non è facile, Harry…non so
nemmeno se le piaccio…”
Harry alzò gli occhi al cielo.
“Non dirmi che non te ne sei accorto nemmeno questa volta!!”
“Di cosa?”
Harry si passò una mano sulla
faccia. “Di Hermione!” Sibilò a denti stretti.
“Certo che mi sono accorto di
Hermione! Non sarei qui, adesso! Non le avrei chiesto di accompagnarmi al ballo,
stasera!”
“Ma no!” Harry era sul punto di
lasciar perdere tutto e evitare così il terribile esaurimento nervoso che
sentiva in arrivo. “ Anche a lei piaci, Ron! Apri gli occhi! Lei non sarebbe
qui, se non fosse ora più che mai innamorata di te! Dio…certe cose te le si
devono proprio dire in faccia…e io che cercavo di essere discreto e farmi i
fatti miei…”
Ron lasciò cadere a terra il
bicchiere che stava riempiendo e Harry lo guardò sconfortato.
“Non dirmi che non lo avevi
capito perché sono capace di ucciderti.”
“Uccidimi allora.” Disse Ron con
un filo di voce, la mano che prima reggeva il bicchiere ancora a mezz’aria.
“Su…non fare quella faccia.
L’espressione che hai adesso è un ottimo modo per mirare al fallimento.” Gli
suggerì l’amico porgendogli un bicchiere vuoto.
Ron l’afferrò con decisione,
mentre un cameriere raccoglieva i cocci vicino a loro.
“Tutto ok?”
La voce di Hermione che
all’improvviso si era avvicinata insieme a Ginny, prese Ron tanto alla
sprovvista che fece cadere un secondo bicchiere, mentre l’inserviente, che si
era appena allontanato, alzò gli occhi al cielo e si riavvicinava decisamente
poco contento.
Harry porse i due bicchieri che
teneva in mano ad Hermione e Ginny e ne riempì altri due.
Ron intanto non poteva far altro
che sorridere imbarazzato per il disastro fatto.
Era da poco passata la mezzanotte
quando, per la gioia del signor Granger, salutarono i colleghi e risalirono in
macchina.
Le strade umide dopo la forte
pioggia che si era abbattuta sulla città.
Hermione, questa volta, sedeva
dietro, insieme a Ginny e tutte e due parlavano animatamente.
“Ci vediamo domani mattina?”
Chiese la rossa all’amica. “Pranziamo insieme? Vorrei approfittare di questi
pochi giorni per stare con voi…”
“Dovevo ripassare un paio di
cosette…ma non importa! Per una amica questo è davvero il minimo! Vengo
volentieri!”
“Perfetto!” Rispose Ginny
raggiante. “Così vedremo Harry guidare, non è vero?”
Sul volto di Ginny comparve un
sorrisetto perfido marca Weasley, mentre Harry si voltava a guardare dietro con
aria decisamente contrariata.
“Sei proprio un amore, Gin.”
“Lo so…” Sospirò la rossa con
aria sognante. “Ti amo anch’io tanto, tanto puffolottino!” E detto questo gli
diede un pizzicotto affettuoso sulla guancia.
Hermione scoppiò a ridere.
“Quanto punch hai bevuto, Ginny?”
Domandò Harry alzando un sopracciglio.
Lei non rispose, me si sporse e
diede al ragazzo un bacio sulle labbra che gli fece tornare il sorriso.
“Ginny…”borbottò Ron cambiando
marcia.
“Tu pensa a guidare, Ron!” Lo
rimbeccò la sorella dandogli una botta sulla spalla.
“Già! Pensa a guidare, Ron!” Gli
fece eco Harry con un colpetto sul braccio.
Ron sorrise senza distogliere lo
sguardo dalla strada e dallo specchietto retrovisore dove poteva distintamente
vedere il bel sorriso di Hermione.
Arrivarono davanti il portone di
casa Granger e la ragazza salutò Harry e Ginny promettendo di essere in
mattinata a casa loro l’indomani.
“Ron…” Fece lei per salutarlo, ma
lui sorrise e scese dalla macchina.
“Ti accompagno.” Disse aprendole
risoluto la portiera.
Hermione sorrise imbarazzata e
mentre Ron chiudeva lo sportello da cui era scesa, vide Harry esultava in
playback.
Anche lui doveva aver alzato un
po’ troppo il gomito con il punch…
Ron ed Hermione salirono i
gradini e nel mentre la ragazza usciva dalla borsetta le chiavi di casa.
“Ci siamo divertiti stasera, no?”
Domandò Hermione tornando a guardare il rosso, tutti e due fermi davanti alla
porta, lui con la mano stretta nella maniglia d’acciaio.
“Si, molto!” Tossicchiò appena
per dare più coraggio alla voce. “Se ci pensavamo prima potevamo trascorrere
così tutta la serata del ballo di questa estate…o il ballo del Ceppo…”
Hermione sorrise e fece un passo
verso Ron, ma questi sembro appena farci caso.
“Senti…la prossima settimana ho
anch’io la mia festa delle matricole…potresti restituirmi il favore e
accompagnarmi! Così passiamo un’altra serata come questa.”
Ron era sconvolto. In realtà era
felice, ma era rimasto sotto shock per la notizia.
“Se non vuoi non fa niente!”
Disse in fretta Hermione.
“Vengo.”
“Come?”
“Eccome se mi va…passare un’altra
serata con te…dico…wow!” Trovò quel pizzico di coraggio che bastava per chinarsi
e darle un piccolo bacio in guancia. “Grazie per la serata. E’ stata davvero
molto bella.” Poi sorrise nervosamente e scese i gradini.
Anche Hermione sorrise, ma un po’
malinconica ed entrò oltre il portone.
Harry sedeva al posto di
guida.
“Che ci fai lì?” Domando Ron
poggiando un gomito sul tetto dell’auto e guardando stranito l’amico.
“Ron…sei davvero un idiota.” Gli
annunciò la sorella.
“Perché?”
“Hermione! Vai a baciare
Hermione! MUOVITI!!” Gli urlò Harry.
Ron si illuminò e risalì con un
balzo i gradini.
Il portone era chiuso.
Citofonò a diversi residenti del
palazzo che risposero assonnati.
“APRITE CAZZO! E’ UN
EMERGENZA!!”
“Tesoro, sei tu?” Domandò una
signora.
Il portoncino fu aperto e Ron
entrò correndo.
Uscì lentamente qualche minuto
dopo.
Con lo stesso silenzio si sedette
nel posto di guida lasciato di nuovo libero da Harry.
“Ron…?” Domandò esitante il
moretto.
“L’ho fatto Harry. Ho baciato
Hermione.”
Continua…
Interminabile capitolone!
Gente!
Buon Natale!
Buon Anno!
…e Buona Epifania!
Ancora un po’ e vi auguravo pure Buona
Pasqua…-_-
Tonks purtroppo non ha avuto più il tempo di
ribattere al computer, così mi sono presa io il malloppo e ho
provveduto.
Mi sa tanto che mi toccherà farlo sempre da
ora in poi…
Tornando alla storia…
Povero, povero Ron!
L’ho maltrattato parecchio in questo
capitolo…
E’ solo che per me, il nostro adorato (da me
quanto mai amato) rosso è tremendamente impacciato quando si tratta di
Hermione.
Avete presente l’idea che l’amore
rincretinisce? Ti fa vivere su una nuvoletta azzurra che svolazza a
20
metri da terra?
Esattamente…
Non credetevi che resterà sempre
così…anzi…meglio correggersi prima…qualche ricaduta l’avrà, avanti con i
capitoli…
Ho tralasciato un po’ Simon…ma in questo
pezzo non era poi così fondamentale…
Lo ritroveremo tra un pò!
Non vorrei parlare troppo per spifferarvi in
anteprima il resto della storia…
Perciò passiamo a ringraziare:
PazzaWendy
redRon
Giuly Weasley
Mary Cry
Killer
EDVIGE86
SiJay
Loony11
Sev
E tutti quelli che, come di consueto, hanno
soltanto letto questo capitolo, ma che ancora non recensito.
Fatevi vivi! Voglio sapere i vostri
commenti!!
Per qualsiasi dubbio, angustioso arcano o
domanda varia…non esitate a contattarmi! Sia sul sito delle Marauders, che via
e-mail (che trovate sempre sul sito delle Marauders! ^____^).
Oh! Dimenticavo a dirvi…ma forse avrei
dovuto dirlo prima…che questo capitolo ha tanti riferimenti al Ballo in Fa
Diesis Minore, quindi ripeto che converrebbe che lo leggeste!
Grazie anche a chi ha commentato “La cena
della Vigilia!”: un piccolo missing moment di Accademia a tema natalizio…per chi
non l’ha letto…spero che ti piaccia!!
Altro?
No…non penso!
Lascio a voi la parola!
Io ho parlato troppo e so di essere
un’incurabile macchina vomita parole…^_^
Bacioni e a presto!!
Ora la battitura di Accademia dipende solo
da me!!
Dedicato a Edvige86, perché resta la mia
scimmietta preferita …e Saretta, la
mia nipotina che proprio oggi compie 6 mesi! Auguri Pappona!!
^__^
Capitolo 5: Driving Lesson
Il mattino dopo il ballo, Harry
aprì gli occhi: aveva un forte mal di testa.
Il sole entrava caldo nella
stanza in cui regnava il caos più totale: il ragazzo, intontito dall’alcool e
dalla stanchezza si era infilato il pigiama lasciando l’abito da cerimonia
sparso per la stanza.
La camicia sulla sedia…una scarpa
sotto al letto, l’altra nel centro della stanza…i pantaloni per terra…e la
giacca appesa al pomello di uno sportello dell’armadio.
…Il mantello…?
…Chissà!
Si alzò passandosi una mano sugli
occhi stiracchiandosi un po’ e andò in cucina.
“Ciao…!” Il rosso se ne stava
appoggiato al ripiano della cucina con la tazza in mano, mentre con l’altra
inzuppava i biscotti nel caffelatte.
“’Giorno…” Fece Harry con aria
assonnata, si sedette al tavolo e si versò il caffè. “Ma…hai dormito, tu?”
“No! Tu?” Rispose Ron, anche se
la sua aria frizzante e assolutamente felice non dimostrava la sua notte
insonne.
“Io si…ma ancora non mi sono
svegliato del tutto…” Disse sbadigliando dietro la mano. Poi tornò a guardare
l’amico. “Ginny dorme ancora?”
“E’ uscita un attimo questa
mattina presto per andare al bagno…ma non si è mossa più dopo che è rientrata
nella sua stanza…” Rispose semplicemente Ron.
“Vado a svegliarla…”
Ron sgranò gli occhi e posò la
tazza. “Svegliarla?! Nooo…non se ne parla! Sarà in pigiama! La sveglio io…tu
aspetta qui!” disse andando verso le camere.
Harry gli si parò davanti.
“Ron…ho già visto Ginny in pigiama! Passo tutte le estati a casa tua! E anche le
vacanze di Natale! E non dimenticare che è la mia ragazza!”
“Proprio perché la tua
ragazza…”
“Ron…Voglio solo svegliarla.”
Ron si fermò abbassò il capo e
annuendo lasciò a Harry la possibilità di passare.
Il moretto gli sorrise
riconoscente e gli posò una mano sulla spalla. “Dai…vai a cambiarti! Hermione
arriverà a momenti…”
Harry e Ginny entrarono in cucina
mano nella mano dieci minuti dopo.
“Buongiorno, Ron…”disse la sorella
sedendosi al tavolo.
“Ciao.” Rispose Ronversandosi altro latte.
Inaspettatamente anche Hermione
uscì dalla camera dove Ginny aveva dormito.
Ron sobbalzò e fortunatamente
tenne salda la tazza, invece di lasciarla cadere a terra.“Hermione…” sussurrò
arrossendo furiosamente. “C- Co…”
Anche Hermione arrossì e abbassò
lo sguardo. “Harry è venuto a prendermi…” mormorò
Il ragazzo guardò verso Harry, il
quale alzò le spalle con un sorrisetto sedendosi accanto a Ginny.
“Ti unisci a noi per la
colazione, Hermione?” Chiese la rossa guardando l’amica.
“Ho già mangiato, a dire il
vero…ma vi faccio compagnia!” rispose Hermione.
“Mmm…” mugugnò Ginny ingoiando
“…assaggia questa crostata! L’ha mandata mia madre! Ti assicuro che è
favolosa!”
Hermione sorrise. “Magari un
pezzo piccolo…”
“Così si fa!” Sorrise l’amica
tagliandole una grossa fetta.
“Grazie…” Hermione prese il
piatto che la ragazza le serviva.
Ginny guardò maliziosamente prima
l’amica, poi il fratello, quindi mise giù la tazza e congiunse le mani.
Harry non potè fare a meno di
sorridere prevedendo quello che stava per fare.
“E così finalmente state
insieme...”
Ron si affogò e dopo essersi voltato
velocemente sputò il latte nel lavello.
Hermione tossicchiò un paio di volte portando
la mano davanti alla bocca dietro la quale potevano vedersi perfettamente le
guance rosse.
“Allora?” Insistette
Ginny.
Harry rivolse a Hermione un sorriso
allargando le mani e spronandola a parlare.
“Bhè...credo...Ron mica mi ha chiesto
niente...” disse piano guardando l’amico...
“Hermione...” borbottò Ron col viso affondato
in un asciugamano col quale si stava asciugando la faccia appena sciacquata “Ti
ho rincorso fino agli ascensori…”
“Una maratona, insomma…” Ridacchiò Harry
sotto i baffi.
Ron gli lanciò
un'occhiataccia.
“Ma dai, Ron...e non gli hai chiesto niente?”
chiese allibita la rossa guardando il fratello.
Il ragazzo non rispose.
“Hermione...potevi dargli una mano...sai
quanto è timido...”
“Harry...” lo ammonì Ron, poggiando la testa
all'armadietto sopra il lavello e chiudendo gli occhi.
“Ammetto di non essere preparata
sufficientemente sull'argomento...ma l'unica cosa che mi hanno insegnato le
compagne di stanza è proprio che a chiederlo deve essere il ragazzo...perciò non
ho detto niente!” Rispose Hermione alla domanda del
moretto.
“Ma andiamo!” sbottò seccato Ron “E' una cosa
stupida! Non per forza deve essere il maschio! Dov'è scritto?! E poi...quando
mai tu hai dato retta a Lavanda?!”
“Proprio perchè non ho mai avuto esperienze
ho dato retta a una che invece ha avuto tanti ragazzi...” si infervorò Hermione.
“Non volevo fare la figura della scema!” Aggiunse.
“Oh, si! Perchè io ne ho di esperienza,
vero?” la rimbeccò lui.
“Tu sei stato fidanzato già una
volta!”
“ E tu no?” Rispose a tono il
rosso.
“No! Io e Viktor non siamo mai stati
insieme!”
“ Ma non dire baggianate, Hermione...” fece
Ron voltandosi a guardarla e sbuffando.
“Tra me e Viktor c'è stato solo un bacio! Uno
solo, Ron! Niente di più! Viktor non mi ha mai...”
Fu un attimo.
Ron aveva raccolto tutto il coraggio che
aveva in corpo, le aveva preso il viso tra le mani e chinandosi le aveva posato
sulle labbra un lungo ma casto bacio.
Harry, seduto accanto a Hermione, si accorse
di avere leggermente la bocca aperta e la chiuse, mentre il biscotto che teneva
in mano era caduto sul fondo della tazza.
Quei due…quei due erano proprio Ron ed
Hermione? E…si stavano davvero baciando?!
Credo che si possa immaginare quanto Harry,
per quanto fosse preparato alla cosa, trovò strano trovarsi davanti a una scena
del genere…
Ron si staccò contro voglia dalle labbra
della ragazza.
“Ti prego...non nominarlo più! E non
nominiamo più nemmeno Lavanda. Io voglio solo te!”
Harry e Ginny si guardarono: si sentivano
entrambi terribilmente fuori posto…non potevano certo alzarsi, avrebbero
attirato l’attenzione…decisero di imitarli in un bacio da
film.
“Ehi!” Li richiamò Ron facendoli
separare.
“Ron…deve tornarti di traverso il
caffelatte!” Sbuffò Ginny incrociando le braccia al petto.
“In fatto di donne…” fece Harry guardando Ron
e arrossendo quanto lui per la situazione così assurda “…possiamo lasciarci in
pace a vicenda?”
“No.” Rispose secco
l’amico.
“Ron…”disse Hermione mettendogli una mano sul
braccio.
Ginny aprì la bocca per replicare, ma Harry
le fece un cenno con lo sguardo, facendole capire che ci avrebbe pensato
lui.
“Ron…” disse Harry scambiandosi con Ronuno sguardo.
Ginny ed Hermione guardando i due
ragazzi.
Ron sospirò e annuì.
Harry si alzò sorridendogli e presa per mano
Ginny si allontanò.
Hermione si rivolse verso il rosso chiedendo
in silenzio spiegazioni.
“E’
il mio migliore amico.” Rispose scrollando le spalle. “Direi di cominciare a
sbrigarci…altrimenti non riusciremo a insegnare niente a quel deficiente…!”
La
ragazza ridacchiò e tornò a mangiare la sua gustosissima fetta di torta.
La
madre di Ron era un diavolo ai fornelli…chissà se le avrebbe mai insegnato
qualcosa!
***
Un
soleggiato sabato mattina, un grande parcheggio fuori città mai frequentato e
tanta, ma tanta pazienza!
Questo
è quello che serve per insegnare a portare una macchina a un principiante
assolutamente ignorante in materia!!
Ginny
ed Hermione stavano sedute su un muretto a lato dello spiazzo desiderose di
vedere Harry al volante stando a debita distanza di sicurezza.
In
quel momento gli sportelli si aprirono e videro Harry e Ron scambiarsi di
posto.
“E
si comincia…” sospirò Ginny ridacchiando.
Hermione
sorrise all’amica e tornò a guardare verso la macchina proprio mentre gli
sportelli si richiudevano contemporaneamente.
All’interno
dell’abitacolo Ron sospirò e lanciò un occhiata ad un Harry terrorizzato e
elettrizzato allo stesso tempo. “Per prima cosa togliti quella faccia…nessuno
qui vuole ucciderti! E anche se ci fosse qualcuno non sarebbe questa macchina!
Si chiama Alfa ed è tua amica, chiaro?”
Harry
annuì per nulla convinto stringendo forte entrambe le mani sul volante.
Poi
realizzò quello che gli aveva appena detto Ron e lo guardò a occhi sbarrati.
“Alfa? Hai dato un nome alla macchina?!”
Ron
scrollò le spalle “Mi piaceva…”
Harry
scosse il capo sospirando.
“Dai…cominciamo…”
disse il rosso abbassando il finestrino e mettendoci sopra il gomito. “Schiaccia
tutta la frizione e metti in moto.”
Harry
obbedì e si rivolse verso l’amico preoccupato. “Ron…non parte…”
Il
ragazzo alzò gli occhi al cielo. “Che ti ho detto prima?”
“Che
devo schiacciare l’acceleratore e lasciare la frizione?”
“NO!”
“Ehm…la
chiave l’ho girata…la cintura l’ho messa…ho regolato il sedile…” Lo guardò
sperando di capire cosa non andava “…gli specchietti…?”
“Devi
mettere la marcia di partenza!” Sbottò Ron mettendo la marcia per lui muovendo
il cambio al centro tra i due.
“Oh…giusto…e
questa è la prima, vero?”
Ron
annuì. “Ed era la parte più facile, Harry…Dunque. Ora sei pronto per la
partenza. Ricordati che il freno è quello al centro!!”
Il
moretto inspirò nervosamente: le nocche gli erano diventate ormai bianche a
furia di stringere il volante…
“Schiaccia
lentamente l’acceleratore e lascia andare la frizione contemporaneamente!” lo
istruì Ron mettendo parecchie sottolineature sull’ultima parola.
La
macchina ebbe un fortissimo rombo ma non si mosse di un solo millimetro.
Ginny
su muretto poggiò la testa sulla spalla di Hermione ridendo come una matta.
“Lasciala
andare quella maledetta frizione!!” Gli urlò Ron, mentre la sua già poca
pazienza cominciava a scarseggiare. “ E non premere così forte
sull’acceleratore! Vacci piano, amico! Chiaro?”
Harry
ci riprovò e la macchina fece appena un metro…
“ACCIDENTI!!
SI MUOVE!!” Urlò Harry assestando una pesante pedata al freno.
Ron,
che teneva una mano sugli occhi, era scosso da forti risatine.
“Ho
fatto bene?” Chiese timoroso il moro.
Ron
scosse il capo ridendo. “ E’ ovvio che si muova, Harry! E’ la sua funzione!
Stavi andando bene…non c’era motivo di schiacciare il freno!” Sospirò
ridacchiando. “Forza…rimetti in moto…”
Al
secondo tentativo la macchina, invece di partire, fece un piccolo balzo in
avanti frenato subito da Harry.
Ron
agitò le mani “ Piano, Harry! Lascia…andare…piano…la…frizione!”
“Ok,
ok…”
La
terza volta partì senza sobbalzi, ma la velocità con cui si muovevano era
davvero eccessiva!
La
tensione aumentò quando fecero una curva da rally…
“FRENA!
FREEEEEENAAAAAA!!!!!” Urlò Ron disperato mentre Harry per frenare tendeva a
tirare a se il volante…! “COL PEDALE!!! IL PEDALE!!!” gridò accorgendosi
dell’errore dell’amico.
Harry
frenò all’improvviso facendo spegnere ancora una volta il motore.
Sbuffò
mentre il rosso al suo fianco alzava il freno a mano.
“Non
sei su una scopa, Harry! Non puoi strattonarla verso di te per farla fermare…qui
è tutto diverso!!” sospirarono entrambi. “Ma è possibile che debba insegnare io
a te come usare uno strumento prettamente babbano?!”
“Mica
avevo una macchina a mia completa disposizione, ne dei fratelli che mi
insegnassero…”
Harry
girò la chiave e riaccese il motore. “Riproviamo?” Chiese a Ron, il quale annuì
col capo.
Ancora
sobbalzi e macchina semi ferma…ma dopo una buona mezz’ora Harry riusciva a
cavarsela.
“Meglio!
Molto meglio!” Disse Ron non appena Harry si fermò dopo aver percorso l’intero
perimetro del parcheggio. “Dovresti solo controllare la velocità…corri
troppo!!”
“Amo
la velocità…” ridacchiò Harry soddisfatto.
“Ti
permetto di accelerare più di tanto solo quando sei solo! Io ci tengo alla
vita!”
“Scuola
guida?”
I
due saltarono per aria e si voltarono verso la persona che si era affacciata al
finestrino di Ron.
“Simon…ci
hai fatto prendere un colpo!” ammise Harry.
Lui
fece una piccola smorfia di indifferenza. “Come procede qui?”
“Se
la cava…adesso!” puntualizzò Ron.
“Bene…allora
posso salire e farmi un giro con te al volante!”
“Accomodati…”
gli fece cenno il rosso.
“Grazie…”
salì nel sedile posteriore. “Vai Harry! Sono pronto anche alla morte più
atroce!”
“Io
no!” rispose quello.
Fecero
di nuovo il giro del parcheggio passando davanti a Hermione e Ginny.
“CIAO
BELLE RAGAZZE!!!” Urlò Simon uscendo il busto fuori dal finestrino.
Le
due risposero agitando la mano.
Harry,
ridacchiando e voltandosi a vedere Simon, non si accorse di avvicinarsi
pericolosamente al marci…
Spam!
…iapiede!
“Oddio…”
sussurrò Ron scendendo giù dalla macchina.
Harry
sudava freddo.
Hermione
e Ginny li raggiunsero velocemente e tutti si avvicinarono per constatare il
danno.
La
ruota posteriore aveva un grosso squarcio.
“Ma
quanto sono taglienti questi marciapiedi?” sbuffò Simon che sembro prendersela
col pavimento, piuttosto che con la distrazione di Harry.
Ron
sbuffò e si passò le mani sul viso. “E ora?”
“Chiamiamo
un gommista?” propose Simon con le mani sui fianchi.
“Oh…certo…un
gommista fuori città…dimmi tu!” fece sarcastico il rosso scuotendo il capo.
“Scusate…”
si intromise Hermione “…ma per quel che ne so, noi abbiamo un piccolo vantaggio
rispetto ai babbani…”
Ron
fece un muto “Oh” mentre la ragazza, dopo essersi guardata intorno, uscì la
bacchetta e si chinò sulla ruota.
“Conosci
un incantesimo da gommista?” Ridacchiò Simon.
Hermione
gli lanciò un’ occhiata divertita sospirando. “Reparo”.
Com’era
prevedibile la ruota tornò come nuova sotto i loro occhi.
Simon
alzò le sopracciglia. “Bene!” disse come se niente fosse successo.
“Andiamo?”
“Dove?”
Chiese Ginny allargando la giacca per il caldo.
“Come
sarebbe a dire ‘dove’? In strada! Forza…devo essere a pranzo tra poco,
altrimenti mia madre mi lascia a digiuno per punizione e sono costretto a
elemosinare da Terry…Su! Su! Muoviti, Harry!”
Harry
sgranò gli occhi. “IO?! Ma sei matto? Ho ancora i nervi a fior di pelle per
questo incidente con la ruota…”
“E
che vuoi che sia…Hermione ha risolto tutto, no? Non c’è più nessun buchetto,
vero? E allora non perdere tempo in chiacchiere e mettiti alla guida, Ambrogio!
Devo tornare a casa, ti dico!”
“Tu
sei pazzo!” Insistette il moretto. “Non posso farlo!”
“Ma
si che puoi! Sei pure patentato…Avanti! Tutti a bordo! Si parte!!”
Dopo
aver guardato Simon come si guarda un pazzo accettarono il loro atroce destino e
salirono in macchina.
“Simon…io
non credo che…” cominciò Harry, ma il ragazzo, seduto accanto a lui lo zittì
subito.
“Finché
non provi su strada resterai convinto del fatto che tu non sarai mai pronto per
guidare in città nel traffico!”
“Farò
un sacco di incidenti! Morti! Feriti!”
“E
che ti importa?! L’assicurazione la paga l’Accademia, no? Peggio per loro che ti
hanno dato quel pezzo di carta…”
Harry
sorrise.
“Avanti,
pupo sopravvissuto! Hai salvato l’umanità? Ora distruggila!!”
I
cinque ragazzi nell’abitacolo scoppiarono a ridere smorzando così la
tensione.
Durante
il tragitto gli occupanti dei sedili posteriori pregarono intensamente di
restare vivi, mentre Simon se la spassava canticchiando insieme alla radio,
tenendo comodamente i piedi sul cruscotto e battendo la mano sulla gamba a
tempo.
Fortuna
volle che non ci fosse troppo traffico…e Harry riuscì a cavarsela davvero
bene.
Doveva
solo controllare meglio le brusche frenate ai semafori…
Accostarono
davanti una villetta in una grande strada alberata.
“Casa
mia…” sorrise Simon scendendo giù.
Ron
e Ginny guardavano incuriositi quella casa così tipicamente babbana.
“Ron…ti
prego, guida tu adesso.” Lo pregò Harry girandosi a guardalo.
Il
rosso annuì. “D’accordo…dammi il posto…”
“Bene!”
disse Harry aprendo lo sportello…
…senza
accorgersi che proprio in quel momento stava passando un camion dei
traslochi.
Harry
rimase immobile a guardare dove un attimo prima c’era lo sportello.
Ginny,
Ron ed Hermione avevano gli occhi fuori dalle orbite.
Simon,
ancora sul marciapiede accanto la macchina si grattò la nuca.“A quanto pare sono
arrivati i nuovi vicini…”
Ron
sembrava non riuscire a respirare. “Hermione…?” bisbigliò in cerca di aiuto.
***
Era da poco buio fuori, il giorno dopo,
quando Ron bussò alla porta della camera di Harry.
Il rosso era in accappatoio, con i capelli
gocciolanti e un asciugamano in mano che scendeva lungo il
fianco.
Harry alzò divertito lo sguardo dal libro su
cui stava studiando per poi tornare a leggere. “Grazie lo stesso, Ron...ma
purtroppo non sono interessato ne al tuo fisico apollineo, ne a una tua
performance.”
Ron ridacchiò. “Cretino...” entrò nella
stanza e cominciò ad asciugarsi i capelli con l'asciugamano. “Ginny è
partita?”
L'amico annuì. “Sono tornato da un quarto
d'ora da King's Cross.” sospirò. “Si. E' partita”.
“Senti...io...devo parlarti.” Harry alzò lo
sguardo curioso. “ Si, insomma...sei il mio migliore amico! Se non parlo con te
con chi potrei?”
Il moretto scosse il capo e allargò le
braccia. “Con Hermione?”
“Oddio...no!” fu la sola risposta di Ron che
aveva preso a camminare avanti e indietro per la stanza strofinandosi
energicamente i capelli. Tirò via l'asciugamano e fermandosi guardò l'amico più
rosso che mai. “Mi sento strano.”
Harry alzò un
sopracciglio.
“Si...bhè...è tutto strano! Insomma...io ed
Hermione stiamo insieme da appena quarantott’ ore e ...” sbuffò scompigliandosi
i capelli ancora bagnati con la mano. “E' strano vedere Hermione come...la mia
ragazza.”
“Bhè...” disse semplicemente Harry spingendo
gli occhiali sul naso. “E' normale!”
“No! Non è normale! Io...Harry...io mi sono
reso conto da poco che in fondo Hermione mi è sempre piaciuta parecchio, come
ragazza! Non l'ho mai vista veramente come amica! Però l'ho sempre considerata
tale! E adesso è strano...stare con quella che è stata per tutti questi anni, la
mia migliore amica. Oltre te, naturalmente...”
“Io non sono la tua migliore amica!” rise
Harry.
“Oh, dai! Amico! Migliore amico! Contento? Ma
non è questo il punto! Allora...ricominciamo.”
Harry annuì, tenendo per se il sorrisetto che
avrebbe tanto voluto fare per quella scena così divertente. Ne risultò una sorta
di smorfia da psicanalista convinto con lo sguardo corrucciato e le labbra
serrate.
Ron per sua fortuna era così preso dal
discorso che non se ne accorse.“Io e Hermione...stiamo
insieme...”
Harry annuì con un
mugugno.
“Cioè...si...stiamo insieme...però...ma si, è
così, vero? Cioè...dovremmo essere fidanzati...o no? Forse quello si dice prima
del matrimonio e...” arrossì a tempo di record! “ Va bhè...non è nemmeno questo
il punto! Ricomincio. Io e Hermione...stiamo insieme!”
Harry ripeté il mugugno di assenso mentre il
sorrisetto cominciava a sfuggire al suo controllo.
“Bhè...ecco...il mio problema è che lei, fino
a quarantott’ ore fa, era la mia migliore amica! Solo che non lo è mai stata
veramente per me! Io la volevo come ragazza, ma dicevo a tutti che era la mia
migliore amica. Comunque...un pò mi ero convinto pure io! Anzi...diciamo che ne
ero fermamente convinto!”
“Di cosa?” si intromise il
moretto.
“Che lei era la mia migliore amica! E
ora...ora che è la mia ragazza...ho come un freno! Si, insomma...quello che
voglio dire è...tu e Ginny vi baciate, giusto? Si, cioè...anche se non mi va giù
so che vi baciate. Ecco...io...come posso dirlo...non riesco a farlo con la
vostra stessa naturalezza! Devo prima svuotare completamente la testa e poi
agire d'impulso! Eppure mi rendo conto che Hermione vorrebbe qualche attenzione
in più...cioè...credo! Insomma...oggi siamo usciti io e lei e... credo volesse
prendermi per mano! Dico...è normale! Siamo fidanzati! Cioè non lo siamo...anzi
si...comunque...il punto è che io non avevo il coraggio di prenderla per mano!
Capisci? E'...è...era strano, per me! Lei è Hermione cavolo! Siamo cresciuti
insieme…Quindi ora mi sorge un dubbio...se io sono così imbranato da non
riuscire a darle le attenzioni che merita...cosa ovvia, visto che è la mia
ragazza...ma io ho quel dannato freno inibitore che mi impedisce di fare alcun
che...io...sono davvero quello giusto per lei?”
Harry sospirò
esasperato.
“Bhè...” continuò il rosso. “In più c'è da
dire che stiamo parlando di una coppia formata da Hermione Granger...” disse
alzando il pollice “...la strega più geniale...e Ron Weasley!!” alzò anche
l'indice. “Ti rendi conto?! Il genio e lo sfigato squattrinato insieme!!” Si
passò una mano tra i capelli umidi. “Non funzionerà mai!”
“Ron...” il rosso guardò disperato l'amico
che finalmente aveva possibilità di dire la sua. “...io credo che...” cercò le
parole giuste. “Se tutti ragionassero come te...Hermione resterebbe sola per
tutta la vita!”
“Ma no...troverà sicuramente un altro
genio...”
“Ron. Lei non vuole un altro
genio.”
Il ragazzo si morse il labbro e rimase in
silenzio con lo sguardo perso nel vuoto per un intero minuto. “Io...non posso
darle molto...”
“Non credo che Hermione non sappia della tua
condizione...e comunque ha accettato te con tutti i pregi, difetti e problemi di
varia natura...Vuol dire che in te vede qualcuno di cui si può fidare! E come
hai detto tu...è Hermione Granger! Non sceglie a caso! Lei ragiona sulle cose
anche inconsciamente!”
“Però è uscita con Krum e
McLaggen!!”
“Perchè tu non l'hai invitata al ballo e
perchè avevi litigato con lei fino a poco prima! In entrambi i casi si tratta di
una ripicca nei tuoi confronti bella e buona! Una piccola debolezza della grande
Hermione.”
Ron annuì. “E...il freno
inibitore?”
“Credo che quello dovrai risolverlo da solo.
Comincia con il baciare Hermione più frequentemente!”
Il ragazzo tendeva gradualmente al
viola.
Annuì un'altra volta e uscì dalla
stanza.
Harry, che si era trattenuto fino a quel
momento, liberò il suo sorrisetto e riaprì il libro, complimentandosi con se
stesso per il suo diplomatico operato!
***
Harry
era in cucina, disteso sul divano a fare zapping con la tv.
Una
cosa che aveva sempre desiderato fare quando era dai Dursley, ma che gli era
sempre stata preclusa…
Alla
prima busta paga si comprava la console, ormai ne era certo!!
La
porta dell’ingresso si aprì e Ron, di ritorno dalla festa delle matricole di
Hermione, fece il suo ingresso nel suo elegante completo da cerimonia.
Il
moretto gettò una rapida occhiata all’orologio appeso al muro e si voltò a
guardare l’amico che appendeva il mantello all’appendiabiti.
“Bella,
la festa?”
Lo
sguardo che gli lanciò Ron parlava da solo.
“Che
è successo?” Chiese Harry mettendosi a sedere.
“Una
noia da morire…” disse il ragazzo. “Tutti guaritori e gente perfetta…ovvio che
Hermione si sente a casa, lì…sono tutti della stessa pasta…”
“E
siete rimasti alla festa tutto il tempo?”
“No.”
Rispose Ron arrossendo e togliendosi le scarpe per non incrociare il suo
sguardo.
Il
moretto fece un sorrisetto malizioso. “Rooon…?” cantilenò.
“Siamo
usciti subito dopo il primo ballo. Era davvero tutto troppo noioso anche per
lei…abbiamo trovato un caffè aperto e poi abbiamo passeggiato un po’.”
“Fino
all’una?”
“Poi
l’ho riaccompagnata a casa…ed eccomi qui…tu?”
Harry
indicò il tavolo che non aveva ancora sparecchiato. “Pizza, tv…e Ginny mi ha
mandato una lettera.”
“Che
dice?” Chiese distratto Ron togliendo l’altra scarpa.
“Non
sono fatti tuoi.” Ridacchiò Harry.
Sul
volto del rosso comparve un perfido ghigno. “Oh! Harry…amore mio…mi manchi! Ma
quanto mi manchi? Ma mi pensi? Ma quanto mi pensi? Io non vivo senza te! Il mio
cuore batte solo quando ci sei tu! Io e te su una nuvola a tre metri dal cielo…”
recito in falsetto con una mano sul cuore e gli occhi falsamente sognanti.
Harry
gli diede uno spintone ridendo. “Hermione, Hermione…perché sei tu, oh Hermione…?
La mia vita solitaria…il mio cuore sanguinante…ti prego, curami oh bella
guaritrice…che mi sento morir…”
E
qui arrivarono alle mani…!
Uno
sgambetto al primo…un colpo sulla nuca al secondo…un cuscino in faccia al
primo…colpi con la bottiglia di plastica vuota afferrata dal tavolo al
secondo…
“Tregua…ho
sete…” disse Harry raggiungendo il frigo e schivando una cuscinata di Ron.
“Burrobirra?”
“Volentieri…”
annuì il rosso.
Sei
sedettero sul divano sorseggiando la bevanda e rimasero in silenzio per un
po’.
“Noi
due abbiamo qualche rotella al posto sbagliato.” Annunciò serio Ron.
“Decisamente.”
Rispose Harry appoggiando le labbra alla bottiglia.
***
Dicembre
arrivò tanto rapidamente che se non fosse stato annunciato dalla prima neve non
se ne sarebbero accorti.
Harry
rientrò a casa carico di sacchetti della spesa che aveva appena fatto:
d’altronde…quel giorno toccava a lui…ma quello che vide fece scivolare il suo
umore sottoterra.
“RON!
Dovevi lavare i piatti del pranzo! Toccavano a te!!”
Ma
non ottenne risposta.
Era
un giovedì sera.
Erano
rimasti a casa tutto il giorno perché in Accademia c’erano stati dei disordini e
la maggior parte delle squadre erano state chiamate in rassegna per un colpo
grosso.
Tranne
loro.
Erano
tornati a casa dopo solo mezz’ora di lezione sotto ordine di Turner.
Malgrado
fossero saliti di un livello in soli due mesi…erano solo a un misero
livello…
Ne
avevano di strada da fare prima di poter entrare nel vivo delle azioni militari
vere e proprie ed emozionanti come sognavano loro…
“RON!”
Harry entrò nella camera da letto dell’amico e lo trovò disteso sul letto al
telefono.
“Oh…ciao,
Harry!” lo salutò alzando un po’ la testa per vedere chi era entrato.
“Sono
uscito un’ora e mezza fa ed eri già al telefono! Lo sai che paghiamo ogni minuto
che passi a chiacchierare?!” disse il moretto infuriato.
“Cavolo!”
Ron balzò a sedere. “Dici sul serio?”
“Dico
sul serio!” Ruggì Harry e uscì dalla stanza lasciando la porta aperta e Ron alle
calcagna.
“Hermione?...forse
è meglio chiudere. No, non lo sapevo…si, lo so che sono un idiota…ok, ci
vediamo! Va bene…ciao…”
“Salutamela…”disse
tetro Harry uscendo il latte dal sacchetto per sistemarlo in frigo.
“Uh!
Mione…! Siamo arrivati ai nomignoli! E tu chi sei? Ronnino pucciosino?”
Ron
gli fece una smorfia e Harry ridacchiò sotto i baffi.
“Mi
dai una mano a sistemare la spesa?” chiese il ragazzo cercando di raccapezzarsi
in quella gran confusione…
“Come?
Oh, no…scusa Harry…ma devo uscire.”Disse il rosso infilandosi la giacca a vento e sistemandosi la sciarpa
che mamma Weasley gli aveva confezionato qualche anno prima.
“Di
nuovo?”
Ron
mugugnò…stava per un si.
“E
dov’è che vai?”
L’amico
sbuffò. “Fuori, mamma…”
“Fuori
dove?”
“Fuori!”
Ron uscì di casa e preso l’ascensore sparì per l’ennesima volta.
Harry
non riusciva più a parlare con lui.
Era
da un mese che prima di cena prendeva la giacca e spariva per poi tornare a
notte fonda…
E
la cosa peggiore è che non sapeva come comportarsi…!
Era
il suo migliore amico e si preoccupava sinceramente per lui…ma non aveva nessuna
intenzione di prendere il posto di sua madre e in quel momento Ron non aveva
tutti i torti…
Da
amico l’avrebbe dovuto appoggiare…o consigliare, se solo lui si lasciasse
consigliare…
Afferrò
rapidamente il telefono.
Se
voleva sapere di Ron come amico senza sembrare troppo Molly Weasley, doveva
farsi aiutare da un amico.
O
un’amica…
“Pronto,
casa Granger?”
“Harry?!”
rispose Hermione dall’altra parte del telefono.
Ecco…adesso
si rendeva conto di aver fatto la cavolata più grossa del secolo…chiamare
Hermione per sapere dove va Ron!
…Molly
Potter…
“Ciao!”
strillò sedendosi sul divano.
“Tutto
ok?” chiese incerta l’amica alla cornetta.
Harry
si grattò la nuca maledicendo tutto se stesso.“Oh…no…non è niente…”
“Sicuro?”
“E’
che…mi chiedevo…Ron è mica da te?”
“No…”
negò Hermione.
“Ecco,
appunto…vi dovete vedere?”
“Vederci?
No…io tra poco ceno…dopo vorrei studiare un po’…Perché me lo chiedi? E’ successo
qualcosa?”
“No,
no!” si affrettò a dire il moretto. “Niente di che…volevo solo sapere dov’è
Ron…”
“Ma…Harry
era lì con te un attimo fa…eravamo al telefono e tu eri appena tornato!”
“Si,
ma ora è uscito.”
“Uscito?”
ripetè Hermione.
“Si.
E…è una cosa che fa spesso in questi ultimi tempi…” Harry si schiaffeggiò
mentalmente, ma ormai aveva parlato troppo.
“Che
vuoi dire? Esce solo? Quanto spesso?”
“Ogni
tanto…”
“Harry…!”
Lo rimproverò lei.
“Ehm…ogni
sera…e rincasa sempre tardi. Ma non preoccuparti…sono certo che non è niente di
grave…ci sentiamo Hermione…volevo prepararmi la cena! Felice di averti
sentito…”
“NO!
Non riattaccare! Se lo fai non ti parlerò a vita!!”
Harry
sospirò. “Ok…sono qui, che c’è?”
“Come
sarebbe ‘che c’è’?! Ron esce! Non dice nemmeno a te dove và…non mi sembra che
vada tutto bene!!”
Sospirarono
contemporaneamente.
“Forse
è da Fred e George…non è tanto distante Diagon Alley da qui…”
“Oppure…può
essere che si sta allenando di nascosto per il corso Auror! Ricordi quando hai
scoperto che faceva lo stesso per diventare portiere di Grifondoro?”
“Già!
Sarà sicuramente in Accademia! Quel posto è enorme e aperto a qualsiasi ora…non
ci avevo pensato proprio.”
Hermione
mugugnò pensierosa. “Se fosse solo questo sarei più sollevata…Però non
dimenticarti che cosa ha combinato di nascosto a noi l’anno scorso a Hogwarts…è
stato orribile!”
(Questa
nota la chiamo…C.I.T.A.!!Saprete
presto anche voi di che si tratta…)
“E’
sicuro in Accademia. Fidati! Ne sono convinto! Senti…comunque sia…io non ti ho
chiamato! Se no chi lo sente Ron…Già mi accusa di stargli addosso come se fossi
sua madre…”
“Nessun
problema! Cambiando argomento…Come sta Ginny? L’hai sentita per caso?”
Il
pensiero della bella Weasley fece tornare il sorriso a Harry. “Oh! Bene! Mi ha
scritto domenica sera…dice che torna per le vacanze di Natale tra due
settimane…”
“Ci
vedremo, allora!”
“Speriamo…magari
riusciamo ad averla ospite qui da noi…io comunque spero di liberarmi sabato
prossimo: Turner voleva affidarmi un incarico…”
Hermione
trattenne il fiato felice. “Un incarico? Ma è stupendo! E così presto,
poi…complimenti!”
Harry
storse la bocca… “Non è niente di che, Hermione…sarà sicuramente come quella che
ha affidato a Simon…ritirare un pacco alle poste babbane. Immagina che bello
fare la coda per un’intera mattinata per ritirare uno scatolone anonimo, ma
pesantissimo…Simon ha urlato contro Turner per una buona mezz’ora…”
“Oh…”
ridacchiò immaginandosi Simon in quella situazione.
“Lo
farei…insomma…è pur sempre meglio del passare una mattinata tra i banchi…solo
che c’è Hogsmeade, sabato…e pensavo di andare a trovare Ginny…”
“Da
quando sei così romantico, Harry?” rise Hermione.
“Ehm…non
lo so…dici che esagero?”
“Scherzi?
Ginny sarà felicissima di vederti!” Sospirò. “E così sei riuscito a
smaterializzarti a lunga distanza…complimenti!”
“Ho
perfezionato la tecnica con Turner proprio la scorsa settimana! Per questo non
vedo l’ora di provare e andare da Ginny! Anche Ron adesso è capace di arrivare
fino a Hogwarts senza dimenticare dietro nessun sopracciglio…”
Risero.
“Bene…mi
ha fatto davvero piacere sentirti! Speriamo di vederci, anche…”
“Ok…”
tagliò corto Harry che non voleva mettere a disagio l’amica. “A presto,
allora…”
“Ciao,
Harry…”
I
due chiusero contemporaneamente la comunicazione e Harry ebbe giusto il tempo di
sospirare prima che il telefono squillasse.
“Pronto?”
Rispose.
“Sicuro
che non ha un’altra?”
“Hermione…”
scoppiò a ridere Harry.
“Ok,
scusa…ho esagerato…ciao…”
“Ciao…”
ridacchiò il moretto richiudendo.
***
“E
allora? Come è andata sabato?” Chiese Simon facendo la verticale alle
parallele.
“Se
parli con me è stato uno spasso.” Disse sarcastico Ron con lo sguardo rivolto
agli anelli su cui doveva salire. “Una vera pacchia.”
Il
biondino scese giù e prese fiato scostando con un brusco movimento del capo un
ciuffo zuppo di sudore.“Cioè?”
“Controllo
di merce in arrivo dall’Arabia Saudita. Carico di contrabbando.” Rispose
telegrafico Ron saltando sugli anelli.
“Ottimo!…poi
vedi di lasciare liberi quegli anelli, pel di carota…volevo farci un giro prima
di cena…”
“Con
vero piacere…” fece una smorfia Ron tirandosi su, premendo sulle braccia.
“Bene…”
disse risalendo sulle parallele dopo aver ripreso fiato. “…è rilassante questa
ginnastica!” esultò a testa sotto.
“Accidenti,
Simon! Guarda che se dici ancora un parola in positivo su questi allenamenti
pomeridiani ti massacro di botte!” Harry stava su un tappetino di gomma a fare
addominali e la cosa non lo rendeva per nulla felice.
“Vuoi
forse dirmi…che preferisci…le lezioni in aula?” Chiese Simon tenendo le gambe
dritte davanti a se, il viso rosso e sudato per lo sforzo.
“Vuole
dire…” Ron atterrò sul tappetino e fece una smorfia massaggiando le mani
doloranti. “…che preferisce il venerdì pomeriggio. Quando facciamo le
simulazioni nella stanza 11. E, sinceramente, è quello che preferisco fare
anch’io.” Fece un salto e si aggrappò, nuovamente, agli anelli.
“Oh
bhè…anch’io, se è per questo…ma questi allenamenti ci toccano! E poi scarico la
tensione…CIAO HERMIONE!”
Agitò
la mano salutando la ragazza appena entrata.
“Hermione…?”
Chiese Harry alzandosi, mentre Ron cadeva giù con un pesante tonfo.
Hermione
era effettivamente entrata in quel momento in palestra, con il suo bel sorriso
stampato in faccia.
Le
andarono incontro asciugandosi il sudore con gli asciugamani.
“Come
mai da queste parti?” Gli chiese Ron sorpreso di vederla li, ma felice.
“Le
lezioni sono finite con un paio d’ore d’anticipo.” Spiegò la brunetta.
“E
non ti hanno fatto problemi per entrare qui?” domandò il ragazzo.
Lei
scosse il capo. “No…non c’è bisogno…è bastato mostrare il distintivo di
Guaritore apprendista per poter entrare tranquillamente…e poi indosso pure la
divisa! Un ottimo ‘pass pour tout ’, devo ammettere…” disse sorridendo portando
un ricciolo dietro l’orecchio.
Solo
in quel momento Harry se ne accorse.
Ron
era passato diverse volte al San Mungo per riaccompagnare Hermione a casa dopo
le lezioni, ma a lui non era mai capitato di vedere l’amica con quella mantella
verde bosco.
“Posso
vederla meglio?” Chiese curioso.
“Oh!
Harry!” Ridacchiò Simon. “Occhio che Ron si ingelosisce! E poi te lo immagini
pel di carota con due cornetti proprio qui…?!” disse saltando sulla schiena di
Ron e puntellando con gli indici la testa del ragazzo che nel frattempo
protestava per il suo peso.
Hermione
rise gaiamente. “Non preoccuparti, Simon…conosco bene Harry e non ho colto
nessuna malizia in quello che ha detto!” Porse a Ron il mantello e fece una
piroetta sul posto mostrando così la divisa così simile a quella di Hogwarts,
con la differenza che era dello stesso colore del mantello e che al posto della
cravatta portava un nastrino, mentre le scarpe erano semplici stivaletti neri
sotto il ginocchio.
Simon
fischiò.
“Stai
bene!” Le disse Harry sincero.
“Grazie…”
rispose la ragazza riprendendosi il mantello. “E ora…passando a qualcosa di più
interessante della mia divisa…sono passata per dirvi che ho incontrato
Neville!”
Ron
allargò gli occhi sorpreso. “Neville? Dici sul serio?”
Lei
annuì. “E dopo nemmeno un minuto abbiamo incontrato anche Dean e Calì! Abbiamo
organizzato una sorta di rimpatriata del nostro anno questo sabato! Calì pensa a
dirlo a Seamus e Lavanda…”
Ron
storse il naso.
“…che
per la cronaca…pare si siano fidanzati da un po’!”
Harry
ridacchiò. “Me l’aspettavo, sai…? Però devo declinare l’invito…Sabato c’è
un’altra gita a Hogsmeade di Ginny…”
“E
invece abbiamo pensato anche a questo! Proprio per far venire anche Ginny e Luna
abbiamo deciso di vederci ai Tre Manici di Scopa di Hogsmeade!”
“Ottimo!
Così non devo rinunciare a nessuna delle due cose! Bella idea, Hermione!” Si
complimentò Harry.
“Posso
portare anche Terry…?” si guardò intorno preoccupato. “Oddio…io sono
invitato?!”
“Certo
che sei invitato, Simon…e se cortesemente contatti anche Ernie e Justin sarebbe
bello se venissero anche loro!” rispose la ragazza.
“Aspetta
un attimo. Ginny…ok: è invitata perché è la ragazza di Harry…ma Luna? Perché era
nell’ES?”
“A
parte il fatto che è pure una nostra carissima amica e non mi sembra giusto non
invitarla…avrebbe un valido motivo per venire, oltre questo!”
“Sarebbe?”
Chiese il rosso.
Hermione
fece un sorriso malizioso. “Neville.”
“Noooo…!”
Sorrise anche Ron.
“Oh
si, invece! E già da due mesi!!”
“Chi
l’avrebbe detto…”
“Chissà
se Neville riuscirà a reggere le follie di Luna senza impazzire pure lui!!”
Aggiunse Harry scuotendo il capo divertito.
“Bene…allora
io vado.” Disse Hermione riindossando il mantello verde.
“Come?
No…ti accompagno io…” si offrì Ron.
Lei
sgranò gli occhi. “Stai scherzando, Ronald?! Sei a lezione!”
Il
ragazzo scrollò le spalle. “Figurati…Harry, mi copri tu?”
“Ok…”
rispose semplicemente il moretto.
“Harry
non assecondarlo! E tu, Ron…hai ancora un’ora di allenamento! E’ ancora presto
per me! Posso tornare anche da sola!” si infervorò la ragazza.
“Harry
troverà sicuramente una scusa decente! Non è vero, Harry?”
“Oh,
si! Ti è morto il gatto!”
“Harry…”
mugugnò Ron abbassando le braccia lungo i fianchi.
“Ron...non
voglio sentire una sola parola di più. Resta qui.”
“Voglio
accompagnarti!”
“Non
essere sciocco! Non puoi e basta!”
“Ehi…”
si intromise Harry. “Non c’è nessun problema! Posso dire che Ron è uscito per un
problema personale urgente! Qui non fanno poi tante domande…”
“Sono
problemi nostri se saltiamo un allenamento…e comunque è solo una mezz’oretta…”
Sminuì Simon.
Hermione
non rispose, anche se le sue labbra serrate lasciavano intendere quanto fosse
contrariata.
“Dai…aspettami
cinque minuti che torno. Vado a farmi una doccia e sono pronto!”
Hermione
si rivolse verso Harry e Simon dopo che Ron fosse uscito dalla palestra diretto
ai dormitori. “Lo metto nei guai?”
“Nooo…distruggi
soltanto la sua futura carriera da Auror!”
“Simon…”
lo ammonì Harry.
“Sto
parlando seriamente.” Hermione mise le mani sui fianchi.
Il
biondino sorrise. “No, Herm…non gli succederà niente.” La rassicurò.
“Sicuro?”
si rassicurò un po’. “E va bene…” cedette. “…ma non chiamarmi più ‘Herm’,
ok?”
“’Mione?”
“Nemmeno.”
“Ma
Ron ti ha chiamato ‘Mione’!”
“Ma
tu non sei Ron…” replicò la ragazza alzando le sopracciglia e inclinando la
testa.
“E
meno male!!” protestò Simon. “Ma non per te! Ma perché non ci tengo proprio a
essere Ron. Piuttosto, Herm…!”
Hermione
gli lanciò uno sguardo seccato.
“…Hermione…”
le sorrise. “Hai sentito del nuovo inquilino?”
La
ragazza si voltò verso Harry. “Nuovo inquilino?!”
Harry
annuì. “Tra sabato e domenica Simon si trasferirà da noi!”
“Davvero?”
“Si…sarà
divertente! E posso pure permettermi le spese…alleggerendo anche le loro, visto
che divideremo per tre…I miei genitori sono d’accordo…loro non vedono l’ora di
avermi tra i piedi…” allargò le braccia… “…e io sono così contento che ho
cominciato a fare i bagagli!!”
“Ovviamente
anche tu laverai i piatti, andrai a fare la spesa e pulirai la casa a turno come
facciamo…” si corresse Harry. “…come faccio io.”
“Ron
non ti aiuta?” Chiese Hermione.
“Quando
lo costringo…”
“Dai…ora
arriva lo zio Simon…e tutto si aggiusta! Tornando all’uscita di sabato…a che ora
ci presentiamo?”
“Alle
cinque e mezza.” Rispose pronta Hermione.
Harry
si asciugò di nuovo il sudore sulla fronte e sul collo. “Bene…così ho tutto il
tempo per cercare i regali di Natale con Ginny…”
“Eccomi.”
Li raggiunse Ron rientrando in palestra. “Andiamo?”
“Si…”
disse lei abbottonando il mantello che aveva precedentemente sistemato sulle
spalle. “A sabato, allora!”
“Ci
vediamo dopo…” salutò Ron.
E
i due si allontanarono mano nella mano.
“Non
trovi che siano due teneri piccioncini?” domandò Simon a Harry guardando verso
la porta appena chiusa.
“Già…”
sospirò il moretto.
Simon
si voltò versò gli attrezzi alle loro spalle e allargò le labbra in un
sorrisone. “Yuppie!! Gli anelli sono liberi!!” corse saltellando verso
l’attrezzo.
Harry
scosse il capo e tornò a fare gli addominali. “Tu sei matto, Simon…”
Continua…
Avevamo parlato del primo giorno
all’Accademia (o nel mondo Babbano…Università…)…
Avevamo parlato delle nuove amicizie e
conoscenze (chi non ha trovato tra i banchi un nuovo, pazzo e inimitabile
amico?- vero Prongs??e non sto parlando di me! )…
Avevamo parlato del trasloco ( pensando a
tutti i ragazzi che si trasferiscono da fuori città per seguire le
lezioni…)…
Avevamo parlato della festa delle matricole
(da me c’è stata…certo, non come quella dell’Accademia Auror…però c’è
stata…)…
…ma ancora non si era detto che molti, proprio usciti dalla scuola prendono la
patente…giusto? ( io personalmente sono tra questi, visto che ho frequentato
l’anno scorso il corso e ho preso la patente a marzo durante il mio primo anno
all’ università…).
Oh, si…lo squarcio nella ruota…qui devo
ringraziare mia sorella minore…voleva provare a fare un giro…Grazie, tesoro…-_-
( ovviamente è sarcastico…): non preoccupatevi che lo sportello è ancora sano!
Per quello mi sono ispirata ad altro…!! ( Per rispetto alla persona che ha
combinato quel danno, mi astengo
dall’accennarla, visto che è moooolto più grande di me e che è un mio…ehm…
pseudo parente…)
E, ovviamente, la lista dei cambiamenti che
comporta la maggiore età e l’entrata nell’Accademia è ancora lunga…e spero di
trattare tutti gli inconvenienti, imprevisti e colpi di scena che la vita da
matricola ci riserva.
Devo essere sincera…
Sono soddisfatta!
Questa volta sono riuscita ad aggiornare in
tempi davvero ottimi! (Dai…meno di 20 giorni!! ^__^ )
E sono contentissima anche per aver letto
che vi sta piacendo davvero questa storia!!
Me felicissima!!
Ora il mio terrore è di non riuscire a
soddisfare le vostre aspettative e di deludervi con i prossimi capitoli, anche
se io li trovo gradevoli! Ma non devo essere io a giudicare un mio lavoro!
No…?
Spero di riuscire a conquistarvi anche
dopo!!
Anche se così non fosse, accetterei comunque
le critiche!
Fanno sempre bene, anche se possono
dispiacere…^__^
Ma passiamo a
ringraziare…
PazzaWendy: Insomma hai fatto da regista alla scena
degli ascensori…e sei stata davvero bravissima! Sono felice che ti abbia preso
così tanto! Mi riempie di gioia! Ti soddisferà anche questo capitolo?
^__^
EDVIGE86: Visto, tesorone? Ce l’ho fatta! Ho postato
il capitolo! E per un paio di giorni posso pensare a CITA, prima di rimettere le
mani alla tastiera per il sesto capitolo (mammuccia santa…è lunghissimo!
Speriamo di fare in fretta!!)…siamo al lavoro! Non temere! E noi ci sentiamo
presto!!^__^
NancyGrangerWeasley: Spero di aver messo dentro
tutto quello che speravi di trovare…e per quello che mi hai detto…per ora ci sto
riuscendo! Yuppie!!! ^.^
Mary
Cry: Si…Ron è decisamente tonto!
Hai perfettamente ragione…ma se così non fosse…sarebbe ancora Ron? ^////^ E
tanti auguri a Remus e Tonks…anche a loro dedicherò presto uno spazietto…e che
spazietto…!
SiJay: Sono andata avanti, visto?
Che te ne pare? ^//////^
girgi
Harry/Ginny: Eccomi qui! Te l’avevo detto
che non dovevi aspettare ancora tanto!! ^__^
blacksmile: Grazie per i complimenti…!!
Me arrossita parecchio…le altre mi fanno portavoce e ricambiano i
saluti!!
Giuly
Weasley: Posso dirti che i gemelli,
che hai trovato perfidi nello scorso capitolo, tra poco faranno di peggio!!
Basta, basta…poi parlo troppo!! ^__^ Anch’ io trovavo giusto dare un briciolo di
libertà a Ginny…sappiamo tutti quanto è pesante la scuola…anche se la scuola in
questione e Hogwarts!!!
Seiryu: E’come una droga…?
Accidenti…sei tra quelle che mi ha sorpreso di più! E sono davvero contenta che
ti piaccia così tanto! Fa davvero questo effetto Accademia?
O.O!!
amy: Rispondo alla tua domanda…si: siamo in
quattro…tutte ragazze (puntualizzo perché molti ci hanno scambiato per quattro
ragazzi, magari confondendoci con i mitici Malandrini the original!!). Non
aspettarti almeno per il momento una ff di Wormtail: non sembra intenzionata a
scrivere…piuttosto a leggere…Moony ha pubblicato una ff – Ancient Moon – ma ha
scritto anche sotto un altro account ( Morgenstern )…io e Prongs…bhè…penso che
ci conosci, visto che sei qui! ^__^Benvenuta anche tu nell’Accademia!!!
Loony11: Purtroppo devo dirti che non sarà
completamente rosea la relazione di Ron ed Hermione appena cominciata…si…forse
ti conviene davvero continuare a leggerla…(accidenti, come sono scorretta!
Dovrei lasciarti libera di scegliere! Ti chiedo scusa!
^^’’’’’’)
Ovviamente ( non finirò mai di farlo )
ringrazio anche quelli che hanno solo letto questa ff e che ancora non hanno
commentato!
Approfitto di questo mio piccolo spazio di
ringraziamenti, per dirvi che “Gatto” ( protagonista della nostra one – shots :
“Come cane e gatto” scritta da Prongs), che non si chiamava “Gatto” ma “Ronnie”,
perché era bianco con qualche chiazza rossa, adesso è grosso come un vitello e
vive da pashà nel giardino di casa
di un’amica di Wormtail ( Ciao Cos!! ^.^ )
Il micetto è entrato ( non ho ancora capito
come!! ) nell’abitacolo della mia auto mentre tornavo
dall’università.
Ad ispirare quella ff…il fatto che la
gattara, da cui doveva finire il poveretto, si chiamava davvero Arabella! Come
la
Figg!!!
Ci tengo a sottolineare di non aver preso,
fortunatamente, le pulci! ^___^
Altro…?
Non penso…
Per qualsiasi cosa…sono a vostra
disposizione per eventuali chiarimenti!
Molti hanno approfittato della mia mail…se
la trovate comoda contattatemi pure grazie a quella: nikytorre@tiscali.it , altrimenti
affidatevi allo spazio delle recensioni!
Detto questo vi saluto…e vi do appuntamento
a prestissimo con il prossimo sesto capitolo!
Chiedo anticipatamente scusa per il
(decisamente mostruoso)ritardo …ma mi dilungherò su questo a fine
capitolo…
Intanto buona lettura…e ben trovati a
tutti!!
Capitolo 6: Just Married
Poco dopo le quattro di quel
sabato pomeriggio, la neve era cominciata a cadere sempre più fitta sul piccolo
paesino di Hogsmeade, tanto che Harry e Ginny fecero di corsa gli ultimi metri
prima di fermarsi sotto la pensilina del vecchio pub “I tre manici di Scopa”,
dove avevano appuntamento con il resto del gruppo.
“Siamo in orario?” chiese la
rossa strisciando gli stivali sullo zerbino all’ingresso.
“Direi proprio di no…” rispose
Harry sorridendole, mentre apriva con la spalla la porta del locale.
Concentrati su un grande tavolo
nell’angolo opposto del pub, lo schiamazzante gruppo di amici si girò verso la
porta e riconosciuti i due levarono un coro di “Ooooh…!!” “Finalmente!”
“Scusate il ritardo…” fece il
moretto cercando di allentare la sciarpa intorno al collo con una mano carica di
sacchetti.
“Ma dove diavolo eravate
finiti?!” domandò Seamus con un braccio sulla spalla di Lavanda.
“In giro a cercare i regali di
Natale per i suoi.” Harry riuscì a togliere anche il cappotto e a prendere posto
accanto a Ron.
“…e per lui.” Aggiunse raggiante
Ginny sedendosi accanto al ragazzo.
Luna la salutò agitando felice la
mano libera, poiché l’altra teneva saldamente quella di Neville.
“Oh…adesso si dice così?”
I ragazzi, eccetto Ron che invece
storse il naso, risero alla frecciatina di Simon.
“Io pensavo si dicesse…eravamo
appartati fino a 5 minuti fa…”
“No, direi di no.” Rispose
pacatamente Harry. “Come si spiegherebbe allora la mole di sacchetti che
trasciniamo da ore?”
“Potreste averli comprati tutti
stamattina…così dal dopo pranzo a ora che sono le sei avete avuto tutto il tempo
per…”
“Justin!!” Strillò Ginny
arrossendo.
“Tutti stamattina? Justin…si vede
che non conosci bene Ginny…” Ridacchiò Harry.
Ginny gli diede un colpo sul
braccio fingendosi offesa.
“Piuttosto…”continuò Harry “…che
ci siamo persi finora?”
“Niente di che. Stavamo
commentando la coppia dell’anno!” sorrise Calì.
Harry si voltò d’istinto verso
Ron, il quale si gongolava tutto tronfio di orgoglio.
Hermione alla sua sinistra
sorrideva cortesemente con le guance leggermente colorate di rosso.
“Chi, questi due? Badate che sono
smielatissimi! Davvero da nausea!” Rispose Harry.
“Confermo!” aggiunse Simon
“Stanno sempre a sbaciucchiarsi come due ventose e stanno sempre a tubare come
due piccioni!”
“Non è vero!” fece un piccolo
acuto Hermione.
“Sempre a sbaciucchiarsi?!
Simon…ma che fai? Spii? Forse ne hai visto solo uno un secolo fa e già l’hai
ingigantito?” Sorrise Ron con una vaga aria da uomo che la sa lunga “Dovevi fare
il giornalista! Tu si che vai forte con i pettegolezzi…”
“Parole sante, Ron…” sospirò con
un sorriso Terry abbassando il boccale quasi vuoto di burrobirra.
“A proposito di pettegolezzi…non
potete immaginare che tipo è quella nuova di Difesa contro le Arti Oscure…C’è
Gazza che le va dietro!” Raccontò Ginny.
“Gazza è un poveraccio
sessualmente represso. Andrebbe dietro anche dietro alla Cooman se non avesse
quella brutta fama…” Ridacchiò Ernie guadagnandosi le occhiatacce di Calì e
Lavanda.
“Che cosa ha che non va la
professoressa Cooman?” domandò stizzita la bionda.
“Solo qualche rotella mancante…”
rispose pronto Justin.
“Si, ma la professoressa di
Difesa contro le arti oscure non si può veramente definire un’insegnate! Non sa
nemmeno cosa sono i Bluming Palustri…!”
Alla frase di Luna seguì un
attonito silenzio durante il quale tutti i presenti al tavolo si domandavano
cosa diavolo fossero i Bluming Palustri…
“Ragazzi…questa la so pure io…”
giustificò Neville.
“Si, infatti voi due andate a
nozze…” ridacchiò Simon che ricevette uno scappellotto da Terry.
“Bhè…” spiegò Neville “…non sono
esseri molto comuni…si nutrono di piante palustri, come ad esempio
la Felix
Marmorea o la Caudartus Oenas, ma
prediligono la
Asio Rubecola…”
“Si. Decisamente sono una coppia
perfetta.” Borbottò ancora Simon sollevando la burrobirra per berne un po’.
Terry alzò gli occhi al cielo
disperata.
“Luna…scusami…” interruppe Harry
attirando così su di se gli sguardi di tutti “ Era da tanto che dovevo
chiedertelo, ma…cosa sono i Nargilli?”
Luna si sistemò meglio sulla
sedia e sbattè un paio di volte le palpebre.
“Credevo di avertelo spiegato
diverso tempo fa…”
“No, mi hai solo detto di starci
attento. Tutto qua.”
“Oh, sono degli animaletti
piccolissimi come degli insetti, che si annidano sotto le bacche bianche del
vischio; depositano le loro uova lì e quando si schiudono il ramo resta avvolto
da una nube di polvere molto urticante.”
“Ah, ecco…si, ci avevo pensato
agli insetti…”
“Harry…che ne dici se ordiniamo
anche noi?” domandò Ginny chiudendo il menù e poggiandolo sul tavolo.
“Ci penso io.” Fece Simon e prima
che chiunque potesse fermarlo saltò sulla sedia e urlò contro il bancone “MADAMA
ROSMERTA? LE PUO’ PORTARE ALTRE DUE BURROBIRRE? GRAZIE!!”
“SIMON!!” Strillarono in un coro
tutte le ragazze mentre lui si risedeva.
“Potevi essere meno maleducato!”
Lo canzonò poi Hermione.
“Le ho risparmiato il viaggio!”
“E tu che fai, Seamus? Sei al
ministero?” chiese Harry all’ex compagno di casata mentre Madama Rosmerta gli
metteva sotto il naso il boccale pieno di burrobirra calda e schiumante.
“No…sono collega di Hermione.
Vorrei specializzarmi in ustioni e lesioni da incantesimo.”
“Puoi fare pratica con Fred e
George. Sono due pazzi.” Scosse il capo Ron svuotando il bicchiere.
“Li ho visti fin troppo spesso da
quando sono al San Mungo.” Aggiunse Hermione.
“Però fanno dei bei prodotti!”
Sottolineò Terry. “Sono passata dal loro negozio l’altro giorno. E’ forte come
posto…e loro sono eccezionali!”
“Eh, già…marca Weasley!”
ridacchiò Ginny. “Su, Ron…ce la puoi fare anche tu! Per quanto per ora passi per
un idiota…”
“Ginny…!” sbottò il fratello
arrossendo come di rito.
Si rise ancora un po’, tra una
chiacchierata e l’altra.
Parlarono delle loro nuove vite,
di quanto invidiavano i bei tempi di Hogwarts…e di quanto sarebbe bello
frequentarsi benché sapessero tutti perfettamente che sarebbe stato molto di
rado, se non quasi mai.
Quando mancava poco meno di un
quarto d’ora alle sette, Ginny e Luna, ancora studentesse soggette al
coprifuoco, dovettero decretare la fine dell’incontro.
Harry e Ginny ora camminavano
verso l’ingresso del castello.
Mano nella mano.
Da sotto le sciarpe facevano
uscire nuvolette di fumo.
Faceva parecchio freddo, anche se
aveva smesso di nevicare e l’aria era ferma.
“Allora torni prima?” Le chiese
Harry fermandosi sotto il cancello custodito dai due gargoyle alati.
“Solo un giorno prima. Il 21. Mio
padre ha scritto formalmente alla Mc Granitt un permesso per tornare prima, così
da esserci per la cerimonia.” Disse lei entusiasta.
Harry cadde dalle nuvole.
“Cerimonia?”
“Il matrimonio di Tonks e Lupin,
no? E’ questo giovedì, ricordi?”
Harry si morse il labbro
schiaffeggiandosi mentalmente.
“Questo giovedì?” mugugnò.
“Non so se sono gli allenamenti
da Auror o i Nargilli di Luna, ma sei diventato un po’ più sbadato. O mi
sbaglio?”
“Scusa Gin…non lo ricordavo
proprio! Cioè…lo ricordavo…ma non mi ero reso conto che…accidenti! Ho perso pure
la cognizione del tempo!”
Ginny gli sorrise.
“Non fa niente. L’importante è
che te lo sei ricordato.”
“Che me l’hai ricordato.” La
corresse Harry.
I due si guardarono e
arrossirono.
Harry sperò che lei giustificasse
il suo rossore per il freddo,ma
anche lei aveva lo stesso colorito e non poteva che essere per lo stesso
motivo.
“Arrossiamo ancora come due
ragazzini…” sorrise Harry facendo sorridere anche lei che divenne ancora più
rossa e abbassò lo sguardo verso le scarpe che stavano spostando la neve intorno
a lei.
Ginny si aspettava il suo
saluto.
In queste situazioni, malgrado
stessero ormai da diversi mesi, gli prendeva un formicolio di eccitazione che
gli saliva sin dai piedi, poi su per le braccia, fin sul naso e le guance.
E qui arrossiva ancora di più e
senza un apparente motivo.
Perché sapeva che non era la
prima volta che baciava Ginny, ma gli dava sempre questa impressione.
Come se ogni volta fosse come la
prima.
Provava tutte queste sensazioni
tanto rapidamente che doveva scuotersi un po’ prima di abbracciare la sua Gin,
carezzarle un po’ i capelli e darle un dolce bacio sulle sue rosse labbra.
Poi…la magia finiva.
Si guardavano un breve attimo
prima di sorridere leggermente, e godere gli ultimi strascichi dell’atmosfera
romantica che li avvolgeva.
Harry stava davvero bene con
Ginny e davvero non vedeva l’ora che arrivassero le vacanze di Natale per
poterla avere più vicina.
“A giovedì...” Lo salutò lei.
“A giovedì.” Rispose lui mentre
le loro mani si allontanavano e lei superava i cancelli di Hogwarts per poi
risalire su per il lungo viale alberato che costeggiava il lago.
Harry la guardò allontanarsi fino
a che gli fu possibile.
Poi, non riuscendo più a
scorgerla, si strinse di più nel mantello e, nello stesso punto in cui si
trovava, scomparve smaterializzandosi a casa.
***
“Harry? Sono Simon! Allora…sto
arrivando, ragazzi! Porto le ultime cose.Bhè…si…ok…non c’è altro!”
Era il pomeriggio successivo,
giorno del previsto trasloco di Simon.
Harry teneva la cornetta con la
spalla mentre controllava la cena in pentola.
“In ogni caso se dimentichi le
mutande a casa puoi sempre tornare a prenderle…”
“Oh…quelle le ho già prese…anzi
sono già nella mia nuova stanza. Ah! Ecco…dimenticavo di dirvi che porto con me
Whisky!”
“Whisky?!”
“Arrivo!!”
“No! Simon! Niente alcolici!!
Simon? Pronto?”
Suonarono alla porta e Harry,
sentendo che l’amico aveva riattaccato, chiuse la cornetta e la poggiò
violentemente sul tavolo per poi andare verso la porta.
“E’ Simon?” chiese Ron uscendo
dalla sua stanza.
“Me lo auguro!”
Aprì la porta: era davvero Simon,
con uno zaino nero sulle spalle, una scatola sotto braccio e…
“Quello cos’è?!” chiese il rosso
indicando il beagle che Simon teneva al guinzaglio.
Simon sorrise. “Da bravo,
Whisky…saluta Harry e Ron!”
Il cane abbaiò.
“Ecco…visto che educato il mio
cucciolotto...”
“E’ un cane!” Continuò a
indicarlo Ron.
“E che ti sembrava? Un orso
bruno?”
Harry prese sorridendo la scatola
da sotto il braccio dell’amico che entrò in casa.
“Speriamo solo che i vicini non
si lamentino mai…” Sospirò il moretto.
“Bene coinquilini…avete un
bicchier d’acqua per un povero assetato?” sorrise Simon guardandosi intorno.
“Ci penso io…” si offrì Ron
aprendo un’anta della cucina e porgendogli un bicchiere preso da li.
“E con questo che ci faccio?” lo
guardò il biondo.
“Se aspetti un attimo…sto
prendendo l’acqua dal frigo.”
“Ma va pure bene una
ciotola!”
Ron lo guardò stranito.
Simon, per risposta, indicò il
cane.
“E’ per Whisky.”
Ron sbuffò e gli tolse dalle mani
il bicchiere sostituendolo con la bottiglia d’acqua.
“Salve!!”
Tonks comparve all’improvviso in
mezzo alla stanza.
“Tonks!” esclamò Ron.
“Ehi Tonks…” salutò Harry.
“Felicitazioni!”
Harry, Ron e Tonks guardarono
Simon.
“Non è lei che si sposa?”
“Oh…si…Grazie!” rispose la
ragazza emozionata saltellando per un attimo sul posto, prima di tornare
ferma.
“Vi ho disturbato?”
“No…” rispose Ron, spegnendo il
fornello.
“Bhè…” fece lei battendo le mani
“…vi ho portato questi!” disse poggiando sul tavolo della cucina due grossa
scatole facendo così cadere il vaso con i fiori che Hermione aveva sistemato
quella mattina per ravvivare l’ambiente.
Whisky abbaiò seccato ai
frammenti del vaso per terra.
“Ops…scusate…”
“Non è niente…” rispose il rosso
uscendo la bacchetta dalla tasca e aggiustando il vaso con un rapido gesto di
bacchetta per poi riempirlo di nuovo con l’acqua del rubinetto e rimettergli i
fiori raccolti.
Si guardò bene dal rimettere il
vaso sul tavolo.
Piuttosto lo mise sul tavolino
accanto al telefono a debita distanza dalla ragazza dai capelli rosa.
“Sono i vostri vestiti per il mio
matrimonio!” Esultò Tonks battendo le mani felice.
“Ehi! Grazie…che bel pensiero! Io
pensavo di mettermi il completo che ho messo per la festa delle matricole…”
disse Harry sedendosi al tavolo.
“Già anch’io!” Gli fece eco
Ron.
“Oh! Ma questi non hanno niente a
che vedere con quel tipo di abiti…questi sono tipici del mondo dei maghi! Solo
per le nozze! Li ho ritirati solo ora…Molly mi ha fornito questa settimana le
vostre taglie e li ho fatti confezionare apposta per voi!!”
Ron corrucciò la fronte
preoccupato. “Non ci sono abiti tipici nel mondo dei maghi per i matrimoni…”
“Non per gli invitati comuni…”
sorrise passando lo sguardo prima verso Harry e poi verso Ron. “Ma per i pagetti
e le damigelle si!”
“PAGETTI?!” Urlarono.
“Certo! Ginny ed Hermione fanno
le damigelle e ne erano ben felici!” Vide le facce sconvolte dei due ragazzi e
fece un paio di saltelli eccitata “Allora…volete vederli?”
Prese il loro mutismo per un si e
tirò fuori le due scatole dai sacconi.
Harry e Ron si guardarono
preoccupati, mentre Simon afferrava una mela dalla fruttiera e si avvicinava a
Tonks per guardare.
Diede un morso al frutto e smise
di masticare non appena fu scoperchiata la prima delle due scatole.
“Tadaaan!” Sorrise Tonks in preda
ad un euforico entusiasmo per nulla contagioso. “Carino no?”
Sembrava un vestito da domatore
da circo.
Una lunga giacca grigia gessata
in completo con i pantaloni, una camicia con il colletto a sbuffo di un bel
color crema acceso, un allegro papillon color fragola e scarpe lucide color
mogano.
“E per finire…” fece levitare fin
sulla testa di Ron un cappello a cilindro.
“Devono ballare il tip-tap al
ritmo della marcia nuziale?”
“No, no, Simon! Devono solo
anticiparmi! Cammineranno davanti a me che invece arriverò con Ginny ed Hermione
che sorreggeranno il mio velo…Oh! Il loro vestito è un’amore!”
Per un breve istante Harry ebbe
la fugace visione di Ginny in un abito fuxia molto pomposo con i guantini rosa
confetto e le scarpette a bambolina verde acido.
Alla vita una fascia gialla.
Nel complesso l’abito non solo
stonava nei suoi vari pezzi…ma il peggio era proprio l’averlo messo indosso a
Ginny, che con i suoi bei capelli rossi dava davvero il colpo di grazia.
“E’ inutile che li proviate…So
già che vi stanno!” Chiuse la scatola Tonks con aria molto soddisfatta. “ Come
vi ho già detto…Molly mi ha fornito le vostre misure e Molly non sbaglia mai! Ci
vediamo!”
“No, Tonk!” La fermò Ron sulla
soglia.
“Aspetta! Noi…non siamo adatti a
fare i pagetti!” insistette Harry con voce isterica.
“Come no? Certo che lo siete! E
poi fate pure coppia con le vostre due ragazze! Devo ammettere che ero tentata
di chiederlo a Kingsley e a Moody, ma mi sono resa conto che per loro sarei
diventata davvero troppo cattiva nella scelta del vestito…e il mio matrimonio
non deve essere certo una festa in maschera…!” Tonks si sistemò meglio la
borsetta e aprì l’uscio di casa. “Fatemi andare, ragazzi…ho ancora un mucchio di
cose da fare! Ciao, ciao!!”
Disse aprendo l’ascensore
arrivato proprio in quel momento e chiudendo la porta davanti al naso di
Ron.
“Che bello!” Esclamò Simon
gettandosi sul divano “Carnevale arriva con due mesi d’anticipo! Non è
fantastico?!”
Ancora una parola, e Simon
sarebbe stato la loro cena.
***
Svegliarsi la mattina presto per
le lezioni in Accademia non era mai stato facile, e solo la forza di volontà più
tenace permetteva loro di alzarsi in tempo per arrivare ogni giorno quasi
puntuali.
Ma quel giovedì mattina, Harry e
Ron avevano tantissimi validi motivi per cui non c’era motivo di alzarsi!
Malgrado avessero puntato la
sveglia alle 8, invece che alle solite 6 del mattino…
Primo fra tutti quello era il
giorno delle nozze di Tonks e Remus.
Il resto delle motivazioni era
fortemente implicato.
Avrebbero dovuto fare i pagetti
alle nozze, quindi sarebbero entrati lungo la navata centrale, uno accanto
all’altro spargendo petali al suono della marcia nuziale, sotto gli occhi di
parenti e amici.
Numero uno.
Numero due.
Avrebbero preso posto proprio
dietro agli sposi, quindi sarebbero stati pure immortalati centinaia di volte da
quelle maledette macchine fotografiche, e in un futuro i figli dei figli dei
loro figli li avrebbero additati ridendo come matti.
Numero tre.
Si sarebbero dovuti vestire nel
modo più improponibile e di cattivo gusto che mai e dico mai ci si potrebbe
immaginare.
E’ già difficile, scomodo e per
nulla gradevole doversi impomatare tutto per una festa, o matrimonio che
sia.
Rendere ancora più complicata la
loro vestizione non era proprio una saggia idea.
Harry uscì dalla camera
contemporaneamente a Ron che usciva dalla sua, proprio di fronte.
Si guardarono per un attimo e con
uno sguardo furioso capirono che non avevano nemmeno voglia di prendersi in giro
e riderci su.
Quella era decisamente una
giornata no.
Simon invece era già uscito per
le lezioni in Accademia.
Lui non aveva alcun motivo di
esenzione.
Avrebbero volentieri fatto a
cambio, per quel giorno…
Harry sistemò la bacchetta nella
tasca interna della giacca e dopo un sospiro sconsolato capì che non avevano
alternative e si smaterializzarono vicino alla chiesetta, dove si sarebbe svolta
la cerimonia.
“In fondo…è solo per oggi,
no...?” Cercò di sdrammatizzare Ron tenendo in una mano la tuba.
“Sto cercando di convincermi di
far passare tutto questo come un personale regalo di nozze a Remus e Tonks…”
rispose Harry svoltando l’angolo a passo veloce.
Ma quando arrivarono trovarono
una nervosissima Tonks in un sontuoso abito da sposa che marciava avanti e
indietro sui gradini della chiesa il cui portone era, per ragioni sconosciute,
chiuso.
Vicino a lei i ragazzi del
negozio di fiori si scambiavano occhiate incerte.
“Avevo detto NIENTE margerite!”
Disse la ragazza a denti stretti arrestando il suo avanti e indietro. “Remus
ODIA le margherite! Lo fanno starnutire! E guardate un po’ com’è composto il
buchè…? Margherite e gigli! Io odio i gigli! Quelli fuxia soprattutto!! E poi le
margherite puzzano!” Agitò le braccia all’aria e riprese la sua marcia.
“Signora…” tentò uno dei ragazzi
“…le abbiamo già provato a spiegare che non c’è più il tempo di…”
“Il tempo c’è eccome! Portatemi
il buchè che avevo ordinato!” Puntò il dito contro quel povero malcapitato.
“Mughetti e rose rosse. MUOVERSI!”
I tre ragazzi inciamparono per i
gradini e salirono sul furgoncino della “Magic Bloom” posteggiato proprio
davanti.
“Ma non è tempo di mughetti! Dove
li troviamo i mughetti?!” Chiese disperato uno chiudendo la portiera.
“Zitto e andiamo…vediamo che
riusciamo a fare…” disse l’altro mettendo in moto.
“Ma santo cielo! Dov’è Remus?
Aveva detto che veniva prima di tutti con il violinista…” disse Tonks quasi in
lacrime.
“Sta calma…sono certa che
arriverà a momenti…” tentò di rincuorarla Molly, ma sembrò non sortire alcun
effetto.
“Ehi! Ciao, ragazzi!” Disse il
maggiore dei fratelli Weasley notando che Harry e Ron si erano appena aggiunti
al gruppo.
“Avete dopo un ballo in
maschera?” Chiese prontamente George.
“Ah. Ah. Ah.” Rise tetro Ron
tamburellando sul cilintro.
“Ecco l’acqua, Tonks! Fortuna che
c’era quel bar all’angolo…” Ginny ed Hermione salirono in quel momento i gradini
della chiesa fornite di un paio di bottigliette d’acqua e qualche bicchiere.
Erano molto graziose: indossavano
due semplici vestitini bianchi dall’ampia gonna, guentini e una coroncina di
fiori bianchi in testa.
Si tenevano strette ai mantelli
per il freddo.
Bhè…siamo a dicembre…c’è tanta
neve pure per le strade…
Si scambiarono un breve sguardo
con Harry e Ron, sorridendo prima di prodigarsi nella distribuzione
dell’acqua.
“Come mai è tutto chiuso?” Chiese
Harry alzando lo sguardo verso il portone.
“Non c’è nessuno.” Spiegò
Charlie.
“E noi stiamo tutti qui a morir
di freddo.” Borbottò Moody.
“Ma no, Malocchio…” ridacchiò
Turner poggiandogli una pesante pacca sulla spalla. “…non senti che bel tepore?”
rise largamente.
“Piantatela, tutti e due! E’ già
difficile così per la povera Tonks!”
Turner alzò una mano in segno di
scusa.
Dal nulla comparve in quella
confusione il povero sacrestano che non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto
di cosa stava per succedergli che fu afferrato per la giacca da una furente
Tonks.
“Dov’è…il…prete.” Disse scandendo
bene le parole.
Probabilmente Tonks temeva di
essere ancora fraintesa…
“Io…io…io…io…” balbettò il
poveraccio.
“Lo porti qui subito.” Lo lasciò
andare Tonks.
Il sacrestano non se lo fece
ripetere una seconda volta e riapparve dopo nemmeno un minuto trascinando il
prete.
“Signor Bibbs! La prego!” Si
districò il prete. Poi riconobbe la sposa. “Figliola! Che piacere vederti…ma…che
succede?”
“Padre…e il mio matrimonio?”
Piagnucolò lei.
“Ma…ma…” Il prete congiunse le
mani davanti alla bocca pensieroso. “Non è il 29 Gennaio?”
“No! E’ oggi!” Sospirò Tonks e la
madre cercò di confortarla carezzandole una guancia.
“Oh! Giusto…il 29 Gennaio sposo
quella coppia del Kent, si…ora ricordo…”
“E credo che per il 29 Gennaio
sarò io ad essere impossibilitato, padre…” Remus era comparso all’improvviso
vicino a loro con aria piuttosto stanca.
“Parlate della luna piena, signor
Lupin…”
Remus alzò le spalle.
Tonks scese rapidamente i gradini
e l’abbracciò. “Grazie al cielo sei qui…”
“Ho avuto qualche contrattempo.”
Cominciò a spiegare Remus.
“Dov’è il violinista?” Chiese la
ragazza guardandosi intorno.
“Ecco…volevo parlarti proprio di
questo, tesoro…” si morse il labbro lo sposo.
“Dov’è…il…violinista.”
“A casa. Con la febbre. Alta.
Molto alta. Non potrà venire.”
Tonks inspirò nervosamente
proprio mentre padre Tobias spalancava il portone della chiesa ed esclamava
allegro “Forza! Tutti dentro, che fuori si gela!”
“Ma non preoccuparti tesoro! Ho
temporeggiato proprio perché sono andato alla ricerca di una soluzione! E l’ho
trovata! Arriva subito!”
Disse Remus sorridendo un
po’.
Lo sguardo di Tonks lo
preoccupava…
Apparve dal nulla un ragazzotto
sui vent’anni, vestito di stracci e con un violino in mano.
“Troppo presto, signor
Lupin?”
“Tempismo perfetto, Zick!
Cominciamo? Io non sto più nella pelle…”
Tonks sospirò arrendendosi e
entrando si tolse il mantello di lana bianco che la riparava dal freddo
invernale.
“Harry…Ron…sapete cosa fare,
giusto?” chiese guardandosi intorno emozionata.
“Ehm…niente petali da spargere a
terra?” domandò Harry mettendosi in testa al tuba.
Tonks alzò gli occhi al cielo.
“E’ già tanto se riesce ad arrivare il buchè in tempo!”
Neanche a dirlo…ricomparve uno
dei ragazzi della “Magic Bloom” che mise tra le braccia della sposa il buchè e
scomparve con un semplice “Felicitazioni vivissime dalla ‘Magic Bloom’,
signora!”
Tonks guardò il buchè.
“Margherite e rose rosse. Non avevo chiesto altro…” Sbuffò spazientita. “Vi
prego…cominciamo! Non ce la faccio più!”
Harry e Ron annuirono e
avanzarono lungo il corridoio centrale della chiesetta.
Il violinista mendicante cominciò
una marcia nuziale con qualche stonatura che accompagnò il corteo.
Erano davvero in pochi invitati.
Gli intimissimi amici della
coppia.
I Weasley, che già riempivano per
metà…
Diversi Auror, colleghi di
Tonks…
Pochi parenti, la maggior parte
della sposa…
Padre Tobias, il sacrestano e il
violinista.
Quando Harry e Ron arrivarono
davanti all’altare il primo si sedette alla sedia alla sinistra della sposa, il
secondo alla destra dello sposo.
Dopo Tonks, che sorrise
arrossendo a Lupin, le due ragazze che presero posto accanto al rispettivo
compagno.
Dopo un’estenuante predica, il
ministrante chiese ai due quasi sposi di alzarsi in piedi e di pronunciare il
giuramento del matrimonio.
Hermione già singhiozzava accanto
a Ron da qualche minuto, facendo da eco ad Andromeda e a Molly.
Proprio perché si era arrivati al
momento clou, Arthur Weasley diede una gomitata in petto a Moody che si era
addormentato a metà sermone.
L’occhio dell’Auror fece un gran
volo, non appena Malocchio si destò all’improvviso e atterrò proprio ai piedi di
Tonks e Remus che si tenevano già le mani.
La sposina urlò per lo spavento e
si allontanò dai sedili.
Anche Remus ebbe la stessa
reazione, colto alla sprovvista dall’insolito bombardamento.
Padre Tobias sbuffò e prese
l’occhiò con un fazzoletto per poi riconsegnarlo al legittimo proprietario che
ringraziò sorridendo.
Harry e Ron si guardarono e per
poco non scoppiarono a ridere.
“E stia più attento la prossima
volta…” lo ammonì il prete tornando sull’altare.
Finalmente sposi, Tonks e Remus
si alzarono dirigendosi verso l’uscita, tra gli applausi degli invitati e i
fischi gioiosi dei gemelli Weasley.
“Il riso!” Gridò Harry
sporgendosi per prenderne un pugno. “Passate qua il riso!”
“Tieni, Harry…” disse Hermione
porgendo il cesti nello che lo conteneva.
“Graz…”
Ma un enorme boato coprì le sue
parole.
Molly per lo spavento inciampò
nel tappeto rosso e cadde giù per le scale.
Era crollato il grosso lampadario
che fino ad un attimo prima troneggiava sopra le teste dei due sposini, che per
il fortuito caso erano già quasi all’uscita.
Tutti si guardarono terrorizzati,
poi si precipitarono su Molly e l’aiutarono a rimettersi in piedi.
“Tout bien, Mollì?” Domandò
spaventata Fleur cercando col marito di alzarla, ma fu necessario anche
l’intervento di Harry e Ron.
“Accidenti! No! Credo….credo di
essermi presa una bella storta…”
“L’accompagno al San Mungo.”
Decretò Arthur senza ammettere eccezioni.
“Vengo con te, papà…” si offrì
Bill.
“Si, ecco…bravo. Scusate
ragazzi…noi andiamo…” disse rivolto ai due sposi. “Proprio una bella
cerimonia.”
“Vi aspettiamo al rinfresco,
Arthur!” Gli riuscì a dire Remus un attimo prima di vederli sparire.
“Speriamo non sia niente di
grave…” si morse il labbro Ginny preoccupata per le condizioni di salute della
madre.
“Dai…” la rincuorò Ron. “Mamma è
una roccia…”
“Non vedo l’ora di
mangiare…chissà che ci sarà al rinfresco…” Sdrammatizzò Turner chiacchierando
vicino a loro con Moody.
Ma anche al rinfresco…
“Abbiamo avuto…come dire…un
piccolo…piccolo problema con le cucine.” Cercò di spiegarsi il direttore del
locale. “I nostri cuochi…oggi…hanno deciso di fare…sciopero. Speravo di
dissuaderli prima del vostro arrivo…per questo non vi ho avvertiti…”
Anche Remus restò a bocca aperta.
“Uno sciopero nelle cucine?”
“Proprio oggi?” Balbettò Tonks
accanto a lui.
Il direttore allargò le braccia.
“M dispiace, signora. Comunque…congratulazione vivissime per le vostre nozze…”
esclamò gioviale il distinto mago che ora rischiava la morte…recepito che non
tirava aria, decise che era meglio per lui sparire.
Comparvero Arthur, Molly e Bill
di ritorno dal San Mungo.
“Mamma!” Le corse incontro Ginny
seguita da Ron, Hermione e Harry. “Come stai?”
“Oh, bene…bene…niente di rotto…mi
hanno dato una pozione che mi ha rimesso in piedi…ma che succede?”
Tonks singhiozzava disperata
sulla spalla del marito.
Remus le carezzava i capelli
ancora sotto il velo da sposa e cercava di calmarla.
“Doveva essere tutto perfetto!
Doveva essere un giorno indimenticabile, e invece è stato un colossale
disastro…!”
“Tesoro…guarda che sarà lo stesso
un giorno indimenticabile!” tentò di rassicurarla Remus.
“Si…il matrimonio più
disastroso del mondo!!”
“No…ci siamo sposati! Non è già
tanto? Io direi che p molto più importante questo che non le margherite nel
buchè…”
La ragazza asciugò le lacrime e
sorrise debolmente.
“Hai ragione…”
“Se volete…” Azzardò Molly
“…posso preparare in un attimo polpette, patate e qualcos’altro…”
E così andarono tutti alla Tana,
servendosi ad un buffet improvvisato.
“Allora…il prossimo Weasley a
sposarsi è Charlie!” rise Turner.
“Si…magari…se ne trovassi una…”
mugugnò il ragazzo mangiando la torta al cioccolato comprata in una pasticceria
di Diagon Alley.
“Chi vuole un thè caldo?”
Domandava Molly girando intorno agli invitati seguita da un grande vassoio.
Harry sorrise guardandosi
intorno.
Si stava davvero bene alla Tana,
per quanto risultasse piccola con tutta quella gente.
Ginny sedeva sul divano accanto a
lui e con un sorriso gli consigliò di passarsi il tovagliolo sulle labbra
leggermente sporche di cioccolato.
Furono di nuovo a Londra solo a
notte inoltrata.
Ron aprì la porta di casa e
trovarono Simon, sul divano con il computer portatile sulle gambe, gli
auricolari alle orecchie e Whisky accanto che seguiva ogni sua mossa del
gioco.
“Simon….sono le 3 del mattino…”
sospirò Harry togliendosi la giacca.
Il biondino si tolse gli
auricolari. “Bella festa?”
“Si…” mugugnò assonnato Ron.
Harry fu certo che l’amico non si
fosse accorto del computer che teneva Simon in bella mostra, perché se così non
fosse stato avrebbe cominciato a tempestare di domande.
“Noi andiamo a letto.” Annunciò
Harry entrando nella sua stanza.
“Domani viene Terry.”
“A pranzo?” chiese Ron bevendo un
bicchier d’acqua.
“No…a dormire!”
“Come?!” si affogò Ron.
“Perché no? Dai…invitiamo pure
Hermione e Ginny…” Insistette il biondo.
“Ma neanche per una notte,
Simon…Se venisse a saperlo la madre di Ron…”cominciò in difesa Harry.
“Ginny ha già dormito qui, non
vedo dove sia il problema…”
“Ma con Ginny è diverso!”
“Cosa c’è di diverso?” rise Simon
allargando le braccia. “Ginny è la tua ragazza, no?”
“Si, ma…”
“Terry è la mia ragazza?” si
indicò il petto Simon.
“Simon…quell’unica volta che
Ginny ha dormito qui è stata proprio sua madre a proporlo…”
“E questa volta lo propongo
io…dai…” lo pregò mettendosi in ginocchio davanti a lui.
“E dovrebbe dormire con te? Nel
tuo letto?” alzò un sopracciglio Harry.
“Non sarebbe la prima volta…”
quel sorriso furbo diceva molto più di quanto usciva dalla bocca del
ragazzo.
“E sia.” Cedette Harry.
“Comunque era già deciso che
venisse Ginny, domani…” si intromise Ron appoggiato al frigo.
“Ginny?” si voltò il moretto
verso di lui.
“Bhè…si! Mamma e papà partono
domani per la
Romania con Charlie…passeranno il Natale con lui…Ginny resta da
noi! Non te l’ha detto?”
Simon capì tutto prima di tutti.
“Harry…credo sia meglio che tu dimentichi tutto quello che ha appena detto
Ron…”
“Scherzi? Sono contentissimo!
Ginny qui da noi per le vacanze di Natale…è meraviglioso! E con l’approvazione
della signora Weasley…” si passò felice una mano tra i capelli.
“Probabilmente…se Ginny non ti ha
voluto dire i suoi programmi per le feste era proprio per farti una
sorpresa…”
Ron arrossì. “Ops…scusa
Harry…”
“Voi che fate per Nateale?”
domandò Simon chiudendo il computer e mettendosi in piedi. “Partite?” si
stiracchiò.
“No…non credo…resteremo
sicuramente qui.” Rispose Harry sedendosi su una sedia e slacciandosi le
scarpe.
“Io e Terry partiamo dopo domani
mattina con i miei. Andiamo in Valtellina, a sciare. Per questo viene prima
qui…per essere già insieme per la partenza…”
“Sciare?” domandò Ron. “”Vuoi
dire…scivolare sulla neve con due assi di legno ai piedi?”
“Si…ed è molto divertente se non
prendi un pino, caro scettico che non sei altro…Ora alziamo le chiappe e andiamo
a dormire…domani ci aspetta l’ultima giornataccia di Accademia prima delle
feste…oggi nessuno dei nostri allenatori è stato clemente con me oggi, malgrado
sia stato l’unico della squadra a presentarmi…”
“Domani mattinata di formazione…”
sospirò Ron amareggiato.
“Almeno il pomeriggio sarà più
allettante…abbiamo Volo e Nuoto…” si mise in piedi Harry.
“E la serata sarà decisamente
meglio con le ragazze qui!!” concluse Simon entrando in camera sua e decretando
così la fine di quella giornata.
Continua…
Decisamente…imperdonabile!
Due anni di attesa per il seguito di
"Accademia"…chiedo perdono…ma sto cercando di rimediare!
Saluto affettuosamente chi seguiva le nostre
storie…e altrettanto affettuosamente i nuovi lettori!
Non prometterò costanza, anche perché siamo
alle porte del nuovo anno accademico…ma prometto di metterci più impegno,
sperando di tornare al più presto con i ritmi serrati che avevo
prima.
Per gli interessati…ho postato qualche
giorno fa la famosa C.I.T.A. (citata nel capitolo precedente a questo),
altrimenti detta: “Cause Is The Allow”.
Viene prima di “Accademia” e del “Ballo In
Fa Diesis Minore”…spero vi piaccia…saranno diversi capitoli…ma sono già tutti
ribattuti al computer e quindi con quella storia sarò sicuramente più
veloce…
Spero siate contenti di rivederci come lo
siamo noi di essere di nuovo in rete!!
Vi mando un grosso
salutone!
Spero possiate perdonarci…ma…se tutto va
bene…siamo tornate!
Grazie di cuore per tutto l’appoggio che ci
avete dato in questi anni di assenza…
Harry
tendeva le orecchie per percepire ogni minimo suono.
Doveva
ritrovare Simon e Ron.
Vide
qualcosa muoversi nell’oscurità.
La
bacchetta alzata, pronto a colpire.
Non
doveva parlare.
Questa
era una delle regole degli Auror: passare inosservati.
Gli
stessi incantesimi non dovevano essere pronunciati.
Di
fatti…quello che era stato insegnato in maniera elementare ad Hogwarts, lo aveva
approfondito e si era allenato.
Un
soffio di vento.
Un
odore acre molto leggero.
Gli
occhi del ragazzo erano spalancati, come desiderosi di poter vedere nel
buio.
Un
rumore impercettibile lo fece voltare e cambiare direzione.
So
dove sei.
Harry
sussultò non appena Ron svoltò un angolo.
Un
piccolo cenno con lo sguardo e i due sapevano già cosa fare.
In
questo consisteva il loro lavoro di squadra, basato tutto sull’intesa e
l’affiatamento.
Harry
scivolò su di un lato passando per uno stretto vicolo.
Ron
lo seguiva a ruota, con la bacchetta pronta.
Trovarono
Simon alla fine del vicolo.
Chi
stavano cercando non doveva essere lontano.
Di
fatti…eccolo.
Un
mago.
Un
mangia morte.
Intento
a lanciare maledizioni a due poveri malcapitati che posti al silenzio sotto
incantesimo, urlavano e soffrivano senza che dalle loro labbra uscisse alcun
suono.
Simon
fece cenno a Harry e Ron di dividersi.
Accerchiato.
Attaccarono
contemporaneamente con lo Stupeficium, stando bene attenti a non colpire le
vittime, ma il mago alzò pronto lo scudo del Protego in sua difesa.
E
contrattaccò.
I
tre ragazzi furono spinti dall’incantesimo Rictusempra.
Fu
allora che Simon, con un Expelliarmus, disarmò il nemico ed Harry e Ron, con lo
Stupeficium, lo schiantarono, cogliendolo di sorpresa.
Ron
fu il primo a raggiungerlo e ad incarcerarlo, mentre Harry e Simon si
premurarono di constatare i danni sulle vittime.
“In
nome della comunità magica ti dichiaro in arresto.
Sarai
sottoposto al giudizio del Winzengamot e della comunità magica che con le tue
azioni hai danneggiato.
La
gravità dei tuoi atti ricadrà solo e soltanto su di te.
Da
adesso la tua bacchetta è sotto sequestro e tu sarai sotto lo stretto controllo
del dipartimento Auror.”
“Beato
te che hai imparato la formula, Ron…” si voltò verso di lui Simon alzando il
pollice.
Ron
sorrise compiaciuto.
L’uomo
disteso ai suoi piedi scomparve.
Si
accesero le luci e comparve Turner applaudendo stancamente.
“Meglio
dell’altra volta. Ma ancora siete un branco di femminucce. Tre contro uno e
perdete ancora tutto questo tempo?!”
Harry,
Ron e Simon si mortificarono un po’…ma loro ce l’avevano messa davvero
tutta…
“Se
non ve ne siete accorti…il ragazzo là…” disse riferendosi a una delle due
vittime “…anche trasportato al San Mungo con la massima velocità sarebbe
arrivato già morto…e questo è proprio da evitare. Intesi?”
“Signorsì.”
Dissero piano i tre.
“Usciamo
da questo tanfo…andiamo in aula.” Sparì Turner seguito dalla sua squadra.
“Dunque.”
Disse una volta che anche Ron ebbe preso posto nell’aula di Difesa contro le
Arti Oscure. “Fino ad ora abbiamo solo scherzato. Ci siamo divertiti…quattro
risate non sono mancate…ma adesso si fa sul serio. Perché non siete qua per la
squadra delle soubrette, ne per un corso di balletto…siete qui per farvi
diventare le palle così e per trovarvi un giorno soli a vedervela con quello che
per ora avete solo visto sulla copertina di un libro. E non mi interessa chi ha
affrontato chi e tutto il resto…per me non siete diversi dagli altri…e i vostri
risultati così poco soddisfacenti me ne danno adito. La squadra che partiva da –
2 vi sta recuperando, femminucce…Io non alleno pagliacci! Io alleno soldati!
Auror! Chiaro?!”
“Sissignore.”
Annuirono Harry, Ron e Simon.
Turner
li squadrava uno ad uno, mettendoli un po’ in agitazione.
“Da
gennaio, quando riprenderete le lezioni, comincerete con le nuove
specializzazioni e con gli esamidi
metà mese salirete al livello due. Quindi vi preparerete ad un corso intensivo
di Occlumanzia, innanzitutto. E vi faremo partecipare alle prime missioni.
Comincerete con le ronde. Vi muoverete prima in gruppo, poi da soli. Prima di
giorno, poi anche di notte. Siamo ancora ai primi mesi, ragazzi…se accelerate
con gli esami potreste pure diventare Auror a tutti gli effetti di qui ad un
anno e mezzo…se accelerate…” Si fermò un momento. “Bene e ora sparte dalla mia
vista. Forza…non ingozzatevi troppo a pranzo, se no mi vomitate mentre siete
sulla scopa…”
***
Harry
uscì dalla doccia con addosso il morbido accappatoio bianco dell’Accademia,
passandosi un asciugamano tra i capelli fradici.
Simon
e Ron erano già fuori dalle docce da un po’.
Il
primo era in mutande, con i capelli ancora umidi e si stava infilando i
calzini.
Ron,
invece già indossava il giubbotto e stava dando un’ultima occhiata allo
specchio.
“Che
fai Ron? Io sono ancora così! Non mi aspetti? Ci metto cinque minuti a
vestirmi!”
Ron
si voltò e andò verso la porta. “Scusa, Harry…ma sono in ritardo.”
“In
ritardo per cosa?” Chiese Simon guardando l’orologio appeso sopra il grande
specchio dello spogliatoio. “Non sono neanche le otto…Le ragazze hanno detto che
non faranno prima delle otto e un quarto…Chi devi vedere?”
“Nessuno!
Davvero…” Aprì la porta Ron.
“Allora
dov’è che vai?” cercò risposta Harry raggiungendolo.
Ron
alzò gli occhi al cielo e sbuffò. “Fuori.”
“Fuori
dove?!”
“Fatti
miei!” Ron uscì e stava per chiudere la porta.
“Spero
non sia un’altra ragazza…” tagliò Harry.
Ron
rientrò e lo guardò decisamente allibito. “Un’altra?! Harry ma dico sei
impazzito?”
“Tu
piuttosto! Esci praticamente ogni sera! Non dici mai dove sei…!”
“Come
puoi pensare che io faccia una cosa di questo tipo ad Hermione, ora che stiamo
finalmente insieme…”
Harry
si mise una mano sul fianco. “Posso sapere dov’è che vai?”
“Ti
ho già detto che non sono fatti tuoi.”
“Ok.”
Disse il moretto sedendosi sulla panca di fronte a Simon. “Torni per cena?”
“No.
Mangio qualcosa fuori.” Rispose Ron telegrafico.
“L’auto
ti serve?” chiese ancora seccato Harry asciugandosi i piedi, quindi senza
degnarlo di uno sguardo.
“No,
ma preferisco che Simon ti sieda accanto se intendi guidare.”
“Non
c’è problema…Harry ora se la cava perfettamente anche da solo…ma mi farò dare un
passaggio fino a casa nostra volentieri!” annuì Simon dopo un’occhiataccia di
Ron.
Dopo
questo, il rosso uscì e chiuse la porta.
“Io
credevo che tu sapessi dove andava Ron.” Disse Simon allacciando i
pantaloni.
“Ho
qualche ipotesi…ma niente che si possa prendere sul serio.” Scosse il capo Harry
infilandosi i calzini.
“Hermione
lo sa?” uscì la testa dalla maglietta il biondino.
“Gliel’ho
detto io. Ma Ron non sa che anche Hermione…”
“Certo.”
Lo interruppe Simon. “Recepito il messaggio.”
Mezz’ora
dopo avevano già parcheggiato l’auto in strada ed erano saliti a casa dove
trovarono Ginny, Terry ed Hermione.
La
rossa si buttò tra le braccia di Harry e lo baciò cogliendolo un po’ alla
sprovvista.
“E
come siete entrate voi tre?” le domandò una volta che poté tornare a
respirare.
“Bhè…”
si intromise Hermione. “Io e Terry ci siamo smaterializzate…”
“Poi,
una volta dentro, mi hanno aperto la porta.” Concluse Ginny dandogli un piccolo
bacio in guancia. “E poi…sorpresa! Passerò le vacanze qui da voi! I miei sono in
Romania! E non posso certo stare tutta sola, no? Sempre meglio qui che non da
Fleur!”
“Ma
è fantastico!” si finse sorpreso Harry…ma era conscio di non essere un grande
attore.
“Oh.
Già lo sapevi, vero?” si morse il labbro la ragazza.
“Ehm…”
Harry si grattò la nuca cercando un appiglio.
“E’
stato Ron, vero?” borbottò lei.
“…si.”
Si arrese il moretto.
“Oh,
ma non l’avrà certo fatto apposta! Insomma…a tutti può scappare, no…e tu non eri
stata tanto chiara quando lo hai informato della cosa…”
“Hermione…non
è che ora Ron è il tuo ragazzo e quindi è diventato un santo…ha sbagliato! Io
non gli ho mica detto che tu restavi pure a dormire qui per le feste…lui invece,
testa in aria com’è…è andato a raccontare tutto ad Harry e addio sorpresa!” Si
sbracciò Ginny alterata.
“Non
è successo niente, Gin! Sono felicissimo comunque…” le mise una mano sulla
spalla Harry.
“Si,
ma non è la stessa cosa…” sbuffò. “Piuttosto…Ron dov’è?”
Harry
sospirò. “Fuori.”
“Di
nuovo?” mugugnò Hermione facendo crollare le braccia sui fianchi.
“Pare
di si.” Annuì Simon.
“Esce?”
chiese Ginny girandosi prima verso il biondino, poi verso il suo ragazzo “E dove
va?”
“Vorremo
tanto saperlo…” le rispose Harry.
“Bhè…messa
così…io…torno a casa.” Disse Hermione issandosi la borsa che si era portata con
il cambio sulla spalla.
“Perché?”
la trattenne Ginny.
La
ragazza si limitò a una piccola alzata di spalle.
“Non
ti reputerai ‘un in più’!”
“Bhè…”
si giustificò lei. “…voi state insieme…insomma…senza Ron…mi sentirei…magari voi
vorreste stare in pace, più che comprensibile…Pensavo di trascorrere le feste
qui con voi…mia madre era riuscita a convincere mio padre…”
“Ma
dai, resta!” Le tirò giù la borsa Harry. “Ron dovrà tornare, no? Non dorme mai,
fuori…E forse così è la volta buona che ci dice che cosa fa…”
Hermione
non poté che sorridere rincuorata.
Simon
batté le mani “Forza…lo zio Simon vi porta fuori! Ovviamente ognuno paga per
se…Quegli spilorci dell’Accademia hanno detto che ci pagheranno alle prime
missioni…e finché non saremo Auror a tutti gli effetti ci pagano una miseria…il
giusto per tirare avanti…”
Raggiunsero
di nuovo l’auto appena parcheggiata e Simon tirò le chiavi a Harry.
“A
te l’onore di scortarci, amico!”
“Sei
appena sceso da questa macchina dove ero io al volante! Penso che per oggi la
mia pratica di guida possa bastare!” protestò Harry.
“Errore!
Non basta mai! Forza in carrozza, madamigelle…” Aprì la portiera con un inchino
invitando le ragazze a prendere posto nei sedili posteriori.
“Io
sono ancora giovane! Ho una vita davanti! Vorrei mettere su famiglia, prima di
morire…”rise Ginny mentre Terry entrava per prima.
“Se
vuoi puoi sempre seguirci a piedi…” allargò le braccia Simon.
Ginny
scosse la testa e salì prima di Hermione.
Per
prima cosa, era necessario mettere qualcosa sotto i denti…per cui Simon li portò
ad un fast-food spesso frequentato da lui e amici durante le loro vite
babbane.
A
stomaco pieno, uscirono un po’ più rinfrancati.
“Ottimo
posto, Simon…grazie per averci invitato…” disse cordiale Hermione.
“Via
questi convenevoli…e poi ancora non è finita! Qui ci vuole proprio un bel
goccetto…” Simon portò le braccia sulle spalle di Hermione e Terry.
“Un
altro locale?!” mugugnò Ginny.
“Direi
che il goccetto non è proprio il caso, Simon…” richiamò all’ordine Harry.
“Paparino…Turner
stasera non c’è. Se il tuo problema è guidare, ti prendi un analcolico o una
cioccolata calda…vi porto in un buon posto qui vicino, tranquilli! Possiamo pure
proseguire a piedi…Prego girare a destra…” disse il biondino girando per
attraversare la strada sempre tenendo a braccetto le due ragazze.
Ginny
e Harry li seguivano dietro mano nella mano.
“Simon
conosce quasi tutti i locali della città…” spiegò Terry a Ginny parlando oltre
la spalla di Simon.
“Ma
è già tardi…e se troviamo troppa gente?” chiese Hermione previdente.
“Non
è un problema…conosco una delle cameriere…”
“Una
delle cameriere?” Gli fece eco Terry alzando un sopracciglio curiosa.
“E’
mia cugina Betty…e la conosci anche tu!”
“Oh…meno
male…” sorrise la ragazza compiaciuta.
Simon
scoppiò a ridere e le schioccò un sonoro bacio in guancia. “Gelosona…”
Appena
misero piede dentro il locale, dovettero sciogliere le sciarpe e sbottonare i
giubbotti per il riscaldamento.
“Simon!”
arrivò squittendo una ragazza biondiccia dai vivaci occhi verdi.
“Bez!
Buon Natale!” l’abbracciò il cugino.
“Non
dovevi essere in viaggio?” Le chiese sorridendo Betty McCullers, figlia del
fratello del padre di Simon.
“Partiamo
domani mattina…”
“Ciao,
Terry!” abbracciò anche la ragazza una volta riconosciuta. “E’ un sacco che non
ci vediamo! Noi abbiamo ancora in sospeso un thè, se non te ne sei
scordata…”
“Oh,
no! Assolutamente! Appena torniamo dal viaggio farò di tutto per organizzare!”
rispose gioviale Terry.
“Betty…ti
presento dei nostri amici…Harry Potter, Hermione Granger e Ginny Weasley…”
“Piacere…”
dissero a turno stringendo la mano alla ragazza.
“Piacere
mio, ragazzi…vi serve un tavolo?”
“Sarebbe
una gran bella idea…” annuì il biondino.
“Da
questa parte…se n’è appena liberato uno…Venite!”
Betty
fece loro strada verso un tavolino con delle panche.
Pulì
il piano con uno spray e un panno e tornò, dopo essere sparita per qualche
attimo, fornita di menù che distribuì a ciascuno.
“Ecco
qua!”
“Grazie…”
le disse Harry prendendo il suo per ultimo. “E’ carino qui!”
“Si…per
lo meno non passa come una tavernaccia di borgo e non vengono certi brutti
ceffi…” disse Betty tirando fuori il notes per le ordinazioni. “Tu…hai detto che
ti chiami…?”
“Ginny
Weasley…” si portò una mano al petto, come per indicarsi, la rossa capendo che
si riferiva a lei.
Betty
tamburellò con la penna sul blocchetto pensierosa. “Sei per caso parente di un
certo Ron Weasley?”
Hermione
scattò sul posto. “Lo conosci?!”
“Certo…è
un mio collega…eccolo là! Dietro il bancone…”
Non
ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che tutti i componenti del tavolo si
alzarono per raggiungerlo.
“Ma
che ho detto?” si preoccupò la biondina rimasta sola vicino alle loro
giacche.
Ron
stava facendo abilmente il barman, giocando con le bottiglie come un giocoliere
gioca con i birilli.
Appena
il ragazzo riconobbe Hermione e il resto del gruppo ormai a pochi metri dal
bancone, una bottiglia gli cadde a terra.
“Ehi…peccato,
Ron…andavi forte…” ridacchiò un ragazzo seduto su uno sgabello.
“Comunque
bravo, Ron…sei davvero un mago…” disse una ragazza seduta un po’ più in là che
poggiò una banconota da 5 sterline sul bancone e si allontanò con il suo
drink.
Ron
uscì correndo fuori dal bancone superando qualche altro collega e raggiunse i
suoi amici.
“Che
ci fate qui?!” chiese sconvolto il rosso.
“Siamo
entrati per caso…ci ha portato Simon…eravamo in giro…” spiegò Harry.
“Betty
è sua cugina…” continuò Terry.
“Oh…bene…”
Ron si passò una mano sulla nuca, nervoso.
“Così…è
qui che passi le tue serate…!” disse Hermione con una punto d’orgoglio nella
voce.
“Bhè…si.
E tu come sai che esco?” si allarmò il ragazzo.
“Colpa
mia!” Si intromise Harry in difesa dell’amica. “Pensavo che lei sapesse qualcosa
e…”
“Non
ti sarai preoccupata, vero?” le mise le mani sulle spalle lui.
Lei
sorrise debolmente assumendo un’espressione dispiaciuta. “Un po’…”
Ron
l’abbracciò sorridendo. “Ma non ce n’era bisogno…io così mi sto finanziando
l’appartamento, le spese e tutto il resto senza gravare sulle finanze dei miei…e
per mettere da parte un gruzzoletto per il futuro…ci sto riuscendo, sai?”
“E
dovevi per forza tenercelo nascosto?!” alzò un sopracciglio Harry.
Ron
si limitò ad alzare un po’ le spalle e ad arrossire.
“Ma
che bravo ragazzo…” si finse commosso Simon. “Allora…che ci offri?”
“Offrirvi?!”
Ron sciolse ridendo l’abbraccio con Hermione. “No, no…ve lo pagate voi. Io non
offro proprio un bel niente!”
“Spilorcio!”
“C’è
posto al bancone…potremmo prendere le nostre cose e sederci qui con Ron…”
propose Ginny lanciando uno sguardo al loro tavolo ormai solo e abbandonato.
“E
se richiamano Ron?” Si allarmò Hermione.
“Voi
lasciatemi solo libero di muovermi…quattro chiacchiere le posso sempre
scambiare…Vi aspetto al bancone, mi sono fermato già troppo…” disse Ron con un
cenno.
“Ron…questo
è per il tavolo 22…” gli porse un biglietto un cameriere raggiungendolo.
“Finisco
quello per il tavolo 15 e te li preparo…!” rispose lui prendendo la nota e
rientrando dietro il bancone.
***
“Una
Margarita, per me!” disse Simon sedendosi al bancone e battendo una mano sul
ripiano.
Ron,
libero dalle altre ordinazioni e quindi ora a completa disposizione dei suoi
amici, prese un bicchiere da cocktail tra quelli che stavano su un ripiano
accanto al lavello, lo asciugò per bene con un panno di cotone e guardò storto
Simon.
“Che
c’è? Vuoi un documento? Quello babbano non l’ho qui…ho solo quello del
dipartimento…ma se proprio ti interessa…già li ho 18 anni…e anche superati!”
“Ne
sei sicuro? E’ un po’ forte per te…” cercò di dissuaderlo Ron.
“Ma
che forte e forte?!” Batté di nuovo la mano sul bancone. “Voglio una Margarita!
Con succo di lime, ovviamente…”
Ron
gli mise sotto il naso un bicchiere e lo riempì d’acqua.
“Mi
prendi in giro?”
Ron
spremette mezzo limone in quel bicchiere e lo avvicinò ancora di più a
Simon.
“Ora
mi sto alterando. Chiamo il direttore e faccio un putiferio!”
“Ok,
ok…” si allarmò il rosso riprendendosi il bicchiere con l’acqua e limone… “Per
voi?”
“Tre
cioccolate calde. Per me, Ginny e Terry.” Hermione allungava una banconota da 20
sterline presa dal suo portafoglio.
Harry
pensò al suo disordinatissimo portamonete dove si mescolavano falci e
pounds.
“Che
intendi farci con quelli?!” le chiese Ron riemergendo da sotto il bancone con
una bottiglia di latte presa dal frigo davanti a lui.
“Pagarti.”
Disse semplicemente Hermione con un sorriso.
“Rimettili
a posto…offro io per tutti.”
Hermione
lo guardò poco convinta alzando un sopracciglio.
“Per
una volta che posso permettermelo…” allargo le braccia il rosso ed Hermione a
questo punto dovette cedere. “Tu che prendi, Harry?”
“In
verità non saprei…devo guidare…quindi mi sa che mi butto anch’io su una
cioccolata…o un thè…” rispose serio Harry agitando una bustina di zucchero presa
da un cestino davanti a lui.
“Se
il tuo problema è guidare…” gli disse Ron “…io sono perfettamente sobrio e non
posso bere niente mentre sono qui di turno…Posso guidare io più tardi! Chiedo il
permesso di uscire un po’ prima, oggi siamo in tanti qui e possiamo
permettercelo…Dai, che prendi?”
Harry
ci pensò su. “Una birra. La ‘O’Rouge’.”
Una
volta zio Vernon si era addormentato davanti la televisione dopo aver lasciato
tre dita di una birra che Harry voleva a tutti i costi assaggiare.
Non
poteva dimenticare quell’etichetta.
E
non poteva dimenticare quanto gli era piaciuta…aveva solo 9 anni…
…come
non poteva dimenticare le botte che si prese da zia Petunia che lo aggredì alle
spalle mentre lui, acquattato dietro il divano ne beveva un sorso di nascosto, e
lo tenne poi in castigo per un paio di giorni…
“E’
un fortina, Harry…è una rossa…” gli chiese Simon oltre la spalla di Terry.
“Che
vuoi farci…mi piacciono le rosse!” disse guardando Ginny seduta nello sgabello
accanto al suo con un sorrisetto malizioso.
Ginny
arrossì diventando di un unico colore dalla vita in su, visto che indossava pure
un maglioncino dal colore molto simile a quello dei suoi capelli.
Ron
sospirò e scosse il capo e per interrompere lo scambio di sguardi dolci dolci
che si mandavano Harry e sua sorella mise sotto il naso dell’amico la bottiglia
richiesta e la stappo facendolo rinsavire. “Ecco qua…” mise accanto alla birra
un bicchiere. “Un paio di minuti e arrivano pure le vostre cioccolate,
ragazze…”
Simon
si mise quasi in piedi sullo sgabello protestando “Ehi! E la mia Margarita?!”
***
Era
mezzanotte e mezza quando Ron ottenne il permesso di uscita anticipata e le tre
coppie uscirono per passeggiare un po’ prima di ritornare a casa.
“Non
fa così freddo, stasera…” disse Terry guardando verso il cielo stellato e senza
nuvole.
“C’è
meno umidità del solito.” Spiegò Hermione sapiente.
Ginny
strinse affettuosamente la mano che Harry le teneva. “Si. Si sta davvero bene…!”
Si
guardarono scambiandosi un piccolo sorriso, prima di tornare a guardare per
terra.
“Allora!”
Si voltò Simon che apriva la fila insieme a Terry e battè le mani guantate. “Per
quanto riguarda le camere…Io e Terry nella mia, Ron ed Hermione in quella di Ron
e Ginny ed Harry in quella di Harry. Domande?!”
“Hermione!”
Saltò all’improvviso Ron. “Dormi da noi?”
Harry
e Ron avvamparono improvvisamente. “Dormiamo insieme?” chiesero all’unisono
speranzosi ma anche quasi terrorizzati.
La
passeggiata si arrestò del tutto e le tre ragazze si guardarono un po’
nervose.
“Bhè…ecco,
ragazzi…” cominciò Hermione.
Le
venne in aiuto Terry “Ci abbiamo pensato su…”
“Stasera
dormiamo tutte e tre a casa vostra, ma…sarebbe meglio ognuno per conto proprio.”
Concluse la rossa.
Simon
fece crollare le braccia lungo i fianchi. “Ma…Non c’è posto!!! Almeno così…”
“C’è
il divano in salotto!” intervenne Hermione. “E’…è un divano letto, no?”
“E
pensate di entrare tutte e tre in quel divano?” le domandò un po’ pungente
Harry.
“Non
pensavamo di dormirci noi…” gli rispose a tono Ginny.
“Noi
dormiamo nei vostri letti, voi sul divano.” Disse spiccia Terry.
“Ma
che problema avete a dormire con noi?!” sbuffò Simon
Ginny
ed Hermione si guardarono arrossendo.
“Il
punto è che…”cominciò la prima.
“E’
ancora presto…” balbetto la bruna.
“Non
ci sentiamo…pronte…”continuò l’altra.
Simon
mise le mani sui fianchi. “Non necessariamente dovrete farlo stasera!”
“SIMON!!”
Strillò Hermione scandalizzata.
“Per
cortesia…abbassa il volume della voce, Simon.” Rispose seccata una rossissima
Ginny.
Il
biondino non si diede per vinto. “E ti fai problemi pure tu, Terry? Non mi
sembra che noi…”
“Non
voglio fare disparità.” Disse secca lei. “ Non penso poi che tu sia così in
astinenza da non poter…”
“Ma…poi
partiamo! Poi ci saranno i miei genitori! E non potrò stare con te come al
solito…non potrò avvicinarmi a te nemmeno per un bacetto!”
“Oh,
certo…perché tu magari ti sei mai formalizzato davanti ai tuoi genitori…Tua
nonna ha avuto un colpo al cuore quando il Natale scorso a cena con tutta la tua
famiglia mi hai fatto fare un caschè e mi hai baciata…Oh! E devo ricordarti che
tuo fratello c’ha pure visti quel pomeriggio in camera tua…”
“Eddy
è sistemato…ma…”
“Un’altra
volta, Simon.”
“E
comunque penso che anche Harry e Ron pensino come noi che è ancora presto
per…ecco…per farlo.” Disse Hermione terribilmente imbarazzata, abbassando di
molto il volume della sua voce che già sembrava un sussurro.
“Non
ci giurerei…” sorrise malignamente Simon lanciando un’occhiata verso Harry e
Ron.
Ginny
ed Hermione si voltarono a guardare i rispettivi ragazzi…che tossicchiarono,
arrossirono e voltarono lo sguardo verso direzioni non chiare, ma certo non
puntando verso le due ragazze.
Ginny
sentì distintamente salire l’emozione che si materializzò prepotentemente come
un nodo alla gola.
Hermione
la prese decisamente peggio. “Stai scherzando, Ron, vero?” chiese
accigliata.
“No.”
Rispose secco lui.
La
bruna inspirò nervosamente.
“Siamo
maschi, ragazze…” li giustificò Simon allargando le braccia.
“Motivo
in più per adottare la sistemazione nelle camere, così come l’abbiamo proposta.”
Disse dura Hermione.
Il
gruppo procedette verso la macchina a passo svelto e senza fiatare.
Solo
Harry trattenne indietro Ginny prendendola per mano.
“Gin…io…senti…”
si grattò la nuca imbarazzato. “…io e te…insomma…non partiamo proprio da
zero…insomma…ma mi rendo conto che è una scelta difficile…sappi che…se non vuoi
io non intendo costringerti in nessuna maniera. Chiudiamo così questa parentesi
e se la riapriremo sarà solo perché l’hai fatto tu. Solo se vorrai riaprire
l’argomento. Capito? Per me…non è fondamentale. Per Merlino, no! E’ solo che…mi
piacerebbe…ecco tutto.” Concluse abbassando un po’ lo sguardo.
Ginny
sorrise imbarazzata ma felice.
Gli
diede un bacio a fior di labbra e raggiunsero il resto del gruppo.
“Tutto
risolto? Si dorme insieme?” Simon spera ancora in un miracolo…
“No.”
Rispose asciutto Harry prendendo per mano la sua ragazza.
“Non
stasera almeno.” Sorrise Ginny facendo avvampare Harry ancora un po’.
“ACCIDENTI!”
protestò Simon dando un calcio a una palla di neve che prese in pieno uno.
Dovettero
farsi l’ultimo tratto che li separava da dove avevano parcheggiato l’auto di
corsa: non potevano smaterializzarsi davanti al babbano, mezzo ubriaco che aveva
cominciato ad inseguirli furioso…
***
“Taglia.”
Disse laconico Simon mettendo un mazzo di carte da poker sotto il naso di
Ron.
Si
erano seduti al tavolo della cucina e avevano improvvisato una giocata.
Simon
aveva insegnato diversi giochi con le carte babbane per animare le serate, già
dalla sera stessa del suo trasferimento.
“Poker
d’assi.” Mise giù le carte il biondino.
“Tutta
fortuna.” Sbuffò Harry mentre Simon attirava a se i zellini e i falci che si
erano giocati.
“Stasera…fortunato
nel gioco, ma sfortunato in amore.” Sospirò il ragazzo mentre Harry raccoglieva
le carte per un’altra mano.
“Per
me, invece, non è serata…avevo una misera coppia di otto…” sospirò Ron mettendo
al centro un altro zellino.
“E
non va bene nemmeno l’amore…cavolo, Ron…sei proprio uno sfigato, oggi…”
ridacchiò il biondo.
“Solo
oggi?” rispose lui.
“Non
vi sembra un po’ tardi per giocare a carte?” Chiese Terry uscendo dalla camera
di Simon già in pigiama.
“Tanto
non abbiamo niente da fare. E poi lì in tre non ci entreremo mai.” Disse il
ragazzo indicando il divano letto aperto che in effetti poteva passare per un
monoposto comodo.
“Noi
andiamo a letto.” Disse Ginny uscendo anche lei dalla camera con Hermione.
Terry
diede un bacio in guancia a Simon che si girò a guardarla.
“Ne
sei sicura, sicura, sicura?”
Lei
gli scompigliò un po’ i capelli e gli diede un bacio. “Sicura.”
“Ma…ma…non
posso passare nemmeno più tardi? Quando dormono tutti?” provò ancora Simon.
“No.”
Whisky
cominciò un lamento.
“Visto…te
lo dice pure Whisky! Stasera dormiamo insieme!”
Terry
carezzò il cane dietro le orecchie e questo si distese lungo per terra
scambiando un’occhiata triste con il padrone interpretabile con un“Ehi, Simon…io c’ho provato, amico…”
“Lo
so…” annuì sconsolato Simon lanciando anche lui uno zellino al centro del
tavolo.
“Buonanotte,
Ron.” Lo salutò Hermione.
“Ciao.”
Disse piatto lui.
“Non
sarai ancora seccato…”
“Oh,
no…non vedi? Sono sereno…tranquillo…” fece il rosso sarcastico.
“Mi
sembra di essere stata piuttosto chiara sull’argomento.” Si impuntò Hermione
accigliata.
“E
invece no. La verità voglio, Hermione. La verità. E sai qual è questa verità?
Che io non ti piaccio. Ce ti faccio schifo. Magari stai con me solo per pietà o
qualcosa del genere! Questa è la verità.”
“Ma
stai scherzando?! Non puoi pensarlo sul serio…” sgranò gli occhi Hermione.
Ron
si alzò e se ne andò in camera sua sbattendo la porta.
Hermione
lo seguì chiudendo la porta con la stessa delicatezza.
Simon
scattò in piedi e saltellando sul posto come un bambino capriccioso puntò il
dito nella loro direzione. “Ehi! Non vale! Loro…loro sono in camera! Loro sono
soli! Loro…”
“…urlano.”
Concluse sconfortato Harry.
L’aver
chiuso la porta non era servito a niente.
Potevano
sentire perfettamente ogni parola della loro litigata.
“PERHE’
NON USI IL CERVELLO? PERCHE’ M’ INCOLPI SEMPRE? PROPRIO IO E TE SIAMO GLI ULTIMI
IN QUESTA CASA A PENSARE A…AL…”
“PERCHE’
GLI ULTIMI?! DOV’E’ SCRITTO?! NON SIAMO GIA’ AFFIATATI? COSA CI MANCA
PER…PER…FARLO? PER ANDARE AVANTI DI UN PASSO…? CI CONOSCIAMO DA 8 ANNI…SAPPIAMO
TUTTO DI NOI…SIAMO ARRIVATI A STARE INSIEME…DIREI CHE ORA CI TOCCA PURE!”
“OH…ADESSO
E’ PURE UN ATTO DOVUTO! QUASI UNA COSA SCONTATA…”
“NON
E’ QUESTO QUELLO CHE HO DETTO!”
“PERCHE’
E’ COSI’ IMPORTANTE PER TE?!”
“IO…CAVOLO,
HERMIONE…NON CI ARRIVI?!”
“NO!
NON CI ARRIVO!”
“PECHE’,
COME DICEVA GIUSTAMENTE SIMON, SONO UN MASCHIO.”
“COSA
C’ENTRA?! HARRY PURE E’ UN MASCHIO MA MI E’ SEMBRATO CHE CON GINNY ABBIANO
CHIARITO E DECIDERANNO INSIEME SE E QUANDO! E LORO POI STANNO INSEIME DA MOLTO
PIU’ TEMPO DI NOI!”
“HARRY
NON E’ INNAMORATO DI GINNY DA 6 ANNI!”
Ci
fu un momento di silenzio.
“Sei
anni…?” mormorò Hermione con voce tremula.
“SI,
ESATTO. IO SONO INNAMORATO DI TE DA SEI ANNI. NON TE L’HO MAI DETTO…NON L’HO
MAI
DIMOSTRATO…MA E’ COSI’.”
“Così
tanto tempo è passato, allora?”
“Che
vuoi dire?” sentirono Ron rivolgersi acido ad Hermione.
“Io…io…sono
innamorata di te da cinque anni, Ron…” Hermione aveva la voce rotta da qualche
singhiozzo.
“Bhè…io
vinco comunque…parlavo appena quando dicevo che volevo sposare Harry…” disse
Ginny piano, guardando altrove mentre tutti gli sguardi si posavano su di
lei.
Harry
le sorrise sentendosi un po’ in colpa, un po’ lusingato.
Ma
Ron ed Hermione non avevano arrestato la loro discussione dentro la camera.
“Cinque
anni…Cinque…? Ma…perché…perché non me l’hai detto subito? Cinque anni?! Con
Viktor Krum tra i piedi? Il ballo del Ceppo…CINQUE ANNI?!”
“Non
urlare, ti prego…”
“HERMIONE…TI
RENDI CONTO? E’ UN’ETERNITA’! PERCHE’ ALLORA NON POSSIAMO?!”
“Forzandomi
non fai altro che incrinare il nostro rapporto. Vorrei…vorrei solo che tu
capisca quanto considero importante l’avere un rapporto…fisico…con te. Invece mi
sembra che per te non ci sia altro che questo. Non c’è un…accidenti, come posso
dirlo…”
“Per
me non è fondamentale…”
“E
invece stai dando proprio quest’impressione, Ron!”
“Hermione…il
problema è che…è una vita che…vorrei farlo con te. Mi sembra che questi giorni
possano essere una buona opportunità, non pare anche a te?”
“Ron…è
presto.”
“Presto.
Ok. Va bene. Allora mi dirai tu quando crederai che sia arrivato il momento
giusto.”
“Ce
ne accorgeremo insieme! Sento che sarà così! Ti prego…fidati di me…”
Sentirono
la voce di Hermione alzarsi di tono dopo che la porta della stanza parve aprirsi
un poco.
Si
richiuse lentamente e non sentirono più niente.
“I
casi sono due…o quei due sono morti…o ci stanno dando dentro di brutto!!”
“Simon…non
potresti dire semplicemente che o stanno continuando a parlare a volume di voce
basso o si stanno abbracciando…” gli diede un bacio sulla guancia Terry.
“Oppure
Hermione ha insonorizzato la stanza…” suppose Harry.
“No.
Hanno fatto pace.” Disse Ginny con un sorriso. “Conosco bene sia mio fratello
che Hermione…per qualcosa di veramente importante finiscono sempre per trovare
un accordo…”
“In
effetti è vero.” Ci pensò su Harry. “Tengono più il broncio per scemenze…”
“Forza,
ragazze…sparite prima che non resisto più e vi trattengo con la forza…!”
Terry
sorrise al suo Simon; gli mise le braccia dietro la nuca e i due si
baciarono.
Ginny
ed Harry avevano anticipato le mosse dei due amici per un bel bacio della
buonanotte.
“Prima
di entrare in camera…direi che devo fare un po’ d’ordine…” sussurrò all’orecchio
della ragazza Harry.
Lei
sorrise e insieme entrarono nella bolgia.
“Mica
sapevo che anche tu dormivi qui…” si giustificò Harry anche se sapeva benissimo
che la ragazza avrebbe dormito in quella casa e con molte probabilità in quella
stanza, con o senza di lui… “Faccio in un attimo…”
Harry
prese i vestiti sparsi nella stanza ficcandoli tutti poi nel grosso ex baule di
Hogwarts sottoforma di una palla .
“Non
è quello l’armadio?” Ginny indicava il grosso mobile color noce vicino alla
porta.
“Ehm…per
oggi è sostituito dal baule.” Alzò le spalle Harry.
Si
guardò intorno cercando cose fuori posto, a parte libri, parecchi numeri della
Gazzetta del Profeta e del Cavillo, e una maglia dell’Accademia che raccolse in
fretta.
“Mi
sembra che vada meglio…tu che dici?”
Ginny
storse un po’ il naso sorridendo.
“Ok…domani
lavo questa stanza, promesso. Ma ora e tardi…e non mi va proprio…oh, aspetta,
si…ti cambio le lenzuola…”
Un
gesto di bacchetta e le lenzuola che prima stavano nel letto volarono in aria e
Harry le prese al volo insieme a una calza da notte.
“Eco
dov’era finita…”
Ginny
ridacchiò poggiando sul letto le lenzuola pulite e profumate prese da un
cassetto.
Con
un altro gesto il letto era pronto e fresco.
“Ok…io
vado…queste le porto via con me…” disse cercando di non inciampare con le
lenzuola sporche. “Devo ringraziare tua madre per questo trucchetto del letto.
Sai quanto tempo ci perdevo dai Dursley? Bene…dimentico niente…mi sembra di
no…Buonanotte Gin…” la baciò tenendole a distanza le cose sporche.
“Notte
Harry…”
Harry
uscì contemporaneamente a Ron, che chiuse alle sue spalle la porta della stanza
di fronte a quella dove dormiva Ginny.
“Come
va?” gli chiese Harry tirando sulle braccia il lenzuolo che strisciava a
terra.
“Bene.
Bene. Tutto ok. Io…sono solo uno scemo.”
Il
morale di Ron non avrebbe sopportato la risposta di assenso di Harry, così
l’amico preferì annuire e depositare in bagno la palla di cose sporche che
teneva tra le braccia.
E
fu così che si trovarono, nemmeno dieci minuti dopo, distesi nel letto.
“Buonanotte…”
augurò agli altri due Simon tirandosi buona parte della coperta.
“No,
no…non hai capito un accidente, Simon! Lascia andare la coperta!” sbuffò
Harry.
“Quale
coperta?!” riaccese la luce il biondino.
“Questa.”
La indicò Ron, che, malgrado lui si trovasse al centro del letto, era coperto
solo per metà.
A
Harry non era rimasto nemmeno il lenzuolo, e in quella casa, vicino poi alla
finestra dove si trovava il divanetto, non c’era proprio caldissimo…anzi…
I
due tentarono di recuperare il maltolto.
“Harry…ora
sei tu che hai tirato troppo!” lo informò Simon.
“Si,
scusa…”
“Sentite…io
non ho più sonno…guardiamo un po’ di TV!” Simon si mise a sedere e preso il
telecomando accese l'apparecchio.
“Simon…voglio
dormire…sono a pezzi…!” mise la testa sotto il cuscino Ron.
“Baseball…meteo…documentario…soap
opera…” ripeteva il biondino cambiando i canali.“Oh-oh!”
Un
film a luci rosse.
Data
l’ora…c’era pure d’aspettarselo…
“Simon…!”
lo canzonò Harry dopo aver lanciato una rapida occhiata allo schermo.
“No,
no aspetta! E’ interessante…”
“Simon…!”
ripeterono all’unisono Harry e Ron.
“Dai,
cambia.” Uscì la testa da sotto il cuscino il rosso.
“Guardate
che è davvero interessante! E può essere molto utile soprattutto a voi visto che
non avete mai fatto niente! Almeno così imparate qualcosa…”
“Sappiamo
già tutto, grazie…” cercò di prendergli il telecomando Ron.
Harry
per un attimo si domandò dove Ron avesse imparato “tutto”.
Lui
sapeva per qualche film visto dai Dursley e per sentito dire…
Ovviamente
i Dursley non vedevano questi film…ma quando Dudley e la sua banda nella casa
libera della presenza di zia Petunia e zio Vernon affittavano un film alla
videoteca c’era un solo genere che gradivano…e a lui non era mancata occasione
di soffermarsi a guardare…
Un
po’ se ne vergognava…ma era capitato quasi inconsciamente e comunque si era
rivelato un utile strumento di apprendimento.
Quindi
Simon non aveva proprio del tutto torto…
“Ah,
si? La storia dell’ape e del fiore?” scherzò Simon.
“No!”
Arrossì Ron con un sorrisetto furbo. “Mi hanno aperto gli occhi Fred e George
prima del 3° anno di Hogwarts.”
“Oh,
oh!! E allora a 13 anni hai cominciato a fare sogni strani con Hermione,
eh?”
“Simon,
spegni quell’affare!” ridacchiò il rosso riprovando a prendere il telecomando
dalle mani di Simon.
“13
anni, Ron? Non me l’hai mai detto!”
“Ma
cosa volevi che ti dicessi, Harry?! Non ci capivo niente nemmeno io…”
Ron
era davvero rosso e imbarazzato…motivo per cui Harry, in sua difesa, tentò di
distrarsi guardando verso la
TV.
Eppure
sembrava davvero interessante quel film…si chiese se non fosse il suo essere
maschio che lo portava a guardare curioso quelle scene…
“Basta
così.” Decretò Simon spegnendo lo schermo. “Direi che per questa sera ne abbiamo
avute abbastanza e darci la zappa sui piedi non credo sia proprio il
massimo.”
“Ci
sei arrivato, finalmente…” si ricoricò Ron sbuffando.
“Buonanotte,
allora…”
“Speriamo
che questa volta non ci siano di nuovo impedimenti…” tentò di modulare al meglio
la voce Harry, sperando di non dare nell’occhio.
Spensero
la luce e dopo essersi mossi nel letto stretto, cercando una posizione comoda
per tutti e tre, finalmente si addormentarono.
Difficile
fu per Harry togliersi le scene di quel film dalla testa…soprattutto…difficile
fu evitare che i personaggi di quelle scene fossero lui e Ginny…per cui per
tutta la notte si girò e rigirò nel letto e solo alle prime luci del mattino
riuscì a cadere in un sonno più profondo.
Continua…
Pensavo di impiegarci molto più tempo per
mettere in rete questo capitolo…ma (fortunatamente) ho dovuto operare un taglio
tecnico, perché se no mi sarei dilungata troppo e questo capitolo sarebbe
risultato interminabile…forse anche pesante da leggere!
(Con Word ho quasi sforato la media delle
pagine degli altri capitoli!!!).
Ma prima di qualsiasi altra cosa…ringrazio
con tutto il cuore chi ha commentato il capitolo precedente…
- Finleyna 4 Ever: è vero…alla fine nella
vita di Tonks vince l’amore!!! E il finale del suo mirabolante e imprevedibile
matrimonio non poteva essere diverso, no? Con questo capitolo abbiamo voltato
pagina e siamo andati avanti…ora aspetto un tuo parere! Anche perché qui non c’è
più un imprevisto…anzi…qualcosa che i ragazzi dovevano prevedere!
D’altronde…sono maschi…!
- Lily Evans 93: e va bhè…ho deciso di
sfruttare la goffagine di Tonks per far si che le si ritorcesse contro tutta in
una volta…eh, si…siamo già arrivati a Natale…anche se il periodo di Natale è
proprio quello che ho più trattato…oltre questo capitolo ce ne dovrebbe essere
almeno un altro ambientato in questa cornice natalizia!! Aspetto tuoi
commenti…
Grazie infinite!
Spero piuttosto di poterne leggere altri…ci
tengo tanto!
Tornando a commentare questo
capitolo…
Magari in questo non ci sono grossi
sviluppi…però intanto abbiamo scoperto che cosa nascondeva Ron!!
Finalmente!!
E soprattutto…ci rendiamo sempre più conto
di cosa comincia a passare per la testa a questi due bei
giovanotti…
Ehm, ehm…
Si…è stato un po’ difficile anche per me
immaginarmi quei due santarellini in preda a crisi ormonali…e nella prima
versione erano presenti molte più scene e frasi che ho dovuto tagliare perché
incoerenti con i personaggi.
Però…mi è sembrato giusto che anche loro
attraversassero questa fase della loro adolescenza.
Tra poco si cresce e tutto sarà
diverso…
Lo reputo un altro tassello alla condizione
di studente di accademia – universitario.
Anche se l’età nella vita reale si è
notevolmente abbassata per quanto riguarda questo punto…
Ho sfruttato il peperino Simon per tirar
fuori l’argomento…
Ho sempre immaginato che Harry e Ron
nonne avessero mai parlato tra di
loro…
Il primo perché la ragazza in questione è la
sorella del suo migliore amico, nonché fratello geloso.
Il secondo per una questione di poca
chiarezza personale…
Però…a breve ne dovranno
parlare.
Quindi era necessaria
un’introduzione…
Mi piacerebbe avere
pareri…!!
Ok…non credo di dover aggiungere
altro…lascio la parola a voi!
Io mi rimetto subito al lavoro per copiare
il prossimo capitolo!
Ormai per voi sono diventata un animaletto
notturno…!
- Le occhiaie mi lavano il pavimento di
casa…almeno sono utili a qualcosa…!! -
Dovendo studiare di giorno per
l’università…
Spero di metterlo in rete al più presto…ce
la metterò tutta!!!
La
luce del sole che entrava dalla finestra accanto a lui svegliò Harry prima di
quanto lui avesse desiderato.
Costretto
ad aprire gli occhi, si stiracchiò e messosi gli occhiali si guardò intorno.
Simon
abbracciava amorevolmente il cuscino sbavando un po’ sopra questo…
Ron…
…lo
trovò disteso per terra con il suo cuscino e una coperta…probabilmente aveva
preferito il pavimento piuttosto che dover stare stretto in un lettino con altre
due persone…
Come
dargli torto…
Ginny
entrò nella stanza sbadigliando e stropicciandosi l’occhio, diretta al frigo per
un bicchiere d’acqua.
“Non
chiedetemi più di dormire su quel divano. Vi giuro…vi affitto una camera in
albergo…ma fatemi dormire nel mio letto!” decretò categorico mettendosi a sedere
e guardandosi intorno con gli occhi gonfi dal sonno.
Comodo
e pacifico Simon si stiracchiò e aprì gli occhi. “Buongiorno! Ho dormito
benissimo! Voi?”
Ron
si limitò a guardarlo ancora seduto sul pavimento.
“Uh…nottataccia,
eh?” Simon dovette concludere lì il suo ironismo mattutino perché fu assalito da
Whisky che gli dava il suo buongiorno. “Whisky! Whisky sono…sono sveglio,
bello…dai fammi alzare…Whisky…!”
Il
cane scese giù dal letto e permise al suo padroncino di potersi alzare.
“Non
c’è niente di più bello delle dimostrazioni di affetto del tuo amico a quattro
zampe la mattina appena alzato…Pensate voi alla colazione? Io vado a sciacquarmi
la faccia…”
Whisky
mugugnò un po’.
“Non
prendertela a male, Whisky: io resterei anche così, con la saliva che mi hai
lasciato sulle guancie con i tuoi bacetti…ma non penso che Terry approverebbe! E
noi non vogliamo far arrabbiare Terry, giusto?”
Il
cane abbaiò approvando quanto detto.
“Visto?
La pensiamo allo stesso modo! Culo è camicia, non è vero Whisky?”
…che
abbaiò ancora a ‘mo di conferma e seguì Simon fino al bagno.
“E
geniale!” rise Ginny prendendo la padella dallo sportello.
“Chi?
Whisky?” Chiese Harry mentre una punta di gelosia lo sfiorava.
Ginny
gli sorrise e lui uscì le uova dal frigo con uno strano sorrisetto.
Simon
ricomparve solo 10 minuti dopo, tenendosi per mano con Terry che era andata a
recuperare in camera.
“Buongiorno!”
salutò lei sedendosi a tavola.
“Ciao
Terry!” ricambiò Ginny girando il bacon.
“Almeno
tu hai dormito bene?” si versò in un bicchiere del succo di zucca, Ron.
“Oh,
si…benissimo…”
Il
rosso mugugnò bevendo un sorso. “Vado a svegliare Hermione…” disse
alzandosi.
“Sii
delicato, Ron…”
Ron
sbuffò ed entrò nella camera dove dormiva Hermione.
Non
passò nemmeno un minuto che si sentì un urletto strozzato della ragazza seguito
da un colpo sordo, a sua volta seguito da un lamento di Ron il quale uscì dalla
stanza coprendosi il naso insanguinato.
Hermione
in pigiama lo inseguiva disperata…
“Santo
cielo, Ron…scusami…ti prego…avevo appena aperto gli occhi…mi hai
spaventata…”
“Dod
ffa diedte…” disse lui ficcandosi pezzi di tovaglioli di carta su per il
naso…
Simon
fu preso da delle risatine incontrollabili “Gli hai tirato un pugno Hermione?! E
lui che era arrivato con i bacetti…!!!” si lasciò cadere pesantemente sul divano
letto ancora aperto…che però si richiuse improvvisamente chiudendo dentro il
ragazzo in una strana posizione.
Questo
incrementò le risate del biondino e le trasmise anche agli altri, mentre Ron
cercava di non ridere per risparmiarsi del dolore che questo avrebbe comportato
al suo naso quasi rotto…
Liberato
Simon, Hermione fece un incantesimo al naso del suo ragazzo – da brava
apprendista Medimago – e lo accompagnò in bagno a sciacquarsi, continuando a
scusarsi con lui per il pugno.
***
“Allora,
Simon…fate buon viaggio…” li salutò Harry mentre portavano tutte le valige
all’ingresso.
“Qualche
richiesta dalle Alpi?”
“Pensa
a divertirti, piuttosto…quando torni Turner ci mette sotto torchio…” gli rispose
Ron dandogli una pacca sulla spalla.
“Ok…dimentico
niente…oh! Si…vi affido Whisky!”
“Cosa?!”
strabuzzò gli occhi il rosso.
“Bhè,
si…non posso portarmelo in viaggio…anche se vorrei tanto…la neve gli piace da
matti!” gli carezzò la testa Simon. “Il suo cibo è in quella credenza, bisogna
anche portarlo fuori a passeggio almeno tre o quattro volte al giorno perché se
no vi riempie la casa di…”
“Sappiamo
cosa.” Concluse Ginny con un sorriso.
“Oh,
non può essere così difficile…sta tranquillo, Simon: ce la caveremo!” aggiunse
Hermione.
“Non
preoccuparti per Whisky…con noi è a posto…” disse anche Harry.
Il
cane cominciò a piagnucolare guardando il biondino con occhi tristi.
“Whisky…”
si chinò a carezzargli le orecchie il ragazzo “…è solo per una settimana! A
Capodanno siamo insieme! Piuttosto…ho un’idea spettacolare…Mio zio, uno grosso e
barbuto che beve sempre…mi presterebbe per qualche giorno la sua casa in
montagna! Che ne dite? Passiamo insieme il Capodanno lì?”
“Mi
sembra una splendida idea!” esultò Ginny.
Hermione
annuì compiaciuta. “Io sono d’accordo!”
“E
sarà immerso tra la neve…io ci sono già stata…” disse elettrizzata Terry.
“Allora
siamo d’accordo…” si stiracchiò Ron.
“Noi
torniamo il 28 sera. Se per voi va bene andremo lì dal 29 al primo di
gennaio…”
“Affare
fatto!” dissero i quattro quasi contemporaneamente.
“Bene…allora…buon
Natale, ragazzi…e fate i bravi!!” calcò le ultime parole mentre agitava la mano
salutando.
“Ci
vediamo…” disse Terry baciando le due ragazze.
Dopo
di che…i due sparirono, con le valige al seguito.
“Allora
ragazzi…” si rivolse verso i due Hermione. “…io e Ginny usciamo un po’.”
“Veniamo
con voi…” propose Harry.
“No.”
Risposero secche le due ragazze.
“Per
due validi motivi. Primo: Vogliamo preparare noi la cena per la nostra prima
vigilia di Natale…andiamo a fare un po’ di spesa e non vogliamo rovinarvi la
sorpresa…Secondo: ci mancano ancora un paio di regali di Natale. Dovremo girare
per negozi e sappiamo quanto la cosa vi irriti.” Spiegò Ginny spiccia.
A
sentire il secondo punto Harry e Ron sbiancarono simultaneamente.
“Qualcosa
non va?” chiese la bruna
“Oh,
no…pensavamo…si che…” balbettò Harry.
“Converrebbe
anche a noi fare un giretto…qui al chiuso è un mortorio…” si giustificò Ron.
“Perché
invece non impegnate la mattinata dando una sistemata alla casa?” schiacciò
l’occhiolino Ginny.
“E
comunque di pomeriggio vi buttiamo fuori di casa…tanto vale che rimandate il
vostro giretto alle cinque…ora in cui noi cominceremo a cucinare!”
Harry
e Ron si guardarono sconsolati.
E
sia…avrebbero comprato i regali di Natale per Hermione e Ginny nel
pomeriggio.
Un
po’ di corsa, ma…
Così
alle cinque bollate, Harry, Ron e Whisky si trovarono sul pianerottolo: le
giacche in mano, cappelli di lana in testa , portafogli in tasca, il cane al
guinzaglio e in testa il monito di non tornare a casa prima delle sette e
mezza.
“Dobbiamo
comprare qualche dolce?” Urlò Ron da dietro la porta.
“Ehm…”
ci pensò su Hermione. “…se lo trovate…un tronchetto di Natale al cioccolato
sarebbe perfetto!”
“A
me non piacciono ne gli asparagi, ne i broccoli!”
“Li
conosco i tuoi gusti, Ron, non preoccuparti!” gli rispose ancora la bruna.
“Ora
sparite! Qui dobbiamo lavorare!!” li riproverò Ginny.
“Andiamo…”
disse Harry muovendosi verso l’ascensore.
Mezz’ora
dopo giù in strada…passeggiando senza una meta e soffermandosi a tutte le
vetrine babbane…comprese quelle del supermarket…
“Dimmi
un libro che non ha.” Sbuffò ancora Ron.
“Non
esiste ancora in commercio.” Rispose pacato l’amico con le mani in tasca.
“Accidenti
Harry! Che cosa posso prenderle?!”
“Potresti
essermi più d’aiuto tu, visto che Ginny è tua sorella…” lo rimbeccò Harry.
“Qualche
gioiello…insomma qualcosa di semplice…”
“Ginny
ed Hermione solitamente non ne portano…” ci pensò su Harry. “Forse al Ballo…o
alla Festa di Lumacorno…”
“E
se regalassimo dei vestiti?” azzardò il rosso guardando una vetrina di moda.
“Non
conosciamo le misure…”
“Bhè…Hermione
è piccolina…” arrossì Ron.
“Guarda
che io sono di poco più alto di lei…è cresciuta parecchio ultimamente…e non solo
in altezza!”
Harry
ricevette uno spintone dall’amico e ridacchiando si giustificò.
“Tornando
al discorso di prima…” disse a denti stretti Ron.
“…che
tra l’altro è l’unico che abbiamo affrontato da quando siamo scesi di casa…” gli
fece notare Harry.
“Potremmo
passare da Diagon Alley! Potremmo farci consigliare da Fred e George!”
“Non
so quanto sia una buona idea…ma che abbiamo da perdere?”
Si
nascosero in un vicoletto; Ron prese in braccio Whisky e comparvero nel Paiolo
Magico.
Ancora
qualcuno alzava la bacchetta preoccupato, memore degli ultimi anni di dominio
del Signore Oscuro, ma poi quegli stessi maghi accorrevano a salutare Harry e
Ron con cordialità e riconoscenza., augurandogli Buon Natale.
Dopo
aver ricambiato saluti e auguri uscirono sul retro e Ron lasciò a Harry l’onore
di aprire il passaggio con i colpi di bacchetta.
Diagon
Alley era frenetica più del solito: tra i voluminosi e appariscenti addobbi
appesi dentro e fuori i negozi e il gran numero di gente per le strade sembrava
che il paese stesse per esplodere.
La
farmacia piena di streghe in coda per comprare ingredienti per il cenone della
vigilia, compresi due elfi domestici; il negozio di Madama McClan sfornava abiti
per tutte le taglie e di tutti i modelli per soddisfare le richieste degli
acquirenti che volevano vestire al meglio per la festa.
Il
Ghirigoro esponeva in vetrina diversi libri di cucina, leggende babbane del
Natale e libri per la consultazione degli astri per l’anno nuovo, oltre i soliti
consunti e nuovi libri di magia ordinari.
Gufi
e scope quell’anno erano un regalo molto di moda, ma non erano niente in
confronto ai prodotti del Tiri Vispi Weasley.
Il
negozio era così gremito di gente che la coda per pagare continuava anche sui
gradini del negozio.
“Grandioso!”
Esultò Ron passando accanto alla coda di persone ed entrando nel locale.
Fred
e George non erano al bancone, ma erano sostituiti da Verity e da altri cinque
commessi ingaggiati per le feste natalizie che si dividevano tra le casse e
l’impacchettamento dei regali.
“Et Voilà!” squittì Verity.
“Servita!”
Una
ragazzina dai capelli neri legati in due treccioline prese il suo pacco dal
vistoso fiocco rosso che Verity aveva fatto con un tocco di bacchetta e si
allontanò contenta.
Verity
prese il regalo successivo: tocco di bacchetta…
“Servito!”
E
porse il pacco al ragazzo davanti a lei.
Harry
e Ron si avvicinarono alla ragazza che aveva già preso un terzo pacco.
“Ehi,
Verity…” la chiamò il moro.
“Ehi!
Ciao! Cercate i signori Weasley? Sono tra gli scaffali a pubblicizzare i loro
prodotti…non vi sarà difficile trovarli…”
“
Grazie!” disse Ron sparendo verso gli scaffali.
Harry
lo seguì con Whisky al fianco, ma qualcuno lo chiamò.
“Ehi Harry!” disse Fred…o
George…
“Ciao,
ragazzi! Và a gonfie vele, vedo…”
“Alla
grande!”
“Puoi
ben dirlo!”
Dissero
i gemelli.
“Ti
serve qualcosa?” domandò il primo.
“O
vuoi cambiare il regalo per Ron…” chiese l’altro.
“Oh,
no…quello và benissimo! E’ perfetto! Avevamo solo bisogno di un piccolo
aiuto…”
“Hai
trasformato Ron in un cane e non sai come farlo tornare umano, giusto?” disse
George mentre Fred si mise chino davanti a Whisky e gli carezzò la testa.
Ron
comparve alle loro spalle. “Io sono qui.” Disse tetro.
“Questo
cane è davvero simpatico!” Fred giocava con il cuccioletto con una pallina che
aveva fatto comparire dal nulla. “E’ vostro?”
“Di
Simon, il nostro amico…” spiegò Ron.
“Oh,
si…”disse George. “Ce lo diceva mamma che abitate con il vostro collega…com’è?
Simpatico?”
“Anche
troppo…”rispose Harry sorridendo. “Comunque…siamo qui per ben altro. Abbiamo
bisogno di qualche consiglio.”
“Spara
pure, Harry!” si rimise in piedi Fred dopo aver lasciato la pallina al cane che
la mordicchiava felice.
“Cosa
potremmo regalare a Ginny ed Hermione?”
I
gemelli guardarono Ron.
“HERMIONE?!”
“Si,
Hermione!” Sorrise compiaciuto il fratello minore alzando un po’ il mento.
“Qualcosa in contrario…?”
“Mi
spiace per lei…” congiunse le mani addolorato Fred.
“Dille
di indossare questi per un po’…” disse George porgendo degli occhiali a Harry
che dopo averci guardato attraverso vide al posto di Fred e George due play boy
con muscoli scolpiti e fisico perfetto, completamente nudi.
Harry
scoppiò a ridere, mentre Ron, dopo aver preso dalle mani dell’amico i suddetti
occhiali, e dopo averli indossati cominciò ad imprecare contro i fratelli che
per zittirlo furono costretti a puntare contro di lui le bacchette dicendo
“Silencio!”
Ron
continuò a muovere inutilmente le labbra e ad agitare le braccia furioso, ma non
uscì alcun suono dalla sua bocca.
“Dicevamo
Harry…?” domandò sorridendo George.
“Qualcosa
per Ginny ed Hermione.” Ripetè Harry nervoso.
“Bhè…per
Hermione abbiamo provveduto, mi sembra…EHI! OCCHIO CON QUELLI!!” accorse Fred
verso dei ragazzini che allungavano le mani su prodotti pericolosi.
Ron
spinse George e gli indicò la gola, muovendo le labbra inutilmente.
“Farò
sparire l’incantesimo solo se prometti che userai quella tua boccuccia di rosa
solo per dare consigli o pareri. Intesi?”
Il
rosso annuì.
Un
gesto di bacchetta di George e…
“Fallo
un’altra volta e ti finirà male! Sono un Auror, cavolo! Potrei fare in modo di
prepararti una lurida cella ad Azkaban e farti flirtare con un dissennatore!
Oppure potrei organizzarti una bella vacanza al Winzengamot!”
Gli
occhi di George rotearono esasperati e il ragazzo, con un altro gesto di
bacchetta rese il fratello di nuovo muto.
“Così
va meglio, non trovi?”
Harry
si limitò a sorridere mentre Fred li raggiungeva di nuovo.
“Allora…per
Ginny ed Hermione, giusto?”
“Una
pozione d’amore per Hermione, Ron…nel caso in cui ti dovessero malauguratamente
finire le scorte…” propose George.
Ron
fece per avventarsi sul fratello, ma fu trattenuto da Harry che previdente lo
gli aveva afferrato il lembo della giacca.
“Visto?
Hermione è davvero un tipo semplice quando si tratta di farle un regalo!”
allargò le braccia Fred.
“E
a Ginny?” Chiese Harry amaro.
“Non
so proprio che consigliarti…un paio di calzini?”
“Non
è un elfo da liberare…”
“Un
sacchetto di Caccabombe! Li abbiamo in offerta!”
“Ron
non è la mia ragazza. Le regalerei a lui, non a Gin.”
Fred
e George sospirarono fingendosi colpiti.
“Gin…”
“Gin…”
“Che
romantico…” dissero in coro.
“Recepito
il messaggio, Harry!” Lo prese per un braccio Fred.
“Vuoi
qualcosa di romantico, ma non troppo!” lo prese per l’altro braccio George.
“Ma…veramente,
io…”
“Oh,
‘Silencio’!” agitò la bacchetta Fred e anche dalla bocca di Harry non uscì più
alcun suono.
Arrivarono
al retro bottega, dove Fred e George avevano il loro laboratorio.
“Tieni.”
Disse George mettendo in mano a Harry una piccola pietra.
Il
ragazzo avrebbe voluto chiedere cosa fosse, ma i gemelli sembrarono capire,
malgrado il suo mutismo, la domanda.
“E’…come
possiamo definirla…una protezione. L’averla in tasca, o al collo, o…insomma,
crea una sorta di ‘Protego’ intorno alla persona che la porta, capace di
scansare anche le maledizioni minori. Certo…non sortisce alcun effetto
sull’Avada Kedavra…però, intanto tu che sei così premuroso nel proteggere le
vite degli altri…e soprattutto quella di ‘Gin’…” sottolineò Fred.
Harry,
sapendo di non poter parlare sorrise e annuì.
“Benissimo!
Pagamento alla cassa! Qui c’è lo scontrino!” Con un sonoro DIN e un gesto di
bacchetta sulla pietra ancora in mano ad Harry comparve un pezzettino di carta a
valenza fiscale.
Harry
strabuzzò gli occhi e guardò inorridito il prezzo del sassolino.
“Ehi,
amico! Ti abbiamo pure fatto lo sconto!”
George
fece il pacchetto regalo della pietra e fece tornare a Harry la voce.
“Grazie,
ragazzi…”
“E’
un vero piacere fare affari con te, Harry!”
“E
ora andiamo a Ron…”
Il
rosso indicava il pacchetto in mano ad Harry.
“Anche
ad Hermione…?!” Lo guardò storto Fred.
“Accidenti,
Ron…no! E’ squallidissimo fare lo stesso regalo a tutte e due le ragazze…Un po’
di fantasia…”
Il
rosso agitò le braccia cercando aiuto.
“Un
completino intimo insieme agli occhiali e alla pozione d’amore extrastrong?”
Ron
divenne rosso e alzò un pugno.
“No,
eh?” ridacchiò George.“Intanto a te, Ron, regalerei una bella pozione
rilassante…” disse mettendogli in mano una boccettina.
“E
aggiungerei…una confezione di Sognisvegli…Per sognare un po’ ciò che con
Hermione non farai mai…”
Ron,
che stava per scagliarsi sul fratello, si fermò con il braccio in aria e assunse
l’aria consapevole.
“Ohi,
ohi, Fred…tasto dolente…!”
“Ti
serve allora…qualcosa per farti desiderare anche da Hermione, giusto
Ronnie?”
Quello
che disse Ron fu incomprensibile per Harry, ma evidentemente i gemelli erano in
grado di leggere perfettamente il labiale, perché George rispose “No,
no…tranquillo…niente pozioni e niente incantesimi! Promesso!”
“Ci
sono!” batté le mani l’altro gemello. “Un libro!”
“Ehm…Fred…E’
difficile trovare un libro che Hermione non abbia già…” parlò Harry per Ron.
“Oh,
questo è sicuro che le manca! Ne esiste una sola copia …è un reperto
storico!”
George
tirò giù da uno scaffale un grosso scatolone impolverato e messo sulla scrivania
lo aprì uscendone un librone molto spesso.
“Questo…è
un libro di poesie!” disse George indicandolo con orgoglio.
Sia
Harry che Ron guardarono poco convinti i gemelli.
“Oh,
no, ragazzi…questa è una vera chicca! Risale al ‘300 e qualche cosa…” spiegò
Fred.
“Tra
le righe…” continuò George “…vi sono nascosti incantesimi e pozioni che hanno
fatto la storia del mondo magico e alcune vengono praticate tutt’oggi.”
“Altre
invece, sono andate dimenticate…noi abbiamo recuperato da questo libro proprio
la pozione d’amore extrastrong!” aggiunse Fred.
“Magari
Hermione non ci troverà niente di nuovo in questo libro…o…” disse George.
“Lei
sa già tutto…” rise Harry.
“Sarà…ma
vuoi toglierle il fascino di questo tomo?”
“E
poi le poesie sono davvero toccanti se capisci le Rune…”
“E
dov’era sepolto questo libro?” chiese Harry aprendo la prima pagina.
“Proprio
qui!” Indicò intorno a se, George. “Non è mai uscito da questa stanza!”
“Non
c’è nessuna magia oscura che lo controlla, state tranquilli.” Spiegò Fred.
“Abbiamo chiamato il Ministero appena l’abbiamo trovato. Volevano addirittura
metterlo al museo di Storia della Magia, ma ci siamo rifiutati.”
“E
perché adesso ce lo state dando?”
“Perché,
intanto quel giorno non avevamo fatto in tempo a tradurlo e a trascriverlo…cosa
che abbiamo poi fatto ed la nostra copia è custodita alla Gringott…e poi perché
Hermione ne avrà sicuramente molta più cura di quanta ne abbiamo avuta noi
lasciandolo lì su uno scaffale chiuso in uno scatolo.”
“Allora,
Ron…che ne dici?!”
Ron
era euforico e prese con entrambe le braccia il pesante librone e annuì verso i
fratelli.
“Anche
per te…pagamento alla cassa...” disse Fred porgendo anche a lui lo scontrino che
aveva fatto comparire.
Ron
boccheggiò.
“Ehi…lo
sai quanto ce l’hanno valutato quelli del Ministero?! Potevamo pure chiudere
bottega e andare in vacanza a vita…”
“Ok…noi
andiamo…si sta facendo tardi e volevo passare dall’Accademia prima di tornare a
casa…” Harry aprì la porta della stanza e fece per uscire. “Ehm…la voce di Ron,
ragazzi!”
“Oh…”
rise Fred. “Quello è il tuo regalo di Natale da parte nostra!”
Harry
scoppiò ancora una volta a ridere mentre Ron, seppur sbuffante e seccato
accennava un sorrisetto divertito per la situazione.
***
Approfittando
del tempo che gli era rimasto prima delle sette e mezza i due ragazzi
(anzi…Harry, mentre Ron aspettava fuori con Whisky) andarono a fare un po’ di
spesa per i giorni successivi alle feste.
Era
da due giorni o più che Ron si lamentava che i suoi biscotti preferiti che
inzuppava nel caffelatte le mattina erano terminati.
E
prima di tornare a casa passarono dall’Accademia.
“Siamo
sul serio masochisti…siamo qui anche se siamo in ferie…” disse Ron mentre Harry
riappoggiava Whisky sul marciapiede davanti l’Accademia dopo essersi
smaterializzato.
Ora
toccava a lui tenere Whisky.
In
compenso…Ron aveva i sacchetti della spesa in mano e il voluminoso regalo di
Hermione sottobraccio.
Harry
aveva già riposto in regalo per Ginny in una tasca interna della giacca sperando
di non rovinare il fiocco.
“Faccio
in un attimo, Ron. Ieri sera ho dimenticato a portarmi via la divisa della
palestra per lavarla.” Salì i gradini Harry dopo aver dato in mano a Ron il
guinzaglio di Whisky.
“Tanto
già al prossimo allenamento tornerà a puzzare più di quanto non lo faccia già
adesso…” gli gridò dietro Ron ai piedi della scalinata.
“Ne
sono convinto…!” Ridacchiò l’altro.
“Ehi
Harry!”
Harry
si voltò verso l’amico.
“Già
che ci sei…prendi pure la mia borsa!”
Il
moretto annuì e tornò a salire le scale, voltandosi un paio di volte: Ron
intanto cominciava una guerra con Whisky che aveva preso a girargli intono e non
potendo gestire il guinzaglio tanto facilmente il cane riuscì a far cadere il
rosso in avanti.
Ron
riuscì a mettersi seduto sul primo gradino dello scalo e puntando il dito contro
il cane cominciò a inveire contro di lui,mentre questo lo guardava, seduto sulle
zampe posteriori, con aria di assoluta indifferenza: la stessa che assume Simon
quando non si sente per niente in torno quando viene rimproverato.
***
“POTTER!”
La
voce di Turner tuonò nell’ingresso così all’improvviso che molti dei presenti,
non solo Harry, sobbalzarono preoccupati.
L’Auror
scendeva rapidamente le scale dalla zona vietata algi studfenti e raggiunse
Harry nel centro del salone.
“Ti
sei sentito chiamare, eh ragazzo?” rise Turner raggiungendolo.
“Signore…?”
fece interrogativo Harry.
“Hanno
appena affidato anche alla vostra squadra la prima missione in campo. Sarete con
un altro paio di squadre di un livello leggermente più alto del vostro. Andiamo
nel mio studio…così da mostrarti i dettagli…”
Gli
occhi di Harry brillavano di eccitazione: la loro prima missione!
Dimenticandosi
totalmente e all’istante delle loro divise da recuperare…e anche di Ron e Whisky
al freddo e al gelo seduti giù sui gradini della scalinata dell’Accademia, Harry
seguì il suo capitano avido di notizie.
“Doveva
occuparsene la squadra di Tonks…ma visto che lei è ancora in viaggio di nozze
hanno passato il testimone a noi.” Disse Turner risalendo insieme a Harry le
scale. “…che fai la sera del primo dell’anno?”
“Nulla,
signore.” Rispose Harry convinto che qualsiasi impegno si poteva comunque
benissimo rimandare rispetto alla loro prima missione…
“E
i tuoi compagni di squadra? Weasley e McCullers?”
“Nulla
neanche loro, signore. Probabilmente saremo insieme nei giorni precedenti.”
“Bene.
Entra.” Disse Turner aprendogli una porta che rivelò il suo ufficio. Erano
saliti nella zona vietata agli studenti, ma Harry, preso da quel momento di
folle eccitazione di mettersi alla prova sul campo da Auror – e l’aver sconfitto
il più potente dei maghi oscuri del suo tempo era giù un caso archiviato… - se
ne accorse solo in quel momento.
Turner
accese al luce sul suo scrittoio e aprì la carpetta che si era portato dietro
sottobraccio per tutto il tragitto.
Harry
rimase dietro la scrivania in piedi in attesa.
“Allora.”
Cominciò Turner…ma suonò un campanello che fece sobbalzare Harry e alzare
sbuffante lo sguardo del capitano verso il camino. “Si?” chiese lui.
Dalle
fiamme del camino giunse la voce di una signorina del centralino.
“Capitano
Turner? C’è sua moglie al camino. Posso metterla in collegamento?”
“Le
dica che tra poco sarò a casa.”
“Sua
moglie dice che è urgente. Che si tratta del tacchino…”
“Mangeremo
qualcos’altro se l’ha fatto bruciare anche questo Natale…Scusa, ma sono
impegnato.”
‘Esatto!’
pensò Harry che non stava più nella pelle e malediceva il camino e chi li stava
disturbando, chiunque esso fosse…
“No…dice
che…insomma ci può parlare un attimo capitano?! Ho un’altra chiamata in attesa e
non posso combattere sempre io con sua moglie!!” strillò isterica la
centralinista.
Turner
sospirò “E va bene, Lizzy…mettimi in collegamento.”
“Tesoro…si
è bruciato il tacchino!” squittì la voce di Felicia Corax dalle fiamme.
“Lo
immaginavo, cara…non preoccuparti, ora torno a casa e aggiusterò io quel
benedetto tacchino…”
“Manlius…gli
ospiti arriveranno tra poco meno di mezz’ora! Non ce la faremo mai…tua madre
sarà già pronta con le critiche, già me lo sento! Cornelia è sparita, come è
solita fare…l’elfo domestico sta apparecchiando in sala da pranzo…io sto
diventando matta! E non so nemmeno cosa posso mettermi stasera!”
“Il
vestito rosso andrà benissimo!” fece impaziente Turner.
“Tesoro,
quello l’ho messo lo scorso Natale! Non posso metterlo di nuovo!”
“Non
se ne accorgerà nessuno. Ora scusami…sto parlando con uno studente. Tra dieci
minuti sono a casa e riparo il tacchino…”
“Ma…anche
a Natale in Accademia?! Quante volte ti ho detto di lasciare andare quella
scrivania almeno per le feste…”
“Felicia…ancora
un paio di decenni e vado in pensione, tesoro mio….Ora lasciami finire e esci
fuori dal mio armadio il completo verde…”
Felicia
Corax sbuffò e le fiamme che erano diventate di un grazioso azzurrino tornarono
del loro colore abituale.
Turner
tornò a guardare Harry. “Sai cucinare, Potter?” disse guardando i fogli
contenuti nella carpetta nera con la A degli Auror.
“Qualcosa,
signore…”
“Se
intendi mettere su famiglia è bene che impari o che ti compri un valido esercito
di elfi domestici. Ogni anno quel povero tacchino…Almeno io ho imparato qualche
trucco magico per rimediare…mia moglie con le magie di cucina è proprio una
frana…Poveretta…ci prova e ce la mette tutta…ma, diciamocelo: se non ci fossi
io…Che fai stasera?”
“Credo…che
resteremo a casa…sia io che Ron, signore. Le nostre ragazze stanno già
preparando la cena…”
“Cucinano
bene?”
Harry
sperò che cambiassero argomento quanto prima per cominciare finalmente a parlare
della missione, ma rispose al suo superiore da bravo cadetto. “Ehm…a dir la
verità, signore…non lo sappiamo ancora. Oggi è la prima volta che si cimentano a
preparare una cena per noi…”
“Allora
cominciate a pensare a un buon posto dove rimediare una buona cena, Potter…”
“Non
penso ne avremo bisogno, signore…mi fido.”
“Beati
voi, allora…dunque. Tornando a noi. Il primo di gennaio. Stadio San Fedele.”
“Partita
di Quidditch, signore?”
“Precisamente.
Partita di campionato, per essere precisi. Gli Atlantis Ring contro i Cannoni di
Chuddley.” Diede ad Harry un foglio con tutti i dati della missione
“Supervisioneremo la partita insieme a una paio di squadre del secondo anno.
Presentatevi allo stadio alle sei. Divisa da missione e bacchette pronte. Mai
prendere alla leggera una partita di Quidditch…Ricordati la Coppa del Mondo di cinque
anni fa…!”
“Certo,
signore.” Disse Harry leggendo il foglio anche se sperava in qualcosa di più
elettrizzante che non supervisionare una partita…
“Bene.
Allora compilo queste vostre schede. Vi avrei contattato nei prossimi giorni per
chiedere la vostra disponibilità.”
“Ma,
signore…non dovremmo solo sottostare alle decisioni gestionali? Non dovremmo
sempre essere a disposizione dell’Accademia? Perché aveva bisogno di sapere se
eravamo disponibili?”
“Perché
queste sono missioni programmate…Se fossero improvvise dovrebbe esserci tutto
l’edificio a disposizione. E’ anche per una questione assicurativa. Metti che in
quella partita ci lasci le penne, cosa che non vi auguro, qualcuno deve essere
risarcito…”
“E
chi risarcirebbero nel mio caso?”
“Come?”
chiese distrattamente Turner compilando i moduli.
“Io
non ho parenti, signore.”
“Oh,
bhè…nel tuo caso…non penso che qualcuno riceverà qualcosa…forse Weasley e
McClullers che sono i tuoi coinquilini…ma no, non penso…c’è bisogno di un grado
di parentela stretto…”
“Nessuno
allora?”
“Bhè
tu sposati! Allora si che torneranno soldi nelle tasche della tua
mogliettina…Piuttosto…caricheremo sul vostro conto personale il pagamento della
missione a 10 giorni dalla data di firma, che sarà il 2 mattina, quando vi
presenterete qui in Accademia per riprendere i corsi. Passate da me e chiudiamo
le pratiche di questa missioncina…”
“Sissignore.”
“Ok…ora
puoi andare, Potter…Ricordati: il primo gennaio alle sei. Non scordartelo. E
riferiscilo ai tuoi colleghi.”
“Sissignore.”
“Buon
Natale, Potter…”
“Anche
a lei e a famiglia, signore.”
E
detto questo Harry uscì dalla stanza.
Prese
le borse e raggiunse Ron fuori.
Lo
trovà dove lo aveva lasciato che saltellava a un piede ad un altro battendo i
denti per il freddo.
Aveva
ricominciato a nevicare e Whisky per ripararsi stava tra le gambe di Ron
controllando che il ragazzo, con il suo saltellare, non gli pestasse la coda o
una zampa.
“Perché
ci hai messo tanto?! Sto morendo congelato qui fuori! Ancora qualche minuto e
salivo a cercati!”
“Abbiamo
una missione!”
Ron
si dimenticò subito del freddo.
Anzi…un
calore intenso e istantaneo lo pervase.
“Quando?”
“Il
primo dell’anno. Di sera. Non dovrai lavorare, vero?”
“No…ho
le ferie fino al 5 gennaio…sarei rimasto a casa a seguirmi la partita dei
Cannoni alla radio…”
“Bhè…noi
supervisioneremo proprio quella partita! Dovremo essere al San Fedele alle sei
in punto!”
“COSA?!”
Sgranò gli occhi Ron incredulo.
Harry
gli mise sotto il naso il foglio che gli aveva dato Turner e sorrise all’amico.
“Buon Natale, Ron…”
“ADORO
FARE L’AUROR!!!” Esultò il rosso abbracciando Whisky.
Dopo
che Ron si fu calmato un po’, guardarono l’orologio e, constatando che erano
quasi le otto meno un quarto, decisero di smaterializzarsi sul pianerottolo di
casa.
“Ehi
ragazze…buone notizie!” disse Harry aprendo la porta.
“Favolose
notizie!!” puntualizzò ancora euforico Ron.
“FUORI!!”
gridarono Ginny ed Hermione correndo fuori di casa con Whisky e chiudendo la
porta.
Harry
non ebbe nemmeno il tempo di chiedere che cosa stesse succedendo che ci fu un
gran botto e da sotto la porta cominciò ad uscire un gran brutto fumo nero.
I
due ragazzi, furenti, si voltarono lentamente verso Ginny ed Hermione che
sorrisero imbarazzate, mentre Whisky abbaiava furente contro il fumo.
“Il
tacchino…” balbettò Hermione con un’alzatina di spalle.
Harry
e Ron aprirono la porta ed entrarono.
Per
prima cosa aprirono la finestra per far uscire il fumo e far cambiare l’aria,
mentre con un incantesimo testa- bolla si riparavano dalla dannosa e fitta nube
che avrebbe potuto soffocarli.
Hermione
fece lo stesso alla sua testa, a quella di Ginny e a quella di Whisky ed
entrarono anche loro.
Ron
al loro ingresso era corso in camera sua a posare furtivo il sacco con i regali,
la spesa e le loro borse dell’Accademia.
“Oh,
no…il primo era venuto bene…” sospirò Ginny dopo aver constatato che il loro
sformato di riso era tutto spiaccicato sulle pareti della cucina.
“Accidenti…”
si morse il labbro Hermione superando un ringhiante Whisky che scuotendo il capo
e aiutandosi con le zampe cercava di far esplodere la bolla che gli rivestiva la
testa. “Non è rimasto proprio niente…Voi avete comprato il dolce, almeno?”
Harry
e Ron, quest’ultimo appena uscito dalla sua stanza, ammisero di essersene
dimenticati.
“Questo
libro è tremendo.” Disse Ginny gettando nel cestino il libro ‘Incantate gli
amici incantando il tacchino: incantesimi di cucina pratici e veloci per carni
al sangue, cacciagione, carni bianche e ripieni’. “L’abbiamo comprato stamattina
per pochi soldi ad una bancarella dell’usato…Chiunque fosse il proprietario
prima di noi…probabilmente avrà avuto gli stessi problemi…Noi abbiamo seguito
tutto alla lettera!!”
“Abbiamo
sbagliato a mescolare magia e apparecchiature babbane…non c’eravamo mai
applicate in questo genere di incantesimi…” disse Hermione dissipando il fumo
con colpi di bacchetta e riportando piano piano la cucina al suo originale
aspetto.
“E’
esploso!” commentò Ron controllando i resti del tacchino nel forno.
Poi
Harry si ricordò… “C’è un ristorante cinese qui vicino!”
“Un
ristorante cinese?!” chiesero in coro gli altri tre guardandolo strano.
***
Se
ne stavano comodamente seduti su una panchina vicino ad un parco, e ogni tanto
sentivano partire qualche fuoco d’artificio che illuminava a giorno il cielo
riempiendolo di colori vivaci.
Hermione
mise giù le bacchette di legno e la sua vaschetta con gli spaghetti di soia che
si stava gustando e sospirò. “Chi l’avrebbe detto che la nostra cena della
vigilia si sarebbe conclusa con pollo fritto e spaghetti di soia alla piastra?”
ridacchiò.
Ginny
si asciugò la bocca con un tovagliolino di carta e tirò indietro la testa a
guardare altri fuochi d’artificio che avevano cominciato a scoppiare in aria.
“Non è andata poi così male…”
“Già…”rise
Harry “…meglio di un tacchino bruciato…”
Ron
fece eco alle sue risate ma si zittirono dopo due occhiatacce delle due
ragazze.
“Allora…qual’era
la bella notizia che dovevate darci prima che esplodesse il tacchino?” chiese
Hermione guardando il suo ragazzo.
Ed
ecco che ritornò tutta insieme l’euforia di qualche ora prima.
“Quidditch?”
Storse
il naso Hermione dopo che i due Auror, ebbero raccontato entusiasti i dettagli
di quella che sarebbe stata la loro prima missione.
Ginny,
però…era di tutt’altro avviso. “Fantastico! Veniamo con voi! Anch’io vorrei
assistere a una partita dei Cannoni almeno una volta nella vita!”
Poteva
sperare di trovare una ragazza migliore della sua Gin?
Una
che ama il Quidditch e che lo fa stare bene come lei?
Harry
si ritenne davvero fortunato e le regalò uno smagliante sorriso a trentadue
denti che la ragazza ricambiò arrossendo.
Ron
era un po’ meno entusiasta della reazione di Hermione.
“Bhè…nessuno
vi impedisce di comprare i biglietti e accompagnarci…” disse Ron tentando di
stuzzicare la bruna.
“Ma
voi sarete in servizio! Non potremo stare con voi! Perché parli di
accompagnarvi, Ron? Che ti salta per la testa? Credi che le vostre missioni
siano solo un modo per vedere una partita gratis?”
“Io
non ho mai detto di venire a vedere la partita per accompagnarci…” le rispose
Ron cercando di mantenere toni calmi, anche se cominciava ad innervosirsi.
“Si,
l’hai detto!!”
“Calma,
Hermione…io andrei alla partita PER la partita!” intervenne Ginny.
“Tuo
fratello la pensa diversamente.”
“Quello
che vuoi fare, fai, Hermione.” Incrociò le braccia al petto Ron. “Se vuoi venire
allo stadio, vieni. Se vuoi stare a casa, resta a casa. Nessuno ti impedisce
niente. Era solo un’idea. Punto.”
“Dai,
Hermione…ci divertiremo!” La supplicò Ginny cercando di calmare i toni. “Io, te
e Terry…una serata tutta nostra!”
“Ma…è
pur sempre uno stadio…tutti maschi…potrebbe capitarci qualcosa…” disse poco
certa la bruna.
“Allora
i nostri Auror faranno il loro lavoro! E prima di essere Auror…sono i nostri
ragazzi! Ci terranno d’occhio, in un modo o nell’altro…” insistette la
rossa.
“Ci
stiamo allenando proprio per questo…” ridacchiò Harry.
“Ecco…così
vi concentrerete su di noi e non vi occuperete più di supervisionare la
partita.” Sbuffò Hermione battendo la mano sulla gamba.
“Voi
lì sarete parte del nostro lavoro…Stai tranquilla…e fidati anche me per una
volta!” disse Ron rifilandogli le sue stesse parole dette in altri contesti la
sera prima.
“E
non ci accadrà niente, Hermione! Ci divertiremo e basta!” aggiunse Ginny.
Hermione
stava per ribattere, ma richiuse la bocca e dopo un altro piccolo attimo di
esitazione disse “Sempre se ne sono rimasti biglietti…”
Sollevati,
raccolsero le carte della loro cena in un sacchetto che avrebbero buttato poco
dopo, quando Harry si accorse che Whisky non aveva toccato la sua cena
cinese.
“Ehi…non
hai fame?” gli carezzò le orecchie il ragazzo.
“Non
ha toccato niente…” mugugnò Ginny guardando oltre la spalla di Harry.
“Prova
a dargli questo…” propose Ron porgendo l’ultimo involtino primavera rimasto.
“No,
lascia perdere…” lo ammonì Hermione. “…il fritto fa male agli animali…”
“Magari
mangerà a casa…” suppose la rossa.
“Ma
si, dai…è quasi mezzanotte…torniamo, su…che abbiamo ancora un soggiorno da
ristrutturare…” disse Harry mettendosi in piedi e stiracchiandosi.
***
Arrivati
a casa cercarono al meglio di sistemare le cose lasciate in mezzo.
Hermione
si mise a lavare le cose nel lavabo…
Ron
ripulì i muri e sistemò il divano macchiato.
Ginny
sistemò i quadri storti e unti e pulì per terra.
Harry
ricostruì il mobilio.
“Ok…credo
che abbiamo fatto tutto…io andrei in camera a scrivere due righe ai miei per
auguragli Buon Natale…Harry?”disse
Ginny con una voce stranamente alta e acuta. “Mi accompagni?”
Harry
guardò Ginny che alzava le sopracciglia, sorrideva un po’ rossa e dava una
scrollatina di spalle.
Poi
guardò Ron - sicuramente ancora influenzato dal fatto che Ron è il fratello
geloso di Ginny - ma per qualche ragione a lui ignota Ron era tutto intento a
fissare la tavola con le guance molto rosse e l'aria nervosa.
Hermione,
dal canto suo, stava facendo più rumore del solito, lavando a mano e senza magia
qualche pentola usata durante il loro esperimento del pomeriggio.
Tornando
a guardare Ginny, Harry si accorse che la ragazza adesso lo incitava
nervosamente a raggiungerlo.
“Ma
che...?”
“Ssssst!!”
Lo zittì lei agitando la mano.
Dopo
qualche istante la rossa riaprì piano la porta della camera con estrema cautela
e anche Harry guardò fuori.
Ron
si stava avvicinando lentamente ad Hermione la cui determinazione nello
scrostare una pentola, praticamente pulita, fu rotta dalle braccia del ragazzo
che le circondarono la vita e dai baci che, con un ardimento che Harry non
avrebbe mai attribuito a Ron, le stava dando lentamente sulla guancia.
L'acqua
del rubinetto fu chiusa.
Hermione
si era sciacquata e asciugata le mani, per potersi poi girare e mettere le
braccia intorno al collo del ragazzo.
Le
teste delicatamente poggiate l'una contro l'altra.
Le
guance di entrambi rosse e i respiri sottili e un po’ eccitati.
Ginny
gli sorrise e richiuse la porta.
“Avevano
bisogno di stare un po’ soli in intimità...Me l'ha confidato Hermione! Chi
l'avrebbe mai detto, eh?” Ridacchiò nervosamente. “Oh...e poi era chiaro che
anche Ron ne sentiva il bisogno...”
Dove
voleva arrivare Ginny?
I
due sobbalzarono quando uno scatto annunciò loro che la oro porta era stata
chiusa a chiave.
“Ron...
“ Sospirò Harry provando ad abbassare la maniglia, ma con scarsi risultati.
“Ed
Hermione ha pensato ad insonorizzare la stanza.” Completò Ginny accostando
l'orecchio alla porta.
Harry
guardò la ragazza: si sentiva nervoso per quello che voleva chiederle...non
credeva che mai nella vita avrebbe pensato Ron ed Hermione insieme...in quel
senso!
“Pensi
che faranno...” Non continuò la frase, ma Ginny capì subito di cosa parlava.
“Oh,
no...no, non credo. Hermione era molto ferma su questo punto. Anche se...le
avances di mio fratello...accidenti! Non sapevo fosse capace anche di questo!”
Rise un po’ alludendo alla scena appena vista.
Harry,
contagiato dal sorriso di Ginny, ricambiò.
Poi
restarono in silenzio per qualche istante, fino a che Ginny, tornata
improvvisamente seria e nervosa, non prese dalla tasca di Harry la bacchetta del
ragazzo e gliela porse.
“Ancora
un po’ e anch'io potrò fare gli incantesimi fuori dalla scuola...” disse
sorridendo.
Poi
si avvicinò all'orecchio di lui e gli sussurrò “Costringo.”
Harry
fece quell' incantesimo non verbale che bloccava la porta dall'interno così che
se Ron li avesse liberati non sarebbe potuto entrare.
Si
voltò verso Ginny, la quale, tenendogli il polso gli aveva fatto puntare la
bacchetta verso il soffitto e di nuovo gli aveva suggerito...
“Insonorus.”
Ora
Harry sapeva dove voleva arrivare Ginny.
Un
brivido lo pervase.
“Non
sono solo Ron ed Hermione a desiderare un po’ di privacy...”
Da
quel momento non pronunciarono più una sola parola.
Continua…
Uh Uh!!!!
Ci siamo!!!
Ora la situazione si è fatta
caliente…!
Prima di dilungarmi in dilunguevoli
discorsi…
RINGRAZIO!!!!
E ringrazio davvero tantissimo chi ha
recensito il capitolo 7…
Pochini…ma ottimi!!
E questi intrepidi e valorosi lettori
meritano il loro personale ringraziamento…
- miky black: Hai perfettamente ragione! Tra ragazzi non
c’è la stessa confidenza che c’è tra ragazze…anzi…le ragazze spesso non riescono
proprio a fare a meno di parlare, consigliarsi, confrontarsi…specie poi se i
ragazzi in questione sono Harry e Ron…allora siamo proprio a mare…!!! Eh si…ci
voleva proprio uno come Simon…sono contenta che il mio adorato scapestrato ti
sia piaciuto!! Fammi sapere che te ne sembra questo
capitolo!!!
- Finleyna 4 Ever: Effettivamente Ron-barman ha il suo
fascino…ok, ok…sarò più sincera…Ron per me è fascinoso sempre!!! ^_^ Ci sono
liti tra me e il mio ragazzo su questo punto!!! XD Bhè, si…gli ho chiaramente
detto che l’unica persona con cui lo tradirei è solo Ron…quindi è una punta
geloso, anche se può stare tranquillo perché esiste solo tra le pagine di un
libro…Mi consolo scrivendogli una storia d’amore con Hermione con una cornicetta
sghemba…! E che mi dici, invece, di Ron versione Auror? Io l’immagino un gran
figo…solo che finchè non cresce resterà un figo imbranto…ma lo vedremo presto…!!
Continua a seguirci!!!! E aspetto il tuo puntualissimo
commento!!!
-
Hogwarts_My_Life_: Amo alla follia i commenti lunghi lunghi!!! Quindi…il
primo grazie ti spetta per i meravigliosi 8 righi di commento che mi hai
lasciato! Secondo grazie, ovviamente, è per aver lasciato questo commento…il
terzo…mamma mia…sono felicissima che ti abbia preso così tanto!!!! Sono vere
soddisfazioni…anch’io adoro Ron ed Hermione…ne ho scritte parecchie su di
loro…ma non smettono mai di stuzzicarmi! Sono la coppia perfetta!! Tra le righe,
tra l’altro, scrivo molti riferimenti personali, che ovviamente voi lettori non
potreste cogliere, perché non siete partecipi della mia vita…però è un modo per
dirvi che ci sto mettendo tutta me stessa…Come vedi ho fatto uno sforzo immane e
sono riuscita a ribattere al computer questo capitolo, che consideravo l’ultimo
scoglio…Grazie per il supporto…spero continuerai a seguirci e a commentarci…ne
avremo tanto tanto bisogno!!!
Animo, ragazzi!!
Mi piacerebbe tanto trovare altri
commentini, piccini picciò o lunghi come le relazioni di
Hermione…
Vi prego!!
E per stuzzicare un po’ i vostri commenti…vi
faccio un piccolo regalo…non è un Picasso…ma spero vi piaccia
comunque…
Ho provato a disegnare la scena del capitolo
6 di “Accademia”, per l’esattezza…quando Tonks si presenta con gli abiti di
Harry e Ron per le sue nozze…
Ripeto…non è granché…è solo per dare un’idea
della scena…ma aspetto vostri commenti!!!
Harry aprì gli occhi il mattino dopo: la sveglia sul
comodino era un ammasso di ombre indefinite...prese
gli occhiali e li indossò.
Le sei e un quarto.
Si voltò dall'altra parte del letto e si rese conto di non
aver sognato.
Ginny dormiva accanto a lui con le sole mutandine e una
leggera canottiera intima.
Anche lui era solo in mutande.
Ricordava di averle cercate nel buio la sera prima, prima
di addormentarsi.
Rimase disteso su di un fianco a guardarla per qualche
istante.
Non poteva ancora crederci: era successo davvero!
Aveva fatto l'amore per la prima volta e con la persona
che più amava di qualsiasi altra.
E la sensazione che aveva dentro era...indescrivibile!
Si sentiva pieno di vita!
Euforico!
Un po’ drogato, forse...
Serviva qualcosa che lo stancasse, o avrebbe fatto
impazzire i coinquilini!
Diede un delicato bacio sulla guancia di Ginny e uscì
dalla stanza dopo essersi infilato un paio di pantaloni da ginnastica
dell’Accademia e una maglietta.
Ron era già in cucina con i soli pantaloni che indossava
la sera prima e come Harry camminava a piedi scalzi.
Se ne stava poggiato ad un ripiano con la tazza di
caffelatte in una mano e un biscotto in un'altra.
“Buongiorno!” fece il rosso anche lui piuttosto allegro.
Harry sgranò gli occhi. “Anche voi?!”
“Cosa?” Chiese con noncuranza Ron dando un morso al
biscotto zuppo di latte.
Harry si avvicinò a Ron per farsi sentire solo da lui con
la scusa di versarsi il caffè nella tazza. “Ron...stanotte...tu
ed Hermione…l'avete fatto?”
Ron avvampò.
Afferrò un altro biscotto dalla scatola poggiata sul
tavolo di fronte a lui e guardò con insistenza quello stesso biscotto che ora
stava inzuppando. “No.” rispose nervoso. “Ma ci siamo andati vicini.”
Harry e Ron si guardarono.
Il rosso poi posò la tazza sul tavolo e si sedette,
continuando la sua colazione.
Come al solito Harry provò la terribile sensazione di non
essere sicuro di voler dire a Ron come era andata con Ginny.
Da migliore amico sarebbe stato il primo pensiero...anzi!
Premeva di confidargli tutto!!
Soprattutto una cosa così importante per lui...
Ma dall'altra parte, Ron era pur sempre il fratello geloso
di Ginny...
‘Il tuo destino è
segnato!' si trovò a pensare Harry.
“Ron...” disse rivolto al rosso.
'Non farlo! E' il
fratello geloso! Ti ammazzerà!!!'
Harry si sedette un po’ tremante accanto al suo migliore
amico.
Doveva dirglielo.
' DI’ LE TUE ULTIME
PREGHIERE, HARRY!!!'
L'avrebbe scoperto prima o poi...
'MEGLIO DOPO CHE
PRIMA, IDIOTA!!'
“Ron...” ripeté Harry alzando un po’
il volume della voce.
Ron alzò lo sguardo verso di lui.
A questo punto doveva dirglielo per forza.
Per cui…si lanciò.
“Noi...l'abbiamo fatto. Stanotte.”
Gli occhi di Ron si allargarono e smise di masticare il
biscotto restando così con una buffa posa col mento allungato.
Harry ingoiò il vuoto.
Ma con sua grande sorpresal’amico abbassò lo sguardo, ingoiò il
biscotto e sorrise un po’.
“Lo sapevo.”
Harry indietreggiò con la sedia
spaventato della reazione di Ron.
“Insomma...me l'aveva detto
Hermione...Ginny non ti avrebbe fatto aspettare tanto. Bhè, si...bastava
distrarci a vicenda...Discorsi tra donne...Ma non pensavo che me l’avresti
detto…insomma…è di mia sorella che stiamo parlando, no?”
Harry annuì, felice della tacita benedizione appena
ricevuta!
Decise quindi di intraprendere un 'discorso
tra uomini!'
“ E...perciò…” tossicchiò un pochetto il moro “...con Hermione? Sei
rimasto vestito?” non sapeva nemmeno da che parte cominciare…e si sentiva anche
in imbarazzo a chiedere…ma non demorse.
Ron ridacchiò arrossendo, se è possibile, più di quanto
già non lo fosse. “No...e nemmeno lei era poi tanto
coperta...”
Harry alzò le sopracciglia e fece un eloquente sorrisetto
malizioso.
Ron sorrise e scosse il capo. “Non eravamo nudi, se è questo quello che vuoi sapere...però...”
Fece oscillare la testa mordendosi il labbro...ma non continuò la frase, anzi!
Cambiò argomento!
“ E tu?”
“Guarda che stavamo parlando di te...”
gli fece notare Harry.
“Ho già parlato!”
“No! Non hai finito!”
Ron diede un pugnetto al tavolo.
“Parla prima tu! Sicuramente quello che ho fatto con Hermione l'avrete già
fatto tu e Ginny milioni di volte...”
Harry sorrise imbarazzato, dando a Ron la conferma di
quello che aveva appena detto.
La cosa non lo rese contento per niente, difatti il
sorrisetto stampato sulla faccia del rosso si spense improvvisamente. “Vuoi
dirmi che questa non era la prima volta che…”
“No, no! La prima volta sicuro…solo
che…ecco…altre volte non siamo stati a guardarci negli occhi, capisci…?
Dai…dovresti essere infuriato perché ti ho detto che stanotte ho fatto l’amore
con tua sorella, piuttosto che…vari…amoreggiamenti…” si,
si…chiamiamoli così… “…che ci sono stati volte precedenti…”
“Certo non puoi nemmeno pretendere che io sia euforico…”
“Non te l’ho mai chiesto…speravo solo ci avresti capito…”
rispose piano Harry riavvicinandosi al tavolo.
Seguì un breve momento di silenzio durante il quale
ciascuno sorseggiava la propria colazione.
“Com'è?” Di certo Ron non gli chiedeva com'era il caffè...
“Bhè...” Il moretto posò la
tazza. “Non so come spiegartelo...devi provare per
capire...”
“Grazie...infierisci...” fece
tetro Ron prendendo un altro biscotto.
“Sul serio, Ron...non riesco a
descrivertelo!
“Bello, brutto, eccitante, noioso...?”
Harry scoppiò a ridere. “Ron...!”
“Ok...altra domanda.” fece Ron
guardando l'amico negli occhi. “Chi stava sopra?”
“Eh, no! Ora chiedi troppo! Parliamo di te, piuttosto!” Disse Harry alzandosi da tavola con la
scusa di mettere la tazza vuota nel lavabo per sfuggire allo sguardo
dell’amico.
“Chi stava sopra?” ripeté Ron.
Harry si voltò a guardarlo: quell'espressione gliel'aveva
vista solo quando al quinto anno Harry si era presentato nella sala comune dopo
essersi baciato con ChoChang
e l'amico gli chiese maggiori dettagli.
Si arrese.
Si voltò a fissare il lavello per non guardarlo e
borbottò. “Io.”
Sentì Ron ridacchiare alle sue spalle.
“Bene, signorino! Parliamo allora di te
ed Hermione…”
“Piantala!” rispose il rosso fingendosi serio, mentre non
riusciva a trattenere degli stupidi sorrisetti. “Tanto hai già capito tutto da
solo.”
“Più o meno..ma vuoi togliere il
fascino di sentirlo raccontare dalla tua voce?!”
“Oh, dai…sii più malizioso!”
Ci fu un interminabile momento di silenzio, seguito da un
improvviso scoppio di risate.
“Ma ci pensi? Ci pensi di cosa
stiamo parlando?!” Rise Harry appoggiato al lavello.
“Ora non cominciare a dire frasi del tipo: ‘Uh, sono diventato grande!!’”
“Stessa cosa vale per te…Sarebbe successo prima o poi,
no?”
Ron sorrise imbarazzato. “Lo speravo…solo…che non mi sarei immaginato fosse…ora…”
Harry si risedette al tavolo, nel posto che solitamente
occupava. “Nemmeno io. Io credevo avrei dovuto aspettare chissà quanto
tempo…almeno al matrimonio…”
“E invece…voi avete già fatto il passo avanti…noi ne
abbiamo fatto mezzo…” allargò le braccia Ron e con una manata fece rovesciare
la bottiglia del latte che prese Harry sul cavallo dei pantaloni…
“Cavolo, Ron!! Potevi stare più
attento…!!!”
“Scusa!” rispose l’amico alzandosi per prendere la pezza
dal lavello per porgergliela.
“Lascia stare…vado in bagno…” disse Harry alzandosi.
La porta della stanza da letto di Ron si aprì ed Hermione,
con indosso il pigiama, si affacciò per vedere chi aveva lanciato quell’urlo di
mattina presto.
“Che succede?” chiese la bruna con aria assonnata, ma si
scosse quando l’occhio le cadde sul cavallo dei pantaloni di Harry…
“E’ latte Hermione!” replicò seccato e arrossendo il
ragazzo prima di superarla.
“N-non…” balbettò lei.
“Tranquilla…oggi siamo tutti maliziosi in questa casa!”
disse Harry chiudendo la porta del bagno.
***
Alle sette e mezza, una volta che anche Ginny si fu
alzata, decisero di andare a correre un po’ nel parco, per tenersi in
allenamento, approfittando del fatto che Whisky doveva fare la sua
passeggiatina del mattino…
“Muoversi!” strillò Harry voltandosi verso le due ragazze
e il cane a diversi metri da loro.
“Siete davvero lenti, voi tre!” gli fece eco Ron al suo
fianco, sudato, ma per nulla stanco!
“Correre la mattina di Natale…voi siete pazzi…” sbuffò
Ginny. “La mattina di Natale si sta a casa, davanti al
camino! A farsi gli auguri!”
“Noi non abbiamo un camino a casa…” le fece notare Harry a
voce alta attraversando un ponticello del lago molto prima delle ragazze.
“Voi vi tenete in costante allenamento…io no!” fece notare
Hermione tenendo ben saldo il guinzaglio di Whisky.
Il cane, che le correva accanto, aveva preso il jogging
dei quattro ragazzi, come un gioco e scodinzolava felice…
“A Hogwarts,
il Quidditch, è solo due volte a settimana! Voi vi allenate tutti i giorni all’Accademia!” strillò Ginny
cercando di tenere il passo.
“Attenta Ginny…” la richiamò la bruna avvistando un gruppo
di babbani non lontani da loro.
“Si, scusa…” sorrise la rossa con
un sorriso.
Harry e Ron avevano dato uno scatto ed erano partiti in
corsa al doppio della velocità.
Le ragazze scossero il capo sospirando.
Nemmeno un attimo dopo…e avevano raggiunto la rispettiva
fidanzata e l’avevano baciata sorridendo contro le sue labbra.
Poi si separarono e tornarono a correre.
“Lumache!” Gridò il rosso voltandosi appena.
“Sono due bambini…” sbuffò Hermione.
“Già…” annuì Ginny ridendo.
“Ma dove la trovano tutta questa energia…A quest’ora,
poi…” rallentò la bruna scuotendo il capo.
“Credo di avere qualche idea…” arrossì la rossa tornando a
correre.
***
“Sono esausta…” si lasciò cadere Hermione sul divano.
“Io sto benissimo!” disse Harry bevendo svuotando un
bicchiere d’acqua in un lungo sorso.
“E ti credo…ti sei tenuto in allenamento tutta la
notte…”rise Ron togliendogli di mano la bottiglia per bere anche lui.
“Ron!” urlò indignata la sorella…
Harry scoppiò a ridere “Bhè…anche tu sei in allenamento,
caro il mio Ron…”
Anche Ron rise, mentre Hermione strillava come Ginny,
altrettanto indignata. “Harry!”
Le due ragazze si guardarono.
“Hermione…tu e Ron…” sgranò la rossa gli occhi.
“Andiamo di là in camera?” propose Hermione nervosa
balzando in piedi.
“Si, certo!” si alzò dalla sedia
Ginny e le due corsero nella stanza di Ron chiudendo violentemente la porta.
“Perché la mia stanza…?!” sbuffò
Ron allargando le braccia.
Harry scosse il capo ridendo e mettendosi in piedi.
“Ok…vado a fare una bella doccia…”
“No, la doccia è mia!”
“Proprio per niente!” disse Harry muovendosi veloce verso
il bagno.
“Avevo detto ‘prima io’ appena entrato in casa!!” si lamentò Ron seguendolo.
Il moretto gli chiuse la porta sul naso. “Spiacente!”
Ron scosse il capo e andò a guardare un po’ di Tv in
cucina buttandosi di mal grazia sul divano.
***
“E’ pronto a tavola!” disse Harry entrando nella sua
stanza dove stavano le due ragazze.
Chiacchieravano animatamente di un argomento poco preciso.
Avevano fatto una pausa di un’ora circa per concedersi una
doccia ed erano tornate a parlare.
Ron ed Harry avevano deciso che le avrebbero lasciate in
pace e che avrebbero cucinato loro, servendo così un risotto ai funghi porcini
davvero spettacolare…omettendo però di dire che era uno di quei risotti già
pronti in busta…
“Bhè…buon Natale, ragazze!” batté le mani il rosso
entusiasta.
“Ehi…è buono!” disse Ginny dopo aver assaggiato.
“E di che ti stupisci…” le sorrise Harry.
“Davvero…è ottimo!” si complimentò pure Hermione.
“Abbiamo imparato a sopravvivere…” cosparse di formaggio il suo piatto Ron.
Harry si alzò da tavola per controllare gli hamburger in
padella “E poi è da quattro mesi che viviamo soli…”
“Si, infatti…ho dovuto insegnarti
io ad usare la lavatrice!” ridacchiò Hermione.
“E te ne sarò eternamente grato…” le fece un inchino il
moretto.
“Certo…ho dovuto farmi fare prima una specie di corso da
mia…”Hermione lasciò cadere la forchetta che tintinnò sul piatto.
“Che ti prende?” le chiese Ron allarmato.
“Oddio…ho dimenticato di chiamare mia
madre! E’ Natale…non ho ne mandato un gufo, ne
chiamato…” si preoccupò la ragazza.
“Niente panico!” saltò in piedi Ron.
“Non mi aveva raccomandato altro!” piagnucolò Hermione.
“Chiamala subito! Non preoccuparti…” le porse il telefono Ron.
“Oh, Ron…no! Sono in Romania! Sarebbe una grossa
interurbana! Non posso farlo! Le manderò un gufo dopo
pranzo!”
“Il gufo arriverà domani mattina in Romania, se lo mandi
anche solo adesso…su, chiama! Appena arriverà la bolletta pagherò io la tua
chiamata!”
“No, Ron! Non potrei mai! Sono i
tuoi risparmi! Servono per te!” si seccò Hermione.
“Bhè…e quando vivremo insieme e vorrai fare gli auguri ai
tuoi partiti per Taiwan come farai? Li addebiti a Merlino? Ovvio
che pagherò anche quelle…”
“Vivere insieme…” balbettò la ragazza arrossendo felice.
Anche Ron arrossì.
“Chiamala, dai…” disse Harry prendendo il telefono dalle
mani di Ron e mettendolo tra quelle di Hermione.
“Allora…vado…” chiese ancora una volta lei titubante.
Ron le rispose con un sorriso.
“Faccio in un attimo! Dico solo che sono viva e gli auguro
Buon Natale…tutto qui…”
Ginny guardò Hermione alzarsi e prendere dalla borsa
all’ingresso un biglietto per poi usare il telefono con naturalezza e
rispondere alla reception cercando di parlare in maniera chiara ed elementare
con il rumeno alla reception dell’albergo.
“Chissà come stanno i nostri genitori, eh Ron?” gli
domandò la sorella spostando lo sguardo verso di lui.
“Non gli hai mandato tu il gufo…?”
“Oh…ehm…ieri…ero…piuttosto impegnata…me ne sono scordata…”
arrossì lei concentrandosi sul piatto.
“Già…” arrossì anche Ron. “Comunque dobbiamo farlo al più
presto…dobbiamo ringraziare dei maglioni…”
“Ma…ancora non abbiamo aperto i regali!” alzò un
sopracciglio Ginny.
“Perché…secondo te, quelli che cosa sono?” disse il rosso
indicando i quattro voluminosi pacchi sotto l’alberello.
Il ragazzo sorrise, mentre Harry portava a tavola gli
hamburger fumanti.
“…stavamo mangiando, si…” diceva intanto Hermione alla
madre. “Come? Mamma…non credo che…Mamma…smettila ti prego…No! Non te lo passo!
Come?! Dici sul serio…? Non mi stai prendendo in giro,
vero? Guarda che poi glielo chiedo…Va bene…” cedette porgendo
la cornetta al ragazzo. “Ron…”
Ron alzò la testa verso di lei.
“…mia madre.”
Il ragazzo sbiancò improvvisamente e deglutì sonoramente
il boccone.
Uno strano silenzio cadde nella stanza.
Titubante…o meglio…terrorizzato…Ron prese la cornetta e
rispose. “Pronto?” strabuzzò gli occhi. “Mamma?!Che ci fai lì?”
“Oh, Ronnie…te
l’avevo detto che sarei andata in Romania da Charlie con tuo padre…abbiamo
incontrato qui i signori Granger! Sono stati così carini…abbiamo deciso di
vedere il paese insieme! Noi ci siamo stati tante volte…”
“Ma…non…mamma…per forza con i Granger…?” sbuffò Ron
alzandosi da tavola e passeggiando disperato.
Hermione portava le mani alla bocca.
Per la prima volta nella sua vita, Harry fu lieto di
essere orfano.
Ma questa sensazione durò solo una frazione di secondo,
perché si ricredette quando vide il sorriso che Ginny gli regalava divertita
dalla situazione.
Avrebbe tanto desiderato presentarla ai suoi genitori…
Magari visto che i Weasley e i Potter facevano entrambi
parte dell’Ordine della Fenice, la conoscevano già…probabilmente appena nata…ma
non come la sua ragazza.
La ragazza che amava con tutto se stesso…
Si alzò e la strinse a se.
Senza lasciarla,mentre lei
ricambiava l’abbraccio con lo stesso calore, avvicinò le labbra al suo orecchio
e le sussurrò parole che arrivavano fuori dalla sua bocca partendo da dentro,
con una forza meravigliosa.
“Ti amo, Gin…”
Ginny emanò un forte calore.
Era arrossita parecchio e Harry poté constatarlo
personalmente quando la ragazza alzò lo sguardo verso di lui.
Era felice.
Harry le sorrise e lei si morse un po’ le labbra facendo
partire il cervello di Harry in orbita.
Ogni gesto…ogni respiro…tutto di lei lo faceva impazzire.
Posò le labbra sulle sue e tornò a baciarla con un po’
troppa foga.
“Ehm, ehm…” tossicchiò falsamente Ron.
Harry lo guardò spazientito al di sopra della spalla di
Ginny.
“Che dicevi, mamma?” tornò a parlare Ron distogliendo lo
sguardo.
“Ti chiedevo di tua sorella caro…come sta’…se vi sta dando problemi…se si
comporta bene…”
“Se si comporta bene?”
Ginny si girò verso il fratello alle sue spalle e gli fece
segno di sgozzarlo con un dito.
Ron sorrise. “Si, si…si comporta
bene…”
“Sicuro, Ron? Guarda
che se Ginny vi è di peso la faccio tornare subito ad Hogwarts!”
“Mamma…ci stiamo divertendo…è Natale e va tutto bene…”
“Passamela,
Ron…te ne prego!”
Ron sospirò. “La mamma…!” le disse dandole il telefono.
“Devi solo portarlo all’orecchio e parlare.” Le spiegò
Harry.
Lei obbedì stranita. “Pronto?”
“Ginny…sono la
mamma…ascolta…ero stata abbastanza chiara…Harry e Ron devono pensare al lavoro!
Non dovete essere di peso, ragazze, capito! Non dategli nessuna distrazione
e…santo cielo, Ginny cara…non ti avevo detto altro prima di salutarti…”
“Stiamo bene, mamma…e non siamo per nulla di peso…anzi! Ieri abbiamo provato a cucinare…”
Harry e Ron simularono uno scoppiò con le braccia
simulando l’atroce fine del tacchino.
Hermione diede un colpetto al rosso, mentre Ginny cercava
di rimanere seria.
“Un’ultima cosa…”
disse Molly abbassando di molto il volume della voce.
“Si, mamma…dimmi…” alzò gli occhi
al cielo la ragazza.
“Dovresti tenere
d’occhio Ron. Richard Granger, il padre di Hermione, è preoccupato che Ronnie…
insomma…cerchi di avvicinarsi un po’ troppo a sua figlia…mi ha detto che la
riaccompagna praticamente ogni giorno a casa…che la va a prendere al San Mungo
alla fine delle lezioni…e alle volte escono pure a cena insieme…”
“Non ogni giorno…quando può! Per non farla tornare da
sola! Anche Harry potrebbe pure farlo…solo che…insomma…L’idea è stata di Ron…E
poi sono amici, mamma! Che problema c’è ad uscire fuori a cena, ogni tanto? Probabilmente escono pure con Harry!”
“Si,
insomma…tienilo d’occhio…Hermione è una ragazza seria, non una brutta
scarlatta, poverina! Ha una gran testa e per ora deve pensare solo a studiare! Sii chiara con tuo fratello, d’accordo?”
“Mamma…sono grandi abbastanza per non avere più una
balia!”
“Ginny,
promettimelo.”
Lei sbuffò ancora. “Non garantisco.”
“Mi basta sapere che
ci proverai.”
“Grazie per i maglioni…”
“Oh, tesoro
mio…dalla tua mamma, come sempre! Statemi bene, ragazzi…buon Natale! E salutami
Harry…”
“D’accordo…Ciao mamma…”
Si chiuse la linea e porse il telefono a Ron perché lo
chiudesse.
“Che ha detto?” Le chiese il fratello.
Lei rise. “Il padre di Hermione ha paura che tu le zompi addosso come una bestia in calore!”
“Oh, santo cielo!” Strillò la bruna preoccupata.
“Non preoccuparti…a quanto pare i
ninfomani siamo solo io e Ron…”si risedette la ragazza. “Mia madre è ancora
convinta che noi viviamo ancora il nostro amore platonico…”
“Cioè?” le chiese maggiori spiegazioni, Harry.
“Andiamo…si vedeva lontano un chilometro che Ron lasciava
una scia di bava dietro Hermione…al matrimonio di Bill, prima della vostra
partenza non ha fatto altro che guardarla!”sbuffò la rossa spazientita.
“Veramente ti potrei contraddire dicendo che avevo anche
altro per la testa…non lo ricordi più? Ero il galoppino di Voldemort
a quel tempo…”
Hermione ebbe un breve brivido.
“E poi, c’ero io!” continuò la sorella “Tutti in casa mi
prendevano in giro da quando ero piccola perché ero innamorata di
Harry…probabilmente a casa penseranno tutti che le nostre situazioni non sono
cambiate poi tanto…a parte Fred e George, ovviamente…loro vedono sempre un po’
più in là grazie alla loro malizia…”
“Vuoi dire che tua madre non si è ancora resa conto che
noi stiamo insieme?” indicò ciascuno di loro Harry.
“Sicuramente no…se no penso sarebbe passata a discorsi più
imbarazzanti…come quelli che ha fatto a Bill quando lui gli ha detto che si era
fidanzato con Fleur…o come quando Fred si è messo con
Angelina…o come quando George si è messo con Alicia” insistette Ginny allarmata
“…insomma…tutte quelle ramanzine assurde…che cominciano con la storia dell’ape
e del fiore…e terminano a tutte le responsabilità di un figlio, passando prima
per il parto! Ho sentito il rendiconto di tutti e sette i parti di casa nostra
quando Fred e George sono venuti a stare da noi quella settimana a fine agosto
quando siete misteriosamente scomparsi nel nulla.”
“Davvero mamma ha fatto questo discorso a Fred e George?”
sgranò gli occhi Ron.
“Voi eravate alla ricerca degli Horcrux…a casa ci sono stati discorsi davvero terrificanti!
Fred e George non sono mai stati così maliziosi come in
quella settimana…” rise Ginny.
“Mi immagino…”bofonchiò il fratello.
“Per di più, Fred e George mi hanno dato parecchie rogne!
Dicendo che io e il prossimo salvatore del mondo davamo sfogo alle nostre più
recondite e perverse tentazioni in ogni angolo della casa…Dio, che settimana da
incubo…”
“Bhè…diciamo che c’erano andati molto vicini…” rise Ron
ricevendo una botta dalla sorella. “Ahi, sto scherzando…”
Ginny si rimise dritta e portò le mani ai fianchi dandosi
un’occhiata intorno cercando un modo per cambiare l’argomento prima che Ron si
riempisse la bocca di scemenze e lei lo riempisse, in risposta, di altre botte,
molto più violente... “Che ne dite di aprire i regali…?”
Un ghigno di curiosità parve sui volti dei ragazzi che si
precipitarono ai piedi dell’alberello che si ergeva vicino alla finestra.
Per prima cosa scartarono i regali di Simon: un
profumatissimo salame italiano!
“Sapessi dove potrei farglielo finire questo salame…!”
scoppiò a ridere Ron insieme a Harry, mentre Hermione colpiva il ragazzo sulla
schiena.
“Non essere volgare, Ron!” lo rimproverò la bruna.
Harry consegnò a Whisky il suo regalo da Simon: un osso di
gomma che quando il cane si avvicinò per annusarlo questo si allontanò rendendo
il gioco più divertente.
Poi fu la volta dei maglioni di mamma Weasley: Harry ne ebbe
uno color fumo di Londra, Ron uno blu, Hermione uno
amaranto e Ginny uno color panna.
“Mancano i nostri, credo…” arrossì Hermione.
Ron sorrise felice e tirò su da dietro la schiena il librone
voluminoso impacchettato con tanto di scocca.
La ragazza si morse il labbro sorridendo e prese un grosso
sacco di carta arancione con nastri a decoro.
“Ehm…” balbettò Harry “…il mio non è voluminoso come quello
di Ron…” si grattò la nuca il ragazzo tirando fuori il regalo per lei.
“Nemmeno il mio.” Arrossì Ginny tenendo una scatolina
infiocchettata sul palmo della mano.
Se li scambiarono imbarazzati e si voltarono verso Ron ed
Hermione.
“Al mio tre.” Disse la rossa.
“Uno…due…”
E tutti e quattro cominciarono ad aprire contemporaneamente
i regali.
“Harry! Accidenti…Io lo so cos’è! C’è lo zampino di Fred e
George, vero? Me ne avevano parlato l’anno scorso…era una cosa nuova…grazie! E’ molto importante per me…” disse Ginny abbracciando Harry e
dandogli un bel bacio. “Hai aperto il mio?”
“Ehm…quasi…ci sono quasi…”
Appena aperto qualcosa volò fuori e cominciò a ronzare
intorno al lampadario.
“Ma è un boccino! Trofeo di guerra…Grifondoro - Serpeverde170
a 20…prima partita di campionato!” Rispose Ginny
arrossendo.
“L’ho sempre detto che sei la migliore!” La baciò Harry
tenendola stretta tra le sue braccia.
“Oh…ma non crederti che ci sia solo questo…” sorrise di
nuovo. “Buon Natale! L’ho fatta io.”
Disse tirando fuori un altro pacco.
“Ginny…non dovevi…Il boccino bastava eccome!” disse Harry
aprendo il secondo regalo che si rivelò essere un caldo e morbido patchwork.
“L’hai davvero fatto tu?”
La rossa annuì. “Mi sto cominciando ad esercitare…mi ha
insegnato mia madre durante l’estate, mentre voi studiavate per entrare in
Accademia…Così mentre sono a Hogwarts per questi
ultimi mesi, mi penserai un po’…” arrossì ancora di più.
“Ma io già ti penso sempre…” sorrise Harry posando un lungo
bacio sulle sue labbra…ma si distrassero per urlo che lanciò la bruna accanto a
loro.
“Oh, mio Dio…Ron…Santo cielo!...Benedetto
Merlino…ma dove l’hai trovato?” Hermione sgranava gli occhi cominciando a
sfogliare il librone antico.
Ron però non riusciva a rispondere…
Rimase sconvolto a guardare il suo regalo.
Hermione se ne accorse e sorrise, poggiando sulle gambe
incrociate il libro appena ricevuto. “Ero poco convinta sulla misura…sei
cresciuto molto con questi allenamenti all’Accademia…ho preso una misura ‘Large’, ma penso che ti stia…eventualmente la facciamo
cambiare…me la sono fatta mandare via gufo dalla federazione del Quidditch…qui a Londra non ci sono di questi negozi e…”
Ma Ron non la stava più ascoltando.
Si era buttato a capofitto su di lei e sul librone ancora
sulle gambe della ragazza, facendola atterrare di schiena sul pavimento
stringendola in un dolce - ma alquanto irruento - abbraccio, tenendo però ben
salda la nuova felpa dei Cannoni di Chudley appena
ricevuta.
Ma non durò a lungo…
Ron dovette dare fondo a tutto il suo autocontrollo per non
andare oltre…!
Si alzò da lei e si mise seduto per terra guardando fisso il
pavimento.
“Ehm…grazie, Mione…è…è…insomma…”
“Ok, Harry…andiamo a posare questi regali in camera tua…” si
mise in piedi Ginny dando un paio di pacchette alla
gamba di Harry.
I due, dunque, sparirono lasciando Ron ed Hermione soli in
soggiorno.
Ron scosse il capo sorridendo. “Che scemi…” borbottò prima
di guardare Hermione. “Vieni qui…” le sussurrò allargando
le braccia. “Sono troppo violento…non mi so controllare…”
“Si, che ti sai controllare. Altrimenti stanotte non ti saresti fermato quando te l’ho chiesto…”
arrossì lei abbracciandolo.
“Era giusto che mi fermassi. Ne
abbiamo già parlato…e…va bene così.” Sorrise il ragazzo baciandole la testa e
cullandola tra le sue braccia.
“Harry e Ginny…”
“Non voglio assolutamente pensare a cosa siano andati a fare
nell’altra stanza.” Ridacchiò Ron.
“No, insomma…credi che ci abbiano lasciato soli per…”
“Si, credo…per starsene loro di la
in camera…e per dare a noi un po’ di…intimità.” Ron era ormai di un unico
colore con i capelli.
“Vuoi…vuoi andare di là?” propose in un sussurro Hermione
ancora tra le braccia del ragazzo.
Il rosso si irrigidì.
“Non per…insomma…non è cambiato niente da ieri sera, perciò…”
Ron si mise in piedi e l’aiutò ad alzarsi per poi andare
verso la sua stanza.
“Oh…il pranzo…” balbettò lei. “Va bhè, non importa…”
***
“IO AMO ITALIA!” fece Simon cercando di parlare in italiano
comparendo all’improvviso in cucina la sera del 27 dicembre.
Insieme a lui Terry, ovviamente…
“Allora gente! Passate belle feste? Io strepitose! Ci siamo
divertiti un sacco, vero Terry?”
“A parte le battutine sceme di tuo
fratello e le vaghe allusioni di tuo padre…si! Davvero una bellissima
vacanza! E quello è decisamente un posto favoloso! Garantito!”
rispose ridendo la ragazza.
“Whisky! Bel cucciolone…Ti è
piaciuto il regalo di papà? Si che ti è piaciuto…” disse il biondo carezzando
un Whisky festante ed eccitato come non lo era da giorni. “Perciò!” si sedette
sul divano guardando i quattro amici. “ Avete fatto i bravi? Bhè…la casa è
ancora integra…Devo supporre di si…Ma non importa! Tirerete il peggio di voi da
domani all’uno! Piuttosto…cos’è questa storia della missione? Uno scherzo natalizio?”
“Oh, no, Simon…scusa se te l’ho soltanto accennata…” disse
Harry “Turner ci ha messo in elenco con altre squadre di secondo anno per
supervisionare una partita di campionato il primo dell’anno…non credo che sarà
niente di che…però…”
“Fantastico! Una partita di Quidditch da seguire in prima linea! E perfino gratis!!Anzi…pagati per esserci!” Strillò Simon
allargando le braccia.
“E noi ragazze seguiremo la partita dagli spalti! Prima di
partire domani cercheremo i biglietti a DiagonAlley! Ci sarai Terry?” le chiese Ginny
avvicinandosi alla ragazza.
“Si! Così vedi il tuo cavaliere senza macchia e senza paura
all’opera!”
“Certo che ci sarò…ma intanto, caro buffone senza macchia e
senza paura…perché non porti in camera tua le valige invece di lasciarle qui ad
occupare la cucina?” si finse seccata Terry portando le mani sui fianchi.
“Vado, vinco e torno!” disse Simon facendo il baciamano e un
breve inchino alla ragazza prima di sparire in camera seguito da un Whisky
trottante.
Terry si tolse sciarpa, cappello, guanti e giacca e si
sedette sul divano nel posto vuoto lasciato da Simon. “E voi che avete fatto
per Natale?”
“La notte della vigilia siamo andati a cenare fuori…mentre
il 25 abbiamo cucinato io e Harry…”spiegò Ron stappando una burrobirra presa
dal frigo.
“A quanto pare risultano più bravi di noi ai fornelli…”
disse Ginny lanciando uno sguardo orgoglioso verso Harry che sorrise
genuinamente.
“Bhè…ti credo! Anche Simon cucina benissimo i cibi precotti…”
Calò il silenzio più totale, mentre Ginny ed Hermione si
voltavano a guardare i rispettivi ragazzi che sorridevano e scrollavano le
spalle in segno di resa.
Poi…l’urlo di Simon!
“Ah - ah!!”
Il ragazzo si smaterializzò dal bagno alla cucina.
“Non eri in camera?” gli chiese
stupita Terry.
“Con chi mi devo congratulare? Con Harry…con Ron…o con entrambi?” disse Simon sventolando un pacco
di ‘Magic Love - Per preservare il vostro amore’.
Harry arrossì di botto e sorridendo prese il pacco dalle
mani del biondino. “ Dai qua, stupido…”
“Bhè…ne mancano due…anche tu, Ron?”
“No!” rispose rosso e alterato Ron. “…E non sapevo nemmeno
che Harry ne avesse!”
“Che fai, li conti pure?!” si
indignò Harry spingendolo affettuosamente. “Ma perché diavolo hai aperto il mio
cassetto del bagno?”
“L’ho aperto per sbaglio…credevo fosse il mio…” si scusò
Simon per nulla mortificato. “Congratulazioni anche a te, Ginny!”
“Idiota!” disse sorridendo imbarazzata la ragazza mentre
stringeva la mano che il biondo le porgeva per congratularsi.
“E voi due?” chiese Simon voltandosi verso Ron ed Hermione
seduti sulla stessa sedia, lei sulle gambe di lui. “Vedo che siete passati a un
gradino più in alto…sulle gambe di Ron…Hermione, che indecenza…” scosse il capo
fingendosi disgustato.
“Simon, dai…smettila…” lo rimproverò Terry un po’ più seria.
“Harry e Ginny stanno insieme da molto più
tempo di noi. Due mesi mi sembrano ancora poco
sufficienti per considerare un rapporto tanto serio da…ecco…” cominciò risoluta
Hermione, ma poi il suo discorso si perse nell’imbarazzo più totale.
“Non buttarla sul moralista, Hermione…non c’è una data
stabilita o un grado di maturità nella coppia…insomma…quando capita è già il
momento giusto! E poi…non hai mai pensato al fatto che proprio un rapporto
fisico possa avvicinare la coppia stessa? E magari questo stesso rapporto
potrebbe anche partire da un livello fisico e ovviamente fisiologico, per poi
arrivare molto più in alto…? Ma guardatevi…appena appena
vi avvicinate, tu e Ron! E tu sembra che parli da
rigida e intransigente bigotta!”
Harry vide Hermione irrigidirsi.
Poi un po’ tremare.
Era la prima volta che la sua linea di difesa crollava.
Questo argomento non lo si trova certo nei libri…ma, mentre
Hermione apriva e chiudeva la bocca senza trovare un’altra giustificazione, a
parlare fu Ron che sorprese tutti.
“Basta, Simon…per cortesia. Se Hermione non si sente ancora
pronta, o se crede che io non lo sia, non intendo costringerla o forzarla in
nessuna maniera. Avverrà, se avverrà, con la massima naturalezza. Chiuso
l’argomento. Adesso…che ne dite di pensare alla cena? Ho un po’ di appetito…e
non posso riempirmi lo stomaco di burrobirra per tutta la sera…”
Hermione si alzò dalla sedia, con gli occhi lucidi e la voce
tremula che le uscì mentre diceva un impercettibile “Scusate…”, prima di
sparire nella camera di Ron.
“Scusa, Ron…io non credevo che…” cominciò Simon preoccupato.
“Io credo che tu abbia fatto bene.” Si intromise Ginny.
“Sai…ho provato a parlare con Hermione…e non credo tu avessi tante speranze…”
disse rivolta a Ron.
“Comunque non mi importa.” Disse risoluto Ron. “Per me è già meraviglioso stare con Hermione. Non ho
realmente bisogno d’altro al momento. Vado da lei.” E detto questo posò la
bottiglia sul mobile e si diresse verso la camera fermandosi solo un momento
per dire. “Potreste preparare la cena? Vi giuro che sto morendo di fame…” poi chiuse la porta alle sue
spalle.
Harry rimase assolutamente basito davanti al comportamento
pacato che aveva assunto Ron.
Altre volte l’amico diventava incontrollabile: cominciava a
dire frasi senza senso…trovava tutte le scuse per giustificarsi e per non
essere lui dalla parte del torto, anche in quelle occasioni in cui era lui
palesemente in torto.
E adesso?
Ron si stava comportando…da adulto…
Aveva diplomaticamente preso le difese di Hermione! (l’alternativa erano i suoi pugni, ormai micidiali con
l’allenamento).
Accidenti come cambia una persona quando si innamora…
“Secondo me…quei due alla baita…” sospirò Simon con l’aria
di chi la sa lunga e un sorrisetto furbo pieno di allusioni poco caste…
Ma almeno così si smorzò la tensione…e con un po’ più di
pace cominciarono a prodigarsi per preparare quella benedetta cena…
Continua…
Vi giuro…avrei postato
prima…ma ho risolto il problema con internet solo ieri sera dopo aver resettato
il router e cambiato canali e password e chiavi di rete e non so quant’altro
per due ore e mezza, sotto la paziente guida del povero tecnico al telefono con
me…
Quel tipo mi ha fatto
pure pena…
E altra bella notizia!! Esame superato!!!
E già dalla sera
stessa mi ero rimessa all’opera per ricopiare questo capitolo e farvelo avere
nei tempi più brevi…
Certo…non è
emozionante…più di transizione, penso…
Gente! Mi spiace
dirlo…ma “Accademia” sta per finire…
Uno,
forse due capitoli ancora e mi sa tanto che ci salutiamo…
Anche se ho in serbo
parecchie cosucce…
Ma ringraziamo!!
- Finleyna 4 Ever :
Praticamente sempre la prima a recensire…Grazie! ^_^ E pensa un po’…Ron
versione Auror andrà a migliorare…per il mio modestissimo parere diventerà un
gran figaccio! Per ora è un ragazzino…dai, hanno solo
18 anni…ma falli crescere un po’…e lì saremo in tante a sbavucchiarci
sopra…aspetta e vedrai! Gliene farò passare davvero delle belle al povero
Ron…ma non basterà ‘Accademia’…dovremmo vedere un po’ più in là…Spero che
questo capitolo ti sia piaciuto…aspetto con ansia il tuo puntualissimo
commento!
- mikyblack:picci…ti giuro…ce
la metto davvero tutta per ricopiare questa storia…è lunga e tutta da
rivedere…l’ho scritta diversi anni fa ( a mano!!!)…prima
ancora di andare in rete con le prime storie delle Marauders!
E ha davvero bisogno di una grossa manata per rinfrescarsi! Va bene…la prossima
volta tralascio la data incognita…ma se ti può consolare ho già cominciato a
ribattere il capitolo 10…! Per C.I.T.A. non
preoccuparti…ci sono ancora altri 5 capitoli da mettere in rete…e per allora
sicuramente ‘Accademia’ sarà già ultimata! Ron ed Hermione in intimità sono
decisamente la mia passione, ma anche la cosa più difficile da scrivere…perché
rischiano di trasformarsi i personaggi, da quelli di partenza, del libro…e io
sto cercando (come in quasi tutte le mie ff) di
restare fedele il più possibile al carattere e alle caratteristiche date da
mamma Jo…e quando una ff è scritta così bene alle
volte mi confonde e mi domando se certe scene sono nel libro della Rowling o in
qualche ff! Per me questo vuol dire mantenere i
personaggi…e quando ci riesco ne sono felicissima! Certo…non è sempre…però…Per
quanto riguarda la disposizione nelle stanze…- me ride
– è una cosa assolutamente voluta! In altre occasioni – coffcoff Intrusi 4 coffcoff – è in quello stesso divano
letto che altri 3 maschi, si troveranno a passare la notte chiacchierando di
argomenti un po’ più seri…anche gli stessi Harry, Ron e Simon si ritroveranno
ben presto lì a parlare…per cui…reputo molto importante quel divano per i tre
ragazzi. E’ come una panchina in un parco…è un tavolino in un bar…è il posto
dove, in un certo senso, ci si confida…volendo essere più generici…quel
soggiorno per me è l’anima della storia…ed Hermione violenta di primo mattino…mmm…ti assicuro che non è una prerogativa delle ragazze…una
notte di qualche mese fa, il mio ragazzo nel sonno mi ha spappolato il labbro
con una gomitata…erano le tre del mattino…grrrr…E
poi…Fred e George erano perfetti per dare consigli…^____^ ci siamo fatti due
risate…Dai, se ti può consolare…finirà presto (questo è indispensabile) ma per
cambiare un po’…oltre a un bel po’ di Missing Moment
praticamente pronti…(“La cena della Vigilia” è uno di
questi ed è già in rete…)si continua…ma cambieremo un po’di cose, alcune in
bene, altre in male…spero ti piacerà…il prossimo pezzo è scritto da Prongs…L’esame è andato benissimo! Materia data e pensiero
tolto…grazie per avermelo chiesto! Aspetto il tuo commento!
- Lily Evans 93: Grazie per il complimento per il disegno! ^_^ Per la missione dei
ragazzi…ci sto lavorando…devo vedere se cambiare un po’ le cose rispetto alla
versione originale…devo dire che è al momento il mio scoglio…può essere anche
che decido di far andare le cose tranquille…anche perché ci saranno un po’ di
casotti tra questi due ultimi capitoli…quindi devo vedere bene…spero che questo
capitolo ti sia piaciuto! Fammi sapere!
- Baby Db : Dispiacermi che l’hai aggiunta tra i preferiti?! Sinceramente mi
onora! Sono felicissima di sapere che è stato amore a prima vista…come ho già
scritto altre volte, ce la sto mettendo tutta per rimediare al grosso periodo
in cui siamo rimaste assenti dal sito…per cui ho messo il turbo e quasi ogni
sera sono al pc a ribattere e rivedere (perché,
ahimè…ho avuto la triste idea di scriverla a mano…e il vizio non mi si è mica
tolto, sai?! Ne ho pronta un’altra di 5 notes fitti fitti da riprendere…ma
almeno quella non è da rivedere, tagliare e correggere come questa, quindi sarà
sicuramente più facile e non vedo l’ora di cominciarla a ribattere…mi sto
trattenendo dal farlo per finire ‘Accademia’…Ti ringrazio ancora tantissimo! E
spero davvero di avere altri tuoi commenti!
- Hogwarts_My_Life : Bhè…almeno a te dava problemi il sito…io
non riuscivo a mettere ‘Accademia’ in rete perché non avevo la connessione…sono
dovuta correre un paio di giorni a casa dei miei per riuscire a leggere delle
mail che aspettavo…ma non a postare la storia, perché dovevo leggere con cura i
vostri commenti, per rispondervi! Ci tengo molto…Simon e i gemelli sono sulla
stessa lunghezza d’onda…o forse…Simon arriva pure ad essere un po’ più
sfacciato…e ce ne vuole (oserei dire!). Turner è (come affettuosamente lo
chiamerà Simon) semplicemente “Paparino”! Si…è duro…ma ho appena finito di
scrivere un Missing Moment della loro nomina Auror
(che non ci sarà proprio in ‘Accademia’ perché
terminerà prima) dove Turner addolcirà i toni…gli servivano solo per avere
disciplina, ma in realtà è un buono…un capo che si mette al pari del resto
della sua piccola squadra di scalmanati…E poi…i nostri quattro eroi avevano
bisogno di un momento di intimità…dai…non siamo mica nel medioevo…certo…con la
testa più salda al collo di certi adolescenti di casa nostra…ma pur sempre
ragazzi innamorati e in salute…Infine…Grazie! Grazie! Grazie! Per i complimenti
per il disegno…me lusingata…ci provo soltanto…ne
metterò altri lungo la strada, se ti può fare piacere…aspetto un tuo
commento!!! Oggi stesso…domani…tra una settimana…aspetterò! ^_^
E grazie anche a tutti
quelli che stanno leggendo questa ff, ma non la
commentano…
Spero di poter
leggere, oltre i ben noti lettori di ‘Accademia’, anche altri nomi!
Mi farebbe davvero
tanto piacere…e poi non costa nulla!!! E mi fa
accelerare la battitura!!!
Funziona come la
benzina in una macchina…se voi mi lasciate tanti commentini
il mio cervello è più invogliato e quindi vado più veloce!!!
Dunque è anche nel vostro interesse…^____^ (sorriso sornione…)
Dai…ci vediamo al più
presto! Ho già preso in mano il capitolo 10…ce la farò…
Un bacione a tutti!!
Padfoot
P.S. Questo è Simon… http://img233.imageshack.us/img233/8059/simonmccullers.jpg...o almeno…come l’ho immaginato fin dalla prima volta
io…indossa la divisa degli Auror…il mantello non è d’obbligo, anzi…nelle
missioni può anche risultare un impiccio…ma certo ripara dal freddo e dalla pioggia…e
ha anche il cappuccio…
Si avvicina al
personaggio come ve lo siete immaginati voi? Spero di si…^_^
Per un piccolo problema accademico che non avevano proprio
previsto, la gita della baita venne rimandata all’ultimo dell’anno.
L’Accademia degli Auror, infatti, contattò i tre cadetti per
riunioni organizzative, per allenamenti extra e per lezioni riassuntive con
verifiche annesse.
Tutto per questa prima missione.
Che poi…che sarebbe stato supervisionare una normalissima
partita di campionato?
Intanto, avevano passato dei giorni di inferno…altro che
vacanze!
Approfittando degli impegni dei tre ragazzi, Ginny, Hermione
e Terry erano tornate alle proprie case nel dopo cena
della sera stessa del ritorno di Simon e Terry, visto che anche le loro
famiglie erano rientrate dalle vacanze e in più era necessario anche un cambio
di vestiti in valigia.
Ore 19:00 del 31 Dicembre.
Harry si aggrappò ansante al bordo vasca dell’immensa
piscina dell’Accademia.
Scosse un po’ la testa per la vista annebbiata e cercò di
riprendere fiato.
“Ok, Potter…il tuo tempo è migliorato, ma
so che puoi fare di più. Riprova.” Gli disse l’allenatore avvicinandosi
a lui.
“Sissignore.” Disse in un soffio il ragazzo desiderando
fortemente in quel momento un terzo polmone.
“MC CULLERS!!! QUELLO ME LO CHIAMI
STILE LIBERO? SEMBRI UN CANE CHE SGUAZZA IN PISCINA!!”
Urlò il coach, ma Simon, con la testa sott’acqua, non sentiva proprio niente,
così l’istruttore fu costretto a chiamarlo con il fischietto.
Simon riemerse e si voltò verso di lui.
“DEVI TENERE LE BRACCIA PIU’ DRITTE E LE GAMBE SFORBICIANO A
RITMO COSTANTE E NON FANNO TUTTA QUELLA SCHIUMA!”
“Va bene…” mugugnò Simon sbuffando.
Nuoto non era la sua massima abilità…
“NON HO SENTITO BENE!!!”
“SISSIGNORE!”
“Ah, mi era sembrato…Molto bene, tu, Weasley….ricordati però
di irrigidire i glutei…” disse a Ron appena arrivato a bordo vasca.
“Sissignore.” Rispose anche Ron togliendosi la fastidiosa
cuffia per capelli e immergendosi un po’ con la testa all’indietro.
“Ok, ragazzi…voglio che riproviate. Aspettiamo che il signor
McCullers ci degni anche della sua presenza…MUOVERSI
MC CULLERS!!! SEI MALEDETTAMENTE LENTO!!! LE
TARTARUGHE IN QUESTO TI BATTONO!”
“Le tartarughe in acqua sono decisamente molto veloci,
signore…il paragone è inappropriato…”
“McCullers…o la pianti con questi
stupidi discorsetti che mi irritano, o parlerò direttamente con Turner e da
domani entrerai qui dentro solo per portarmi il caffè, sono stato chiaro?!”
“Sissignore…” annuì Simon soffiando sull’acqua.
“Tutti fuori. E pronti a ripartire.”
I tre ragazzi uscirono dall’acqua e salirono sui piccoli
trampolini in pietra.
“Ai vostri posti. Tre…due…uno…”
Si tuffarono al fischio dell’allenatore.
“CHE CAZZO DI TUFFO ERA QUELLO,
POTTER?!”
Ma Harry continuò a nuotare senza riuscire a sentirlo.
“Che idioti.” Scosse questo il capo. “Oh…salve Tonks.”
Tonks, appunto, aveva fatto il suo
trionfale ingresso nella struttura della piscina coperta – acqua riscaldata e
locali extra lusso – accompagnata da Terry, Ginny ed Hermione.
“Salve coach!” disse lei con un
sorrisetto, schiacciando l’occhiolino all’amico.
“Sei tornata dal viaggio di nozze?” le chiese lui.
“Giusto l’altro ieri…per motivi piuttosto ovvi…”
“Oh, si…la luna piena…come sta Remus?”
“Diciamo che domani starà un po’ meglio…” sorrise lei
sospirando.
“E queste ragazze? Non sono Auror…” alzò un sopracciglio l’uomo guardandole
fugacemente.
Tonks ridacchiò e lo prese per un
braccio facendolo voltare verso la piscina. “Li vedi quei tre pesciolini in
acqua…?”
L’allenatore guardò Harry, Ron e Simon…poi Ginny, Hermione e
Terry.
“Oh…ma certo. WEASLEY! MA PORCA
MORGANA! I GLUTEI! CONTRAI QUEI MALEDETTI GLUTEI! COME SPERI DI TENERE DRITTE LE GAMBE?!” Urlò
al rosso che in quel momento arrivava per primo al bordo vasca seguito da Harry
qualche istante dopo, mentre Simon arrancava appena dopo la metà.
“Scusi, signore…”
“SCUSI UN CORNO, ACCIDENTI! QUANDO
DICO UNA COSA DEVI FARLA, CHIARO?!” disse l’allenatore
tirando infuriato la carpetta per terra.
Si passo una mano tra i capelli e accolse Simon appena
arrivato. “Bene, McCullers…sei passato dallo stile canis a qualcosa più simile a un bambino che sferra pugni
sul pavimento quando fa i capricci. Imparerai male lo stile
libero?”
“Certo, signore.”
“Me lo auguro. Potter…eri più lento di
prima…e poi vorrei tanto sapere se consideri quello che hai fatto un tuffo
decente.”
“Ho ancora l’addome dolorante, signore…” disse Harry facendo
ridacchiare Ron e Simon.
“LI HAI
CONTRATTI GLI ADDOMINALI? TI SEI ACCORTO CHE AVEVI LE
GAMBE TROPPO ALTE? PERCHE’ HAI PERSO COSI’ TANTO TEMPO NELLA
RISALITA DOPO IL TUFFO, EH?”
“Scusi, signore…”
“ECCO! NOI ANDIAMO AVANTI DI
‘SCUSI SIGNORE’, ‘CERTO SIGNORE’, ‘SIGNORSI
SIGNORE’…ANIMO! SIETE DELLE PAPPE MOLLI! BURRO FUSO! DOVETE
METTERE QUALCHE MUSCOLO IN PIU’!” il coach era paonazzo e urlava come un dannato,
mentre Harry, Ron e Simon calavano le teste colpevoli. “Più siete in
forma…meglio vi riescono gli incantesimi! E poi vi serve nel caso perdiate
malauguratamente la bacchetta! Potrebbe capitarvi di dovere sostenere delle
colluttazioni corpo a corpo! Siete sicuri di essere così fortunati che non vi
capiteranno?”
Sedute su una panca di legno c’erano Tonks,
Terry, Ginny ed Hermione.
“Ma sono sempre così duri?” si preoccupò Terry sfilandosi il
mantello dalle spalle.
Tonks sorrise guardando la
piscina. “E anzi Stephen è uno dei più simpatici…”
“Urlano sempre?” arricciò il naso Hermione.
“Qui dentro si urla e basta.” La guardò l’Auror. “Questa è
un’Accademia militare…non ti alzano le mani, ma ti disintegrano con le parole
se fai qualche errore…questo rende più forti anche psicologicamente…”
La bruna scosse il capo.“E’ da barbari…ho fatto bene a non
lasciarmi influenzare da Harry e Ron e ad andare per la mia strada al San
Mungo…”
“Scelte personali.” Scrollò le spalle Tonks.
“A me qui piace. Ha un suo stile e dei suoi ritmi…mi piace davvero tanto…”
Ginny invece guardava con un sorriso pieno di apprezzamento
Harry che usciva dalla vasca, seguito da Ron e Simon che indossavano i costumi
a slip dell’Accademia, dando generosa visione delle loro virili forme.
Peccato che Terry ed Hermione erano così
prese dalla chiacchierata con Tonks per
notarli…
I ragazzi presero gli asciugamani, salutarono con un cenno
le ragazze e sparirono negli spogliatoi.
“Che stress…”sbuffò furioso Simon.
“Meno male che adesso ci facciamo un po’ di vacanza…Anche se
sarà solo per una notte…”Ron sorrise prendendo l’accappatoio ed entrando dentro la doccia
e tirando la tenda.
“Tanto anche tu, stasera avrai il tuo bel da fare…” lo seguì
il biondo entrando nella doccia accanto.
“Non ricominciare…” lo pregò l’altro aprendo l’acqua della
doccia.
Anche Harry preso il suo accappatoio entrò nella doccia alla
destra di Ron e si lasciò beare dall’acqua calda e rilassante.
“Ragazzi…scusate…” disse Ron “…credo di aver lasciato lo
shampoo fuori…non potreste prestarmi il vostro?”
E fu così che due confezioni di shampoo atterrarono
pesantemente sulla testa di Ron dopo aver scavalcato con un volo il muro.
“Ahi! Me ne bastava uno, idioti!”
***
“Siamo pronti…possiamo andare…” le salutò Harry andando
incontro a loro.
“Bene!” Rispose soddisfatta Terry alzandosi per prima.
“Ce ne avete messo di tempo per farvi la doccia…” constatò
Ginny dando un bacio sulla guancia di Harry.
“L’acqua era stupenda…” rispose lui.
“E poi ci dovevamo fare belli per stasera!” ridacchiò Simon
abbracciando per la vita la sua ragazza.
“Allora…io vado. Raggiungo
i miei a cena e passo la mezzanotte con loro…” sospirò malinconica Tonks.
Certo…il primo capodanno da sposata con i genitori non
doveva essere proprio il massimo…
“Salutaci Remus, quando lo vedi…”
le disse Ron sistemandosi la borsa sulla spalla.
“Certo…ci vediamo presto!” disse l’Auror uscendo dalla
struttura agitando la mano.
Hermione sospirò e sistemò meglio la sciarpa attorno al
collo. “Andiamo anche noi?”
***
“Ah! Che
meraviglia…adoro questo posto!” disse Simon lasciando andare Whisky sul parquet
della baita.
Calda e asciutta, si nascondeva in un bosco innevatoin una collinetta.
Tetto spiovente e grandi finestre che davano su un paesaggio
davvero unico!
Simon accese con un incantesimo il fuoco nel caminetto che
prese a scoppiettare allegro e riscaldò ancora di più la stanza in pochissimi
attimi. “Ci siete tutti? Venite…vi faccio fare un giro…”
Abbandonarono le borse e le giacche sul divano e seguirono Simon.
“Questa è la cucina e la sala da pranzo! Non c’è molto in
dispensa…ma mio zio ha detto che c’è un paese qui vicino dove possiamo
rifornirci…”
“Oh, ma ci siamo già portati tutto il necessario da casa!”
Lo informò Terry.
“Abbiamo preparato sia per oggi che per domani…e abbiamo
anche le cose per la colazione…” continuò Hermione.
“Io ho pure fatto il dolce per stasera…” annunciò Ginny.
“Come sempre…voi donne siete uniche nel vostro genere…”
disse compiaciuto il biondino uscendo dalla stanza. “Il salotto l’avete visto
perché ci siamo appena atterrati…saliamo sopra…” fece strada al resto del
gruppo seguito da Whisky. “Ok.” Disse giunto al pianerottolo. “Ora vi devo
informare…che ci sono 4 camere da letto. Possiamo utilizzarne due, una per noi
ragazzi e una per voi ragazze…possiamo utilizzarne quattro, due coppie per
conto loro e una coppia divisa in due stanze” e qui lanciò una vaga occhiata ad
Hermione “…oppure…possiamo utilizzarne tre, una per coppia. A
voi la scelta.”
Rimasero un attimo in silenzio guardandosi l’un l’altro in
una snervante suspense.
“Ragazze…vi chiedo scusa…ma stasera dormo con Simon…” si
abbracciò a lui Terry sorridendogli.
Simon le diede affettuosamente un bacio sui capelli
stringendola a se.
Ginny si voltò verso Hermione dispiaciuta. “Io…vorrei
dormire con Harry…”
“Non preoccuparti, Ginny…io dormo
con Ron.” Disse lei arrossendo furiosamente.
Harry vide Ron strabuzzare gli occhi e guardala sconvolto.
“Benissimo!” battè le mani Simon.
“Così non mi sentirò in colpa…va bhè che non mi ci sarei sentito comunque in
colpa, ma non importa! Allora andiamo a mangiare! E’ già parecchio tardi e
vorrei tanto zittire questo borbottio nel mio stomaco!”
***
“Meno 10! 9! 8! 7! 6! 5! 4! 3! 2!
1…BUON ANNO!!” urlarono in coro mentre Harry stappava
la seconda bottiglia di spumante e versando il contenuto un po’ nei bicchieri
un po’ sui divani.
Era la sesta volta che brindavano dalla mezzanotte…
Ormai erano le due e mezza…
“Felice anno nuovo!” si mise in piedi Simon alzando il
bicchiere ma ricadde pesantemente sul posto mentre gli altri si rotolavano sui
divani per le risate.
Nemmeno Terry riuscì a risollevarlo troppo presa dal ridere.
“Dovevamo evitare il vino a cena…” disse Hermione rossa e
accaldata, con un bel sorriso stampato in faccia.
“…e l’idromele a fine pasto!” rise Ginny appoggiandosi al
petto di Harry.
“E Simon doveva evitare il Whisky Incendiario…” ridacchiò
anche Ron dando al ragazzo una manata sulla schiena. “…ora si è fumato il
cervello! Rischia di combinare guai seri stasera, se non sta attento!”
Harry scoppiò in una fragorosa risata. “Simon combina guai
anche da sobrio!”
“Forse è meglio se andiamo a dormire…” propose saggia
Hermione provando a mettersi in piedi, ma la testa le girò forte e quando anche
Ron tentò di sorreggerla caddero tutti e due all’indietro mentre tutti ridevano
come idioti.
L’unico che restava in disparte a guardare la scena con aria
scettica era il povero Whisky, disteso accanto al caminetto a godersi quel bel
tepore, alzando di tanto in tanto la testa se il suo padroncino lanciava un
urlo o se faceva più rumore del solito.
Harry batté una mano sulla gamba di Ginny.“Dai…andiamo a
dormire…”
“Si, si…proprio dormire…” Simon
scoppiò di nuovo a ridere e sbatté la testa nel tavolino davanti ai divani.
Questo incremento le sue risate e quelle di Ron.
“Hai visto Ron ed Hermione…sono caduti come pere mature…” li
indicò la rossa.
“E che vuoi fare? Restare su questo divano tutta la notte?!”
“Hai ragione…alziamoci…” disse Ginny dandogli un bacio e
issandosi lentamente in piedi.
La testa le girò un poco…ma riuscì a fermarla e a
trascinarsi fino alle scale, dove attese che Harry la raggiungesse.
“Forza, Simon…anche tu hai bisogno di dormire…” si alzò pure
Terry tirandolo su.
Il ragazzo l’abbracciò e le diede un bacio, mentre la vista
non gli reggeva bene. “ Veramente ho altri programmi in testa…che ne dici?” le
diede un altro bacio oscillando pericolosamente sul posto.
“Intanto raggiungiamo la camera…” gli
sorrise lei.
Con un po’ di fatica…tutti raggiunsero le stanze dove
avevano lasciato i bagagli e chiusero dietro di loro le porte.
Harry si sedette sul letto e si tenne la testa per qualche
minuto, mentre Ginny cercava il suo pigiama nella borsa che si era portata.
“Tutto bene?” gli chiese la rossa.
“Solo un po’ di mal di testa…ma passerà!”
“Speriamo che domani siate in forma per la vostra
missione…non credo che Turner possa essere contento se viene a sapere che avete
alzato un po’ il gomito stanotte…”
“Domani saremo come nuovi…basta che
ci preparate un silos di caffè e possiamo andare avanti una giornata!” sorride
il moretto tirando indietro la testa fino a cadere completamente sul letto a
una piazza e mezza.
Ginny non poté fare a meno di arrossire vedendolo così
abbandonato con gli occhi chiusi e le braccia incrociate sulla fronte e la sua
mente viaggiò molto velocemente per cui cercò di concentrarsi sul pigiama che
stava ancora cercando.
Ma quante cose si era portata per soli due giorni?!
“Gin…” sentì la voce dolce e bassa di Harry e si costrinse a
voltarsi.
Non fu necessario dire altro…il sorriso che si scambiarono
disse davvero tutto.
***
“Non riusciremo mai ad alzarci domani!
Guarda che ore sono! E voi rischiate di fare tardi per la
partita!” disse Hermione rientrando in camera dopo essere andata in bagno.
“Ce la faremo.” Disse piano Ron, che non trovava il coraggio
per guardarla.
Avevano dormito già una volta insieme…
Senza contare le notti in tenda o a GoldricHollow solo l’anno prima…però in quei casi…c’era
Harry in mezzo…
La situazione ora era completamente diversa!
“Vado a cambiarmi.” Disse il rosso uscendo dalla stanza e
chiudendo piano la porta.
Rimase un per un lungo momento davanti allo specchio, con le
mani posate ai lati del lavandino.
Si morse il labbro quando incrociò il suo stesso sguardo nel
riflesso davanti a se.
Sapeva perfettamente che quello non sarebbe stato il momento
giusto.
Aveva solo bisogno di calmarsi, giusto per non far allarmare
Hermione.
Si sciacquò ripetutamente la faccia, si lavò i denti con
maggior foga e sputacchiò del sangue dopo aver grattato un po’ troppo sulle
gengive.
Controllò allo specchio se era rimasto del dentifricio agli
angoli della bocca e si cambiò rapidamente il pigiama, prima di uscire a passo
svelto dal bagno per tornare in camera sua.
Dalle altre stanze non giungeva alcun suono.
Probabilmente avevano insonorizzato gli ambienti.
Entrando in camera Hermione stava piegando ordinatamente il
maglione.
Lo ripose nella borsa e chiuse velocemente la zip di questa.
Poi alzò lo sguardo verso il ragazzo e arrossì. “Vado a
cambiarmi anch’io.”
Uscì e rientrò dopo una decina di minuti con indosso un
pigiama color crema che Ron trovò terribilmente delizioso.
“Andiamo a dormire?” chiese titubante
il rosso fermo in piedi in mezzo alla stanza.
“Si.” Disse debolmente lei
spegnendo la luce dall’interruttore accanto alla porta, mentre Ron accendeva
quella del suo comodino.
Si coricarono uno di fronte all’altra e si guardarono con un
sorriso.
“Oh, smettila di guardarmi così…” ridacchiò il rosso. “…non
è la prima volta che dormiamo insieme.”
“Bhè…la prima volta, diciamo che non ci siamo nemmeno resi
conto come siamo finiti sul tuo letto…” arrossì Hermione abbassando lo sguardo.
“E’ strano trovarci qui, non ti pare?”
Ron scosse il capo. “Per me è semplicemente stupendo.”
“Non fraintendermi…anche per me!” disse velocemente la
bruna. Poi restò in silenzio per un lungo momento prima di trovare il coraggio
di parlare. “Stiamo facendo dei piccoli passi verso qualcosa di più grande, non
è così?”
“Lo spero.” Rispose semplicemente Ron.
“Io…vorrei davvero…poter costruire con te qualcosa di
meraviglioso, Ron.” Sussurrò dolcemente Hermione. “…vorrei una famiglia con te,
Ron.”
Ron si irrigidì.
Era qualcosa che andava ben oltre le sue aspettative.
“Hermione…” cominciò…ma si accorse che lei abbassava lo
sguardo e gli occhi le si erano fatti lucidi.
“Scusa…ho sbagliato…dovevo tenerlo per me…è solo che lo
spero davvero e…non sentirti condizionato, Ron, per l’amor del cielo…ti prego!”
“Hermione…ti amo!”
“Come?”
“Ti amo e non desidero altro che potertelo continuare a dire
tutta la vita!”
Lei tirò indietro le lacrime e sorrise felice, mordendosi un
po’ il labbro.
“E…allora perché stiamo così distanti?” gli chiese con uno
strano sorrisetto.
Solo allora Ron si accorse che c’erano 60 centimetri buoni
tra lei e lui.
“Pensavo ti desse fastidio…” disse lui sinceramente.
“Posso…?”
“Non c’è bisogno che me lo chiedi!”
Hermione si avvicinò a lui che l’accolse dolcemente tra le
sue braccia e improvvisamente i respiri si fecero più rapidi e sempre meno
leggeri.
Ron scese fino alle sue labbra e la baciò dolcemente,
posandole lunghi baci sulla bocca.
Quando lei la schiuse un po’ i baci divennero più profondi,
stretti in un abbraccio che non li avrebbe mai separati.
Si scostarono tra loro e si guardarono negli occhi, con il
respiro corto e tremante di emozione.
“I-io non so…se riuscirò a
controllarmi…” balbettò Ron arrossendo.
“Ce la farai.” Gli sorrise rassicurante
Hermione.
“Mi fermerai tu.”
“D’accordo.”
***
Un brivido scosse Harry costringendolo a stringersi di più
al piumone.
La luce entrava dalle finestre e l’orologio che aveva
gettato sul comodino segnava le otto e un quarto.
Era proprio strano svegliarsi a quell’orario…solitamente la
sua sveglia era puntata alle sei del mattino…
“Ti sei svegliato, finalmente…”
Sobbalzò.
Non si aspettava di trovare Ginny già sveglia…
Poi sbuffò un po’ nel cuscino e richiuse gli occhi. “Altri
cinque minuti.”
“E io starò altri cinque minuti a guardarti.” Sorrise la
rossa carezzandogli i capelli.
“Voglio dormire.” Borbottò Harry.
“Oh, dai...io ho fame e poi voglio
uscire fuori nel giardino! Se restiamo qui a dormire non potremmo fare proprio
niente! Alle sei dovete essere allo stadio…”
Harry le mise una mano sulla spalla e l’avvicinò a se
dandole un bacio. “Basta. Ora ci alziamo. Ma dubito che gli altri siano già in
piedi…”
“Vorrà dire che prepareremo noi la colazione per tutti.”
“Non mi sento in vena di questo genere di apprensioni! Soprattutto per Ron e Simon…”
“Quindi in un ipotetico futuro non mi farai mai trovare la
colazione pronta la mattina?!”
“Ci penseranno gli elfi.”
“Uh, si…gli elfi…certo…e magari ti aspetti che Hermione te
ne lascia tenere uno in casa senza perseguitarti con il suo C.R.E.P.A.!”
“Lo terremo segregato in cantina, così che Hermione non lo
vedrà mai.”
“Suona molto più brutale…non credo che tu abbia questo
spirito malvagio…e poi non te lo permetterei io.”
“Facciamo così. Ci penseranno i nostri figli. Così noi ce ne
stiamo a letto tranquilli tranquilli
e loro fanno tutte le faccende di casa così fanno contenti mamma e papà!”
“Corri troppo!” rise Ginny contro la sua spalla.
“Tua madre ha fatto sul serio quel discorso assurdo a Fred e
George?”
“Non è stato un bello spettacolo…decisamente imbarazzante!”
“E davanti a tutta la famiglia?”
“Anche davanti a Angelina e Alicia! E chiedendo a loro di
esprimersi al riguardo! Davvero Harry…non ho proprio fretta di dire di te ai
miei!”
“Assolutamente d’accordo!”
Restarono abbracciati ancora un minuto prima di parlare di
nuovo.
“Ci alziamo?” chiese speranzosa Ginny.
“Non ti piace stare così abbracciati?”
“Tantissimo…ma ho davvero tanta fame…”
Harry sbuffò e cedette. “Va bene…scendiamo.”
Al piano di sotto Hermione e Ron erano già in piedi e
preparavano la colazione per tutti, allegri, smielati e pimpanti.
“Buongiorno!” fece Hermione versando il latte caldo nella
tazza di Ron.
Harry sbadigliò e si stropicciò un occhio da dietro le
lenti.
“Grazie, Mione…” le disse lui e si
diedero un tenero piccolo bacio.
Il moretto alzò un sopracciglio.
“Ehi, Harry…è pronto il caffè…” glielo indicò Ron.
Harry e Ginny presero posto a tavola e guardarono i due
amici.
“Non vi dico nemmeno che cosa sembrate.” Sorrise la rossa
prendendo il bollitore con l’acqua calda. “Siete proprio grondanti di miele…”
“Perché? Che c’è
di strano?” domandò Ron…ma fu distratto dalla vista di Hermione che abbassava
la tazza con il suo latte caldo che le aveva lasciato dei baffetti bianchi.
“…no, meglio di no…” lo sentirono dire piano mentre sorrideva arrossendo.
“Meglio di no, cosa?” aggrottò le sopracciglia Hermione.
Harry mescolò piano il suo caffè dopo averlo abbondantemente
zuccherato. “Passata una bella serata?” domandò innocente.
Ron ridacchiò e scosse il capo. “Non è come credi, Harry…”
In quel momento entrarono in cucina Simon, vispo, pimpante,
fin troppo euforico e Terry che aveva lasciato addosso al biondino uno sguardo
dolce e mieloso.
“Siamo a posto…” commentò piano Harry sospirando e bevendo
il suo caffè.
***
Ore sei.
Stadio San Fedele.
Giunsero in tenuta da missione, indossata per la prima volta
nella loro vita, dopo essersi asciugati in fretta e furia vestiti e capelli
dopo una battaglia a palle di neve tenutasi nel giardino intorno alla baita.
Avevano lasciato Whisky e i bagagli nella casa a Londra ed
si erano smaterializzati di nuovo vicino all’enorme stadio.
All’ingresso, dove la gente si accalcava prima dell’apertura
dei cancelli, Harry, Ron e Simon salutarono le ragazze, mentre un altro paio di
Auror apriva loro un varco per farli entrare.
Ron era in un evidente stato di euforia.
Quando li vide arrivare sugli spalti, Turner lanciò una
veloce occhiata al suo orologio magico. “Fortunatamente siete puntuali.
Benedetta euforia da prima missione…cercate di tenervela stretta…le prime
saranno maledettamente noiose.”
Simon storse un po’ il naso, ma tenne opportunamente per se
i commenti.
“Vi dividerete così. Weasley…tu sali sopra, all’ultimo
anello dello stadio. Troverai altri tre ragazzi: Webb,
Miller e Hunt. Voi siete responsabili della parte
superiore.”
“Sissignore.” Disse Ron annuendo, mentre in testa ripeteva i
nomi dei tre colleghi che doveva raggiungere.
“McCullers…Tu vai in basso.
Attorno al campo. Nell’area alle panchine. Ci saranno a bordo campo anche Butler, Fisher, Barnes e Ward. Non perderti in tempo in chiacchiere, ragazzo…siete
in missione, chiaro?”
“Sissignore.” Disse anche Simon lanciando poi un’occhiata
verso il basso e cercando con lo sguardo le persone appena segnalate.
“Potter. Tu starai fuori.”
“Fuori?!” mugugnò sconsolato il
moretto.
“Potter. Questo è un ordine. Starai fuori dallo stadio con
Wright, Ward…”
“Ha detto che Ward è con me,
signore…” gli fece notare Simon.
Turner sospirò seccato. “E’ vero. Hai ragione,
Mc Cullers…Troverai qualcuno, Potter. Non posso
ricordarmi tutti i nomi di tutte le teste nell’Accademia. Ricordatevi. Dentro
questo stadio nessuno si può smaterializzare. Tranne voi. Voi dell’Accademia
avete accesso a tutte le zone. Se vedete qualcosa di sospetto, fatelo presente
all’Auror di riferimento del vostro settore. Nel caso tuo McCullers,
troverai Tonks. Hai già fatto conoscenza con lei. E
tu, Wesley…tu sarai con me, quindi non andare a cercare altre facce se non la
mia, intesi?”
Ron annuì silenzioso.
La cosa un po’ lo terrorizzava.
“Potter…tu sei con Morris. Vieni
con me. Te la presenta adesso, così posso andare anch’io su.”
Gli fece strada verso i gradoni. “E cominciate subito a darvi un’occhiata in
giro. Se vedete qualcosa di sospetto parlate con il vostro superiore. La
disposizione delle altre squadre la conoscete, no?”
“Siamo stati in Accademia nei giorni scorsi per questo.”
Disse Simon.
“Bene. Molto bene.”
Turner ed il ragazzo si smaterializzarono all’esterno dello
stadio, dove in lontananza si vedevano i cancelli che ancora impedivano alla
gente di entrare per affollare lo stadio.
“Potter…lei è il capitano Morris.”
Disse Turner presentando una donna di colore alta e snella.
“Il famoso Potter…” sorrise la donna. “…ti ho incrociato
diverse volte nei corridoi tra una lezione e l’altra, ma è davvero un piacere
per me fare finalmente la tua conoscenza e lavorare insieme.”
“Piacere mio, capitano.”
“Potter qui è un diavolo con il disarmo.
Se si dovesse verificare qualche scontro lasciate pure campo libero.” Disse serio Turner.
Questo procurò in Harry una piacevole punta d’orgoglio.
Raramente Turner, nella sua carriera, aveva fatto elogio di
qualche suo studente.
Con un cenno i due capitani si salutarono e Turner sparì nel
nulla.
“Ti è andata bene. L’esterno dei
campi è sempre molto più appagante.” Disse il capitano Morris.
“Mi sembra invece molto buio e deprimente, signor capitano.”
Disse Harry domandandosi se dovesse dire signora capitana…suonava troppo
male…ma lei non contestò nulla.
“All’interno dello stadio è molto facile distrarsi. La
partita ha un effetto catalizzatore sugli Auror più giovani e meno esperti. Infatti è molto facile perdere qualche dettaglio importante
nel corso di una missione. E poi…fuori si vedono movimenti più interessanti.”
“Contrabbandieri?” chiese Harry alzando lo sguardo verso la
donna di qualche centimetro più alta di lui.
“Contrabbandieri…spacciatori…scommettitori…ma non sono
questi quelli che ci riguardano…” lo guardò anche lei che fino ad un attimo
prima teneva lo sguardo fisso verso la cima dello stadio. “…parecchi maghi
oscuri sono stati catturati durante manifestazioni popolari o, come in questo
caso, partite di Quidditch. Ovviamente il da fare
maggiore l’abbiamo avuto quell’anno alla coppa del mondo…L’anno scorso tutte
queste attività sono state interrotte. Abbiamo riaperto i cancelli dello stadio
solo oggi…per questo c’è tutta questa confusione. La gente non riesce a vivere
senza vociare come bestie ad una partita.” Disse lei
con aria leggermente disgustata. “Non mi piace il Quidditch,
Potter. So che tu sei molto capace e un grande appassionato, invece…Nulla in
contrario?”
“Gusti personali, capitano.” Sorrise il ragazzo.
Questa si limitò ad annuire.
“Oggi per te comincia qualcosa di nuovo.” Disse dopo aver
lanciato un’occhiata ai cancelli che in meno di dieci minuti sarebbero stati
aperti. “Qualcosa che ti porterai dietro a vita. Ma certo…in
effetti non è il tuo caso! Eri neonato quando hai cominciato a dare
rogne ai maghi oscuri… Bene…buon lavoro, ragazzo.”
“Grazie, signore.” Disse a tono basso, ancora incerto se
usare il femminile o il maschile.
La cosa lo metteva parecchio a disagio.
La seguì per un po’ con lo sguardo mentre si allontanava e
veniva inghiottita dal buio della sera.
Poi tornò a concentrarsi e tirato sul il
mantello e il cappuccio si preparò.
La sua prima missione.
Il suo nuovo futuro.
“Si comincia…” si disse sorridendo e avanzò nell’ombra
sparendo nel nulla mentre dal cielo scendevano lenti i primi fiocchi di neve
della serata dopo che nel pomeriggio avevano concesso una pausa.
***
Una delle regole fondamentali di un Auror.
Essere invisibile.
Non nel vero senso della parola…ma avere un passo talmente
leggero che il piede deve quasi sfiorare il suolo e i movimenti devono essere
talmente rapidi da non lasciar vedere nemmeno la propria ombra.
Era stato ad esercitarsi per affinare quelle tecniche tutti
quei mesi.
Fin dal primo giorno.
Lo ricordava bene…
Sembrava una lezione di danza…e si era sentito parecchio
stupido…ma con questa e tutte quelle che seguì durante il corso aveva imparato
a camminare dolcemente e velocemente.
Poteva così calpestare la neve senza sentirla scricchiolare
sotto la scarpa.
In un’altra lezione aveva imparato a respirare in silenzio.
In un’altra…aveva imparato a resistere al freddo, al caldo e
alla pioggia.
A poco a poco…tasselli della sua nuova corazza si erano
andati aggiungendo a quelle doti che già possedeva.
E i frequenti allenamenti in palestra servivano per
rafforzare il loro corpo per prepararsi a tecniche sempre più affinate.
Ma aveva ancora tanta…tanta…tanta…strada da fare.
“Non muoverti, Potter.” Sentì un
sibilo alle sue spalle e la punta di una bacchetta puntata contro.
Riconobbe subito la voce.
“Vuoi uccidermi?” gli domandò senza muovere un muscolo.
“No. Non così. Sono venuto qui per parlarti.” Abbassò la bacchetta.
Harry si voltò e dopo l’ultima battaglia lo vide.
Draco Malfoy.
“Sei diventato Auror.” Disse con una smorfia fingendosi
compiaciuto. “C’era da aspettarselo.”
“Sai che ho il potere di farti molto male, vero?” disse
Harry a denti stretti e solo allora Draco si accorse che impugnava la bacchetta
e se ne sorprese.
Eppure non aveva mosso nemmeno un muscolo e un attimo prima
la sua mano era vuota.
“Non ne avrai il tempo.” Disse poi pacatamente il biondo. “Voglio
solo dirti che la partita ancora è aperta. Hai fatto scacco, ma le pedine sono
ancora sulla scacchiera. E quello che ti abbiamo dato è solo un time - break. Riprenditi. Fai con calma. Fatti una vita…una
famiglia…Ma sappi che…tornerà.”
Harry mosse la bacchetta lanciandogli l’incantesimo
incarcerante, ma…probabilmente, Draco prevedeva una mossa del genere.
Scomparve in una nuvola di fumo davanti ai suoi occhi,
mentre l’incantesimo si dissolveva nell’aria.
Harry serrò gli occhi per un attimo maledicendosi.
I battiti del cuore a mille, furiosi e irregolari.
Poi li riaprì, si guardò intorno e si accorse di essere
completamente solo.
Le urla provenienti dallo stadio gli fecero capire che la
partita era appena finita e che in meno di mezz’ora sarebbe potuto tornare a
casa.
E quella mezz’ora passò talmente velocemente che nemmeno se
ne accorse.
Era rimasto impietrito a rimuginare sulle
quelle parole.
Quell’avvertimento.
Tornerà.
Allora tutto non era finito.
Quella che stava vivendo era solo un miraggio di benessere
che gli stava benignamente concedendo.
Sarebbero passati anni, dunque, prima di riaffrontarlo.
Ma quanti?
Uno…due…?
O una decina?
O di più?
“Harry!” Lo raggiunse Ron con un grosso sorriso stampato in
faccia. “Guarda qui…gli autografi di tutti i giocatori dei Cannoni!!” disse mostrando una pergamena che sarebbe di certo
finita incorniciata sopra il suo letto. “Hanno perso contro gli Atlantis Ring…ma solo perché il cercatore avversario ha
preso prima il boccino! Tutta fortuna…sono stati bravissimi, comunque! Meritavano di vincere…” Il sorriso del rosso si spense
improvvisamente quando incrociò lo sguardo con quello di Harry. “E’
successo qualcosa?”
Harry cadde dalle nuvole e fu di nuovo trascinato con i
piedi per terra.
Come se nell’ultimo lasso di tempo fosse stato in un
universo parallelo.
Desiderava solo che fosse stato tutto frutto della sua
immaginazione.
Ma sapeva che non lo era.
La bacchetta di Draco lo aveva puntellato sulla schiena,
mentre era distratto.
L’aria fredda che aveva sollevato quando era sparito l’aveva
sentita bene pungergli le guance.
E aveva visto bene la scia dell’incantesimo che appena appena l’aveva sfiorato.
Guardò Ron.
L’amico lo fissava preoccupato.
Era di fondamentale importanza che anche Ron lo sapesse.
Ron era stato tra le schiere di Voldemort…magari
anche lui poteva saperne qualcosa…
…e poi…proprio mentre aveva aperto la bocca per parlare…la richiuse deciso.
‘Ron era stato tra le schiere di Voldemort.’
Si ripetè.
Dopo quei fatti…quegli atroci fatti…che li avevano messi per
mesi l’uno contro l’altro…Harry aveva imparato a fidarsi ancora più ciecamente
di Ron.
Ma dopo questo…si era impuntato con
se stesso ancora di più: non avrebbe più coinvolto in nessuna cosa riguardante Voldemort nessuno dei suoi amici.
Nemmeno Ron.
Nessuno.
Quindi nessuno sarebbe venuto a conoscenza di
quell’incontro.
Sarebbe rimasto solo tra Harry e Draco.
E Harry avrebbe impegnato tutte le sue forze per cercare
delle risposte.
Ancora la partita è aperta.
Ancora…la partita è tutta da giocare.
“Harry…? Che hai?”chiese ancora Ron.
“Nulla.” Rispose finalmente il ragazzo. “Proprio nulla.” Si
scosse un po’ e cercò di convincersi che quello non era il momento giusto per
pensarci ancora. “Com’è andata la tua serata?”
“Oh…solo un paio di brutti fecci…niente
di serio. Tu, qui fuori?”
“Freddino…ma niente di che. Una vera
noia.”
“Già…io almeno ho potuto vedere la partita!”
“Dov’è Simon?” gli chiese Harry guardandosi intorno.
“Ultimo giro di ronda. Sta chiudendo insieme a qualche altro
gli spogliatoi, mentre Turner e i capi fanno gli ultimi controlli. Le ragazze
ci aspettano a casa. Noi dobbiamo passare dall’Accademia per firmare il termine
della missione.”
“Aspettiamo Simon?”
“Perché?! Volevate forse andarvene
senza di me?!” disse questo comparendo alle loro
spalle.
“C’avevamo fatto un pensierino…” ridacchiò Ron.
E seppellendo come un ricordo in un pensatoio gli
avvenimenti di quella serata, Harry si aggregò agli altri due diretti verso
l’uscita dove si stavano raccogliendo tutti gli altri Auror.
***
Febbraio sembrava appena cominciato…e stava già quasi
finendo.
La prima missione aveva fruttato loro il primo gruzzoletto
da mettere da parte…
Ma almeno questa aprì loro la porta e così poterono avere
incarichi anche se piccoli e noiosi che fornirono un’altra manciata di galeoni
a testa.
E le lezioni continuarono, insieme agli esami.
In pochi mesi erano saliti di altri due livelli.
Per loro un vero record.
Si sentivano sempre più stimolati e appagati dall’Accademia
e avevano cominciato a frequentarla anche nelle ore libere.
Proprio in una di queste, Harry e Simon studiavano in un aula vuota malgrado fossero già le sei passate e potevano
anche decidere di tornare prima a casa, ma a disturbarli fu Ron, uscito per
delle commissioni per l’Accademia e appena rientrato, che aprì violentemente la
porta.
“Simon…devi venire
immediatamente.” Disse il rosso serio, sconvolto…
Anche Simon si preoccupò all’istante vedendo la faccia di
Ron e saltò giù dalla panca dell’anfiteatro andandogli incontro.
Harry non aveva mai visto il biondino incupirsi così
all’improvviso, mentre fino ad un attimo prima rideva con lui.
“Che succede?”
“Dobbiamo raggiungere subito Leicester.
Si tratta della famiglia Boot.” Ron tenne stretti i
chiusi nel pugno mentre parlava.
Simon sbiancò.
Fu il primo a uscire dall’Accademia e a smaterializzarsi sul
posto, seguito da Harry e Ron.
Per fortuna era buio, perché la zona era gremita di gente e
forze dell’ordine babbane.
Era una strada statale, nella periferia di Leicester, in
aperta campagna.
Terry era china sui corpi dei suoi genitori e di suo
fratello Jim.
“Terry…” la chiamò Simon avvicinandosi.
La ragazza non disse niente, ma si girò e gettate le braccia al collo del fidanzato pianse disperatamente.
“Cos’è successo?!” chiese
angosciato Harry guardando quella scena così straziante.
“Erano con un’auto del ministero. Suo padre lavorava per il
reparto della regolamentazione…ehm…non mi ricordo di che cosa. Pare comunque
che avessero preso la macchina per andare a fare una visita ad un amico di famiglia babbano…quindi
volevano evitare di smaterializzarsi o di usare la metro polvere. La loro auto
è sbandata sopra il ghiaccio che c’era sulla strada. Non hanno potuto fare
niente. Sono stati investiti in pieno da quel coso.” Disse Ron indicando l’enorme
tir che aveva compattato la macchina che veniva sollevata da un braccio
meccanico. “Appena sono arrivato in Accademia tutti parlavano di Jim…era
cadetto, qualche grado sotto a noi, ricordi?”
Hermione comparve vicino a loro.
“Ci sei anche tu?” le chiese Ron stupito.
“Hanno allertato il San Mungo dieci minuti
fa…ma non possono più fare niente. E poi ci sono troppi babbani.”
Rispose lei in un sussurro. “Sono andata a prendere a casa una giacca per
Terry. E’ uscita con quello che indossava…Scusate. Vado a
portargliela.”
Hermione si allontanò un attimo.
Quando tornò, dopo aver lasciato la giacca a Simon, che si
premurò di coprire la ragazza, la bruna aveva gli occhi pieni di lacrime.
“Quel che è peggio…” tirò su col naso e cercò un fazzoletto
nelle tasche della divisa del San Mungo. “…è che…” le lacrime cominciarono a
scendere. “…Terry ha solo degli zii di lontano grado in Germania, con cui tra
l’altro non è in buoni rapporti...I suoi nonni sono morti
da anni…non ha cugini…non ha un parente…ora è completamente sola!”
“Bhè…c’è sempre Simon…” cercò di
rassicurala Ron passandole un braccio sulle spalle e baciandole la
fronte.
“Almeno questo, poverina…”
Non passò nemmeno mezz’ora che Simon si avvicinò da solo a
loro.
“Andiamo.” Disse piano con gli occhi lucidi.
“Dove?!” allargò le braccia Harry
scandalizzato.
“A casa, Harry. Torniamocene a casa.”
Harry, Ron ed Hermione cercarono di replicare, ma Simon si
era già smaterializzato, incurante degli ultimi babbani
alle loro spalle.
Cercarono Terry con lo sguardo e videro che anche lei era
sparita.
Non poterono fare altro.
Raggiunsero Simon un istante dopo comparendo in soggiorno,
giusto in tempo per vederlo entrare nella sua stanza e chiudere violentemente
la porta.
I tre entrarono, senza nemmeno bussare.
Trovarono Simon seduto sul letto, la testa china tra le
mani.
“Simon…” chiese Harry.
Il ragazzo scosse la testa e scoppiò a piangere disperato.
“Non capisce…non può…non può stare sola, quella pazza…” balbettò tra i
singhiozzi.
“Che cosa stai blaterando?” gli si avvicinò Ron.
Simon alzò la testa verso di lui. “Mi ha lasciato.” Disse
debolmente mentre dai suoi occhi rossi e gonfi scendevano due grosse lacrime.
Hermione gli si sedette accanto e poggiò una mano sulla
spalla del ragazzo. “Simon…probabilmente…era sconvolta…ha perso i suoi genitori
e suo fratello…lei…sono certa che tornerà! Ha bisogno di qualcuno! E tu sei
l’unica persona che le sia rimasta!”
Ma Simon scuoteva il capo. “No…non tornerà…la conosco…quanto
dice una cosa…Santo cielo! …io non ce la faccio senza di lei! Merlino…io ne
sono innamorato! E lei è sola…è sola…”
Ne Harry, ne Ron, ne Hermione
poterono trovare altre parole di conforto per l’amico, che pianse più forte
carezzando con una mano la testa di Whisky venuto per consolare il padroncino.
Continua…
Capitolone in molte parti stravolto rispetto
all’originale…ma così…penso sia più completo!
Tranne la scena
finale!
In quella ho cambiato
solo qualche descrizione…ma la morte della famiglia di Terry e la sua
separazione da Simon era già scritta.
E sono la prima a
dispiacermene.
Ho voluto inoltre
inserire qualche anticipazione del prossimo futuro…insomma…qualche idea di cosa
ci sarà dopo ‘Accademia’…spero di aver stuzzicato la vostra curiosità!
E poi ho fatto
riapparire il famigerato Draco…amore di tanti lettori…^_^
Ma…ringraziamo!
- Finleyna 4 Ever: Ormai sei supersonica! La primissima!!!! Sembra quasi che ti faccio un trillino
quando posto, così tu vai subito a vedere…siamo in empatia?!
Chissà…Si…Cresceranno tutti! Insomma…non posso tenerli a vita dei ragazzini,
no? Questo capitolo è un po’ più difficilotto…non
volevo che ‘Accademia’ andasse tutto rose e fiori…tu
che ne dici?
- mikyblack: Ora scopro pure che i miei capitoli hanno
anche effetti rilassanti e distensivi, oltre che portano alla dipendenza, come
qualcuno ha scritto in un commento di C.I.T.A. …mmm…aprirò un centro benessere, allora…! Introdurremo
l’innovativa FFterapia! Che
ne pensi? ^_^Decisamente
Ron ed Hermione sarebbero stati troppo affrettati…è giusto che anche loro
tengano i tempi…soprattutto considerato che Hermione è Hermione! Può avere gli
ormoni a mille, ma non si concede tanto facilmente…nemmeno a Ron! Ahimè…si…’Accademia’
ormai si può dire conclusa…ma chiusa una porta si apre un portone! E’ pronto
(giusto solo da rivedere qua e là) il seguito! Con tanti Missing
Moment pronti per voi! Non vi lascio mica in tredici, cara…ho già fatto questo
errore una volta…non mi ripeterò! Fammi sapere che te ne sembra questo
capitolo!
- __Ombra__: Ti assicuro che più che la mia adorata facoltà di scienze biologiche,
avrei decisamente preferito iscrivermi all’Accademia Auror! ^__^ solo che…sigh…non l’ho trovata sulle pagine gialle…sigh…scherzo! Il mondo post scuola è tutta un’altra cosa…a
me piace molto, solo che a volte pesa il senso di responsabilità che ognuno
deve concretizzare al 1000%!!! Sei libero di decidere
se andare a lezione o no…se darti una materia o no…se un giorno prendertelo a
vacanza…puoi anche perdere i ritmi e tutto si va a fare a benedire…ma malgrado
tutto è molto molto bello! Ti senti più libero e più
grande! Una nuova vita, insomma…sono contenta di averti rassicurata! Grazie per
aver letto anche ‘Ballo in Fa Diesis Minore’! Sono contentissima che ti sia
piaciuto! Spero tu abbia trovato interessante anche questo capitolo…
- Hogwarts_My_Life: Io AMO
i super commentoni! Prima di leggere il tuo mi sono
armata di una bella tazza di thè e me lo sono proprio
goduto! Ma quante risate…che poi…per la cronaca…tu non vivi senza il caffè
d’orzo…io non vivo senza i thè! Li colleziono da
tutto il mondo e di tutti i tipi! E non passa giornata (tranne quelle afose
estive che qui a Palermo sono parecchio asfissianti) che non me ne faccio un
paio! Ma non divaghiamo…La tua super scorta di benzina mi ha fatto mettere il
turbo! Ho ribattuto questo capitolo in pochissimi giorni! E ho già preso in
mano l’11!! Visto, visto? Te lo dicevo io! Ron ed
Hermione hanno uno stranissimo rapporto…a tratti si dimenticano di essere fidanzati
e si ricatapultano negli anni in cui erano ancora
amici e facevano tutto come se niente fosse…Hermione, in più…è combattutissima
perché non vuole offendere ne respingere Ron…ma allo stesso tempo vuole
mantenere salda la sua posizione…Simon ha fatto cedere le sue difese e questo a
poco a poco servirà per ammorbidirla… per questo è andata via piangendo…un po’
esagerata…ma credo che Hermione avrebbe reagito così. Simon è il tuo
personaggio preferito? Anche il mio! E’ stato una sorpresa, per me…non so come
diavolo mi sia uscito fuori dalla penna…ma è stato amore a prima vista…ora, in quest’ ultimo capitolo l’ho maltrattato un po’…Credo poi che
in questa ff non ci sia una vera coppia di
spicco…certo Harry e Ron sono e restano i protagonisti…ma ho cercato di dare
spazi a tutti…Forse hai ragione…un peletto in più
l’ho concesso a Harry e Ginny…ma Ron ed Hermione sono e restano la mia coppia
preferita! Ci si può sbizzarrire con questi due! E gliene farò passare delle
belle…e delle brutte…bocca mia statti zitta! ^.^ Grazie infinite per aver letto
‘Ballo in Fa Diesis Minore’! E non preoccuparti per la prof…
‘Accademia’ l’ho scritta proprio durante le ore della professoressa di
italiano, quando ero ancora al liceo (madò…a pensarci
è una vita fa! Molto più di 2 annetti…almeno 4!)…Prongs,
la mia compagna di banco leggeva i fogli che le passavo dopo averli scritti
nascosti sotto i libri…insomma…bei tempi! Avevo tantissimo tempo per scrivere…e
italiano l’ho studiato poi solo alla maturità! ^_^ Troverai tutto il tempo anche
tu…e poi per commentare basta un minutino piccino picciò!!! Un bacione!
Sono contentissima che
vi stia continuando a piacere!
E ci tengo molto a
dirvi che…il prossimo capitolo è proprio l’ultimo di ‘Accademia’!
Ohi ohi!! Mettete giù le armi…
Ho in serbo tante
sorprese…
Seguite e vedrete!
Intanto fatemi sapere
in tanti cosa ne pensate di questo capitolo!
In tanti!!!!!!
Mi raccomando!!
Qui c’è bisogno di
tanta benzina per andare avanti!!!
ORSU’!!!!!
Fatemi felice!!
Ho già cominciato a
rivedere il capitolo 11…e spero che ci rivedremo presto…!
Ultimo capitolo, signore e signori… vi aspetto al commento finale per i
saluti…buona lettura
Ultimo capitolo,
signore e signori… vi aspetto al commento finale per i saluti…buona lettura!!
Capitolo 11: …But that it’s not the
end
A fine maggio era arrivata dell’ aria
fresca e dolce quell’anno, sostituendosi alle fredde giornate invernali e al troppo
pallido sole spesso coperto da nuvole che si era presentato in quella primavera
ormai alla sua conclusione.
Ma tante cose erano cambiate negli ultimi mesi.
Harry e Ginny si erano visti oltre alla sera dopo la partita
di Quidditch dove loro avevano tenuto la loro prima
missione, solo per San Valentino, quando Harry era andato a Hogsmeade
a prenderla per portarla a Londra per un pomeriggio, prima del coprifuoco della
scuola entro il quale la ragazza doveva tornare.
E certo non poteva essere facile da sopportare la
lontananza.
Ron aveva perso il lavoro al pub, anche se in compenso,
l’Accademia aveva cominciato a dare sempre più spesso incarichi e missioni che
venivano ben pagate.
Hermione era arrivata decisamente molto più avanti nel suo
corso e i diversi docenti le avevano proposto turni extra dopo le lezioni per
impratichirsi meglio e più velocemente, così che avrebbe potuto conseguire il
titolo di Medimago in due anni invece che nei tre
previsti.
Questo però comportava che lei e Ron avevano avuto sempre
meno tempo per vedersi…tra le missioni e le lezioni di lui e i turni di lei…
Presto però l’estate avrebbe portato un po’ più di riposo e
avrebbero potuto certamente recuperare il tempo passato senza le proprie
ragazze.
Questo non valeva per Simon.
Si era ripreso un poco verso metà aprile, quando aveva
cominciato a mangiare un po’ di più, anche se non tornando ai volumi di cibo
che riusciva ad ingurgitare fino a qualche mese prima.
Per quasi tutto marzo si era rifiutato di frequentare
l’Accademia e questo aveva comportato un suo decadimento nel rendimento,
restando anche indietro di un altro paio di esami.
Solo quando Turner era venuto fino a casa loro per prenderlo
e riportarlo in Accademia con le buone o con le cattive, come aveva detto lui,
si convinse a darsi una mossa e cercò di mettersi al passo, recuperando almeno
le lezioni perse.
Turner, che si era affezionato al suo gruppo, aveva
minacciato alcuni colleghi, purché questi dessero una mano al ragazzo a
recuperare.
Ma malgrado tutto…Simon restava sempre molto silenzioso e
soprattutto…molto triste.
Probabilmente anche Harry avrebbe sofferto così se avesse
perso Ginny senza nemmeno un perché.
Perché Terry…non aveva dato nessuna spiegazione.
Era sparita nel nulla e Simon non aveva potuto fare più
niente per fermarla, parlare, chiarire.
Harry ci aveva pensato su.
Le ultime settimane, prima della morte dei suoi genitori,
Terry era sembrata molto distante da Simon, tanto che avevano avuto un piccolo
battibecco su una vera scemenza: la camera di Simon in disordine.
Terry ne aveva fatto una vera tragedia.
Certo…la camera di Simon era proprio un quadro apocalittico
quella sera…ma la reazione della ragazza era stata decisamente esagerata…
Probabilmente pensava già di lasciarlo.
Magari non provava più quello che aveva provato prima…
Simon si era dimostrato una persona incontrollabile e
imprevedibile…ma fondamentalmente buona e disponibile!
E soprattutto…una persona allegra e positiva.
Tutto il contrario di quell’ombra nera che era uscita di casa
di mattina presto dandogli solo un piccolo cenno di saluto mentre faceva
colazione con Ron, prima di andare con Turner al Winzengamot
per un processo che dovevano supervisionare.
Harry e Ron erano stati tenuti fuori.
Loro avevano appena concluso una settimana piena di
supervisioni del genere dopo che con un blitz l’Accademia aveva arrestato
diversi mangiamorte, mentre Simon si preparava ad un
esame…
Verso le undici passate, quando il sole era alto ed entrava
luminoso dalla finestra del soggiorno dove Harry stava studiando, Ron uscì
dalla sua stanza, dove anche lui studiava per il suo stesso imminente esame,
con un foglio di pergamena in mano.
“Hermione mi ha mandato Leotordo. Dice che viene a pranzo.”
“Oh…vuoi che vi lascio, soli?”
Il rosso scosse il capo. “No…non preoccuparti…”
“Dai, sul serio! Vado a studiare in
Accademia!”
“Senti…apprezzo tantissimo il gesto…ma…davvero…non è
necessario.”
Resta per un lungo momento in silenzio, arrossendo
gradualmente sempre di più. “Sai…ci abbiamo provato.” Disse ad un certo punto
sedendosi al tavolo.
La sua voce era davvero bassissima.
Harry lo guardò sapendo già la risposta. “No?”
“No.” Sospirò Ron. “E poi…ci vediamo pure pochissime
volte…insomma…è proprio impossibile…”
Il moretto non seppe che dire.
Ron si alzò per tornare a studiare leggendo il biglietto che
ancora teneva in mano.
Harry guardò il suo libro e gli appunti e li chiuse con un
colpo. “Dobbiamo fare la spesa! Se viene Hermione a pranzo non basteranno certo
le cose che abbiamo…E poi devi cucinare tu!”
“Cucinare io? E’ sabato! Tocca a Simon!” si fermò all’inizio del corridoio Ron voltandosi
verso l’amico.
“…che non tornerà prima di un paio d’ore, se gli va tutto
bene…”
Ron si grattò la nuca. “Ok…ok…” si arrese. “Cucino io. Che preparo?”
“Fai un po’ tu…” spinse via il libro Harry alzandosi per un
bicchiere di succo di zucca e afferrando il Profeta ancora sul davanzale della
finestra dove il gufo del mattino l’aveva lasciato un paio di ore prima. “…ma
evita di replicare la torta salata dell’altra volta…”
“Già…mi è venuta bruciata fuori e cruda dentro…meglio
evitare…” si morse pensieroso il labbro il rosso.
“C’è un rollò di carne ripieno in
freezer..” disse Harry risedendosi e sfogliando il giornale sul tavolo con la
mano libera dal bicchiere.
Ron non se lo fece ripetere e uscì il cibo avvolto in della
carta per alimenti dallo sportello lanciandolo malamente sul tavolo e
riempiendo il giornale sotto il naso di Harry di ghiaccio.
“Ehi!” il moretto gli tirò contro qualche pezzetto di
ghiaccio.
“Scusa…” si parò portando avanti le mani il rosso. “ Non ci
sono le patatine fritte.”
“Prendi qualche sterlina e scendi al supermercato a
comprarne una confezione!” gli suggerì Harry tornando a leggere il giornale.
“Giusto…” Ron prese il portafoglio, una felpa presa tra
quelle buttate sull’appendiabiti senza una vera ragione e si smaterializzò,
mentre Harry gli ricordava di comprare anche dell’insalata…
Un’ora e mezza dopo la situazione era la seguente: Harry si
era convinto ad aiutare un disperato Ron troppo imbranato ai fornelli, mentre
la radio ravvivava un po’ l’ambiente e attutiva il nervosismo culinario di Ron.
Di punto in bianco…suonarono al citofono.
I due si guardarono.
“Da quando Hermione usa il citofono? Lei
non si smaterializza direttamente qui su?” Ron lasciò andare il coltello con il
quale stava tagliando la lattuga che era dovuto tornare a prendere scendendo
una seconda volta perché non aveva sentito il monito di Harry, spense la radio
puntandole contro la bacchetta e andò a rispondere. “Pronto?”
“Siete presentabili?” chiese la voce di Hermione che usciva
in vivavoce dall’apparecchio appeso vicino alla porta di ingresso.
“Presentabili? Che
vuoi dire?” chiese il rosso asciugandosi ancora le mani nello strofinaccio e
inclinando un po’ la testa verso il citofono per farsi sentire meglio.
“C’è qualcuno di voi…insomma…che è in mutande?”
Ron arrossì.
Era successo proprio durante la settimana che Hermione,
comparendo all’improvviso in casa, aveva trovato Harry in boxer, Simon in
accappatoio e Ron in mutande e maglietta.
Erano tornati dopo un’estenuante giornata di missione tra Azkaban e il Winzengamot, proprio
il giorno del grosso blitz, in cui nemmeno Simon era stato esonerato.
Aspettavano a turno di farsi una doccia: Simon era appena
uscito, per l’appunto…
“No…tranquilla…puoi salire…” sorrise Ron.
“Ho portato con me un’amica.” Disse ancora Hermione.
Harry e Ron si guardarono incuriositi.
“Può salire?” chiese ancora la voce della ragazza.
Ron lanciò un’altra occhiata a Harry prima di rispondere“C-certo…”
“Bene!” squittì felice lei. “Simon è lì con voi?”
“Simon? No…torna più tardi…”
“Oh…peccato…va bhè…stiamo salendo!”
Si chiuse la comunicazione e Ron aprì il portone pigiando il
pulsante.
“Perché ha chiesto di Simon?” chiese il rosso corrucciando
le sopracciglia.
“Forse ha portato una ragazza da presentargli…”
“Harry…questo non è da Hermione…!”
“Ho solo fatto un’ipotesi…”
Ma quando dopo pochi minuti Ron
aprì la porta con Harry un paio di metri dietro di lui che portava a tavola l’insalatiera,
con Hermione c’era l’ultima persona che si sognavano di vedere.
“Terry!” dissero i due a voce alta sgranando gli occhi.
A Harry per poco non cadeva giù dalle mani l’insalatiera.
La ragazza era notevolmente incinta.
“Merlino…questa si che è una grossa
sorpresa!” disse sconvolto Ron guardando preoccupato Terry.
“Su, Ron…sii carino!” gli diede un bacio sulla guancia
Hermione passandogli accanto.
“Non preoccuparti Hermione…mi aspettavo questa reazione…”
disse Terry sorridendo ai due ragazzi fermi sulla porta.
“Che dite voi…la fate entrare o dovete
continuare a fissarla così? Tra l’altro…Terry dovrebbe proprio sedersi!
Abbiamo camminato dal San Mungo a qui! Lei non può
smaterializzarsi nelle sue condizioni!” la bruna già si era tolta il cappotto e
cercava di appenderlo all’appendiabiti, dovendo però prima cercare di dare una
vaga sistemata a questo.
Ron, con la mano ancora sulla porta si fece di lato e la
fecero entrare.
Harry fece accomodare Terry e la sua pancia sul divano
togliendo tutti i libri che aveva gettato lì per apparecchiare, Hermione si
premurò di metterle dei cuscini dietro la schiena mentre Whisky le faceva le
feste, felice di rivederla.
La ragazza ringraziava il beagle
carezzandolo dolcemente sulla testa e con grattini dietro le orecchie.
“Terry è passata oggi al San Mungo per una visita di
controllo…l’ho trattenuta e siamo riuscite a parlare per tutta la mattinata…ed
eccoci qua!” fece Hermione soddisfatta della sua impresa.
“A che mese sei?” le chiese Harry titubante.
“Oggi entro nel sesto. E’ successo…a dicembre…credo…la notte alla baita…” arrossì
notevolmente la ragazza.
“Quindi…quindi…Simon è il padre…” disse Ron sedendosi sul
bracciolo del divano.
Terry sorrise malinconica. “Certo.”
Harry cominciava a capire. “E’ per questo che l’hai
lasciato?”
Lei calò il capo e si guardò con insistenza le mani che
carezzavano amorevolmente la pancia.
“Simon mi ha sempre detto…e vi dico…anche in maniera quasi
snervante…di non volere figli prima dei suoi 25 anni. Vuole godersi la vita.
Non vuole troppe responsabilità…soprattutto responsabilità grosse come queste…Ci
siamo scontrati diverse volte sull’argomento nei tre anni che siamo stati
insieme…ma…lui è fatto così…”
“Quindi Simon non sa che tu…” le disse piano Ron.
Terry scosse debolmente la testa. “No. Ho preferito,
sbagliando senza dubbio, lasciarlo per non dargli questo peso che non avrebbe
voluto. Io…io lo amo ancora tanto.”
Sulla guancia della ragazza scivolò una piccola lacrima, ma
sorrise quando Whisky gli posò la testa sulle sue gambe e mugugnò un po’.
“Non ho mai smesso di farlo. E’ per questo che sono qui.
Hermione ha ragione: è giusto dirlo a Simon. Sarà lui a scegliere se prendersi
questa responsabilità o no. Io…io ho voluto tenerlo. E’ pur sempre il figlio di
Simon…ed è pur sempre mio figlio…non me la sono sentita di perderlo.”
Ron sospirò. “Cavolo…chissà che faccia farà Simon quando
tornerà a casa…”
“La stessa che faresti tu se Hermione si presentasse con una
pancia così…” ridacchiò Terry facendo spuntare di nuovo il sorriso sulle sue
labbra.
“Oh…credo che ancora non corriamo questo rischio…” arrossì
Hermione guardando con un sorriso Ron.
Si voltarono tutti perché improvvisamente la porta di aprì ed entrò proprio Simon che si accorse di Terry solo
quando ebbe chiuso la porta alle sue spalle e lasciato le chiavi e la borsa sul
mobile all’ingresso.
Lo sguardo triste e serio si tramutò in uno pieno di sorpresa
e…ansia.
Terry si mise con agilità in piedi rendendo agli occhi del
ragazzo una piena visione del suo stato, mentre le lacrime che ancora
scendevano lente sulle sue guance.
Simon arrossì furiosamente senza riuscire a parlare.
Lei gli si avvicinò di un passo torturandosi le mani per il
nervosismo.
“Ehm…ti va un gelato? Conosco un ottimo posto…” gli propose.
Simon annuì, e senza preoccuparsi del fatto che stava
uscendo con la divisa da missione Auror, le aprì la porta d’ingresso e la
lasciò passare prima di chiudersela piano dietro.
Harry, Ron ed Hermione che avevano osservato la scena in un
silenzio carico di tensione, non seppero resistere e si fiondarono contro il
vetro della finestre per poterli vedere allontanarsi
insieme, fianco a fianco, lei con la testa un po’ china e lui che non le
toglieva gli occhi di dosso.
A ridestare la loro attenzione fu l’abbaiare di Whisky
appoggiato con le zampe anteriori al davanzale della finestra, anche lui
desideroso di sapere come fosse andata a quei due…
I tre sorrisero guardando il beagle
scodinzolare contento.
“Speriamo solo che la situazione si aggiusti…” sospirò Hermione.
“Tu cerca di non farmi mai uno scherzo del genere…” le puntò
contro il dito Ron.
Hermione lo guardò con aria di sfida. “Non dirmi che non
vorrai mai diventare padre…”
Il ragazzo arrossì ai limiti del possibile. “Non tra due o
tre anni, questo è certo…più in là…”
“Ecco le ultime parole famose…” sghignazzò Harry alle sue
spalle.
“E tu piantala! E vedi di non farti
venire in testa strane idee con Ginny, chiaro?!” si
accalorò Ron.
“Tu ne vuoi figli, Harry?” cercò il suo appoggio Hermione.
“Mi piacerebbe…” alzò le spalle lui sorridendo imbarazzato.
“Vedi? Harry è
una persona che sa prendersi certe responsabilità!” lo indicò Hermione portando
una mano al fianco.
“Prima di tutto, Hermione, sappi che i bambini non nascono
in mezzo alle zucche! Ne con la sola forza del
pensiero…E secondo poi…Harry! Non appoggiarla, insomma…dammi man forte! Mi sento aggredito…”
Scoppiarono a ridere mentre Hermione dava prima una
spintarella a Ron imbarazzata, poi lo baciava dolcemente sulle labbra.
***
Avevano appena finito di cenare quando Simon rientrò in
casa.
Tutti e tre, insieme a Whisky, lo guardarono desiderosi di
notizie.
Il biondino lasciò cadere le chiavi sul mobile e si slacciò
il mantello della divisa che teneva ancora indosso.
“Dov’è Terry?” ruppe il silenzio Hermione.
“L’ho riaccompagnata a casa. Sta raccogliendo le sue cose.
Verrà a stare qui almeno fino a quando nascerà il bambino.”
Alzò lo sguardo e sorrise per la prima volta dopo mesi. “Siamo tornati
insieme.”
La bruna non seppe resistere e corse ad abbracciare l’amico…
“Sono felicissima! Sapevo che l’avresti capita!” squittì entusiasta.
“Bhè…si…era sconvolta…ma io non ho
problemi! Davvero…sono felicissimo! Mi dispiace di non
averla aiutata fin’ora…” disse lui sollevato quando Hermione lo lasciò andare.
“E come ti senti adesso?” gli chiese Harry.
Simon scoppiò a ridere. “Rincoglionito!”
Risero anche gli altri e Whisky festeggiò il rianimato
padrone.
“Ehm…io…devo dirlo ai miei…loro sono partiti all’estero…li
contatto al telefono…”
Ron gli porse la cornetta.
Il ragazzo la prese un po’ spaventato e se ne andò in
camera.
Non sarebbe stato facile.
***
Harry comparve in salotto con una scatola tra le braccia.
Avevano già cominciato a portare alcune delle cose di Terry
a casa loro, così che già da quella sera non sarebbe stata più sola.
Davanti a lui passò Simon ancora al telefono con i suoi.
“Mamma…mamma…non urlare…calmati…” alzò la voce per
sovrastare le urla della madre che si sentivano al telefono.
Teneva in mano la bacchetta con la quale stava spostando i
mobili nella sua stanza.
Entrò in soggiorno, aprì il frigo e prese una burrobirra che
stappò con un colpo secco servendosi del bordo del tavolo.
“Se non ti calmi chiudo il telefono! Sai che lo
faccio…ecco…meglio…mamma, ti ho detto almeno dieci volte che io l’ho saputo
solo qualche ora fa! C’eravamo lasciati! L’ho saputo oggi, per la miseria,
mamma!! Ma che violentata?!Mamma…ti prego…cerca di non dare di matto…” sospirò esasperato.
“Va bene…ripassami papà.”
Simon, a questo punto fu costretto ad allontanare la
cornetta dall’orecchio e anche Harry poté sentire le urla del signor McCullers.
Ridacchiò mentre Simon scuoteva il capo alzando gli occhi al
cielo, prima di riportare il telefono all’orecchio appoggiandosi poi ad una
sedia del tavolo.
“Papà…senti…ti ho già detto che me la vedrò io. Me ne assumo
tutte le responsabilità. Terry starà con me. Me ne occuperò io di lei e del
bambino. E vi prego di smetterla di urlare…è da un’ora e mezza che siamo al
telefono e ho perso un timpano! Si, si…stiamo già
sistemando la mia stanza…Terry trasloca qui per un po’. Papà…lo so che sono le
dieci di sera e che i traslocatori sono a dormire…ma
tu dimentichi che tuo figlio è un mago! Che fa tante magie…si dice babbano, papà…si, tu sei un babbano…va bhè, dai…fatemi chiudere: ho la stanza a
soqquadro. Ci vediamo quando tornate…fai una camomilla a mamma, ti prego! E prenditene una pure tu…Ciao, papà…”
Chiuse il telefono e guardò Harry aprire il frigo dopo aver
posato in corridoio la scatola e prendere anche lui due burro birre: una per se
e una per Ron che li raggiunse.
“Tutto ok?” gli chiese
quest’ultimo.
Simon scosse il capo. “Non l’hanno presa benissimo…” alzò le
spalle.
“Piuttosto comprensibile…” inclinò la testa Ron portando
alle labbra la bottiglia che stappata da Harry con un apri
bottiglie.
“Dio, come sono contento…” sorrise il biondino. “Ma ci pensate? Terry è tornata da me! E…sarò papà! Chi me
lo doveva dire?!Sono felicissimo!”
Si voltò verso i due amici e corse ad abbracciarli. “SONO FELICISSIMO!”
Saltò in un raptus di euforia!
“Noto con piacere che è stata risvegliata la tua indole casinarista…” rise insieme a lui Harry.
“Oh…comunque non preoccupatevi…non staremo qui per sempre…è
una situazione provvisoria…Io e Terry ci sposeremo prima di Natale!”
“Vi sposate?!” Sgranò gli occhi
Harry.
“Prima di Natale?!” gli fece eco
Ron.
“Ehi, ehi…se dipendesse da me mi sposerei con lei seduta
stante!” Si girò e allargò le braccia. “TERRY BOOT! IO TI AMO E TI SPOSERO’!!”
Hermione e Terry sbucarono sorridendo dal corridoio.
Simon corse ad abbracciarla e con una mano sul pancione la
baciò dolcemente sulle labbra.
Hermione svincolò dietro i due e raggiunse Ron, il quale le
passò un braccio sulla spalla e le sorrise.
All’improvviso dal nulla comparve Molly che non degnò
nessuno di uno sguardo, in preda a un nervosismo ansioso, e si fiondò sul
figlio, il quale si era prontamente allontanato da Hermione.
“Oddio…Ronnie…aiutami tu…io…io mi sento
davvero male…troppe notizie…troppe! Io…non riesco
ancora a crederci…” balbettò confusa e tesa.
Ron allarmato fece sedere la madre su una delle sedie della
cucina ed Hermione si premurò di riempirle un bicchiere d’acqua.
“Mamma…calmati…che succede?” le chiese lui mettendole una
mano sulla spalla chinandosi verso di lei.
Molly bevve in un sorso metà dell’acqua contenuta nel
bicchiere e respirò un po’ più regolarmente.
“Meglio?”
La madre annuì.
“Bene…ora dimmi che è successo.” Disse il rosso serio.
“Fleur è incinta.”
“Fleur?!”
ripetè Ron guardando a bocca aperta prima la madre,
poi Harry ed Hermione.
“Incinta.” Confermò la donna.
“Oh, cribbio…” si passò il figlio una mano tra i capelli.
“E non solo…Fred e George hanno annunciato le loro nozze con
Angelina e Alicia…”
Anche Ron cominciò a respirare affannosamente come la madre.“Ma
che dici?!Sul serio?”
“E non è finita! Tonks….dice che
vuole anche lei un figlio…”
“Bhè…più che comprensibile, mamma…sono già sposati e stanno
bene…” cercò di giustificare almeno questo…
Molly scoppiò in un pianto di nervosismo e prese la mano del
figlio che stava sulla sua spalla e la baciò.
“E adesso che altro c’è?” chiese lui imbarazzato per la
scena che stava proponendo ai suoi amici.
“Percy è tornato…è tornato a
casa…”
Ron sorrise. “Finalmente l’ha capito quello zuccone…”
“Ci ha chiesto scusa…il mio Perce…il
mio bambino…e Ronnie…!” disse Molly in un filo di voce rotta dall’emozione,
mentre un sorriso materno le compariva sulle labbra.
Fece chinare il ragazzo davanti a lei senza lasciargli le
mani.
“Ronnie…” ripetè “Dimmi la verità!
La dici la verità alla tua mamma, vero Ronnie?”
“Che devo dirti?”
La madre tirò sul col naso e
sorrise ancora più largamente. “Fred e George mi hanno detto che tu…che voi…”
si voltò sorridendo verso Hermione che arrossì e che improvvisamente percepì le
sue viscere che avevano preso a contorcersi come serpi. “…che tu ed Hermione,
insomma…vi siete fidanzati!!”
Ron ed Hermione avvamparono e la madre si lanciò sul figlio
abbracciandolo. “Hermione, cara…anche tu ti prego…” la invitò a chinarsi
accanto a Ron e abbracciò entrambi piangendo felice. “Sono felicissima per voi,
ragazzi…” disse carezzando una guancia ciascuno guardandoli negli occhi. “…non
potevo desiderare per te ragazza migliore, Ronnie…Bhè…ora è chiaro che anche
voi dobbiate…come dire…tenere la testa al posto giusto…e…”
Ma Molly aveva visto di sfuggita Terry.
Strabbuzzò gli occhi e balzò in piedi rossa e sconvolta.“S-Simon Mc Cullers…che cose le
hai fatto?!” urlò.
Simon sorrise e abbracciò la ragazza. “Che dice, signora Weasley…non è più sexy così la mia futura
mogliettina?”
Molly svenne tra le braccia di Ron ed Hermione che la
presero al volo.
***
Hermione prese la sua giacca e la sua borsa e salutò tutti. “Terry…ricordati
che lunedì devi passare dal San Mungo…”
“Certo…e chi se lo scorda…” le sorrise la ragazza.
“Ecografia?” chiese Simon frizzante, malgrado
l’orario.
“No…devo ritirare dei certific…Eco-cosa?!”
“Oh…non li fanno i maghi, eh?” chiese un po’ deluso il
biondino.
Hermione sorrise mentre porgeva a Ron la giacca e si issava
la borsa sulla spalla. “Mi spiace Simon…nelle analisi pre
natali i maghi non sono proprio ferratissimi…”
“Quindi non possiamo sapere se è maschio o
femmina se non alla nascita?”
“Bhè…si…”
“Cos’è l’ecografia?” Chiese ancora Terry.
“Un obiettivo che vede il bambino nella tua pancia!” le
bacio la guancia lui.
“Santo cielo…e da dove lo fanno entrare?!”
chiese Ron ad alta voce.
Anche Terry sembrò allarmarsi quanto Ron.
“No, no…” rise Simon insieme a Harry ed Hermione. “ Lo
passano sulla pancia…vede attraverso la pelle…E’ davvero bellissimo! Si riesce
a vedere il bambino! Si può capire di che sesso è…se sta bene…”
“Oh…” si tranquillizzò Terry. “I maghi non lo fanno sicuro?”
chiese poi ad Hermione con aria speranzosa.
“No…solo i babbani…” diede una scrollatina di spalle la bruna.
Lei storse il naso. “Non mi fido dei babbani…”
“Però…ti fideresti di tuo cognato Eddy?” Le chiese con un
sorrisetto furbo Simon.
Terry lo guardò stranita.
***
“Solitamente sabato e domenica siamo chiusi qui in studio…ma
per il mio nipotino questo ed altro…” disse Edward McCullers
facendo strada ai sei ragazzi dietro di lui.
Si erano alzati di buon mattino per essere alle dieci in
punto fuori dallo studio del fratello maggiore di Simon, che di professione
faceva proprio l’ecografo.
“Siete tutti maghi, qui?” chiese accendendo le luci dello
studio quando furono dentro.
“Si…” sospirò emozionato il fratello.
“Che forza…non potete immaginare quanto ho invidiato Simon
quando è andato a Hogwarts…mi sono fatto raccontare qualche cosa, ma non è
certo lo stesso…ecco, da questa parte…”disse entrando in una stanza e
accendendo la luce.
Si infilò il camice bianco e i guanti in gomma da medico e
accese l’apparecchio.
“Accidenti…così fai paura, Ed…” gli
sorrise incerta Terry tenendo ben stretto il pancione con le braccia.
“Ehm…Eddy…ci muoviamo? Ti giuro che non sto più nella pelle!” saltellò sul posto come un
bambino, Simon.
“Ok…ok…Terry…stenditi su questo lettino.” Le disse
gentilmente indicandoglielo.
La ragazza diede la giacca ad Hermione e si distese.
“Ora…scopri la pancia.”
Lei arrossì imbarazzata. “Devo…togliere la maglietta…?”
“No, no…basta solo che la pancia sia scoperta…”
Terry obbedì e Eddy le mise sulla pancia del gel davvero
fresco. “A che serve questo?” chiese lei curiosa.
“Per far muovere meglio l’obiettivo sulla tua pelle. Ora rilassati. Non sentirai niente,
promesso”
Edward cominciò a cercare con l’apparecchio ecografico il
bambino, guardando con attenzione sullo schermo.
Simon si stava mordendo nervosamente un’unghia.
“Eccolo qui…!” Esclamò nemmeno un attimo dopo individuando
la testa.
“Che bello! Mi
somiglia!” Strillò il biondino.
Eddy guardò stranito il fratello.
“Non mi somiglia?” chiese preoccupato
Simon.
“Non lo posso dire certo adesso…si vede molto
poco nitidamente la faccia del bambino…di certo ha il naso all’insù come
te, Sam…” lo informò raggiante. “Marchio McCullers!”
“Quello…quello è un bambino?” balbettò Ron guardando lo
schermo rapito.
“Non è un bambino qualunque, Ron…è mio figlio!”
“Eddy, ti prego…gira di più quell’affare…Voglio vedere
anch’io!” lo pregò Terry fremente.
Sorrise emozionata quando vide il bambino muoversi.
“Sta facendo le boccacce…” commentò Edward vedendo la lingua
uscire dal profilo del bambino.
“Ma…è maschio o femmina?” chiese Ron guardando lo schermo
più da vicino.
“Ron…spostati…non vedo niente…” lo richiamò Terry.
“Scusa…”
“Bhè…datemi ancora qualche minuto…e lo sapremo!”
***
“Si chiamerà Oreste!”
“Simon…mi rifiuto di chiamare nostro figlio Oreste…” replicò
Terry rientrando in casa e accomodandosi sul divano.
“Perché no? Oreste McCullers! Come
mio nonno! E’stato un grande mago, lo sai? L’unico in famiglia, oltre me,
chiaro! Nonno Oreste scoprì le otto proprietà del fegato e del cuore dei
draghi, gli effetti collaterali delle pozioni con la Belladinotte
e la trovò la composizione pozione per far ricrescere le ossa!”
“Gli devo un favore, allora…”glibattè una mano sulla spalla Harry. “Una volta l’ho presa quella
roba…non avevo più un osso in questo bracci per colpa
di quell’idiota di Allock…” sventolò il braccio
destro all’aria.
“Allock ha fatto il suo dovere di
insegnante!” replicò Hermione “Per la precisione…quello di ricorere
ad espedienti magici qualora uno studente necessitasse di un soccorso
immediato!”
“Libro ‘Storia di Hogwarts’ capitolo…?”ridacchiò Ron
superandola.
“Undici.” Disse lei piuttosto seccata,mentre
Ron con un sorrisetto faceva intendere ai presenti che era una frase piuttosto
prevedibile.
“Comunque, Harry…” riprese la ragazza cercando di non badare
a Ron e Simon che ridacchiavano – Harry dal suo canto cercava di rimanere
impassibile – “…il professor Allock ha semplicemente
confuso una formula! Non lo si può accusare a vita di
questo!”
“Ma dell’Oblivion che ci voleva
scagliare giù nella Camera dei Segreti, si!”
“Gli si è ritorto contro! Mi sembra che abbia pagato
abbastanza quel gesto!”
“Oh, non prendere le sue difese, Hermione…quello non avrà
mai la mia compassione!”
“Ok, ok…torniamo al discorso iniziale…” intervenne Simon
prima che quei due ingaggiassero una litigata. “Sapevate che mio nonno Oreste
era un Medimago?” Il sorriso a trentadue denti di
Simon fece sorridere Ron ed Hermione.
“Certo che lo sappiamo! O almeno…io lo so
sicuro…” rispose Hermione. “E anche se non l’avessimo saputo…non credo
che un qualunque mago privo delle nozioni di base di cura possa trovare le
proprietà del fegato e del cuore di draghi, gli effetti collaterali delle
pozioni con la Belladinotte ed è riuscito ad ottenere la
pozione per far ricrescere le ossa. E poi al San Mungo c’è un suo ritratto tra
quelli dell’ingresso…”
“Comunque sia non si chiamerà Oreste!” Interruppe Terry
decisa.
“Ok…Oreste no…” Simon aprì il frigo e si versò in un
bicchiere del succo d’arancia. “Allora…Wilfred!”
“Mio zio si chiama Wilfred…” disse
Hermione sovrappensiero.
“Anche mio zio! Hermione…siamo
parenti!” le disse Simon allargando le braccia verso di lei.
“Non ho capito il nesso…” storse la bocca la bruna.
“Non c’è un nesso!” Esclamò ancora lui.
“Ah, ecco…adesso mi è tutto più chiaro…”
“Ti piace Wilfred, Terry?”le
chiese Simon.
“No.” Rispose secca lei.
“Oh, insomma…che nome vuoi mettergli, allora…? Harry…tu che nome daresti a tuo figlio?”
“Assolutamente Robert!” decretò deciso Harry.
Ron lo guardò con un sorriso furbo e i due si scambiarono
una breve occhiata.
“Bene…scarterò Robert dalla lista dei papabili…E tu, Ron?”
“Oh, bhè…ce ne sono diversi…”arrossì lui sentendosi chiamato
in causa. “William…Bruce…questi mi piacciono molto…”
“Dici sul serio?!” sgranò gli occhi
Hermione sorridendogli.
“Perché?”
“Piacciono molto anche a me!”
“Sul serio?”
“Ok…altri nomi scartati a tavolino…Ron ed Hermione pare che
qui abbiano le idee molto chiare…e anche tu, Harry…sei stato così categorico…”
sbuffò Simon sedendosi accanto a Terry che gli diede un bacio e posò la testa
sulla sua spalla.
“Non preoccuparti, Simon…c’è ancora qualche mese per
decidere…” Lo rassicurò dolcemente.
***
Ma quei mesi…passarono molto velocemente.
“Una gita al lago?”
“No, Ron…” sbuffò Hermione accanto a lui sul divano.
“A mare?” propose ancora lui.
“No…” rispose Harry.
“Cinque minuti al Polo Nord!”
“Ron stiamo soffrendo tutti quanti il caldo...perché non ti stai un po’ zitto…” lo rimproverò la
sorella tornata solo da pochi giorni da Hogwarts.
Avevano deciso di rinunziare a qualsiasi vacanza per poter
stare con Terry e Simon: la gravidanza della ragazza era ormai agli sgoccioli.
“Avanti Ron…sono le sei…mi accompagni a casa a prendere la
valigia per dormire qui?” gli chiese Hermione chiudendo il libro che stava
leggendo.
“Non l’hai portata con te?” sbuffò il rosso seduto
scompostamente sul divano tirando indietro la testa.
“Ti ho detto di no.” Sospirò la ragazza. “Non potevo
portarmela al San Mungo!”
“Ok…allora andiamo…”
Harry versò per se e per Ginny dell’altro thè ghiacciato e lo porse alla rossa.
“Grazie…” sussurrò riconoscente Ginny prendendo il bicchiere
che Harry le porgeva.
Stava sfogliando gli annunci della Gazzetta del Profeta alla
ricerca di qualche lavoro che poteva provare, ma li scartava quasi tutti con
veemenza.
“Credo che chiederò a Fred e George di farmi lavorare con
loro…” disse posando sul tavolo il bicchiere.
“Hai già ricevuto i risultati dei
gufo?” le chiese il fratello.
“Proprio stamattina.”
“Davvero? E com’è andata?!” le chiese curiosa Hermione balzando in piedi.
“Ho superato tutti gli esami…non sono andata male…tutti
‘Oltre ogni previsione’ tranne un ‘Eccezionale’ in
Difesa contro le Arti Oscure’.”
“Ottimo, Ginny! Una bella pagella!” Si
congratulò la bruna. “E non riesci a trovare niente con questi
risultati?”
Lei scosse il capo. “Purtroppo non sono tante le cose che mi
piacciono…certo, mi piace il Quidditch…ma una
carriera del genere mi toglierebbe tempo e io…bhè…vorrei mettere su famiglia! Non voglio sacrificare nemmeno questo…”
“Hai detto ‘Oltre ogni previsione’ in
tutto? Bhè…perché non provi in Accademia da noi…?”
propose Ron.
“Direi che non è il caso…” negò Harry sedendosi.
“E perché?” insistette il rosso.
“Bhè…a parte il caso che non sono proprio tagliata per i
lavori violenti…visto che già c’è Harry che gioca all’eroe, non c’è motivo di
rischiare anch’io…” rispose Ginny tornando a guardare il giornale.
In quel momento entrarono Simon e Terry, lei con una pancia grossa
il doppio rispetto a quella con cui si era presentata a fine maggio.
“Salve gente…la macchina è in
garage e le chiavi sono qui!” le sventolò il biondino per poi posarle sul
mobile accanto alla porta.
Ron si alzò dal divano per fare posto a Terry che si sedette
lentamente aiutata da Simon.
“Che faticaccia…” sbuffò chiudendo gli occhi esausta.
“Un po’ di thè, Terry?” le offrì Harry alzando la caraffa verso di lei.
“Si grazie…” si intromise Simon.
“Non chiedevo a te…”
Whisky si presentò davanti al padroncino tenendo in bocca il
guinzaglio.
“Non l’avete portato fuori per la passeggiatina?” chiese seccato lui.
Harry, Ron, Hermione e Ginny si guardarono e mormorarono
piano. “No.”
“Ok…” si stiracchiò Simon. “Andiamo, bello…”
Si chinò verso Terry per dare un bacio a lei e alla sua
pancia.
“Mi raccomando Matt…non nascere mentre papà e Whisky non ci
sono, chiaro?”
Terry sorrise. “Si è mosso un po’. Ti ha
sentito…”
Simon diede un altro bacio al pancione prima di uscire di
nuovo.
Anche Ron ed Hermione salutarono promettendo di tornare dopo
poco…e sparirono.
***
Notte fonda.
Ginny ed Harry dormivano nel letto di lui.
Il caldo certo non contribuiva…anzi, li teneva distanti!
E proprio per il caldo Harry si svegliò improvvisamente e di
soprassalto, scattando a sedere con un po’ troppa violenza.
Ginny si mosse un po’ nel letto accanto a lui, ma continuò a
dormire profondamente.
Il ragazzo sbuffò e si asciugò con la maglietta il sudore
che gli scendeva dalla fronte…
Probabilmente alla Tana avrebbe fatto meno caldo e avrebbero
dormito meglio…
Una settimana alla Tana sarebbe stata d’obbligo, non appena
Terry avesse partorito il mini McCullers
in arrivo…
Una volta sveglio si mise in piedi, inforcò gli occhiali e
uscì dalla stanza diretto al bagno per darsi una bella
rinfrescata rigenerante che lo avrebbe lasciato dormire ancora un po’.
Ma quando mise il naso fuori dalla porta vide la luce della
cucina accesa e trovò Ron con la testa dentro il frigo.
“Cerchi un po’ di refrigerio?” ridacchiò alle sue spalle
Harry raggiungendolo.
“No…cerco il succo di more…quello che c’ha mandato mia madre
ieri a pranzo…ho bisogno di mandar giù un po’ di zuccheri…sto sudando come un
dannato all’inferno…” riemerse Ron per un attimo prima di tornare a cercare tra
gli scaffali.
“Oh…non c’era più spazio nel frigo…Hermione ha fatto alle
bottiglie un incantesimo refrigerante e le ha conservate nella dispensa…”
rispose Harry aprendo l’anta e prendendo il succo che tanto cercava il rosso.
Ron lo guardò sollevato e prese felice la bottiglia dalle
mani dell’amico. “Ne vuoi un po’?” gli propose.
“Già che ci siamo…” si sedette sul divano Harry
stropicciandosi gli occhi, ancora non abituato alla luce nella stanza.
Versato il succo in due bicchieri di vetro, anche Ron prese
posto accanto a Harry e bevve un sorso di succo assaporandolo lentamente.
Fece schioccare la lingua e lanciò un’occhiata a Harry.
Il moro se ne accorse.“Devi dirmi qualcosa?”
Le orecchie di Ron cambiarono improvvisamente colore.
“Oh…ehm…si…in effetti qualcosa ci sarebbe…” sorrise
imbarazzato. “Io ed Hermione.”
“Qualcosa non va?”
“No…no…è tutto a posto…diciamo…si…a meraviglia…” si morse il
labbro sempre più imbarazzato. “L’abbiamo fatto anche noi.”
“Davvero? E quando?”
“I suoi sono partiti per le vacanze estive…siamo passati da
casa sua per prendere delle cose e…” non concluse la frase ma lasciò che si
intendesse tutto.
Harry lo fissò ancora. “Non sembri troppo entusiasta…”
“Lo sono, invece! Sia chiaro…non è che questo va a
migliorare il mio rapporto con Hermione…Per me continua ad essere tutto
perfetto…e questo…l’aver fatto…insomma…completa solo il quadro, capisci…?”
“Però…?”
“Però…” ripeté il rosso abbassando lo sguardo “…mi rendo
conto che ancora è presto per noi…insomma…è presto pensare a tutto il resto…Hermione
ci tiene molto ad andare avanti…nel senso…sposarci, costruire una famiglia…non
fraintendermi…è proprio quello che voglio anch’io! E al più presto, perfino…ma…da
un lato mi sento…come dire…molto positivo…dall’altro mi sento ancora un
ragazzino.”
“Un ragazzino che l’ha fatta in barba a Voldemort
e che si prepara a combattere tutti i giorni contro i maghi oscuri…”
“…ma che si spaventa di pannolini e marmocchi, Harry…e non è
solo questo…nel matrimonio ci sono tali e tante di quelle responsabilità che si
rischia di impazzire! Non è mica facile…”
“Nessuno ti dice di sposarti domani…”
“La mia testa si.”
“Ron…prendi il tuo tempo…non fare le cose perché ti senti in
dovere di farle…”
“Il punto è proprio questo…che io voglio farlo! Davvero
Harry…voglio sposare Hermione…e sono sicuro che non passerà tanto tempo quando
finalmente mi deciderò. Pensavo addirittura l’anno prossimo…”
“Bhè…in effetti…anche i tuoi ne sono al corrente…” ridacchiò
Harry. “Sarei la persona più felice del mondo nel sapervi sposati. Ma sarebbe
bene che tu decida di fare questo passo quando ti sentirai davvero pronto, Ron.
Devi renderti conto a cosa vai incontro. E devi essere in grado di affrontarlo
con saggezza, maturità e soprattutto euforia! Devi goderteli i momenti che
vivrai con Hermione e quelli che saranno i vostri figli.”
Ron annuì sorridendo, riflettendo attentamente alle parole
di Harry.
“Tu invece che pensi? Di te e Ginny,
intendo…”
Harry abbassò lo sguardo arrossendo. “Bhè…ovviamente anch’io
non desidero nient’altro che sposarla…poi…sapere già di Robert per me è molto
importante…” spiegò parlando a bassa voce, riferendosi ad un incursione
nel passato nel periodo di San Valentino, quando avevano chiesto aiuto a suo
padre e Sirius e avevano scoperto che ancora loro
erano andati un po’ più in là nel futuro incontrando quello che sarebbe stato
il figlio di Harry…per l’appunto…Robert. “Ma non ho fretta.
Diciamo…posso pure permettermi di aspettare qualche anno prima di chiedere a
Ginny di sposarmi…voglio prima diventare Auror…e cercare di rendermi conto se
tutto è finito davvero.” Disse serio.
“Finito davvero? Harry…Voldemort
l’hai fatto fuori! Hai vinto! Certo che è finito tutto…dobbiamo solo andare a
recuperare quei sacchi di merda e chiuderli tutti ad Azkaban…”
“Si…”
Nella mente di Harry però giravano ormai da nove mesi le
parole di Draco Malfoy.
Tornerà.
Poteva pure essere una presa in giro…
Un modo per farlo stare inutilmente in tensione…
O poteva essere vero.
Questo era il grosso freno che si teneva dentro.
Terrorizzato all’idea di mettere su famiglia, sapendo che
ancora avrebbero dovuto combattere.
Non voleva lasciare orfani.
Non voleva che suo figlio, o suoi figli
facessero la sua stessa vita.
“Ci sono momenti che invidio Simon.
Lui affronta la vita sempre con lo spirito giusto! Sarà un
ottimo padre, ne sono certo…e a Terry non poteva andarle meglio…” disse poi il
rosso ridestandolo dai suoi pensieri quando nel bicchiere era rimasto solo un
dito di succo di more.
“Si…hai ragione…” disse telegrafico Harry.
“Lui è geniale…è spiritoso…”
“Sembra che tu ne sia innamorato!”
“Bada a come parli, Harry…” lo fulminò con un’occhiataccia
Ron.
“Avete lasciato un po’ di succo anche per me?” borbottò
Simon entrando in cucina grattandosi la pancia sotto la maglietta e sbadigliando
largamente.
“Vuoi unirti a noi?” gli chiese Harry prendendo un bicchiere
e tornando a riempire per tutti e tre.
“Ero qui per un bicchiere d’acqua…ma faccio volentieri a
cambio con un bicchierozzo di questo ottimo succo…i
miei complimenti a tua madre, Ron…” ringraziò il biondino dopo aver carezzato
la testa di Whisky che cercava di dormire malgrado la
confusione che stavano portando i tre.
“Dice che fa bene a Terry…per la gravidanza…per la
circolazione o qualcosa del genere…ne ha mandato parecchio…quindi se ci finiamo
una bottiglia non sarà la fine del mondo…” sorrise Ron facendo posto a Simon
sul divano.
“Fa bene anche a me…” disse agitando il bicchiere in senso
rotatorio. “Io non tornerò subito in Accademia, alla fine delle ferie.”
Harry e Ron lo guardarono allucinati.
“Oh…non preoccupatevi…non vi sbarazzerete di me tanto
facilmente…mi prendo solo qualche mese per stare con Terry e il
bambino…insomma…lei sarà tutta sola…avrà bisogno di aiuto…ho parlato di questo
con Turner…mi ha detto che mi farà recuperare tutti gli esami che perderò.
Dovrei tornare al passo con voi in poco tempo…così diventeremo Auror tutti e tre insieme!”
“E’ fantastico, Simon…” sorrise Ron battendogli una pacca
sulla spalla.
Lui ridacchiò nervoso. “Se qualcuno me l’avesse detto
qualche mese fa non ci avrei creduto…Auror, padre e marito nel giro di pochi
anni! Mi sembra di vivere in un sogno…”
Harry ridacchiò. “Bhè…per diventare Auror a tutti gli
effetti ne abbiamo ancora di strada da fare…”
“Turner dice che con i nostri ritmi possiamo anche arrivare
alla nomina per la primavera successiva alla prossima.” Disse il rosso
sorseggiando il succo.
“Non sarebbe una cattiva idea…” commentò Simon annuendo
pensieroso.
Bevvero per un attimo in silenzio.
“A voi piace il nome Matt?” chiese poi all’improvviso il
biondino.
“Deve piacere a te, non a noi…” puntualizzò Ron alzando le
spalle.
“Dico…è adatto? Suona bene Matthew McCullers?”
Harry ripetè il nome a voce bassa.
“No…non suona male. Va bene, insomma…”
Simon annuì compiaciuto e bevve ancora. “Ragazzi…sono così
emozionato…non vedo l’ora di averlo tra le braccia…”
“Terry credeva che tu non l’avresti accettato…” borbottò
Ron.
“Mesi fa, forse…senza una prospettiva certa di lavoro…senza
una casa…adesso è diverso! Con tutte le missioni che facciamo posso cercare di
mantenere una piccola famiglia senza morire di fame…e poi dopo la nomina avremo
lo stipendio fisso oltre il pagamento delle missioni…andrà solo a migliorare!
Dovremo stringere un po’ la cinghia per un paio di annetti…Ci
riusciremo.”
“Quindi…te ne vai da qui…” disse Harry e ne
lui ne Ron erano felici della cosa.
“Bhè…” Simon sospirò. “A malincuore, ma si.
Ci trasferiamo fuori città. A su c’è un piccolo
villaggio magico, Meetherford…lei e la sua famiglia
avevano lì una casa di villeggiatura…ora Terry ha ereditato tutto e vorrebbe
abitarla. E’ piuttosto grande come casa…quasi una reggia…ma per me va più che
bene…”
I due amici si rabbuiarono un po’.
“Mi spiace, ragazzi…ma voi non potreste sostenere un neonato
che strilla a qualsiasi ora…e questa casa non è poi così grande…” spiegò Simon
sospirando.
Harry sapeva che il ragazzo aveva perfettamente
ragione.“Peccato, però…”
“E’ stato divertente averti come coinquilino….” Si aggiunse
Ron.
“Anche per me!”
Svuotarono i bicchieri e in silenzio tornarono ai propri
letti.
***
Si erano ricoricati da circa venti minuti, durante i quali,
Harry era finalmente riuscito a riprendere a fatica il sonno…ma non poteva
durare.
Non quella notte.
Perché Simon irruppe violentemente nella stanza accendendo
la luce e urlando. “HARRY!! HARRY!!!
SVEGLIATI!!! OH, MERLINO!!! SVEGLIATI!!!” lo buttò letteralmente giù dal letto.
Mai visto Simon così nervoso, agitato e angosciato.
“Che succede!” Chiese Ginny mentre Harry cercava di
rimettersi in piedi alzandosi dal pavimento.
“Terry! Dobbiamo andare!”
Il moretto si vestì con un gesto di bacchetta e corse da Ron
il quale all’ingresso si stava già infilando la giacca.
“Vado a prendere la macchina.” Disse aprendo la porta.
Terry, sorretta da Hermione e Simon, arrivò alle spalle di
Harry con una terribile smorfia di dolore.
“Forza…forza, Terry…respira…” le diceva la bruna respirando
anche lei.
Ginny uscì dalla stanza di Simon con una giacca che mise
sulle spalle della ragazza. “Dai, Terry…manca poco…”
Simon era visibilmente scosso. “Oddio…sto per sentirmi
male…”
“TU stai per sentirti male?!”
piagnucolò Terry alla sua sinistra, col peso completamente abbandonato sulle
braccia di Simon ed Hermione. “Prova a stare anche solo per 10 secondi nei…”
Ma una contrazione interruppe la ragazza,
che dopo qualche attimo di apnea urlò “SIMON MC CULLERS! IO TI AMMAZZO!!”
“Si, tesoro…dopo che sarà nato
potrai farmi tutto quello che vuoi…adesso andiamo…”
Terry si irrigidì e tremò senza riuscire a fare più un passo.
Gli occhi sbarrati per la paura.
“Sta nascendo.”
“Come sarebbe a dire ‘sta nascendo’?
ADESSO?! Non può aspettare che arriviamo al San Mungo?!” Si aggiunse Harry alle urla terrorizzate di Simon dal
momento che non sapeva come poter aiutare in quella situazione.
Terry cominciò ad urlare disperata, mentre sulle sue guance
scendevano lacrime per l’atroce dolore.
“Riportiamola in camera.” Disse risoluta Hermione.
I tre ragazzi la guardarono.
“Come?” chiese Simon terrorizzato.
“Sei sicura di quello che fai?” le chiese Ron aiutando a
riportarla indietro dopo aver chiuso con un calcio la porta d’ingresso.
“Ho assistito a diversi parti al San Mungo. Dovrei
riuscirci. E poi…non arriverebbe in tempo all’ospedale! Ginny…tanta acqua! Presto!”
“Arriva subito!” scattò la rossa smaterializzandosi in
cucina.
“Aiutatela a tornare a letto.” La lasciò Hermione a Harry
correndo in camera per sistemare.
***
Passarono solo dieci minuti quando Harry confinato in
salotto insieme a Whisky sentì il primo vagito di Matthew.
La prima cosa che fecero, lui e il beagle,
fu alzare contemporaneamente lo sguardo verso la porta chiusa della stanza di
Simon…un attimo dopo comparve in cucina Ron che si era smaterializzato alla
Tana per prendere sua madre.
Almeno lei, alla luce della sua larga esperienza, avrebbe
potuto aiutare in quella situazione.
“E’ nato…” sorrise Ron appena
comparso sentendo il pianto del piccoletto.
“Proprio adesso.” Annuì Harry.
“Dov’è? Dov’è? Santo cielo…dov’è!”
“In camera di Simon…l’ultima porta a destra.” Disse pacato
il figlio ormai alleggerito dalla tensione che l’aveva oppresso fino a poco
prima.
“Io lo sapevo! LO
SAPEVO!! Potevate chiamarmi prima…”Strillò agitando le
braccia, mentre dietro di lei la seguivano Harry e Ron.
La porta della stanza si aprì e Molly sciolse la sua furia
nel momento in cui vide la scena che le si poneva davanti gli occhi.
Simon e Terry stavano seduti nel letto, lei che teneva tra
le braccia un fagotto fatto di lenzuola pulite e coperte che avvolgeva
delicatamente il piccolo appena nato.
“E’ andato tutto bene…” disse sottovoce Hermione
avvicinandosi con un gran sorriso.
“Siete state grandiose…” si complimentò Harry facendo
arrossire le due ragazze.
Labruna
scosse una mano. “Ho solo avuto la possibilità di fare pratica al San Mungo…e
poi…meno male che ho pure letto quel libro sul parto…”
“Meno male che sei ‘Hermione Granger’!” Le disse Ron
mettendole un braccio intorno alla vita spalle facendola arrossire di più.
“Non esagerare…e poi se non c’era Ginny con me…” sorrise lei
alla rossa.
“Ho solo passato acqua e coperte…” disse piano Ginny.
Ma interruppero quel popò di complimenti quando sentirono
Molly alle loro spalle singhiozzare commossa.
“Chissà quand’è che anche voi mi darete questa gioia,
Ronnie…e Ginny…”
Ron divenne tutto rosso e ritrasse il braccio ancora sul
fianco di Hermione.
“Tutto a suo tempo, mamma…” l’ammonì la sorella con un
sorriso imbarazzato.
“Oh, bhè…se Ron ed Hermione si sposassero…” continuò lei
leggera.
“Mamma…perché non dai una mano a Terry e Simon?!” la spinse Ron verso l’interno della stanza tentando di
sedare l’euforia della madre.
“Ok…ok…si…laviamo questo bel pupetto,
ora…”
Molly si avvicinò e dopo aver parlato ai due neo-genitori
uscì dalla stanza accompagnata da Simon che teneva con le mani tremanti il
figlio, diretto al bagno di fronte.
Ed Harry lì poté vederlo per la prima volta.
Matt.
Era ancora tutto rosso per il parto…ma sulla testa
troneggiava un ciuffo di capelli chiari.
Stringeva gli occhi e le manine strette nei pugni si
intravedevano da sotto il fagotto.
Era uno spettacolo.
Ma Ron aveva tutt’altra espressione.
Una via di mezzo tra il preoccupato e il sorpreso.
“Ginny…Hermione…date una mano a Terry, ragazze…”
E nemmeno per quelle tre ore che in quella notte…nessuno
tornò a dormire...solo la povera Terry…
***
Settembre di un anno dopo…
“Su, Matt! Dillo! Zzziiiiooo…EEEEErrrriiii…”
Il bel bambino dai grandi occhioni
verdi guardò Harry con aria dubbiosa, per poi rivolgersi verso il papà che lo
teneva a cavalluccio sulle gambe.
“Dai,Mattie…dillo!
Harry! Errrrrrriiiiiiii!!!”
lo incitò il padre.
Ma nulla.
“Oh, dai…sei un ometto, ormai! Devi cominciare a parlare!!”
“Simon! Porta qui
Matt…il suo pranzo è pronto!” lo chiamò Terry dalla cucina della loro nuova
casa.
“Sentito campione? Mamma ti vuole pappone
e ciccione!”
“’Appa!”
“Si! Pappa! Cibo! Hai capito tutto…si vede che sei mio figlio…” rise Simon alzandosi
dal divano diretto alla cucina, dando un sonoro bacio alla guanciotta
del piccoletto.
Ed Harry rimase seduto sul divano di casa McCullers passandosi una mano sugli occhi.
Aveva dormito poco quella notte per via di una missione e
anche Ron stava abbandonato sulla poltrona di fronte in uno stato di
dormiveglia.
Terry e Simon si
erano sposati a fine novembre dell’anno prima e avevano abitato quella graziosa
villetta con un grande e rigoglioso giardino pochi giorni dopo la nascita di
Matthew.
Inoltre…Simon era riuscito, seppur con notevoli sforzi, a
rimettersi perfettamente al pari con Harry e Ron.
“Sonno?” chiese al rosso.
Ricevette in risposta solo un mugugno basso.
“Li hai già firmati i fogli per le pratiche di nomina
Auror?” chiese ancora Harry.
“No. Li prendo lunedì quando torno
in Accademia. Tanto c’è ancora tempo…la nomina è ad aprile
prossimo…” Trascinò le parole Ron senza riuscire a mettersi dritto e a tenere
gli occhi aperti…così crollò di nuovo con la testa sulla spalliera della
poltrona.
Simon invece, non dimostrava affatto segni di stanchezza,
malgrado avessero partecipato tutti e tre alla missione.
“Come procedono i preparativi per la festa
della nomina di Hermione? E’ la prossima settimana,
no?” gli chiese il biondino tornando in salotto con tre burro birre.
“Si…sabato prossimo…ma ci sono ancora problemi. I suoi
genitori vogliono farle la superfesta con 1000 amici e pareti…mia madre,
invece, le ha proposto una cosa intima alla Tana…e lei dice che lo
preferirebbe…verrebbero i suoi genitori, ma abbastanza seccati che la figlia
non abbia festeggiato anche con quelli che dicevano loro…ed Hermione non vuole
fare due feste…insomma…solo problemi…”
“Ah, questi suoceri…” sospirò Simon bevendo un sorso dalla
bottiglia.
Ron sorrise, aprì gli occhi e avvicinò la testa verso i due
colleghi facendo loro cenno di avvicinarsi.
“Stavo pensando…” disse a voce impercettibilmente bassa “…di
chiedere…” alzò lo sguardo per vedere se erano presenti persone che non
dovevano sentire quella conversazione. “…di chiedere…” si ritrasse
improvvisamente quando Ginny passò dentro la cucina davanti alla porta.
Si riavvicinò agli amici per parlare di nuovo, ma…
“Simon…non avrai preso le burrobirra!
Servivano per il pranzo!” Si lamentò Terry, la cui voce
veniva proprio dalla cucina.
“Ci sono tante bottiglie tesoro…basteranno!” alzò la voce il
marito gridando al soffitto.
“E vedi di non darne a Matt!”
“E’ stato lui a chiedermela, l’altra volta…” si difese il
biondo.
“Avanti, ragazzi…venite a dare una mano!” li fece alzare
Ginny mettendoli in piedi.
“Oh, ma dai…siamo soldati stanchi…risparmiateci…”piagnucolò
Harry.
Terry uscì dalla cucina con Matt su un seggiolone
galleggiante che la seguì fino al tinello. “E’ tutto pronto…possiamo sederci a
tavola!” disse.
La bruna portava una teglia con un fumante tacchino ripieno.
“L’ha fatto Terry…è bravissima! Su…venite! Sto morendo di
fame…”
“Solo un momento…” disse Simon stiracchiandosi un po’ e
chiudendo un cerchio con Harry e Ron. “Allora? Che stavi
dicendo?”
“Ehm…no…niente…poi ve lo dico…” fece vago Ron arrossendo e
allontanandosi per primo verso il tinello.
Harry e Simon si scambiarono uno sguardo interrogativo e
alzando le spalle andarono anche loro a tavola.
“ELLI!!!” strillò Matt puntando il
dito contro di Harry non appena questo fece l’ingresso nella stanza.
“Accidenti! L’hai detto!! Hai detto Harry!! L’avete
sentito tutti, no? Ha detto Harry!!” Saltò felice il
moretto baciando la testolina del bimbo che rise felice alzando la testa per
guardarlo.
Simon marciò a grandi passi verso il figlio con aria decisa.
“Sento che questo è il momento propizio. Mattie…dì…‘Papà’!”
Matt portò le mani sulla faccia di Simon che si era messo
proprio alla sua testa e serio serio
disse… “…tonto…!”
Terry, Ginny, Harry, Ron ed Hermione scoppiarono a ridere di
gusto mentre Simon sbatteva la testa sul tavolino del seggiolone.
Da quel momento in poi…le cose sarebbero cambiate.
Forse avevano già cominciato a cambiare…
Ma da quel momento i cambiamenti sarebbero stati più rapidi,
improvvisi…in un continuo crescendo.
Perché c’è un momento della propria vita in cui si perdono
del tutto gli strascichi dell’adolescenza…ed è lì, che senza accorgersene, si
comincia a diventare adulti.
E certe scelte implicano tante responsabilità.
Ma non aggiungiamo altro a questa storia.
Il capitolo si chiude…
…ma questa non è la fine.
Fine
E questa…era ‘Accademia’.
Vi prego di non
piangere…già ci basto io…
Sigh…
E’ stata molto leggera
e senza grandi colpi di scena…perché qui i ragazzi sono degli adolescenti…
…e sinceramente per la
loro età ne hanno già viste abbastanza…volevo dargli un po’ di pace…
Ho cercato anche di
trasmettervi tutte le emozioni del primo anno da universitari…o come in questo
caso…da cadetti dell’Accademia Auror…
Ci tenevo molto,
perché non tutti sanno com’è là fuori…
Certo…nessuno vi verrà
a dire di combattere i maghi oscuri (anche se io ci metterei subito subito la firma!!!), ma si entra
in un mondo dove conta solo la tua forza di volontà, la tua determinazione e il
tuo spirito di sopravvivenza.
Ci si rende autonomi e
responsabili, cominciando dalle piccole cose.
Seguire le materie
dandosi da soli delle scadenze…imparare a guidare…vivere e gestire una casa
nuova e senza l’aiuto dei genitori, dividendola con i colleghi…riuscire a
gestire relazioni più serie con i propri compagni/e, guardando insieme un po’
più in là…
Questo è solo l’ABC…
A poco a poco i
carichi aumentano.
Il lavoro…la casa…la
famiglia…tutto diventa più pesante…più difficile…
Volevo trasmettere
quanto sento importante questo momento della vita…questo passaggio forte da
un’età ad un’altra.
Spero di esserci riuscita.
Mi dispiace solo di
averci messo davvero tutti questi anni per portare a termine questa storia, che
ho scritto quando ancora ero al liceo e veramente non mi rendevo conto di cosa
mi aspettava dopo.
Non potevo prevedere
tutto quello che mi sarebbe successo nel corso degli ultimi anni…ma rivedendo e
modificando la versione originale (considerate che ho tenuto
quasi solo le linee generali della trama) ho potuto inserire tutto sotto una
nuova luce quando, qualche anno dopo ho cominciato a pubblicarla qui su EFP.
La vostra pazienza e
il vostro supporto sono stati fondamentali.
Tutte le persone che
mi hanno contattato via mail, perché la continuassi…è stato davvero molto
importante per me.
E perciò vi ringrazio
tutti.
Tutti quelli che hanno
commentato…
Tutti quelli che hanno
messo tra i preferiti e seguito…
Tutti quelli che hanno
letto soltanto…
Tutti.
Ringrazio
particolarmente la mia fidata compare, nonché migliore
amica, Prongs…che mi ha aiutato a ricucire le fila
con quello che ci sarà dopo…e mi ha dato la spinta giusta per portare a termine
questo impegno…
Prongs…la lontananza mi uccide…tu a Roma…io a
Palermo…sigh…mi manchi…sigh…
Ringrazio davvero
tutti, per i vostri commenti davvero unici!
Alcuni lunghi e pieni
come li amo io…
Sono sempre stata
aperta alle critiche, quindi ora, a storia conclusa, se qualcuno ha qualcosa da
aggiungere, vi prego…ditelo! Si cresce anche dagli errori! Ne sono fermamente
convinta…
Lascio a voi lo spazio
per i commenti…spero che essendo l’ultimo capitolo
siano più numerosi…
Intanto…come ho già
preannunciato diverse volte…ci sarà un sequel.
‘Accademia’ era il
trampolino di lancio per qualcos’altro…
Ma prima di cominciare
con la nuova parte (ce ne saranno in tutto tre, all’incirca dello stesso numero
di capitoli di ‘Accademia’…) inseriremo dei Missing
Moment firmati alcuni da me, altri da Prongs.
Scriveremo nei titoli
la sigla ‘MM’ così da segnalarveli più
facilmente…quindi…occhio ai titoli!!
Saranno inseriti in
ordine cronologico…il primo è ambientato proprio pochi giorni dopo la fine di
‘Accademia’…
Se avete notato…ho
fatto dei riferimenti alle due storie ‘Intrusi’ e ‘Intrusi 2’, delleone-shot scritte da me che potete trovare nel nostro
account…
Per l’esattezza…il
riferimento compare quando Simon chiede a Harry che nome darebbe a suo figlio e
Harry risponde:
<“Assolutamente
Robert!” decretò deciso Harry.
Ron lo guardò con un
sorriso furbo e i due si scambiarono una breve occhiata.>
Purtroppo, avendola
scritta senza nessuna previsione di allaccio con
‘Accademia’ e tutto il resto ho fatto una piccola incongruenza…perciò in
‘Intrusi 2 – Made a Marauders
Saint Valentine’ …quando proprio all’inizio scrivo:
pò della luce che illuminava il corridoio.>
Cambiatela così:
pò della luce che illuminava il corridoio.>
Semplicemente perché,
essendo ambientata proprio a febbraio, poco prima che Terry lasciasse Simon, Ginny
è ancora a scuola…ed Harry andrà semplicemente ad incontrarla ad Hogsmeade…
Per il finale…mmm…c’ho pensato e non voglio cambiarlo…
Diciamo che Harry ha
fatto scappare Ginny smaterializzandosi da Hogsmeade,
per poi riportarla in tempo a scuola.
Si…diciamo così…
Ci saranno sicuramente
altri errori…e non solo in ‘Intrusi’…ci sono altre
storie con riferimenti ai prossimi sequel che vedono tanti inghippi!
Vi prego di sorvolarli
e di prendere per buono quello che invece scriveremo da adesso in poi o che
comunque fa parte dello stesso filone, cominciando con ‘Cause
is the Allow’.
E a proposito di
‘Intrusi’…ne ho già scritti altri due…
Non protestate che non
li ho ancora messi in rete…è solo che non ci capireste niente…perché ci saranno
nuovi personaggi…li metterò dopo, a tempo debito…quando avrò fatto bene le
presentazioni…
Avrei ancora mille
cose da dirvi…da raccontarvi…tutto quello che c’è dietro questa storia…Ma penso
sia più giusto non aggiungere altro e lasciare a voi la parola.
Grazie infinite per
avermi seguito!
Spero di ritrovarvi
tutti nel prossimo sequel…lo spero davvero con tutta me stessa!!!
Un grosso bacio e
grazie a tutti quelli che commenteranno questo ultimo capitolo…
Grazie infinite
davvero!!
Padfoot
P.S. solo una piccola
noticina per elys:
Si…questa storia viene dopo ‘Ballo in Fa Diesis Minore’ che a sua volta viene
dopo ‘Cause is the Allow’
…quest’ultima è un prequel e ancora non ho finito di inserirla perciò ti
consiglio di cominciare proprio da ‘C.I.T.A.’, dove
ti viene spiegato perché Ron era tra i cattivi, e proseguire, non appena sarà
finita, con ‘Ballo in Fa Diesis Minore’ che si
riallaccia alla prima e successivamente ad ‘Accademia’…Ti avevo mandato una
mail…non so se l’hai ricevuta, perciò ho pensato giusto risponderti qui…Un
grosso bacio!