Dedicata a quelli che
come me, usciti dalla scuola si sono trovati a contatto con una realtà
completamente diversa come quella dell’università o simili.
Ho descritto questo
posto ispirandomi al dipartimento di matematica della mia città, dove ho seguito
una materia.
Spero che anche chi non
ha potuto toccare con mano queste esperienze, si immedesimi comunque nei
personaggi e nelle sensazioni di disagio per la novità che cercherò di
trasmettere.
A voi tutti do il
benvenuto nell’Accademia Auror e vi auguro buona
lettura!
Padfoot
Accademia
Capitolo
1: My first day
C’è sempre una prima
volta:
il tuo primo giorno di
scuola…
la prima volta che hai
visto i tuoi migliori amici…
la prima volta che sei
salito su una scopa…
il tuo primo
incantesimo…
la tua prima vittoria a
Quidditch…
il tuo primo duello col
tuo peggior nemico…
la prima volta che ti
sei reso conto che non sei solo…
la prima volta che ti
sei sentito davvero a casa…
…e c’è anche il tuo
primo giorno di Accademia!
L’Accademia per la quale
darai anima e corpo, perché è lì che hai sempre desiderato andare, anche se non
te ne rendevi conto: una piccola parte del tuo cuore sapeva che il tuo posto era
lì insieme al tuo migliore amico. Ron.
“Eccoci qua…” Sospirò il
rosso davanti all’immenso palazzo color panna.
Lui e Harry si erano
appena smaterializzati davanti all’Accademia Auror per il loro primo giorno:
avevano tenuto gli esami a luglio e i gufi con i risultati non erano arrivati
prima dell’ultima settimana d’agosto…ma erano dentro.
Dopo essersi scambiati
un sorriso nervoso salirono i gradini della loro nuova Scuola: l’Accademia della
Comunità Magica per la formazione degli Auror.
Che paroloni…così
altisonanti…
A distruggere
quell’idilliaco momento fu il tempestoso (non tempestivo!!) arrivo di Tonks, una
loro vecchia conoscenza, che uscita dal portone dell’accademia per motivi
improrogabili, vide i due ragazzi e nell’andargli incontro fece gli ultimi
gradini rotolandoci sopra.
“Tonks!” Strillarono in
coro le due nuove reclute accorrendo l’amica.
“Tutto Ok?” Chiese il
moretto aiutando Tonks ad alzarsi…la quale Tonks, una volta in piedi, sfoggiò
uno splendido sorriso a trentadue denti esclamando “Certo! Sono Auror,
Ron…piuttosto…voi due che ci fate ancora fuori a bighellonare?! Filate dentro!
Le matricole stanno già prendendo posto nell’Aula Magna!”
Harry impallidì
preoccupato e chiese nell’angoscia più totale… “Siamo in
ritardo?”
“Nooo…anzi…avete ancora
una mezz’oretta per trovare la stanza! Tutto il tempo che vi occorre! Io il
primo giorno sono entrata in palestra convinta che fosse quello il posto, ma ho
beccato quello che sarebbe stato il mio docente di Magia Nera con quella di
Crittografia che amoreggiavano! Mi avevano già inquadrato come la peggiore del
corso solo per questo piccolo inconveniente! Ma tanto, ora, ho il brevetto e
sono Auror, quindi…chi se ne frega!” La ben nota euforia di Tonks non alleviò le
sofferenze dei due ragazzi.
“E…dov’è l’Aula Magna?
Sai…non ci tengo proprio a vedere il mio futuro docente di Magia Oscura con le
mani sotto la gonna di quella di Crittografia!” Disse sarcastico il
rosso.
“Oh no, Ron! Erano sotto
la camicetta!” lo corresse prontamente l’Auror
“Dov’è…l’aula?” Chiese
Ron al limite della sopportazione.
Tonks scese di qualche
gradino.
“Chiedete a Malocchio!
E’ dentro, sapete? Oggi c’è un gran da fare! E io bhè…dovrei essere in missione
e la mia squadra non mi ha aspettato e quindi…bhè…dovrei raggiungerla ecco! In
bocca…no! In culo…Va bhè…Buona fortuna ragazzi! Salutatemi
Hermione!”
“Se la vedremo…”
Borbottò Ron arrossendo un po’…
Tonks sparì da davanti a
loro con un piccolo pop!
“Chissà come andrà alla
nostra cara Hermione il primo giorno all’Accademia per Medimaghi!” Sghignazzò
Harry guardando ancora una volta l’imponente facciata
dell’edificio.
“Come vuoi che le vada?”
Ron sventolò una mano come cacciando l’aria “Con la fama che ha conquistato il
giorno dei test di ammissione quando ha snocciolato tutti gli incantesimi che
possono essere causa di ustioni e lesioni…non credo che se la dimenticheranno
tanto facilmente una tipa così!”
Harry riprese a salire i
gradini sorridendo.
“Hai ragione!”
asserì
Quando entrarono dentro
l’Accademia si resero conto che Tonks aveva detto il vero: quel giorno c’era
davvero un gran da fare.
“Che
casino!”
Ron non poteva definire
la scena in maniera migliore: Auror che sfrecciavano da un punto all’altro dell’
ingresso, aereoplanini di carta con messaggi dentro che svolazzavano sopra le
loro teste (uno prese in pieno la tempia del rosso…), campanelli che suonavano,
streghe che chiacchieravano con le scrivanie davanti ai camini ricevendo le
segnalazioni dei cittadini del mondo magico prendendo note su pergamene, Auror
che si urtavano l’uno contro l’altro scusandosi per essersi rovesciati il caffè
sulla divisa…
“Ehi, Hestia?” Harry e
Ron alzarono lo sguardo verso la voce che avevano riconosciuto come quella di
Kingsley, vecchio amico dell’Ordine della Fenice.
“Si King?” Videro la
strega sorridergli affabilmente.
“Puoi occuparti tu di
quegli idioti che sono finiti dentro la stanza delle illusioni? Chiama il San
Mungo: usciranno sotto shock! Io devo andare: mi hanno chiamato dal Ministero…”
Chiese con lo sguardo supplicante l’Auror dalla pelle
scura.
“Vai, tranquillo! Ci
penso io!” Hestia gli diede un colpetto sul braccio con una carpetta di carta e
si allontanò con aria annoiata verso il primo piano.
“Grazie…ti devo un
favore!” Le urlò dietro Kingsley.
Hestia si fermò sulle
scale e sorrise al collega “Oh…non preoccuparti per questo! Avrai la tua
occasione! Non si finisce
“Purtroppo è vero, cara
Hestia…” Sospirò Kingsley prima di voltarsi e raggiungere Harry e Ron in pochi
ma ampi passi.
“Siete sicuri al cento
per cento di voler passare il resto della vostra vita, anzi…fino alla pensione,
in queste condizioni!”Li intimò.
“Siamo masochisti!”
Rispose Ron con una scrollatina di spalle.
Kingsley fece un piccolo
sbuffo e si allontanò salutandoli con un cenno.
“Oh…scusa…prima di
lasciarti andare…” Lo fermò Harry.
“Volete sapere dov’è
l’Aula Magna, non è così?” Harry e Ron annuirono. Kingsley guardò il grande
orologio con le lancette d’oro che troneggiava sopra la porta d’ingresso e
sospirò “Ma si, vi accompagno! Almeno sarete due in meno da tirar fuori da
qualche ala nascosta o proibita a voi matricole…”
Harry e Ron sorrisero
raggianti e seguirono Kingsley che nel frattempo si era arrampicato con passo
atletico su per l’immenso scalone dell’accademia, sopra il quale troneggiava il
gigantesco stendardo: un arazzo con
Lo stesso simbolo era
ricamato sulle loro divise che ancora profumavano di
nuovo.
La rampa di scale si
diramava a destra e a sinistra, ma con tutto quel via vai di gente le due
matricole si stavano muovendo nella direzione sbagliata.
“ Ehi, voi
due!”
Harry e Ron sobbalzarono
e si voltarono verso Kingsley, che dall’altra parte delle scale li esortava a
raggiungerlo.
“Proprio dove non
dovreste andare!”
“Cosa c’è di là?” Chiese
Harry curioso una volta raggiunto l’Auror.
“Gli uffici dei grandi.”
Rispose secco Kingsley. Guardò Harry e Ron e fece loro l’occhiolino
dicendo…“Dopo quello che avete fatto qualche mese fa con il Signore Oscuro,
penso che non ci metterete tanto a visitare quelle stanze! Anche se in tutta
franchezza vi posso assicurare che vi invidio! E’ terribilmente stressante dover
scattare in piedi ogni volta che c’è da fare qualche ispezione, o andare ad
arrestare qualche Mangiamorte che ci è sfuggito di mano…o qualche burlone che si
è svegliato con lo sghiribizzo di inquietare i Babbani…
Certo…poi è gratificante
vedere il tuo nome in cima alla lista dei fautori del
colpo…però…!”
“Di cosa ti occupi per
ora?”Chiese Ron curioso di sapere come si prevedeva la vita da
Auror.
“Bhè…un po’ qui…un po’
là… stiamo dando una ritoccatine al vostro operato…”
“In che senso?” Harry
spinse gli occhiali sul naso e guardò attentamente il buon vecchio
Kingsley.
“Non credere che una
volta caduto definitivamente il Signore Oscuro non ci siano più Mangiamorte in
giro! Anzi…ora c’è la gara per chi tra questi deve essere il suo erede! Te li
immagini…Quella è gente che non ama starsene con le mani in mano! Ma vengano da
me, che il lavoro glielo trovo sempre e comunque! Ci sarebbe da rimettere a
posto quel maledettissimo archivio, ma da quando c’è sfuggita una cucciolata di
mollicci che crescevamo in allevamento per le simulazioni di primo anni e si è
rintanata proprio nelle cantine dell’archivio…ti assicuro che quei poveri
inservienti addetti all’archivio non oseranno mai metterci
piede!”
“Mollicci?!”fece
entusiasta Ron.
“Io ho sfidato un
molliccio! Ron pure! Non è stato difficile!” Si aggiunse Harry carico dello
stesso entusiasmo.
“Bhè, si…prova a
trovarti da solo in una cantina poco illuminata e trmendamente silenziosa e
vederti spuntare la cosa che temi più di tutte, praticamente indeformabile
perché sono un’intera cucciolata, e stiamo parlando di una cinquantina di
mollicci! Anzi…vi dirò di più! Sono lì dentro da più di tre mesi, e ora quei
diavoletti saranno belli e sviluppati!
Mi sa tanto che ve la
dovrete vedere voi come esercitazioni con quelli! E toglietevi quei sorrisetti
beffardi e ingenui dalle facce! Non sarà mica una passeggiata questo corso!”
Ringhiò con un mezzo sorrisetto maligno increspato sulle
labbra.
Tutto ciò non prometteva
nulla di buono.
“King, le hai trascritte
quelle relazioni?” Chiese un auror prendendo inaspettatamente Kingsley per un
braccio.
“Le ho sulla mia
scrivania, te lo assicuro! Quando torno passo nel tuo ufficio e …” ma il nuovo
venuto lo interruppe scuotendo ferocemente il capo.
“NO! Mi servono adesso!
Te le avevo richieste la settimana scorsa! Mi hai bloccato per una
settimana King! Capisci
che vuol dire? UNA SETTIMANA!”
“Si, Jack…me ne rendo
conto…”Sbuffò Kinglsey seccato.
“Piuttosto…” continuò
quello “…chiama Weasley e chiedigli a che punto è quella ricerca sulla condotta
del gas Babbano. Ancora non…”
“L’ha
finita!”
L’Auror si voltò verso
Ron (che cominciò a cambiare colore d’orecchie) e lo squadrò da capo a piedi in
tutta la sua lunghezza.“Tu sei un Weasley!”
“Ehm…sissignore!”
“Bene…benvenuto a bordo,
giovanotto! Congratulazioni!” Gli disse Jack battendogli sulla
spalla.
“Grazie, signore…”
borbottò imbarazzato Ron.
“Dici che la relazione è
pronta? Quella sulla condotta del gas?”
“Si, signore…ieri sera
mio padre diceva che l’avrebbe mandata in mattinata…Non pensavo fosse per
l’Accademia!” Ron abbozzò un sorriso parlando emozionato.
“Bene! Molto bene!
Almeno le richieste ad Arthur possiamo fargliele direttamente tramite il figlio
e senza passare per i gufi! Rapido e indolore! Ottimo! Kingsley, andiamo…quella
tua relazione mi serve subito!”
“Stavo accompagnando i
due ragazzi in Aula Magna! Ci metto un attimo, aspettami nella mia stanza!”
“La trovano da soli!
Tanto ormai sono arrivati! Dai muoviti! Ho fretta! Ehi! Ragazzo…ci conto su
quella relazione di tuo padre! Se non mi arriva oggi me la farai avere tu
personalmente domani mattina! Chiaro?”Chiese rivolto a
Ron.
“Sissignore!”
“Andiamo King!” Sbraitò
il superiore allontanandosi di gran carriera.
Kingsley si strinse
nelle spalle e seguì l’Auror, che dopo essersi fermato all’improvviso tornò sui
suoi passi e si fermò davanti a Harry puntandogli il dito contro il
petto.
“ Tu…tu sei Harry
Potter, vero?”
“Sissignore!” rispose
pronto Harry…in tutti questi anni era riuscito a controllarsi quando qualcuno lo
riconosceva prendendolo alla sprovvista…dati i recenti avvenimenti,
poi…
“Avevamo proprio bisogno
di te qui dentro! Quest’anno abbiamo delle ottime matricole, vedo!”Constatò
volgendosi verso Kingsley che sorrise e annuì.
I due Auror si
allontanarono mentre la folla di persone che salivano e scendevano dalla rampa
su cui erano rimasti Harry e Ron superava i due ragazzi non accorgendosi della
loro presenza tanto erano presi dai loro pensieri.
Ron si sistemò meglio la
borsa sulla spalla e fece un cenno ad Harry col capo.
“Andiamo?”
“Si, ma dove?” Sospirò
Harry guardandosi intorno.
Ron fermò un Auror di
passaggio tirandolo per una manica della divisa
“Scusi…l’Aula
Magna?”
L’Auror guardò
disgustato il ragazzo e se ne andò borbottando un…“Che
maniere…”
Ci provò Harry che si
mise davanti una signora che teneva lo sguardo fisso a terra, mentre saliva in
tutta fretta i gradini.“Signora? Scusi…l’Aula Magna?”
“Trovatela da solo,
ragazzino! Qua io non ho tempo da perdere! Ma chi me lo ha fatto fare di
concorrere per quel posto di segretaria di quell’idiota! Se il suo capo venisse
a sapere che non è riuscito nella metà delle missioni affidategli…com’è che
ancora non l’hanno degradato ad addetto dei gabinetti, io ancora non lo so!
GIURO! SPARISCO! VADO COI BABBANI IO! GENTE CHE HA
Harry e Ron si
guardarono e scoprirono di avere entrambi la stessa espressione
allibita.
“E adesso?” Chiese Ron
constatando che erano ancora al punto di partenza.
“Ma non c’è nemmeno uno
straccio di indicazione? Come cavolo facciamo a…”
Harry fu spinto da un
Auror che portava uno scatolone fumante tra le braccia.
“Scusate!” Bofonchiò
questo allontanandosi.
Harry si massaggiò il
braccio, ancora pieno di lividi della recente battaglia, che aveva sbattuto
contro la scatola dell’Auror.
“Non voglio certo finire
in cantina, oggi! Perciò cerchiamo di muoverci a colpo sicuro qui dentro,
chiaro?” disse risoluto Ron avanzando di un passo.
“Certo che è chiaro,
Ron…ma come facciamo a muoverci a colpo sicuro se qui non ci calcola nessuno?”
gli fece notare Harry raggiungendolo.
“Dov’è Hermione quando
abbiamo bisogno di lei?” Piagnucolò il rosso passandosi una mano tra i
capelli.
“Serve
aiuto?”
Dopo essere saltati
entrambi per aria i due riconobbero il vecchio Auror: Alastor Malocchio
Moody.
“Professor Moody!” Gioì
Ron ringraziando mentalmente il cielo per il provvidenziale
incontro.
“Moody e basta, ragazzo!
Non ho mai avuto il piacere di farvi da insegnante e né ne avrò
occasione.”
“Non insegna qui
all’Accademia?” Osò chiedere Harry…non l’avesse mai fatto…
Moody sgranò gli occhi e
con un dito alla tempia gli diede del matto. “Dimmi, ragazzo…lo sai che
seccatura è avere a che fare con certi idioti? Non mi riferisco a voi,
ovviamente! State certi che anche voi vi renderete conto in che mani
incompetenti è la comunità magica, parlando di sicurezza. Certi vostri nuovi
colleghi avranno passato i test per raccomandazioni o per pura fortuna…o perché
hanno copiato da uno di voi due…Questi non dureranno più di un mese qui dentro!
Già un paio sono finiti nella stanza delle illusioni…ho visto la povera Hestia
Jones mettersi le mani ai capelli poco fa…”
“Cos’è la stanza delle
illusioni?” Chiese Ron avido di sapere…chi non lo sarebbe al suo
posto?
“E’ ancora troppo presto
per voi sapere cosa contiene quella stanza. Aspettate alla fine del trimestre e
le vostre curiosità saranno soddisfatte. Ora venite con me: v porto nell’Aula
Magna.”
Harry e Ron tirarono un
sospiro di sollievo quando Moody mosse il piede di legno in direzione di un
corridoio a destra.
“Onestamente…io avrei
continuato a percorrere il corridoio fino alla fine.” Ammise Ron a mezza bocca
nell’orecchio di Harry.
Evidentemente Moody ci
sentiva benissimo anche con tutto il chiasso creato dai cicalecci dei
passanti.
“Andare a destra…è
quello che fanno gli idioti, Weasley!”
Ron divenne
paonazzo.
“In fondo al corridoio
c’è la vecchia sala proiezioni. Così infestata di spiriti negativi che è stata
adibita ad aula per le esercitazioni pratiche di terzo grado! La vostra
preparazione è degna di un buon grado zero. E pensate a quello che voi avete
fatto qualche mese fa! Sarete avvantaggiati sicuramente rispetto ai vostri
colleghi che partiranno da un grado medio di -2…-2,5…”
“ Gradi in negativo?
Come i debiti formativi da recuperare, non è così?” Chiese Harry corrucciando la
fronte.
“Ci puoi giurare,
ragazzo! Su 10 che avete superato gli esami di ammissione solo in tre partite
dal livello 0.”
Ron sgranò gli occhi:
“Siamo solo in 10?!”
“Quando sono entrato io,
circa 50 anni fa, eravamo 150. Ora, dopo quello che è successo con il Signore
Oscuro, sono veramente pochi quelli che rischierebbero la propria vita per una
giusta causa.
E non pensate che i
raccomandati abbiano tanto fegato! Posso garantirvi che lo fanno solo per il
titolo. Essere un Auror è un privilegio! Un onore! Vieni guardato con timore e
rispetto da tutti: compreso il Ministro della Magia.” Gli occhi di Moody
brillavano mentre parlava della sua carriera.
Harry e Ron si sorrisero
a vicenda, contenti per la loro futura posizione.
“Eccoci arrivati.” Moody
spinse la pesante porta e li fece entrare.
Il debole brusio
all’interno della stanza si interruppe all’istante.
L’enorme aula, con i
larghi banconi in legno, ospitava soltanto sei ragazzi disposti su un’unica
fila: solo una ragazza aveva superato i test.
“Forza, voi
due..prendete posto: Manlius starà arrivando.”
Moody uscì dall’aula e
il brusio tornò: questa volta l’attenzione dei cadetti era puntata su Harry e
Ron.
“Ehi! Guarda un po’ chi
si rivede!”
“Ma voi non siete Potter
e Weasley?”
“Siamo noi…” Rispose
Harry, che si aspettava queste domande.
“Certo che siete voi…per
quelli del Greatwand siete due facce come altre…ma per quelli di Hogwarts come
me…come stà la Granger?” Chiese un ragazzo seduto nella prima fila di
banchi.
“Non c’è.” Disse seccato
Ron.
“Si, lo so che non
c’è…me ne sono accorto…ma dov’è?”
“ Hermione ha intrapreso
gli studi per diventare Medimago.” Rispose Harry sperando che a Ron non venisse
un qualche attacco di gelosia.
“ Vedrò di infortunarmi
più spesso, allora!” Sghignazzò il ragazzo facendone ridere
“Tranquillo…ci penserei
io a rimetterti le ossa a posto!” Ringhiò Ron serrando i
pugni.
“Oh, su…non fare il
gelosone, Ron! Stavo scherzando!” Il ragazzo si arrampicò sul banco e saltò giù
tendendo la mano ai due nuovi compagni. “Salve! Sono Simon McCullers! Ero a
Tassorosso, fino allo scorso luglio…”
Il ragazzo era poco più
alto di Harry: capelli biondi, occhi verdi e un sorrisetto simpatico che ad
Harry fece pensare a Fred e George.
“Si…il tuo viso non mi è
nuovo…” disse piano Harry cercando di non sembrare
scortese.
“Ti ricordi Justin
Finch-Fletchley?”
“ Certo!” rispose subito
Harry: come poteva scordarlo…per come la vedeva la scuola, gli aveva aizzato un
serpente al 2° anno…
“Compagno di banco del
sottoscritto per la bellezza di 7 anni!”
“Davvero?”
“Com’è piccolo il
mondo!” Ron provava ancora qualche rancore nei confronti di quel biondino più
simile ad un folletto che non ad un ragazzo…Mai osare toccare anche solo con le
parole Hermione…
“Io sono David Perks!”
Si presentò un ragazzo un paio di file più indietro.
“Io sono Lisa Turpin!”
li salutò cordialmente l’unica ragazza del corso “David Turpin è mio cugino…noi
eravamo di Corvonero.”
“Ma…veniamo tutti da
Hogwarts!” Chiese stranito Harry guardando i nuovi
colleghi.
“Assolutamente no,
infatti…Io sono Jim Boot….ero al Greatwand due anni fa…!” Si presentò un altro
allungando la mano dal banco della prima fila.
“ Greatwand?” Ripetè
Harry più a se stesso che agli altri.
“Una scuola di magia in
America.” gli spiegò Ron sottovoce.
“Il mio quasi cognato…”
ridacchiò Simon McCullers
“Mica hai sposato
Terry!” Fece veemente Jim.
“Terry Boot? Corvonero?
”
Simon annuì. “Esatto! La
mia ragazza!”
Il viso di Ron si
illuminò all’improvviso.
“Allora non ci provi con
Hermione!”
“Ancora con questa
storia…no, Ron! Non ho bisogno di corteggiare Hermione! Terry è la mia ragazza
da più di 2 anni!”
Harry e Ron non ebbero
nemmeno il tempo di presentarsi agli altri compagni che la porta si aprì e un
uomo in divisa da Auror entrò nell’aula e la chiuse sbattendola molto
forte.
Harry, Ron e Simon si
sedettero molto rapidamente sulla panca accanto agli
altri.
Manlius
Turner.
Il nome fu scritto a
lettere minute e sottili sulla lavagna da un gessetto stregato dal professore
che, dopo aver completato il suo lavoro cadde a terra con un
tonfo.
Il professor Turner gli
diede un calcio e alzò lo sguardo verso i pochi studenti presenti nella grande
aula. “Due dei vostri colleghi, finiti non si sa come nella stanza delle
illusioni, sono stati allontanati preventivamente dall’accademia. Considerate
l’essere arrivati in questa stanza come un’ulteriore selezione. Qui vogliamo
gente capace, non esseri più simili ai vermicoli.”
La porta si aprì ancora
una volta ed entrarono tre docenti.
“Vi presento il
professor Ittico Nubrick, docente del corso uno. Il professor Frank Tipest,
docente del corso due. La professoressa Melissa Bernardis, docente del corso
tre. E io, Manlius Turner, docente del corso quattro. Noi saremo i vostri stunt,
se così volete definirci. Vi seguiremo, vi miglioreremo e vi insegneremo tutto
quello che vi servirà per sconfiggere…gli uomini cattivi.”
Il professor Turner
sghignazzò un po’, mentre i professori guardavano uno ad uno ogni
studente.
Simon si avvicinò a
Harry e gli disse in un sussurro “Nessuno di questi mi ispira…forse era meglio
la McGranitt!”
“SILENZIO!” Tuonò la
profonda voce di Turner rimbombando nella stanza.
Il sorriso comparso per
pochi istanti sulle labbra di Harry sparì completamente.
“Non pensate che siamo
sordi…il minimo sussurro, il cadere di una foglia…imparerete a cogliere il
minimo rumore. Dovete essere pronti! Svegli! Capaci! Nessun frignone! Le
pappemolli sono buone per scaldare le poltrone del ministero.” Guardò ciascun
ragazzo e continuò il suo discorso dopo un attimo di pausa. “Avrete un solo
momento di svago: la vostra festa delle matricole, ovviamente. Sarà venerdì
sera. Procuratevi la vostra dama, o per lei, signorina Turpin, e per chiunque lo
preferisca, il vostro cavaliere…La festa comincia alle otto e mezza. Dopo di
ciò…dimenticatevi qualsiasi divertimento.”
Afferrato un foglio di
mal grazia dalla cattedra, Turner disse “Ora verrete divisi secondo il vostro
livello di preparazione che avete dimostrato nei test di ingresso. Con il
professor Nubrick: Mark Wilson, di grado -3.
Mark Wilson, per nulla
contento del suo grado, uscì dalla fila e raggiunse il
professore.
“Un solo studente, eh
Ittico?” scherzò Turner col professore dai lunghi baffi.
“Meglio così. Meno sono,
meglio vengono seguiti. Andiamo, giovanotto.”
“Noi siamo tutti e due
di grado zero! Saremo nello stesso corso, allora!” sussurrò Ron avvicinandosi ad
Harry.
“Probabilmente con
Turner.” Constatò il moro.
“Oh bhè…speriamo
bene…”Sospirò Ron stiracchiandosi un po’ sulla dura panca di
legno.
“Avete finito voi due?”
Chiese con finta voce amabile il professore che li squadrava con un sorriso più
che falso.
Ron arrossì e mormorò un
debolissimo “Scusi…” mentre Mark e il professor Nubrick uscivano
dall’aula.
“Con il professor
Tipest: Stephen Loewe e David Perk, di grado -2. Con la professoressa Bernardis:
Lisa Turpin e Jim Boot, di grado -1.”
Ron si voltò rapidamente
verso Simon il quale gli sorrise salutandolo con la mano e bisbigliando “Salve
colleghi!”
Ron alzò un sopraciglio,
ma Harry sorrise al biondino.
Era appena nata la nuova
squadra di Turner.
“Bene. Andiamo anche
noi?” disse Turner scendendo dalla scrivania, sulla quale si era seduto, e
aprendo la porta.
Harry, Ron e Simon si
guardarono per un attimo, prima di affrettarsi a raggiungere il
professore.
Continua…
Non posso crederci…ce
l’ho fatta! Sono riuscita a ricopiare il primo
capitolo!
E così, miei cari ha
inizio questa storia precedentemente annunciata!
Che ve ne sembra?
Certo…è ancora agli
inizi ed è un capitolo privo di azione ma mi è servito per presentare ambienti e
personaggi.
Prometto in qualcosa di
più nei prossimi capitoli!
Mooooolto di
più!
Aspetto con ansia i
vostri pareri! Siate numerosi!
Grazie già da ora!
A
presto!
Padfoot