My life, you electrify my life

di Mimi18
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Tears are the words the heart cannot say; (KidoHaru) ***
Capitolo 2: *** #2. I need you because I love you, (IchiAki) ***
Capitolo 3: *** #3. To fear love is to fear life, (FudoFuyu) ***
Capitolo 4: *** #4. Never say sorry for what you meant to do, (TachiHaru) ***
Capitolo 5: *** #5. I would go anywhere to get to you...(Fudou/Yuuto OS) ***
Capitolo 6: *** #6. Kisses are like tears, (KidoHaru) ***
Capitolo 7: *** #7. Hello is such a simple word (Tsunami/Touko); ***
Capitolo 8: *** #8. All I want is...(Toramaru/Haruna) ***
Capitolo 9: *** 9. Someone asked me what I saw in you.. (AkiIchinoseRika) ***
Capitolo 10: *** #10. Last. ***



Capitolo 1
*** 1. Tears are the words the heart cannot say; (KidoHaru) ***



Personaggi
: Haruna Otonashi/Kidou Yuuto;
Rating: giallo;
Genere: sentimentale, introspettivo;
Avvertimenti: incest&what if?;
Serie: GO, poco prima della partita contro la Takikou Academy, Haruna segue Kidou e scopre la verità.
Prompt: 44, tears are the words the heart cannot say.

 

My life, you electrify my life

Kidou sorrise trovandosela di fronte con quei capelli scarmigliati, gli occhi leggermente umidi di lacrime ed il fiato grosso per la corsa. Probabilmente, l’aveva seguito fin lì da quando si erano salutati poco prima.
« Non dovresti essere qui,» le disse dandole le spalle, trattenendo l’impulso di correrle incontro ed abbracciarla, per sentire il profumo di Haruna perforargli le narici come sempre, per lasciarsi stringere da quelle braccia all’apparenza esili eppure dalla presa così salda.
« Sei solo un codardo» .
Si bloccò nel mezzo del corridoio, le mani strette a pugno lungo i fianchi. Digrignò i denti, lei sapeva sempre dove colpire. Dove si trovassero i suoi punti deboli, i buchi scoperti della sua guardia.
« Solo perché ho deciso di giocare…»
« Perché ti stai arrendendo senza lottare» .
I suoi occhi blu mandavano lampi d’ira. Kidou poteva, per la prima volta, leggere in quello sguardo tutto il disgusto mischiato ad una profonda delusione, che pareva volergli dire quanto la stesse facendo soffrire.
Stringe i pugni, conficcando le unghie nella carne. Il dolore si fece sentire, ed Haruna si era avvicinata d’un passo.
« Stammi lontana» .
La giovane donna si bloccò, gli occhi leggermente sgranati per la sorpresa. Sentì il cuore palpitare furioso nel petto, l’ardente desiderio di correre incontro al fratello e riempire il petto, che più volte l’aveva tenuta stretta, di pugni; mostrargli le lacrime che aveva causato.
Kidou, tuttavia, fu più lesto. Afferrò le sue spalle esili, agile nell’avvicinarsi come era sempre stato, spingendola contro il muro della Tekikou Academy. Erano passati anni da quando l’aveva stretta in quel corridoio, la felicità che gli invadeva ogni lembo di pelle, ma in quel momento le braccia dell’uomo tremavano.
« Non saresti dovuta venire» .
E Haruna, mentre Kidou la baciava prepotentemente come non faceva da (troppo) tempo, capì. Capì dal tremolio della sua bocca che non era cambiato, lo capì dal modo in cui le sollevò la maglietta per toccarle la pelle, lo capì dal modo in cui i suoi occhi la fissavano, una volta levati gli occhiali.
« Stavi mentendo» , sussurrò in un singulto prima che lui la bloccasse nuovamente, labbra contro labbra, denti che mangiavano la carne in una bramosia peccaminosa.
Percepì sulle mani di Kidou la frustrazione, la debolezza, ogni emozione che nei suoi occhi rossi implodeva e dilaniava. Haruna lo lasciò spingere dentro di sé, lasciò che quel muro le graffiasse la pelle nuda della schiena, permise alle unghie del fratello di conficcarsi nella sua schiena, dolorose.
Strinse le braccia intorno al suo collo, mentre la rabbia di Kidou scemava.
« Sapevo che non potevi…»
« Non dire nulla» .
Sgranò gli occhi nuovamente, sicura di non essersi sbagliata. Fu per questo che sollevò lo sguardo, sulle telecamere. Pensò di arrossire, ma la consapevolezza di quello che stava succedendo la colse in pieno e lo spinse via, con forza.
Piazzò su di sé il miglior sguardo ferito che conoscesse, schiaffeggiandolo in viso.
« Bastardo» .
Kidou le sorrise grato, avrebbe davvero voluto sollevare una mano ed accarezzarle il viso; l’avrebbe voluta amare come si deve, senza preoccuparsi di mentire. Lo desiderava più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma ancora non poteva.
« Vattene» .
Haruna gli diede le spalle, correndo via, la consapevolezza che fino alla fine non avrebbe potuto parlare ma finalmente cosciente che Kidou non era cambiato, era sempre lo stesso.
Ti prego, torna presto.

 

 

In pillole: questa è una raccolta che prende spunto dalle 50lovequotes. Non so se riuscirò a prenderne spunto sempre, non so se le scriverò tutte e cinquanta e non ho in mente molte coppie. XD Sì, gli aggiornamenti saranno lenti.
In ogni caso, ho iniziato con il mio OTP della sezione - che probabilmente sarà MOLTO presente. Amo Kidou falsamente cattivo, quindi ho dovuto scriverci assolutamente. Le lacrime di Haruna, qui, fanno capire a Kidou che deve dirle la verità, perché non può vederla soffrire.
Andiamo, non è amore? *_*

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Capitolo 2
*** #2. I need you because I love you, (IchiAki) ***


Personaggi: Aki Kino/Kazuya Ichinose;
Rating: verde;
Genere: sentimentale, triste;
Avvertimenti: missing moment;
Serie: Poco dopo le finali del FFI.
Prompt: 11. I don't love you because I need you; I need you because I love you.

 

 

My life, you electrify my life

Aki era sempre stata nei suoi pensieri, in ogni istante del suo passato; quando per camminare doveva aggrapparsi ad un altro, la immaginava di fronte a sé, con quel suo grande sorriso caloroso, le braccia spalancate che attendevano frementi di stringerlo.
La guardò negli occhi in quell’istante, erano di un verde disarmante, pieno di speranza e paura, una paura che cercava di nascondere ma che non riusciva completamente a coprire. Era sempre stata troppo sincera, Aki. Anche quando Domon, anni ed anni prima, le chiedeva se si fosse presa una cotta per lui non smentiva mai, limitandosi a gesticolare come una forsennata più rossa di un pomodoro.
Sorrise con un leggero calore del petto al ricordo, guardando il suo profilo.
« So che è egoista da parte mia chiedertelo» , iniziò stringendo con forza il lembo del lenzuolo, « ma non è che potresti restare?»
Il suo sguardo scuro tremava. Non trovava la forza di sollevare i suoi occhi per incontrare quelli dispiaciuti di Aki, che doveva tornare in Giappone ora che la Raimon era divenuta così famosa.
Strinse i denti Ichinose, quando le mani piccole di Aki strinsero le sue.
« Non me ne andrò» .
Sorrideva, sorrideva come Ichinose l’aveva sempre vista fare nei suoi sogni negli anni passati, mentre lo incoraggiava, mentre lo esortava a raggiungerla perché gli mancava terribilmente.
Sorrise con tutto l’amore del mondo Aki, mentre Ichinose l’afferrò per la vita buttandosela goffamente addosso, il letto che scricchiolò sotto quel peso improvviso.
« Ho bisogno di te» .
La bagnò con le sue lacrime di disperazione, mentre Aki ricambiava quella stretta lasciando che il capo di Kazuya si poggiasse al suo petto, mettendo nelle sue esili braccia tutta la forza che possedeva. Sentì la stretta del ragazzo intensificarsi, mentre i singhiozzi aumentavano e Aki sentiva i propri occhi inumidirsi paurosamente.
Prese un bel respiro, doveva sorridere per lui.
« Sono qui» .
« Ho paura, Aki» .
Pose le mani a coppa intorno al suo viso, imponendogli di guardarla negli occhi. Una lacrima le cadde, mentre Ichinose sentiva il cuore battere furiosamente e l’ansia per un attimo scemare via.
« Sono qui con te e non me ne vado. Non voglio rischiare di stare altri anni senza di te, senza il tuo sorriso. Giocherai ancora a calcio, perché sei forte, Ichinose-kun» .
Strinse le palpebre, nuovamente voglioso di piangere.
« E se così non fosse?»
« Io resterò sempre vicino a te. Sempre, sempre, sempre. E allevierò il tuo dolore, te lo prometto» .
E Ichinose si lasciò nuovamente stringere dalle sue braccia, tutt’a un tratto più leggero. Questa volta, pensò, non sarebbe stato solo ad affrontare il dolore, la riabilitazione, le partite alla tele.
Sollevando di poco lo sguardo, sorrise: Aki era con lui. Aki, che era quanto di più amasse al mondo, era con lui, ora.

 

 

 

In pillole: ecco il mio terzo OTP della sezione - sì, ne ho tre. In realtà sono anche sei (L). Ero probabilmente una delle milioni a pensare che Aki, alla fine, sarebbe finita con Mamoru: tutto lo dava per scontato, eccetto l’ultimo episodio. Perché non è Rika (…) a pensare a quanto sia bello che lui sia tornato a giocare, ma Aki. E adesso ditemi: non è amore, questo? Senza contare che Ichinose la ama. Non ci sono dubbi. Mai avuto. Mai ne avrò. E loro sono bellissimo, ecco tutto. *_*
La dedico a Claud. XD E alla Cì.

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Capitolo 3
*** #3. To fear love is to fear life, (FudoFuyu) ***


Personaggi: Akio Fudou/Fuyuka Kudou;
Rating: verde;
Genere: sentimentale;
Avvertimenti: missing moment;
Serie: GO.
Prompt: 25, to fear love is to fear life;

 

My life, you electrify my life

 

Fuyuka lo guardò palleggiare nel cortile dell’ospedale, scartare un paio di bambini ridenti e poi crollare a terra con gli stessi sopra di sé addosso, imprecando forse un po’ troppo sboccato, a sufficienza per farla ridere.
« Fudou-san» , lo chiamò dalla finestra, salutandolo con la mano. Akio non ricambiò, schioccando la lingua contro il palato imbarazzato quando una bambina gli domandò candida se Fuyuka Kudou fosse la sua ragazza.
Le comparì alle spalle un quarto d’ora di imprecazioni dopo, mormorando un patetico « Buh!» che la fece sussultare come una bambina.
Ridacchiò piano, osservando il cipiglio seccato che assumeva.
« Rin-chan mi ha riferito che non siamo fidanzati» , sbottò a sorpresa incrociando le braccia sotto il seno, inarcando un sopracciglia. Fudou si sentì ad un tratto intrappolato, notando come la porta fosse alle spalle di Fuyuka e lei sembrasse Zaizen durante la sua tecnica, la Torre Inespugnabile.
Deglutì, allargandosi il colletto.
« Beh» , cercò di iniziare, ma lei lo interruppe.
« Sbaglio o mi baci?»
Uno a zero, e lui, proprio lui, era stato zittito.
Arrivò al suo fianco in un battito di ciglia, imponendogli di sedersi sul lettino della stanza, obbligandolo a guardarla negli occhi. « O forse hai solo paura che non funzioni?»
Fudou avrebbe volentieri sputato, « Non dire cazzate» .
Le braccia di Fuyuka lo strinsero all’improvviso, in un abbraccio goffo ma pieno di calore, che suo malgrado si ritrovò a contraccambiare.
« Non farei mai qualcosa che potesse farti male» , mormorò appassionata al suo orecchio, mentre il ragazzo arrossiva furiosamente e cercava di divincolarsi dalla stretta possessiva.
« Ho detto che non ho paura, smettila di dire cazzate!»
Tuttavia, Fuyuka sorrise, tenendolo stretto a sé. « Nemmeno io ho paura di amarti, Fudou-kun» .
Questo bastò a farlo placare. Probabilmente, il giorno seguente avrebbe avuto una differente risposta per Rin-chan.

 

In pillole
: non mi fanno impazzire; lui sì, lei probabilmente la prenderei a badilate, ecco tutto. E sono pure ammalata, quindi vi lascio capire. Non ho nulla da aggiungere, ma per tutte le amanti del fandom posso consigliare il contest “On the road” indetto da una mia amica, molto interessante - ci si diverte di più in tanti a partecipare. ;)
Grazie a tutti!

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Capitolo 4
*** #4. Never say sorry for what you meant to do, (TachiHaru) ***


Personaggi: Yuki Tachimukai/Haruna Otonashi;
Rating: verde;
Genere: sentimentale&fluff;
Avvertimenti: missing moment (?);
Serie: tra la terza e la quarta, circa;
Prompt: 14, Never say sorry for what you meant to do.

 

My life, you electrify my life

 

 

Tachimukai conosceva tante cose di Haruna.
Per esempio, aveva il vizio di dimenticarsi gli occhiali sulla testa prima di andare a dormire, ed adorava il the al limone ghiacciato, anche se questo le procurava brividi in tutto il corpo.
Sapeva che le mancavano le sue compagne di classe, che le chiamava regolarmente la sera e che desiderava più di ogni altra cosa passare del tempo sola con Kidou.
Era a conoscenza dell’affetto che Haruna nutriva per suo fratello, dell’ammirazione che le animava il corpo quando tifava per lui e che nulla riusciva a sfuggirle.
Nonostante questo, staccandosi da lei, ebbe comunque il coraggio di guardarla negli occhi con risolutezza.
« Non ti chiederò scusa per averti baciato, Haruna-san» .
La ragazzina sbatteva le palpebre con stupore, ma non aveva alzato le mani su di lui come aveva pensato Tachimukai, sembrava semplicemente…paziente.
« Probabilmente ora mi odierai, so che per te non esiste altri che Kidou-san, ma…»
Lo bloccò con uno spintone, ora lo sguardo crucciato.
« Ti ho già detto una volta che non devi essere pessimista!» Sbottò saccente, avvicinandosi a lui d’un passo, finendo per sfiorare il suo naso con la fronte.
Sollevò di poco il capo, le labbra terribilmente vicine.
« E nemmeno io, ora, ho intenzione di scusarmi» .

 

 

 

In pillole, io li amo. Ultimamente l’amore per questa coppia ha raggiunto un livello che credevo impossibile nel mio cuoricino; sono troppo fluff. E Tachimukai è qualcosa di assolutamente fantastico. Non so, ma voi non avete mai richieste sulle coppie? XD

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Capitolo 5
*** #5. I would go anywhere to get to you...(Fudou/Yuuto OS) ***


Personaggi: Yuuto Kidou/Akio Fudou;
Rating: verde;
Genere: introspettivo, sentimentale (?);
Avvertimenti: shonen-ai, one-side;
Serie: durante i campionati del FFI;
Prompt: 1, I would go anywhere to get to you, so why is it that all you have to do is smile to get to me?

My life, you electrify my life

 

 

 

Era stupido. Fudou aveva perso ormai il conto di tutti gli sforzi che aveva sopportato per il mero desiderio di sentirsi apprezzato; per sentire gli occhi di Yuuto guardarlo con rispetto.
Ogni qual volta inventava una nuova tecnica, Endou ne creava una ancor più spettacolare.
Se Fudou pareva aver un problema, Haruna abbassava improvvisamente il capo e Kidou correva da lei come un cagnolino, perché tutti lo sapevano: sua sorella veniva e sarebbe sempre venuta prima di tutti gli altri.
Il ragazzo strappò un ciuffo d’erba, stizzito. Altro giorno, altro fiasco: Kidou aveva avuto parole buone per tutti, sguardi d’approvazione e una fugace carezza alla guancia di Otonashi.
« Fudou, dovresti migliorare il dribbling» , Yuuto gli comparve alle spalle con una borraccia tra le mani, le sopracciglia inarcate e lo sguardo impassibile.
A differenza sua, non era per nulla turbato da quella vicinanza.
« Oh, ti preoccupi per me?» Domandò con sarcasmo, strappando un altro ciuffo, mentre Yuuto sorrideva esasperato.
Si chinò verso il ragazzo seduto a terra, piegando le labbra in un ghigno: « Siamo compagni, no? Fai come ti ho detto» .
E Fudou lo guardò andarsene, il cuore in subbuglio, mentre si sentiva un idiota: bastava un sorriso di Kidou per fargli quell’effetto, mentre lui probabilmente nemmeno se avesse migliorato il dribbling si sarebbe guadagnato uno sguardo di rispetto.
Sorrise: la vita era fottutamente stronza.

 

 

 

In pillole, richiesta da Lucreh_Sharp, ho fatto di tutto per renderla più shonen-ai possibile, in quanto Yuuto per me è assolutamente het - ed incestuoso, come avete notato anche qui. (L) Spero vi sia piaciuta; inauguro finalmente lo yaoi nella raccolta!

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Capitolo 6
*** #6. Kisses are like tears, (KidoHaru) ***


Personaggi: Yuuto Kidou/Haruna Otonashi;
Rating: giallo;
Genere: introspettivo, sentimentale;
Avvertimenti: het&incest;
Serie: durante i campionati del FFI;
Prompt: 2, Kisses are like tears. The only ones that are real are the ones you can't hold back.

My life, you electrify my life

 

 

 

 

C’erano le sue dita tra i capelli, la sua risata aperta e gli occhi luminosi, il sole che le illuminava la faccia e le faceva arrossare le gote. C’era il mare di sfondo, la sabbia scottava sotto i piedi e tutto sembrava un suono lontano.
Solo la risata di Haruna, che era terribilmente vicina, e la pelle bruciava contro il braccio di Yuuto. Bruciava, lo chiamava.
Quando le mise le mani sulle spalle, stringendole e costatando quanto fossero veramente esili, Yuuto guardò lo spazio tra i suoi seni e desiderò baciarlo. Era arrossato, forse si sarebbe screpolato; chissà se Haruna avrebbe accettato di farsi mettere la crema da lui?
« Qualcosa non va?» Gli chiese e il ragazzo si domandò perché anche la sua voce dovesse suonare così bene, così giusta, così perfetta da farlo impazzire.
Vide un dito di Haruna allungarsi verso la sua guancia, poi gli diedi un pizzicotto, ma Yuuto non stava dormendo, era dannatamente sveglio. Il sorriso della sorella - sorella, cazzo, sorella! - s’incrinò un secondo.
Un solo secondo, perché poi la teneva schiacciata sotto di sé e le baciava le labbra, le succhiava, le mordeva.
Un gemito, due, tre ansiti e infine il suo nome mugugnato: Yuuto fece l’amore per la prima volta su una spiaggia all’alba, durante i mondiali di calcio, con sua sorella.

 

 

 

In pillole, ho capito che Kidou domina l’intera raccolta. Quasi quanto Haruna. Avevo altre coppie pronte, ma sinceramente volevo postare la loro (di cui ne ho scritte altre tre, li amo troppo). Tirando le somme, credo che non mi dispiaccia nemmeno dare così spazio a loro. E ho capito che ho dei seri problemi con l’incesto: persino in Host Club sbavo vedendo Hikaru e Kaoru. *sospiro* Spero di riuscire a rispondere presto alle vostre recensioni; intanto sappiate che ho scelto una coppia da ognuna di voi da inserire prossimamente. ;) Allego un saluto a Claud. Baci!

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Capitolo 7
*** #7. Hello is such a simple word (Tsunami/Touko); ***


Personaggi: Tsunami/Touko;
Rating: verde;
Genere: love comedy;
Avvertimenti: het&slice of life;
Serie: durante i campionati del FFI;
Prompt: 40, Hello is such a simple word. But from the right person, it can mean everything.

My life, you electrify my life

 

 

 

Le onde quel giorno erano qualcosa di fantastico. Sentiva la brezza marina lambirgli il volto, il vento che smuoveva malizioso i suoi capelli.
L’eccitazione sembrò arrivare alle stelle quella mattina, con la sabbia che bruciava tra le dita dei piedi nudi e la tavola sotto il braccio, al sicuro.
« YATTA!» Strillò prima di iniziare a correre come un forsennato verso il mare, sollevando la tavola sopra la testa e gettandola poi tra le onde.
Vi si issò a cavalcioni, iniziando a pagaiare con decisione e forza. Era giusto in prossimità delle onde quando una voce femminile, ma comunque con un timbro accentuato leggermente mascolino, lo chiamò con tutto il fiato che probabilmente aveva in gola.
Tsunami rimase in equilibrio, prima di volare in acqua e riemergere tremante, i capelli indomabili ridotti ad una massa di alghe marine rosate.
Touko, sulla spiaggia, si sbracciava ridendo divertita.
« SONO VENUTA A TROVARTIIIIII!» Urlava con il sorriso luminoso; Tsunami le osservò le gambe lasciate nude dai pantaloncini, poi guardò la tavola al suo fianco.
La ragazzina ora saltellava salutandolo, e lui sbuffò sentendo il suo cuore palpitare: nemmeno il mare gli provocava quell’effetto.

 

 

 

In pillole, io li amo. Sono divertenti, Tsunami mi fa sbudellare e Touko è l’unica che potrebbe riuscire a domarlo - anche no. E poi ci si può scrivere del lemon su di loro, quindi lo farò. Grazie a chi ha recensito, letto o semplicemente dato un’occhiata. Io penso di amarvi!

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Capitolo 8
*** #8. All I want is...(Toramaru/Haruna) ***


Personaggi: Toramaru/Haruna;
Rating: verde;
Genere: sentimentale, fluff;
Avvertimenti: het&slice of life+crack pairing;
Serie: dopo il diploma di Mamoru&Co.;
Prompt: 17, All I want is for someone to hold me and tell me that everything is going to be okay.

My life, you electrify my life

 

Utsonomiya quando aprì gli occhi carichi di preoccupazione notò quelli di Haruna, con le mani appoggiate alle sue ginocchia sbucciate e il viso a pochi centimetri dal proprio.
Erano corsi lì a metà dell’incontro, quando un insegnante aveva comunicato loro che la madre di Toramaru era stata male e costretta a recarsi in ospedale.
Haruna non aveva nemmeno pensato alla possibilità di rimanere con le altre ragazze a dirigerle, era subito corsa con lui e gli si era seduta accanto, stringendogli la mano materna.
« Perché ci mettono tanto?» Sbottò facendola trasalire e quasi cadere per terra, se non fu che le sue mani l’afferrarono pronte per le spalle esili, impedendole così di sbattere il sedere.
Haruna sbuffò, ignorando di essere inginocchiata su un pavimento probabilmente sudicio dell’ospedale, andando ad accarezzare i capelli di Toramaru incerta. « Dovranno farle dei controlli, porta pazienza» .
Avrebbe volentieri ribattuto, le avrebbe urlato contro che non sapeva cosa si provava, quando ricordò guardandola negli occhi che Haruna non aveva nemmeno avuto il tempo di sperare che sua madre stesse meglio.
Le era stato portato via tutto, ed ora, era lì a sperare con lui. Forse, fu per quella consapevolezza che si lasciò trascinare sul pavimento con lei stretto in un abbraccio fin troppo stritolante per essere considerato affettuoso, ma il suo cuore batteva così prepotentemente da stordirlo.
Sentiva il profumo di Haruna, la pelle delle sue gambe a contatto con le proprie, il respiro sul collo. Era ovunque, Haruna, mentre lo teneva stretto a sé.
« Sono sicura che andrà tutto bene» .
Lo mormorò in un modo dolce, così scostante dal suo solito essere che aveva conosciuto in quegli anni. Fu per questo - e per il palpitare del suo cuore - che lasciò che lo stringesse e cullasse, ripetendogli quella nenia fino a quando il dottore non apparì nel corridoio con un sorriso rincuorante.
E Toramaru la baciò, sollevandola per aria. Sua madre stava meglio ed avrebbe avuto anche una sorpresa.

 

 

In pillole, ecco un altro pairing con Haruna. Sì, sono in ritardo, ma non avevo nemmeno il tempo di postare tanto lo studio mi sta massacrando! Non ricordo quante ne ho ancora pronte, dopo questa, ma cercherò di rimettermi in pari. :3 Grazie di cuore a chi ha recensito e…BENTORNATA, CLAUD! *_*

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Capitolo 9
*** 9. Someone asked me what I saw in you.. (AkiIchinoseRika) ***


Personaggi: Aki/Ichinose/Rika;
Rating: verde;
Genere: sentimentale;
Avvertimenti: het&slice of life;
Serie: dopo il diploma di Mamoru&Co.;
Prompt: 18, Someone asked me what I saw in you, and my only answer was everything.

My life, you electrify my life

 

Ichinose non aveva mai sofferto quella situazione. Quando Rika lo afferrava per un braccio o lo etichettava con epiteti sdolcinati, sentiva solo un grande fastidio dentro di sé, montare sempre di più quando vedeva Aki distogliere lo sguardo da loro.
« Finirla?» Sbottò con il suo accento di Osaka, gli occhi spalancati dall’orrore e la bocca semi aperta. Rika non la stava prendendo bene, proprio come immaginava.

Sbuffò passandosi una mano tra i capelli castani, borbottando.
« Sai anche tu che…»
« Pensavo ti fossi abituato» , lo interruppe alzando il tono di voce com’era nel suo stile, la mano stretta a pugno e la rabbia negli occhi. La stava ferendo terribilmente, ma Ichinose non amava mentire, soprattutto se si trattava di suoi sentimenti così evidenti.
« Mi sono abituato alla tua presenza, ma…»
Non ebbe il coraggio, alla fine, di rivelarle la realtà così spudoratamente. Guardò la figura di Rika calmarsi di fronte a sé, piegare il capo, arricciare le labbra e poi, infine, sedersi con un tonfo sulla sedia.
Incrociò le braccia sotto il seno, inarcando un sopracciglio. « Alla fine non sono riuscita proprio a levarti Kino-san dal cervello, neh?»
Si sentì arrossire terribilmente, prima di stringere le lenzuola con forza. Morse il labbro inferiore, indeciso sul da farsi, ormai certo di non poter più sfuggire a Rika.
« Eppure non è nemmeno così carina. Insomma, ha un viso rotondetto, non è slanciato, è troppo timi…»
« Aki è tutto. Tutto questo. E molto di più» , la interruppe con sicurezza, prima che la porta si spalancasse.
E la figura poco slanciata, il viso rotondo e il sorriso più luminoso che Ichinose potesse desiderare fecero il suo ingresso.

« Davvero tutto» , e il palpitare del suo cuore aumentò, quando Aki gli chiese come si sentisse quel giorno.

 

 

N/a: sono in ritardo, mi dispiace. Non ho nemmeno una scusa a dire il vero, perché la flash era pronta. L’unica è che io odio i codici html, quindi rimando sempre. Una threesome classica, questa, che mi sono addirittura divertita a scrivere: io non sopporto Rika, e Ichinose è solo di Aki. Temo che l’assurdità di quella coppia nella seconda serie sia enorme! Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo: se non ci foste voi, questa raccolta avrebbe già un “completa”.

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Capitolo 10
*** #10. Last. ***


My life, you electrify my life

 

3. It's funny how someone can live each and every day without knowing that their existence is the reason you live.
(IchiAki)
Ichinose compì un altro passo nella piscina, sentendo il dolore alla gamba aumentare vertiginosamente. Strinse i denti, però, perché alla fine della corsia ci sarebbe stata Aki.
Ogni giorno quella lotta si ripeteva, una quotidianità a cui Kazuya non avrebbe fatto fronte se lei, la sua bella, bellissima Aki non avesse avuto le mani chiuse intorno alla bocca per amplificare la sua voce, incoraggiandolo.
Un altro passo, Kazuya, poi lei ti abbraccerà.

 

4. A little jealousy in a relationship is healthy. It's nice to know that someone is afraid to lose you.
(TachiHaru)
Haruna si morse il labbro inferiore dolorosamente, udendo il racconto dettagliato della nuova arrivata alla scuola di Tachimukai. Si tenevano in stretto contatto telefonico dalla finale, ma quel giorno la ragazzina aveva semplicemente una gran voglia di intimargli il silenzio: non faceva che parlare di quella Tsubaki
Gonfiò le guance arrossate di gelosia e rabbia, pronta a sbottare come suo solito: insomma, non era palese quanto a lei lui piacesse?
« Comunque preferivo allenarmi con te, Haruna-chan,» disse d’un tratto cogliendola di sorpresa, « Vorrei tornare a sentirti urlare il mio nome» .
E Haruna sorrise: era inutile essere gelosa, Tachimukai l’amava.

 

19. Sometimes, you need to run away to see who will follow.
(TsurugiTenma)
Andarsene dalla squadra, abbandonare il calcio, limitarsi a guardare il cielo con un numero inconsistente di rimpianti.
Tsurugi sputò a terra, calciando poi un sasso: era inutile, anche senza pallone ai piedi poteva giocare a calcio in ogni modo, ma se n’era dovuto andare. Troppo tempo che non si sentiva necessario, importante, fondamentale. Gettare la maglia a terra, in quel campo, gli era sembrata la soluzione migliore, eppure la nostalgia era un peso terribilmente pesante sul petto.
Non avevano pensato di fermarlo, si erano limitati alle frasi di circostanza; tutti quanti, tutti quanti tranne lui.
Tenma correva perdifiato alle sue spalle, un livido violaceo che si allargava paurosamente intorno all’occhio; l’aveva colpito quando, con decisione, gli aveva afferrato la giacca per riportarlo indietro.
« Non tornerò indietro, stupido» disse con odio, scalciando per l’ennesima volta e voltandosi a guardarlo.
Tenma aveva il fiatone, era sudato ed indossava ancora la divisa della squadra. Lo osservò asciugarsi un rivolo di sudore che colava dalla fronte, e si mise le mani in tasca.
« Smettila di seguirmi» .
« Gioco con la sicurezza di vincere perché tu sei l‘attaccante titolare» , proruppe Tenma facendogli spalancare gli occhi per lo stupore, con quella sincerità che sempre l’aveva contraddistinto.
Tsurugi si avvicinò spontaneamente a lui, colpito appieno da quella parole sincere.
« Quindi torna indietro» .

 

 

28. No three words have a greater power than "I love you".
(KidouHaru)
Guardò la schiena di Haruna, le spalle bianche lasciate nude dalla canottiera e le gambe lunghe e affusolate scoperte dalla gonna di pizzo bianca che indossava quel pomeriggio di fine estate.
Più volte l’aveva pregata di non raggiungerlo, dicendole che sapeva cavarsela da solo a ventitre anni suonati, ma prontamente Haruna alle nove del mattino si attaccava al campanello ed iniziava a strimpellare, per poi piazzarsi in cucina ed iniziare a preparare qualcosa di nuovo.
« Nii-chan, che ne diresti di preparare il tavolo?» Domandò scorgendolo dietro di sé, un sorriso che le illuminava il volto e che faceva desiderare a Kidou di indossare i suoi occhiali verdi, per potersi coprire da tutta quell’abbagliante luce.
Le andò vicino, sfiorandola. « Perché lo fai?»
Haruna aggiunse un pizzico di sale, prima di provare ciò che stava cucinando con tanta cura. Sorrise soddisfatta, allungando il cucchiaio verso Kidou.
« Perché ti amo, no?» E a come lo disse una smorfia infantile sarebbe stata azzeccata, pensò il calciatore prima di spingerla contro il lavello e baciarla con crescente passione sulle labbra.
La sollevò per le natiche mentre Haruna infilava audacemente una mano tra i suoi capelli, pensando che lei non sarebbe dovuta venire mai. Perché alla fine, lui era un uomo, e con quelle tre parole la giovane aveva il potere di mandargli il cervello in tilt e di fargli dimenticare il forno accesso. E solo quando l’odore di bruciato si rendeva impossibile da sopportare si staccava da lei e dal suo corpo, borbottando scocciato sull’effetto che sua sorella aveva su di sé.

 

 

N/a: c o n c l u s a. Ho postato le ultime quattro (o sono cinque?) flash che avevo pronte, sperando di non deludervi. Grazie di cuore a chi ha seguito questa raccolta, ma purtroppo ho perso ispirazione. L Ma tornerò: non abbandonerò mai Haruna/Tutti. (L)

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