Dottore dei tubi

di gaccia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** asciugatura primo piano ***
Capitolo 3: *** ti conosco da un'ora e già litigo? ***
Capitolo 4: *** i supereroi non si devono buttare ***
Capitolo 5: *** meglio un gelato di un caffè ***
Capitolo 6: *** voglio anche io uno zio così ***
Capitolo 7: *** Edward clone di Meg Ryan? ***
Capitolo 8: *** Che bella giornata! ***
Capitolo 9: *** le controindicazioni di una telefonata ***
Capitolo 10: *** eravamo sei amici al bar... ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Dottore dei tubi

 

Eccomi qui con un’altra storia terapeutica. Questa però sarà una classica commedia romantica.

Ero tentata di postarla sulla sezione Romantico… ma non sono riuscita a pensare a nessuno altro che non fosse Edward. Sono fissata? Probabile.

Sarà una fiction corta? Lunga? Ditemelo voi…

Adesso leggete il prologo, poi, se vedete delle potenzialità, scrivetemi le vostre opinioni.

Buona lettura

 

---ooOoo---

 

«Pronto? Dottore dei tubi. Mi dica?» la voce che mi risponde al telefono è maschile e professionale, non fosse che sono disperata per avere la casa allagata, mi verrebbe voglia di chiedergli un appuntamento… quella voce è davvero da linea erotica.

«Oh! Dio ti ringrazio! Mi aiuti, sono disperata! Mi si è rotto un tubo nel bagno e adesso ho la casa allagata… mio padre è partito per lavoro ed io non ho nessuno a cui rivolgermi!... la prego» la mia voce scema in un sussurro accorato. Ho le lacrime agli occhi e mi accascio stancamente su una sedia.

Maledizione a me e a quando ho deciso di tornare a casa per le vacanze di Pasqua! Stavo così tranquilla nel mio alloggio all’università, dovevo per forza tornare qui a imparare a nuotare in tre centimetri d’acqua corrente sul pavimento?

Papà non c’è mai, mamma è come se non esistesse, visti i suoi orari lavorativi, ed io rimango qui a guardia del forte.

Quando le ho telefonato, mi ha risposto semplicemente che era in tribunale e non poteva uscire, di chiamare un idraulico e di non andare nel panico perché tanto era solo acqua.

La fa facile lei! Le scale che portano al primo piano sembrano le cascate del Niagara, ho dovuto fare i salti mortali e sicuramente incrinarmi un paio di costole per salvare i tappeti, e lei dice di non andare nel panico!

 

Finalmente suona il campanello di casa ed io, praticamente grondante, corro ad aprire la porta e rimango di sale.

Di fronte a me ci sono due ragazzi, muscolosi e prestanti, e soprattutto, bellissimi.

Allora lassù qualcuno mi ama! Esclamo nella mia mente.

«Siamo gli idraulici. Ci hanno chiamato da questo indirizzo per dell’acqua…» il ragazzo più grosso, che mi sta parlando, si interrompe guardando per terra, l’acqua che sta arrivando ai suoi piedi.

«Esattamente!» strepito io tirandolo per un braccio all’interno «La rottura è al piano di sopra!» gesticolo come una ossessa, indicando le scale.

«Edward, vai a chiudere l’entrata principale dell’acqua o qui allagheremo tutto lo stato di Washington» dice l’idraulico ridendo, prima di salire al piano superiore verso il corpo del reato ed io lo guardo ansiosa, chiedendomi se lo devo seguire per indicargli il tubo rotto.

«Mi fa vedere dove si trova il contatore dell’acqua?» chiede cortese una voce alle mie spalle. È una voce vagamente famigliare… mi volto di scatto, è quello che mi ha risposto al telefono.

Ma dove li trovano gli idraulici da queste parti? Se il ragazzo che è salito era una montagna di muscoli e un faccino molto carino, questo è davvero bellissimo!

Mi sento una casalinga disperata… e voglio circuire l’idraulico.

«Prego?» chiedo arrossendo leggermente. Dio che sorriso, occhi verdi, capelli castano dorato con riflessi rossi leggermente lunghi sul collo e sulla fronte, tuta da lavoro che lascia intravvedere la possente muscolatura sottostante… sì sturami tutta!

«Il contatore dell’acqua. Devo chiudere la mandata altrimenti non riusciremo mai a riparare il guasto» risponde cortese aprendosi a un sorriso da dichiarare illegale.

Continua a sorridere in questo modo… ed io ti violento!

«Non ne ho idea…» mormoro disperata. Perché non so mai cose utili? Mi metto le mani sul viso e lo guardo sconsolata.

«Senta, mi faccia vedere la cucina, normalmente l’entrata principale è sotto il lavandino» propone il ragazzo.

Sorrido fiduciosa e lo accompagno verso il lavello.

«Hai fatto Edward?» urla il collega dal piano di sopra.

«Quasi Emm» risponde l’adone ai miei piedi, che, incurante di bagnarsi, si corica sotto il mobile e cerca una santa manopola.

«Provi ad aprire l’acqua adesso» chiede Edward.

Immediatamente apro il rubinetto e non esce nemmeno una goccia.

«Niente» rispondo telegrafica.

«Perfetto» mormora prima di rialzarsi «Adesso vado ad aiutare il mio collega al piano di sopra» mi dice, allontanandosi.

Il panorama del suo lato B è decisamente notevole, forse anche meglio del lato A. naaaah! Sono indifferenti… direi eccezionali tutti e due.

 

Dopo mezz’ora che ho passato a sbirciare sulla soglia del bagno i due idraulici che si bagnavano come pulcini per interrompere il flusso d’acqua assassino, posso dire di conoscere ogni singolo muscolo del rossiccio.

Subito si sono tolti le tute, rimanendo in canottiera e calzoncini mostrandosi in tutta la loro fisicità. Cielo! Mai stata così arrapata!

«Okay! Per ora abbiamo finito! Questo tubo però andrà sostituito e anche lo scarico. Dovrete rompere e rifare parte del bagno. Le lascio il mio numero, se decidesse per i lavori, può contattarmi per un preventivo» mi dice l’idraulico più grosso, sbattendomi in mano il suo biglietto da visita.

«Emmett, la casa è tutta allagata, forse è meglio che prendo l’aspiratore, così la signora farà prima» suggerisce Edward.

Sì! Aspirami tutta! Quando sento la sua voce vado in orgasmo! Sono disperata!

«Buona idea! Ti lascio qui a finire, mentre io vado dal dottor Gerandy, per la sua caldaia. Signora, lasci pure a lui i dati per la fatturazione dell’intervento» e salutandomi cordialmente esce di casa, lasciandomi sola con l’idraulico più violentabile dell’emisfero settentrionale.

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

e adesso? Ditemelo voi! Cosa gli facciamo fare?

 

Va bene… come già scritto in passato…

Attendo le vostre reazioni mangiucchiandomi le unghie in un angolo…

 

Grazie per l’attenzione

Alla prossima

Baciotti

 

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Capitolo 2
*** asciugatura primo piano ***


Eccoci qui al secondo pezzo.

Quando ho scritto il prologo, non sapevo dove mi avrebbe portato questa storia, non avevo una trama in testa, né una fine... fino a ieri sera. Poi, l'illuminazione! Tutto è stato chiaro e adesso so come si svilupperà, so come andranno le cose e cosa succederà tra il nostro idraulico sexy e la nostra spudorata Bella.

Un appunto: siamo nella saga Twilight, pur tutti umani, i nomi delle persone, sono rigorosamente tratti dai quattro volumi della signora Stefanie Meyer, proprietaria dei personaggi

I fatti, invece, sono miei, la storia è senza scopo di lucro.

Detta la formula di rito che mi ero scordata nel prologo, vi lascio al capitolo e auguro buona lettura.

 

---ooOoo---

 

«Allora, Isabella Swan, in pratica che ci hai fatto con l'idraulico più violentabile dell'emisfero settentrionale?» mi chiede Amber.

Siamo al nostro tavolo alla caffetteria, io, la mia compagna di stanza Amber, Rosalie e Lucy, nostre vicine al dormitorio, e i nostri amici di tendenza, Max e Gary, dichiaratamente gay e felicemente insieme.

Le vacanze pasquali sono finite da due giorni ed io sono qui a sospirare come una ventola sul ricordo dei pettorali possenti del mio Edward ‘Dottore dei tubi’.

«Saprei ben io cosa fargli a uno così» esclama Max con occhi sognanti.

«Ma almeno ti sei fatta togliere le ragnatele?». Gary è sempre un signore.

«L’hai visto nudo? Com’è?». Forse è Lucy che deve togliere le ragnatele.

«Io me li sarei fatti tutti e due! Ci pensi? Due manzi di quella portata a strizzarmi e penetrarmi da tutte le parti! Arwwww!». Rosalie fa il verso della tigre e mima una zampata felina. Chissà perché ma sono sicura che non sta scherzando.

«Allora, posso continuare o volete tirare voi le conclusioni?» chiedo scocciata.

Nessuno più fa un fiato, si mettono tutte (maschi e femmine) sull’attenti e aspettano che continui il mio racconto.

 

Mentre lui andava al furgone a prendere la macchina aspiratrice, io mi fiondavo in camera mia per cambiarmi la felpa bagnata e i pantaloni della tuta.

«Così ti facevi trovare nuda, già bella e pronta!».

«Gary! Cosa vai a pensare! Ti pare che la nostra Bella possa essere così spudorata?». Grazie Amber.

«Anche di più! Ti ricordi con Tyler? Cosa non ha fatto per farlo capitolare!».

«Piantala, Lucy e lasciami finire» rispondo stringendo i denti minacciosa.

Visto che tanto faceva caldo e lui era già in canottiera, mi sono messa il mio bel perizoma nero con gli short, molto shortini…

«Sì, quelli rosa. Li adoro! Ti fanno un culo che è da sfondare, gioia mia! Quando te li ho visti addosso per la prima volta, ho seriamente pensato di cambiare parrocchia», solo Max può farmi sentire così desiderata… da uno che non mi si farebbe mai.

Mi sono tolta il reggiseno, ed ho infilato una bella magliettina bianca…

«Bellissimo! Poppe al vento, l’avrai steso!» Rosalie non ha mezze misure. Probabilmente, quando esce il mio spirito leggermente puttana, devo aver preso da lei.

«Fatemi finire, per favore. Altrimenti questa storia diverrà più lunga di un romanzo a puntate!» esclamo.

Finalmente zitti, mi lasciano continuare, ed io torno con la mente a quel giorno…

 

«Signora! Direi di cominciare con il piano di sopra, così non colerà più acqua». La sua voce mascolina mi arriva chiara alle spalle facendomi sussultare.

Gli passo accanto per entrare in bagno a gettare i vestiti nel cesto della biancheria sporca, non che adesso sia più asciutta: i miei capelli continuano a gocciolare, bagnando strategicamente la magliettina, tra poco anche quella sarà da strizzare.

«Signorina!» dico voltandomi verso di lui.

«Come scusi?».

«Sono signorina, non signora» puntualizzo avvicinandomi «Non dovrebbe farlo funzionare, adesso, l’arnese?» dico indicando verso il basso, in un punto indistinto tra il cavallo dei suoi calzoni e il bidone aspirante che ha ai suoi piedi.

«Mi fa vedere dove posso infilare la presa?» chiede, ma è il sorrisino sghembo che accompagna le sue parole a lasciarmi senza fiato.

«Infilare dove? Cosa?» devo essermi persa un pezzo.

«La luce» dice mostrandomi il cavo. Okay, la mia figura per oggi l’ho fatta.

«E’ lì sotto» indico il punto accanto alla porta della mia camera.

Attacca ‘l’arnese’ alla corrente e questo con un fischio e un rumore impossibile, comincia ad aspirare il liquido presente sul pavimento.

Io inizio a procurarmi degli stracci per asciugare  il più possibile, dopo aver tolto il grosso dell’acqua. Senza pensare, mi piego per raccogliere gli stracci che si trovano ripiegati sulle mensole sotto il lavandino in bagno.

Probabilmente gli short mi si abbassano regalando un’ampia visuale alla parte superiore del perizoma, mentre la maglia si ammonticchia appena sotto il seno, lasciando visibile la sua rotondità. In pratica sono più nuda che vestita e deve essersene accorto pure l’idraulico visto che sento un rumore di metallo che cade per terra.

«Porca di quella troia» borbotta Edward chinandosi a raccogliere il tubo. Vedo il suo viso rosso e il suo pomo d’adamo andare su e giù a velocità sostenuta. Credo anche che abbia le mani sudate. Non oso spostare lo sguardo sui pantaloni ma ci scommetto dieci orgasmi multipli che anche lì sotto sta sudando.

«Qualcosa non va?» chiedo mentre mi lego la maglietta sotto il seno, lasciando la pancia scoperta. Ho un bel corpo, regalo di parecchi anni di attività fisica sostenuta e posso andarne fiera, perché non mostrarlo? Soprattutto quando davanti hai un ragazzo che ti regala una spettacolare visuale sul suo fisico appena coperto da una insignificante canotta. Mi sembra uno scambio equo, ed io sono pro par-condicio.

«No, no. Tranquilla. Tutto… ehm, bene» risponde. Non è più sicuro di sé come prima e il sorriso da infarto si è un pochino spento.

A questo punto sorrido io, ampiamente.

 

Mi metto in ginocchio ad asciugare, e così passiamo almeno venti minuti, in pratica finiamo il piano.

«Cioè? È rimasto venti minuti con il tuo sedere sventolato sotto gli occhi ed ha continuato a lavorare? Ma diccelo che è gay, magari vuole unirsi a noi per una piccola orgia» propone Gary, subito supportato dal suo degno compare. «Adoro i sessantanove, i settantuno, e anche i duecentotredici!» sospira Max sognante!

«Duecentotredici?». Amber sembra perplessa e chiede lumi facendo ridacchiare Lucy.

«Sessantanove più due per tre! A letto la matematica non è mai un’opinione!» risponde Rosalie.

«Eccola la nostra troietta! Quanta soddisfazione dai al mio povero cuore, Rose, nessuno mai come te!». A modo suo Gary ringrazia.

«Puf! Andate a fare…» risponde Amber.

«Noi sempre tesoro. Che ti credi?» la interrompe Gary, per poi rivolgersi a me: «Bella, amore, continua la storia e dicci che lo hai violentato sino al dissanguamento o giuro che non ti rivolgerò mai più la parola!»

«Lo sai che non sopporta la vista del sangue!» interviene Amber.

«Sciocchezze! Pure lei ha le mestruazioni! Che fa? Si cambia l’assorbente ad occhi chiusi?». Quando ci si mette, Gary è sempre più irriverente.

«Piantala, gioia, altrimenti la piccola si incazza ed iniziate a tirarvi per i capelli poi ci sbattono fuori e non avremo più un posto carino dove fare colazione» interviene Rosalie cercando di portare un poco di calma tra i due contendenti che si stavano surriscaldando.

«Prego, Bella, a te la parola». Chino la testa ringraziando silenziosamente Lucy e ricomincio il mio racconto.

 

Sono lì che ho finito di asciugare il bagno e la camera dei miei genitori. Continuo a passare gli stracci e a strizzarli nella bacinella che mi porto dietro. Ho le ginocchia a pezzi e non vedo l’ora di stendermi sul letto e stiracchiarmi la spina dorsale.

«Mi puoi aiutare con questa tanica? Ho aspirato troppo». Sobbalzo quando sento la sua voce alle mie spalle, non me l’aspettavo.

«Ma come? Con quei muscoli che ti ritrovi non riesci a svuotare un po’ d’acqua?» chiedo sorridente mentre mi avvicino all’idraulico.

«Preferisco non rischiare uno strappo. Mi farebbe saltare qualsiasi impegno che mi piovesse addosso questa sera» risponde facendomi l’occhiolino.

E giuro, in quel momento sono tutta un bollore!

Se le mie orecchie non mi ingannano, mi ha appena fatto una proposta indecente!

 

«Ci puoi giurare, gioia» esclama Gary.

«Zitto, amore, lasciala finire di raccontare, siamo alla parte clou!» squittisce Max, completamente assorbito dalle mie parole.

 

L'ho aiutato a trasportare la tanica in bagno e gettare l'acqua nel water.

«Adesso vado al piano di sotto. C'è un bagno anche lì?» mi chiede.

«Certo, dal sottoscala si accede alla lavanderia e a un piccolo bagno» rispondo

«Allora io scendo... tu che fai?» mi chiede ancora.

Ero quasi combattuta a rispondergli “mi masturbo visto che non ci pensi tu” ma poi ho pensato che non era il caso di mostrare le mie carte così apertamente.

«Finisco di asciugare il pavimento in camera mia, poi scendo» rispondo, indicando la porta alla mia destra.

«Vuoi che ti do una mano?».

«Anche tutte e due. Grazie» rispondo.

 

«Sfacciata! E dove le volevi queste due mani?» chiede Rosalie. Sempre a pensare male lei.

«Dopo un'ora in sua compagnia, a guardare i suoi muscoli guizzanti, le sue braccia muscolose, le sue mani forti, il suo sedere...» elenco.

«E basta! Abbiamo capito che è uno schianto!» interviene Lucy.

«No, no. Aspetta. Quella del sedere mi interessa». Ecco Max. Ti pareva se non interveniva anche lui. Ha davvero un debole per i posteriori, quasi un feticista dei culi.

«Comunque le sue mani, le avrei volute addosso, dove preferiva... possibilmente lì e là» dico indicando vagamente un sopra e sotto che, sono sicura, al nostro tavolo hanno capito tutti.

«Puoi continuare da quando siete entrati in camera tua? Suppongo che ci fosse un letto a disposizione. Dimmi che non è ancora il letto singolo che avevi da bambina» implora Gary.

«Tranquillo, una piazza e mezza. Non troppo piccolo ma neanche troppo grande».

«Certo, in quei letti si è costretti a restare vicini... io li trovo stimolanti» dice Rosalie, sorseggiando il suo succo.

«Bene, prosegui, Bella» ordina Amber.

 

Dopo aver vuotato anche la mia bacinella, ci siamo messi ad asciugare anche il pavimento della mia camera. Io da una parte del letto e lui dall'altra...

«E ogni tanto gettavi un'occhiata sopra le coperte per controllare che ci fosse ancora» dice sicura Lucy.

«Puoi scommetterci che faceva così» rincara Amber.

«E vi assicuro che lui era sempre lì, e ogni tanto l'ho beccato a guardarmi» rispondo.

«E che faceva allora?» chiede Max.

«Mi sorrideva con quel sorriso sghembo, molto malizioso e tornava a passare lo straccio sul pavimento».

«E tu?». Poteva evitare di intervenire Gary?

«Stavo andando letteralmente a fuoco».

 

Stanca del silenzio della stanza che mi sembrava più imbarazzante che altro, provo a fare conversazione, con il mio bellissimo idraulico.

«Allora, Edward, da quanto fai questo mestiere?»

«Prima di iniziare con le domande, che ne dici di dirmi il tuo nome? Tu conosci il mio, ma io so solo che ti chiami Swan» risponde.

«Mi sembra giusto. Piacere mi chiamo Isabella Swan, ma tutti mi chiamano Bella. Tu?».

«Edward. Edward Cullen. Attualmente, di professione idraulico».

E ci stendiamo sul letto, per far incontrare le nostre mani a metà strada sul materasso. Ha delle belle mani, un po' umide, ma forti e non eccessivamente callose.

«Quanti anni hai?» chiedo, mentre mi rimetto ad asciugare.

«Ventitre. Tu?». Ormai siamo arrivati in fondo al letto e ci possiamo guardare in faccia senza problemi. Anzi io lo guardo in faccia, lui, sono sicura, ha lanciato più di qualche occhiata nella scollatura della maglietta dove si intravede in il seno.

«Venti. Frequento l'università a Seattle. Lettere. E tu? Da quanto tempo fai l'idraulico? ritornando alla domanda di prima».

«Da due anni. Do una mano a mio cugino, Emmett, quello che era con me. La ditta è sua. Io ho provato a frequentare l'università per un paio d'anni, ma sono mancati i fondi. Così mi sono messo a lavorare per mettere da parte quello che mi serve per seguire i corsi che mi saranno utili».

 

«Ammirevole il ragazzo» commenta Rosalie.

«Davvero, Bella. Ma tutte le fortune a te? Non solo ti ritrovi con un idraulico da stupro in casa, ma è anche un bravo ragazzo che lavora per permettersi gli studi!» si lamenta Lucy.

«Sì, sì, abbiamo capito, ma la domanda è: te lo sei fatto oppure no?». Ecco Gary! Andiamo al sodo.

 

Visto che abbiamo iniziato a conversare, non voglio perdere l'occasione per conoscerlo meglio.

«E' tanto che abiti a Forks?». Strano, non l'avevo mai notato. Eppure il nostro liceo non è enorme, un ragazzo così l'avrei sicuramente visto se avesse frequentato questa scuola.

«Ci siamo trasferiti in città, tre anni fa. Prima abitavamo a Portland. Tu invece, sempre vissuta in questa metropoli?». È simpatico! Definire metropoli una specie di cittadina di tremila abitanti, dispersa nel nulla è davvero divertente.

«No. Quando ero piccola vivevamo qui, poi ci siamo trasferiti a Seattle, dove i miei genitori lavorano, però, quando avevo quindici anni, siamo tornati per mia nonna e siamo rimasti per la tranquillità» spiego. Io, non volevo restare, ad essere sincera, ma mio padre, ispettore degli affari interni della polizia di Seattle, non sopportava il clima di crescente violenza che si stava instaurando in città in quel periodo. Così, lui e mia madre hanno iniziato a fare i pendolari, ed io a restare ad ammuffire qui.

Nel frattempo ci siamo avvicinati sempre più e, intenti ad asciugare il pavimento, non ci siamo accorti di essere a pochi centimetri di distanza e tuck…

 

«Cioè? Che è successo?» chiede Amber ansiosa.

 

Ci siamo scontrati, dandoci una capocciata solenne. Dio! Che botta.

Comincio a ridere e a massaggiarmi il capo, così come Edward. Che risata stupenda, profonda e allegra, solo a sentirla riporta la gioia.

«Oddio! Non ce la faccio più! Un attimo di pausa!» dico alzandomi, e gattonando sul letto per gettarmi sui cuscini. Oh! Il materasso della felicità! La mia schiena ringrazia.

Mi volto leggermente e faccio segno a Edward di stendersi accanto a me.

«Dai, vieni anche tu, prima che la commozione celebrale ti faccia svenire. Sei troppo grosso per poterti trasportare al pronto soccorso senza aiuti».

Giuro che quando anche lui si mette a gattonare sul letto, per accucciarsi accanto a me… mi sento eccitata come quando… non so neanche io come. Assicuro soltanto che se mi sfiorava, l’avrei violentato!

«Oh! Decisamente più comodo qui!» mi dice sorridendo.

Siamo stesi a pancia in aria, con la testa sopra i cuscini e ci stiamo guardando negli occhi. Non ci tocchiamo ma nell’aria c’è quell’elettricità tipica della tensione sessuale prima dell’esplosione, e Dio sa quanto sia pronta ad esplodere.

«Bella… io…» cerca di parlare, ma io lo stoppo posandogli un dito sulle labbra, per poi esplorare il resto del suo volto.

«Schhh. Lascia stare Edward» mormoro e mi alzo sul gomito per avvicinarmi al suo viso e finalmente appoggiare le mie labbra sulle sue.

Il bacio! Dopo tutto questo tempo il bacio! Non vedevo l’ora. E lui è bravo. Molto, molto bravo. Mordicchia, succhia, lecca in un vortice di desiderio. Mi sta facendo ribollire tutta.

Si volta anche lui su un fianco e con un braccio mi attira verso di se, stringendomi sino a quando il mio corpo è completamente appoggiato al suo e le nostre gambe nude sono intrecciate.

In debito di ossigeno ci stacchiamo un attimo.

«E’ da quando hai aperto la porta questo pomeriggio, che volevo baciarti» mormora per poi rituffarsi sulla mia bocca.

Con la lingua chiede il permesso di entrata, e chi sono io per rifiutarglielo? Avanti, prego! Fammi impazzire. E lui lo fa con assoluta perizia.

Accarezza con la lingua la mia, come con le mani mi scivola su tutto il corpo.

Mi spinge delicatamente con la schiena sul materasso e mi sovrasta con il suo corpo, prima di iniziare a baciarmi il collo (cosa che adoro e come lo fa lui mi manda direttamente in paradiso).

Lo sento armeggiare con il nodo della mia maglietta e, quando l’ha slegata sento le sue dita strisciare sotto la stoffa e sfiorare il mio seno destro, che…

 

Pausa ad effetto… tutte stanno pendendo dalle mie labbra.

«Che?» chiede Lucy impaziente. Lo sapevo che sarebbe stata lei a cedere, o lei o Max.

«E’ suonato il suo telefono. Era sua sorella che lo chiamava per una emergenza famigliare» rispondo ridendo.

«Nooooo!» l’urlo straziato di Gary e come il famosissimo quadro di Munch: mani in faccia, bocca spalancata, sguardo spiritato.

«Non mi dire che non è successo niente e lui se ne è andato!?». Amber è perplessa, soprattutto perché non si spiega allora il mio continuo sospirare al cellulare con un misterioso interlocutore. Cosa che accade più volte al giorno da quando sono tornata.

«A dire la verità, qualcosa è successo… dopo» tento di spiegare.

«Dopo quando?».

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

Dopo quando? Rispondo io alla domanda che hanno fatto a Bella: alla prossima puntata.

 

Questa storia, racconterà le vacanze di pasqua a Forks.

Il disastro del bagno è successo il primo giorno, e Bella resterà a casa dei genitori ancora per altri quattro giorni… quindi potete immaginare quanto ci sia ancora da raccontare!

Siamo solo agli inizi!

 

Come avrete capito, Bella sta raccontando quello che è successo, intercalando con i commenti dei suoi amici. Spero che sia chiaro ogni volta che si cambia dal presente al racconto. In caso fatemelo sapere per trovare una soluzione facile per tutti.

 

Spero sinceramente che questa storiella vi piaccia. Niente di serio, trascendentale o impegnativo, solo una lettura leggera per passare il tempo insieme. Piccolo sondaggio: sapete chi sono Amber, Gary, Lucy e Max nella originale saga di Twilight? scommetto che uno di questi quattro vi sfugge, indovinate.

Fatemi sapere le vostre opinioni.

 

Per ora, ringrazio per l’attenzione

Alla prossima

Baciotti

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Capitolo 3
*** ti conosco da un'ora e già litigo? ***


 

Ciao a tutti e bene arrivati a leggere un nuovo capitolo di questa piccola pazzia.

Spero che abbiate passato una buona Pasqua… e non abbiate ammazzato troppe colombe! Le uova, sì! Rompetele!

Siamo al bar e Bella sta raccontando le sue particolari vacanze di Pasqua.

Ringrazio molto le persone che hanno recensito, stupendomi con le loro parole di apprezzamento (ero un po' perplessa e leggere l'approvazione, mi rende sicura nel proseguo)

ringrazio inoltre la scelta di mettere questa storia tra i preferiti, ricordati, seguiti o semplicemente chi ha letto. Grazie a tutti.

Ed ora, nuovo capitolo e buona lettura.

 

---ooOoo---

 

 

«Allora? Cosa è successo? E cosa voleva quella rompicoglioni di sua sorella? Spero proprio che ci fosse un morto di mezzo per disturbare questo momento magico… no, meglio di no, altrimenti gli si ammoscia dalla tristezza». Chi capisce Gary e bravo. Il discorso se lo è fatto tutto da solo senza neanche ascoltarmi.

«Se hai la compiacenza di ascoltarmi te lo dico subito. In ogni caso la sorella non è proprio una rompicoglioni, anzi, è anche simpatica» rivelo.

«Uhu! Hai conosciuto la famiglia? Ma allora non è stata solo una scopata e via! Bella! Cosa ti ho sempre detto? Non conoscere mai i parenti o sei finita!». Ecco che arrivano anche le perle di saggezza di Rosalie – me – li – faccio – tutti – senza – impegno – Hale.

«Però ha ragione lei, Bella. Lo conosci da sei giorni e già sei stata presentata alla sorella?». Amber però non me l’aspettavo sulla stessa lunghezza d’onda.

«Ohi! Spiegate un attimo! Se ci faccio sesso dopo un’ora che l’ho conosciuto va bene, se incontro per caso sua sorella dopo un giorno e lui me la presenta, allora no?» chiedo, tanto per capire come funziona.

«Esattamente». Gary.

«Infatti». Rosalie.

«Più o meno». Amber.

«Ma no! Che dici». Lucy.

«Hai fatto benissimo, Bella». Grazie Max, senza di te, sarei persa.

«Amore? Da che parte stai?» chiede Gary al suo ragazzo.

«Dalla sua! Se per trombarsi l’idraulico sexy deve presentarsi alla sorella, va tutto bene per una sana scopata!». Ah! Te pareva!

«Continuo?» chiedo ridendo.

«Vai direttamente alla trombata d’angelo! Voglio sapere le posizioni, magari mi insegni qualche cosa di nuovo» dice Gary.

A questa affermazione tutti ridono e Max lo guarda scuotendo mesto il capo.

«Ma che ho detto?» chiede con faccia angelica.

«Il fatto che tu non sappia tutto, ma proprio tutto, sulle posizioni e sesso in ogni sua forma… è qualche cosa di surreale, caro. Neanche mia madre che va in chiesa ogni mattina, a pregare perché torni all’ovile, crederebbe mai a una cosa del genere, figuriamoci noi!» spiega paziente Max, tra le risate.

«Okay, stavo scherzando. Con me puoi parlare anche per numeri, tanto, a codici da rating profondo rosso, non mi batte nessuno» ammette Gary.

Io ricomincio il mio racconto da quando inizia a squillare il cellulare, regalandomi piacevoli vibrazioni sulla coscia, peccato che non era altro…

 

«Scusami, devo rispondere» mi dice, dopo una colorita imprecazione.

Sapesse quello che ho pensato al primo squillo di quel stramaledetto arnese, sarebbe arrossito dall’imbarazzo di avere a che fare con un soggetto più sboccato di uno scaricatore di porto.

E non ero solo io, anche le mie povere tette, reclamavano per la mancanza di attenzione, per non parlare di un’altra parte che aveva decisamente bisogno di una doccia gelata.

Che palle! Magari!

«… Alice, sto lavorando… adesso non posso… ma santo cielo! Lo sai da due settimane e ti organizzi solo ora?... sì, lo so… no, ho capito… d’accordo. Al massimo tra un’ora sono lì… no, a Forks… lo so, ma non te lo dico… non fare la bambina… okay mammina, faccio il bravo, ci vediamo dopo… anche io, un bacio».

Tutte quelle sospensioni facevano venire voglia di riempirle con frasi prese a caso, tipo…

“Alice sto lavorando, stai sturando le tubature di qualcuna? Lo sai che sei bravo, Sì, lo so allora mi dici che posizione o devo suggeriti quella della pagina 38? Capito? No, ho capito” e così di seguito.

Sto sorridendo alle risposte e soprattutto le facce che fa, ma quando arriviamo all’anche io, un bacio l’unica cosa che mi viene in mente è che l’altra gli abbia detto “Ti amo” e di scatto, mi alzo, infilo le scarpe, mi sistemo la maglietta e raccolgo stracci e bacinella per andare ad asciugare il piano di sotto.

Ormai Edward ha chiuso la telefonata e mi sta guardando stupito mentre mi alzo.

«Bella, che succede? Scusami ma…» tenta di spiegare.

E’ inutile, bello! Non sono in vena di diventare la terza incomoda… è un ruolo scomodo che ho già ricoperto una volta ed è bastato a me e alla mia bilancia, visti tutti i gelati che ingurgitavo in quel periodo. Ho dovuto sputare sangue e fare parecchio esercizio di autostima per riuscire a rientrare nei miei favolosi jeans acchiappa maschi e non intendo ricascarci!

 

«Oh! Così non ti ha detto chi era, e tu pensavi fosse la sua fidanzata!» esclama Amber.

«Mamma mia! Bella! Questa cosa raggela peggio di un cubetto di ghiaccio sui testicoli!» esclama Gary.

«Non che io abbia mai provato, ma direi che hai reso l’idea» rispondo ridendo.

«Bella! Perché ti perdi sempre in un bicchiere d’acqua? Se è impegnato, meglio per te! Almeno non devi giurargli amore eterno e può essere una botta e via senza impegno. È l’ideale per una vacanza di Pasqua» mi incita Rosalie.

«Vista in questo modo, ha ragione lei. Se ti sei sentita offesa, forse è perché ti piaceva di più di quanto pensassi, altrimenti non te ne sarebbe fregato nulla» puntualizza Max.

«Vorrei vedere voi mentre state pregustando i preliminari e sospirando l’orgasmo, suona il telefono ed è la sua ragazza!». Insomma, gelerebbe chiunque.

«A me è successo… no, mi correggo, era sua moglie» dichiara Gary.

«E tu cosa hai fatto? E soprattutto quando l’hai fatto?». Il cipiglio di Max è vagamente indagatore.

«Tranquillo, non ti conoscevo ancora, tesoro. Comunque, dicevo, suona il cellulare ed è la moglie, lui le dice che l’ama, che tra poco torna da lei perché ha voglia di fare del sesso selvaggio nella doccia e di leccarla tutta, che non vede l’ora di venire dentro di lei… insomma una hot line ed io lì davanti con il suo cazzo in mano che lo guardavo con tanto d’occhi» ci racconta e, immaginandomi la scena, scoppio a ridere e gli altri mi seguono a ruota.

«E poi?» chiede Lucy, asciugandosi un occhio.

«Mette giù il telefono, mi guarda e mi dice un poco seccato “Allora? Mi vuoi fottere o no?” io mi metto sull’attenti, lo giro e lo prendo. Finito, lui ringrazia, mi saluta e mi da il suo numero se voglio farlo ancora. Fossi matto… Poi, amore mio, lo sai fare cento volte meglio tu» dice infine, con una dolcezza che raramente sentiamo nella sua voce, baciando leggero, Max sulle labbra.

«A me invece è successo ed era la sua ragazza» confessa Rosalie «Ma io almeno lo sapevo. Però mi sono divertita a farlo venire mentre era al telefono. Dio che ridere mentre cercava di non urlare ed io a fargli un mega pompino». Sadica, gli urliamo tutti ridendo.

«Però, è successo anche a te, Bella» obietta Lucy. Perché gli amici devono ricordarti tutte le cose spiacevoli, come se fossero il tuo diario segreto?

«Vero, ma vi ricordate in che stato mi ero ridotta? Chiusa in casa ad aspettarlo mangiando chili di gelato…» dico.

«… E patatine» aggiunge Amber. In quel periodo mi era stata davvero vicina, cercando di scuotermi e di farmi rinsavire, ma, come tutte le malattie d’amore, bisogna toccare il fondo prima di riemergere a nuova vita.

«E patatine, sì. Lui in giro con la sua fidanzata ed io a casa ad aspettare due minuti del suo tempo. No grazie, in quel campo ho già dato e non ne voglio più sapere» dichiaro.

«Non siamo tutti uguali» fa spallucce Rosalie. Non è una cattiva ragazza, ha solo una paura fottuta di essere presa in giro e quindi gioca d’anticipo per non essere ferita. Noi lo sappiamo e l’amiamo comunque, così com’è.

«E allora? Quando hai saputo che era sua sorella?» chiede Amber, tornando all’argomento principale.

Sorrido e torno con la mente a quel pomeriggio.

 

«Vado al piano di sotto, manca ancora quello e tu te ne devi andare, quindi è meglio sbrigarci» lo interrompo con una voce più dura di quanto realmente volessi.

«Ma… prima…» prova a dire, ma anche questa volta lo blocco.

«Scusami. Non avrei dovuto» rispondo uscendo dalla porta.

Lo sento armeggiare con le scarpe e seguirmi di corsa, caricandosi a spalle ‘l’arnese’. Quando arriviamo al piano terra, posa l’aspiratore e mi trattiene il braccio facendomi voltare e sbattere contro il suo petto.

«Guarda che eravamo in due su quel letto. Adesso guardami e dimmi che ti prende!» mi ordina. Ha le labbra serrate in una linea dura e non ho il coraggio di guardare i suoi occhi, ma dalla postura avrei scommesso che erano abbastanza gelidi.

 

«Ci credo, bimba. L’hai istigato e poi ti sei tirata indietro. Io avrei avuto i coglioni che mi fumavano» commenta Gary.

«Non per lei, però» ridacchia Lucy.

«Ovvio! Per lui» ammette.

 

«Non mi prende niente, dobbiamo sbrigarci no?» gli dico irritata.

«Non capisco. Ah! Le donne, già devo sopportare mia sorella che mi recluta quando le gira, e adesso tu che non sei capace di tenere l'eccitazione per due minuti! Sei frigida per caso?». Ci metto un poco per capire, ma la parola che fa breccia prima nella mia corteccia celebrale è frigida.

«Io? Non sarei abbastanza calda?» chiedo isterica.

 

«Oh Dio! Ti ha dato della frigida? Ahahahahah» ride Gary piegandosi sul tavolo e sbattendo il palmo sul piano.

«Se uno insinuasse una cosa del genere, non gliela farei più neanche annusare» dice Rosalie fulminando il ragazzo.

«Hai ragione. È stato davvero antipatico» appoggia Amber.

«Direi che è stato un gran bastardo, tu Amber sei troppo gentile» rincara la dose Lucy.

«Vero! Nessuno può dire che la mia Bella non sappia eccitarsi ed eccitare» dice Max stringendomi in un abbraccio stritolatore. Da quando ha iniziato ad andare in palestra gli sono venute due braccia da culturista.

«E poi? Cosa è successo? Si è pentito?». Bravo Gary, torniamo al sodo.

 

«No, scusami... sono solo nervoso per l'interruzione di mia sorella. Riesce a essere inopportuna anche quando non è presente» borbotta Edward, mentre inizia ad aspirare l'acqua in salotto.

«Come? Era... tua sorella al telefono?» chiedo mettendo una mano sul suo braccio per farmi sentire nonostante il rumore.

«Esatto... perché? Chi credevi che... Ah! Adesso ho capito!» dice all'improvviso aprendosi in un sorriso sornione che ricordava tanto il gatto che aveva preso il topo.

 

«E nella fattispecie, la topolina saresti tu» mi fa notare Gary.

Sbuffo, seccata per l'ovvia definizione e continuo il mio racconto.

 

«E cosa avresti capito?» chiedo sulle mie.

«Che al cellulare, credevi ci fosse una qualche donna... magari una fidanzata o una moglie... e ti sei ingelosita» dice vittorioso.

«Ma per favore! Io? Gelosa di te?». Sono allibita. Questo ragazzo ha un ego grande quanto l'empire state building!

«Ti conosco da sole due ore! Come potrei essere gelosa di te? So appena come ti chiami!» rispondo con l'ovvio.

«E tu inviti sempre i ragazzi che conosci da due ore a stendersi nel tuo letto?». Questo è un colpo basso!

 

«Ti ha dato della puttana! Bella, castralo!» esclama Rosalie e tutte le danno ragione. Mai offendere una donna su questo piano. Possiamo anche essere delle troie ma nessuno deve permettersi di farcelo notare.

 

«Edward, tesoro» gli dico avvicinandomi al suo viso, lentamente, passandomi la lingua sulle labbra, come se lo volessi mangiare di baci appassionati.

«Sì?» mi risponde con la faccia di chi sa di aver vinto la scommessa.

«Ma vaffanculo!» esplodo, mi volto e passo in cucina ad asciugare il pavimento.

Non mi interessa, finisca il lavoro, esca da questa casa incazzato, si impicchi con il cavo della luce, prenda una folgorazione con il due e venti... va bene tutto, purché si tenga lontano dalla sottoscritta.

«Bella... Bella, scusami» dice avvicinandosi.

«Torna di là e asciuga il pavimento, poi esci da questa casa e vai a spararti un colpo in testa» gli rispondo senza guardarlo in faccia.

Come ha detto lui, eravamo in due su quel letto, perché le donne devono essere sempre ritenute come delle poco di buono? Anche lui mi aveva visto da due ore, ed era steso sul letto con me! Dovrebbe essere applaudito per questo?

 

«Sai, credo che questa mentalità retrograda, derivi dalla conformazione fisica dei genitali maschili e femminili… in pratica è l’uomo a dare, la femmina accoglie in sè» cerca di spiegare Amber.

«Grazie per avermi spiegato come siamo fatti. Risparmiami solo le api e i fiori, ti prego» rispondo piccata.

«Amber, cara, ma questa dove l’hai letta? Su Cosmo? Perché me la sono proprio persa» esclama Rosalie.

«Io su questa differenza mi chiamo fuori, per ovvi motivi» ribatte Gary e Max annuisce.

«Dai, ragazze. Ha appena detto che è una mentalità retrograda! Andiamo avanti che voglio sapere come è riuscito a recuperare questa scivolata di buon gusto». Ogni tanto Lucy ci illumina con delle chicche decisamente azzeccate.

Nel frattempo passa mezz’ora e tra l’aspiratore e i miei stracci, si può dire che il pavimento non risulti più il lago Michigan.

 

Ho praticamente finito e torno in cucina a svuotare la bacinella, quando sento dei passi alle mie spalle. In mezz’ora la rabbia non è sbollita: ho borbottato improperi come una caffettiera per tutto il tempo.

«Va bene, Bella. Ho capito e ammetto di aver parlato senza collegare il cervello» dice Edward avvicinandosi alla mia schiena mentre sono intenta a vuotare la bacinella nel lavandino.

«Perché? Hai un cervello?» domanda retorica, visto che gli uomini, spesso, lo dimenticano nei pantaloni, e a volte neanche lì.

«Ah, ah! Spiritosa. Me lo merito. Hai ragione, come avevo detto, eravamo in due su quel letto ed io non sono uno che si tromba ogni cliente dalla quale vado a lavorare» ammette.

«Non credo che non ti sia mai capitato» dico voltandomi per guardarlo negli occhi.

«Beh…» inizia a grattarsi la nuca in una postura decisamente imbarazzata «A volte ti ritrovi con donne davvero aggressive… che hanno un profumo… neanche credevo che esistessero profumi così. Mi è capitato, è vero. Ma molto meno di quanto pensi e sicuramente non sono uno che si accontenta di una donna, basta che respiri!» esclama.

«Quindi, io non sarei una tanto per fare?» chiedo con un’ombra di sorriso che mi spunta sulle labbra.

«Sei disinibita, sicuramente, ma sei decisamente al di sopra della media. Senti, ricominciamo! Piacere, sono Edward Cullen, ventitre anni, professione idraulico» dice tendendomi la mano. Rido e la stringo. Perché no?

«Okay. Piacere sono Isabella Swan, vent’anni, studentessa… a volte disinibita» dico.

«Non male la presentazione, soprattutto l’ultima parte…» mi risponde ridacchiando, poi mi solleva prendendomi in vita e mi deposita sul ripiano vicino al lavandino, in modo di avere il mio viso più vicino al suo. Istintivamente, allargo le gambe e lui si posiziona in mezzo, sfiorando il mio corpo con il suo.

Cazzo! Al diavolo quello che pensa, mi sento di nuovo bollire.

«… senti. Domani pomeriggio è sabato. Ti andrebbe di fare un giro? Per un caffè o un gelato, tanto per parlare e conoscerci meglio?» mi chiede guardandomi negli occhi.

 

«Ah! Gli hai detto di sì, vero? Vero? Vero?». Amber ha gli occhi a cuoricino e Lucy si sporge verso di me per ascoltare meglio la risposta, con un sorrisone che le arriva alle orecchie.

«Romantico il ragazzo. Mi piace» dice Max.

«Mamma mia, ancora con questi giochetti! E portalo di nuovo di sopra e approfitta di lui! A conoscerlo in altro modo hai sempre tempo, comincia da quello bibblico!» incita Rosalie.

«Su, Rose. La nostra Bellina, fa tanto la sgualdrina ma vuole il principe azzurro, lo sai» dice Gary, picchiettando la mano della bionda con fare consolatorio.

Ed io mi trovo a sbuffare per l’ennesima volta.

 

Stavo per rispondere che accettavo, quando sento armeggiare delle chiavi alla porta di ingresso e, istintivamente spingo lontano Edward, scendendo dalla cucina.

Infatti dopo due secondi entra mia madre «Bella! Che diavolo è successo qui?».

 

«Ma gente! Allora ditelo che siete sfigati! Prima la sorella e adesso la madre!». Gary alza gli occhi al cielo sconsolato.

«Oh, mamma! Cioè, la tua mamma! Edward ha conosciuto tua madre?!» esclama Amber battendo le  mani.

«Anche lui è fottuto» biascica Rosalie.

 

«Allora? Sto aspettando una spiegazione» dice mia madre sbattendo il piede a terra con le braccia incrociate sul petto.

No, dico? È colpa mia se si è rotto un tubo in bagno ed ha allagato la casa? Io mi sono rotta la schiena ad asciugare, ho chiamato l’idraulico e adesso mi fa una scenata come se fossi l’unica causa del disastro. Sto cominciando ad esplodere nelle mie scenate epiche. Prendo fiato e sto per aprire bocca, quando una mano sul braccio mi ferma mentre lui prende la parola.

«Buona sera, signora Swan. Sono Edward Cullen, della ditta Dottore dei tubi. Sua figlia ci ha chiamati per una rottura al bagno superiore. Il titolare, mi ha lasciato detto che consiglia di rifare le tubazioni perché sono vecchie e questo inconveniente potrebbe ripetersi. Noi abbiamo solo riparato questo guasto» dice tendendo un bigliettino da visita che mia madre prende e legge immediatamente.

«Edward Cullen… attore, doppiatore…» dice interrogativa e lui si affretta a prendere un altro biglietto dalla tasca dei pantaloncini.

«Mi scusi signora. Questo è quello giusto, della ditta» e le toglie dalle mani il primo biglietto che mette nelle mie mani.

 

«Attore?» chiede Gary.

«Doppiatore?». Lucy.

«E non solo» rispondo con un sorriso malizioso.

 

 ---ooOoo---

 

Angolino mio:

Ragazzi, avete letto bene: attore, doppiatore e non solo. Chi è Edward?

Nel frattempo questo capitolo ha avuto una serie di scosse, e un mini litigio tra i due piccioncini. Quando non ci si conosce, una parola detta male e la mosca salta al naso.

 

Aspetto le vostre opinioni e soprattutto le supposizioni: cosa fa e chi è Edward?

Io so, cosa è il “non solo” vi sfido a indovinarlo! Indizio è qualche cosa che ha vagamente a che fare con le altre due professioni.

 

A questo punto ringrazio per l'attenzione

alla prossima

baciotti

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Capitolo 4
*** i supereroi non si devono buttare ***


 

Lettori et lettrici,

sono in ritardo, mi spiace molto. Ho saltato la scorsa settimana perché ero in fase di termine dell’altra storia Ciao Edwardina e non sono riuscita a scrivere su questa, quindi adesso ho cercato di recuperare e spero di non avere più interruzioni (anche se questa, essendo la storia ‘terapeutica’ potrebbe subire variazioni in data di postaggio)

 

Rispetto alla domanda lanciata la scorsa settimana, nessuno ha indovinato il terzo mestiere che fa Edward per arrotondare lo stipendio da idraulico.

Pertanto vi illuminerò direttamente in questo capitolo…

 

Spero di ritrovarvi tutte attente a leggere e divertirvi a sentire questa compagnia commentare…

Bueno! Vi lascio alla lettura, buon divertimento!

 

---ooOoo---

 

«Bene» dice mia madre squadrando il mio idraulico preferito dalla testa ai piedi. Poi si volta verso di me  «Vai a comperare la cena, questa sera vedremo di mettere a posto le camere e domani chiamiamo un’impresa di pulizie per sistemare tutto. Non voglio che tua nonna abbia qualcosa da ridire su come tengo la casa» esclama togliendosi la giacca.

«Vai a cambiarti prima di uscire, il tuo amico lo saluto io». Ho sempre pensato che fosse mio padre il tipo possessivo, ma a vedere come mi ha allontanata da lui… comincio ad avere dei dubbi.

 

«Non è che, per caso, voleva tastare la merce?» chiede Gary, con un sorrisino malizioso.

«Ma che ti viene in mente? È mia madre, santo cielo!» esclamo.

Sentire parlare di panterone cinquantenni con la fregola in mezzo alle gambe, va bene, metterci in mezzo tua madre, assolutamente no! Soprattutto quando hai un padre ammogliato con lei, vivo e vegeto e, si spera, funzionante. Quasi, quasi gli regalo una confezione di viagra… tanto per stare tranquilli…

«Gary! Smettila di prenderla in giro! Sono d’accordo che sua madre è ancora un gran pezzo di gnocca, e detto tra di noi, ha un sedere da urlo, meglio della figlia… ma non puoi dire che si metta a contendere un bocconcino con il sangue del suo sangue!» dice Max.

Scusate! Non ho capito se mi ha preso per il culo anche lui o mi ha difeso… meglio ridere e sorvolare.

«Sei sicura che non ci ha provato?» chiede Rosalie ridendo.

Ah! Amici in malafede! «Certo! Ho spiato dalle scale!» rivelo.

A questo punto anche Lucy e Amber scoppiano a ridere.

«Gelosona!» dice Gary regalandomi un buffetto sul naso.

Se avessi più buon gusto, a questo punto, dovrei arrossire. Invece mi tingo le guancie di un tenero rosa e continuo a ridere.

 

Quando sono pronta, scendo ed esco «Mamma, io vado! Vuoi qualche cosa di particolare?» chiedo con una mano alla maniglia della  porta.

«Prendi del pollo fritto e delle patatine… e anche il dolce! Dobbiamo addolcire tuo padre quando vedrà questo disastro!» mi urla lei dalla lavanderia.

Fuori il sole è ancora relativamente alto, in fin dei conti, siamo ad aprile, ed illumina nonostante la coltre di nuvole che perennemente copre questo angolo di mondo.

«Ciao» mi dice una voce, richiamando la mia attenzione non appena svolto l’angolo per andare alla vicina trattoria.

E’ Edward, mollemente appoggiato al furgone, in calzoncini e felpa aperta, con le braccia incrociate, che mi stava aspettando.

Se c’è qualche Dio al quale mi posso rivolgere… posso avere il permesso di violentarlo adesso? Ma come fa ad essere così sudato e sporco e così arrapante nello stesso tempo?

 

«Credo che quello sia un dono di natura, gioia» mi risponde Gary e tutti gli altri annuiscono.

 

«Ti stavo aspettando, prima di andare da mia sorella» dice venendomi incontro. «Allora? Per domani?» chiede sorridendo. Fortunatamente non mi mette le mani in vita per attirarmi a lui, o sarei riuscita a fare la contorsionista nel furgone pur di farmi mettere altro.

«Domani pomeriggio alle quattro al Bar da Austin» dico io e lui annuisce, mi fa un baciamano come nei tempi antichi e risale in macchina per andare da sua sorella.

Quando finalmente il furgone esce dal mio campo visivo, torno con i piedi in terra e vado a comperare la sospirata cena di fortuna.

 

«Il baciamano? Ma io questo qui me lo sposo!» esclama Amber con gli occhi sognanti.

«Tu te lo sposi e io me lo trombo!» le fa il verso Gary.

«Davvero, Bella! Ma dove li vai a trovare tipi del genere? Il baciamano! Ti ha fatto anche l’inchino?» chiede Rosalie.

«Ovvio!» rispondo sorridendo.

«Okay! È ufficiale! Sono geloso! Tu il baciamano non me lo fai mai! Neanche dopo che mi depilo, mi metto la crema e mi faccio la manicure!» accusa Max rivolto al suo amore. 

«Ehi! Stiamo parlando di un ragazzo etero! Non paragonarmi a lui!». Guai in paradiso?

«Ragazzi! Qui quella gelosa sono io! È da quando ero piccola che mi vesto da principessa! Mai una volta che mi sia capitato!» protesta Lucy.

«La prossima volta vestiti da zoccola! Magari non ti faranno il baciamano, ma se ti baciano altro non è che ti dovresti lamentare! No?» replica Rosalie alzando la mano per chiamare il cameriere.

Altro giro di bibite è d’obbligo, soprattutto per me che ho la gola riarsa a forza di parlare. Da qualche parte li dentro, sento che stanno rotolando i rovi del deserto!

«Comunque, gioia, quando è che hai concluso» chiede di nuovo Gary facendo svettare le sopracciglia in una chiaro gesto ammiccante. Rido in risposta.

«Non quella sera!».

 

Verso le nove, mentre siamo in cucina, sento suonare alla porta e mi precipito. Forse Edward si è liberato ed ha anticipato la nostra uscita…

Delusione e gioia si mescolano nello stesso istante, quando capisco chi sta stazionando sul mio zerbino.

«Lizzie, April! Oddio! Entrate!». Le mie compagne ed amiche del liceo entrano in soggiorno. Lizzie è anche la mia vicina di casa ed è probabile che mi abbia vista arrivare questa mattina ed abbia organizzato l’imboscata di questa sera.

«Tesoro! Bentornata in questa landa verde e umidiccia» risponde April, indicando vagamente l’esterno dove sta imperversando la pioggia giornaliera.

Ci abbracciamo e rientriamo in casa.

«Buonasera, signori Swan» dice Lizzie sbirciando in cucina dove i miei genitori che stavano ancora chiacchierando.

«Ciao Lizzie, April» saluta mio padre.

Sembra di essere tornata indietro di quattro anni, quando passavamo le serate nelle camere di una o dell'altra a sognare cosa avremmo fatto da grandi e a raccontarci degli improbabili ragazzi che speravamo ci venissero dietro (e nove volte su dieci sbagliavamo).

«Noi andiamo di sopra, tanto la mia camera è sistemata!» e dopo aver salutato saliamo per andare nella mia camera.

 

«Scusaci, ma queste tue amiche, cosa centrano con Edward dei tubi?» chiede Max.

«Fammi raccontare, perché loro mi hanno fatto scoprire tutti gli altarini del mio bell'idraulico» rispondo sorniona.

«Con una premessa del genere sono davvero tutta orecchi» afferma Rosalie sporgendosi verso di me. Pettegola!

 

Dopo aver raccontato le ultime vicende dell'università e ascoltato i problemi di studio per April e lavoro e ragazzo di Lizzie, iniziamo a spettegolare sui soggetti maschili presenti nei dintorni. Lizzie è fuori mercato, afferma, ma gli occhi ce li ha anche lei! Eccome! Oltre ad avere un sesto senso per uomini appetibili e abbordabili (purtroppo sviluppato in tarda età, avrebbe fatto comodo ai primi anni del liceo).

«Conoscete un certo Edward Cullen?» butto lì con fare noncurante.

«Quello che lavora come idraulico? Dio! Cosa non gli farei!» esclama April e devo dire di essere perfettamente d’accordo.

«Come fai a conoscerlo?» chiede subito drizzando le antenne Lizzie, per poi strabuzzare gli occhi quando capisce il nesso  «E’ venuto qui per riparare l’allagamento! Mi sembrava di aver conosciuto il furgone! Allora? Raccontaci! Cosa è successo con mister non mi abbasso a uscire con voi povere mortali?». Se la prima frase mi aveva fatto venire i brividi per essere stata subito scoperta, la seconda aveva destato in me una curiosità più che giustificata.

«Cosa vuoi dire con “non mi abbasso a uscire con voi”?» chiedo.

«Che da quando abita qui, l’abbiamo visto uscire con… quante ragazze, April? Due? Giusto, solo due ragazze» risponde Lizzie dopo aver avuto la conferma da parte dell’altra.

«Non è che ci siano tante attrattive in questo posto, magari bazzica a Port Angeles o altrove» obbietto.

«Credimi, se fosse uscito con altre ragazze, anche distanti, lo sapremmo. A parte che qui non si riesce a tenere un segreto per più di dieci minuti, con una sorella come la sua, per lui, è impossibile» afferma April, iniziando a fumare una sigaretta seduta sul davanzale della finestra aperta.

«E’ pettegola?» chiedo. Deve essere la famosissima sorella!

 

«Quella dell’interruzione del coito? Cos’è? Una rana dalla bocca larga?» interviene Gary.

 

«Non proprio, è che le piace chiacchierare ed è una che appena conosce diventa amicona» mi risponde Lizzie  «Ha il negozio di abbigliamento vicino al bar di Austin ed è molto simpatica oltre che alla mano e dotata di un eccezionale buon gusto».

«Pensa che ormai è lei che organizza le due sagre estive e le feste di Natale. Quest’anno ti sei persa delle luminarie eccezionali! Erano più belle di quelle di Port Angeles» afferma April.

«Quindi si sa tutto di Edward?» chiedi tornando a focalizzare l’interesse sul soggetto principale.

«Non proprio tutto, diciamo che lui è abbastanza riservato. Sappiamo che studiava al college e frequentava un corso di recitazione. Poi ha smesso e si è messo a fare l’idraulico, però fa anche il doppiatore, ogni tanto lo sentiamo su qualche cartone animato. Ha impersonato un alieno in Ben10!» dice Lizzie con entusiasmo.

Inizio a ridere «E da quando guardi Ben10?» chiedo tra i singhiozzi!

«Chiedilo a Mark! Mi costringe!» risponde scuotendo il capo con le mani tra i capelli «Ha le manie per i supereroi, come i bambini piccoli».

«Adesso non mi dire che si veste da Batman e si getta dall’armadio sul letto!» rilancio ricordandomi l’articolo di giornale che avevo letto tempo addietro… chissà se era lui.

 

«Oh! È vero, me lo ricordo anche io!» dice Max iniziando a ridere.

«Cosa?» chiede Amber.

«Quel pazzo che pensava di eccitarsi vestendosi con la maschera da Batman e si lanciava dalla cima dell’armadio sul letto… cercando di centrare lei con il suo piccolo lui» spiega Lucy con garbo.  

Rosalie scoppia a ridere «Cioè cercava di centrare la figa partendo da due metri di altezza? Ma cosa credeva di essere? Un cecchino?» e si asciuga gli occhi.

«Un supereroe, gioia» esclama Gary, ridendo anche lui.

«Peccato che la cosa non è riuscita, non ha centrato neanche il letto ed è andato ricoverato in ospedale» conclude Max sbattendo i palmi sul tavolo.

«Chissà come ha spiegato la maschera e il mantello» dico io ululando dalle risate.

Questo siparietto ci porta ad altri aneddoti.

È bellissimo parlare con i miei amici, ci divertiamo talmente tanto che quasi ci si mette a piangere quando dobbiamo separarci per tornare ai propri alloggi.

Fortunatamente non è questo il momento!

 

«L’ha proposto, ed io l’ho minacciato di castrazione!» mi risponde Lizzie.

«Comunque, Cullen, ha una bellissima voce, non trovi?» mi chiede April ed io annuisco, quando mi aveva risposto al telefono ero andata su di giri!

«A questo proposito! Tira fuori quel biglietto April! Dobbiamo fare l’esperimento con Bella!» esclama Lizzie con il suo tono entusiastico di quando sta combinando qualche cosa di poco ortodosso.

 

«Quale esperimento?» chiede Rosalie drizzando le orecchie.

Quella ragazza è davvero incredibile: riesce a fiutare qualsiasi cosa che abbia a che fare con il sesso a un miglio di distanza… ha il radar per gli ormoni in subbuglio!

«Diciamo un esperimento sensoriale!» rispondo enigmatica.

«Dimmi che ti sei data alla pratica lesbo! Ti prego! Così almeno possiamo vederci tutti quanti insieme per fare le cosacce!» dice Gary con un sorriso a trentadue denti completi di otturazioni varie.

«Mi spiace deluderti, amore, il mio massimo lo raggiungo con l’auto soddisfazione, non riesco ad eccitarmi davanti a un paio di tette» rispondo facendo l’occhiolino.

«E’ perché non hai mai provato! Se ti mettessi di impegno ti immagini cosa potremmo fare noi quattro?» borbotta Gary contrariato.

«Io ho provato» annuncia Rosalie. E te pareva! Esclamiamo tutti in coro.

Quando mai non ha provato qualche cosa, sembra un testa a testa con Gary per le cose più sconce… e mi sa tanto che il nostro ninfetto perderebbe contro di lei, ma preferisco non saperlo e rimanere nella mia felice ignoranza.

Credo che potrebbe far arrossire una pornostar.

«E quando?» chiede Amber curiosa.

«Ultimo anno del liceo, una mia compagna era lesbica dichiarata e mi stava dietro, così ho provato. Niente di che! Bello e intenso come ogni altro orgasmo, sapendoci fare, ma non ne ero attratta più di tanto, quindi mi sono rivolta alla caccia ai volatili» risponde Rosalie facendo spallucce.

«Ecco! Sei diventata la mia delusione!» borbotta Gary sempre più abbattuto.

«Vuoi dire che io non ti basto più?» chiede Max con cipiglio scuro, facendo ridere il suo compagno.

«Ma io volevo fare una cosa a quattro… io su di te, naturalmente! Non rinuncerei mai al mio tessssoro» risponde sorridendo facendo il verso alla Gollum.

Io sarei arrossita a questa dichiarazione, Max no. Ormai deve essere abituato alle sue uscite, altrimenti si sotterrerebbe sempre per l’imbarazzo.

«Uffa! Come siete smielati voi due quando vi ci mettete! Da carie ai molari! Allora, Bella, questo esperimento sensoriale?» esclama Lucy, riportando l’attenzione all’argomento principale.

 

Stavo giusto pensando a quale esperimento si riferiva, quando, parlando di biglietto, mi ricordo che ho ancora nella tasca dei pantaloni, il biglietto da visita di Edward Cullen, attore e doppiatore. Vuole  entrare nel mondo dello spettacolo? Ce lo vedrei proprio bene sul tappeto rosso agli Oscar… magari con me vicino…

Okay, basta sognare, torniamo alla realtà!

«Dai, prendi il tuo telefono e metti in viva voce, poi sdraiati sul letto» ordina Lizzie sedendosi a sua volta alla mia destra, mentre April prendeva posto a sinistra.

Eravamo stese di sbieco, con le gambe a penzoloni, ed ecco che Lizzie compone un numero di telefono, copiandolo da un foglio patinato, strappato da una rivista, dove spicca la fotografia di un uomo in slip minuscoli, super muscoloso ed ammiccante.

 

«Cosa vuole fare?» chiede Amber.

«Da come lo descrivi, sembra una linea erotica» dice Lucy.

«Applauso alla indovina!» rispondo io ridendo, mentre i miei amici spalancano le loro pupille ed iniziano a ridacchiare pregustando il resto del racconto.

 

«Adesso, ascoltiamo ed arrapiamoci! Questa è una linea hot per donne, l’ho trovata dal ginecologo e non ho resistito!» sussurra mentre fa il numero al mio cellulare.

«Sei pazza!» protesto «Costerà un bagno di sangue alle mie finanze!» puntualizzo.

«No, tranquilla. È un numero locale, costa cinquanta centesimi al minuto in più della tariffa normale, e poi… per una volta! Rilassati!» ordina April ributtandomi sul letto.

“Pronto” una voce maschile, virile e intensa, soffia nel microfono e si disperde nell’aria della mia camera.

Cacchio! Ho scoperto di adorare la parola ‘pronto’!

«Ciao… sono Amanda» dice Lizzie facendomi l’occhiolino e il segno di non parlare.

Mi sembra di essere tornata all’asilo facendo gli scherzi telefonici.

“Ciao Amanda… è un bel nome… dove sei?” la voce risponde con calma intervallando con respiri strategici.

«Sono sul letto e sono sola! Ho bisogno di compagnia!» risponde Lizzie con voce orgasmica.

Soffoco una risata e continuo ad ascoltare rapita.

“Anche io sono sul letto… e sono solo… vuoi che ti faccia compagnia?” chiede la voce che diventa più roca.

«Come ti chiami? Dimmi il tuo nome» chiede Lizzie.

“Paul… mi chiamo Paul, ma tu puoi chiamarmi come vuoi…” lascia in sospeso la frase con un altro sospiro.

«Aiutami, Paul… E’ la prima volta che chiamo… non so come fare». Lizzie che fa la timida è uno spettacolo, un po’ come Rosalie… no, obbiettivamente Rose è peggio!

 

«Ehi! Anche io sono timida!» protesta la nostra ragazza.

«Nei tuoi sogni? Nah! Neanche lì» la rimbecca Gary guardandola sottecchi.

«Villano!» esclama Rosalie, prima di scoppiare in una allegra risata. Non può mentire così! Non a noi, comunque.

 

“Ti aiuto io, Amanda… dimmi cosa vuoi fare? Ti va di provare a lasciarti andare con me?” adesso la voce è gentile e sensuale.

Se qualcuno mi facesse una domanda simile, con quel tono di voce, giuro che risponderei: scopami!

«Voglio lasciarmi andare, Paul. Dimmi cosa devo fare». Il sospiro di Lizzie è quello della grandi aspettative pre orgasmiche. Anche la voce al telefono sospira, poi ricomincia a parlare.

“Allora chiudi gli occhi e senti la voce… come se fossi vicino a te… mi senti? Sono vicino a te…” ubbidienti, noi tre abbiamo chiuso gli occhi e ci lasciamo avvolgere da questa voce stupenda.

«Sì, ti sento» pigola piano Lizzie.

“Adesso porta la tua mano sul petto… come sei vestita?” chiede.

«Camicetta» risponde la mia amica in un soffio. E io che ho la maglietta?

“Immagina la mia mano che ti sta sbottonando lentamente… molto lentamente… un bottone per volta…” ecco, lo sapevo! Io invece devo tirarmi su la maglietta molto, molto lentamente?

Immagino le mani di Edward, come vagavano oggi pomeriggio e ricomincio ad andare a fuoco!

“Adesso togliti la camicetta ed inizia ad abbassare le spalline del reggiseno…” la voce si fa sempre più eccitata ed eccitante.

“Immagina che le mie mani ti accarezzino la pelle, ti palpino il seno…”

«Come la visita di un dottore» borbotta Lizzie, facendoci ridere silenziosamente. Anche il nostro interlocutore ci sente e ridacchia piano anche lui, rilassato.

“Come un dottore… esatto” rimarca.

All’improvviso mi blocco… dottore… la voce ha detto dottore… la stessa intonazione… lo stesso…

«Edward!» esclamo a voce alta e la comunicazione viene repentinamente interrotta.

 

«COSA?» un coro composto da tutti i miei amici esplode all’unisono, mentre io rido.

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

Allora? Cosa ne dite del terzo lavoro di Eddino? Essendo un doppiatore e un attore, ci sa fare con la voce… no?

Chissà perché ma ho sempre pensato queste linee con delle persone che stanno facendo le parole crociate mentre esalano i sospiri più orgasmici di questo mondo. In pratica tutto finto.

Se non funzionano così le telefonate… perdonatemi ma non ho mai provato, quindi prendete questa scena per una licenza poetica!

 

Domandina della settimana: chi sono April e Lizzie nella saga di Twilight? Vi regalo un indizio, focalizzatevi sul quarto libro… BD.

 

Con questo non mi resta che ringraziarvi per l’attenzione,

chiedervi di farmi avere le vostre opinioni o i vostri suggerimenti

rimandarvi alla prossima

e mandarvi tanti

baciotti

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Capitolo 5
*** meglio un gelato di un caffè ***


 

 

Buonasera a tutti!

Incredibilmente posto questa sera perché sono in attesa di un file… e voi direte: cosa ce ne frega? Giusto! Intanto però approfittate del fatto che, non sapendo cosa fare, ho pensato a voi e posto il capitolo che ho appena finito di scrivere.

 

Rispondendo alla domanda della scorsa settimana: April è la segretaria del falsario J.Jenks, mentre Lizzie è la ragazza che Jacob incontra quando fugge da casa Cullen e cerca di avere l’imprinting.

Ho sempre trovato questo personaggio (Lizzie) molto interessante e con possibilità di avere una storia  tutta sua all’interno della saga stessa, umana o non. Non l’avete trovata sveglia anche voi?

 

Detto questo, vediamo cosa è successo ai nostri due amici e alla compagnia strampalata del bar, quando si è scoperto che Edward lavora anche in una hot line…

Buona Lettura

 

---ooOoo---

 

 

Lizzie e April mi guardano interrogative «Come Edward? Dici che quello al telefono era Edward Cullen?». Adesso che mi soffermo attentamente… non lo so.

Sì, mi sembrava lui, ma la voce era più profonda, più impostata. Forse no.

«No, stavo pensando a lui e mi è scappato» dico facendo spallucce. Meglio stare sul vago, sono amiche ma non vorrei che sparlassero in giro. Come hanno detto, qui a Forks, mantenere un segreto per più di dieci minuti è una impresa.

«Comunque, ragazze, il divertimento è stato interrotto. È caduta la linea! Peccato!» commenta April.

«Allora? Cosa ti è sembrato questo esperimento? Ci è capitato di telefonare un paio di volte» mi confida Lizzie.

«E tutte e due le volte sono venuta trattenendomi dall’urlare. Quella voce ti sa portare in luoghi di orgasmolandia mai visitati!» rincara la dose April.

 

«Davvero Edward è il telefonista erotico?» chiede Gary interessato.

«Perché lo vuoi sapere?» chiedo io sorridendo.

«Perché vuole il suo numero. Se è veramente lui, ti immagini? Però è una bella trovata quella di telefonare in viva voce, utenti multipli come gli orgasmi a meno di metà prezzo!» insinua Lucy indicando il ragazzo ninfomane.

«Dovremmo provare anche noi!» propone Amber.

«Dio! Piccola! Ma trovati un uomo vero, non uno via cavo!» esclama Rosalie facendo venire il broncio offeso alla più piccola di noi.

«Rose! Non essere cattiva!» la riprende Max, sporgendosi a carezzare i capelli biondi della mia compagna di stanza.

«Scusami, Amber. Non volevo offenderti, sai come sono fatta! Però… beh, niente» dice piano. Il che stupisce: quando mai è così zitta?

«Cosa?» insiste Lucy.

«Beh… non ho mai provato a telefonare a queste linee» confessa alla  fine  Rosalie.

A questo punto scende il silenzio sul nostro tavolo… siamo troppo allibiti per parlare, poi Gary si alza dalla panca, esce un attimo dal locale e torna dentro dopo tre minuti.

«Scusate, ho controllato che non infuriasse una bufera, non ci fossero stati incidenti e non fosse caduto un meteorite da qualche parte del mondo. A una rivelazione del genere, dobbiamo essere pronti a subire di tutto!» esclama sedendosi.

E tutti ridiamo.

«Davvero, non hai mai provato?» chiede Amber, dimentica della piccola offesa di prima.

Ecco una cosa che ho sempre apprezzato tra noi sei: non ci si tratta mai male, se si dicono cose cattive, ci si chiede scusa e ognuno di noi sa che può contare sul sostegno degli altri. Forse è per questo che non sono andata tanto per le lunghe con le battutacce di Edward.

Rose fa spallucce rispondendo: «No. Ho sempre pensato che fare direttamente è meglio che immaginare e non ho mai telefonato!».

«Allora ho vinto!» esclama Gary. A cosa si riferisce? Tutti noi lo guardiamo in attesa di spiegazioni che non tardano ad arrivare.

«Abbiamo sempre innumerevoli esperienze, io e la mia cara troietta, però l’ho battuta! Questa io l’ho fatta e lei no!» canticchia soddisfatto.

«Ma questo non è sesso!» protesta Rosalie.

«Su questo consentimi di dissentire, anche questa è un’esperienza della sfera sessuale» puntualizzo e Max, Lucy e Amber mi danno ragione.

«Sarà…» borbotta Rose mentre Gary batte il cinque con Max. Si può essere più infantili?

 

Verso le undici e mezza, le mie amiche tornano a casa e mi lasciano dormire. Dopo una giornata simile sono davvero distrutta.

C’è una cosa però, che voglio fare prima di andare a letto, quindi prendo il cellulare e il biglietto di Edward.

“Edward Cullen – attore – doppiatore” recita in bella grafia il cartoncino lucido.

Sotto spicca il numero del cellulare.

Rimango a fissare lo schermo per almeno un quarto d’ora, poi mi decido!

Che sarà mai? Voglio solo mandare un messaggio di buona notte, mica chiedergli prestazioni sessuali!

“A domani, Edward. Buonanotte. Bella” e pigio invio.

 

«A dire la verità, chiedergli prestazioni sessuali via msm, mica era malvagia come idea» dice Gary dopo aver terminato la sua acqua tonica.

«Al limite poteva risponderti o che era impegnato al momento oppure che veniva subito… in tutti i sensi» rincara la dose Rosalie.

«E tu potevi aspettarlo preparandoti doverosamente… sai… depilazione, creme, bagnamento canale vaginale… mi dicono che funzioni così» dice Max.

«Taci, discobolo greco! Sei una delle persone meno indicate per sapere queste cose» lo redarguisce Lucy.

«Anche perché se fossi esperto, mi preoccuperei!» sottolinea Gary.

«Ragazzi! Dai! Prima di darmi al deretano, ho dovuto provare anche la vagina! Poi, dopo aver assaggiato, ho deciso cosa mi piaceva di più!». Max allarga le braccia nerborute, come se dicesse la cosa più naturale del mondo ed io mi passo una mano sugli occhi e scuoto la testa sconsolata.

«Gente! Vi rendete conto che se qualcuno passa qui vicino e ci sente parlare, chiama l’ospedale psichiatrico e ci rinchiudono tutti come malati di sesso?» dico sorridendo.

«Tesoro! Ma noi siamo malati di sesso! Te ne accorgi solo ora?» chiede Gary facendo ridere tutto il gruppo.

«Un sospetto mi era venuto» ammetto.

«Tornando al nostro Edward, così arrapante da strapparsi le mutande, ti ha risposto?» chiede Amber, forse la più curiosa dell’idraulico.

«Subito dopo» rispondo.

 

“Buona notte, ragazza disinibita! A domani pomeriggio. Edward”.

 

«Dillo che ti ha conciliato il sonno» istiga Lucy sorridendo maliziosa.

«Ho dormito fino alle dieci del mattino dopo, come un angioletto!» rispondo.

«Oh, sì! Mi immagino… stringendo il cuscino e continuando a mormorare ‘Eddy… Eddy’» dice Max mimando lo stringere e chiudendo gli occhi.

«Eddy? Ma dai, che brutto chiamarlo così» esclama Amber.

«Lo sappiamo… Amby» rincara la dose Gary.

«Okay, okay, lasciamo perdere» esclama la biondina.

 

Il mattino dopo, quando mi sono degnata di scendere in cucina, mi sono trovata immersa nelle grandi manovre pre pasquali. Tre personaggi non meglio identificati, spostavano e pulivano il piano terra, mentre mia madre rovistava in camera sua e mio padre… presumo fosse fuggito per paura di essere risucchiato in qualche realtà alternativa.

«Oh, Bella! Meno male che sei sveglia! Dovresti andare di nuovo a comperare dei panini e poi a fare la spesa per il pranzo di domani» dice mia madre togliendomi la tazza di caffè dalle mani e sostituendola con la lista della spesa.

«Fortunatamente l’impresa ha quasi finito e mi sembra che la casa sia stata rimessa all’onor del mondo!» esclama soddisfatta. Prego mamma, non mi devi ringraziare così tanto per il mio sbattimento di ieri! Penso sarcastica.

Quella donna mi farà impazzire, pertanto rinuncio alla mia colazione ed esco di casa, in una mattinata illuminata da un rarissimo, splendido sole. Si prospetta una meravigliosa giornata!

 

«Solo per il fatto di incontrare Edward, qualsiasi giornata sarebbe splendida» esclama Amber.

«Ma se non lo conosci» ribatte Max.

«Ma lei si è immedesimata!» risponde Gary.

«Fantasiosa!» dice Rosalie ridacchiando e Lucy annuisce.

 

Sono le tre e mezza del pomeriggio, quando sono già pronta per uscire.

 

«Spero maglietta con scollatura inguinale e minigonna ascellare!» esclama Gary.

«Beh, sicuramente non ero vestita da suora, ma neanche da prostituta» rispondo ridendo. Chissà perché si deve sempre credere che per sedurre un uomo bisogna essere praticamente nude, io trovo che il vedo e non vedo, o meglio ancora, il vedo poco e immagino molto, sia decisamente più eccitante di un paio di poppe al vento.

«Hai ragione, Bella! Dunque che ti sei messa? Il vestitino a fiorellini?» chiede Amber sorniona. Sa che il vestito azzurro, con una decente scollatura a V  che fa intravvedere l'attacco dei seni, e una gonna sopra al ginocchio fluttuante e leggera mi sta benissimo, oltre a farmi una figura eterea ma  ben delineata.

«Proprio quello» annuisco.

«Se è quello che penso io, non sarai stata nuda, ma sicuramente non bisogna cercare tanto per trovare le tue forme là sotto» dice Lucy. Anche questo è vero. Ho detto non essere nuda, ma se vedo poco e immagino molto grazie ai tanti indizi, allora funziona alla grande!

 

Quando arrivo davanti al bar vedo Edward, appoggiato alla porta di ingresso del negozio vicino e che parla con qualcuno all’interno, decido immediatamente di avvicinarmi e, grazie alle paperine che ho indossato, sono anche abbastanza silenziosa.

Scorgo i capelli di una ragazza bruna oltre la porta, ma non mi soffermo e finalmente arrivo alle spalle della mia vittima e… gli metto mie mani sugli occhi.

«Indovina chi è?» dico ridendo.

 

«Ma cosa hai? Due anni?» chiede Lucy scoppiando a ridere.

«Secondo me è quello che vorrebbe fare a lui! Bendarlo per poi abusarne!» dice Rosalie.

«Ma, Rose, amore, bisogna anche giocare alla seduzione? No? Brava, Bella! E lui come ha risposto?» chiede Max curioso.

 

Sento subito una risata argentina che esplode dalla ragazza all’interno del negozio.

«Dai, Edward, indovina?» dice anche lei.

«Kate? No. Tanya?... Irina?... Jessica?... Lauren?... Lizzie?... Michelle?... Claire?...» comincia a snocciolare nomi uno dietro l’altro.

«Hai intenzione di recitare tutto l’elenco telefonico?» chiedo seccata.

«O potrei arrivare subito alla R di ragazza disinibita» risponde ridendo.

Anche io mi apro a un sorriso felice e soddisfatto. Mi ha riconosciuta subito e mi stava solo prendendo in giro. Gli tolgo le mani dagli occhi e lui si gira verso di me, chinandosi subito per deporre un bacio sulla mia guancia.

«Ciao, Bella. Sei in anticipo!» dice gettando un’occhiata all’orologio.

«E così tu saresti la piccola Swan! Tua nonna ha sempre detto meraviglie di te!» esclama la ragazza bruna uscendo dal negozio. «Ciao, io sono Alice, la sorella di questo ragazzone» conclude indicando quell’adone di idraulico al mio fianco.

«Piacere, io sono Isabella, ma puoi chiamarmi Bella» rispondo tendendo la mano che stringe con palese allegria. Poi, all’improvviso lancia un urlo, spaventandomi.

«Devo andare a prendere i bambini! A te la scelta, Edward: vai tu dalla signora Mason o resti qui in negozio fino a quando non torno?» dice fissando suo fratello con uno sguardo che non ammetteva repliche.

«Alice! Ho un appuntamento! Secondo te devo rispedire Bella a casa?» dice sbuffando.

Spero solo che non mi prenda come scusa per svicolare da sua sorella.

 

«No. Secondo me vuole solo godere della tua compagnia» dice Amber con fare consolatorio.

«Secondo me vuole solo godere» le fa il verso Gary sorridendo.

«No, no. Ha ragione Amber! Lui vuole godere in sua compagnia» specifica Rosalie.

«Come mi piacciono queste cose goderecce» rincara la dose Max.

«Beh, cosa c’è di meglio del godere reciprocamente» gli risponde Lucy.

«Basta con il godere, ragazzi! Ma siete perversi!» esclamo iniziando a ridere. Sembrano una manica di ninfomani…

«Non è vero. Non pensiamo solo a quello! Pensiamo molto a quello ma non sempre» si giustifica Max.

«Parla per te, amore. Io praticamente penso solo a quello» risponde Gary.

«Ecco perché sei così magro! Ti consumi a forza di scopare!» gli fa notare Amber.

«Ma io non sono proprio pelle e ossa» sottolinea Max guardando Gary e socchiudendo gli occhi.

«Non mi guardare così! Al massimo mi faccio una sega, altrimenti scopo solo te! Fine della discussione, e se qualcuna di voi osa ancora solo vagamente insinuare che metta le corna al mio amore, glielo ficco in culo senza lubrificante!» minaccia puntando il dito sotto il naso di ognuna di noi.

A ogni passaggio scuotiamo la testa in segno di negazione. Sappiamo tutte che, se c’è una cosa su cui Gary non transige, è il tradimento. Il suo precedente ragazzo lo ha tradito diverse volte prima che lui se ne accorgesse, ed è una cosa che ha giurato, non avrebbe mai e poi mai fatto.

«Allora? Il bellissimo idraulico ha goduto?» chiede Lucy cambiando argomento.

«Della mia compagnia! Certo!» rispondo.

 

«Ma non devi mica passarci tutto il pomeriggio! Ho solo bisogno che vai a prenderli e me li riporti qui. Nel frattempo posso fare io compagnia a Bella» dice la  sorella guardandomi con desiderio.

«Sei vuoi, Edward, vengo con te. Così saluto anche io la signora Mason» propongo. Non voglio che Alice mi faccia il terzo grado. Non saprei cosa rispondere se mi chiedesse come è stato il primo incontro con suo fratello.

 

«Io risponderei bagnato» propone Rosalie.

«Stesi sul letto» dice Gary.

«Semi svestiti» rincara Lucy.

«Da sogno» dice invece Amber sospirando.

«Certo ragazza che sembra che debbano ancora scartarti! Stai sospirando come una ventola peggio di lei! Va bene il romanticismo ma qui si esagera!» esclama Max rivolto alla mia coinquilina.

«Ma scusa, le altre cose le hanno già dette loro! Io cosa dovevo dire?» chiede la biondina.

«Tanto non le ho detto niente e sono andata con Edward dalla vecchia maestra» intervengo.

 

«Davvero non ti dispiace essere venuta con me per fare da trasporto nipoti? Mi dispiace! Ma mia sorella si approfitta del sottoscritto per ogni momento libero» dice mentre camminiamo vicini.

«Non ti preoccupare, oggi dovevamo mangiare un gelato, giusto? Due passi erano inclusi nel pacchetto» rispondo.

«Non era un caffè?».

«Il caffè è solo per un incontro di dieci minuti, il gelato è come minimo mezz’ora» spiego.

«Allora preferisco di gran lunga il gelato» esclama sorridendo.

Nel frattempo di stavamo avvicinando alla casa della signora Mason. Era stata una maestra sino a due anni prima, poi, dopo una lunga e onorata carriera, si era ritirata andando in pensione. Non avendo figli o nipoti da accudire ed essendo rimasta vedova da diversi anni, era ben felice di occuparsi dei bambini degli altri, facendole ricordare i tempi passati al lavoro.

«Allora? Come è andata ieri sera a fare il baby sitter?» chiedo tanto per fare conversazione.

«Bene, adesso vedrai le due pesti. Alec e Jane di sei anni. Sai, per me non è difficile, faccio lo zio figo e loro si divertono. È come essere piccoli tutti e tre. Mia sorella, non so come faccia con la casa, il negozio figli e marito sempre in giro» dice.

«Che lavoro fa suo marito?». È conversazione, semplice conversazione, non voglia di sapere tutto della sua vita.

 

«Sì! Come no?» commenta Lucy.

 

«Jasper fa il rappresentante è praticamente sempre fuori dal lunedì al sabato. Se almeno ci fossero i nostri genitori, ma mio padre ha ancora alcuni anni prima di andare in pensione e loro abitano a Portland. Lui fa il postino» risponde.

«Certo che avete un bel ventaglio di lavori per casa: idraulico, attore, postino, rappresentante e negoziante. Niente male!» dico.

«Non dimenticare anche doppiatore» dice sorridendo.

«Non sia mai! Lizzie mi ha detto che ti ha sentito in un cartone animato».

«Praticamente faccio  solo quelli e qualche film straniero. Non ci sono molti sbocchi per questo mestiere ma mi fa comunque conoscere, nella speranza che qualcuno scopra le mie immense doti recitative e mi scritturi per il film del secolo» allarga le braccia e gonfia il torace per darsi importanza e mi fa scoppiare a ridere vederlo così impettito.

Arriviamo davanti alla casa della signora Mason ed Edward suona il campanello.

«Ah proposito di capacità recitative… conosci un certo Paul che lavora in una hot line?» chiedo mentre la porta si apre.

Mi volto a guardare il mio idraulico preferito e scopro che è rimasto impietrito, fermo con gli occhi sgranati ed è diventato di un bel color pomodoro. Intanto la porta si apre.

«Ciao, Edward, i bambini ti stavano aspettando… ma… stai bene?».

 

«Allora è proprio lui?» chiede Amber.

«Allora, avrai sfruttato il suo talento!» esclama Gary.

«A dire la verità, ho proprio assistito».

«Oh Mio Dio!» esclama Lucy.

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

questo capitolo è un passaggio.

Il bello arriverà con il prossimo capitolo… beh, bello si fa per dire! Essendo capitoli che scrivo man mano, non so mai dove vado a parare! Per esempio in questo doveva esserci la scena che, invece, vi godrete nel prossimo (a proposito di godere, dunque).

 

Ho un ringraziamento doveroso a Corny83 per avermi suggerito una frase topica! “così arrapante da strapparsi le mutande” non è mia ma è sua! Se non vi piace prendetevela con lei, se vi piace, fate i complimenti a me che l’ho inserita! (che scema che sono!)

 

Lo scorso capitolo mi ero dimenticata di una cosa, o meglio, di un nome: Amanda!

Da un paio di mesi a questa parte ho deciso di utilizzare solo e unicamente nomi e cognomi che compaiono nella saga twilight (visto che siamo in questa sezione ritengo che almeno i nomi debbano essere doc), preciso anche che ho letto solo i quattro libri (non quello su Bree, tanto per capirci) e da questi ho estratto tutti i nomi possibili.

Pertanto… dove ho scovato questo nome? Dalla risposta sono esclusi quei lettori che avevo già illuminato su questo punto.

 

 

Per una volta, torno a permettermi un pochino di pubblicità sulle mie storie

La serie [I trasformisti] in corso, comprende “Ciao Edwardina” conclusa e “Ciao Isabellino” in corso. Racconti comici romantici, Prima Edward vestito da donna, poi Isabella vestita da uomo.

[Dottore dei tubi] in corso, racconto comico romantico, Isabella racconta le sue vacanze di Pasqua quando ha conosciuto un affascinante idraulico.

[AAA – Affittasi moglie]  in corso,  racconto romantico, commedia. Cosa può spingere un giovane uomo affascinante ad affittare una moglie?. Momentaneamente sospesa.

[Si dice – In Vino Veritas]  in corso,  racconto  generale romantico, una sfida tra una Bella ricca e viziata che vuole l’azienda vinicola di Edward. Momentaneamente sospesa.

[Sakura – Fiore di ciliegio]  conclusa , racconto romantico storico, la storia di Bella agli inizi del 1900, che attraversa mezzo mondo per trovare la felicità che merita.

[Boy e girl – scambio d’identità] conclusa,  racconto comico romantico, scambio di corpi, un Edward nel corpo di Bella alle prese con i problemi femminili e Bella viceversa, alle prese con i problemi maschili e un obbiettivo .

[Acqua che cade] conclusa,  mini fic. racconto misterioso, fantasy, Bella adora la particolare pioggia di Forks, che sembra mandata apposta per lei.

[Come Andromeda] conclusa, racconto fantasy romantico, Isabella legata a una roccia, in balìa di un mostro sorto dalle profondità marine. Questa storia è aperta a chi voglia aggiungere qualche cosa di suo. Round robin.

[Prima di essere un pensiero]  one shot  commedia fantasy, cosa potevano essere i nostri eroi, prima di essere concepiti? Questa potrebbe essere la risposta.

[Un colpo sul retro] one shot  commedia, una giornata particolare, dove quattro ragazze senza pensieri vogliono solo divertirsi.

[Smettere di fumare] one shot commedia. Un incontro tra due amici che non si vedono da tanto e una sigaretta.

[Déjà-vu, il sogno diventa realtà] one shot rating rosso. Il sogno di Bella diventa realtà in modo inquietante e romantico.

 

E con questo tolgo il disturbo

Ringrazio per l’attenzione

Alla prossima

Baciotti

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Capitolo 6
*** voglio anche io uno zio così ***


 

 

Buongiorno a tutti!

Sono spiacente, oggi doveva essere il giorno di Ciao Isabellino, ma, sono stata presa con questa storia e, invece di scrivere il capitolo dell’altra, mi sono dedicata a questa.

Spero che vada bene lo stesso.

Anche in questo capitolo mi sono lasciata prendere la mano e non sono andata a parare dove volevo.

Beh, perdonatemi e accontentatevi!

Adesso vi lascio alla lettura, non prima però di aver ringraziato chi ha gentilmente recensito a cui prometto di rispondere in giornata, (vi voglio bene) e chi ha inserito questa storia nelle preferite, ricordate e seguite (devo dire che mi sono stupita per l’apprezzamento anche in questo caso, pertanto un grazie di cuore)

 

 

---ooOoo---

 

 

«COSA? Cioè fammi capire! Quel ragazzo dalla voce così irresistibile, ti ha chiesto di copulare telefonicamente con lui?» chiede Gary.

«Io ho la sensazione che intendesse dire assistere mentre lavora» interviene Lucy.

«Quindi l’hai osservato mentre ansimava con un’altra al telefono?» chiede Amber con gli occhi fuori dalle orbite.

«Non proprio, prima mi ha fatto vedere come fa» rispondo cercando di spiegarmi.

«Cioè avete fatto sesso facendovi ascoltare per telefono? Ah però!» dice Rosalie.

«Uffa! Com'è difficile spiegarsi con voi!» esclamo mettendomi le mani tra i capelli.

«Su, tesoro, coraggio! Noi tifiamo per te, sia che tu ci sia andata a letto, sia che lo abbia solo palpato o solo ascoltato attraverso una cornetta» mi consola Max battendomi teneramente il suo manone sulla spalla.

«Come farei senza di te!» rispondo sorridendo grata.

«Ehi! Sono gelosa!» mi richiama Lucy.

«Come farei senza di voi, ragazzi!» rimedio allargando le braccia come ad abbracciare tutti e gli altri ridono.

«Salvata in corner! Ma adesso voglio sapere come ha fatto quel gran pezzo di manzo a salvarsi dalla situazione rosso pomodoro» esclama Gary.

 

«Ciao, Edward, i bambini ti stavano aspettando… ma… stai bene?» chiede la signora Mason scrutando il ragazzo il faccia. Lui si passa una mano tra i capelli e tira un lungo sospiro. «Sì, sì. Non si preoccupi» borbotta e sento che mi lancia un’occhiata veloce, prima di rivolgersi ai due bambini che gli corrono incontro.

«Zio!» urla un bambino prima di saltare per farsi prendere in braccio. Si vede che è una cosa che fanno spesso visto che sono molto sincronizzati e, nonostante il peso, Edward non vacilla un attimo.

«Ciao Alec. Ma sei ingrassato da ieri sera?» dice facendogli solletico sulla pancia. Il bambino ride, scuote la testa e lo abbraccia sussurrando qualche cosa all’orecchio.

«Ciao Jane» si rivolge alla bambina minuta che è accanto a lui e che, probabilmente sta aspettando il suo turno per entrare tra le braccia dello zio.

«Zio, adesso tocca a me!» dice mettendosi le mani in vita e sbattendo il piede. Chissà perché ma credo che quel gesto sia direttamente ereditato da sua madre, come i capelli neri tagliati a caschetto.

«Agli ordini!» risponde Edward, posando in terra Alec per prendere la nipotina. Anche lei lo abbraccia e gli sussurra qualche cosa all’orecchio che lo fa scoppiare a ridere.

«No, è una mia amica che mi ha accompagnato» risponde.

Salutiamo la signora Mason, alla quale racconto brevemente quanto mi trovi bene all’università e ricominciamo il viaggio  di ritorno verso il negozio di Alice.

 

«Ci mancherebbe altro che non ti trovassi bene all’università con noi!» esclama piccata Amber.

«Cara, se così fosse non verrebbe certo a dircelo» fa notare Lucy.

«In ogni caso lei si trova bene con noi! VERO?» chiede conferma Gary con voce stridula.

Non volendo subire ulteriori minacce, annuisco vigorosamente.

 

«Prima Jane ha chiesto se eri mia moglie» dice Edward, riferendosi alla risata.

Mi va la saliva per traverso ed inizio a tossire diventando cianotica.

«Coraggio, Bella, non è niente» dice ridacchiando e regalandomi delle piccole pacche sulla schiena.

«Zio Eddy, sta male?» chiede Alec, mentre Jane mi osserva attentamente.

«No, sto bene, grazie» mormoro quando riesco a tirare il fiato.

«Non credevo che al sentirmi definire marito, una donna dovesse avere queste reazioni inconsulte. Potrei anche sorprenderti e risultare molto affidabile ed affettuoso» dice guardandomi la faccia paonazza senza smettere di ridere.

«Con le pacche sulle spalle, sicuramente» rispondo io tirando del lunghi sospiri.

I bambini tornano a camminare davanti a noi allontanandosi di qualche passo per poi correre indietro.

«Zio! Abbiamo fame! MERENDA!» urla Alec seguito subito da una Jane saltellante.

«Arriviamo dalla mamma e sentiamo lei cosa dice» risponde autoritario prendendo un bambino per mano per attraversare la strada.

 

«Ma è stupendo! Sulla carta è un ottimo scopatore, ottimo padre, magari ottimo marito… ma che aspetti? Saltagli addosso e fallo tuo!» esclama Max battendo le mani.

«Oppure ammanettalo e convincilo che non può vivere senza di te!» suggerisce Rosalie.

«Mi spieghi come fai a collegare un sequestro di persona con l’amore?» chiede Amber un pochino scioccata.

«Secondo me conta sulla sindrome di Stoccolma» risponde Lucy per la bionda.

«Non conto su niente! Una volta mi piaceva uno che non me lo dava, l’ho ammanettato, l’ho rapito, ci ho fatto sesso e poi, quando l’ho rimesso in libertà non voleva più uscire dal mio letto» ci spiega Rosalie.

«L’hai anche drogato? Scusa ma questa è violenza carnale! Rischi una denuncia!» dice Gary leggermente allibito, e per essere scosso lui, vuol dire che la biondona ha fatto qualche cosa di grave (ed è una cosa da non fare assolutamente).

«Secondo te come gli è diventato duro? Gli ho messo i bastoncini cinesi come tutore? Quando gli ho sfilato i pantaloni era già bello in tiro… anzi, a dire la verità, mi ha confessato che voleva fare solo il prezioso ma che non vedeva l’ora di passare un poco di tempo con me. Mai tempo è stato speso meglio» dice con un gran sospiro.

«E chi è questo gran figliolo che si fa ricordare con tanto trasporto?» chiede curioso Gary.

Effettivamente anche io sono curiosa di sapere chi si cela sotto i sospiri di Rosalie. Sentirla decantare un ragazzo in questo modo sembra… boh! È insolito, per usare un termine soft.

«Per ora lo sto frequentando senza impegno… poi si vedrà» dice finendo di bere il suo succo.

Nuovamente cade il silenzio sul nostro tavolo, sino a quando Gary esplode «Ma Santa Madonna delle Grazie Vergini, che, per inciso, non sei tu!» dice indicando Rose «Non puoi dire queste cose e pretendere che noi le assorbiamo come acqua! Ci devi avvertire prima, preparare, dirlo con la giusta intonazione! Al mio amore può venire un infarto!»

«Gary, tesoro, non mettermi in mezzo! Sei tu quello scioccato! Io sotto, sotto, ma proprio in fondo, in fondo, ma anche più sotto che in fondo…» ribatte Max ma Rosalie lo interrompe.

«Abbiamo capito che intendi dire in fondo!».

«Giusto! In fondo sappiamo tutti che anche tu vuoi il principe azzurro, troietta» conclude il ragazzo.

«Troietta la chiamo solo io! È mia proprietà ed ho il copyright».dice Gary ancora sconvolto.

«Ragazzi! Adesso calmatevi e riprendetevi! Non ho detto che mi sposo domani! Lasciamo finire il racconto di Bella, poi, forse, parleremo di me» propone Rosalie.

«E meno male che non ti sposi domani o io ero già secco lungo e disteso… ti prego, certe cose comunicamele con cautela! Non credo di poter sopportare di perdere la mia controparte femminile così all’improvviso» dice Gary sconsolato, facendo scoppiare una sonora risata a tutti noi.

 

Chiacchierando tra noi e con i bambini, che sono davvero svegli e simpatici, arriviamo al negozio di Alice, mentre lei è alle prese con una cliente.

«Alice, porto i bambini a prendere un gelato da Austin» annuncia Edward alla sorella.

«Va bene, ma niente cioccolata! E coppetta piccola!» si raccomanda la madre per poi tornare agli affari.

«Zio, tra i bambini sono inclusa anche io?» chiedo maliziosa.

«Se me lo chiedi con quel tono, inizio a pensare a un rapporto incestuoso tra noi… nipotina» mi soffia in un orecchio, trasmettendomi brividi di attesa.

Dio! Come può dire certe cose e poi andare tranquillamente a comperare un gelato? Io vorrei leccare tutto, ma lui! Sì! Decisamente indecente!

 

«Hai ragione! Fatti lo zio!» esclama Gary. Niente da fare! Neanche i commenti di Rosalie riescono a scalfire il suo essere affamato di sesso!

 

Ci sediamo tutti e quattro a un tavolo con i nostri gelati. I piccoli sono felicissimi di essere lontani dalle grinfie della madre, sfogandosi sulle coppette di crema e cioccolato (alla faccia delle raccomandazioni) mentre io mi sono concessa anche la fragola.

«E' buono?» chiede Edward rivolgendosi ai bambini.

«Sì, zio!» rispondiamo tutti in coro. I bambini mi guardano scettici, poi iniziano a marcare il territorio.

«Lui è mio zio Eddy, non tuo!» dice Alec.

«Ma zio, perché lei dice che sei suo zio?» chiede Jane, confusa.

«Sta scherzando. Lei è una mia amica, come voi avete i vostri amici» risponde Edward condiscendente e i bambini sembrano capire.

«Anche tu giochi con i giochi in televisione con lo zio? Io ci gioco quando vado da Jared» dice convinto Alec.

«No! Lei è una femmina, gioca con la barbie, come faccio io con Heidi! Come fai a giocare con lo zio?» chiede alla fine facendomi diventare rossa come le fragole che hanno contribuito a creare il mio gelato.

 

«Te l’ho mai detto quanto adoro i bambini con le loro domande imbarazzanti?» chiede Gary ridacchiando.

«Dai, dicci anche a noi come giochi con lo zio!» sollecita Lucy.

«Se vuoi posso suggerirti qualche cosa…» prova Rosalie maliziosa, lasciando intenzionalmente la frase in sospeso.

«Per cortesia! Qualcosa che non abbia a che fare con il sequestro di persona! Ti prego» rispondo io.

«Aspettate! Voglio sentire invece cosa hanno risposto ai due angioletti! Secondo me gli hanno bloccato la crescita» dice Max.

«Malfidenti» borbotto.

 

Sto boccheggiando, non sapendo cosa rispondere senza creare drammi, quando sento Edward intervenire «Sapete che io sono il dottore dei tubi, no?» i bambini annuisco convinti e seri.

«Bene, gioco al dottore anche con Bella» dice gongolante soffocando una risata.

«Cioè, disotturi i tubi anche a Bella?» chiede Alec guardandolo negli occhi chiedendo subito dopo «Posso giocare anche io?».

 

A questo punto scoppia una gran risata al nostro tavolo che mi sembra l’eco di quella che ha fatto Edward quel giorno.

«Oddio! Non mi dire che sei diventata anche pedofila!» esclama Rosalie.

«Taci! Tu sei una sequestratrice di persona!» rispondo.

«Credo che tra le due, tu, Bella, sia messa peggio!» dice mesta Amber.

«Beh, ci credo! Forviare un bambino di sei anni!» sottolinea Lucy.

«Non ho fatto  niente con il piccolo Alec!» esplodo difendendomi.

«Senti, senti! Vuol dire che hai fatto qualche cosa con lo zietto caro?» mi chiedono, ovviamente è Gary.

«La sera stessa» rispondo guardandolo negli occhi.

 

Dopo essere esploso in una sonora risata ed essersi leggermente calmato, guarda suo nipote che lo osserva perplesso e risponde «Cosa ti ho sempre detto su quello che faccio?».

Il bambino sbuffa e risponde come se avesse imparato una filastrocca «Che è un lavoro e non un gioco e che capirò quando sono grande».

 

«Mai frase è stata più vera» esclama Max.

«Io ho sempre odiato quella frase! Sa di presa in giro!» dice Lucy e Amber annuisce dandole ragione.

«Però è vero che capisci quando sei grande» rimarca Rosalie.

«Eccome se capisci! Vero troietta?» chiede Gary alla biondona che gli molla una gomitata nel costato.

 

«Bella, vieni a mangiare da noi domani? La mamma ha preparato tante cose buone, e poi arrivano anche i nonni con i regali di Pasqua e il cioccolato e c’è anche il papà!» esclama Jane, battendo le mani e pregustando i dolci del giorno dopo.

«Tesoro, non posso. Anche io domani mangio con la mia mamma e il mio papà e ci sarà anche la mia nonna!» spiego e lei diventa subito triste.

«Che ne dite se Bella viene con noi lunedì, quando facciamo il pic nic nel parco? Sempre se non hai impegni» propone Edward.

«Sarò felicissima di partecipare al pic nic del parco» annuncio facendo trillare di gioia i bambini.

 

«Ti stai allenando a fare da zia?» chiede Lucy.

«L’ho sempre detto io, ti presenti ai parenti e ti trovi invischiata in una relazione ufficiale» sottolinea Rosalie la refrattaria.

 

Dopo aver riconsegnato i bambini alla madre, io ed Edward ricominciamo a passeggiare, diretti verso casa mia.

«Mi dispiace per oggi pomeriggio. In pratica ti ho fatto fare la baby sitter e non era assolutamente nei miei progetti» dice sconsolato.

«Non preoccuparti. Mi sono divertita. Ma quali erano i tuoi progetti?» chiedo curiosa.

«Niente di che! Gelato, passeggiata, giochi…» alludendo chiaramente alla battuta di suo nipote. Rido e rilancio.

«Posso sempre contattare quel Paul».

«A proposito di Paul, visto che oggi il nostro incontro è andato a buca, posso invitarti a un’uscita al pub questa sera? Paul non ha impegni» mi rassicura ed io che posso rispondergli se non sì, ci vediamo questa sera!

Rientrata a casa mi preparo a passare le prossime tre ore sotto gli ordini perentori di mia madre che prepara per il pranzo del giorno dopo. Onestamente non ho mai capito questa rivalità tra lei e la nonna. Eppure è sua madre, dovrebbero andare d’accordo.

 

«Perché? Tu vai d’accordo con la tua?» chiede Amber. Effettivamente, molto poco, ma sono fermamente convinta che con il tempo si maturi e si riesca a trovare un punto comune dal quale partire per una nuova intesa.

 

Alle nove e mezza sono già pronta, perfettamente pettinata, truccata, vestita con jeans scuri, camicia trasparente grigia con top grigio perla sotto e scarpette nere con tacco basso. Evitiamo il rischio di cadute accidentali con rottura scomposta di ossa degli arti inferiori, praticamente quello che mi capiterebbe con un tacco dagli otto centimetri in su. Tanto non sono una tappa, posso permettermi anche un tacco più basso.

 

«Ragazza! Tu non hai ancora capito che anche i piedi circondati dalle calzature adatte servono a sedurre un uomo!» esclama Rosalie.

«Su questo devo dare ragione a Rose! Non che a me facciano effetto ma devo dire che è un gran bel vedere» rimarca Gary e batte il cinque con la biondona.

«Ok. Prometto che la prossima volta metterò i trampoli, poi se dovrò stare quaranta giorni in trazione all’ospedale vi farò causa!» gli dico.

 

Finalmente suona il campanello e un silenzio innaturale scende in casa. Mio padre in salotto abbassa l’audio del televisore, mentre mia madre chiude il rubinetto ed esce dalla porta della cucina per avere più visuale sull'entrata. Mai stata così piantonata come in questo momento.

«Ciao, Isabella!» dice Edward appena apro la porta.

«Ciao, Edward. Un attimo che prendo la borsetta e andiamo». Mi volto per prendere le mie cose che sia mio padre che mia madre si sono avvicinati alla porta di ingresso.

«Buonasera, signori Swan» dice Edward senza scomporsi.

«Buonasera» borbotta mio padre prima di tornare in salotto.

«Bella, non fare tardi questa sera, che domani mattina ho bisogno di aiuto per il pranzo» mi ricorda mia madre prima di salutarmi, e avendo cura che la raccomandazione venga sentita chiaramente dal ragazzo che mi sta aspettando sullo zerbino.

«Certo, mamma» rispondo chiudendo la porta dietro di me.

«Divertitevi» sento ancora dire dietro il battente ormai chiuso e sorridendo, prendo il mio idraulico preferito sotto braccio e lo trascino velocemente verso la volvo argentata che sta aspettando davanti al nostro cancello.

«Allora? Dove mi porti?» chiedo accomodandomi sul sedile dell'auto.

«Te l'ho detto, serata tranquilla in pub. A metà strada tra qui e Port Angeles c'è un posto carino» promette avviando la macchina.

Passiamo il resto del tragitto a parlare di tutto. È molto naturale e mi sento davvero bene in sua compagnia. Lo trovo brillante e spiritoso.

 

«Adesso davvero che pensiamo sia il ragazzo perfetto!» esclama Amber.

«Bravo dentro e fuori dal letto? Un sogno!» dice Max.

«No scusa! Non ha ancora provato nel letto, non possiamo dire che sia perfetto» puntualizza Rosalie.

«Ti assicuro che è perfetto» rispondo.

«Vuoi confermare ufficialmente che l'hai provato? In tutti i sensi?» chiede Gary con gli occhi che brillano.

Sbuffo sconsolata ed ammetto «Ho provato... in tutti i sensi».

«Quando?» chiede Rosalie, sporgendosi verso di me.

«Non subito e non quella sera» rispondo enigmatica.

 

«Allora, mi vuoi spiegare cosa fai esattamente, Paul?» chiedo una volta arrivati al pub ed ordinato una birra. Edward inizia a ridere.

«Come hai fatto a riconoscermi?» chiede per nulla imbarazzato.

«Hai una voce piuttosto impostata, ma alcune parole le usi con la stesso tono» spiego.

«Tipo?»

«Tipo... Pronto? Dottore dei tubi!» rispondo scimmiottando.

«Dovrò studiare un'altra intonazione» borbotta pensieroso.

«Ma come fai? Intendo a rispondere al telefono e sembrare così...» cerco il termine più adatto.

«Eccitato? Sono un attore, fingo gemiti ed orgasmi» spiega guardandomi fisso negli occhi.

«Davvero? Ho sempre pensato che fossero le donne quelle capaci a fingere a letto, non gli uomini» dico ridendo.

«A parte il segnale ovvio, anche gli uomini possono fingere... ti faccio vedere» dice all'improvviso. Si sistema meglio sulla panca ed inizia a respirare profondamente, intervallando a respiri corti e spezzati.

 

«NO! Non mi dire che ha finto un orgasmo in una birreria?» urla Amber.

«Ma chi è? Un clone di Meg Ryan? Come in “Harry ti presento Sally”?» chiede Lucy.

«Avreste dovuto vederlo! È stato uno spettacolo!» dico io di rimando.

 

 

---ooOoo---

 

 

Angolino mio:

Allora, piaciuto il capitoletto? Arriverà l’orgasmo? O Bella deciderà di dargli sollievo facendo diventare il tutto più… realistico?

 

Notizia quasi triste: stiamo arrivando alla fine… mi sono accorta che ci saranno ancora due o tre capitoli, non di più (salvo extra in base ad eventuali ispirazioni) quindi…

 

Mi porto avanti e inizio a ringraziare pubblicamente le persone che hanno inserito questa piccola follia nelle ricordate con un grosso bacione per guancia a:

1 - annatm87
2 - Bobina83
3 - eka
4 - KriStewlove
5 - La Evans
6 - MagariFossiLibera
7 - mattitti
8 - miky_koishi
9 - nessie mimi
10 - Rebussiii
11 - Rusee

 

Non mi resta che ringraziarvi per l’attenzione,

rimandarvi alla prossima

e spedirvi tanti

baciotti

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Capitolo 7
*** Edward clone di Meg Ryan? ***


 

Buonasera a tutti!

Vi lascio subito al nuovo capitolo… buona lettura!

 

---ooOoo---

 

 

Inizia a gemere leggermente, chiude gli occhi e le sue mani si arpionano al bordo del tavolo. Socchiude gli occhi per guardare la mia reazione e si apre in un piccolo sorriso malizioso, prima di continuare.

«Ti sento... calda... sei calda... umida... bagnata...» dice continuando a gemere ed iniziando a dondolare avanti e indietro ed io mi sento sempre più in imbarazzo.

«Voglio sentire dentro di te... ti sento fino in fondo... il mio sangue scorre più veloce... lo senti? Chiede di te...» mormora e scuote il tavolo. Mi sento un poco accaldata.

Attorno a noi le persone presenti si stanno azzittendo a poco a poco, ed ascoltano.

I suoi gemiti diventano più alti ed io divento sempre più rossa.

«Ti sento stretta attorno a me... mi stai avvolgendo... sì! Dio sì!» vedo i suoi nervi tendersi i suoi muscoli gonfiarsi e quasi mi viene da ridere.

«Sì... così, muoviti... sì! Dio, sì... sì, sì» comincia a sbattere una mano sul tavolo e tira indietro la testa, continuando a gemere ed io mi sento sempre più ridicola ad ascoltarlo.

«Sì, sì... così, sì... sì!» lascia un ultimo grido che finisce in un ringhio, come se si fosse svuotato qualcosa... che in questo momento è meglio non immaginare, e riapre gli occhi verso di me, aprendo la sua bocca a un magnifico sorriso soddisfatto post coitale.

«Allora? Che ne dici?» mi chiede con un tono innocente.

«Rachel! Evita di darmi la sua birra! Non voglio venire nelle mutande!» urla un ragazzo al tavolo vicino al nostro, rivolgendosi alla cameriera.

Sono impressionata e comunque mi viene in mente una cosa sola da chiedergli, pertanto la prendo un poco alla larga e mi faccio coraggio «Potrei risponderti che sono bagnata ed eccitata, ma in realtà mi è solo venuto un po' caldo... ma tu, parli sempre così quando scopi?» chiedo perplessa.

 

«Ahahahahah! Oddio! Mai sentito una cosa simile!» esplode in una risata Rosalie.

«Caspita! Sono venuto nella mutande anche io, solo ad ascoltarti» esclama ridendo Gary.

«Wow! Che calor! Sono tutta un sudore!» dice Amber sventolandosi platealmente con la mano.

«Ahahahahah! Mamma! Ahahahahah! Non respiro! Ahahahah!  Devi presentarmelo! Ti prego!» riesce a dire Max, incontenibile.

«Come presentartelo? Tesoro! Prima ci sono io!» puntualizza Gary «Devo verificare eventuali concorrenze» si giustifica.

«Gelosone!» gli dice Max carezzandogli il braccio. Questi gesti affettuosi tra loro, ci lasciano sempre un gusto dolce e ne siamo felici anche noi.

«Io sarei morta ridendogli in faccia! ahahah» commenta Lucy deviando l’attenzione dai nostri amici.

«Ma con tutte le cose che gli potevi dire, proprio le parole che usa?» chiede Amber, continuando a ridere.

«Scusatemi! Ma quando scopate, dite tutte quelle cose?» chiedo.

«Anche di più, amore mio!». Su Gary non potevano esserci dubbi.

«Non hai idea di quanto parli questo quando mi… va beh! Quando ci appartiamo!» rincara la dose Max.

«Però lo dico con amore» puntualizza Gary.

«Non provate a farci degli esempi!» implora Amber.

«No, no! Fateceli pure!» contraddice Lucy.

«Ma Gary, non è che soffri di eiaculazione precoce? Un ragazzo con il quale sono stata, mi diceva che dovevo parlare per distrarlo, in modo di non venire subito appena entrato» dice Rosalie, mettendoci a parte di una nuova esperienza e fonte di saggezza popolare.

«Scommetto che lo stai ancora frequentando» dice Lucy con una certa ironia.

«Non l’ho neanche fatto entrare nel mio letto… a parte che non ci siamo arrivati… ma tanto dopo tre minuti e otto secondi era tutto finito!» e a questo punto Gary si rovescia sul tavolo piangendo dalle risate, mentre tutti noi esplodiamo in una risata contagiosa.

Immaginare poi Rosalie alle prese con il massimo dell’insoddisfazione… proprio lei… è qualche cosa che esula da tutto ciò che è reale!

«Comunque, Rose, cara, ti posso assicurare che il mio Gary, non ha di questi problemi… anzi! A volte ti spompa, tanto dura» ci conforta Max.

«E da quanto ce l’ho duro!» si vanta Gary.

«Tornando al nostro idraulico scopatore telefonico, cosa ti ha risposto?» chiede Amber asciugandosi gli occhi.

 

«Tieni presente che tu mi hai chiesto come facevo quando lavoravo al telefono. Secondo te posso solo gemere? Devo anche parlare con chi non mi vede!» mi risponde con una cosa talmente ovvia che arrossisco dall’imbarazzo di non averla capita prima.

«Poi, queste frasi non sono mie… hai presente le fan fiction? Non hai idea di cosa si scriva lì sopra! È una miniera di informazioni, oltretutto fornite proprio dalle potenziali clienti!» aggiunge poi.

«Ma quando faccio l'amore… dal vivo, per intenderci… non parlo tanto, preferisco agire» mi sussurra piegandosi verso di me e giocando con le mie dita. La sua voce si è abbassata, usa il tono confidenziale dell’amante che vuole un incontro ravvicinato con il corpo dell’altro ed io mi sento accendere come un fiammifero. Questa cosa fa più effetto di tutta la sua performance orgasmica di prima!

 

«Dai, Bella! Sperimentalo! Buttati addosso a lui e fallo tuo! Vediamo se non parla ed agisce solo!» incita Max, ormai partito con una ola da stadio.

«Max! mi stai preoccupando! Che fine ha fatto il signore educato che sei?» chiede Lucy ridendo.

«Lasciato fuori dal bar appena Bella ha parlato di orgasmo. Non è che io mi nasconda dietro un dito! Quando si tratta di queste cose partecipo!» risponde.

«Eccome se partecipa! Fidati, gioia! Lui è molto partecipante!» rincara la dose Gary.

«Fare l'amore? Cristo, Bella! Sa proprio come usarle le parole! Poteva dire sesso, scopo, trombo... ma fare l'amore!» esclama Amber sospirando ammirata.

«Fan fiction? Meglio che ti fai fare l’indirizzo web, così mi faccio una cultura anche io» commenta Rosalie.

«Certo! Come se fosse necessario per te» dice Lucy.

«Allora, ragazzi! Volete sapere cosa è successo dopo la performance di Edward oppure no?» chiedo impaziente.

«Io sì! Io sì!» dice entusiasta Amber e gli altri ritornano a fissarmi con attenzione.

 

«Senti, credo che qui, ormai, tu ti sia rovinato la piazza. Che ne dici di fare un giro da un’altra parte?» chiedo arrossendo lievemente e sciogliendo le dita dalle sue mani.

Lui annuisce e va a pagare mentre io mi avvicino all’uscita.

«Scusa?» mi chiama una ragazza seduta con altre a qualche tavolo di distanza «E’ il tuo ragazzo quello? Ma ha qualche problema?». Se alla prima domanda potevo anche imbarazzarmi, alla seconda ho dovuto trattenere una risata.

Mi abbasso alla sua altezza e gli dico sottovoce «Dice che quando mi mordo il labbro, lo faccio venire nelle mutande… però poi, si eccita ancora di più e mi sbatte per ore… non hai idea di quello che mi aspetta adesso!» le soffio, per poi lanciarle uno sguardo pieno di  significato e avviarmi verso la porta.

 

«Oddio! Gli fai anche da pappona, adesso? Vuoi trovargli qualche passatempo? Non potresti approfittarne prima tu?» chiede Rosalie.

 

«Bella, cosa hai detto a quelle ragazze? Quando sono passato vicino a loro, si sono messe a sospirare e mi hanno palpato il culo!» mi dice Edward, appena fuori dal locale.

«Credo che dopo il tuo orgasmo e la mia pubblicità, sia meglio che non entri qui dentro per un po’ di tempo o rischi seriamente la violenza carnale!» rispondo ridendo, poi mi avvicino sorridendo maliziosa e gli metto una mano sul petto, accarezzandolo all’altezza del cuore.

«Ho detto che sei un drago tra le lenzuola e sei capace di fare sesso per ore…» lascio la frase in sospeso e lui mi guarda stupito prima di allungare una mano per attirarmi a se.

«Ed io che pensavo che le lunghe prestazioni fossero un vanto prettamente maschile» soffia. Io nego «Assolutamente» bisbiglio prima di annullare le distanze dalle sue labbra.

In quel momento mi dimentico tutto, chi sono, dove sono, sento solo le sue labbra che si muovono decise sulle mie e le mie mani che scorrono sul suo petto per poi ancorarsi al collo ed attirarlo più forte verso di me.

Sento che mi accarezza la schiena sino a scendere sulle natiche e poi risalire, come se volesse toccarmi tutta nello stesso momento.

Mi esce un gemito dalle labbra che sembra buttare benzina sul fuoco, visto l'intensificarsi del bacio al quale si somma un passionale scontro di lingue.

«Ehm... scusate! Dovrei entrare! Potete spostarvi un poco?» dice una voce intimidita, dietro le mie spalle.

 

«NO! Dai! Ma questo è un incubo!» esclama Gary con la testa tra le mani.

«Adesso spiegami chi è questo rompi coglioni che viene a spezzare il momento magico?» chiede Lucy.

«Certa gente non ha un minimo di ritegno! Vedi due avviluppati come cozze allo scoglio e chiedi di passarci in mezzo? Ma non lo sa che se si interrompe l’atto sessuale sul più bello si rischia un collasso?» dice Rosalie.

«Un collasso dei nervi! Dammi il numero di telefono di questo tizio che lo scuoio come un castoro!» rilancia Max.

«Ma no che i castori sono così carini con i loro dentoni! Io propongo un serpente! La pelle del serpente per le borse dovrebbe andare bene!» corregge Amber.

«A dire il vero, è meglio così! Mica dovevamo farlo sul marciapiede!» rispondo io calmando gli animi di tutti… tranne Gary (come è ovvio).

«Non dire stronzate, gioia! Era un preliminare al neon! Con le lucette psichedeliche a palla e, se mi permetti, non solo quelle! E per rispondere a Rosalie, si dice che a interrompersi sul più bello si rischia la cecità!».

«Ma non era la scusa per non masturbarsi?» chiede Amber.

«Questa è una variante personale!» risponde Gary sogghignando.

«Alla fine, cosa avete fatto?» chiede Amber guardando Gary in tralice.

 

«Direi che per questa sera abbiamo già dato abbastanza spettacolo, ed io devo tornare presto a casa… hai sentito mammina?» chiedo ironica.

«Così mi spezzi il cuore, Bella. Mi seduci e poi mi abbandoni?» dice con gli occhi lucidi e una mano sul cuore. Melodrammatico!

«Questa parte non fa per te, Marlon Brando!» rispondo ridendo mentre salgo in macchina.

«Allora cavalcherò il mio destriero a quattro ruote, nella flebile luce del tramonto, avanzando verso l’orizzonte e lasciando alle mie spalle la donna che sospira per me» ripropone accendendo l’auto.

«Hai di nuovo toppato, John Wayne» nego ancora una volta.

«Perché invece là è l’oriente e Giulietta è il sole?».

«Orson Welles, piantala! Ci vediamo lunedì, per un pic nic nel parco, ricordi Robert Redford?» gli rammento.

«Certamente, Jane Fonda! Aspetterò con ansia il momento! Non vedo l’ora» risponde facendomi il verso.

Continuiamo a parlare infarcendo il discorso con aneddoti cinematografici. Si vede che gli piace la materia ed è anche preparato sulla storia delle pellicole.

Quando arriviamo davanti a casa è già passata la mezzanotte ed è tutto buio. Meno male, non avrei sopportato i miei genitori a spiarmi dietro i vetri.

Ci scambiamo ancora un bacio, di quelli che ti lasciano la testa leggera per mancanza di ossigeno. Bacia da Dio!

«Ci sentiamo domani… quando mi sentirò soffocare dalle attenzioni dei miei nipotini, ti telefono» promette.

«Magari, come scusa, dì che devi metterti d’accordo per giocare al dottore con me!» rispondo io, dopo di che scendo e rientro in casa per andare a dormire.

 

«Questa cosa del dottore mi sta facendo impazzire! Quando è che vi decidete? Sei peggio di Beautiful! Lì almeno si scopa alla grande» esclama Gary.

«Ti prego, lascia stare Ridge e Brooke, fuori da questa storia! Sono abominevoli. Se quella ragazza avesse fatto tutto quello che ha raccontato, avrebbe la vagina sfondata! Te lo assicuro!» infierisce Rosalie.

«Ha parlato la monaca!» risponde Max.

«Non dico questo ma… andiamo! Come si fa? Vengono descritte cose assurde!».

«Bambini! Io non faccio parte del cast di Beautiful, quindi tranquilli… quando sarà il momento per noi, verrà il momento per noi!» ripeto filosofica.

 

La giornata di Pasqua è passata come un continuo incubo sin dal mattino. Si comincia con i richiami della foresta da parte di mia madre che si è trasformata in lupo, nottetempo, seguita dagli ululati nervosi di mio padre e i guaiti stizziti di mia nonna. Insomma, tre personaggi degni di uno zoo, mentre io, piccola cucciola, cerco di evitare i fulmini del parentado e sopravvivere sino al giorno dopo.

Erano i giorni come questo che mi facevano pentire del ritorno a casa. Andavo d'accordo con tutti i componenti della mia famiglia presi singolarmente e a piccole dosi.

Il pranzo di Pasqua, invece, diventava ogni anno, una gran ‘caciara’ e mi provocava irritazione a picchi stratosferici.

L'unico momento degno di nota è stata la telefonata di Edward nel tardo pomeriggio, un raggio di sole nella tetraggine della giornata.

“Pronto? Bella?”

«Pronto? Ciao Edward» rispondo, lieta soprattutto di alzarmi dal divano del salotto dove eravamo stipati per la conversazione canonica dopo pasto.

«Chi è Edward?» sento mia nonna domandare a mia madre.

«Un ragazzo che conosce» risponde la mia genitrice rimanendo sul vago.

«E tu le permetti di appartarsi a parlare con un ragazzo al telefono?» sento ancora chiedere prima di salire in camera mia.

Inutile dire che questa era l’ennesima intromissione che mia madre avrebbe sopportato poco, regalando il via a una nuova serie di ululati. Meglio sparire.

 

«Certo che siete proprio una famigliola felice» riflette Max a voce alta.

«Ti assicuro che non te ne fai un’idea… a volte mi viene voglia di mettere un cartello alla porta: Attenzione! In questa casa sono tutti nervosi, anche il gatto!» rispondo scocciata.

 

“Passata bene la giornata?” chiede Edward allegro.

«Vuoi la verità o la risposta diplomatica?». Perché mentire?

“Tutte e due,  voglio vedere sin dove arriva la tua fantasia” risponde ridendo.

«Verità: sono stanca e irritata, mia madre e mia nonna non fanno che litigare e non vedo l’ora che questa giornata finisca. Bugia: è stata una giornata fantastica, mi sono divertita un mondo, ho scoperto un sacco di aneddoti divertenti sui miei e mi dispiace che mia nonna torni a casa sua tra… mezz’ora se sono fortunata» rispondo.

“Hai descritto la mia giornata tipo!” dice ridendo.

«Quale delle due?» chiedo.

“Tutte e due a dire la verità. Ho subito il solito interrogatorio-accusa su quanto faccio e cosa voglio fare nella vita da parte di mio padre e mi sono divertito moltissimo con le due pesti”. Allora fanno impazzire anche lui! Povero!

«Lo sanno di Paul?» chiedo all’improvviso.

“Vuoi scherzare? Mi farebbero secco se lo sapessero. Ti prego non farti venire strane idee in testa” mi intima.

 

«Vuoi ricattarlo?» chiede Amber guardandomi con occhi socchiusi.

«Brava, Bella! Ricattalo e approfitta bassamente di lui» incita Gary.

«Se vuoi, ho ancora le manette dell’altra volta! Tanto non ti denuncia, tranquilla» offre Rosalie.

 

«A dire la verità, non avevo in mente niente di strano o trascendentale. Ma se usi questo tono… potrei anche pensare a qualche cosa» rispondo maliziosa.

“Bella, per piacere, niente scherzi. Domani ci saranno anche i miei genitori ed io sono il bravo ragazzo che si fa il mazzo facendo l’idraulico, che ha un sogno nel cassetto e che sta provando a realizzarlo. Vivo da solo, mi mantengo e non voglio che la mia famiglia si vergogni di me”. Mi sta pregando ma dal tono che usa mi sento sciogliere.

Non si vergogna di nulla, ma ha un’alta considerazione dei suoi genitori e non vuole deluderli. Non ha bisogno di chiedere con quel tono, sono disponibilissima alla trattativa.

«Ho una proposta allora. Lavori domani sera, Paul?» chiedo, curiosa.

“Sì, perché?”

«Allora portami con te. Voglio vedere il dietro le quinte… o meglio, le cornette» rispondo e lo sento ridere.

“Come vuoi, Bella. Preparati a contribuire, però!”.

«Minacci?» chiedo ridendo anche io.

“No. Prometto” risponde.

 

«Contribuire come?» chiede Max.

«Posso dire che adesso, se non riuscissi a laurearmi e a trovare il lavoro adatto a me, ho la possibilità di trovare occupazione nel mondo degli operatori di linee erotiche» rispondo.

«Professionale!» si complimenta Lucy.

«Di più!» rilancio io.

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

Ciao a tutti e ben trovati.

Spero sinceramente che il capitolo vi sia piaciuto. Nel prossimo ci sarà la giornata del pic nic e poi la serata all’insegna dei gemiti finti… o veri? Vedremo come si svilupperà il capitolo, se riuscirò a far stare tutto in uno solo o diviso in due parti.

 

La parte relativa alle parole per distrarre il ragazzo che viene velocemente e alla improbabile soluzione… beh, è vera e non aggiungo altro (vi lascio immaginare! Mi sono sentita molto solidale con Rosalie).

 

In questo capitolo ho tirato fuori delle star hollywoodiane di indubbio splendore: Marlon Brando decisamente mitico in “Fronte del Porto”, John Wayne, attore western per antonomasia, Orson Welles, grandissimo regista e attore appassionato di Shakespeare, Robert Redford e Jane Fonda i protagonisti del film “A piedi nudi nel parco” al quale mi riferisco.

Abbiate pazienza, sono attori dei quali ho goduto le performance cinematografiche passate in TV nella mia età prepuberale, ma sono grandissimi e indimenticabili.

 

Adesso vi lascio, senza dimenticare i ringraziamenti alle ultime persone che hanno inserito questa storia nelle ricordate… un bacione a:
1 - Antzu
2 -
eka
3 -
kiish
4 -
Lalayasha
ringrazio inoltre le persone che hanno inserito la storia nelle preferite… un bacione per guancia a:

1 - 96giuggi
2 -
Akiram Vampire
3 -
Alessya
4 -
Aless__
5 -
AliceCullenV94
6 -
alyberry
7 -
Anto_Pattz
8 -
astrid 93
9 -
B r o K e n
10 -
CherryBomb_
11 -
corny83
12 -
darky81
13 -
Desystewpattz
14 -
Divoratricedisogni
15 -
elizabeth66
16 -
fede9719
17 -
giulietta93

18 - Iaia 89

19 - katia cullen
20 -
kechan51
21 -
meggyna_96
22 -
Miss Ludo
23 -
Mix
24 -
Moni68
25 -
monibiondina
26 -
MorettinaCullen
27 -
My heart needs a hug
28 -
Nadia1992
29 -
pandina90
30 -
pixibell
31 -
principessacar88
32 -
stew_pattz
33 -
Suellen
34 -
SweetieCullen
35 -
xsarah

 

Grazie per l’attenzione

Alla prossima

Baciotti

 

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Capitolo 8
*** Che bella giornata! ***


 

Carissimi! Chiedo perdono per questo ritardo!

Mi sono bloccata, mi sono distratta e non mi sono applicata. Meriterei di stare in ginocchio sui ceci ma confido nella vostra bontà d’animo e spero che mi perdoniate.

Questo capitolo è un pochino più lungo perché volevo arrivare al punto… che leggerete.

Spero che vi piaccia… non succede gran che ma mi aiuta ad andare verso la conclusione… pertanto… BUONA LETTURA e ridete per questo banner di Anto_Pattz che mi ha inviato! STUPENDO!.

 

---ooOoo---

 

La mattina mi sveglio ancora prima che la sveglia suoni.

«Confessa! Avevi puntato la sveglia alle 11.00» dice Amber.

«L’appuntamento era alle 10,30» protesto in risposta.

«E allora a che ora ti sei svegliata con il pensiero di incontrare il tuo amico?» chiede Lucy curiosa.

«Ehm… alle sette…» borbotto arrossendo.

«Cioè? Spiega! Ti sei svegliata alle sette per un appuntamento alle dieci e trenta? Ma che dovevi restaurare? La cappella sistina?» esclama Max mentre Amber cerca visibilmente di tornare a respirare dopo lo shock, vista la famosissima difficoltà che ho ad uscire dalle lenzuola di mia spontanea volontà.

«Doveva sistemarsi adeguatamente per l’incontro con l’idraulico sexy» spiega Gary con ovvietà.

«Doveva sistemarsi per incontrare gli suoceri» replica Rose la refrattaria.

«Ops! E’ vero! Sei fregata! Com’è la suocera? Una iena?» chiede ridendo Amber che nel frattempo si è ripresa.

«A dire il vero è decisamente dolce e materna… più di mia madre» rettifico.

 

Comunque, dopo doccia, shampoo, depilazione total body con rischio di asportazione del primo strato di epidermide (devo ricordarmi di evitare le strisce), creme profumate ed ammorbidenti che fanno sembrare la mia pelle di seta e più tenera del culetto di un neonato, procedo alla vestizione.

Sexy ma senza esagerare, classica ma non deprimente, castigata ma con una punta di malizia, sfrontata ma non scoperta…

 

«Scusa, ma queste sono le tue idee, oppure cercavi ispirazione con l’armadio aperto?» chiede Lucy.

Sospiro. «La seconda».

«Vuol dire che sei uscita nuda?» azzarda Gary con un luccichio folle agli occhi.

«Chi? Lei? Tu non hai bevuto del the! Quella era una tisana di maria!» risponde Amber al posto mio.

«No, ti assicuro che fa un altro effetto» risponde Rosalie distratta, per poi arrossire rendendosi conto di quanto detto.

«Troietta! Tu sei la mia consolazione in tutti i campi! Ti prego, scappiamo insieme! Giuro che cambio sponda» esclama Gary, sconvolgendo Max che dopo un primo momento, scoppia a ridere.

«Dubito che la sopporteresti per più di tre minuti, amore».

«Probabilmente hai ragione. Ma se non amassi te, lei sarebbe la mia anima gemella» risponde Gary, tra un singhiozzo e l’altro.

«Ti amo anch’io, frocetto» risponde Rose tirando un bacio verso il ragazzo che ancora sghignazzava.

«Sì, anche io sento tanto amore nell’aria che però non mi tocca» dice Lucy.

«Non fare così, gioia. Lo sai che io amo te… dopo lui» la consola Max stringendola in un abbraccio soffocante.

 

Alla fine decido per una maglietta scollata ma non troppo, un paio di…

«Pantaloncini corti ma non troppo» mi interrompe Max.

«Completino intimo coordinato in pizzo ma che non si nota sotto i vestiti» continua Lucy.

«Una felpa per eventuali abbassamenti di temperatura, in assenza di un paio di braccia lente ad abbracciare» incrementa Rosalie.

«Trucco leggero ma accurato con capelli legati in una coda perché siamo comunque in un parco» Amber.

«… e sei pronta per scoparti l’idraulico… oppure per conoscere la tua futura famiglia» finisce Gary.

E qui sorge spontanea una domanda: «Sono così prevedibile?»

«Sì» un coro non sarebbe stato così perfetto all’unisono.

 

Raccolta la borsa, puntualissima mi avvio verso il parco.

Non che ci sia qualche cosa di diverso rispetto al resto del paesaggio che circonda questa piccola cittadina, visto che il verde bosco e prato è prevalente, ma qui c’è la cura e la lotta per cercare di piegare la natura alle esigenze estetiche dell’uomo, o meglio ancora, del bambino che, felice, corre tra l’erba bassa e gioca con le giostre posizionate dell’area.

Arrivo al parco qualche minuto dopo l’orario stabilito e sento le voci allegre dei piccoli Alec e Jane, ancora prima di attraversare la strada.

Lo spettacolo che mi si rivela è davvero comico: una lotta tra giganti, con i bambini sulle spalle di Edward e di un altro uomo dai folti capelli biondi.

E lì vicino, seduti ai tavoli dell’area picnic, c’è Alice che chiacchiera con una donna minuta come lei dai capelli castano rossicci che ricordano quelli di Edward, e un uomo dai capelli corti, quasi bianchi.

 

«Gli suoceri! Qui ci vuole una musica ad effetto» ulula Gary e parte battendo ritmico sul tavolo, accompagnato dagli altri pazzi, sino ad esplodere in una ola talmente urlata da far zittire tutto il bar.

«Ragazzi!» ci richiama il barista bonariamente. Siamo clienti affezionati, consumiamo parecchio e ci vuole bene, ma dobbiamo comunque essere educati.

«Okay, Sam! Scusa» dice Max, alzando la mano, per poi rivolgere nuovamente l’attenzione su di me, incitandomi a continuare con un gesto della stessa mano.

 

«Buongiorno, signorina Swan!» una voce dietro le mie spalle mi fa sobbalzare dallo spavento. Mi volto lentamente e scopro… l’altro idraulico che mi sta sorridendo sornione.

 

«E’ arrivato l’altro manzo? Yuppy! Due al prezzo di uno» esplode Rosalie. Possibile che il suo chiodo fisso non si sposti mai?

«Avevi la bava alla bocca?» chiede Max.

«Ma ti pare che miss contegno si comportava come una lumaca in calore?» ribatte Gary.

«Aveva il bavaglino» rincara Lucy.

«Edward da un lato e il capo dall’altro… peccato non avere anche gli occhi di dietro» commenta Amber.

È una mia impressione o mi prendono leggermente per il deretano?

 

«Ehm… Emmett giusto? Buongiorno» rispondo al bestione che mi affianca mettendomi un braccio sulle spalle. Espansivo il ragazzo.

«Ciao nipotino!» grida quella che dovrebbe essere la madre di Edward, agitando la mano nella nostra direzione. «Hai portato anche la tua fidanzata? Sei davvero bella, cara» dice la signora, rivolgendosi a me.

«Zia, ho sempre avuto buon gusto» risponde l’energumeno regalandomi un bacio sulla tempia.

Sono letteralmente basita e non riesco a formulare alcuna frase di senso compiuto, il cervello si è completamente scollegato… io sono qui per Edward, non per il cuginastro!

«Emmett, togli il braccio dalla MIA amica!» ordina una voce alle spalle. Ma parlare in faccia? Continuo a girarmi come una trottola, mi verrà la nausea ancora prima di mangiare.

«Ops, è la tua ragazza? Scusami Eddy, ma quando l’ho vista l’altro giorno… beh, un giretto me lo…» a questo punto tappo la bocca del bestione con la mano, prima che possa dire qualche cosa di estremamente sconveniente per le orecchie innocenti della zia e della piccola Jane che è ancora sulle spalle di Edward.

«Anche tu vuoi giocare al dottore con Bella?» chiede infatti la piccola, mentre io mi spiaccico una mano sulla fronte. Come volevasi dimostrare: figure di merda a carrettate!

In effetti, la madre di Edward ci sta guardando sempre più basita.

 

«Ti sei giocata la suocera!» commenta Gary ridendo (sadico).

«Caspita, Bella. O in quel paese manca materia prima, o tu sei una calamita per tutti i maschi che lavorano nell’idrico!» sospira Lucy invidiosa.

«L’avevo detto che ci si poteva fare un giretto su quei due… Arhww!» ecco tornata Rosalie la panterona!

«Io quella bambina la adoro! Ahahahahah!» ride Amber asciugando una furtiva lacrima.

 

Raccolgo tutta la mia dignità (credo che si sia ritirata tutta tremante nell’unghia del mignolo della mano destra, la parte restante è andata perduta) e tendo la mano verso la madre di Edward per presentarmi «Piacere, sono Isabella Swan. Suo figlio mi ha invitato al vostro picnic, spero non sia un problema… e per dovere di cronaca: non sono la fidanzata di suo nipote» e l’ultima frase la accompagno con una occhiataccia al bestione che è sempre al mio fianco. Devo anche avergli fatto paura, perché arretra di un passo alzando le mani a difendersi «Scusami, volevo scherzare con Edward! È la prima volta che porta una ragazza tra noi» spiega sorridendo ed io arrossisco.

Sento Edward posare in terra la bambina e lanciarsi alla carica contro il suo capo «Razza di deficiente patentato!» e iniziano a rincorrersi, seguiti dai nipotini iperattivi.

«Scusali! Sembrano grandi ma devono ancora crescere» dice la madre di Edward mentre ride alla scena. «Piacere, Isabella, mi chiamo Esme, e ti prego dammi del tu, altrimenti mi sento davvero molto vecchia… vieni, andiamo al tavolo che ti presento mio marito… Alice, presumo tu la conosca già, visto quello che mi ha raccontato» ed io mi domando cosa abbia potuto dirle, visto che abbiamo parlato per quattro minuti una volta sola.

In pochi istanti, mi presento e conosco il marito di Esme, che di nome fa Carlisle (decisamente particolare) e il marito di Alice, il rappresentante Jasper, che scherza tranquillamente sorvegliando a distanza i suoi bambini, inseguitori dei due pseudo adulti.

«Così, tu saresti la ragazza di Edward?» chiede Jasper sorseggiando una coca ed io spruzzo la mia a ventaglio, direttamente sulla tovaglia a quadretti.

«Jasper, amore, non mettere Bella in imbarazzo. Si stanno frequentando, lasciali stare per ora» lo rimprovera Alice e devo dire che le sono molto grata… soprattutto le mie guancie che cercano di tornare a un colorito e una temperatura più normale.

 

«Come volevasi dimostrare! L’avevo detto io che quando c’erano di mezzo i parenti eri fritta!» sottolinea Rosalie.

«Non sono solito dare ragione a Rosalie, ma questa volta ha ragione! Genitori curiosi, sorelle dalla bocca larga, nipotini da imbavagliare, cognati inopportuni e cugini da manicomio… portati via l’idraulico e scopatelo, poi saluta tutti e torna da noi!» pontifica Max e Gary rischia la slogatura del collo continuando ad annuire come i cagnolini con le molle.

 

Forse sarebbe la soluzione migliore e la più semplice… ma posso solo limitarmi a questo? Non sia mai che scelgo la strada più comoda!

Quindi continuo a subire le frecciatine che partono da tutte le parti, senza avvertire. Meno male che almeno mi sono salvata dalla mia cara nonnina, o non sarei sopravvissuta quel pomeriggio se ci fosse stata anche lei.

Tra chiacchiere e tiri con la palla, si arriva all’ora di pranzo e mi ritrovo sulla panca pressata fra il corpo fantastico di Edward, e quello altrettanto dotato di Emmett. Giuro che ho cercato di parlare il meno possibile e di controllare il respiro che stava man mano accelerando.

 

«Orgasmo da frizione?» domanda Gary.

«Beh, dai, adesso non esageriamo. Ci vuole un pochino più di materiale per farmi volare in paradiso» replico.

«Diciamo che fare il ripieno di quei due pezzi di pane è una buona pista di lancio» mi dice Rosalie fissandomi intensamente. Come posso darle torto?

 

Mi sentivo l’acquolina in bocca ogni volta che respiravo. Se non era il braccio di Edward era la coscia di Emmett vicino alle mie gambe scoperte.

Quando poi il bestione mi ha messo una mano sopra il ginocchio ho fatto un salto dallo spavento che per poco non sono finita in braccio ad Edward.

«Cosa succede, Bella?» mi chiede Alice che è seduta davanti a me.

«Niente, niente» deglutisco.

In quel momento sento il mio idraulico preferito che allunga un braccio dietro la mia schiena, richiamando l’attenzione del suo capo con un leggero coppino sulla nuca.

«Emmett, vieni con me! Credo che ci siano delle ciotole in macchina da prendere» il suo tono non è proprio amichevole, ma vedo che il bestione ridacchia e si  alza allegro.

Dopo un paio di minuti, tornano con delle stoviglie colorate che appoggiano al tavolo e si risiedono ai loro posti.

Subito Emmett si china verso di me e mi sussurra all’orecchio «Scusami, non sapevo foste già a questo punto. Stavo scherzando, non capiterà più» e torna diritto, allontanandosi di qualche centimetro dal mio corpo. Sgrano gli occhi, sorpresa e mi volto verso Edward che sta tranquillamente mangiando senza neanche guardarmi. Chissà cosa si sono detti quei due.

 

«Tesoro, Edward è cotto!» esclama Lucy.

«Ha marcato il territorio» sottolinea Amber.

«Che brutta cosa da dire! Sembra che sia un cane che alza la gamba e fa pipì in giro per far sentire il suo odore nauseante» fa notare Max.

«Puoi dire di tutto ma non che Edward abbia un odore nauseante» replico.

«Almeno, permettici di provare a sentirlo questo benedetto odore» coglie la palla al balzo il caro Gary.

«Sentire ma non toccare, gioia» punto il dito contro il mio amico. Non si sa mai, meglio prevenire.

 

Il resto della giornata passa senza altri intermezzi imbarazzanti, riesco anche ad avere una conversazione tranquilla con Esme e Carlisle sui miei studi. Anche a loro piace molto la letteratura e sono lettori accaniti. Alice e Jasper si occupano soprattutto dei loro bambini, godendo della reciproca compagnia, da famiglia felice, mentre Edward ed Emmett continuano a sfidarsi a tutto lo sfidabile (dalla corsa, al percorso di guerra tra i giochi, agli indovinelli, a braccio di ferro, insomma due bambini). Credo anche che abbiano messo in palio qualche cosa ma mi è impossibile capirlo, visto che tutte le volte che mi avvicino sembra che cambino argomento. Pare comunque che abbia vinto Edward ed io sono molto felice per il mio dottore preferito.

Sto riposando ai piedi di una pianta dalle foglie larghe, che mi protegge dai raggi del sole che osano oltrepassare la coltre di nuvole. Ormai è pomeriggio inoltrato e anche i bambini sono tranquillamente seduti, talmente sono stanchi di correre.

I Cullen stanno giocando a carte, e, a giudicare da come si scaldano, sono piuttosto presi e combattivi… anche lì.

Poco dopo, un Edward palesemente soddisfatto, viene a sedersi accanto a me, abbandonando il tavolo verde (pure quello).

«Hai vinto?» chiedo sorridendo.

«Ho stracciato Emmett con somma soddisfazione» risponde senza mascherare la sua gioia. Sorrido alla sua espressione infantile quando mi ricordo del dubbio che mi era sorto.

«Cosa hai detto a tuo cugino quando vi siete alzati da tavola e cosa hai scommesso?».

«Sei attenta» sorride per poi avvicinarsi al mio viso come se dovesse sussurrarmi un segreto… ed io trattengo il fiato e vengo catturata dal suo sguardo…

 

«C’è poco da fare! Questo ragazzo è un concentrato di ormoni e una calamita del sesso! Adesso o ci racconti come te lo sei scopato o ti faccio scomunicare direttamente dal WWF e ti scrivo personalmente il foglio di via da questo mondo relegandoti su un disperso e solitario pianeta ghiacciato nell’universo con un diploma di frigicità impresso sulla tua fronte a fuoco vivo!» esplode Gary esasperato.

«Praticamente la vorresti marchiare come una mucca» ribatte Lucy scandalizzata.

«Ma non trovi tutto questo, romantico?» chiede Amber con gli occhi sognanti ma il ragazzo la guarda con aria corrucciata… evidentemente questa cosa non attacca.

«Gary, ti giuro, ancora un attimo di pazienza e sarai ampiamente soddisfatto» rispondo.

«Senza rischio marcature?» chiede sospettoso.

«Senza marchiature, se non quelle dell’idraulico» rispondo senza esitazione.

 

«Gli ho detto che la prossima volta che ti mette una mano addosso, userò il cannello del saldatore sui suoi gioielli di famiglia… credo che abbia capito, anche se voleva il permesso di provarci con te se avesse vinto più sfide di me, durante la giornata» spiega sottovoce.

Onestamente mi sono persa al sei attenta… i suoi occhi mi hanno incatenata e mi sono ritrovata a un millimetro dalla sua faccia senza capire come ci sono arrivata.

Volevo solo stampare le mie labbra sulle sue e mi sentivo andare a fuoco.

«Direi… direi che la giornata è finita, è ora del nostro secondo appuntamento» dice il mio idraulico, accorgendosi della temperatura che è decisamente in salita.

 

«Quindi adesso ti porta dove lavora? Alla linea hot?» chiede Rosalie curiosa.

«E tu lì a vederlo ansimare?» Gary non è ancora convinto.

«Ascolta prima di giudicare» ammonisce Max, fiducioso.

 

Saluto tutti i Cullen, prometto ai bambini di andare ancora a trovarli, di passare da Alice prima di partire e auguro un buon viaggio ai genitori di Edward. Quando mi sto avvicinando a Emmett per salutarlo, lui fa un passo indietro, dicendo: «Abbi pazienza, ci tengo ai gioiellini e lui è troppo geloso per i miei gusti» accenna a Edward posizionato dietro di me che ghigna soddisfatto. «Vedo che ci siamo capiti» mormora e non riesco a trattenermi dal ridere. Mi sento contesa e questo fa davvero bene al mio ego.

 

«Farebbe bene all’ego di chiunque, bambina» rimarca Max accarezzandomi la mano.

 

Pensavo che la sede fosse vicina, ma scopro che si trova proprio a Port Angeles, per cui ci mettiamo subito in macchina per raggiungere il luogo della seconda parte del nostro appuntamento. Ho la sensazione che questa giornata sarà da ricordare.

Quando arriviamo a destinazione mi ritrovo davanti a una villetta alla periferia della cittadina, con tanto di porticato e steccato bianco, stile cartolina in pratica.

«Questa è il posto dove ricevete le telefonate?» chiedo meravigliata quando la macchina si ferma.

«Potevano mettere un centralino che dirottava le chiamate ai vari numeri privati degli operatori, ma per me è più semplice in questo modo, così non rischio di farmi beccare da mio cugino o da mia sorella… quei due sono peggio del KGB e della CIA messi assieme» risponde Edward.

«Mai avuto un sospetto?» chiedo mentre ci avviciniamo al portone e lui apre con una chiave appesa al mazzo che porta in tasca.

«Dico che ho un incontro galante e loro non indagano oltre, gli propino che è sempre diversa e che è solo sesso, così evito di fargliela conoscere» risponde.

Nel frattempo, dopo aver attraversato un ampio soggiorno pieno di divani con un attrezzato angolo cottura sulla destra e diverse porte sulla parete sinistra, saliamo le scale e accediamo a un corridoio dove compaiono altre porte per altrettante stanze.

«Però tu oggi mi hai invitata» gli faccio notare.

«Avvaloro la mia copertura. Potrebbero pensare che mento» risponde. Accidenti, non è cascato nel tranello. Volevo spingerlo a dirmi qualche cosa di carino ed invece sono rimasta delusa.

Sento dei rumori ovattati ed Edward bussa alla prima porta sulla destra per poi aprirla ed infilare la testa dentro. «Ciao Embry. Sono arrivato, prendo la 3. quante sino ad ora?... chi altro c’è?... okay. A dopo» e richiude.

«Vieni da questa parte» passa la seconda porta e apre quella dopo ancora, facendomi accomodare all’interno.

«Quanti siete a lavorare qui?» chiedo curiosa.

«Siamo in otto ma facciamo i turni, durante il giorno siamo in uno, massimo due, la sera invece possiamo essere anche in cinque… adesso siamo in tre, oltre a Embry, c’è Jared nella sette… probabilmente si è portato il suo ragazzo, dice che lo stimola meglio nel lavoro» fa spallucce mentre io rimango perplessa ed imbarazzata: un gay che finge un orgasmo telefonico con una ragazza etero? Cosa non si fa per lavoro!

 

«E cosa ci vuole ad ansimare?» dice Gary, scettico.

«A una donna? Mentre le dici che le stai toccando la figa e che ti piace sentirla bagnata?» chiedo.

«… No, hai ragione. Fa senso» si arrende.

 

«E tu invece cosa fai, Paul?» chiedo sedendo sul divano accostato alla parete.

«Aumento la mia cultura generale tra una telefonata e l’altra» risponde alzando un giornale pieno di cruciverba. Mi metto a ridere, dietro ai gemiti c’è la definizione degli antichi altari pagani, oppure l’inizio e la fine di un treno.

Quella stanza è assolutamente banale. Non diresti mai che ci si fanno delle telefonate erotiche. C’è un divano lungo, una poltrona, una scrivania bella grossa, una sedia girevole, una libreria con alcuni libri e riviste sgualcite e un televisore con lettore incorporato. Praticamente ci potrei studiare in un posto del genere, sembra quasi la biblioteca universitaria.

Edward si avvicina ed inizia a togliersi la camicia.

«Che stai facendo?» chiedo cercando di non mostrarmi imbarazzata. Mi chiedo che fine abbia fatto la ragazza che gli ha aperto la porta due giorni fa. Perché mi sento così? Dovrei saltagli addosso… invece vorrei baci adoranti e tenerezze… oltre a una sana scopata, ovviamente.

 

«Oddio! Sei cotta!» esclama Amber.

«No!» urlo di getto, ma tutti mi guardano scettici. «Okay, un pochino» ammetto.

 

«Mi metto comodo» risponde sornione, rimanendo in canotta e calzoncini, poi si siede alla scrivania e schiaccia il pulsante della linea. Mi avvicino a lui appoggiandomi al tavolo, quando, all’improvviso, squilla il telefono.

«Pronta?» mi chiede guardandomi fisso negli occhi.

«Pronta» rispondo, passandomi la punta della lingua sulle labbra.

Annuisce ed alza il ricevitore «Pronto?» dice con la sua voce sexy.

 

E il gioco ha inizio.

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

Prima di tutto ringrazio chi ha recensito, messo negli elenchi particolari o solo letto questa storiella e spero abbia apprezzato.

 

Siamo alla telefonata. Se riesco a scrivere come voglio, il prossimo capitolo sarà l’ultimo… a voi sognare cosa capiterà!

 

Visto che è passato più di un mese da quando ho ringraziato chi mi aveva inserito nei preferiti o nei ricordati, ricordo qui chi mi ha lusingato inserendomi in queste due liste durante la mia assenza.

Un bacione per guancia a chi mi ha inserito tra le sue storie preferite (ovviamente ringrazio anche le  persone che lo avevano già fatto prima e che io avevo già nominato):

1 - AlwaysDream
2 -
cali11  
3 -
elisetta96
4 -
FeverOfCullen
5 -
frafrancii
6 -
GnappyL
7 -
iaele santin
8 -
pucca88
9 -
pulciolotta 90
10 -
silvina73

E un baciotto con relativo sfregamento di naso contro naso a chi mi ha inserito nelle ricordate (oltre ovviamente alle persone che già avevo nominato nei precedenti capitoli):

1 - chiara69
2 -
imkhiara
3 -
mokyy

Ringrazio inoltre pubblicamente con un bacione sulla guancia e un ciglia ciglia sull’altra (non so a voi ma io lo adoravo da bambina con la mia mamma) chi mi ha inserito nei seguiti:

1 - 4lb1c0cc4
2 -
7Ginny7
3 -
96giuggi
4 -
AgehaNight
5 - alexa_cr81
6 -
alice91
7 -
Alice_Nekkina_Pattinson
8 -
amm1966
9 -
ampollina91
10 -
amycullen
11 -
anna71
12 -
annatm87
13 -
Anninaa
14 -
ant0n3lla
15 -
Anto_Pattz
16 -
arirocks
17 -
arrolice
18 -
artemide88
19 -
arualga91
20 -
Asul
21 -
Atena95
22 -
bambola_e_bibola
23 -
Betta_Masen
24 -
betty boop
25 -
Black_Aevy
26 -
blea
27 -
Bobina83
28 -
CarrieB
29 -
chiarigrr
30 -
chicca_75
31 -
chicca_pingu
32 -
ciccina05
33 -
claudia swan
34 -
cochi85
35 -
concetta cullen
36 -
corny83
37 -
cullengirl
38 -
Cullenuzza
39 -
dany73
40 -
Daughter of Poseidon
41 -
debby_6
42 -
DidiCullen
43 -
DodoBJ
44 -
DouglasSpunk
45 -
Dreamer_56
46 -
Edward96
47 -
Ele Lilly
48 -
eliza1755
49 -
emabel
50 -
ep1988
51 -
epril68
52 -
Ether
53 - fabyp
54 - fay90
55 -
find
56 -
FlaR
57 -
frassrock
58 -
Genevieve de Montblanc
59 -
giova71
60 -
Giulia_Cullen
61 -
Giulia_Masen
62 -
hitomi
63 -
iaia_twl
64 -
imkhiara
65 -
isif
66 -
jecca92
67 -
jennij
68 -
jess chan
69 -
karman
70 -
katia cullen
71 -
kikacullen
72 -
LadySile
73 - Lalayasha
74 -
lale 1995
75 -
lali28cullen
76 - lidiacullen
77 -
lisepotter
78 -
Lisia90
79 -
Lizzy_92
80 -
Lullaby73
81 -
luluCullen91
82 -
lussekatte
83 -
marco
84 -
maria concetta
85 -
mariellina67
86 -
MariStew
87 -
Mary183
88 -
maryc
89 -
miky 483
90 -
milkywa2
91 -
MiSa93
92 -
mishy
93 -
miss1993
94 -
Miyakochan_89
95 -
Moni68
96 -
monica87mi
97 -
Monika1
98 -
MoReTtInA pErFeCt
99 -
nahenia
100 -
Niema
101 -
Noemina90
102 -
Odiata
103 -
oO_Oo
104 -
Pablita
105 -
paperacullen
106 -
parkinson
107 -
perrypotter
108 -
Piccola Pazza Puffetta
109 -
pinkprincess
110 -
prettyvitto
111 -
Princess Of China
112 -
PrincessRory
113 -
raffaella11
114 -
raimbowcomet
115 -
resme
116 -
roby_97
117 -
rodney
118 -
rose rosse
119 - sabribot
120 -
samby14
121 -
sara_cullen
122 -
scricciolo90
123 -
Selene74
124 -
sendy
125 -
serena97
126 -
shary83
127 -
ste87
128 -
stellina88
129 -
stew_pattz
130 -
sydney90
131 -
tata824
132 -
tati1984
133 -
tempesta16
134 -
TerryAl
135 -
Tifa27
136 -
valy90
137 -
vchiego
138 - Venerdi
139 -
venere assassina
140 -
veronica1982
141 -
xoxoscandalous
142 -
_kate_

È davvero un onore vedere tante persone che hanno avuto la voglia di inserire questa storiella nella sezione per averla sempre sotto occhio e non perdersi nulla (se non la mia mancanza di aggiornamenti, sorry, ancora).

 

E adesso… ringrazio per l’attenzione,

prometto che posterò la prossima settimana (e probabilmente sarà l’ultimo capitolo)

baciotti calorosi a tutti!

 

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Capitolo 9
*** le controindicazioni di una telefonata ***


 

Ciao a tutti,

eccomi pronta per un nuovo capitolo e un bannerino che ho già postato nello scorso capitolo, modificando quello che c’era.

È un regalo per tutti noi da Anto_Pattz e devo dire che quando l’ho visto sono esplosa, prima in risate e poi in complimenti… soprattutto la parte degli amici… E’ LEI! Davvero azzeccato.

 

Avevo premesso che questo era l’ultimo capitolo ma me ne è uscito un altro che allieterà il vostro prossimo venerdì. Pertanto godetevi il penultimo ufficiale di un arancione intenso!

Buona lettura…

 

 

 

«Pronta?» mi chiede guardandomi fisso negli occhi.

«Pronta» rispondo, passandomi la punta della lingua sulle labbra.

Annuisce ed alza il ricevitore «Pronto?» dice con la sua voce sexy.

Un brivido mi corre lungo la schiena, se parlerà così per tutta la sera lo sbatto al muro e lo stupro seduta stante!

 

«Lo sapevo che le cose si sarebbero fatte calienti!» dice Gary soddisfatto. Insomma, non sono una che scopa ogni tre secondi ma neanche una suora! Sembra che sia preoccupato che non faccia prendere abbastanza aria alla mia vagina… o forse Max lo sta tenendo a stecchetto? È fissato, ninfomane!

 

“Pronto? Sono Karen… ti prego, dimmi qualche cosa di bello, fammi dimenticare il resto del mondo…  ti prego” dice una voce bassa e roca e decisamente eccitata. Caspita! Questa è partita in quarta… anche se trovo qualche cosa di strano nella voce, ma l’esperto è Edward, quindi lo lascio fare e guardo attenta e curiosa.

Lui fissa il suo riflesso nello specchio appeso al muro oltre la scrivania, aggrotta le sopracciglia e sospira rumorosamente.

«Vuoi che parli, Karen? Vuoi che ti tocchi? Vuoi venire per me?» chiede suadente, mentre nel frattempo scrive un biglietto prendendo un foglio dal notes posato vicino al telefono.

“Voglio sentire le tue mani… annullare i miei sensi… sentire le tue dita sulla mia pelle…”. Karen geme ed io penso che si stia già accarezzando immaginando Edward su di lei. La mente è davvero un potente strumento di illusioni e qui si gioca proprio su questo.

«Ti sto toccando… non senti? Le mie mani sono sul tuo ventre… con le dita ti sfioro l’ombelico… è perfetto, ovale, conico, proprio come piace a me» sussurra l’idraulico e sono talmente assorta dalla conversazione che sobbalzo quando mi prende la mano e mi infila il foglietto tra le dita facendo segno di stare zitta.

Stupita, leggo ‘Vai alla stanza 7 (c’è il numero accanto alla porta) e dì a Jared che c’è il suo trans preferito sulla 2. Chiedi di occuparsene lui e se vuole, di passarmi il suo cliente di adesso’. Spalanco gli occhi sorpresa. Allora ci sono i clienti abituali.

Scendo silenziosamente dalla scrivania e raggiungo la stanza indicata. Busso e cauta apro. Due ragazzi bruni si stanno baciando con passione sul divano… per un attimo mi sembra di vedere Gary e Max in una delle loro sessioni a porte chiuse.

 

I due interpellati ghignano divertiti.

 

«Ciao» mi dice quello steso sopra. Fortuna che hanno ancora i pantaloni, anche se le magliette sono volate da qualche altra parte e i loro toraci muscolosi attirano il mio sguardo come una calamita.

 

«Noi gay siamo i più belli» si vanta Gary e Max annuisce mentre Amber e Lucy seppelliscono la faccia tra le mani e Rosalie gli ride in faccia. Sono opinioni, meglio non approfondire.

 

«Tu chi saresti?» chiede alzandosi e venendo verso di me. È poco più alto di me, ma grosso il triplo, mi fa un pochino impressione.

«Ho accompagnato Edward, siamo alla 3. Tu sei Jared?» al suo cenno affermativo, proseguo «Mi ha detto di riferirti che c’è il tuo trans preferito sulla 2 e di occupartene tu, passandogli il tuo attuale cliente» ripeto diligente.

«Oh! Hai sentito Quil? C’è Karen! Era da una settimana che non la sentivo… dai che ci divertiamo! Come vedi ora non ho nulla, piccola. Potete godervi il tempo libero per ora… salutami Eddy» e così dicendo si volta verso il telefono e schiaccia dei pulsanti. Un attimo dopo la stanza è piena di sospiri di quella che mi sembra una Karen (o un Karen) in partenza per la luna. Agito la mano in segno di saluto ed esco, tornando rapidamente dal mio idraulico.

«Fatto» annuncio chiudendo la porta alle mie spalle. Edward sorride alzando lo sguardo dal  cruciverba che sta studiando.

«Adesso aspettiamo un’altra telefonata… cosa vuoi fare, nel frattempo?» chiede posando la penna sulla scrivania.

«Raccontami come sei finito qui dentro» suggerisco.

«Niente di particolare. Mi trovavo in uno studio di registrazione per doppiare un film porno straniero… credo che fosse russo… o cinese, non ricordo. Comunque a un collega che doppiava l’altro “attore” diciamo, è piaciuto il mio modo di ansimare…» e qui si lascia scappare una risata «e mi ha passato questo indirizzo, se volevo arrotondare le mie entrate. Il tizio era Jared… e prima che tu possa chiedermelo, no. Non ci ha mai provato con me perché ha capito subito che ero e sono etero convinto» afferma

«E come l’ha capito?» lo stuzzico.

«Ero andato allo studio con una ragazza e mi ha beccato quasi al dunque durante una pausa» risponde leggermente imbarazzato.

Questa rivelazione mi lascia una sensazione di rabbia nello stomaco che cerco di scacciare immediatamente. Non posso essere gelosa di un ragazzo appena conosciuto, oltretutto per qualcosa accaduto tempo addietro. Ridicolo. Mi sforzo di sorridere e continuo con le mie domande.

«E’ da tanto che lavori qui?».

«Sei o sette mesi, ci passo due o tre sere la settimana… non è pesante e con gli altri ci divertiamo anche» risponde tranquillo. Non capisco cosa intenda per divertirsi e sto per chiederlo, quando sento bussare alla porta ed entrare Embry.

«Tra mezz’ora arriva cibo cinese… per voi va bene? Ero un poco stufo di pizza. Credo che Jared e Quil ne avranno ancora per un bel pezzo…» poi si rivolge direttamente a me «Se vuoi, sotto abbiamo la WII se ti scocci a guardare lui che ansima come un vecchio motore diesel. Io sono un vero campione… ti faccio compagnia» e sorride.

«Grazie, Embry, quando arriva la cena, scendiamo. Per la compagnia a Bella, ci penso io, non ti preoccupare» interviene Edward, facendomi sedere sulle sue ginocchia ed avvolgendomi la vita con un gesto protettivo e possessivo.

«Okay! Ci ho provato. A dopo» e senza perdere la sua allegria, Embry esce dalla stanza, lasciandoci soli e stretti l’uno all’altra.

Edward mi attira verso il suo torace e la mia schiena si adagia trovando una posizione comoda e perfetta. Intanto con la mano mi accarezza leggero il fianco e la pancia.

«Embry ci prova sempre con tutte le ragazze che porti qui?» chiedo, o meglio, indago.

«Credo che Embry ci provi con tutto ciò che respira ed abbia un buco dove poter infilare il suo arnese… io però non ho mai portato ragazze qui. In realtà non frequento molte ragazze». Sono felice di essere la prima ad entrare lì e soprattutto di non dover affrontare troppa concorrenza.

Mi scosta i capelli dal collo e mi lascia un delicato bacio alla nuca, che mi incendia i sensi. Sospiro rumorosamente e sento il suo alito sulla spalla coperta dalla sottile spallina della maglietta. Sta sorridendo della mia reazione, lo sento, ma non mi preoccupa minimamente la cosa, voglio solo che continui a stuzzicarmi così, con calma e tenerezza, facendomi pian piano impazzire.

All’improvviso sento lo squillo del telefono e sobbalzo. Vorrei alzarmi ma lui me lo impedisce ed io rimango spalmata sul suo petto, mentre respira lento e risponde a voce alta al telefono che ha impostato sul vivavoce

«Pronto» dice con voce roca, bisbigliandomi poi all’orecchio «Non un fiato, mi raccomando» indicando la lucina del microfono.

“… Oddio… che faccio adesso?...” una voce leggermente stridula ed imbarazzata, riempie la stanza, ed io cerco di non sbottare in una risata.

«Parlami… io sono Paul, tu come ti chiami?» chiede suadente Edward prima di baciarmi dietro all’orecchio, spezzandomi il respiro.

“Claire… mi chiamo Claire” risponde leggermente più calma.

«E’ la prima volta che chiami?» chiede cortese.

“…Sì… sì… ecco… io… non so cosa fare…” è imbarazzata… si percepisce chiaramente.

«Se vuoi possiamo parlare… credo che tu ne abbia bisogno». Edward ha abbassato il tono della voce, passando al confidenziale.

Sentiamo un singhiozzo da parte di Claire “… Oggi, ho trovato… il mio ragazzo a letto con un’altra… e volevo fargliela pagare… ma non ho avuto il coraggio di andare con un uomo a caso… pensavo che così fosse più semplice… oddio! Scusami…” comincio a chiedermi se questa è una linea erotica o un call center per supporto psicologico.

«Non preoccuparti. Mi dispiace per questa situazione. Tu lo amavi molto?» chiede cortese, staccandosi leggermente dal mio corpo. Sembra interessato alla telefonata.

“Sì… lui è stato il primo e l’unico” risponde la ragazza.

«Ma se sapeva quello che provavi per lui e ti ha tradito lo stesso, allora non ti merita. Non devi neanche pensare alla vendetta. Non devi abbassarti al suo livello, devi solo vivere e voltare pagina. So che è difficile ma non è scopandoti un reggimento o telefonando a me che risolverai il problema» risponde dolcemente Edward. Ha ragione, mai perdere il rispetto di se stessi. Se noi non ci rispettiamo per primi, chi altri può farlo?

“Hai ragione… grazie Paul” dice un pochino più sollevata.

«Adesso fatti bella ed esci con le amiche, vai al cinema e guardati un film di azione oppure, meglio ancora, uno comico demenziale, da morire dal ridere. La risata è la miglior cura e sono sicuro che la tua sia stupenda» incoraggia sorridendo soddisfatto.

Immagino Claire che annuisce convinta dopo aver chiuso la telefonata con un “Vado, ciao”.

«Dobbiamo farle stare al telefono, più parlano, più pagano. Per questo siamo anche un pochino psicologi e consulenti» spiega posando il ricevitore.

«Andiamo a cena?». Guardo l’ora stupita. È già passata quasi un’ora e non me ne sono accorta. Merito delle mani o della voce di Edward, mi estrania dal mondo.

 

«Hai tutta la mia comprensione» dice Rosalie portando le mani sul cuore.

«Non mi rubare le battute» la schiaffeggia bonariamente sulla spalla la piccola Amber.

«Però, non pensavo che in una hot line ci fossero questo genere di telefonate… sin’ora non abbiamo sentito niente di quello che mi aspettavo» dice Lucy perplessa.

«Ed è solo l’inizio» confermo.

 

Sul tavolo in salotto, troviamo i pacchetti della nostra cena e nessuna traccia di Embry. Mangiamo tranquillamente continuando a chiacchierare. Più conosco Edward e più mi accorgo che mi piace molto, come persona, ancora di più che come corpo.

«Torniamo su?» chiede appena finito «Scusami, ma questa sera siamo pochi e stiamo arrivando all’orario con più traffico» mi spiega indicando il grande orologio appeso al muro accanto le scale.

Infatti, appena entriamo nella stanza inizia a squillare il telefono.

«Al lavoro» borbotta Edward mettendosi seduto alla scrivania, mentre io mi appollaio sopra.

«Pronto» dice con voce rilassata inserendo il vivavoce.

“Cazzo! Ho sbagliato riga! Questo è un uomo!” dice un vocione contrariato. Ricorda un camionista, ed evidentemente voleva sentire una voce femminile… non credo che Edward possa fare molto in questo caso.

Non so cosa mi spinga, ma intervengo immediatamente, lasciando l’idraulico a bocca aperta dallo stupore.

«No… scusami…» faccio finta di tossire «Dimmi tutto, tesoro» dico cercando di rendere sexy la mia voce.

Edward sorride e mi fa cenno di continuare.

“Ciao amore. Questa sera ho voglia di sentire porcate… ho voglia di farmi una sega mentre sento che gemi per me… ho voglia di sesso…” dice ed io guardo Edward implorando aiuto. Subito lo vedo scrivere frettolosamente sul notes.

Chiedigli dove si trova adesso e cosa sta facendo”.

Ripeto diligente la frase, cercando di sembrare maliziosa ed Edward annuisce.

“Sono sul divano di casa ed ho appena finito di guardare un porno… ma non mi è bastato, porca troia” esclama.

“C’è nessun altro in casa? Siamo soli noi due? Allora lasciati andare, per me”.

Arrossisco ripetendo il suggerimento scritto sul foglietto. Ho paura di essermi cacciata in un bel guaio.

“Siamo soli, piccola. Tu, io e il mio uccello in tiro da paura” risponde ridendo sguaiato.

Io faccio una smorfia di ribrezzo, mentre Edward si trattiene dallo sghignazzare e scrive altri suggerimenti.

«… Allora, spogliati, fallo per me… voglio pensarti nudo sul quel divano…» sussurro mentre mi imbarazzo sempre di più a dire cose del genere a quello che mi immagino un brutto, vecchio, grasso e bavoso, porco di cinquantenne pelato pieno di pulci e con un olezzo nauseabondo.

“Anche tu ti devi spogliare e poi devi descriverti… voglio immaginarti davanti a me che ti tocchi” ordina perentorio.

Edward si alza velocemente e mi fa scendere dalla scrivania. «Se non riesci ad immaginare ti posso aiutare io» mi bisbiglia all’orecchio prima di togliermi repentinamente la maglietta e voltarmi verso lo specchio appeso al muro.

Sono in reggiseno e pantaloncini e la mia schiena è appoggiata al torace perfetto del mio idraulico preferito. Lo sapevo che finivo nei guai, ma questo genere particolare non mi dispiace per niente, a parte il leggero imbarazzo che sento adesso.

Chi sono? Cosa sto facendo? Ah, sì! Sono al telefono con un pervertito e sto per fare sesso telefonico e magari (spero) anche dal vivo.

Edward inizia a carezzarmi le spalle e le braccia per poi passare ai fianchi e al ventre, lentamente e con i palmi ben aperti. Le sue dita sono leggere come piume e la mia pelle si sta coprendo di brividi mentre cerco di ricordarmi come respirare.

«Guardati e descriviti a voce alta» mi ordina, bisbigliando all’orecchio.

«Sono in piedi… davanti a te… ti sto guardando negli occhi… ho solo un reggiseno ed i pantaloncini addosso» biascico a voce alta e mi arriva un sospiro rumoroso dal microfono.

“Togliti i pantaloncini” ordina roco il camionista.

Alle mie spalle, Edward sorride ed allunga le mani verso il bottone dei miei short. Con un gesto secco, sgancia l’asola, fa scendere la zip ed infila me mani all’interno per aiutarmi a far scendere l’indumento che si affloscia a terra.

Sospiro «Abbassi la zip e fai scendere i pantaloncini lungo le mie gambe…» dico con il respiro accelerato. Se questa è una recita, prenderò un oscar per l’interpretazione convincente che sto regalando al pervertito.

“Sì… ti sto toccando le gambe lisce… ti piace? E tu mi stai toccando l’uccello… Dio come sei bella! Descrivi, descrivi altro… ah” geme. Sento che sta smanettando il suo arnese ma in questo momento i miei sensi sono tutti rivolti alle mani che mi stanno accarezzando le cosce. Le stesse mani che si portano dietro la mia schiena e sganciano il reggiseno, per poi abbassare lentamente le spalline e farlo scivolare sulla scrivania, vicino ai cruciverba.

«Sono tre giorni che non dormo dal desiderio di toccartelo» un altro bisbiglio roco al mio orecchio mentre stringe un seno e mi fa gemere vergognosamente, soprattutto guardando il suo viso che, riflesso nello specchio, mi sta letteralmente divorando con gli occhi.

«Ho sganciato il reggiseno… l’ho tolto e mi sto accarezzando i capezzoli… li stringo… ah!» gemo mentre Edward mette in pratica quanto sto dicendo e pizzica le punte, eccitandomi ancora di più. Ho le palpebre pesanti, vorrei chiudere gli occhi ed abbandonarmi alle sensazioni che sento.

«Guardami» soffia nuovamente al mio orecchio, intuendo il mio desiderio, e non mi resta che spalancare gli occhi, mentre il mio petto si solleva ritmicamente per il respiro affannato che ho.

 

«Cristo! Sto per venire nelle mutande!» esplode Max a bocca aperta.
«Trattieni lo sperma, amore, mi sa che non è ancora finita…» commenta Gary.

 

“Sì… ti voglio sentire… sì… ah… ah” il camionista geme sempre più forte. “Toccati… infila la mano nelle mutande… e… fammi sentire che ti piace” ordina. Da come mormora sconnesso, la cosa non durerà ancora a lungo e non so se esserne felice, perché finalmente metterò fine a questa telefonata imbarazzante, o triste perché Edward smetterà di mettermi le mani addosso… anche se spero che continui.

Infatti, appena sente il cliente, il mio idraulico comincia a far scendere la sua mano verso le mie mutandine di pizzo, mentre l’altra sta ancora massaggiando il seno.

Non ce la faccio più! Ho una voglia di saltargli addosso e strappargli i pantaloni da sembrare un’infoiata scatenata. Che Dio mi aiuti! Ho voglia di scoparmelo sino a scoppiare.

«Ah… mi… mi sto toccando… sono bagnata… completamente… ah!» quando sento la pressione sul clitoride mi tremano le gambe. Non riuscirò a rimanere in piedi per molto, ancor meno a guardare nello specchio mentre mi palpa in questo modo.

“Ah… Sì! Ah” un lungo grido seguito da un grugnito animalesco, ci fa capire che il pervertito ha finito la sua corsa.

“Fantastico! Grazie, tesoro” e chiude la comunicazione.

Spalanco gli occhi per la sorpresa, mentre la mano di Edward scivola lentamente fuori il mio intimo. Cerco di tirare il fiato per regolarizzare il respiro. Mi sento stremata come se avessi corso per cinque isolati.

Lentamente mi volto verso di lui e lo guardo fisso negli occhi.

 

«Scusami… non ho capito una cosa: sei venuta?» chiede Amber.

«Ehm… no» rispondo.

«NO! Che dramma! Spero che la cosa sia… maturata!» rimarca Gary con uno sguardo comprensivo.

«Puoi scommetterci la prossima scopata! Non esiste che la nostra Bella si faccia lasciare a metà strada!» ribatte Max convinto e curioso come una comare.

 

Appoggio i miei palmi sul suo torace e sento il secco tamburellare del cuore. Lui non ha ancora lasciato i miei fianchi ed io sono praticamente nuda a pochissimi centimetri dal suo corpo. Sento che mi vuole, lo vedo dai suoi occhi, scuriti, pieni di desiderio e ci potrei scommettere la mia prossima lode a un esame, che anche i miei hanno lo stesso sguardo affamato.

«Non voglio che ti fermi» mormoro.

«Non voglio fermarmi» risponde e mi bacia, con foga, desiderio, lussuria. Un caleidoscopio di emozioni mi travolgono e la frenesia diventa padrona.

Gli tolgo velocemente la canotta e gli sfilo i pantaloni. Adesso siamo equamente svestiti e, a vedere come svetta il suo arnese racchiuso nei boxer in microfibra, sento l’acquolina in bocca per quanto mi sta per capitare.

 

«Hai la bava!» esclama Max.

«Ora si che le possiamo dare della lumaca in calore» ribatte Lucy.

 

Le mani continuano a toccare l’altro. Petto, culo, fianchi, spalle. Le labbra assaggiano la pelle. Collo, mento, seno, sterno, pomo d’adamo. Sono morsi, sono leccate, sono baci leggeri. Non c’è più controllo, solo la frenesia di volersi e di appartenere.

Edward si stacca con il fiato corto ed allunga una mano verso il telefono. Siamo ancora in piedi davanti alla scrivania, ma non vedo l’ora di stendermi sul divano che ci sta chiamando a gran voce e, giuro, non ho le allucinazioni.

«Meglio che stacco le c…» il suo indice non riesce ad arrivare al pulsante che il trillo perentorio avvisa una nuova chiamata in entrata.

«Cazzo!» dice.

«Merda!» dico.

 

«Fanculo!» questo è Gary.

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

Okay, è vero, le interruzioni sul più bello me le studio di notte e le scrivo di giorno. Oltretutto, questa storia è piena di stop telefonici che davvero mi sembra di scrivere in cerchio: torno sempre all’inizio.

 

Detto questo, spero che questo capitoletto vi sia piaciuto… io l’ho trovato stuzzicante. Poi, vedete voi! Adesso sono a palla, vedremo come risponderanno al telefono, e soprattutto chi sarà! (si accettano scommesse)

 

Sorprese nel prossimo capitolo.

 

Adesso termino con i ringraziamenti particolari a chi mi ha recensito in questi otto capitoli, dando voce alle sue perplessità, aiutandomi e spronandomi a continuare e a finire questa storiella che spero abbia divertito tutti quelli che l’hanno letta.

Un grossissimo ringraziamento accompagnato da due calorosi e bavosissimi baciotti per guancia (tranquilli, ho solo il raffreddore, ma via internet non sono contagiosa) a:

Perrypotter

Katia Cullen

Paperacullen

Cri riga

Moni68

Lalayasha

Giova71

Corny83

Alice_Nekkina_Pattinson

Sidney90

Anto_Pattz

Meggyna96

Maryc

Artemide88

Marabgo

Capricciobiondo

Wolfvale

Suellen

Bambola_e_bibola

Nehenia

Betta Masen

Cullengirl

GnappyL

Silvina73

Erika1975

Pandina90

PoisonHeart

Marco

Dreamer_56

Paride

Monica87mi

Jennij

Mix

 

Non mi resta che rinviare al prossimo venerdì la lettura dell’ultimo capitolo.

Grazie per l’attenzione

Alla prossima

baciotti

 

 

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Capitolo 10
*** eravamo sei amici al bar... ***


 

Come ogni finale di storia che si rispetti, a parte augurarmi che vi sia piaciuto, colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che si sono soffermati su questa pagina.

Posto nuovamente il banner di Anto_Pattz davvero bello e per il quale mi hanno fatto i complimenti (mi hanno fatto notare che Robert muscoloso è un pochino inquietante… io non commento, rido solo)

Vi voglio salutare tutti, uno a uno e, sperando che questo ultimo capitolo non vi deluda…Dimenticavo! auguri a tutti i Piero e sopratutto Paolo (anche se sono fratelli rompiballe)

BUONA LETTURA

 

 

 

 

«Sì, ma voi fatevi un viaggetto in qualche santuario, andate in Nepal in qualche tempio buddista... da uno sciamano in Africa, insomma... fatevi benedire! Continuate ad essere interrotti! Ma come fate? Neanche io che praticamente lo faccio in mezzo alla strada, vengo bloccata tante volte come voi!» esclama Rosalie. Mi vergogno quasi.

Facendo il riassunto di questi giorni, effettivamente mi sento come quella storia italiana... i promessi sposi, credo, dove c'era quel bruto che diceva “Questo matrimonio non s'ha da fare!”. Ora, cambiamo sposalizio con scopata ed abbiamo la nostra situazione.

«Lascia stare, tutta questa attesa, aumenta la voglia e la prestazione» dice Max, conciliante.

«Aumenta la voglia un par de ciufoli! La troietta ha ragione! Questi hanno bisogno di una anti makumba!» lo contraddice Gary, facendo ridere Amber e Lucy.

«Dimmi che adesso gli salti addosso, che gli strappi l'ultimo baluardo che lo copre e che lo stupri su quel maledetto divano» implora poi Lucy «Io non ce la faccio più! Giuro che se non racconti di essere andata in casa base... mi scopo Gary!» aggiunge indicandolo.

«Dio che schifo! Amore, tu ha due airbag in più e un salamino in meno! Non sei il mio tipo» risponde il ragazzo interpellato.

«Lo dice anche il mio culetto, gioia, non ti preoccupare, era solo un'esclamazione da frustrazione» risponde la ragazza.

«Allora? Chi era al telefono questa volta?» chiede Amber.

 

«Pronto» dice Edward con tono contrariato.

“Pronto? Ciao... voce stupenda! Sono Amanda” si annuncia la voce di donna al telefono.

Appena sento la voce di Lizzie mi agito e inizio a ridacchiare silenziosamente, con Edward che mi guarda stranito «La conosco» biascico sottovoce.

L'idraulico mi fa segno di scrivere sul notes ed inizia a parlare con la cliente.

«Ciao Amanda, sono felice di sentirti di nuovo» dice Edward sornione mentre mi carezza la schiena nuda ed io scrivo tutto di Lizzie e del suo Mark.

Mi sento leggermente bastarda, ma sono decisamente su di giri e vorrei concludere una buona volta, e se questo mi costringe a vendere la mia amica d'infanzia... pazienza!

“Fammi sognare, Paul! Ti prego! Ho voglia di sentirti... immaginare le tue mani...” dice suadente ed eccitata. Comincia a darmi leggermente fastidio questa cosa.

Che andasse da Mark e lasciasse Edward in pace!

«Dimmi, Amanda... non hai un uomo che ti soddisfi? Mi sembri giovane per attaccarti a queste linee erotiche» obbietta.

“No, sono sola... non ho ancora trovato l'anima gemella... e poi... adoro la tua voce” miagola la mia amica.

«Allora dovrei presentarti un mio amico... Mark, è di Forks. Una volta usciva con una ragazza di nome Lizzie, ma adesso mi risulta che sia libero come l'aria...» gettiamo l'amo e...

“Cosa? Mark? ma... come... osa?” e Lizzie abbocca, chiudendo la comunicazione appena ha subodorato la parola tradimento. Coda di paglia?

Subito Edward, chiude la telefonata e stacca la linea.

«Direi che per questa sera possiamo passare ad altre occupazioni» suggerisce il mio prestante doppiatore, attirandomi a lui e trascinandomi verso il divano del peccato.

In quei momenti penso solo a una parola: FINALMENTE!

Ormai nella stanza si sentono solo gli schiocchi delle nostre labbra e lo sfregarsi delle nostre pelli. Ansiti e gemiti si mischiano aumentando la nostra eccitazione.

Riesco appena a percepire quando Edward mi toglie l’ultimo indumento che ancora mi copre e scopro che lui è già nudo… chissà quando si è tolto i boxer, non me ne sono accorta.

 

«Vai così! Talmente arrapata da non avere più la percezione» dice Max.

«Certo! I trasmettitori neurali hanno troppo da fare per altro, che ce frega di un paio di mutande? Ben venga che vengano tolte!» ed ecco che la saccente Amber mi casca nel banale.

 

«Quasi non ci credo… non vivo più da quando sono uscito da casa tua… sei bellissima» mi sussurra tra un bacio e l’altro.

Non riesco a rispondere, sono troppo presente alle sensazioni che sto provando nel sentire le sue carezze e nel baciargli la pelle accaldata.

La temperatura è salita a livello oltre la guardia.

Quando infila un dito nel mio sesso ed inizia a spingere, non resisto più: lo voglio e lo voglio subito dentro di me!

Tolgo di forza la mano e imprigiono il suo bacino con le gambe, in modo che le nostre intimità si tocchino.

«… preservativo?...» chiede in un attimo di lucidità mentre mi succhia il lobo dell’orecchio.

«… pillola…» rispondo rassicurante, stringendolo ulteriormente a me.

Non ho bisogno di fare altri gesti che finalmente mi soddisfa, entrando in me con l’impeto del condottiero e portando valorosamente a termine il suo lavoro di darmi piacere. E assicuro che è un compito che svolge  con assoluta e adeguata perfetta perizia. Tiro un sospiro e chiudo la bocca. Dopo qualche secondo…

 

«Tutto qui?» chiede Lucy.

«Oh no! Siamo andati avanti per ore, abbiamo sperimentato anche qualche cosa di carino e ci siamo veramente divertiti e soddisfatti… ma queste sono cose private!» rispondo fintamente sdegnata.

«Senti, piccola sgualdrina baldracca, praticamente ci hai raccontati quante gocce di sudore avevi… quante otturazioni aveva lui ai denti… ci mancano solo misura e durata! E non ci racconti niente della scopata vera e propria?» protesta Gary, mortalmente offeso «Il mio Max potrebbe avere una sincope per la curiosità di sapere tutto su questa prestazione!».

«Amore, ti ho già detto di non mettermi in mezzo alle tue fisime! Se lei non vuole condividere i momenti più intimi con il suo stallone, non dobbiamo obbligarla… tanto ce lo possiamo immaginare! Ormai, come hai detto tu, di dettagli ne abbiamo a iosa!».

«Beh, su questo ha ragione lui. Dicci solo una cosa: hai urlato?» chiede Rosalie.

«Embry, ha bussato alla porta spaventato, poi ci ha mandato a quel paese» rispondo ridendo.

«Alla fine, come siete rimasti? Vi rivedrete?» chiede Lucy.

«A giudicare da quante ore sta al telefono, glielo auguro oppure farà la fortuna degli operatori telefonici» ribatte Amber.

«Vi lascio nel dubbio…» rispondo enigmatica.

 

La mattina presto sono sgattaiolata in casa e sono rimasta a letto sino all’ora di pranzo, poi ho preparato la mia borsa e sono tornata all’università, assolutamente soddisfatta e rilassata per questi giorni di vacanza.

 

«Se, dopo quello che ci hai raccontato non fosse andata in questo modo… avrei pensato io a castrarlo, visto che non lo sapeva usare» dice Gary.

«Sì, però lui? Non ci hai detto come vi siete lasciati… come farete a vedervi…» dice Lucy cercando di mascherare la sua curiosità.

 

- - - ooo§§§ooo- - -

 

Sento aprire la porta del bar e mi volto, dopo aver lanciato una veloce occhiata all’orologio.

È entrato, puntualissimo, come mi aveva promesso.

«Ciao, tesoro» due labbra soffici mi baciano la fronte ed io sorrido al mio ragazzo che finalmente è arrivato. Mi manca, sempre, quando non è accanto a me.

È poco tempo che ci frequentiamo ma mi sento dipendente da lui anche per respirare, ed è venuto il momento di presentarlo ai miei più cari amici.

Questa volta è accompagnato da suo cugino, che ogni tanto bazzica da queste parti, e che ho avuto occasione di incontrare qualche giorno fa. È davvero simpatico, oltre che un bel tipo, sono sicura che piacerà molto.

«Ciao, così tu saresti Edward?Piacere io sono Gary. Ho sentito meraviglie sul tuo conto e, a giudicare della tua stazza, direi che altrettante mi sono state tenute nascoste» dice entusiasta il mio amico, precipitandosi verso l’adone al mio fianco.

«Ehm… veramente, mi chiamo Anthony Masen. Edward è il mio secondo nome, ma se vuoi chiamarmi così non ci sono problemi» risponde il mio ragazzo, stringendo la mano offerta e facendo spallucce.

Inizio a ridacchiare mentre Gary, Max e le altre mi guardano interrogative.

«Io sono Gary, lui è Max, loro sono Lucy, Amber e…» non riesce a finire che il cugino di Anthony si intromette.

«Ciao Rose. Ciao a tutti, io sono il cugino di Anthony… ehm, Edward. Però fa strano chiamarti così» dice rivolto al mio ragazzo.

Credo di aver creato moltissima confusione. 

«Sei Emmett?» chiede Amber.

«Lui si chiama James… oddio! Ammett, si chiama James Ammett! Bella, credo che tu ci debba alcune spiegazioni!» dice Rosalie guardandomi furente. Ha riconosciuto la storpiatura del cognome di James per il nome del cugino idraulico che ho descritto.

«Prima sistemiamo te, amorino. Come mai lo conosci?» chiede Gary a Rosalie.

«Ti ricordi le manette?» domanda retorica.

«ALLORA SEI TU! Congratulazioni ragazzo! Se riesci a domare questa panterona ti faremo un monumento» esclama Max stringendo vigorosamente le mani di un James decisamente perplesso.

«Rosalie! Cosa hai raccontato?» chiede il ragazzo quasi impaurito.

«Solo cose belle!» risponde Rose stampandogli poi un bacio sulle labbra.

«E tu, Bella? Cosa hai raccontato?» chiede il mio amore.

«Fai l’idraulico?» chiede Lucy di getto.

«Mai visto come si avvita un tubo in vita mia! Sono decisamente negato. Studio ingegneria informatica».

«Sei di Forks?» Amber.

«Dov’è?».

«Dove siete stati nelle vacanze di Pasqua?» Max.

«Al cottage dei miei nonni, sul lago Michigan a Chicago. Si può sapere cosa sta succedendo?» domanda Anthony guardandomi.

«Già! Siamo qui da ore ad ascoltare una storia che in realtà non esiste. Ti vuoi spiegare, Bella?» dice Amber, interpretando perfettamente la domanda di tutti gli altri.

«Okay! Lui è Anthony, ci siamo incontrati in facoltà e stiamo uscendo insieme da circa un mese. Ho passato con lui le vacanze di Pasqua, come ha detto, a Chicago. Volevo farvelo conoscere e per questo mi ha raggiunto qui. Non sapevo che il cugino James, fosse il ragazzo che sta facendo redimere la nostra Rosalie. Questo è tutto» dico.

«E no tesoro, ci devi chiarimenti sull’idraulico, sul doppiatore, la linea erotica e la famiglia che viene da Portland! Oltre ovviamente alle sessioni sfrenate di sesso» elenca Gary.

«Eh? Sesso? Spero per te che abbia capito male, Bella! Che c’entra Portland, un idraulico e del sesso?» diciamo che adesso non sto più ridendo così tanto sotto gli occhi inquisitori di Anthony.

Apro la borsa e tiro fuori un fascicolo di una sessantina di pagine di Works e un piccolo registratore «Ti ricordi la storia che ho messo giù durante le vacanze, per il compito di scrittura creativa? Volevo fare qualche cosa di particolare e così ho registrato la conversazione con i miei amici, per poter completare il racconto» dico guardando Anthony negli occhi. Lui è stato il primo a leggere la storia e adesso sorride ricordando i collegamenti con quanto detto da Gary.

«Quindi? Ci hai usato per fare un compito? Bella! Mi sento tradito! Bastava chiedere!» dice Max.

«Andiamo ragazzi! Tu mi hai sempre pregato per i riassunti dei libri, e Amber per le sue lezioni da modista. Per non parlare di quante volte Lucy mi ha bucato le chiappe per imparare a fare le punture!» dico. Ci siamo sempre fatti dei favori… questa volta ho scherzato un pochino di più.

«Ehi! Le punture ti servivano per la febbre!» protesta Lucy.

«Facevi anche un male cane le prime volte» ribatto.

«Ingrata» borbotta.

«Okay, ragazzi! In fin dei conti ci siamo divertiti con questa storia, giusto? E poi abbiamo passato un pomeriggio tra noi come non accadeva da tempo. È questo l’importante!». Santa Rosalie da Seattle interviene saggiamente e tutti annuiscono. Pace fatta!

«Però, secondo te, la parte del sesso è vera?» chiede Amber a Gary, sottovoce.

«Secondo me, quella è l’unica autentica!» risponde il ragazzo fissandomi negli occhi. Gary, come mi conosci bene!

 

Ormai è ora di andare, ci salutiamo tutti e ognuno si dirige verso la sua destinazione, vuoi che sia una cena fuori, andare a dormire a casa o vedere un film al cinema.

 

Io ed Anthony siamo gli ultimi ad uscire e guardo con affetto i miei amici che mi salutano calorosamente.

Li amo tutti e se non li avessi vicini, impazzirei.

Guardo Anthony e anche lui mi osserva sorridendo dolce. Amo anche lui, lo so, anche se non l’ho ancora detto a voce alta, e sento che lui mi ama allo stesso modo.

Cosa accadrà in futuro? Non ne ho idea, per ora vivo il mio presente felice e studio per prepararmi alla vita, poi si vedrà.

Spero che queste persone, come mi hanno accompagnato per questo pomeriggio, amando e partecipando a quello che credevano un episodio della mia vita, mi amino e mi accompagnino anche nei prossimi anni. Io lo farò.

 

FINE.

 

Angolino mio:

piaciuta la fine? Mi è venuta l’idea di terminare in modo assurdo, facendo saltare tutta la storia che avevo raccontato sino ad ora. Mi sono divertita a scrivere questa fiction, è un concentrato di idee strambe e, credo, originali.

Dall’idraulico al doppiatore, dal telefonista di linee hot al raccontare la storia intercalando i commenti con gli amici al bar, alla fine assurda che sostanzialmente dice: guarda che era tutta una balla!

Eppure è durato tutto solo dieci capitoli e neanche tanto lunghi!

Spero davvero che vi siate divertiti, io tantissimo.

Adesso asciugo una lacrimuccia (commossa come ogni volta che scrivo la parola fine a un mio lavoro) e lascio andare questo racconto nell’etere…

Ringrazio tutti tutti tutti quelli che hanno letto ed apprezzato questa storia e spero di trovarvi anche su altre mie fatiche!

 

Segnalo che il prossimo venerdì posterò il nuovo capitolo di Ciao Isabellino.

 

Per gusto alla pubblicità vi elenco qui di seguito i miei deliri:

La serie [I trasformisti] in corso, comprende “Ciao Edwardina” conclusa e “Ciao Isabellino” in corso. Racconti comici romantici, Prima Edward vestito da donna, poi Isabella vestita da uomo.

[AAA – Affittasi moglie]  in corso,  racconto romantico, commedia. Cosa può spingere un giovane uomo affascinante ad affittare una moglie?.

[Si dice – In Vino Veritas]  in corso,  racconto  generale romantico, una sfida tra una Bella ricca e viziata che vuole l’azienda vinicola di Edward

[Sakura – Fiore di ciliegio]  conclusa , racconto romantico storico, la storia di Bella agli inizi del 1900, che attraversa mezzo mondo per trovare la felicità che merita.

[Boy e girl – scambio d’identità] conclusa,  racconto comico romantico, scambio di corpi, un Edward nel corpo di Bella alle prese con i problemi femminili e Bella viceversa, alle prese con i problemi maschili e un obbiettivo .

[Acqua che cade] conclusa,  mini fic. racconto misterioso, fantasy, Bella adora la particolare pioggia di Forks, che sembra mandata apposta per lei.

[Come Andromeda] conclusa, racconto fantasy romantico, Isabella legata a una roccia, in balìa di un mostro sorto dalle profondità marine.

[Prima di essere un pensiero]  one shot  commedia fantasy, cosa potevano essere i nostri eroi, prima di essere concepiti? Questa potrebbe essere la risposta.

[Un colpo sul retro] one shot  commedia, una giornata particolare, dove quattro ragazze senza pensieri vogliono solo divertirsi.

[Smettere di fumare] one shot commedia. Un incontro tra due amici che non si vedono da tanto e una sigaretta.

[Déjà-vu, il sogno diventa realtà] one shot rating rosso. Il sogno di Bella diventa realtà in modo inquietante e romantico.

 

 

Finisco per l’ultima volta su queste pagine con un…

Ringrazio per l’attenzione

Alla prossima

baciotti

 

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