We're here for studying! Yes, I'm studying you...

di AngelWithoutWings
(/viewuser.php?uid=186950)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 321? Sì, questa è la mia stanza. ***
Capitolo 2: *** Ragazzi Normali ***
Capitolo 3: *** Siamo diversi? Bene! ***
Capitolo 4: *** Finti Fidanzati ***
Capitolo 5: *** Oh mio Dio: Niall Horan! ***
Capitolo 6: *** Oh mio Dio: Zayn Malik! ***
Capitolo 7: *** Una scommessa è una scommessa! ***
Capitolo 8: *** Ricominciamo da zero? ***
Capitolo 9: *** E chi se l'aspettava!?! ***
Capitolo 10: *** Storia in... coppia! ***
Capitolo 11: *** Resta... ***
Capitolo 12: *** In amor vince chi fugge ***
Capitolo 13: *** Amori Segreti ***
Capitolo 14: *** Ad armi pare ***
Capitolo 15: *** Ops... ***
Capitolo 16: *** Mi stai sfidando!?! ***
Capitolo 17: *** Ho Bisogno di Te ***
Capitolo 18: *** Perché mi odi!?! ***
Capitolo 19: *** Tu sei il mio problema! ***
Capitolo 20: *** Calma riccio... ***
Capitolo 21: *** Ho bisogno d'aria! ***
Capitolo 22: *** A proposito, ti amo ***
Capitolo 23: *** La geometria non fa per me!!! ***
Capitolo 24: *** You are my Happy Ending ***
Capitolo 25: *** I Promise: I'll Love You Forever ***



Capitolo 1
*** 321? Sì, questa è la mia stanza. ***


1 – 321? Sì, questa è la mia stanza.

“Thank you!” sorrisi, prendendo il foglio dalle mani di Cam, il nostro tutor: il ragazzo del terzo anno che aveva aspettato me e la mia migliore amica all’entrata dell’università, per accompagnarci e mostrarci ogni singola area del college. Ora ci trovavamo davanti alla stanza 321, al terzo piano del dormitorio femminile.
“Bye!” lo salutò Julia, avvicinandosi a me curiosa, per leggere i nomi delle nostre coinquiline.
Lessi ad alta voce “Styles Harianne, Tomlinson Louise, Horan Nadia, Lea Payne e Zoe Malik.”
Entrammo, trovandoci in un salotto arredato elegantemente, alle pareti del quale erano appesi gli stendardi della scuola; vi si affacciavano le cinque porte delle stanze e la sesta del bagno.
Ci guardavamo intorno, meravigliate.
Mi pizzicai il braccio, per essere sicura che tutto questo non fosse solo un bellissimo sogno.
No, era tutto vero e sarebbe stata un’esperienza fantastica!
Io e Julia eravamo migliori amiche dai tempi dell’asilo, due sorelle in pratica, che giocavano, immaginandosi più grandi e sognando di frequentare uno di quei college stranieri come nei film in tv.
Ed eccoci, adesso: eravamo cresciute con il nostro sogno, riuscendo a farlo diventare realtà; avevamo lasciato l’Italia arrivando ad essere ammesse a Cambridge e tutto questo ancora mi sembrava così irreale...
Entrammo nell’unica camera rimasta aperta, le altre erano tutte chiuse a chiave, ma deserte.
Ci mettemmo all’opera, disfando i borsoni e sistemando i vestiti nell’armadio.
“Non ci credo: siamo a Cambridge!” esclamò la mia migliore amica, buttandosi sul letto.
Mi sdraiai affianco a lei, guardando il soffitto per leggere i graffiti, le dediche e i disegni lasciati dai precedenti coinquilini. Avevamo fatto migliaia di ricerche su internet sull’università prima di partire e sapevamo che era una tradizione scolastica, ma era fantastico sdraiarsi sul letto e vedere tutti quegli schizzi sul soffitto! Niente a che fare con una semplice foto...
Quella che stavamo per vivere noi era un’esperienza da vivere a pieno!
“Dovremmo scriverne una anche noi.” Propose.
Annuii, alzandomi e porgendole la mano “Prima però propongo di andare a fare un giro!”
Seguendo il viale a ciottoli, arrivammo all’enore cortile principale, davanti all’entrata.
Proseguimmo, fermandoci a prendere un caffè alla caffetteria per poi continuare il giro chiacchierando, mentre superavamo il laghetto dove si stavano allenando alcuni ragazzi della squadra di canottaggio e arrivammo ai campi d’atletica e di football.
Ci sedemmo sugli spalti, vicino ad un gruppo di ragazze che dovevano essere anche loro al primo ma si stavano già guardando intorno, spettegolando sui ragazzi in campo.
“Mi dispiace deluderti...” mi intromisi “...ma quel biondino porta scritto in fronte ‘Sono nella squadra di football perché voglio vedere i ragazzi più carini della scuola’!”
Scoppiarono a ridere, annuendo d’accordo.
“E quei due?” indicò l’altra bionda.
“Ah, quelli sì...” annuì Julia “Il roscio è stato il nostro tutor.”
“Che fortuna: guarda che figo! A noi è toccato il secchione balbuziente!” disse la terza.
Ridemmo, guardando Cam che passava per il campo, indossando un paio di Ray-Ban mentre chiacchierava con un suo compagno. Non eravamo le uniche a guardarlo, era chiaro che la sua bellezza lo rendesse automaticamente anche popolare.
La mora, che aveva parlato, mi sorrise, porgendomi la mano “Ciao, io sono Marty!”
Gliela strinsi “Ciao, Jennifer!”
Anche le altre si presentarono a me e Julia: Juls e Sarah.
“Siete compagne di stanza?” chiese la mia migliore amica.
Loro annuirono “E voi?”
“Già. Ma non abbiamo ancora conosciuto le altre...” spiegai “Siete solo in quattro?”
“No, in realtà ce ne sono altre tre con noi.” Contò con le dita Juls “Ma una deve essere proprio una nerd, perché quando l’abbiamo invitata ad uscire ha risposto che preferiva restare in camera, con il suo computer. Un’altra invece era troppo impegnata a mettersi lo smalto...”
Sarah rise, alzando gli occhi al cielo “E poi c’è la mia compagna di stanza che è in giro con il suo ragazzo.”
Restammo a chiacchierare con loro, finché non ci dirigemmo verso la mensa, all’ora di cena, sedendoci al tavolo con le nostre nuove amiche che ci presentarono anche le altre loro coinquiline.
Quando rientrammo, la sera, la nostra stanza era ancora deserta e ci addormentammo da sole.

Toc, toc!
Aprii gli occhi, ritrovandomi a guardare il soffitto ricoperto di graffiti.
Sorrisi, stringendo il cuscino: allora non era un sogno!
Toc, toc!
Mi alzai a sedere, stropicciandomi gli occhi per abituarmi alla luce che Julia stava facendo entrare, aprendo le persiane “Devono essere le altre coinquiline.”
Annuii, sistemandomi velocemente i capelli scompigliati davanti allo specchio, trattenendoli su con il mio mollettone rosso ed andai ad aprire mentre bussavano per la terza volta, cercando di ripassare mentalmente i nomi che del foglio.
Zoe, Harianne, Lea... merda, non ero mai stata brava a ricordare i nomi delle persone!
Posai la mano sulla maniglia della porta, aprendola e trovandomi ad un passo da due occhi verde acqua limpidi e brillanti. Rimasi un attimo a fissarli, perdendomi nello sguardo di quel ragazzo...
Aspetta un attimo: perché mi stavo perdendo nello sguardo di un ragazzo!?!
Cioè... che cavolo ci faceva un ragazzo, alle 8 di mattina davanti alla mia porta, nella mia stanza!?!
Mi allontanai di scatto, rifilando un’occhiata confusa al tizio davanti a me “Tu chi saresti!?!” esclamai.
“Wow... non siamo molto amichevoli di prima mattina, eh?” rise, passandosi una mano tra i ricci, cercando forse di mettersi in mostra “Comunque sono Harry.” Sorrise di nuovo, porgendomi la mano.
“Che ci fai qui?” chiesi, stringendola senza presentarmi.
“Questa non è la stanza 321?” chiese.
Annuii mentre continuava “Allora io vivo qui!” alzò le spalle.
Julia mi raggiunse e lui gli rifilò lo stesso sorrisetto compiaciuto, mentre da dietro, altri quattro ragazzi uscivano dalle loro stanze.
Spalancammo gli occhi, cercando qualcosa da dire.
“Santissimi Numi!” esclamò Julia, attaccandosi al mio braccio “Voi siete...”
Il ragazzo biondo che si era appena buttato sul divano sorrise, annuendo “...i One Direction!”






A little space for me...

Beh, prima di tutto, spero che qualcuno abbia letto il capitolo!
Secondo, spero davvero che vi sia piaciuto.
Un ringraziamento speciale alle mie migliori amiche -protagoniste anche loro della storia- per avermi spinto a pubblicare la storia, ascoltando le mie idee durante le lezioni di latino (Scusi prof! xD).
Lasciate una recensione, che ne dite? Così saprò che cosa ne pensate. ;D




La cara Jennifer, ha alcune doti e passioni. Ad esempio adora disegnare, dipingere, improvvisarsi artista schizzando -non solo sulla tela- colori per ritrarre la sua visione del mondo, da brava sognatrice qual'è.
Questo, è il suo autoritratto...

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ragazzi Normali ***


2 - Ragazzi Normali

Jennifer era rimasta impassibile, mentre mi agganciavo al suo braccio ed il mio cuore aveva preso a battere all’impazzata, nel trovarmi davanti i miei idoli!
Anzi, meglio, nella mia stanza!
Liam si avvicinò, posando una mano sulla spalla di Harry per scansarlo e sorriderci, gentile.
Oh mio Dio... Liam Payne, il ragazzo più bello del mondo mi stava sorridendo!
Ci chiese “Voi siete Jennifer e Julia?”
Annuimmo.
“E non vi hanno avvisato che avremmo condiviso la stanza?” alzò un sopracciglio.
Scuotemmo la testa.
“Oh... siamo mortificati!” si passò una mano tra i capelli, imbarazzato “Che ne dite di sedervi un attimo?”
Annuimmo di nuovo, uscendo dalla stanza e sedendoci sul divano, vicino a Niall.
“Buongiorno!” sorrise, porgendoci la mano.
Gli sorridemmo e fu Jennifer a parlare per prima, presentandosi e facendogli capire che non comunicavamo solo con dei movimenti della testa, ma eravamo esseri in grado di parlare. Il fatto che lei non fosse una fan dei One Direction l’agevolava, rendendole quasi naturale parlare con loro, nonostante la sorpresa di trovarsi cinque ragazzi in camera. Io invece mi sentivo il cuore battere talmente forte che temevo che, se avessi parlato, il battito avrebbe sovrastato anche la mia voce!
Presi un respiro profondo e strinsi la mano di tutti, presentandomi.
Infondo erano solo cinque lettere, sarei riuscita a dirle in ordine...
“Quindi voi non avevate idea che noi dovessimo vivere insieme?” ripeté Louis.
Di nuovo, scuotemmo la testa.
“Beh, adesso lo sapete...” sdrammatizzò Zayn.
“Ok, ma perché?” chiese Jennifer.
Fu Liam a spiegarsi “Per quanto avessimo cercato di non farlo sapere in giro, almeno per ora, ci siamo iscritti ai corsi qui all’università. Ma abbiamo scoperto che c’era già qualche voce a proposito in giro ed è per questo che sulle liste con i nomi degli alunni da assegnare nelle varie stanze, i nostri sono stati cambiati nei corrispettivi femminili!”
“E’ stata una mia idea!” annunciò fiero Harry.
“Oh, sei proprio un genio...” ironizzò Jen “Nascondere cinque pop star in un dormitorio con cinquecento ragazze è stata davvero una bella mossa!”
Lui fece un sorrisetto, a metà strada tra il prenderla in giro e il difendersi mentre la studiava con lo sguardo e lei tornava a parlare con Liam.
Sapevo tutto di loro: Liam, come si era dimostrato subito, era quello sensibile e maturo, Zayn era quello bello e timido, Niall quello solare e goloso, Louis non aveva ancora fatto qualche battuta delle sue ed Harry era il tipo ‘I’m sexy and I know it’.
Il prototipo di ragazzo, insomma, che stava sulle palle alla mia migliore amica.
Però dai, era Harry Styles... le avrei fatto un discorsetto più tardi, non poteva trattarlo così!
“Uhuh... l’amore è nell’aria!” li prese in giro Louis, dando una gomitata al suo amico, affianco a lui.
Scoppiammo tutti a ridere, i due diretti interessati compresi.
“Siete arrivati adesso?” sbirciai da una delle porte aperte, vedendo i borsoni ancora per terra.
Niall annuì “Ieri c’era troppa gente. Per la nostra sicurezza ci hanno detto di arrivare questa mattina.”
“Anzi, forse è meglio se ci diamo una mossa a disfare le valigie.” Si alzò Zayn, seguito da tutti gli altri.
Io e Jennifer rientrammo in camera e, specchiandomi, mi ricordai di essere ancora in pigiama “Che figura di merda!” mi passai una mano tra i capelli, sedendomi sul letto insieme a lei “Ci hanno visto così...” indicai i suoi pantaloncini e la maglietta lunga, lo stesso che indossavo anch’io.
Lei alzò le spalle, tranquilla “Ti vedranno tutte le mattine così; ci faranno l’abitudine!”
“A proposito di convivenza civile...” le lanciai un’occhiataccia “Già che ci sei dagli un cazzotto in faccia ad Harry, la prossima volta, no?”
Lei sbuffò “Che esagerazione... stavamo solo scherzando!” insistetti a guardarla “Ok, mi sta sulle palle!”
“Ah!” le puntai il dito contro “E io lo sapevo...”
Alzò gli occhi al cielo, uscendo dalla stanza, una volta vestita.
“Quindi non possiamo dire a nessuno che siete voi ‘le nostre compagne di stanza’?” la sentii parlare con Niall, sul divano, mentre uscivo anch’io.
Lui alzò le spalle “Almeno per un paio di giorni, poi comincerà la scuola e i corsi...”
Lei annuì e solo allora mi notò “Pronta?” chiese, posando il joystick della Playstation sul tavolino.
Uscimmo, mentre il biondo la minacciava di stracciarla, la prossima volta.
“Come fai?” le chiesi in caffetteria “Io non riesco neanche a credere di essere nella stessa stanza... figuriamoci stare insieme come se niente fosse! Come se fossero cinque normalissimi ragazzi!”
“Ju!” Jennifer mi prese il viso, guardandomi fissa “Loro sono solo cinque normalissimi ragazzi!”
“Scherzi? Sono i miei idoli: belli, simpatici, hanno delle voci angeliche e...” esclamai.
Solo - ragazzi - normali!” scandì bene le parole.
Annuii, ripetendolo nella mia testa, mentre ci raggiungevano le nostre amiche.








A little space for me...

Rieccoci qui, a fine capitolo!
Buonasera a tutti e ancora tante grazie per aver letto la mia storia.
Lo so, in questi primi due capitoli non succede molto. Dovremo aspettare per ancora uno o due. Diciamo che questi primi capitoli sono un po'... di assestamento!
Già, proprio come le piccole scosse prima di un terremoto! xD
Lasciate delle recensioni se vi va, ok?




Stavolta il soggetto del disegno di Jen è la sua migliore amica -voce narrante di questo capitolo-
: la dolce e bionda Julia!

Dedica sul retro: ti ho ritratto ieri pomeriggio, mentre aspettavamo le altre. Tu non te ne sei accorta, persa nei tuoi pensieri com'eri... fammi indovinare? Uno di quei cinque nell'altra stanza, eh?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Siamo diversi? Bene! ***


3 – Io e te siamo diversi? Bene!
 

Il pomeriggio, avevo in programma di andare a fare una corsa con Julia e le altre, ma i nostri piani erano andati in fumo, per colpa del temporale che si stava abbattendo sull’università.
“Mamma? Ma’?” ripeteva Julia al telefono. Sbuffò, buttandosi sul letto affianco a me “Non riesco a telefonare!” riprovò, digitando il numero un paio di volte.
“Dovresti provare dal centralino della scuola.” Proposi.
Lei annuì, prendendo il cappotto e l’ombrello prima di aprire la porta.
“Aspetta! Ti accompagno.” Mi alzai, ma lei mi fermò, scuotendo la testa.
“E’ inutile che ci bagniamo in due!” sorrise, uscendo e lasciando la porta semi aperta.
Tornai a sedermi a gambe incrociate sul letto, annoiandomi, cercando qualcosa da fare mentre l’aspettavo, quando vidi una figura nell’altra stanza attraverso l’apertura della porta.
Harry se ne stava seduto all’estremità del divano, esattamente di fronte a me e restituendomi lo sguardo.
Mi voltai con la testa, sdraiandomi e facendo finta di niente per un paio di noiosissimi minuti.
Sbirciai un paio di volte, trovandolo ancora intento a guardare all’interno della mia stanza “Non eravate usciti?” parlai, sapendo che mi avrebbe sentito anche da lì.
“Sono a parlare con il rettore. Io e Zayn siamo rimasti qui: lui però sta dormendo.” Rispose.
“Ah, ok.” Risposi, per gentilezza. Presi l’I-phone dal comodino, sfogliando distrattamente l’album delle foto.
“Che fai?” domandò dopo qualche secondo.
Sospirai, pentendomi di aver iniziato io quella discussione “Niente...”
“Forte!” Rise “Anch’io.”
‘No, tu stai rompendo a me...’ pensai, ma mi trattenni, pensando che Julia avesse ragione e che era meglio mantenere un rapporto civile con Harry.
Infondo neanche lo conoscevo, magari la prima impressione su di lui era sbagliata...
“Forte.” Ripetei.
“Perché non vieni qui? Almeno ci annoiamo insieme.” Propose.
Mi alzai a sedere, guardandolo dall’apertura della porta con un sopracciglio alzato.
Lui rise, annuendo e alzò le mani “Ok...” sorrisi anch’io e mi ributtai sul letto.
Finché non vidi la porta aprirsi del tutto e tornai a sedermi, guardando il riccio sulla soglia “Allora vengo io!”
“Accomodati...” mi arresi, indicandogli il puff verde affianco alla scrivania.
Lui sorrise, buttandosi però sul mio letto, affianco a me “Se non ti dispiace, qui sto più comodo!”
Scossi la testa, ridendo mentre continuavo a chattare con il cellulare.
Lui si sedette affianco a me, poggiando il braccio dietro la mia schiena e la testa vicino alla mia spalla per sbirciare dallo schermo.
“Fa come se fossi a casa tua...” dissi sarcastica, avvicinandogli il cellulare.
Lui rise, distogliendo l’attenzione dal telefono per puntare i suoi occhi verdi sui miei scuri “Sei così disponibile con tutti?” sorrise, ironico.
Alzai le spalle “No, solo con quelli invadenti che si buttano sul mio letto o mi spiano dalla porta.” Sorrisi.
Harry rise, avvicinandosi al mio viso e sorridendo furbo “Oh andiamo... sai quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto in questo momento?”
“Cosa ti fa credere che io sia come tutte le altre ragazze?” alzai un sopracciglio, stando al gioco.
Lui sorrise ancora, mettendosi con il viso davanti al mio e tornando a guardarmi negli occhi; odiavo l’influenza che avevano su di me: erano bellissimi e pericolosi e lui sapeva come usarli contro di me!
“Per esempio credevo che mi avresti preso a calci quando mi sono seduto.”
Sorrisi, continuando ad assecondarlo; impedendo a mille dubbi di penetrarmi nel cervello “Ma non l’ho fatto...”
“Già...” si morse le labbra.
“E adesso che sei qui?” mi scostai i capelli, mandando indietro una ciocca castana.
“Adesso che siamo qui, da soli...” alzò le spalle, fingendo di pensare a qualcosa.
Risi, mentre il suo naso ormai minacciava di sfiorare il mio e lui aveva poggiato le mani sul materasso, affianco alle mie gambe.
Posai la mano sulla sua guancia, prima che provasse a tagliare quella distanza già minima tra di noi e gli scostai una ciocca di ricci, scoprendogli l’orecchio destro.
Mi avvicinai con il viso, finché le mie labbra non gli furono affianco e il profumo dei suoi capelli invase le mie vie respiratorie, per sussurrargli “Harry?”
Con la mano ancora sulla sua guancia, sentii l’angolo della bocca piegarsi in un sorriso, mentre ne aveva approfittato per scostarmi i capelli dal collo. Credo che stesse per posarvi un bacio e allora continuai urlandogli vicino al timpano “FUORI DALLA MIA STANZA!!!” lo spinsi con l’altra mano, facendolo cadere con il sedere sul tappeto.
Scoppiai a ridere, guardando la sua faccia completamente confusa.
“Ma che diavolo fai!?!” esclamò, rialzandosi.
Non l’avrebbe mai ammesso, ma stava cercando di trattenere un sorriso.
“Uno prova ad essere gentile con te e tu che fai? Mi butti giù dal letto!?!” continuò a brontolare.
“Gentile?” ripetei alzando un sopracciglio, ridendo “Mi stavi per saltare addosso! Io e te abbiamo un concetto diverso di gentilezza, a quanto pare...”
Lui scosse la testa, sbuffando, andando verso la porta e girarsi prima di uscire
“Sai che c’è? Penso che io e te siamo diversi e basta!”
“Per una volta siamo d’accordo!” risposi, incrociando le braccia, imitandolo.
“Prima o poi doveva capitare.” Insistette.
Stava cercando di avere l’ultima parola? Oh no... con me non sarebbe stato facile!
“Bene!” gli feci la linguaccia.
“Bene!” ripeté, imitandomi.
Al terzo ‘bene’, esclamai “Ma tu non te ne dovevi andare!?!”
“Infatti!” sbatté la porta.
Mi buttai all’indietro, sdraiandomi e lo maledissi a mezza voce.
La porta si riaprì ed io ebbi giusto il tempo di rialzarmi per vedere comparire la testolina riccioluta di Harry ed urlammo nello stesso istante “Bene!” prima che la sbattesse di nuovo.
Mi rigirai, sfogandomi, sopprimendo un grido nel cuscino nel quale avevo nascosto la faccia.
Come sempre, avevo ragione:
Harry mi era sembrato un arrogante.
Harry era arrogante.
Pensavo che non saremmo andati d’accordo.
Non stavamo affatto andando d’accordo.
Harry mi era sembrato uno stronzo.
Harry Styles era uno stronzo.



A little space for me...

Visto che il capitolo prima mi sembrava decisamente poco 'attivo' ho deciso di postare anche questo, sperando che sia di gradimento al pubblico! :D
Un bacio...




Sul retro del disegno, nel quaderno di algebra, con la tondeggiante scrittura di Jen, si leggono tanti scarabbocchi: il nome di Harry, qualche invito a recarsi a quel paese, qualche smile, degli schizzi sui ricci del ragazzo...
Jen, dovevi essere un po' confusa, eh?

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Finti Fidanzati ***


4 – Finti fidanzati

Attaccai al telefono, dopo essere riuscita a chiamare la mia famiglia e rassicurarli: Sì, stiamo bene; sì, mangiamo; sì, qui sono tutti carini con noi...
Uscii dalla sala piena di telefoni e ragazzi in contatto con le loro famiglie tramite Skype.
Stavo per aprire l’ombrello, davanti alla porta a vetri dell’edificio, quando questa si spalancò ed una voce familiare chiamò il mio nome.
“Liam, ciao!” sorrisi, cercando di ricordare quello che mi aveva detto Jen.
“Stai andando al dormitorio?” annuii “Non è che mi daresti un passaggio?” annuii di nuovo.
Che palle, perché quando c’erano loro diventavo sempre muta!?!
Aprii l’ombrello, alzandolo tra me e lui.
Quasi che l’avesse fatto apposta, posò la mano sulla mia, per tenerlo “Ops, scusa...” sorrise.
“Figurati...” abbassai il cappuccio sui capelli biondi, sperando che nascondesse anche il rossore che ero certa stava per comparire sulle mie guance chiare.
Uscimmo sotto la pioggia, attraversando il cortile centrale, quando una folata di vento aprì l’ombrello al contrario, alzandolo e facendolo sfuggire dalla sua presa.
“Merda!” esclamò, girandosi a correre per riprenderlo.
L’erba bagnata, però, lo fece scivolare e cadde rovinosamente a terra.
Cercai di trattenermi dal ridere, mordendomi il labbro e andandogli incontro per aiutarlo ad alzarsi.
Lui afferrò la mano che gli porgevo, notando la mia espressione “Oh, non preoccuparti... ridi pure.”
Alzai le spalle, per essere gentile, facendo finta di niente.
“Deve essere stata una bella scena: sono caduto sul sedere come se avessi pestato una buccia di banana!” si girò, constatando il verde e la terra sui suoi jeans.
Non riuscii più a trattenermi, scoppiando a ridere “Tranquillo, solo un po’...”
Lui mise le mani sui fianchi, guardandomi divertito “Ah beh, mi fa piacere che ti stia divertendo!” indicò l’ombrello che era caduto per terra, poco distante da noi “Ti faccio notare che è stata colpa tua e del tuo ombrello!” disse in tono scherzoso.
“Ah sì? Allora la prossima volta che c’è un temporale non chiedermi di accompagnarti: ti bagni e basta!” incrociai le braccia al petto.
“Più bagnati di così?” alzò un sopracciglio, risistemandomi il cappuccio che mi era caduto per ridere, delicatamente, fino alla mia fronte.
“Grazie.” sorrisi.
“Aspetta qui...” sorrise anche lui, raggiungendo l’ombrello imitando la camminata di un ladro, cautamente e poi tornò con quello che una volta doveva essere stato utile a ripararsi dalla pioggia “Voilà!”
Risi “Forse sarebbe meglio buttarlo, prima che ci becchi un fulmine!”
Lui annuì, avvicinandoci al viale e buttandolo in un cestino.
“Ok, adesso piove davvero troppo... Ci conviene sbrigarci!” poggiò il braccio intorno alla mia vita, aiutandomi a correre al passo con lui fino al dormitorio.
Ci riparammo sotto la tettoia, mentre cercavo le chiavi nella mia borsa.
Dall’interno si accese una luce e sentimmo qualcuno scendere.
“Merda!” Liam si tirò più giù il cappuccio, sperando che chiunque stesse scendendo le scale non lo riconoscesse.“Possiamo nasconderci.” Proposi.
Lui scosse la testa, mentre comparivano le Adidas di qualcuno dai primi scalini dell’ultima rampa di scale “Fa niente, non c’è tempo! Ci bagneremmo e basta...” mi sorprese, facendomi salire il cuore in gola, prendendomi i fianchi e spingendomi piano finché non fui con la schiena al muro. Poi poggiò le mani affianco alle mie spalle ed in un attimo il suo viso fu davanti al mio: il suo naso sfiorava la punta del mio, il mio e il suo respiro formavano un’unica nuvoletta di condensa in quel pomeriggio freddo e i suoi occhi nocciola inchiodarono i miei azzurri, spalancati e sorpresi.
“Fingiamo di essere fidanzati?” chiesi, dopo essermi schiarita la gola un paio di volte, recuperando l’abilità di parlare; giusto per avere una vaga idea di quello che stava facendo.
Lui annuì, sussurrando “Scusa.” Mentre si apriva la porta.
Ma quale scusa!?! Io non ero mai stata meglio in tutta la mia vita!
Anche se avrei voluto rimanere tutto il giorno inchiodata al muro, tra le sue braccia, la ragazza passò, senza degnarci di uno sguardo, scambiandoci per due semplici fidanzati.
Liam rimase ancora qualche secondo immobile, restando con lo sguardo puntato sui miei occhi.
Dio... quanto avrei voluto prenderlo e baciarlo!
Ma no, io e lui ci conoscevamo da meno di 24 ore (e il fatto che avessi letto migliaia di articoli su di lui non contava) perciò, mi costrinsi ad abbassare lo sguardo e lui levò le mani, lasciandomi passare.
Salimmo le scale in silenzio, imbarazzati, finché non entrammo in camera trovando tutti i ragazzi sul divano.
“Jen?” chiesi nello stesso momento in cui Liam domandava “Harry?”
I ragazzi risero, rispondendo per entrambi “In camera.”
Bussai alla porta, prima di entrare e trovai la mia migliore amica sdraiata sul letto, con la testa dalla parte opposta ed i capelli castani che sfioravano il pavimento mentre canticchiava, tenendo l’I-pod in mano e cercando di toccare il soffitto con i piedi.
“Oh ciao!” sorrise, mettendosi a testa in giù per vedermi quando sentì la porta chiudersi “Sei fradicia!”
“No, sono felice!” esclamai, correndo da lei e abbracciandola.
Lei mi strinse, nonostante la stessi bagnando “Che fine a fatto il mio ombrello a proposito?”
“L’ho buttato!” risposi, alzando le spalle.
Lei alzò un sopracciglio, mettendosi a sedere davanti a me “L’hai buttato?”
Annuii, ancora trasognata, ripensando alla scena di pochi minuti fa “A proposito, grazie.”
“Prego...” rispose acida.
“Non dicevo a te!” la zittii “Parlavo all’ombrello...”
Jen mise la mano sulla mia fronte “Hai la febbre?”
“D’amore...” sospirai.
Lei rise “Credo proprio che tu debba dirmi qualcosa.”
Annuii, cominciando a raccontare mentre mi cambiavo, levandomi i vestiti zuppi di dosso.
“Ju, posso farti una domanda?” mi guardò seria, annuii “Sei sicura di essere innamorata di Liam e non della pop star?”
Ignorai la domanda, girandomi verso la porta “Sei stata qui per tutto il tempo?”
Lei annuì, rimettendosi sdraiata “Lascia perdere...”
“Credo che anche tu debba raccontarmi qualcosa!” risi, facendole il solletico sui fianchi, perché sapevo che avrebbe ceduto. Vinsi, lasciandola solo quando iniziò a raccontarmi della scena con Harry che mi ero persa!
“Comunque puoi uscire: Harry è in camera sua.” sorrisi.
Lei alzò le spalle, alzandosi e la seguii.
Aprimmo la porta mentre si apriva quella affianco e dalla quale uscì Harry.
Lui e la mia migliore amica si guardarono scocciati, prima di distogliere lo sguardo e sedersi ai due estremi del divano, seguiti da me e Liam.
Cenammo con la pizza, ordinata per telefono, passando la serata a scherzare e chiacchierare, cercando di conoscerci meglio.

A little space for me...

Se state leggendo questo messaggio -no, tranquilli non è come nei film: non sto per morire!- allora vuol dire che avete resistito a legger la mia FF fino al quarto capitolo!
Yeeeah! Ancora grazie. <3
Lasciate una recensione?




Dedica sul retro: tu e Liam mi avete ispirato l'altra sera, quindi in mensa, mentre guardavo gli altri mangiare con appetito, ho seguito la mia ispirazione, disegnando questo.
So che non ti piacerà per niente il cappellino molto stile Heidi... l'ho disegnato apposta! Sì, ce l'ho ancora con te per avermi rotto l'ombrello che avevo comprato in Scozia, l'estate scorsa!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Oh mio Dio: Niall Horan! ***


5 – Oh mio Dio: Niall Horan!

“Juls, sei pronta?” mi chiamò Marty, dal salotto.
Aprii la porta, controllando un’ultima volta i capelli dorati allo specchio e la matita verde sotto gli occhi dello stesso colore, pronta per andare al pub.
“Dovremmo invitare anche Julia e Jennifer.” Propose Sarah, mentre si legava i capelli biondi in una coda alta.
Annuii, d’accordo. Avremmo dovuto incontrarci il pomeriggio per andare a correre, ma era saltato tutto per colpa del temporale.
Scendemmo quindi una rampa di scale, bussando alla porta 321.
Aspettammo qualche minuto, finché non spuntò la testa di Julia, dalla porta socchiusa “Hei!”
“Ciao. Eravamo passate per invitarvi...” cominciai a dire, prima che dall’interno arrivò un urlo: Jen.
Julia si girò, mentre noi ci sporgemmo per vedere all’interno, facendo aprire la porta.
“Oh mio Dio!” esclamammo in coro, quando vedemmo Jen, che si stava coprendo gli occhi davanti ad un film horror e... i One Direction seduti sul divano affianco a lei!
“Ops...” Julia alzò le spalle.
Niall Horan si alzò dal divano, prendendo il telecomando e mettendo in pausa il film “Potreste chiudere la porta, per favore?” sorridendo gentile.
Niall, il ragazzo con gli occhi azzurri più belli del mondo era lì, davanti a me...
Portai una mano alla bocca, pizzicandomi il braccio con l’altra per essere certa che non fosse tutto un bellissimo sogno ed entrai con le altre.
“Voi siete loro amiche?” chiese Louis Tomlinson, facendoci spazio sul divano.
Annuimmo, ancora troppo frastornate per poter emettere alcun suono; figuriamoci formulare frasi logiche!
“Ah... allora qualcuno ti sopporta.” Harry Styles inviò una frecciatina a Jennifer, che, come se stesse parlando con un qualsiasi altro ragazzo, gli alzò il medio, facendogli la linguaccia.
Lui rise, mostrando quel sorriso che avevo visto su migliaia di foto e fui quasi tentata di toccargli le guance.
Non avrei mai potuto immaginare di riuscire a vedere quelle fossette dal vivo!
Si aprì la porta azzurra del bagno, dietro di noi e ci girammo tutti.
“Allora, chi è che si è divertito a rubarmi i vestiti mentre ero sotto la doccia!?!” Zayn Malik, fece il suo ingresso in scena indossando solamente un asciugamano legato in vita.
Marty e Sarah spalancarono la bocca e anche Julia e Jennifer, che si erano dimostrate naturali con loro, cominciarono a fissarlo.
Louis rise “Hazza, vai a prendere una scodella se dovessero iniziare a sbavare. Almeno non macchiano il divano!” I ragazzi risero mentre Julia, che si era ripresa per prima, gli lanciò una manciata di pop-corn, mentre le guance gli andavano visibilmente a fuoco.
“Jen? Ma che cavolo sta succedendo?” balbettai, girandomi verso la mia amica, seduta sul bracciolo del divano affianco a me.
“Sarah, Marty, Juls... vi presento le nostre coinquiline!” rise.
“Eh?” esclamò Sarah “Voi... vivete qui?” i ragazzi annuirono.
“Vi prego di non dirlo a nessuno, almeno finché non inizieranno i corsi!” si affrettò a spiegare Liam Payne.
Annuimmo di nuovo, simultaneamente.
“Perché ogni volta che delle ragazze parlano con noi riescono solo a muovere la testa?” ironizzò Harry, poggiandosi alla spalla di Niall.
“Forse perché le spaventi...” rispose Jen. Harry si finse offeso, alzandosi il colletto della maglietta.
“Rimanete a vedere il film?” propose Niall.
Annuimmo di nuovo e quando si sedette affianco a me, sentii il cuore esplodermi nel petto.




Dedica sul retro: Ecco il disegno che mi hai commissionato l'altro giorno!
Mi dispiace se non è bella come l'originale... Jen <3
xD

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Oh mio Dio: Zayn Malik! ***


6 – Oh mio Dio: Zayn Malik!

Dopo aver passato la sera da Jen e Julia, con i One Direction, eravamo tornate a casa ancora incredule.
“Hei, non vi ho più viste!” mi salutò la mia compagna di stanza, ancora impegnata a messaggiare con il suo ragazzo, probabilmente “Non siete venute al pub alla fine?”
Scossi la testa, prendendo il pigiama.
Ci misi un po’ per addormentarmi, ripensando alla serata passata a lanciarci popcorn e chiacchierare sul divano con i miei idoli! Sembrava ancora impossibile...
Zayn in asciugamano... avevo dovuto darmi uno schiaffo mentale per smettere di contemplarlo.
Ero perdutamente innamorata di lui dalla prima volta che avevo sentito What Makes You Beautiful ed incontrarlo era stato fantastico!
Ovviamente, la mattina dopo, passammo in caffetteria per prendere dei caffè da portar via e bussammo alla loro porta.
“Buongiorno.” Sorrise Liam, aprendoci.
Entrammo, consegnando la busta della caffetteria a Niall e finalmente arrivò anche Zayn, guardando all’interno “Cornetti! Per caso ce n’è uno alla crema? Sono i miei preferiti.”
Annuii, fingendo di non saperlo o di non averlo mai letto, mentendo “Ma dai... piacciono anche a me!” mentre guardavo con invidia Niall, che prendeva quello alla marmellata: quello che davvero amavo.
“Sarah?” mi chiese Jen “C’erano al pistacchio?”
Annuii “Sì, ma ne abbiamo preso solo uno, pensando che non piacesse a nessuno.”
“Pistacchio? Io!” Harry uscì dal bagno, seguito dalla scia della sua colonia.
“E ti pareva... ora iniziano di prima mattina!” Julia alzò gli occhi al cielo, accettando il cornetto che le porgeva Liam mentre gli altri due si contendevano il cornetto.
Alla fine Harry l’agguantò, dandogli un morso “Lo volevi?” aprì la bocca, piena.
Jen fece una smorfia, commentando “Sei disgustoso... Scendo un attimo e vado a comprarmene un altro!”
“Ti accompagno.” Mi offrii.
Scendemmo le scale, mentre si lamentava di ‘quel cretino’.
“Ti sta simpatico, insomma...” commentai.
Lei rise, annuendo e aprì il portone, proseguendo fino alla caffetteria.
Mentre aspettavamo che la ragazza dietro il bancone infilasse il cornetto nella busta, Jen mise una mano sulla mia spalla, indicandomi con la testa un tavolo dietro di noi.
Cam e i suoi compagni e stavano facendo colazione chiacchierando.
“Perché non poteva capitarmi lui!?!” rise, voltandosi per pagare alla cassa.
“A proposito, ti giuro che stava guardando qui...” le sussurrai, distogliendo lo sguardo.
Presa la busta, ci voltammo, guardandolo con la coda dell’occhio mentre si alzava.
“Dio... dici che sta venendo da noi?” si sistemò i capelli “Che figura di merda...”
E infatti, il roscio stava venendo proprio verso di noi.
“Hei!” Salutò Jennifer ed io mi ricordai che era stato il suo tutor.
Quelle due ragazze avevano una fortuna davvero sfacciata!!!
“Hei!” sorrise lei, visibilmente emozionata.
“Ciao.” Sorrise anche a me, gentile “Allora, come vi trovate? Vi siete già ambientate?”
“Certo. Tutto merito del nostro tutor...” scherzò lei.
Lui rise, mostrando un sorriso che fece arrossire la mia amica “Stasera io ed i miei amici suoniamo al pub, sarebbe un po’ imbarazzante ritrovarsi davanti a quattro gatti. Se vi va, potreste fare un salto...”
“Figo!” annuimmo, salutandolo un’altra volta prima di andarcene.
Svoltammo l’angolo, superando la caffetteria e Jen cominciò a saltellare, entusiasta.

A little space for me...

Questo, potrebbe essere il seguito del capitolo precedente.
Se avete retto a legger fin qui, vi consiglio di andare avanti, a questo punto...
Sì, ovviamente Jennifer e le altre andranno alla festa; ma cosa succederà da quella sera in poi?


Ed ecco un altro ritratto, sempre della solita artista.
Questa volta, ovviamente, il soggetto è Sarah...



Dedica sul retro: Devo essere particolarmente ispirata oggi... posso ritenermi soddisfatta e sono quasi riuscita a dare un'idea di che persona fantastica sei! Jen <3

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Una scommessa è una scommessa! ***


7 – Una scommessa è una scommessa!

Aprii la porta a Jennifer e Sarah, che entrò nella stanza con il sorriso che le attraversava il viso da parte a parte “Che c’è? Ti hanno drogato il cornetto?”
Lei, stranamente, non rispose come faceva sempre, superandomi e correndo ad abbracciare la sua migliore amica, saltandole in braccio.
“Che cos’è successo?” chiese Liam, guardandole divertito.
“Drew ci ha appena invitate al pub stasera per vederlo con la sua band.” Rispose Sarah, chiudendo la porta.
“Cameron Drew? Quel Cam?” esclamò Marty.
Jennifer annuì, zampettando fino al divano e buttandosi.
“Siamo invitate anche noi?” chiese Juls “Oh mio Dio! Non ho niente da mettermi!” si alzò, prendendo per il braccio Marty e raggiungendo me e Sarah “A dopo!”
“State scherzando...” commentò Louis ridendo “Non è neanche mezzogiorno!”
Loro non lo ascoltarono, uscendo e chiudendo la porta alle loro spalle.
“Le ragazze faranno così anche quando vengono ai nostri concerti?” risi, sedendomi anch’io sul divano.
Jen mi guardò, alzando un sopracciglio.
“E sentiamo, che cos’ha questo tizio più di noi?” mi avvicinai, sfidandola.
“Assolutamente niente.” Si affrettò a dire Julia, diventando subito rossa.
Jennifer scosse la testa, allontanando il mio viso e sospirando trasognata, rispondendo probabilmente alla mia domanda (o era semplicemente persa nel suo mondo?) “E’ bellissimo...”
Domani sarebbero iniziati i corsi, perciò la settimana era passata tra tattiche per evitare di dare nell’occhio e passare da un corridoio all’altro tramite delle vie secondarie che ci aveva indicato il rettore, infine ripassi di biologia, matematica e letteratura.
Erano quasi le 19:00, quando bussai alla porta delle ragazze, per chiedergli se potevano passare in segreteria a consegnare alcuni fogli, prima di uscire, ma non risposero.
Da bravo gentlemen quale sono, aprii lo stesso, trovando una ragazza davanti allo specchio, che mi dava le spalle. Passai dalle scarpe con i tacchi, salendo per le gambe scoperte fino alla gonna a balze del
vestito nero che le arrivava a metà coscia.
Solo quando si girò, facendo scivolare i capelli arricciati lungo le spalle, liberandoli dalla presa del mollettone rosso e incontrai i suoi occhi scuri, contornati da uno strato molto più spesso di matita nera e mascara, capii che era Jennifer.
“Harry!” disse, sorpresa di ritrovarmi dietro di lei mentre lanciava sul letto il mollettone rosso, con cui era solita tenere i capelli legati, affianco alla t-shirt e i pantaloncini che indossava quando era in stanza.
Niente a che vedere con il vestito che indossava e che, a differenza di quella magliettona, seguiva le forme del suo corpo. Contribuivano a renderla così diversa i capelli lunghi oltre le spalle, che aveva arricciato.
Insomma, avevo sempre pensato che fosse carina, altrimenti non avrei provato a baciarla il giorno prima ma... Non avrei mai pensato di doverlo dire: era tanto insopportabile quanto bella!
“Vuoi rimanere tutta la sera lì o dovevi dirmi qualcosa?” appunto, ora la riconoscevo.
“Sì...” tornai alla realtà “Volevo dirti che veniamo anche noi!”
“Oh... perché? Insomma, non è rischioso?” chiese.
Alzai le spalle “Infondo i corsi inizieranno domani e poi saranno tutti ubriachi nel giro di un’oretta.”
Lei rise, annuendo “D’accordo. Ma fai presto: sei ancora in tuta!”
“Hai paura che ti faccia fare tardi al tuo appuntamento?” la presi in giro.
“Fuori!” rise, scuotendo la testa e tornando a truccarsi, voltandosi verso lo specchio.
Chiusi la porta, girandomi e trovandomi Julia davanti.
Anche lei indossava un vestito rosso, che le risaltava ancora di più gli occhi chiari e i capelli biondi e che sicuramente ‘una certa persona’ avrebbe apprezzato “Scusa.” Sorrise, superandomi ed entrando in camera.
Io raggiunsi la mia, dove c’erano Louis e Zayn intenti a guardare un video su Youtube.
“Ragazzi!” annunciai “Preparatevi per uscire, forza!”
Non ebbero il tempo di protestare o chiedermi niente, perché subito entrò Liam, chiudendo di nuovo la porta alle sue spalle “Ragazzi, usciamo anche noi, vero?”
“Si può sapere che succede?” chiese Niall, sdraiato sul mio letto.
“Dico: avete visto le nostre coinquiline?” rise “Non avete idea di quanto sia bella Julia con quel vestito!”
E questa era l’esatta dimostrazione che Styles ha sempre ragione.
“E tu?” Louis mi indicò “Immagino che tu voglia uscire per Jennifer...”
Alzai le spalle “Una scommessa è una scommessa...”
“Intanto hai detto che l’avresti baciata già ieri e invece... ti sei ritrovato con il culo per terra!” infierì Zayn.
“Letteralmente!” aggiunse Niall.
I ragazzi risero, cedendo comunque “D’accordo, usciamo...”
Venti minuti dopo, lasciammo il dormitorio -dopo aver controllato che non ci fosse nessuno- e proseguimmo camminando con il cappuccio sul viso fino al pub.
Come avevo previsto, nessuno ci notò, con la musica, gli alcoolici e le luci basse e colorate.
“Allora, qual è questo ragazzo?” chiese Louis.
Jennifer gli indicò quello che stava salendo sul palco, mentre ci sedevamo ad un tavolo poco lontano da lui e dalla pista da ballo.
“Ma è roscio...” commentai, non trovandoci niente di speciale.
“Già, e tu sei riccio. Che c’entra?” rispose lei, sedendosi affianco a me.
“Non puoi fare un paragone tra me... cioè tra i miei capelli ed i suoi!” sorrisi, compiaciuto.
Lei alzò le spalle, tornando a fissarlo mentre cominciava a cantare.
“Ti faccio notare che stasera anche tu ti sei arricciata i capelli!” le presi una ciocca, giocandoci con le dita.
Lei mi prese la mano, allontanandola dai suoi capelli “Mi inviti a ballare?”
I ragazzi scoppiarono a ridere, guardandoci e anch’io rimasi sorpreso, sorridendo divertito “Come!?!”
Intanto, Louis si voltò verso l’entrata, salutando le altre ragazze che avevamo conosciuto la sera prima.
“Dai... non voglio che pensi che sono qui solo per lui!” spiegò.
“Ma tu sei qui solo per lui!” le feci notare.
“Lo so, ma non voglio darlo così a vedere.” Rispose, ovvia, poggiando il bicchiere che teneva in mano vuoto e mi guardò, aspettando una mia risposta.
Quanto poteva essere contorta la mente femminile!?!
Zayn ammiccò, mentre Niall rideva e lanciai ad entrambi un’occhiataccia “D’accordo...” sbuffai.
“Tranquillo, se ti pesa così tanto me ne troverò un altro e ti lascerò in pace...” si alzò, sfilandosi il giacchetto e rimanendo con il suo vestito.
L’osservai, rimanendo di nuovo sorpreso da quanto fosse diversa...
Liam sussurrò qualcosa a Louis, ridendo mentre ci guardavano e lanciai un’occhiataccia anche a loro, mentre Jen mi trascinava vicino al palco.
“Non per rovinarti la festa, ma potrebbe esserci la possibilità che non ti guardi per niente?” commentai, cominciando a ballare di fronte a lei.
“Che tatto, grazie...” rispose, seccata “Senti, so che non ti va e neanche a me l’idea di ballare con te mi fa impazzire: ma così neanche mia nonna!” indicò la distanza di qualche passo tra noi.
Sbuffai, avvicinandomi e prendendole le mani, appoggiandole sulle mie spalle, che lei unì, cingendomi il collo. Sbaglio o era imbarazzata?
Sorrisi, compiaciuto, posandole le mani sui fianchi e avvicinandola a me, forse con troppa forza, perché i nostri petti si scontrarono “Così va meglio?”
“Come ho detto prima: che tatto Styles...” rise.
Risi anch’io, cingendole la vita con le braccia e cominciammo a ballare.
Alzò lo sguardo, puntando gli occhioni scuri nei miei.
E adesso che stava succedendo!?!
Una strana sensazione alla bocca dello stomaco...
Bah, dovevo avere fame, ecco tutto.
“Hei, ti sta guardando...” le sussurrai, distogliendo lo sguardo per primo, come mi capitava raramente e accennando al palco con la testa.
“La finisci di prendermi in giro?” sbuffò, abbassando lo sguardo anche lei, poggiando la guancia sulla mia spalla. Di nuovo, non appena posò il viso vicino al mio cuore, avvertii quella strana sensazione...
“No, sono serio. Sta guardando nella nostra direzione!” insistetti, senza dargli importanza “Pensi che stia guardando me?”
La sentii ridere, prima di alzare la testa, guardandomi di nuovo, per essere certa che stessi parlando seriamente e poi si voltò, guardando verso il palco. Sorrise, mordicchiandosi il labbro, dopo aver costatato che il roscio la stava guardando davvero.
Di nuovo, pensai a cosa potesse avere quel ragazzo in più di me!?!
Non che mi importasse il fatto che lei fosse interessata più a lui che a me in quel momento...
Mi girai verso il tavolo dei ragazzi, che si stava alzando, mentre Niall mi faceva l’occhiolino.
Alzai gli occhi al cielo “Sai cosa lo conquisterebbe?” la distrassi, facendola voltare, tornando a guardarmi “Farlo ingelosire.”
Sembrò pensarci davvero “Vedi qualche bel ragazzo in giro?”
Risi “Ti sto così antipatico?”
“Oh... da morire.” Rispose sarcastica. O forse era seria!?!
“Non lo faresti neanche per il tuo roscetto?” insistetti.
Jen alzò un sopracciglio “Cosa mi staresti proponendo, Styles?”
“Se gli piaci e ti vede mentre baci un altro ragazzo...” ipotizzai.
Lei scoppiò a ridere “Scordatelo!” e, per qualche motivo, riuscì a contagiare anche me, facendomi sorridere.
“Io lo dicevo per te... sai quanto me ne frega!” mi precipitai a dire.
La musica era finita e lei si scansò subito, scostandosi i capelli imbarazzata e si voltò di nuovo verso la band, applaudendo mentre scendevano dal palco.
“Dovresti andare a fargli i complimenti.” Suggerii, avvicinandomi al suo orecchio.
Rimase immobile, mentre le parlavo, così vicino al suo viso che anche a me fece effetto sentire il suo profumo; ma entrambi non ci badammo.
“Dovrei?” ci pensò “Forse hai ragione!” stava per andare, quando la ragazza affianco a me, mi puntò.
“Ma tu... - oh no!- ...sei Harry Styles!” alle sue urla seguirono quelle di altre ragazze intorno a noi.
“Oh merda!” riuscii a dire, mentre afferravo per un braccio Jennifer, trascinandola via, prima che la massa ci soffocasse, verso la porta verde sul retro. La nostra via d’uscita!
Oltrepassammo la porta, chiudendola alle nostre spalle con la chiave infilata nella serratura.
Quando però mi voltai, mi ritrovai con il naso di Jen che sfiorava il mio e i suoi occhi più vicini che mai.

A little space for me...

Alloooora, iniziano a complicarsi le cose?
Non abbastanza, fidatevi, questo non è ancora niente... ;D
Recensite, please! Mi sento un po' deficiente a parlare da sola! xD

Per chi stesse cercando di immaginarsi Cam, un piccolo aiutino: ecco una foto scattata da Julia il primo giorno all'Università. (Per chi non lo sapesse Julia è un'appassionata di fotografia ed è anche la migliore quando ha una macchinetta fotografica in mano!)
Commento del soggetto: "Wow, sembro moro..."


Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Ricominciamo da zero? ***


8 – Ricominciamo da zero?

Oltrepassammo la porta verde, che credevamo fosse l’uscita dal retro del locale.
Invece mi ero ritrovata con la faccia contro il muro di un ripostiglio.
Mi voltai sbuffando, sentendo Harry chiudere la porta a chiave e capii che quel cretino non aveva ancora realizzato di averci chiudo lì dentro. Le ragazze urlanti ancora fuori dalla porta.
Ci girammo nello stesso istante, pronta per una sfuriata con i fiocchi... ma ci ritrovammo uno davanti l’altro.
“Ops... ho sbagliato porta!” sorrise, passandosi una mano tra i capelli e guardandosi intorno.
Misi le mani sui fianchi, guardandolo stizzita “Tu dici?”
“Andiamo, potrebbe andare peggio: abbiamo la luce e una finestra!” cercò di sdrammatizzare, accendendo la lampadina dall’interruttore e aprendo la finestrella, che lasciò entrare altra luce dall’esterno.
Sbuffai, scivolando lungo il muro fino a sedermi per terra e posai il viso tra le ginocchia.
Lo sentii imitarmi, qualche secondo dopo.
Feci giusto in tempo ad alzare la testa per vederlo affianco a me, che la luce si spense, con uno scoppio della lampadina in un sonoro –puff!-
Saltai, avvicinandomi a lui spaventata.
Lui rise, approfittandone per cingermi le spalle.
“Ma dai... neanche ai Looney Tunes capitano queste cose!” esclamai. Ridemmo entrambi.
Mi scansai, scivolando dalla sua presa “Quanto dovremmo aspettare?”
“Tranquilla, tra una mezzoretta se ne saranno andate tutte.” Naturale, poggiò la testa riccioluta al muro.
“Una mezzoretta!?!” esclamai “E dimmi: per te è normale rimanere chiuso per ‘una mezzoretta’ dentro uno sgabuzzino!?!”
Lui alzò le spalle “Mi dispiace di averti rovinato la serata...” e, per la prima volta forse, sembrava sincero e realmente preoccupato per me: niente scherzi, niente battutine o sorrisetti odiosi...
Già... Avevo in mente una serata alquanto diversa: ballare, guardare Cam, magari parlare con lui e poi tornarmene a casa felice e magari un po’ sbronza!
Mai avrei immaginato di ritrovarmi in uno stanzino con il ragazzo che, due volte, aveva provato a baciarmi!
Mi scansai lentamente, senza farglielo notare, ma la sua gamba toccò di nuovo la mia, pochi secondi dopo.
Sbuffai, sentendolo ridere.
Mi girai con l’intento di fulminarlo con gli occhi, ma quando alzai lo sguardo, vidi il suo profilo illuminato dalla luce, proveniente dalla finestra, la stessa che si divertiva a tinteggiargli i ricci e, sulla guancia, era spuntata una fossetta adorabile.
Adorabile!?! E questo da dove veniva fuori?
Scostai lo sguardo subito, non appena lui si girò verso di me, fingendo di essere occupata a guardare la parete alla mia sinistra, mordicchiandomi il labbro imbarazzata.
Ci mancava solo che quel montato mi beccasse a fissarlo...
Credevo fosse sul punto di parlarmi, un paio di volte, ma rimase in silenzio, finché non tornò a guardare anche lui la porta, alla sua destra.
Non so quanti interminabili e noiosissimi minuti passarono, quando sentii qualcosa sfiorarmi la gamba, facendomi saltare urlando, spaventata.
Atterrai sulle sue gambe, balbettando imbarazzata “Scusa...” mentre cercavo di guardare sul pavimento, cercando di vedere che schifezza mi avesse toccato.
Lui rise, di nuovo ed io -stupida- mi girai verso di lui, per vedere se le fossette fossero ricomparse.
Eccole là, infatti e le trovai, di nuovo, adorabili.
Avevo trovato qualcosa di Harry che non mi desse sui nervi: potevo considerarlo un traguardo!
Solo che, quando alzai lo sguardo, mi accorsi di quanto fosse inappropriato essergli in braccio ed essermi girata senza pensare a quanto il suo viso fosse vicino al mio.
Mi scansai, girandomi, mentre sentivo le guance diventare bollenti.
Strano, non mi era mai capitato prima. Non con i tipi come Harry...
“Ti da fastidio se...” gesticolai, scostandomi i capelli, imbarazzata “...posso rimanere?” lui annuì, evitandomi di balbettare ancora “Mi ha toccato qualcosa prima e ho una paura tremenda dei ragni e di tutti quegli altri  mostri schifosi!” ci tenni comunque a precisare.
Lui sorrise, alzando le spalle “Figurati.” Posò le mani sui miei fianchi, facendomi rimanere immobile, aspettando di capire che cosa volesse fare, quando mi alzò, per sistemarmi con la schiena contro l’armadietto affianco e le gambe sulle sue “Così va meglio?”
Sorrisi, annuendo senza poter evitare di chiedergli “Non proverai a baciarmi, vero?”
Harry rise, scuotendo la testa “Senti, mi dispiace per essere partiti con il piede sbagliato.” Mi guardò negli occhi - com’era possibile che fossero così chiari e bellissimi anche nella penombra!?!- “Non che non mi diverta contraddirti o provare a baciarti...” ridemmo, mentre fingevo di mollargli uno schiaffo “...Ma non vorrei che ti fossi fatta un’idea sbagliata di me.”
“Allora ricominciamo da zero?” sorrisi, porgendogli la mano.
Lui sorrise, stringendomela.
Rimanemmo ancora un po’ a chiacchierare, senza nessuno scambio di frecciatine o di insulti, cercando di conoscerci meglio, finché io non mi appoggiai con la testa sulla sua spalla, esausta e mi addormentai, cullata dal suo profumo.

Riaprii gli occhi, ritrovandomi a fissare il soffitto pieno di graffiti della mia stanza, mentre le braccia di Harry lasciavano la presa dietro la mia schiena e le ginocchia, facendomi sdraiare sul letto.
“Mi hai riaccompagnato in braccio?” farfugliai, ancora in dormiveglia “Sto sognando?”
Lui sorrise, sfilandomi le scarpe che cominciavano a martoriarmi i piedi dopo l’intera serata e accostò il lenzuolo fino alle mie spalle, premuroso come non lo avrei mai immaginato.
“Buonanotte.” Rimase a guardarmi, per qualche secondo, continuando a sorridere e a conservare le sue familiari fossette sulle guance.
“’Notte.” Sorrisi, mentre si abbassava, sorprendendomi, per baciarmi sulla fronte.
Uscì silenzioso dalla stanza, accostando piano la porta e sorridendomi un’ultima volta prima di uscire.
Abbracciai il mio cuscino, stringendolo come ero solita dormire, fin da bambina, incurante del fatto che ero ancora completamente vestita e truccata, chiudendo gli occhi  e aspettando di riprendere sonno.
Forse mi ero sbagliata sul suo conto.
Forse non era poi così stronzo.
Forse saremmo potuti diventare amici...

A little space for me...

Uhuh... e adesso?
Beh, ora spero che abbiate la pazienza per leggere un altro capitolo e scoprirete da voi cosa succederà! ;D



Anche questa è una foto scattata da Julia, qualche giorno dopo la festa, ritraente Jen ed Harry al laghetto.
PS: so esattamente che non assomiglia ad Harry. Ma spero che mi perdonerete, comprendendo; insomma, non è che i tipi come Harry li trovi facilmente! xD

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** E chi se l'aspettava!?! ***


9 – E chi se lo aspettava!?!

Eravamo sdraiati a guardare le stelle insieme agli altri, quando Liam mi tese la mano, invitandomi a fare quattro passi vicino al lago.
Mi porse la mano, aiutandomi ad alzarmi e ci allontanammo.
“Forse avremmo dovuto chiamare anche Jen ed Harry...” cercai di rompere il ghiaccio.
Lui alzò le spalle “Hai paura a lasciarla da sola con lui?” rise “Infondo è meno maniaco di quello che sembra.” Gli diedi una spallata, ridendo.
Continuammo camminando avanti e indietro per la riva, scherzando, finché non si sedette, guardando davanti a sé, il laghetto.
“Sei bellissima stasera, sai?” disse, continuando a guardare dritto.
Arrossii terribilmente, sorridendo e balbettando “Grazie.” scostandomi i capelli nervosa.
Solo allora si voltò, restituendomi un meraviglioso sorriso.
Ancora mi sembrava tutto così irreale.
Forse non mi sarei mai abituata all’idea di vivere con loro.
E ora Liam, il ragazzo che mi guardava ogni giorno, appeso alle pareti della mia camera, era affianco a me, in carne ed ossa, bello come nessuna fotografia poteva mostrare, che aveva appena detto di trovarmi  bellissima. Era un sogno...
Inevitabilmente, però, mi vennero in mente le parole della mia migliore amica; se l’amore che provavo, che mi faceva battere forte il cuore adesso, fosse solo per la pop star seduta affianco a me?
“Ah!” saltai, quando Liam, per richiamarmi sulla Terra, mi aveva schizzato.
Rise “Bentornata!”
Lo guardai, sfidandolo, prima di immergere le mani nell’acqua e schizzarlo a mia volta.
Cominciò quindi una battaglia, alla quale parteciparono anche gli altri, raggiungendoci.
Mi levai i tacchi, decisamente troppo scomodi per giocare e li usai come arma, riempiendoli d’acqua e rovesciandone il contenuto sulla schiena di Liam.
Lui si irrigidì al contatto con l’acqua fredda, mentre le mie amiche applaudivano.
Si voltò lentamente, alzando un sopracciglio “Questa me la paghi...” e, prima che potesse muovere un passo, cominciai a correre.
Sentii le sue braccia prendermi per la vita, bloccandomi e alzarmi, finché non mi posò sulle sue spalle come se fossi un sacco e camminò verso il lago.
Si levò le scarpe, avanzando nonostante i pantaloni gli stessero diventando fradici fino al ginocchio, mi prese in braccio, tenendomi dietro la schiena e le ginocchia, lasciandomi cadere nell’acqua gelata mentre sentivo le risate generali degli altri!
Riemersi subito dopo, tremando e schizzandolo ancora.
Lui rise, cingendomi le spalle ed avvicinandomi a lui “Vieni, ti do la mia giacca.” Mi sussurrò, quando posai la testa sul suo petto, al caldo tra le sue braccia.
Rientrammo in camera, ritrovandoci davanti ad Harry che, di soppiatto, lasciava la mia stanza.
“Harry!” lo guardammo entrambi, alzai un sopracciglio.
“Oh no... non è come pensi!” rise, sussurrando e facendomi segno di abbassare anch’io la voce, portandosi un dito alle labbra “Sta dormendo.”
Annuii, ancora confusa, restituendo la giacca bagnata al proprietario prima di voltarmi, facendogli la linguaccia e puntai alla mia camera.
“Non mi dici neanche grazie?” rise.
“Grazie per avermi buttato nell’acqua gelata o per avermi rovinato il vestito?” misi le mani sui fianchi, fingendo un broncio “Buonanotte...”
Il giorno dopo, iniziarono i corsi e tutte le ragazze all’interno del college sbavavano dietro ai ragazzi.
Tutti ci guardavano per i corridoi.
Tutti ci guardavano in classe.
Tutti ci guardavano a mensa o in caffetteria.
La nostra porta era sempre piena di peluche, post it con numeri di telefono e altri regali.
“Sembra la tomba di qualche superstar come Micheal Jackson!” aveva scherzato Louis quel pomeriggio, rientrando.
La situazione, insomma, era piuttosto strana ma, con il passare delle settimane, finimmo per abituarci.
Le ragazze finirono per abituarsi a stare con i One Direction.
Io però continuavo a sentire le farfalle nello stomaco ogni volta che incontravo gli occhi di Liam...
Finii per abituarmi ad Harry e Jennifer che, da quella sera al pub – di cui non avevano professato parola-, erano diventati amici.
“Ti piace...” insistevo, ogni sera, in camera, dopo che la mia amica mi raccontava la sua giornata, trascorsa tra passeggiate per i corridoi con lui, lezioni con lui, studiare con lui, guardare la tv insieme...
“No!” ripeteva ogni sera “Ma gli voglio bene.” Sorridendo, persa in un suo mondo.
“Si piacciono.” Commentò Marty, mentre, passando per il parco, al ritorno dalla biblioteca, li avevamo visti sdraiati sul tavolo di legno nell’area pic-nic –lui lungo sulla schiena e lei poggiata con le spalle al suo petto, tra le sue braccia, tenendo un libro -intenti a ‘studiare’. Annuii: era ovvio che si piacevano...
Forse mi preoccupavo troppo dei miei sentimenti e di quelli della mia migliore amica.
Forse era per questo che, nonostante stessi leggendo questa roba di biologia da più di mezz’ora, non ricordava assolutamente nulla...
“Avanti!” chiunque avesse bussato, sottraendomi alla mia noiosissima lezione, era il benvenuto.
“Ciao. Ti disturbo?” si affacciò Harry.
“Oh no, figurati.” Sorrisi, anche se avevo sperato si trattasse di... vabbé, lasciamo stare.
“Sai dov’è finita Jen?” chiese.
Trattenni un sorrisetto, scuotendo la testa “Ha detto qualcosa a proposito dell’aula di fisica.”
“Grazie.” annuì, chiudendo la porta.
“Aspetta!” mi alzai, raggiungendolo “Ti accompagno: almeno ho una scusa per non studiare.”
Scendemmo le scale, uscendo dal dormitorio ed entrando nell’edificio principale della scuola, proseguendo per i corridoi del terzo piano, fino a girare a destra.
La risata di Jen riecheggiò per il corridoio deserto da dietro l’angolo ed avrei potuto giurare di aver visto gli occhi di Harry illuminarsi, per un secondo...
Ci affacciammo, sbirciando dagli armadietti e scoprendo che non era sola: uscita dall’aula, qualcuno, dietro la porta, la fermo, prendendole il polso e poi la mano.
Lei si voltò, sorridendogli e si mossero e, quando la porta si richiuse, comparì una testa rossa.
E chi se l’aspettava!?! Jen in compagnia di Cam...
Sorrisi, scuotendo la testa divertita, sussurrando “Brutta che non è altro! Non mi aveva detto niente...”
Poi mi voltai verso Harry, quando lo sentii riprendere a camminare, lasciando il nostro nascondiglio.
Che stava facendo!?!
Lo seguii, per fermarlo. Ma non fu merito mio se si immobilizzò.
Piuttosto della scena che ci si presentava davanti: dopo essere usciti dalla classe tenendosi per mano, lui si era poggiato con le spalle agli armadietti, parlandole mentre guardava le loro mani strette.
Sembrava imbarazzato, poi le sorrise, alzando lo sguardo e, prima che lei potesse rispondergli, riuscendo solo a sorridere a sua volta, lui la baciò.
La mano che teneva la sua, finì sui suoi fianchi, sorridendole mentre, con l’altra, le prendeva il viso, alzandolo perché le loro labbra potessero incontrarsi.
Harry rimase un po’ a guardarli, dopo di che si voltò, andandosene.

A little space for me...

Tenetevi pronte, perché ora iniziano i guai! xD


.Disegno di Jen, cercando di spiegare quanto odi chimica!
Quella sotto, invece, è una foto della nuova coppia, scattata di nascosto il giorno dopo da Julia in camera di Jen.


Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Storia in... coppia! ***


10 – Storia in coppia

L’unica lezione in comune, con tutti e nove i miei amici era storia.
Quella mattina, infatti, percorremmo i corridoi tutti insieme, chiacchierando mentre il corpo studentesco non si era ancora abituato all’idea di avere i One Direction nella propria scuola e ci fissava.
Io invece cominciavo davvero a vederli solo come Louis, Niall, Liam, Zayn ed Harry.
C’era qualcosa di strano, però, tra quest’ultimo e Jen, davanti a me: non si erano scambiati una parola da quando avevamo lasciato il dormitorio e lui continuava a camminare guardando per terra.
“Mi sono persa qualcosa?” chiesi, sussurrando a Louis.
In realtà era solo una scusa per avvicinarmi a lui, ma vabbé...
Lui alzò le spalle “Sono così da ieri.”
Entrammo in classe e mi sedetti al solito posto, notando Jennifer ed Harry che discutevano all’entrata.
Oh meglio, lei parlava, lui si limitava a sbuffare e ad esprimersi con quelli che, da quella distanza, sembravano essere solo dei monosillabi. Lei sospirò, scostandosi i capelli nervosa e lo guardò andarsene,
 sedendosi all’ultimo banco con Louis.
"Posso sedermi qui?” lasciò cadere i libri sul banco.
Annuii, guardandola sedersi, per poi rivolgere uno sguardo ad Harry, troppo impegnato a fingere di leggere gli appunti.
“Jen, tutto ok?” le chiese Julia, dal banco davanti.
Lei annuì, senza convincere nessuna delle due e poggiò la testa sulla mano, fingendo anche lei di ripassare.
“Buongiorno ragazzi!” fece il suo ingresso il prof “Pronti per il vostro primo compito... a coppie?”
Nell’aula si levarono alcuni commenti eccitati, mentre io incrociavo le dita, pensando “Ti prego fa che sia Louis...”
Mi guardò, pensando al mio partner “La signorina Marty e...” trattenni il respiro, continuando a tenere le dita incrociate sotto al banco “mmh, vediamo un po’... - cazzo muoviti!- ...Zayn Malik!”
Sospirai, fingendo un sorriso verso di lui, seduto dietro di me, che ammiccò.
“Niall Horan e... Sarah?” propose il prof.
Il ragazzo rivolse alla mia amica un “Yeah Buddie!” mentre Juls si girava per rifilarle un’occhiataccia.
Quando poi toccò a Juls, capitando con Louis, sentii lo stomaco contorcersi dalla gelosia mentre lui le faceva l’occhiolino.
Julia e Liam si scambiarono un sorriso gentile, quando capitarono insieme.
“Chi è rimasto?” interruppe il prof dopo gli altri nomi.
Jen ed Harry, alzarono la mano, continuando a tenere la testa bassa.
“Perfetto!” sorrise il prof, segnando i loro nomi sul foglio.
“Perfetto...” sussurrarono entrambi, serrando la mascella, mentre suonava la campanella.
Zayn si avvicinò a me, porgendomi un foglietto ‘Rivoluzione Francese’.
Annuii, dandoci appuntamento per il pomeriggio nell’area pic-nic senza troppo entusiasmo.

A little space for me...

Credete nel destino? Beh, sicuro da adesso i nostri protagonisti ci crederanno... ;D
Aspettate e vedrete!



Dedica sul retro: Lo sai che sorridi sempre mentre scarabocchi il nome di 'Louis' sul quaderno di storia?  Jen <3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Resta... ***


11 – Resta...

Harry, il ragazzo che avevo quasi odiavo ma che poi aveva iniziato a percorrere la strada giusta per diventare il mio migliore amico, se ne stava seduto affianco a me, cercando informazioni su internet su Napoleone. In silenzio.
Da tre giorni, infatti, non mi aveva rivolto la parola e non sapevo neanche il perché...
Il mio cellulare vibrò, illuminandosi il display, dove comparve la foto di Cam.
‘Mi manki. Dovrei pensare al mio test di biologia ma nn riesco a nn pensare a te! <3’
Sorrisi, leggendolo e rispondendogli.
Ancora mi sembrava impossibile: io e Cam stavamo insieme!
Dopo quella disastrosa serata al pub, quando ero dovuta scappare dalle fan per poi ritrovarmi in uno stanzino con Harry, l’avevo incontrato in biblioteca, complimentandomi con lui per la sera prima.
Nei giorni seguenti, continuai ad incontrarlo casualmente, fermandoci a chiacchierare, finché non mi aveva chiesto il numero per aiutarmi con le lezioni di fisica -di cui io non capivo una mazza!-.
Quel pomeriggio, dopo aver studiato (anche se in realtà avevamo passato il tempo a parlare, scarabocchiare sulla lavagna e a farci scherzi...) mi aveva preso per mano, posando la schiena agli armadietti. Era assolutamente adorabile mentre teneva lo sguardo basso, imbarazzato.
Quando finalmente aveva alzato il viso, puntando gli occhi verdi nei miei, aveva sorriso, posando una mano sulla mia guancia “Jen, mi sa che mi sono innamorato di te.”
In quell’esatto momento, il mio cuore si era sciolto e, quando aveva unito le mie labbra alle sue, aveva preso a battere fortissimo, accostato al suo, mentre gli cingevo il collo, trovando i suoi capelli rossi tra le mie dita e lui mi imitava, ormai stretti l’uno tra le braccia dell’altra.
La sera, l’avevo raccontato a Julia, che mi aveva abbracciato forte e avevamo iniziato ad urlare eccitate, finché Zayn non si era affacciato “State disturbando il mio sonno di bellezza!”
Peccato che in questi giorni Cam fosse fuori con la sua classe per un progetto di biologia e che mi mancasse da morire!
Ero ancora assorta nei miei pensieri, quando sentii la sedia di Harry, scivolare rumorosamente sul pavimento. Si alzò senza dire una parola, avvicinandosi alla porta.
“Dove stai andando?” lo fermai, inutilmente, prima che la chiudesse alle sue spalle con stizza, lasciandomi sola e confusa.
Posai la testa tra le mani, sospirando; ma che problemi aveva!?!
Il cellulare squillò di nuovo, ma questa volta era mia madre e fui costretta a rispondergli.
Quando attaccai, bussai alla porta della camera di Harry, senza ottenere risposta.
Aprii, immaginando di vederlo sdraiato sul letto, non di trovarci Juls e Louis, intenti a sbaciucchiarsi!
... Per fortuna che il suo preferito era Niall!
Non si accorsero neanche di me, mentre richiudevo la porta e lasciavo la stanza, uscendo per cercare Harry.
Lo cercai nel cortile, in caffetteria e in mensa, sugli spalti del campo di calcio, nel parco...
Dove diavolo era finito!?!
Persa la speranza di trovarlo, tornai verso il dormitorio, scontrandomi con qualcuno, svoltando l’angolo dell’edificio principale.
“Scu... Harry!” esclamai.
“Scusa.” Disse, senza neanche guardarmi in faccia e tornare a mettersi il cappuccio.
Stava per superarmi, camminava di fretta, quando gli presi la mano, fermandolo “No!”
“No, cosa?” chiese, sembrava seccato.
“Stavo per mettere la tua foto sul giornale tra le persone scomparse; dov’eri finito?” sorrisi, sperando che mi imitasse.
Mi sbagliavo, lui alzò le spalle.
“Devi darmi delle spiegazioni!” lo guardai seria, negli occhi.
“Non posso adesso, scusa.” Svincolò dalla mia presa, dandomi le spalle.
Sentii gli occhi cominciare a pizzicare. Quel coglione... stava per farmi piangere!?!
Lo raggiunsi, parandomi davanti a lui e guardandolo con gli occhi lucidi.
Avrei potuto giurare che il suo sguardo si fosse intenerito, vedendo il mio e che fosse sul punto di parlare, quando sentimmo delle voci provenire dalle sue spalle.
Mi alzai sulle punte, guardando dietro di lui per vedere una massa di ragazze che ci stavano raggiungendo.
“Oh merda!” mi uscì spontaneo.
“Ti ho detto che andavo di fretta!” mi prese il polso, cominciando a correre, trascinandomi.
Ah! L’ho visto: quella era la traccia di un sorriso!
Entrammo dalla porticina rossa che dava sull’ala est della scuola e prendemmo a correre per il corridoio.
“E ora dove ci nascondiamo!?!” esclamò, quando sentimmo la stessa porta chiudersi alle nostre spalle e le ragazze entrare.
“Trovato!” afferrai la sua mano, ancora stretta attorno al mio polso, spingendolo con me dentro al bagno delle ragazze e facendogli segno di star zitto, finché le voci delle nostre inseguitrici non furono lontane.
Ci appoggiammo entrambi al muro, rimanendo in silenzio per riprendere fiato, stanchi della corsa.
Dopo qualche minuto, presi un ultimo grande respiro e mi misi di fronte ad Harry,  guardandolo con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate, sperando di sembrare abbastanza seria “Allora?”
All’inizio sembrò divertito, guardandomi; poi sbuffò, deviando lo sguardo verso la finestra alla sua destra “Senti, non ho voglia di parlarne...”
“Perché no?” insistetti, aspettando il momento in cui si sarebbe deciso a guardarmi negli occhi.
“Perché non capiresti.” Rispose, spostando lo sguardo sulla tasca dei miei jeans, da cui vibrò il mio cellulare “Non rispondi?” serrò le mascelle, sembrando ancora più seccato mentre indicava con un cenno della testa il mio telefono.
Scossi la testa, passandomi una mano tra i capelli, frustrata, sciogliendomi la coda sfatta durante la corsa “Perché ti comporti così? Che cosa ti ho fatto?” gli occhi tornarono ad essere lucidi, pizzicando e lo odiai.
In quel momento odiavo quel ragazzo perche mi stava facendo sentire così... di merda, spingendomi a sfogarmi.
Forse avrebbe capito quanto ci stavo male e che era solo colpa sua “Io cominciavo a volerti davvero bene e adesso... mi sento malissimo!” lui alzò la testa, finalmente, sembrando preoccupato dalla mia affermazione, ma il suo sguardo era più pesante di quello che pensavo ed una prima lacrima rigò la mia guancia, aprendo la strada alle altre “Mi fa soffrire il fatto che non mi parli più, che tu sia arrabbiato con me senza capire che cosa ti ho fatto! E ora so che pensi che io sia talmente deficiente da non capire...”
“Shh...” posò l’indice sulle mie labbra, facendomi zittire all’istante.
Rimanemmo qualche secondo immobili, guardandoci; poi lui ritrasse la mano, tornando a parlare “Io non penso che tu sia deficiente.” Prese un respiro, guardando le mie mani che torturavano nervose l’elastico per capelli e sussurrò “Io penso che tu sia perfetta.”
Dovevo aver sentito male...
Continuò a parlare, evitando di darmi il tempo per recepire il messaggio della sua ultima affermazione “Mi dispiace, ok? Io non volevo farti star male. Non come tu hai fatto con me...” mi guardò per un attimo, accusandomi in silenzio con gli occhi.
“Che cosa ti ho fatto?” esclamai.
“Ti ho vista, qualche giorno fa. Con Cam.” Guardò ancora i miei jeans, pronunciando il suo nome.
“E allora?” insistetti, confusa “Non pensavo fossimo ancora così intimi da raccontarci questo genere di cose... Voglio dire: non sei la mia migliore amica!”
Lui alzò la testa, poggiandosi al muro e gesticolando esclamò “Non è questo che mi far star male!”
“Harry, spiegati, ti prego! Non ci sto capendo nulla!” sbuffai, cercando di legarmi i capelli che odiavo tenere sciolti, aspettando che parlasse.
“Cazzo Jen, non è difficile...” puntò di nuovo gli occhi - che con quella luce sembravano azzurri- sui miei, ma stavolta molto più a lungo, restando a fissarmi “Io sono innamorato di te!”
Rimasi immobile, incapace di muovere qualsiasi muscolo e persino di pensare.
Le braccia cascarono dai capelli lungo il corpo, abbandonando l’elastico e mi frenai dallo spalancare la bocca mentre nella mia testa riecheggiavano le sue parole...
Boccheggiai, cercando di parlare e di riprendermi, cercando qualcosa - qualunque cosa- da dirgli.
Lui fissò le mie labbra che si aprivano e si richiudevano senza emettere alcun suono e poi si mordicchiò le sue, prima di tornare a fissarmi negli occhi.
Questa volta, però, mi sembrarono diversi.
Come appartenenti ad un viso diverso.
Appartenenti ad un ragazzo diverso.
Mi sembrò come se fosse la prima volta che i miei occhi incontravano i suoi e rimasi quasi smarrita.
Sentii la sua mano posarsi dietro la mia nuca, mentre il pollice cancellava i residui sulla mia guancia di lacrime e mascara, continuando a guardare quelle due gemme, che si facevano sempre più vicine.
Il mio cuore si arrestò per un secondo, quando temetti che stava per far incontrare le sue labbra con le mie.
Riuscii di nuovo a respirare, invece, quando deviò verso il mio orecchio, levando la mano dalla mia guancia per scostarmi i capelli e posarli sull’altra spalla, liberandoli dalla presa debole dell’elastico.
Ogni suo gesto era così delicato, così lento, che sembrava stessero passando delle ore.
Aspettai ansiosamente che parlasse, che mi spiegasse ma, quando sentii “Puoi fermarmi, Jen...” me ne pentii, sentendo il cuore che batteva all’impazzata.
“Lo so...” sussurrai anch’io, rimanendo però immobile.
Harry esitò qualche interminabile secondo, prima di posare le sue labbra sotto il mio orecchio.
Ancora, rimasi immobile, cercando di non pensare al fatto che il suo contatto, così leggero, era dolcissimo.
Provò di nuovo, lasciando un altro bacio più vicino alla mia guancia e, quando reagii allo stesso modo, proseguì, baciandomi lentamente lungo il contorno della mascella.
Se cinque minuti fa l’avevo odiato, per avermi fatto soffrire, era come se adesso, ogni suo bacio rimarginasse le ferite che mi aveva inferto.
E questo mi faceva sentire leggera...
E questo mi faceva desiderare un suo bacio!(?)
Si allontanò e, senza che riuscissi a dare ascolto alla mia parte razionale, sentivo di nuovo le lacrime.
Sentivo ancora il bisogno di lui.
Ancora, sentii il bisogno di stringerlo a me, ma mi fermai, anche perché ora il suo viso era davanti al mio, quanto bastava perché la punta del mio naso sfiorasse la sua e i miei occhi si perdessero, nel mare dei suoi.
Sembrò sul punto di dire qualcosa, ma non lo fece.
Voleva farmi morire? Doveva essere una morte lunga e ‘dolorosa’?
Sì, credo proprio di sì.
Lo sentii di nuovo accarezzarmi il collo, stavolta però esercitando una leggera pressione, spingendomi verso di lui ed io, incantata, lo seguii mentre anche lui si avvicinava.
Nel momento esatto, in cui le mie labbra toccarono le sue, la sensazione nata alla bocca dello stomaco si fece più intensa. Farfalle?
Qualsiasi cosa fosse, mi provocava una sensazione bellissima e adesso, stava salendo, fino ad arrivarmi nel petto. Già, un miliardo di farfalle stava volando dentro di me, fino ad esplodermi nel cuore!
Probabilmente lui provò lo stesso, perché sentii cingermi la vita, esitando però a stringermi.
Ma io lo volevo. Volevo che lui mi stringesse!
Mentre il bacio diventava sempre più magico, persi anche l’ultima parte razionale di me, il contatto con la realtà, cingendogli il collo.
Sentii le sue labbra, ancora poggiate alle mie come due pezzi di un puzzle, fatte per essere unite, incresparsi in un sorriso. Ma non doveva essere uno dei suoi soliti sorrisetti compiaciuti.
No, sorrideva perché era felice.
E anch’io lo ero! Felice e leggera come non ero mai stata.
Mi lasciai trasportare ancora dai miei sentimenti quando le mie mani, trovando i suoi riccioli, strinsero la presa dietro alla sua nuca, mentre lui spostava entrambe sulla mia vita, stringendomi – finalmente- e facendo aderire il suo petto al mio.
Mi pareva quasi di sentire anche il suo cuore battere forte, insieme al mio.
Vista da un esterno, quella scena poteva cominciare a sembrare pietosa, quando lui si voltò, poggiando le sue mani sui miei fianchi per girarmi con lui e mi spinse prima con il viso, ancora unito al mio in quel bacio e poi con le mani e il petto, ritrovandomi con le spalle al muro, mentre io, ormai in un’altra dimensione (e solo ora capisco quanto potesse sembrare stupido) intrecciavo le gambe dietro alla sua schiena.
Lui mi prese in braccio, stringendo quindi la presa dietro la mia vita.
Dal modo in cui mi baciava, capivo che era quello che anche lui voleva, certo, però...
In bagno. Avvinghiati. Oh mio Dio, com’eravamo caduti in basso!
Ma non ci importava.
Eravamo felici.
Eravamo innamorati.
Tutto il resto non contava.
Le sue labbra lasciarono le mie, ripercorrendo all’indietro la mia guancia, scivolando fino alla clavicola.
Si allontanò, probabilmente per riprendere fiato e sussurrò, sentendo le sue parole delicate sul collo
“Ti amo, Jen.”
E anch’io lo amavo.
Cazzo, non avrei potuto amare nessun altro come lui, in questo momento!
Stavo per dirgli che anch’io lo amavo.
Che forse l’avevo sempre amato.
Ma dalla tasca dei miei jeans, vibrò il cellulare.
Quella vibrazione, arrivò alle mie orecchie come un terremoto, svegliandomi dal mio stato di trance.
Aprii gli occhi.
Spalancai gli occhi, anzi, ritornando alla realtà. E trovai i suoi.
Aveva sentito anche lui? Aveva capito?
Che diavolo avevo combinato!?!
Io ero già innamorata.
Sì, di un’altra persona, però.
Io stavo con Cam. Io amavo Cam!
Slegai le gambe dalla presa dietro la sua schiena, tornando a terra.
Lui rimase immobile e sentii il suo cuore battere fortissimo, quando mi buttai con il viso sul suo petto, scoppiando di nuovo a piangere.
Sì, aveva capito.
“Harry, non posso.” Mi sorpresi, nel riuscire a trovare la forza per continuare, mentre sentivo le sue mani di nuovo intorno alla mia vita.
Mi strinse forte a sé e mi odiai per le sensazioni che provavo ogni volta che mi stringeva.
Mi accarezzò i capelli, posandoci la testa e sussurrò, quasi come se fosse una preghiera “Resta...”
Cominciai a singhiozzare, scuotendo anche lui che mi stringeva e restammo in silenzio, mentre cercava di calmarmi, scivolando con la mano lungo la mia schiena, accarezzandomi.
Con l’altra, scese tra i miei capelli e mi sfiorò il collo, posando il pollice vicino alla mia spalla.
Lo sentii muoversi e sapevo che stava per baciarmi esattamente in quel punto.
Con un ultimo singhiozzo, fui più veloce, alzando il viso, respirando il suo profumo con il naso a pochi centimetri dalla sua clavicola e lasciando che giungesse fino ai polmoni.
Sussurrai, sfiorando la sua pelle con le labbra, per quella che doveva (e non volevo) sarebbe stata l’ultima volta “Io sto con Cam.”

Harry’s POV
In quel momento, il cuore batteva come quando salgo sulle montagne russe, prima della discesa.
Batteva come quando, durante un film horror, comincia la musica e sai che sta per comparire il mostro.
Come in quei momenti, infatti, sapevo che stava per succedere qualcosa di inevitabile... stava per andarsene.
Rimasi ancora immobile, mentre le sue labbra si posavano dolci sul collo, ricordandomi le sensazioni di qualche minuto prima. Doveva essere l’ultimo bacio?
Poggiò le mani sulle mie spalle, cercando di allontanarmi.
Resistetti ancora qualche secondo, come un bambino viziato che non vuole lasciar andare il suo giocattolo.
Allentai la presa e lei indietreggiò, aprendo la porta rossa ed uscendo.
Non si voltò.
Non mi rivolse nessuno dei suoi sorrisi.
Quando la porta si richiuse, sbattendo, aspettai ancora qualche secondo.
Per cosa poi? Davvero credevo che lei, la ragazza che amavo ma che era di un altro, tornasse indietro, buttandosi tra le mie braccia e tornasse a baciarmi!?!
Sì, questo era esattamente quello che speravo.
Misi le mani fra i capelli, scivolando con la schiena lungo il muro fino a sedermi per terra.
Vidi qualcosa di verde, affianco a me e lo raccolsi: l’elastico per capelli che doveva esserle caduto.
Almeno, avevo una prova che quel bacio non fosse stato solo un sogno.
Oltre alle ferite del mio cuore, ovviamente.
Quando sentii le lacrime arrivare agli occhi, mi alzai.
Quello non era di certo il posto adatto; sarebbe potuto entrare qualcuno.
Infatti, la porta si aprì pochi secondi dopo.
Comparve una ragazza bionda - visibilmente tinta- che, vedendomi, sorrise “Uno dei due ha sbagliato porta!”
Risi, per gentilezza, mentre mi superava per andarsi a lavare le mani, al lavandino davanti a me.
Aprii la porta, quando mi accorsi che non mi aveva levato gli occhi di dosso da quando era entrata, guardandomi dallo specchio con gli occhi verdi e le ciglia sovraccariche di mascara.
Non potei fare a meno di notare quanto fossero diversi da quelli grandi, marroni e contornati da una semplice linea di matita di Jen...
Finii di torturare il laccetto verde, infilandolo al polso e sorrisi “Hei, com’è che ti chiami?”
Si voltò, passandosi una mano tra i capelli, vanitosa “Joey!”
“Joey...” mi poggiai alla porta, sorridendole ancora “Hai da fare domani sera?”

 

A little space for me...

Yeeeah! Finalmente Jen ed Harry si sono baciati!
E adesso cosa succederà?
Chi è questa Joey?
Come la mettiamo con Cam?
Muahah mi sento importante: seguitemi e saprete quello che ho in mente! ;D
Se intanto lasciaste delle recensioni non mi dispiacerebbe...



Ok, non dovrei farvi vedere questo disegno, perché è custodito nel diario di Jen.
Ma visto che mi siete simpatici e che spero vi stiate appassionando alla storia, ve la mostro comunque!

Come avrete intuito rappresenta l'abbraccio prima del loro... addio.
Ma sarà poi un vero addio? E chi lo sa... leggete i prossimi capitoli! :D

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** In amor vince chi fugge ***


12 – In amor vince chi fugge...

Jen entrò, spalancando la porta.
Con la stessa forza la richiuse alle sue spalle, lanciandosi sul letto.
La raggiunsi, sedendomi affianco a lei, accarezzandole i capelli e ascoltando i suoi singhiozzi“Che cos’è successo?” sussurrai.
“Niente.” Rispose.
Sbuffai, mentre la porta si apriva e compariva Liam “Sei pronta?” quando notò anche lui Jen, affianco a me si affrettò ad aggiungere “Ti aspetto giù.”
“No.” Jen si voltò, mettendosi a sedere e dandomi una pacca sulla spalla, imitando un sorriso “Julia arriva subito.” Mi guardò, annuendo e si asciugò una lacrima.
Le diedi un bacio sulla guancia, sorridendole e l’assecondai, prendendo la mia borsa con i libri.
Chiusi la porta, guardandola mentre si stendeva di nuovo, infilandosi gli auricolari e tornando a piangere.
Avrei voluto rimanere lì per consolarla, per chiederle di sfogarsi.
Sarebbe stato comunque inutile; la conoscevo bene e sapevo che, in queste situazioni, voleva solo rimanere da sola. Sfogarsi piangendo...
Ma sapevo anche che, asciugata l’ultima lacrima, mi avrebbe raccontato tutto.
Quindi seguii Liam fuori dal dormitorio, diretti verso la biblioteca, apprezzando il fatto che non parlassimo della mia migliore amica.
Ci sedemmo ad un tavolo nella sezione ovest che sembrava deserta, cominciando a sfogliare quegli enormi volumi alla ricerca di qualche informazione su Maria Antonietta.
Sarebbe stato tutto tremendamente noioso... se non fossi stata con Liam!
Chissà come, quel ragazzo riusciva sempre a farmi sorridere.
Finimmo un paio d’ore dopo, quando i nostri cervelli non ne potevano più.
Chiudemmo i libri e ci alzammo per metterli apposto.
“Liam?” lo chiamai, a bassa voce, quando, girandomi, non l’avevo più visto.
Lui spuntò da dietro lo scaffale, pizzicandomi i fianchi e facendomi saltare “Mi cercava, signorina?”
Urlai, lasciando cadere il libro e subito la bibliotecaria ci riservò un’occhiataccia.
“Scusi...” sorrisi, imbarazzata, raccogliendo il libro da terra.
“Non pensavo di farti quest’effetto.” Rise Liam, chinandosi anche lui.
Risi, alzando lo sguardo e trovando il suo, proprio davanti a i miei occhi.
Sembrava una di quelle scene in un film e lui, proprio come un attore di Hollywood, era semplicemente perfetto! Sospirai, abbassando lo sguardo e sbrigandomi a prendere il libro, rialzandomi.
Posai il volume sullo scaffale e Liam si avvicinò pericolosamente al mio viso, sorridendo “Che ti succede?”
“Niente...” provai a deviare l’argomento, ma lui alzò un sopracciglio “Jen.” Mentii.
Lui annuì “Vedrai che non le è successo niente. Magari ha solo litigato con Harry.”
“Già... quando una ragazza piange è sempre per un ragazzo.” Sospirai.
“Wow!” rise “E questa da dove arriva?”
Alzai le spalle e sorrisi, rendendomi conto che forse ero stata un po’ troppo tragica.
“Beh...” fece un passo avanti, trovandomi con i suoi occhi nocciola a pochi passi dai miei “Ma non tutti i ragazzi fanno piangere le ragazze...”
Risi, pensando che stesse giocando “Ah no?” alzai un sopracciglio, rilassandomi e non pensando più a quanto in effetti fosse vicino “Quindi tu non faresti mai piangere una ragazza.”
Poggiò il braccio sullo scaffale (perché qualunque cosa facesse risultava sempre così sexy!?!) “Assolutamente no.” Ci pensò un po’ “La tratterei come se fosse una principessa, la mia principessa.”
Puntò gli occhi sui miei, facendomi arrossire terribilmente mentre lo stomaco si contorceva per la gelosia.
“Sarà una ragazza fortunata, allora.” Cercai di far sembrare la mia affermazione ancora uno scherzo.
Ma era la realtà: chiunque fosse stata la ragazza di Liam poteva definirsi la più fortunata del mondo.
Il problema forse sarebbe stato essere la ragazza di Liam Payne...
Non mi diede neanche il tempo di elaborare i miei pensieri, che rimasi congelata, al sentire la sua mano sulla mia guancia, che andò a fuoco.
Come facevo a rimanere congelata se avevo le guance che mi andavano a fuoco!?!
Il cuore cominciò a battere velocissimo, mentre Liam si avvicinava ancora.
Mi guardò negli occhi, sussurrando sulle mie labbra “Julia, io stavo parlando di te.” Spalancai gli occhi, ma lui, di nuovo, non mi diede il tempo di formulare una frase, che prese ad accarezzarmi, scostandomi i capelli delicato e gentile “Io voglio che sia tu la mia principessa!”
Il cuore perse un paio di battiti e trattenni il respiro mentre le labbra di Liam sfiorarono le mie.
Bellissime, perfette, dolci...
Le sue labbra erano come le avevo sempre sognate e mi stavano facendo provare talmente tante sensazioni tutte insieme che non riuscirei a descriverle.
Non avrei mai voluto separarmi da lui.
Avrei voluto che quel bacio non finisse mai.
Quando sentii il suo braccio cingermi la vita, però, mi allontanai di un passo.
Mi guardò sorpreso, prendendomi la mano temendo che mi allontanassi di nuovo.
“Liam, no.” Abbassai lo sguardo, riuscendo a trovare il coraggio per continuare “Io... non posso.”
“Ju, io ti amo!” mi prese il viso tra le mani, alzandomi di nuovo lo sguardo.
“Io...” balbettai.
Mentire.
Dovevo mentire.
Ma come facevo se lui mi guardava con quegli occhi?
Quegli occhi che io avevo sempre amato.
“No, non dirmi che tu non mi ami.” Riprese ad accarezzarmi il viso “Perché non ti credo. So che non è così!”
“Come fai a saperlo?” cercai di rimanere fredda.
Già, come faceva a saperlo? Non lo sapevo neanche io!
Piccola, mi basta uno sguardo per capirti, ormai...” sorrise.
Piccola!?! E vabbé ma se sei sleale dillo subito!
Stava per avvicinarsi di nuovo, ma svincolai dalla sua presa, poggiandogli una mano sul petto, scuotendo la testa bassa “No...”
Me ne andai, prima che dicesse qualcos’altro e presi a correre fino al dormitorio.
“Che ti è successo?” mi guardò bene Jen, ancora sul letto, dove l’avevo lasciata ore prima.
“Liam mi ha baciata.” Dissi, sedendomi affianco a lei.
Jen sgranò gli occhi, sorridendo “E’ fantastico!”
“Io l’ho fermato e me ne sono andata.” Confessai.
“E’ da coglioni!” esclamò.
Annuii, sdraiandomi “Che altro avrei dovuto fare?”
Lei alzò le spalle “Socchiudere la bocca, stringerlo, tirare fuori la lingua...” rise, mentre la colpivo sul braccio con il cuscino “Stavo scherzando!”
“E’ bello vederti sorridere, lo sai?” l’abbracciai.
“Non provare a cambiare discorso: ora è il tuo momento!” sciolse l’abbraccio, puntando l’indice contro di me “Perché sei scappata?”
“Non sono proprio scappata!” provai a difendermi, ma alzò il sopracciglio, guardandomi scettica “Ok, sono scappata perché io sono innamorata di lui...” la guardai, leggendole in faccia che la stavo confondendo
“Ma ho paura! Lui è famoso: può avere tutte le ragazze che vuole, è impegnato e troppo perfetto!”
Lei annuì, comprensiva “E cosa intendi fare adesso?”
Alzai le spalle “Voglio fingere che non sia successo niente e dimenticarlo.” Jen indicò il muro, scettica “Sì, lo so che vive dall’altra parte della parete, ma devo riuscirci!” l’abbracciai di nuovo.
Fu il suo turno: mi raccontò del bacio con Harry e di come si sentisse confusa in quel momento.
“E cosa intendi fare adesso?” sorrisi.
Lei alzò le spalle “Fingerò che non sia successo niente: ho un ragazzo, sono innamorata di lui. Punto.”
Nessuna delle due aveva voglia di uscire, quindi passammo la serata chiacchierando tra di noi, in camera.­­­­

A little space for me...

Lasciamo per un attimo la coppia Jen ed Harry, che ne dite?
In questo capitolo torniamo sulle vicende della dolce Julia e del suo principe azzurro Liam -di cui lei è innamorata e questo la spaventa. Come la spaventa la popolarità del ragazzo...-
Se fosse un programma tv vi direi di non perdervi il prossimo episodio -in cui si parlerà delle altre coppie!- perciò a presto e grazie ancora per avermi sopportato fino a questo punto!
Recensite, pleeeease!


Il primo è uno schizzo di Jen, ispirata dalla fuga della sua migliore amica.
E siccome le due ragazze hanno deciso di passare la serata chiuse in camera, hanno trovato un modo per passare il tempo: trasformando la loro stanza in un set fotografico -non sarebbero adolescenti se non si scattassero delle foto, no? xD-
.
Ecco il risultato -Il loro Book!-

(Se non ve lo ricordaste: la bionda è Julia, la mora è Jennifer!)


 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Amori Segreti ***


13 – Amori segreti

“Sarah, dove stai andando?” mi fermò Jo.
“A chiamare i miei!” lasciai la stanza, inventandomi una scusa. Scesi le scale.
Ed eccolo, Niall si girò, mostrandomi i suoi bellissimi occhi di ghiaccio, accompagnati da quel sorriso...
Come avevo fatto a non amarlo fino ad adesso?
Aprii il portone, buttandomi tra le sue braccia.
“Mi sei mancata.” Mi sussurrò, mentre mi alzava, facendomi girare.
Risi “Dall’ultimo messaggio? Quindi più o meno da sei minuti?”
Lui annuì, mettendomi giù e prendendomi il viso tra le mani “Sei minuti e quaranta secondi!”
Stavamo per baciarci, quando la luce dalle scale si accese e riconobbi le scarpe della mia coinquilina.
“Merda c’è Marty!” esclamai, spingendolo “Nasconditi!”
Lui sbuffò, nascondendosi dietro l’angolo giusto in tempo.
“Hei!” la salutai.
“Hei!” sembrò sorpresa, perché saltò nel vedermi “Stavo andando... in caffetteria.” Mi liquidò, andandosene.
La salutai con la mano, prima di svoltare l’angolo “Via libera! Niall?”
Due mani si posarono davanti ai miei occhi “Chi sono?”
Risi “Quel coglione del ragazzo che amo!”
“Sbagliato!” levò le mani, mettendosi di fronte a me “Sono quel gran figo del ragazzo che ami!” mi corresse.
Gli cinsi il collo, sorridente.
Lui mi cinse la vita, avvicinandomi a lui e mi baciò dolce.
Mi alzai sulle punte, passando i capelli biondi tra le dita, mentre lui mi stringeva a sé.
“Ti amo.” Sussurrò, allontanandosi per un attimo.
“Anch’io.” Poggiai la testa sul suo petto, baciandolo sul collo “Vorrei che non dovessimo nasconderci...”
Ancora non riuscivo a crederci: ero tra le braccia del ragazzo che amo. Che amavo anche senza saperlo!
Ero sempre stata una grandissima fan di Zayn e, trovandomelo davanti, avevo letteralmente perso la testa.
Era bastato un compito di storia e una buona dose di fortuna per non capitare con lui... ma con Niall.
Che stupida, non mi ero neanche accorta che mi veniva dietro!
Ci eravamo incontrati un primo pomeriggio, studiando sul divano della sua stanza alternando la ricerca a degli spuntini e delle partite con la Playstation. Tutto il pomeriggio, ovviamente, era trascorso tra le risate.
La volta dopo, si era presentato alla mia porta con una rosa in mano.
Non servirono parole, bastò guardarlo negli occhi, per perdermi in quell’oceano e innamorarmene!
Sorprendendo anche lui, mi ero alzata sulle punte, lanciandomi e gli avevo cinto il collo.
Lui mi aveva stretta, sussurrandomi “Ti amo.” Prima di unire le nostre labbra in un bacio.
Ma. Perché in tutte le più belle storie d’amore c’è un MA... Niall era l’idolo di Juls, una delle mie migliori amiche e avevamo dovuto tenere la nostra relazione segreta, aspettando il momento adatto per dirglielo!


“Finalmente!” Zayn, prima di vedermi, se ne stava poggiato al muro con le spalle ed un piede.
Qualsiasi mossa facesse, finiva sempre per sembrare appena uscito da un set fotografico dell’Hollister.
“Lo so, sono in ritardo. Ma ho incontrato Sarah e...” mi interruppe, baciandomi.
Risi “Non è carino interrompere le persone mentre...” di nuovo, mi baciò.
Ridemmo “Ti piacerebbe che lo facessi...” un altro bacio “Smettila!” lo spinsi.
Lui rise, illuminando il suo viso con il suo splendido sorriso e mi strinse.
Gli cinsi il collo, alzandomi sulle punte “Dobbiamo sbrigarci a dirlo agli altri. Non ce la...” lo interruppi, baciandolo. Risi, soddisfatta.
“Guarda che così...” non gli diedi il tempo di finire che lo baciai di nuovo. Rise di nuovo.
“Che cosa si prova?” alzai un sopracciglio “E se continuassi?”
“Era quello il mio...” lo baciai. Lui però mise la mano dietro alla mia nuca, restando uniti da quel bacio, mentre con l’altro braccio mi stringeva.
Wow, era bastata una stupida ricerca di storia: stavamo studiando nel cortile, seduti sul tavolo da pic-nic, scherzando su quanto fosse figo con i Ray-Ban; quando me li ero provati anch’io e lui, sfilandomeli, mi aveva detto “Hai degli occhi bellissimi, non dovresti coprirli...” e, avvicinandosi pericolosamente al mio viso, avevamo finito per baciarci e restare abbracciati per il resto del pomeriggio.


Guardai il display del cellulare da dentro l’astuccio, sbirciando l’ora.
Alzai la mano, chiedendo il permesso di andare in bagno.
Il prof annuì ed io, fatto scivolare il cellulare nella tasca dei jeans, mi ero alzata, uscendo dall’aula.
Non feci in tempo a chiudere la porta, che Louis mi si parò davanti “Buongiorno bellissima!”
Posai le mani sul suo petto, spingendolo, così che non ci vedessero dall’interno della classe.
Quando le sue spalle toccarono gli armadietti, svoltato l’angolo, mi alzai sulle punte, continuando ad appoggiarmi alle sue spalle “Ciao bellissimo!”
Mi mostrò uno dei suoi bellissimi sorrisi, accarezzandomi il viso e alzandomi il mento perché potessimo baciarci. Gli cinsi il collo mentre lui posava le mani dietro la mia schiena, appiattendoci entrambi contro la parete, continuando a baciarci, incuranti delle lamentele della vecchia bidella.
“Lo sai che sei anche più bella che nei miei sogni?” si allontanò appena, sussurrandomi all’orecchio.
Risi, arrossendo, mentre mi dava un bacio sotto l’orecchio, scendendo poi fino alla clavicola.
“Ora devo andare.” Mi strinse.
“No!” brontolai, affondando la testa sul suo petto, respirando il suo profumo.
“Dai o penseranno che sono cascato nel bagno!” ridemmo “E anche tu dovresti tornare in classe.”
“Va bene, papà!” sbuffai, scherzando.
“Hei, non insultami!” mi baciò a stampo “Queste cose dille a Liam!” mi fece la linguaccia, prima di voltarsi e camminare verso la sua classe.
Mio Dio... fino a due giorni fa, avrei pagato tutto l’oro del mondo per capitare in coppia con Niall Horan!
Era bastata una semplice ricerca di storia per farmi innamorare di Louis, invece.
E pensare che, quel pomeriggio, ero andata da lui scocciata, avendo appena visto Niall studiare con Sarah e dovevo essergli sembrata anche un po’ antipatica...
Ma mi aveva sorriso, fatto sorridere con le sue battute e poi, prendendomi il viso tra le mani, mi aveva guardato con i suoi occhi azzurri, sussurrando “E se ti dicessi che mi sono innamorato di te?"

A little space for me...

Ed ecco che ora le coppie diventano 5! Yeeah!!!
Spero che avrete la pazienza di leggere i prossimi capitoli per scoprire cosa ho in servo per voi!

   
La mora nella prima foto è Marty, la seconda è Sarah e l'ultima bionda è Juls...
Foto scattate sempre da Julia!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Ad armi pare ***


14 – Ad armi pare

Mi stavo annoiando, guardando una partita di basket in tv con Niall, aspettando gli altri ragazzi.
Niall si alzò, non appena vibrò il cellulare “Scusa, devo andare in bagno.”
Risi “Quand’è che mi dirai chi è?”
“Non so di cosa tu stia parlando!” alzò le mani, entrando in bagno.
Rimasi solo, facendo distrattamente zapping, quando la porta delle ragazze si aprì.
Uscì Julia, con un vestito blu che le arrivava a metà coscia e che di sicuro Liam avrebbe apprezzato.
Le rivolsi un fischio d’ammirazione, per scherzo e lei mi rifilò un’occhiataccia, ridendo.
Vidi comparire Jen, dietro di lei, prima che Ju dicesse “Merda, ho dimenticato di chiamare i miei!” portandosi una mano tra i capelli biondi e piastrati “Jen, ci metto dieci minuti. Mi aspetti qui?”
Non le diede il tempo di rispondere che se ne andò, lasciandola sulla porta.
Jennifer la fulminò con gli occhi, quando si accorse che eravamo rimasti solo io e lei.
“Hei...” sorrise, imbarazzata.
“Hei!” Ripetei, fingendomi interessato alla tv.
Ma quando entrò nella stanza, mostrando il vestito bianco che indossava, non riuscii a non guardarla.
L’abito era semplice, corto fino a metà coscia e il bustino stretto con le spalline fine, senza alcun disegno, era accompagnato dal trucco argenteo e la matita nera intorno agli occhi, le mollette dello stesso colore le tenevano i capelli legati in un chignon elaborato, lasciandole il viso e il collo completamente scoperti.
Si accorse che la stavo guardando e arrossì, rendendosi inconsciamente ancora più bella e, in qualche modo adorabile, ai miei occhi.
“Sei bellissima.” Le sorrisi, facendola arrossire ancora di più.
Sorrisi, soddisfatto: mi piaceva quando riuscivo a farla arrossire...
Chissà se anche il suo ragazzo le rendeva le guance così rosse, guardandola o facendole dei complimenti...
No, non volevo saperlo.
“Grazie.” sorrise, alzando un sopracciglio “Anche tu.”
Indicò la mia maglietta bianca, che di solito indossavo ai concerti.
Alcune fan mi avevano detto che mi rendeva ‘tremendamente sexy’.
Avrebbe fatto lo stesso effetto su di lei?
Sospirò, sedendosi affianco a me.
“Che c’è?” le chiesi, resistendo dal guardarla.
“Non sono più così convinta di voler andare a questa festa.” Poggiò i gomiti sulle gambe scoperte ed il mento tra le mani.
Mi venne in mente una cosa e scoppiai a ridere.
“Andiamo bene... ora ridi anche da solo?” mi diede una spallata, per farmi vuotare il sacco.
Scossi la testa e lei rise “Dai...” cominciò a punzecchiarmi con il dito sulle guance, dove immaginavo dovessero esserci le fossette.
Mi voltai, ridendo, ma non immaginavo di trovarmi i suoi occhi scuri così vicini ai miei.
Lei era così vicina a me.
In quel momento, Niall aprì la porta alle mie spalle e lei si voltò subito, sospirando.
“Siete pronte?” chiese, sedendosi vicino a noi.
Jen annuì, spiegando che Julia era andata al centralino e che sarebbe tornata a minuti.
Ed io continuavo a tenere gli occhi puntati sulle sue labbra...
Quando arrivò la sua migliore amica, Liam propose di andare tutti insieme.
Arrivammo al pub, che era già pieno di gente, impegnata a ballare o ad ubriacarsi.
“Balleresti con me?” il mio amico si avvicinò a Julia, che tentennò un attimo “Andiamo... voglio solo far vedere che sto con la ragazza più bella del locale!” ammiccò.
“Perché? Ti chiami Cam, per caso?” non riuscii a trattenermi.
I ragazzi scoppiarono a ridere, mentre Jen mi rifilava un’occhiataccia.
Le altre ragazze, che non erano al corrente di tutta la storia, non capirono la battuta.
“Non so che cosa c’entri...” disse Sarah “...ma sta arrivando il tuo ragazzo!”
Indicò la folla, dalla quale stava arrivando Cam.
Mi infastidiva ogni volta che lo vedevo. Mi si contorceva lo stomaco dalla gelosia!
E vederli sorridersi, era davvero troppo.
Teneva gli occhi verdi puntati su di lei, e ci guardò solo quando ci raggiunse.
Dopo averci salutato con un modesto “Ciao” la prese per la vita, facendo muovere il vestito con lei, mentre la stringeva, forse con troppa forza.
O forse era proprio quello il suo scopo, perché quando i loro petti si scontrarono, ne approfittò per baciarla.
Strinsi i pugni, nelle tasche della giacca, mentre quel coglione roscio mi prendeva a pugnalate il cuore e a cazzotti lo stomaco.
Vederli era come essere ai postumi di una sbornia: voltastomaco, sentirsi una merda, debole...
Jen posò una mano sulla sua spalla per allontanarlo e terminare quel bacio che, oggettivamente, era stato davvero troppo inappropriato. Gli sorrise e arrossì, voltandosi appena verso di noi.
Lui le prese la mano e le sussurrò qualcosa all’orecchio, dandomi un altro cazzotto alla bocca dello stomaco.
Dato che i capelli non erano un ostacolo, riuscii a leggere il labiale “Sei bellissima, amore.”
Lei sorrise, guardandolo con i suoi occhioni che, mi faceva male ammetterlo, brillavano ogni volta che incontravano quelli verdi del roscio.
E sì, lui riusciva a farla arrossire.
Stavano per andare verso la pista, quando si fermarono, guardando passare una bionda affianco a loro.
Ero troppo concentrato a guardarli, per accorgermi che quella bionda era lì per me.La guardai qualche secondo, cercando di capire chi fosse.
“Ciao... - finalmente mi venne in mente il suo nome- Joey!” e le baciai le guance per salutarla.
Alzai lo sguardo, trovando quello di Jen, dietro di lei, intento a studiarla con le sopracciglia corrugate.
Avevo invitato quella ragazza ad uscire solo perché non volevo farmi vedere alla festa da solo, ma, una volta capito che era stata una grandissima stronzata chiederle di venire, non avevo disdetto l’invito solo perché mi ero del tutto scordato di lei.
Ora invece, guardando la faccia di Jen, decisi che quella ragazza sarebbe stata un’arma perfetta.
Non mi sarei più dovuto preoccupare della mia gelosia.
Ora sapevo che anche lei era gelosa di me.
Sorrisi, invitando la ragazza a ballare e cingendole le spalle, superammo la coppia, avanzando verso la pista.

A little space for me...

Yeah Buddieee! Adesso sì che le cose si fanno interessanti...
O almeno, spero di essere riuscita a catturare la vostra attenzione! ;D


Vi starete chiedendo -e se non ve lo stavate chiedendo ve lo dico lo stesso...- perché ho inserito una foto di Jennifer.
Beh, perché a differenza delle foto precedenti, il fotografo è Harry!
Foto scattata la mattina, all'uscita dell'aula di biologia... di nascosto!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Ops... ***


15  – Ops...

‘Invitami a ballare, ti prego!’ inviai il messaggio a Niall.
Lui rise, seduto di fronte a me al tavolo.
“Ragazzi, esco un attimo, qui c’è poco campo.” Alzò il telefono, dirigendosi verso l’uscita del pub.
Aspettai qualche minuto, inventandomi la scusa che mi ero dimenticata una cosa in camera e lo raggiunsi.
“Voleva ballare signorina?” mi porse la mano.
Risi, afferrandola e lui l’appoggiò sulla sua spalla.
Gli cinsi il collo mentre mi cingeva la vita e cominciammo a ballare, poggiando la testa sulla sua spalla.
“Vieni con me, voglio portarti in un posto che mi ha fatto vedere Zayn.” Si allontanò, baciandomi, prima di prendermi la mano e sorrise entusiasta mentre ci allontanavamo dal pub.


‘Sei bellissima stasera...’ lessi il messaggio.
Alzai lo sguardo, trovando quello di Zayn, seduto al bar.
Indicò con la testa l’uscita e annuii, inventando una scusa per lasciare le altre.
“Finalmente!” lo baciai.
Lui mi strinse, posando la testa tra i miei capelli ed accarezzandomi la schiena per sussurrarmi “Vieni, voglio farti vedere una cosa...” mi cinse le spalle, allontanandoci dal pub.


“Corri, prima che ci veda qualcuno!” sentii la voce di Louis da dietro, vicino al mio orecchio, prima che mettesse le mani sui miei fianchi, spingendomi verso l’uscita sul retro.
Gli cinsi il collo, alzandomi sulle punte per baciarlo “Avrei voluto ballare con te!”
Lui sorrise, baciandomi di nuovo e facendomi fare una giravolta.
Ridemmo, prima che mi prendesse la mano e indicasse con la testa un punto verso il college “Vieni, Niall mi ha fatto vedere un posto. Voglio mostrartelo...”


“Voilà!” Niall aprì il cancello arrugginito di quello che, una volta, doveva essere stato un campo da basket.
Rimasi delusa, guardandomi intorno e vedendo solo desolazione.


“Perché mi hai portato qui!?!” incrociai le braccia, guardando Zayn confusa e, sinceramente, parecchio delusa, dopo aver attraversato un buco nella rete, ritrovandomi in un desolato e buio campetto da basket.


“Mi hai delusa, sai?” lasciai la mano di Louis, guardandomi intorno “Non pensavo fossi così squallido...”
mi voltai, prima che lui mi riprendesse la mano.
“Calma bellissima!” rise “Non è come pensi... Voglio solo farti vedere una cosa.” Mi guardò negli occhi e vi lessi che era sincero. Mi fidai, seguendolo salendo per gli spalti.


Niall mi prese la mano, dopo essere arrossito da morire ed essersi scusato per il malinteso in almeno tredici modi diversi, portandomi verso la cima degli spalti.


Zayn scoppiò in una fragorosa risata.
Quant’era bello quando rideva... era stato proprio il suo sorriso a farmi innamorare di lui.
Ma no, adesso dovevo solo essere arrabbiata con lui per avermi portato lì.
Si avvicinò di un passo ed io feci un passo indietro.
Sbuffò, guardandomi divertito e alzò le mani “Non è come sembra!”
“Certo, come dicono nelle soap-opera!” incrociai le braccia, guardandolo scettica.
“Oh, andiamo...” si avvicinò di nuovo, puntando alla mia mano, ma mi scansai “D’accordo. Senza che ti possa toccare e ad una distanza di due gradini, potresti salire in cima agli spalti?”
Alzai le spalle, aspettando un po’ prima di assecondarlo.
Superato l’ultimo gradino, mi voltai mentre mi raggiungeva.
“Allora?” lo lasciai avvicinarsi, stavolta.
Mentre con un braccio mi cingeva la vita, indicava con l’altra mano il cielo.
Alzai lo sguardo, seguendo la sua indicazione e mi ritrovai a fissare un cielo stellato come raramente se ne vedevano a Londra. Ripensai alla prima sera, quando eravamo usciti con i ragazzi e di come fosse stato romantico già allora, guardare le stelle con lui.
“Zayn è...” cominciai a dire, meravigliata, ma mi sentii subito stupida per come l’avevo trattato “Scusa, amore.” Sorrise, accarezzandomi il viso e accettando con un altro sorriso il mio bacio di scuse.
Tornai con il naso all’insù, guardando il cielo, mentre sentivo le sue labbra posarsi sotto al mio mento.
Abbassai lo sguardo, posando la mano sulla sua nuca e portando il suo viso al mio, alle mie labbra.


“Marty!?!” esclamai.
Anzi, esclamammo.
Mi girai, vedendo Sarah dietro di me.
Teneva per mano... Niall!?!


Rimasi a bocca aperta, mentre anche Juls mi fissava, guardando Marty e Zayn slegare il loro abbraccio.
Mollai la presa, lasciando cadere la mano di Niall sui suoi jeans.


Riconobbi subito le voci delle mie migliori amiche, allontanandomi di scatto da Zayn.
Sarah stava fissando me e Zayn.
Juls stava fissando Sarah.
Juls era insieme a Louis!
“Ops...” commentò ironico Louis “E’ imbarazzante...”


“Tu stai con Niall?” esclamai.
Sarah indicò Louis “Beh, non mi pare che ti dispiaccia così tanto...”
“Tu invece stai con Louis?” si avvicinò Marty.
“Parla quella che si avvinghia a Zayn!” esclamai.
“Bell’ipocrita, complimenti.” Battè le mani “Anche tu non ci hai messo molto a dimenticarlo, mi pare.”
I ragazzi si schierarono, ognuno vicino alle rispettive ragazze, cercando di aggiustare la situazione.
La verità era che non c’era niente da aggiustare, perché quello era proprio un bel casino!


“Ragazze, non vedo dove sia il problema!” intervenne Niall, al mio fianco.
“Già, infondo, ognuna di voi sta con il ragazzo che ama.” Annuì Louis.
“Giusto?” chiese conferma Zayn.
Annuimmo.
“Bene, allora direi che potremmo tornare a goderci al serata.” Propose il MIO ragazzo, Louis.
“Ma la serata un cavolo!” protestai.
“Perché non me l’hai detto!?!” esclamai, indicando Sarah.
“Perché non sapevo come dirtelo...” si giustificò “E tu perché non mi hai detto che stavi con Louis? A me non importava, avresti potuto confidarti tranquillamente!”
“Stavo per dirti la stessa cosa!” la interruppe Marty “E poi a te non dovrebbe importare su chi mi avvinghio: stai con un altro!”
“Con Niall!” precisai.
“Ancora parli? Signora Tomlinson?” Sarah storpiò il cognome.
“Basta!” urlò Zayn “Ora ci sediamo in cerchio e, senza accusarvi a vicenda, vi parlate e arriviamo ad una conclusione pacifica!”
“Ora che abbiamo risolto...” si alzò Niall “...abbraccio di gruppo!”
Mi alzai anch’io, con le mie amiche, abbracciandoci e scusandoci.
“A proposito, io avevo portato qualcosa da mangiare.” Niall tornò pochi secondi dopo con un cestino da pic-nic in mano “Era per due, ma comunque...” sorrisi, cingendogli il collo e baciandolo.
“Ed io avevo portato la musica.” Zayn prese il lettore Cd e Marty gli sorrise, prendendolo per mano.
“Io le candele.” Sorrise Louis, sfilandole dalle tasche e Juls gli diede un bacio sulla guancia.

Fu così che, risolta la questione, ci godemmo una romanticissima serata... ad otto!

A little space for me...
 

Beh, se vedevate la vita da universitari calma e piatta di sicuro vi avrò fatto cambiare idea!
Anche se non ho scritto molto su di loro, trovo che siano delle coppie dolcissime.
Per questo ho postato delle foto scattate da Julia qui sotto e dei disegni della nostra artista!
In ordine: Sarah & Niall, Marty & Zayn e Juls e Louis...

  
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Mi stai sfidando!?! ***


16 – Mi stai sfidando!?!

“Sapete chi è la ragazza che sta parlando con Harry laggiù?” ringraziai infinitamente la mia migliore amica per aver posto la domanda, evitando di doverlo fare io.
“E’ Joey: la mia coinquilina.” Rispose Sarah.
“Quella tutta smalto e shopping?” esclamai, facendo per l’ennesima volta la radiografia a quella ragazza.
Dai capelli tinti di platino alle unghie laccate di uno schifoso rosa barbie che stavano toccando il braccio di Harry, non riuscii a trovare neanche un motivo per cui dovesse essere uscire con lei.
Era la stessa ragazza che, qualche settimana prima (quando ancora Harry mi parlava e studiavamo insieme nell’area pic-nic) avevamo incontrato e lui aveva fatto una battuta... poco carina nei suoi confronti.
Falso. Solo ricordando questo aneddoto mi resi conto di quanto fosse falso quel ragazzo!
Due giorni fa, aveva detto di amarmi e, ancora avevo i brividi al ricordo, me l’aveva sussurrato all’orecchio mentre ci baciavamo nel bagno delle ragazze.
Ora invece sorseggiava il suo drink con quella stronza? Quando si erano conosciuti?
Mi aveva dimenticata in fretta, a quanto pare... anche se non avrebbe dovuto fregarmene niente, mi faceva star male, mi faceva sentire una fitta tremenda allo stomaco e una rabbia costante.
Era falso: aveva detto che quella ragazza era una poco di buono, parlandole alle spalle e aveva detto di amarmi. Ora invece, ignorava la sottoscritta per stare con quell’altra!
“Avete finito di spettegolare?” Cam si alzò dalla sedia affianco alla mia, porgendomi la mano e distraendomi, riportandomi sulla terra ferma.
Lo seguii verso la pista da ballo, lasciandomi stringere intorno alla vita e gli cinsi il collo mentre parlava di qualcosa, posando la guancia sulla sua camicia.
“Mi stai ascoltando?” chiese, allontanandosi appena per guardarmi.
“Scusa, non riesco a sentirti!” alzai le spalle, fingendomi dispiaciuta.
In realtà guardavo quei due, poco distanti: lei stava parlando, innervosendomi mentre, ridendo, toccava la spalla o la mano di Harry. Sorrisi soddisfatta, notando che lui non la stava minimamente ascoltando.
Aspetta, che diavolo stavo facendo!?!
Mi voltai, tornando a guardare Cam: il mio ragazzo. L’unico ragazzo che amavo.
Già, se fosse stato così semplice convincermi...
“Ti ho già detto che mi sei mancato?” lo interruppi nel bel mezzo di un discorso, prendendogli il viso e alzandomi sulle punte per baciarlo. Rimase sorpreso, ma lo sentii sorridere e mi strinse a sé.
Ci allontanammo abbastanza da poter vedere il suo bellissimo sorriso comparire sul volto “Anche tu mi sei mancata.” Sussurrò, poggiando il mento sulla mia spalla e ballando un lento; stetti l’uno all’altra.
Oltre la sua spalla vidi Harry intento a fissarci.
Quando si accorse che anch’io lo stavo guardando, si alzò dallo sgabello e posò il bicchiere che teneva in mano, cingendo la vita alla bionda per ballare.
Tutto senza smettere di guardarmi, mostrando trionfalmente quel suo sorrisetto da stronzo!
Riducendo gli occhi a due fessure, stavo cercando di incenerire entrambi con lo sguardo, quando sentii Cam sussurrarmi sul collo “Questi tre giorni sembravano non finire mai: non ti lascerò neanche un attimo.”
Sorrisi, posandogli un bacio vicino alla nuca, dove tenevo le mani e gli risposi “Non chiedo di meglio...” guardando il sorrisetto di Styles scomparire dal suo viso mentre guardava la scena.
Aveva voluto giocare con me? Era rimasto schiacciato dalle sue stesse regole!
Avevo cantato vittoria troppo presto però, perché lui si avvicinò al viso della ragazza, scostandogli una ciocca di capelli e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
Conoscevo benissimo cosa si provava nel sentire la voce –tremendamente calda e sexy- di Harry così vicina e dolce.
Riuscivo quasi a vedere i brividi lungo la schiena semiscoperta di Joey mentre rideva e lui la lasciava andare.
Lo imitai, quando fui sicura che mi stesse guardando di nuovo, baciando di nuovo Cam, fino ad arrivare al suo orecchio per sussurrargli “Ti amo.”
Nell’istante in cui Harry stringeva di nuovo la bionda e lo stomaco si contorceva di nuovo dalla gelosia, Cam si allontanò, mettendo il viso davanti al mio.
Cominciammo a parlare, guardandoci negli occhi, sorridenti e ballando, con le braccia ancora attorno al suo collo, giocherellando con un ciuffo roscio familiare.
Con la coda dell’occhio, vidi Harry ancora intento a fissarci.
Mi dispiace, mio caro, ma tra te e la tua amichetta non ci sarà mai il feeling che c’è tra me e Cam!
Quasi che anche il mio ragazzo l’avesse notato, mi prese il viso, accarezzandomi le guance prima di avvicinarlo al suo e mi baciò. Un bacio che prolungai, solo per il piacere di aver vinto contro questa stupida sfida con Harry! Beh, in realtà mi abbandonai a quel bacio perché avevo voglia di farlo...
“Vado a prendere qualcosa da bere, ok?” sussurrò Cam.
Annuii, dicendogli che l’avrei aspettato al tavolo vicino alla porta d’emergenza, dove c’era meno gente.
Prima di andare, mi voltai un’ultima volta verso Harry, per gustarmi la sua faccia.
Invece lui prese il viso di Joey e la baciò.
Lei, ovviamente, gli si avvinghiò con quelle cazzo di unghie!
Le stesse con le quali aveva scavato nel mio petto, strappandomi il cuore che adesso si trovava sotto le Converse bianche di Harry. Misi una mano sullo stomaco, mentre la rabbia corrodeva anche quello.
Me ne andai, non essendo più in grado di vedere quella scena, poggiandomi al muro per respirare con calma, convincendomi che andare lì e darle fuoco ai capelli non era la cosa giusta da fare.
Anche se con tutta l’acqua ossigenata che aveva in testa avrebbe fatto un bel falò...
I miei pensieri omicidi furono interrotti da una presa sul mio braccio “Già di ritorno?” prima che riuscissi a voltarmi o a terminare la frase, mi spinse fuori, poggiandomi al muro e le sue labbra si unirono alle mie.

A little space for me...

Cosa pensate che succederà a questo punto!?!
Aspettate di leggere i prossimi capitoli, allora...
Nell'attesa protreste lasciare una recensione! :D




Il fotografo rimane ancora un mistero... o.O?
Qualche idea!?!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Ho Bisogno di Te ***


17 – Ho bisogno di te

“Già di ritorno?” chiese, quando le presi la mano.
Non riuscì neanche capire cosa stava succedendo, che aprii la porta affianco a lei, uscendo.
Ancora, non le diedi il tempo neanche di guardarmi in faccia, che indietreggiai, spingendola con le spalle al muro e posai le labbra sulle sue.
Lei mi restituì quel bacio e sorrisi, allontanandomi appena, sussurrandole sulla bocca “Non sono Cam...”
“L’avevo intuito...” si alzò sulle punte, baciandomi di nuovo.
Risi, posando una mano sulla sua guancia, mentre con l’altra mi poggiavo al muro.
Temevo che si sarebbe sottratta da un momento all’altro.
Sapevo che l’avrebbe fatto, non appena fosse stata in grado di rendersi conto di cosa stava facendo.
Stava sbagliando. Come me, del resto. Ma non ci importava...
Ero consapevole di essere in grado di cancellare tutto quello che c’era intorno a noi con un bacio.
Lo sapevo con certezza, anzi, perché lei aveva lo stesso effetto su di me.
Invece sentii la sua mano poggiarsi dietro la mia nuca e le sue dita passare tra i miei ricci, facendomi battere il cuore e facendomi sentire ancora di più bisogno di quel bacio. Di lei.
Anche per lei era lo stesso, ovvio, perché cominciò ad esercitare una leggera pressione, tenendo così premuto il mio viso al suo, senza mai separare le sue labbra dalle mie.
Voleva che l’abbracciassi?
Non avrei desiderato di meglio, considerando anche che, fino a pochi minuti prima, avevo avuto paura che non saremmo neanche arrivati a baciarci...
L’assecondai, così come assecondai il mio cuore, facendo scendere la mano dai mattoni ai suoi fianchi, stringendola a me mentre con l’altra mano scivolai fin dietro la nuca scoperta, accarezzandole la
guancia con il pollice e, con il busto, la spinsi di nuovo con le spalle al muro.
“Che stiamo facendo?” chiese, mentre ci allontanavamo.
Puntai gli occhi sui suoi scuri, tanto belli quanto confusi. Ma felici, visibilmente.
“A te cosa sembra?” risi, lasciandole un bacio sotto il mento.
“Stiamo sbagliando.” Disse, senza però allontanarmi mentre posavo ancora le mie labbra lungo il suo collo “Tu dovresti tornare dalla tua stronzetta...” commentò, serrando la mascella, facendomi ridere “E io...”
Sospirai, tornando a guardarla e le accarezzai la guancia, sistemandole dietro l’orecchia un ciuffo di capelli castani che era scappata al chignon “Jen, io ho bisogno di te...” sembrava quasi una preghiera.
Lei rimase in silenzio, abbassando lo sguardo e sospirò “Anche...”
Continua Jen!
L’avrei pregata, mi sarei inginocchiato, pur di sentirle terminare quella frase!
Invece sui di noi calò uno di quei silenzi imbarazzanti e pesanti “Ti ho rovinato tutta l’acconciatura...” sorrisi, cercando di sdrammatizzare.
Anche lei sorrise, cominciando a sfilarsi le mollette distrattamente, attaccandole alla spallina del vestito ed io osservavo ogni suo gesto incantato, finché i capelli non le ricaddero sulle spalle.
“Sei ancora più bella.” Presi qualche ciocca, sistemandogliela sulle spalle, accarezzandole il viso.
Lei scosse la testa, prima di nasconderla nella mia camicia “Non è vero, sono un mostro!”
La strinsi, accarezzandole i capelli e abbassando la testa, per guardarla “Perché dici questo?”
Si allontanò, continuando a tenermi dietro le spalle “Non è giusto: ti sto facendo soffrire Harry, ma io sto con Cam: non dovrei...”
“Ma devi pensare a cosa vuoi!” la interruppi, temendo che il momento di separarci fosse arrivato.
“Io...” la presa intorno alla mia schiena si fece più debole e sentii improvvisamente freddo
“... sto sbagliando tutto.”
Sorrisi, interpretando la sua frase come ‘Ho sbagliato a scegliere lui a te’ e le presi il viso tra le mani, alzandole il mento per riportare le sue labbra alle mie.
Anche se in un primo momento, sentii di nuovo la sua presa dietro la mia nuca, le mie illusioni si spensero subito, perché lei si allontanò, posando le mani sul mio viso “Devo rientrare...” e solo allora capii che il verbo ‘sbagliare’ era riferito a me. A me e lei. A noi.
Anzi, ad un noi che non ci sarebbe mai stato.
Annuii, lasciandola andare, sentendo la sua mano che lasciava la mia, rendendo tutto teatralmente drammatico. Anche peggio di quanto non lo fosse già...
Aspettai un po’ a rientrare, passando dall’altra porta e ritrovandomi di fronte a lei e Cam.
Inventò la scusa di essersi allontanata per cercare la sua migliore amica, quando le chiese che fine avesse fatto. Non si accorse neanche di me.
Certo, era troppo impegnata a restituire il bacio del suo ragazzo.
Il cuore si appesantì, lo stomaco riprese a contorcersi mentre nella mia mente si faceva spazio la consapevolezza che lei non si sarebbe sottratta a quel bacio. Come aveva fatto con me.
Perché lui era il suo ragazzo e le sue labbra gli appartenevano, per così dire.
“Harry!” la voce acuta di Joey mi riportò alla realtà “Dove eri finito? Ti ho cercato dappertutto!”
Sbuffai “Senti, meglio se vai a casa...”
Lei si offese, mandandomi a quel paese, ma non mi importava.
Ero troppo occupato a guardare Cam stringere Jennifer, cingendole la vita e scostandole i capelli dalle spalle, come li avevo sistemati, per posarci la mano e accarezzarle la guancia “Sei ancora più bella così.”
Le sorrise e lei si scostò con la mano una ciocca castana dagli occhi, sorridendogli.
Ogni suo sorriso, era una ferita inferta al mio cuore.
Cam le avvicinò il viso, che teneva tra le mani, accostandolo al suo per baciarla.
Un bacio che a me sembrava interminabile.
Si separarono, finalmente, lasciando respirare anche me, prima di tornare a prendermi a cazzotti.
Questa volta però, faceva più male.
Erano le sue mani adesso che mi stavano prendendo a schiaffi, mentre avvicinava il suo viso all’orecchio di Cam, facendo leva sulla sua nuca.
Immaginai di essere io: riuscire a sentire le sue dita tra i ricci e la voce al mio orecchio.
Avrei dato qualsiasi cosa pur di riuscire a sentire cosa gli stava dicendo!
Anzi, avrei dato qualsiasi cosa per essere Cam.
Lui annuì e le cinse le spalle e lei si strinse alla sua spalla, cingendogli la vita e si diressero verso l’uscita.
Uscii, non avendo ancora sofferto abbastanza e li seguii con lo sguardo, vedendoli andare verso il dormitorio. Lei si chinò, credo per levarsi le scarpe, dopodiché gli cinse il collo e lui la prese in braccio, tenendola dietro la schiena e le ginocchia.
Proprio come avevo fatto io quella sera, dopo essere rimasti chiusi in quello stanzino.
Mi erano bastati pochi giorni, dopo quell’episodio, per capire di essere cotto di lei. Di amarla.
E poi avevo scoperto che lei era innamorata di un altro ragazzo...
Cominciai a camminare verso la caffetteria, da solo, prendendo a calci ogni sasso che mi trovavo davanti ai piedi; cercando, invano, di non pensare a lei...

A little space for me...

Eccoci tornati ai soliti problemi tra Jen ed Harry.
Tenetevi pronte per una serie di colpi di scena: ce ne saranno parecchi d'ora in avanti!

Autoritratto di Jen alla festa...

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Perché mi odi!?! ***


18 – Perché mi odi?

Aprii la porta della stanza che ormai era mezzogiorno e sperai di non incontrare nessuno nel salotto, invece vedi subito l’unica persona che non avrei voluto vedere quella mattina.
“Buondì.” Sorrisi, chiudendo la porta alle mie spalle.
Lui si voltò, guardandomi dal divano con i suoi occhi freddi e accusatori.
Si alzò in piedi, raggiungendomi e mettendosi di fronte a me, continuando a fissarmi con quello sguardo che sembrava non appartenergli e che non avevo mai conosciuto.
Come faceva a farmi venire voglia di piangere anche quando non avevo fatto niente!?!
“Buondì? Hai anche il coraggio di salutarmi?” esclamò, urlandomi in faccia.
Non l’avevo mai visto così arrabbiato.
Non mi aveva mai parlato così.
Abbassò la voce, avvicinandosi ancora di più e puntando le due fessure che erano diventati i suoi occhi nei miei “Tu non devi proprio rivolgermi la parola!”
Crack!
Era caduto un vaso? Qualcuno era caduto dal letto? Si era aperta la porta?
No, era semplicemente il mio cuore che si spezzava, provocandomi un dolore lancinante nel petto.
Boccheggiai, cercando qualcosa da dire, mentre si aprivano le porte intorno a noi.
“Harry, calmati!” lo riprese Louis.
Non lo degnò di uno sguardo, zittendolo con un gesto stizzito della mano.
“Ma che...” balbettai, prima che lui mi interrompesse.
Lui mi fulminò con lo sguardo, prima di voltarsi e raggiungere il suo migliore amico, sbattendo la porta della sua stanza.
Niall alzò le spalle, sorridendomi per scusarsi.
Mi raggiunse Julia “Vieni, andiamo in camera...” e chiuse la porta, sedendosi vicina a me sul letto “Che cosa è successo esattamente?”
Alzai le spalle, scoppiando a piangere “Harry mi odia!” l’abbracciai, singhiozzando.
“Dovresti parlarne con lui.” Mi sussurrò, accarezzandomi le spalle, confortandomi.
Annuii, asciugandomi le lacrime e, dopo aver fatto una doccia, uscii dalla stanza “Cam!” sorrisi, nel trovarlo seduto sul divano, davanti a me.
“Buongiorno amore.” Ricambiò il sorriso e si alzò, venendomi incontro.
Mi prese il viso tra le mani, alzandomi il mento per baciarmi.
Proprio in quel momento la porta alle nostre spalle si aprì e comparve Harry.
Rimase immobile per qualche secondo, stupito, poi se ne andò in camera sua senza degnarci di uno sguardo, trovando molto più interessante il pavimento. Richiuse la porta sbattendola.
Non riuscii a trattenere quella lacrima, che mi rigò il viso e Cam se ne accorse, asciugandola premuroso con un bacio “Che cos’hai?”
Gli cinsi il collo, buttandomi tra le sue braccia e scoppiando a piangere di nuovo.
Lui non disse niente ed apprezzai il fatto che non mi chiedesse il motivo delle mie lacrime, rimanendo in silenzio ad accarezzarmi i capelli.
Dalla nostra camera uscì Julia, affacciandosi e facendo segno che usciva, per lasciarci soli.
A quel punto presi la mano di Cam, accompagnandolo verso la mia stanza, per parlare in privacy, ma, di nuovo, comparve Harry.
“Ancora? Almeno andatevene da un’altra parte!” si lamentò.
“Qual è il tuo problema?” gli chiese Cam, lasciandomi la mano e mettendosi davanti a me.
“Harry, che cosa...” provai a dire, superando il mio ragazzo.
Anche lui fece un passo avanti e, come poco prima, mi ritrovai a guardare uno sguardo duro così diverso da quegli occhi verde acqua che... beh, che amavo.
“Credevo di averti detto di non parlarmi.” Mi riprese, con un tono ancora più fermo dei suoi occhi.
Le mie difese crollarono, prese a martellate da quegli occhi taglienti.
Ricominciai a singhiozzare, abbassando lo sguardo incapace di sostenere il suo e in pochi secondi cominciai a piangere. Non avrei voluto, non avrei dovuto dargli questa soddisfazione.
Invece rimasi lì, impalata, cercando qualcosa da dirgli tra i singhioz
i “Io non... cosa... perché mi odi!?!”
Lui rise, nervoso, senza alcuna traccia della sua risata fragorosa e persino le fossette si rifiutarono di accompagnare quel ghigno che non apparteneva al suo viso angelico “Davvero non ci arrivi?”
Scossi la testa, scostandomi i capelli e trovando il coraggio di alzare la testa e chiedergli “Quindi mi odi?”
Sette... otto... nove... Cazzo, rispondi!
Paura.
In quei dieci secondi la paura attanagliò il mio cuore, che batteva all’impazzata, sovraccarico di emozioni: non poteva odiarmi perché... beh, perché io lo amavo!
Se non ci fosse stato Cam alle mie spalle, le mie mani avrebbero già trovato i suoi ricci e le mie labbra avrebbero incontrato le sue in uno di quei bellissimi baci. I nostri baci.
Certo, per poi scappare un’altra volta tra le braccia del mio ragazzo!?!
“Oh...” pensai ad alta voce, arrivando alla conclusione.
E se fossero stati proprio quei baci la ragione per cui lui mi odiava?
Come doveva essersi sentito ieri quando, dopo averlo lasciato, ero andata da Cam...
Mi morsi il labbro, nervosa: ero una persona orribile.
Lui ancora, stava zitto.
Non mi importava se potessi baciarlo o meno.
In quel momento, entrambi avevamo bisogno di sentire l’altro vicino.
Feci un passo, rompendo il silenzio e l’immobilità del momento e gli presi il viso tra le mani, tenendolo davanti al mio, cercando di sostenere il suo sguardo di ghiaccio.
“Rispondi, ti prego...” uscì davvero come se fosse una supplica.
Posò le mani sulle mie, aspettando qualche secondo prima di allontanarle dalle sue guance e lasciarle delicato lungo i miei fianchi.Il tutto con un’incredibile lentezza che mi ricordava così tanto i gesti compiuti prima del nostro primo bacio.
“Fammi un favore, ok? Dimenticati di me.” Dalle nostre mani, entrambi alzammo gli occhi, incontrando l’uno lo sguardo dell’altro “..
"Non dovrebbe essere così difficile per te.” Commentò duro, alzando leggermente il mento per indicare Cam dietro di me.
Dopodiché si voltò, andando verso la porta d’ingresso, sotto gli sguardi confusi di me e Cam e la sbatté.
Il mio ragazzo, dietro di me, aspettò ancora qualche minuto, prima di cingermi le spalle.
Mi girai, prendendogli di nuovo la mano ed entrammo in camera, richiudendo la porta.
Si sedette sul letto, facendomi posto davanti a lui, poggiandomi con la schiena al suo busto e mi strinse a sé con le braccia, tenendomi le mani “E’ per lui che piangevi?”
Annuii, tenendo la testa bassa, guardando le mie mani intrecciate alle sue.
Scostò i miei capelli dal collo, posandoli sull’altra spalla e si avvicinò al mio orecchio, sussurrandomi
“Jen, che cosa provi per lui?”
Mi voltai, prendendo un respiro profondo e posai le mani sulle sue guance “Io amo te.” Risposi ferma, prima di prendere un enorme quantità d’aria e buttarla nei polmoni per proseguire “Solo te.”
Lui annuì, accarezzandomi il viso e accostandolo al suo petto.

A little space for me...

E adesso come la mettiamo?
Harry odia davvero Jen?
Per quello che pensa lei?
E chi lo sa... alla prossima puntata, belli!

Intanto un disegno di Jen...


Non per rompervi ulteriormente, ma se non aveste niente da fare... che ne direste di fare un salto qui?
E' la mia nuova FF! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1043048&i=1

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Tu sei il mio problema! ***


19 – Tu sei il mio problema!

“Ferma!” sentii afferrarmi il polso.
Mi bloccai di colpo, sapendo perfettamente a chi appartenesse la mano che mi tratteneva.
Certo, scappavo da Liam da quando l’avevo visto entrare in caffetteria...
Mi voltai, rimanendo inchiodata, non tanto per il suo ordine, quanto per i suoi occhi.
“Ora devi ascoltarmi.” mi prese la mano, portandomi in disparte, poggiandosi con la schiena e la Converse rossa sinistra alla corteccia di un albero “Riguardo a ieri sera...”
Abbassai lo sguardo, scostandomi i capelli nervosa e terribilmente imbarazzata.
“Anzi, forse sarebbe meglio parlare di stamattina.” Mi prese il viso tra le mani, alzandolo per incontrare i suoi occhi “Perché sei scappata?”
Non risposi, massacrandomi l’unghia con i denti e sentendo il saporaccio dello smalto azzurro.
Sospirò, reclinando la testa “Ju, ti prego, rispondi! Io ho bisogno che tu...” tornò a tenermi il viso, avvicinandosi “Ho bisogno che tu mi dica di essere d’accordo con me quando ti dirò di aver passato la notte più bella della mia vita!”
Avrei potuto inventare mille scuse: che ero ubriaca, che non significava nulla, che ero pentita o avevo commesso uno sbaglio enorme.
Ma non sarei mai riuscita a guardarlo negli occhi e mentirgli mentre una valanga di ricordi mi riportava alla sera precedente. Alla nostra notte.
Annuii e lo sentii tirare un sospiro di sollievo “Allora qual è il problema?”
“Tu sei il mio problema.” Brontolai, posando le mani sulle sue, ancora poggiate alle mie guancie.
Alzò un sopracciglio, confuso.
“Sì, tu!” ora che avevo trovato il coraggio di parlare, doveva starmi a sentire “Perché tu sei dannatamente perfetto, tutte le ragazze ti girano intorno e io ho paura!”
Mi accarezzò il viso, mentre una lacrima bastarda scendeva sul mio viso “Paura di cosa?”
“Paura che un giorno ti accorga di essere troppo.” Abbassai lo sguardo “Paura che ti penta di aver scelto me tra tutte le ragazze che avevi ai tuoi piedi! Paura...”
Non terminai la frase, che ritrovai il sapore familiare delle sue labbra sulle mie.
Mise le mani sui miei fianchi, tenendomi stretta a lui “Sai di cosa ho paura io?”
Posai la fronte sulla sua, alzandomi sulle punte “No...”
“Ho paura che tu mi stia confondendo con qualcun altro.” Rise.
Con le mani ancora sui miei fianchi mi allontanò delicato.
Allungò la mano “Ciao, io sono Liam e sono il ragazzo follemente innamorato di te dalla prima volta che ti ho vista!”
Sorrisi, mordicchiandomi il labbro, prima di saltargli in braccio.
Gli cinsi il collo, mentre sentivo la sua presa dietro la mia schiena “Devo considerarla una dichiarazione?”
“Dipende.” Sorrise “Preferisci che sia più chiaro?”
Annuii “Un po’ di romanticismo non guasta mai.”
Rise “Julia, vorresti diventare la mia fidanzata e rendermi il ragazzo più fortunato della Terra?”
“Si!” esclamai, prima di avvicinarlo a me, premendo sulla sua nuca, baciandolo di nuovo.

A little space for me...

Allelujia! Fuori anche Julia e Liam (tra parentesi: anche loro sono così carini!).
E ora rimangono solo Jennifer ed Harry...
Al prossimo capitolo!


Foto scattata da Julia, grazie all'autoscatto! xD

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Calma riccio... ***


20 – Calma riccio...

Me ne stavo seduto sul pontile ormai da ore, fissando il lago agitato dal vento.
Lo stesso vento che soffiava freddo sul mio viso, mi scompigliava capelli e mi appiccicava la maglietta bagnata alla schiena, facendomi rabbrividire.
Avevo appena concluso gli allenamenti di football, dopo essere stato accettato in squadra.
Non ero proprio passato per gli spogliatoi, non volevo rischiare di incontrare Cam.
Ma, ora che ci penso, è una cosa stupida, perché era ovvio che lui non fosse lì...
Prendendo semplicemente una maglietta bianca pulita dal borsone, poggiato sugli spalti a bordo campo, ero scappato sul pontile.
Facevo abbastanza schifo. Mi sentivo uno schifo.
Tralasciando il fatto che necessitavo di una doccia, avevo appena perso definitivamente la ragazza che amavo.
Davvero pensava che l’odiassi?
Le avevo detto di dimenticarmi, quando era l’ultima cosa che volevo.
Forse per lei sarebbe stato semplice ma a me sembrava impossibile...
Sospirai, reclinando il capo e respirando lentamente a pieni polmoni.
“Harry!” sentii chiamarmi dalla voce familiare di Marty.
Mi voltai, guardandola venirmi incontro. Si mise in ginocchio, porgendomi una canottiera.
“Grazie, ma forse è un po’ troppo femminile per me...” alzai un sopracciglio.
Lei rise “E’ il pigiama di Jen, scemo... -era normale che solo il suo nome mi procurasse una fitta al petto?- L’ha dimenticato ieri sera. Potresti ridargliela quando torni in camera?”
“D’accordo.” Annuii, salutando con la mano Zayn, che cercava di nascondersi, poco lontano, dietro ad un albero “Divertitevi...” ammiccai, infilando nel borsone il top, piegandolo con cura.
“Aspetta!” fermai la ragazza prima che se ne andasse; si voltò “Perché ce l’hai tu?”
“Te l’ho detto: ha dormito da me ieri sera. L’ha dimenticato in camera mia.” Rispose, salutandomi con la mano per tagliare il discorso in fretta e tornarsene da quello che era a tutti gli effetti il suo ragazzo.
Aspettai ancora qualche minuto, rimanendo in silenzio a riflettere...
Quella mattina, mi ero svegliato di buon’ora e di buon umore, quindi mi ero diretto verso la caffetteria con l’intenzione di prendere qualche cornetto per colazione e portarlo agli altri.
Quando ero arrivato al bancone, però, aspettando di essere servito, mi ero ritrovato affianco agli amici del roscio, sentendoli spettegolare del ‘successo’ di Cam la notte precedente, dopo la festa.
Ignorando la barista che continuava a chiedermi cosa volessi ordinare -finché non si arrese- rimasi ad ascoltare, con il cuore che accelerava per l’agitazione.
“Come fai a saperlo?” aveva chiesto quello basso.
“Non è rientrato in camera ieri sera e stamattina aveva un’aria... assonnata.” Rispose ridendo quello che doveva essere il suo migliore amico. Risero anche gli altri tre.
Che cosa diavolo c’era da ridere!?!
Corsi via, raggiungendo il dormitorio e, senza badare ad essere inopportuno o meno, ero entrato in camera di Jen. La sua coinquilina dormiva beata nel suo letto, davanti a quello intatto di Jennifer...
Ricordo esattamente la fitta tremenda che avvertii al petto, mentre nella mia mente si faceva spazio l’idea rivoltante che Jen avesse passato la notte con... il suo ragazzo.
Corsi di nuovo fuori, senza fermarmi.
Corsi fino a che non mi ritrovai sul pontile, senza più fiato, con la testa talmente piena di pensieri e immagini che volevo scacciare, che le tempie avevano iniziato a pulsare.
Lì mi ero gettato a terra, con la mano sul petto a misurare i respiri veloci e affannati.
Un applauso mi aveva fatto aprire gli occhi, coprendomi con la mano dalla luce del sole, per vedere un uomo sui quaranta, vestito sportivo.
“Coach Ben?” chiesi, ansimando.
“Ti osservo da un po’ Styles.” Si sedette affianco a me “Non ti facevo tipo da corsa mattutina la domenica. Non dopo una festa come ieri...” sorrise.
“Già, non è proprio una mia abitudine.” Cercai di imitarlo, incrociando le gambe ed alzandomi a sedere.
“Stavo pensando: che ne diresti di entrare nella squadra di football?” propose “Oggi pomeriggio alle due per le selezioni?”
Ripercorsi con la mente la mattinata fino alla proposta del coach, interrompendo i ricordi prima della scenata nel salotto della nostra camera. Prima dello sguardo di Jen...
Mi alzai di scatto, sentendo le gambe doloranti e mi avviai, con l’intento di raggiungere il dormitorio.
Quando invece mi ritrovai davanti alla caffetteria, scorsi una macchia rossa.
Mi fermai, virando verso di lui e il suo gruppo di amici.
“Allora, ti sei calmato riccio?” rise, incrociando le braccia e guardandomi arrivare.
Non risposi, continuando a camminare finché non fui esattamente di fronte a lui.
Stava per dire qualcosa, sparare un’altra delle sue cazzate se non gli avessi assestato un destro sulla mascella “Tu non meriti di stare con lei!”
Barcollò, poggiando la mano sulla zona ferita.
Ridusse gli occhi a due fessure, guardandomi in cagnesco e stava per rispondere con un colpo, quando la porta di spalancò di colpo e comparse Jennifer con un caffè in mano.
“Harry!” esclamò, accorrendo a soccorrere il suo fidanzato.

A little space for me...

Signori e Signore, prego allacciate le cinture di sicurezza, le montagne russe stanno per vedere la loro prima discesa!
Preparatevi... ;D

Jen <3

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Ho bisogno d'aria! ***


21 – Ho bisogno d’aria!

“Che diavolo fai!?!” gli urlai, voltandomi e guardando Harry, dura “Santissimi... Rispondi!” esclamai, facendo un passo verso di lui.
La sua espressione di ghiaccio si addolcì quando incontrò i miei occhi “Chiedilo a lui.” Indicò con la testa Cam. Mi voltai verso di lui, che mi guardò confusa.
“Se sei psicopatico non puoi dare la colpa a me!” gli occhi verdi del mio ragazzo erano ridotti a due fessure.
“Meglio psicopatico che bastardo!” rispose acido Harry.
“Basta!” interruppi Cam, prima che potesse parlare di nuovo e attraesse l’attenzione di altra gente. “Andiamo in camera, ti serve del ghiaccio.” guardai entrambi, prendendo la mano del mio ragazzo.
Alzarono simultaneamente le spalle, seguendomi.
Sospirai, raggiungendo il frigo all’interno e prendendo dei cubetti di ghiaccio da mettere nella sacca blu dalla cassetta del pronto soccorso.
Tornai in salone, facendo sedere Cam sul divano e mi misi affianco a lui, posandogli delicatamente il ghiaccio sulla mascella, che stava diventando violacea “Si può sapere che razza di cazzotto gli hai mollato, Styles?”
Lui sorrise, senza riuscire ad evitarlo, mostrandosi vittorioso.
Alzai un sopracciglio, riprendendolo e lui alzò gli occhi al cielo, sedendosi sul lato opposto del divano.
“Faccio così schifo?” sorrise Cam.
“Non noto nessuna differenza rispetto a prima.” Commentò ironico Harry.
Scossi la testa, sorridendo al mio ragazzo e, levato il ghiaccio, gli accarezzai la guancia.
Cam mi restituì il sorriso “Forse un tuo bacio...” risi, baciandogli il punto dolorante.
“Oh, scusa... se l’avessi saputo ti avrei colpito sulla bocca, no?” ci interruppe l’altro “Così mi sarei goduto la scena!”
Sbuffammo entrambi e mi voltai “Visto che sei così loquace oggi, perché non mi dici il motivo di questo cazzotto?”
Lui alzò le spalle “Ti ho già risposto: chiedilo a lui.”
Mi voltai di nuovo verso Cam “Se sei geloso non è colpa mia!”
“Pensi davvero che ti abbia colpito perché sono geloso?” Harry imitò una risata.
“Harry, per l’ultima volta: perché?” insistetti, evitando una nuova discussione.
“D’accordo, se il tuo ragazzo non ha il coraggio per dirtelo lo faccio io.” Si alzò, sedendosi sul tavolino, di fronte a me, guardandomi negli occhi “Cam ti sta prendendo in giro.”
Aggrottai le sopracciglia, confusa, mentre Cam si scaldava “Che cazzate ti stai inventando?”
Harry lo ignorò del tutto, continuando a guardarmi negli occhi “Jen, credimi.”
“Lo sai che è grave quello che stai dicendo, vero?” Cam mi prese la mano.
Annuì proseguendo “Ti sta tradendo.”
Cam scattò in piedi e, prima che potessi intervenire, colpì Harry con un cazzotto.
“Ti da fastidio che l’abbia scoperto, eh?” sorrise impertinente, massaggiandosi la guancia.
“Smettila!” lo ripresi, prendendo la sacca con il ghiaccio dal divano e posandola sulla sua faccia.
Entrambi si voltarono verso di me e Cam mi prese il viso tra le mani “Jen, tu lo sai che non è vero...”
Gli levai le mani dal mio viso, mettendomi davanti ad Harry.
“Jen...” cominciò a dire, prima che lo interrompessi.
“No. Stavolta hai davvero esagerato: io sto con lui, Harry.” Continuai a guardarlo seria e dura, pur sapendo quanto quello che stavo dicendo gli faceva male –e di conseguenza faceva male anche a me-; ma aveva esagerato “Fattene una ragione.”
“Non me lo sto inventando!” si lamentò, come un bambino e si avvicinò, accarezzandomi il viso “Perché dovrei mentirti?”
“Non credevo saresti arrivato a tanto, in effetti.” Abbassai lo sguardo “Io non sono un giocattolo o un trofeo!” mi allontanai di un passo, facendo cascare le sue mani lungo i suoi jeans.
Cam mi chiamò, dopo qualche interminabile minuto in silenzio, facendomi voltare.
“Io vado a farmi un giro.” Lo interruppi senza ascoltare una parola di quello che mi aveva detto “Ho bisogno d’aria.” Invitai Cam ad uscire dalla stanza e me ne andai anch’io, lasciando Harry muto e immobile.
Cominciai a camminare, entrando nella scuola, dove ero sicura che non avrei incontrato nessuno, chiudendomi nel primo bagno che trovai.
Scivolai con la schiena lungo il muro, stringendo le ginocchia al petto per affondarci il viso, senza più trattenere le lacrime, che strariparono sulle guance.
Alzai la testa, quando sentii qualcuno avvicinarsi e mi guardai intorno.
Oh no...
Non nel bagno dove, per la prima e magnifica volta, avevo baciato Harry.
Non con lei!
“Tutto ok?” la voce irritante di Joey riuscì ad infastidirmi semplicemente pronunciando due parole.
“Certo. Lo faccio spesso: piangere nei bagni.” Sorrisi acida “Tranquilla, è normale.”
“Ma non posso lasciarti sola. Mi sentirei in colpa...” si sedette affianco a me.
“Oh, non preoccuparti. Vai pure!” Afferrai il suo fazzoletto, volenterosa solo di vederla uscire da quella porta.
“Non intendevo questo.” Sentivo i suoi occhi fissati su di me mentre continuavo a guardare la finestra davanti a me “Infondo, se stai piangendo è anche colpa mia, non credi?” Mi voltai, alzando un sopracciglio.
“Per chi dei due?” continuò. Le rifilai un’altra occhiata confusa.
“Harry o Cam?” rise –che diavolo c’era da ridere?-
“Ancora non capisco che cosa c’entri!” sbottai.
“Io volevo andarci leggera, ma va bene. Se vuoi che sia diretta...” contò uno con le dita “Harry mi ha baciata...” Alzò l’indice, pronta per il secondo punto “...Cam ed io abbiamo fatto sesso.”
Mi alzai in piedi, nonostante mi costò un momento di capogiro. La mia testa era appesantita da troppi pensieri, troppe lacrime volevano uscire tutte insieme...
Questo per lei era ‘essere diretta’? Questo era istigare qualcuno al suicidio!
“Mi dispiace...” si alzò anche lei.
“No!” mi allontanai, alzando una mano per indicarle di starmi lontana “A te non dispiace affatto.” La guardai piena d’odio e di ribrezzo “Sai una cosa? Sei solo una stronza e a me non importa.”
Mentii spudoratamente.
Ma era l’unico modo per levarle quel sorriso odioso dalla faccia.
Altrimenti, le avrei già staccato tutti quei capelli di merda che si ritrovava!
Detta la mia battuta ad effetto, mi voltai, buttando nel cestino il fazzoletto nero di mascara ed uscii sbattendo la porta.
Ricominciai quindi a camminare, infilando le cuffiette nelle orecchie ed alzando il volume al massimo. Stavolta uscii dall’università, dove non avrei potuto incontrare nessuno che conoscevo.
E agli estranei, almeno, non sarebbe importato di vedermi piangere.

A little space for me...

Come dice il saggio Jawaad "Godetevi le montagne russe della vita".
Ed ecco, come annunciato, il primo colpo di scena...
Ne avete già abbastanza? Spero proprio di no, perché è solo l'inizio!
E per tutti gli amanti delle montagne russe, devo confidarvi che questo giro non durerà ancora per molto... eh già, siamo in dirittura d'arrivo!


 
Scarabocchi di Jen su dei tovaglioli in un pub, per Londra.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** A proposito, ti amo ***


21 – A proposito, ti amo.

L’intervista era appena finita.
Finalmente, quell’interminabile intervista era terminata, senza un minuto in cui non avessi pensato a lei.
Estrassi il cellulare dalla tasca, mentre aspettavamo l’auto nell’atrio degli studi radio, al riparo dalla pioggia che si abbatteva violenta sulla città.
Guardai il display, sperando di leggervi il suo nome.
Invece no, ovviamente.
Nessuna delle dodici chiamate che avevo effettuato aveva avuto una risposta.
Lo stesso destino avevano avuto i sette messaggi inviati.
Richiamai Julia “E’ tornata?”
“Ancora no. Ma perché sei così preoccupato?” rispose “Dovrei preoccuparmi anch’io?”
“Ma no, tranquilla...” lasciai il telefono, passandolo al suo ragazzo.
Paul, dall’interno dell’auto, suonò il clacson, richiamando la nostra attenzione.
Aperti gli ombrelli, lo raggiungemmo, salendo in macchina e partimmo verso l’università.
Una decina di minuti dopo, mentre guardavo una Londra grigia e triste sotto la pioggia attraverso il finestrino, vidi una macchia di colore viola che colpì subito la mia attenzione.
Conoscevo due persone che possedevano una Jack Wills viola: una era il sottoscritto.
L’altra era Jennifer.
“Fermo!” urlai a Paul, che inchiodò, voltandosi per vedere che cosa non andasse.
“Voi andate pure!” Non gli diedi il tempo di chiedermi niente o di fermarmi, che aprii lo sportello, precipitandomi dall’altra parte della strada.
La chiamai e si voltò, raggiungendola sotto al balcone di un palazzo, davanti all’insegna luminosa di un pub.
“Che ci fai qui?” chiese, tenendo la testa bassa sotto al cappuccio.
“Stavo per farti la stessa domanda.” Sorrisi, avvicinandomi.
“Aspetta!” la sentii ridere, mentre alzava una mano per indicarmi di rimanere dov’ero “Devo farti vedere una cosa...” mandò indietro il cappuccio, rivelando una cascata di capelli...
Rossi!
Spalancai gli occhi, mentre lei sorrideva divertita e la raggiunsi, studiandola.
“Sono così mostruosa?” alzò un sopracciglio.
Scossi la testa -infondo l’avrei trovata bellissima anche con i capelli verdi- ma non riuscii a non rattristarmi “L’hai fatto per lui?”
Lei rise –anche se non capii perché continuava a ridere, mi piaceva. Mi piaceva vederla sorridere dopo la discussione di oggi, mi piaceva il suo sorriso e mi piaceva che fossi io a farla ridere.- “Sapevo che l’avresti detto...” raccolse tutti i capelli con la mano, sfilandoli dal cappuccio.
Sorrisi, guardando i boccoli che si era fatta arricciare “Sei bellissima.”
Si scostò la frangia, avvicinandosi e cingendomi il collo, guardandomi per un po’.
Rimasi immobile, cercando di capire che cosa volesse fare.
Alzò la mano, giocando con i miei capelli bagnati, allontanandoli dal mio viso “Anche tu.”
“Eh?” risi, confuso.
“Lo sai Harry, anch’io penso che tu sia bellissimo.” Sorrise, mordicchiandosi il labbro “Anzi, con i capelli bagnati sei ancora più...”
“Ok, ho capito!” risi, sentendo l’odore d’alcool che proveniva dalle sue labbra rosee “Hai bevuto vero?”
“Io? No...” scosse la testa, agitando la massa rossa di capelli alla quale dovevo ancora abituarmi “Diciamo che il barista è stato molto gentile con me.”
Risi, cingendole la vita per aiutarla, mentre poggiava la testa sulla mia spalla “Lo vedo.”
“Mi ha dato il suo numero di telefono, sai?” mi cinse il collo, sostenendosi.
Guardai verso la strada, aspettando di beccare un taxi o un autobus, assecondandola “Davvero? E lo chiamerai?”
Scosse la testa “Ho detto che era gentile, non che fosse bello!” Risi, avvistandone uno in lontananza.
“Non era bello come te...” si alzò, prendendomi il viso tra le mani.
La guardai divertito, trovandola semplicemente adorabile da ubriaca, mentre mi sporgevo verso la strada, fermando il taxi.
“Ieri ho letto un articolo su di te.” Sorrise.
“E cosa diceva?” le accostai il cappuccio alla fronte, per prepararla ad uscire in strada.
Camminò con me, avvicinandosi al bordo del marciapiede “Hai detto che vorresti uno di quei baci sotto la pioggia da film.”
Mi fermai, guardandola divertito mentre posava di nuovo le mani tra i miei capelli “Sarà per il prossimo temporale, che ne dici? Quando sarai sobria!”
“Uff, come siamo noiosi, Styles! Ho bevuto poco così!” brontolò, indicò la quantità con le dita.
“Certo, Jen...” le baciai la fronte “Comunque non penso che Cam ne sarebbe entusiasta...”
Il tassista, ci guardò sbuffando. Premette l’acceleratore e se ne andò, nonostante avessi provato a fermarlo.
“Tranquillo, Cam adesso sarà con Joey!” rise.
Alzai il sopracciglio e lei alzò le spalle, sorridendo ‘adorabilmente’ da ebete.
“Credevo che lo sapessi.” Rise di nuovo “Sei stato tu a dirmi che Cam era andato con un’altra. Pensavo che sapessi che si trattava della tua amichetta.”
Le cinsi le spalle, portandola di nuovo sotto al balcone “Jen, che stai dicendo?”
Alzò di nuovo le spalle e ringraziai il cielo che fosse ubriaca, perché in circostanze normali adesso l’avrei sicuramente vista piangere.
Vidi un altro taxi e le allungai la mano, indicandole di tornare in strada.
Mi seguì, entrando nell’auto.
Mentre tornavamo all’università, oltre a smettere di piovere, Jen si addormentò sulla mia spalla.
   Entrai nella nostra camera, vuota.
“Giusto...” pensai. Julia, Liam, Louis e Juls avevano fatto il miglior compito di storia ed il prof li aveva premiati con delle lezioni a Manchester e dovevano essere già partiti.
Niall e Zayn invece, dovevano averne approfittato per trasferirsi dalle loro ragazze.
Posai delicato Jennifer sul suo letto, sfilandole le Converse e la felpa fradice, accostando le coperte fino alle spalle.
Mi voltai, per andarmene, quando sentii prendermi il polso “Te ne vai?”
“Dormi Jen...” le sorrisi.
“Resta, ti prego.” Mi strattonò il polso.
Risi, annuendo “Vado a mettermi qualcosa di asciutto. Tu dovresti fare lo stesso.”
Rientrai in camera sua qualche minuto dopo, trovandola già addormentata.
Pensai di andarmene, sapendo che era la cosa giusta.
Poi pensai che le avevo detto che sarei rimasto. Non volevo deluderla, giusto?
Scostai le coperte e mi infilai affianco a lei, che aprì gli occhi.
“Buongiorno, pel di carota.” Risi, scostandole i capelli dal viso.
Rise, guardandomi poi negli occhi “Devo parlarti.”
Le sorrisi, baciandole la guancia “Ora dormi, parleremo domani mattina.”
Anche lei sorrise, posando la testa sul mio petto.
La strinsi a me, affondando il viso tra i capelli rossi che profumavano di shampoo al cocco.

Mi svegliai qualche ora dopo. Svegliato dai suoi singhiozzi.
Le accarezzai i capelli, chiamandola mentre i miei occhi si abituavano al buio.
“Scusa, non volevo svegliarti.” Sussurrò “E non volevo neanche bagnarti la maglietta.”
“Che schifo, hai sbavato?” la presi in giro, meritandomi un cazzotto.
“Sei sempre il solito sensibile, Styles!” Rise, puntandosi sui gomiti per alzarsi.
“Sai, ti preferivo quando eri ubriaca.” Lei alzò il sopracciglio ed io annuii “Mi hai detto che sono bellissimo e per una volta non sono stato io a provare a baciarti!”
Rise, scostandosi i capelli imbarazzata mentre io la guardavo.
“Non me li sono tinti da ubriaca se è quello che pensi!” ridemmo “Stavo solo camminando e, mentre ascoltavo i Paramore, mi sono ritrovata davanti ad una parrucchiera.” Alzò le spalle “Poi mi sono accorta che tu avresti pensato che mi fossi tinta per Cam... e li ho fatti ricci.”
Sorrisi, accarezzandole la guancia, trovandola bagnata “Jen, hai pianto?”
Lei non rispose, posando di nuovo la testa sul cuscino e girandosi dall’altra parte.
“Hai pianto...” avevo paura a dirlo, mentre scavalcavo la massa rossa, per guardare il profilo del suo viso oltre spalle “...per colpa mia?”
Non rispose, facendo iniziare a far battere il mio cuore più veloce, ansioso “Jen, mi dispiace per oggi...”
Lei si voltò di scatto, interrompendomi.
Mi prese il viso tra le mani e accostò le mie labbra alle sue delicata.
“E questo per cos’era?” sussurrai confuso, a pochi centimetri dai suoi occhi lucidi.
“Era per dirti che tu avevi ragione ed io sono una cogliona!” abbassò lo sguardo e temetti fosse di nuovo sul punto di piangere.
“Jen, ascoltami...” le accarezzai la guancia, asciugandole qualche lacrima e le alzai il viso “Non dovresti sprecare neanche una lacrima per quel coglione!” lei mi abbracciò, affondando la testa sul mio petto, stringendo tra le mani la mia T-shirt, continuando a singhiozzare. Le accarezzai i capelli “Non puoi soffrire per lui! Era il ragazzo più fortunato del mondo e ha scelto di andare con la regina delle stronze! L’unico che dovrebbe piangere è lui...” Non riuscii a consolarla, mentre altre lacrime scendevano dai suoi occhi.
Le presi di nuovo il viso tra le mani e cominciai a lasciarle dei baci delicato sulle guance, asciugandole.
Quando smise di piangere, singhiozzando ogni tanto, le accarezzai la guancia, aspettando che mi guardasse negli occhi “Io non ti farei mai soffrire come ha fatto lui, lo sai?”
Annuì, accarezzandomi anche lei la guancia dove avevo ricevuto il cazzotto.
Mi avvicinai, baciandola.
La strinsi a me, cingendole la vita, mentre sentivo la sua presa dietro la mia nuca.
“Ho sbagliato tutto.” Si allontanò, poggiando la fronte sulla mia.
Il mio cuore perse qualche battito.
No, non di nuovo. Io non sarei più riuscito a stare senza di lei...
“Avrei dovuto lasciarlo quando ci siamo baciati la prima volta.” Sorrise, mordicchiandosi il labbro.
Sorrisi, tornando a sentire il cuore battere normalmente e quella sensazione alla bocca dello stomaco che ormai era diventata familiare, affianco a lei.
La baciai di nuovo, stavolta spostandomi poi lungo la guancia fino a raggiungere il suo orecchio “Jen, ti amo.”
Lei sorrise, puntando le mani sul materasso e mettendosi con il viso sopra al mio, sorridendo “No, Styles: io ti amo di più.”
Le posai una mano sul collo, tra i capelli rossi dietro la nuca, accarezzandole con il pollice la guancia, avvicinandola di nuovo a me per baciarla.
Misi le mani sui suoi fianchi, reggendola per girarmi e farla sdraiare con la schiena sul materasso.
Sorrise, cingendomi il collo per avvicinarmi, baciandola di nuovo.
Mentre lei aveva preso ad accarezzarmi i capelli, io cominciai a lasciarle una scia di baci lungo il collo, fino alla spalla. Posai una mano sulla spallina della sua canottiera.
“Aspetta!” Mi prese il mento con la mano “E se entra Julia?”
“Julia è a Manchester con Liam e Louis.” La rassicurai. Guardò comunque la porta “Zayn e Niall dormiranno sicuramente da Sarah e Marty.” La baciai sul neo che aveva sul collo, sotto l’orecchio.
Sorrise, baciandomi.
Riprovai, posando di nuovo la mano sulla sua spalla “Aspetta!”
Sospirai, alzando lo sguardo sul suo viso e vedendola sorridere, divertita “Jen, ma chi vuoi che entri, la regina?” Scoppiò a ridere, contagiandomi.
Mi prese il viso tra le mani, dandomi un bacio a stampo sulle labbra, prima di avvicinarsi al mio orecchio, posarvi un bacio e sussurrarmi “Volevo solo dirti che mi dispiace di averci messo così tanto a capire che eri solo tu quello che volevo.”
Sorrisi, sentendo il cuore leggero come una piuma e le solite farfalle a spasso per la mia pancia.
E mentre io ancora pensavo alle sue parole, lei prendeva l’iniziativa, sentendo le sue mani afferrare la mia maglietta.

Aprii gli occhi, svegliandomi di soprassalto per un colpo alla spalla.
“Scusa!” rise Jen, baciandomi nel punto in cui mi aveva colpito “Stavo cercando di scendere dal letto senza svegliarti, per comprarti la colazione... ma non ci sono riuscita.”
Le sorrisi, cingendole la vita e guardandola seduta a gambe incrociate affianco a me, indossando la mia maglietta del pigiama e un paio di slip “E pensavi di andare in caffetteria così?”
Lei alzò un sopracciglio, scuotendo la testa divertita.
Prese il colletto della T-shirt, nascondendoci il viso fino alla punta del naso “Mi piace. Ha il tuo profumo.”
“Puoi tenerla se vuoi.” L’avvicinai a me, poggiando la schiena alla spalliera del letto.
“A proposito, buongiorno.” Sorrise, baciandomi la guancia prima di posare la testa sulla mia spalla.
“A proposito, ti amo.” Le alzai il viso, baciandola.
La porta si aprì all’improvviso e ci separammo immediatamente, non appena sentimmo le voci dei ragazzi.
“Ci sembrava di aver sentito qualcuno parlare.” Si affacciò Zayn.
“Mhm... non mi sembra che stiano parlando.” Rise Niall.
“Voi non avete una camera?” li interruppi, scocciato.
“Siamo appena tornati...” si vantò Zayn.
“Già, giusto in tempo per guadagnare dodici dollari!” esultò l’irlandese “Sapevo di poter contare su di te, Hazza!”
Jen, superato l’imbarazzo, si mise a sedere, guardandoli con un sopracciglio alzato “Dovrei sapere di cosa state parlando?” mi guardò, ma alzai le spalle, anch’io confuso.
“La scommessa!” rispose Zayn “A proposito, bei capelli...”
“La scommessa!?!” l’espressione sul viso di Jen cambiò, fissandomi.
Spalancai gli occhi, ricordandomi di quella stupida scommessa che avevo fatto con loro, prima di conoscerla.
Prima di innamorarmi di lei.
“Ci hai messo un po’, ma sei ancora entro i termini, Styles.” Niall alzò il pollice “Sbaglio o hai qualcosa di diverso, Jen?”
Di nuovo, ignorò le domande sui suoi capelli, insistendo “In cosa consisteva la scommessa?”
Interruppi Niall prima che potesse rispondere, lanciandogli un’occhiataccia “Jen, calma! Non è...”
“In cosa diavolo consiste questa scommessa?” esclamò, mentre la vedevo diventare nervosa.
Zayn fece per parlare, ma lei lo zittì con un gesto della mano “Voglio che sia tu a dirmelo.”
Abbassai lo sguardo, non riuscendo a sostenere il suo, non appena si posò sul mio viso.
Presi un respiro profondo e alzai la testa “Ho scommesso che sarei riuscito a venire...” sospirai, tornando a guardare il copriletto rosso “...a letto con te entro un mese.”
Rimase un attimo immobile, mentre gli angoli della bocca si piegavano verso il basso e le sopracciglia si corrugavano. Si riprese, cercando di alzarsi.
“Aspetta! E’...” non terminai la frase, ritrovandomi con le sue cinque dita sulla mia guancia, lasciando uno schiocco e probabilmente anche l’impronta.
“Fammi un favore, ok? Non rivolgermi più la parola.” Mi guardò dura, come non l’avevo mai vista e si alzò, liberando il polso dalla mia presa.
Si voltò di nuovo, guardandomi, prima di sbattere la porta ed andarsene.
Nei suoi occhi si leggeva tutta la delusione.
Era appena stata delusa dal suo ragazzo ed io, dopo averle promesso che non l’avrei mai trattata allo stesso modo... le avevo appena spezzato il cuore.
Lanciai un’occhiataccia ai miei amici, aprendo la porta mentre suonava il campanello.
Jen raggiunse la porta d’entrata, aprendola.
Rimanemmo entrambi immobili, quando vedemmo Cam.
Era davanti a lei, con un borsone in mano “La mia camera è allagata. Il rettore mi ha mandato qui, dice che avete dei posti letto disponibili.”
No, non era possibile.

A little space for me...

E si scende ancora, ragazzi!
Lo so, la storia è un po'... turbolenta!
Aspettate di leggere il prossimo capitolo... <3

  Cam <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** La geometria non fa per me!!! ***


23 – La geometria non fa per me!!!

Rimasi immobile, guardando il mio... cioè, Cam davanti a me.
“Che ne dici, mi fai entrare?” sorrise.
Annuii, meccanicamente, spostandomi per farlo passare.
Mi guardò, accarezzandomi i capelli “Sei bellissima, lo sai?” Posò il borsone per terra, avvicinandosi per baciarmi. Avevo la testa talmente piena di pensieri e problemi, che non fui abbastanza reattiva da scansarmi.
Mi baciò a stampo, prima che Harry ci interrompesse “Che sta succedendo?”
Sentii Cam sbuffare, alzando lo sguardo sul mio coinquilino.
Studiò prima lui, in piedi davanti alla porta della mia camera -in mutande- e poi me, con indosso solo la maglia di Harry.
Abbassai lo sguardo automaticamente, come se toccasse a me sentirmi in colpa.
“Stavo per dire la stessa cosa...” Cam gli lanciò un’occhiataccia.
“Vieni con me.” Gli presi la mano, andando verso la mia camera.
Superai Harry senza neanche guardarlo, facendolo scansare mentre gli altri due se ne tornavano nelle loro stanze. Mi sedetti sul letto ed aspettai che Cam mi imitasse.

Harry’s POV
Me ne stavo con la schiena poggiata alla parete, ascoltando frammenti della conversazione tra Cam e Jennifer.
Ascoltavo il tono alto e a dir poco furioso della voce di Jen, mentre Cam cercava di calmarla.
Sentii pronunciare il mio nome e mi avvicinai alla porta.
Attraverso il legno bianco arrivarono alle mie orecchie cristalline le parole del roscio “Io ti amo, Jen!”
Lei non rispondeva o per lo meno non riuscivo a sentirla.
Senza pensarci un attimo, mi alzai in piedi, aprendo la porta.
Mi trovai davanti a Cam, con il viso di Jen tra le mani.
Le loro labbra unite in un bacio.
Odiavo vederli insieme e odiavo che lui l’avesse fatta soffrire.
Ma soprattutto odiavo vederla con lui nonostante l’avesse fatta soffrire.
Aveva detto di amarmi e io non potevo più vederla insieme a lui!
“Hai detto che ti serve una stanza.” Li interruppi “Nessuno ha detto che potevi stare in questa.”
Il roscio si alzò, venendomi incontro –gli si leggeva in faccia che aveva tanta voglia di prendermi a pugni quanta io ne avevo nei suoi confronti- “Non stiamo parlando della tua camera. Non sei tu a decidere.”
“Harry ha ragione. Dovresti andare a sistemare la tua roba.” Parlò Jen, dalle sue spalle.
Sorrisi sollevato, mentre Cam si voltava, tornando verso di lei “Jen, credevo dovessimo parlarne...”
Lei scosse la testa, mentre io cercavo di disintegrare con gli occhi la mano che le accarezzava la guancia.
“Cam, non peggiorare la situazione...” Jen mise la sua mano su quella di Cam, levandola dalla sua guancia e continuando a stringerla –Perché non dava uno schiaffo anche a lui? Perché doveva fare così male
vederli insieme? Perché avevo paura?-.
Cam sospirò “Ti prego, è importante.”
Lei sembrò pensarci, mentre sia io che il roscio aspettavamo ansiosi la sua risposta “Non ora, d’accordo?”
Sul viso del ragazzo comparì un minuscolo sorriso speranzoso, mentre le baciava la guancia –contrazione al mio stomaco a parte...- ed usciva dalla stanza, dandomi una spallata “Ci vediamo sul campo.”
Risi, annuendo e richiusi la porta alle mie spalle.
Rimasti soli, mi misi in ginocchio ai piedi del letto, prendendole le mani che teneva sulle gambe “Tutto ok?”
Alzò il viso, guardandomi.
Gli occhi scuri sembravano così duri e impenetrabili, che con quegli insoliti capelli rossi non sembrava neanche la mia Jen. Non riuscii a sostenere il suo sguardo...
“Mi sembrava di essere stata chiara: non devi più rivolgermi la parola.” Svincolò dalla mia presa, ritirando bruscamente le mani.
Fece per alzarsi e provai a fermarla, quando il cellulare, dal suo comodino, vibrò.
“Ju?” sorrise, non appena sentì la voce della sua migliore amica “Come va a Manchester?”
Probabilmente doveva sembrarle l’unica persona di cui si potesse fidare in quel momento.
Già, perché probabilmente io ero la prima nella lista delle persone che l’avevano delusa.
Sentii chiaramente la voce di Julia, dall’altro capo del telefono, chiederle ‘Allora, mi sono persa qualcosa?’
Jen si voltò, guardandomi. Rimase in silenzio per qualche secondo, cercando di riassumere le ventiquattro ore peggiori della sua vita “Mi sono fatta rossa.” Quella era l’unica novità che le raccontò.
Mi guardò di nuovo, indicando con la testa la porta.
Annuii, sconsolato e l’assecondai, uscendo e lasciandola da sola.

Jennifer’s POV
Ringraziai il cielo di aver partecipato il giorno precedente alle selezioni per le cheerleader.
Ringraziai anche il caso, per avermi fatto incontrare la coach il pomeriggio scorso.
Avevo una scusa valida per uscire dalla mia stanza, dove l’aria si era fatta a dir poco soffocante!
Rientrai per l’ora di cena, dopo aver passato il resto del pomeriggio con le mie amiche –e prima che mi cacciassero per l’arrivo dei loro ragazzi-.
Presi un respiro profondo, poi infilai la chiave ed aprii la porta.
Cam -seduto all’estrema destra del divano- ed Harry –dalla parte opposta- si girarono simultaneamente, guardandomi.
“Ben...” non diedi a Cam il tempo di finire neanche quella frase.
“Vado a farmi una doccia!” entrai di corsa in camera mia, prendendo le mie cose. Riuscii altrettanto velocemente, chiudendomi nel bagno.
“Ti va se ordiniamo cinese?” bussò Harry.
“Ehm... sì.” Risposi, prima di alzare il volume di ‘Jesus of Suburbia’ in riproduzione dal mio cellulare ed aprire l’acqua. Uscii da lì dentro solo quando sentii suonare il campanello.
Accettai la mia scatola di cinese, considerando seriamente l’idea di rinchiudermi in camera mia.
Sbuffai, optando per l’affrontarli e mi sedetti sul divano. In mezzo.
“Dov’è il telecomando?” cercai tra i cuscini e sotto il plaid affianco a me, sul divano.
I due ragazzi scattarono in piedi, fiondandosi verso il tavolino.
Non ci posso credere... stavano davvero facendo a gara per portarmi il telecomando?
Cam, glorioso, tornò a sedersi, porgendomelo.
Sorrisi, ringraziandolo, cercando qualcosa da vedere “Avete qualche proposta?” guardai prima uno, poi l’altro. Alzarono entrambi le spalle, scuotendo la testa.
“Va bene qualsiasi cosa scegli.” Si affrettò ad aggiungere Harry.
Risi, voltandomi verso di lui “Ti senti bene, Styles?”
Non appena scese dal bracciolo, facendosi un po’ più vicino, mi pentii di avergli concesso una tregua –se pur di soli tre secondi-.
Continuai a fare zapping, senza togliere gli occhi dalla televisione, mentre sentivo che anche Cam si era spostato. Mordicchiandomi il labbro imbarazzata, arrivai a trovare una partita di football.
“Vuoi che lasci qui?” chiesi, sapendo quanto Cam adorasse quello sport.
Lui scosse la testa, sorridendo gentile “No, tranquilla. So che ti annoia...”
“D’accordo...” alzai le spalle, ignorando il fatto che la sua gamba arrivò a sfiorare la mia.
Non mi voltai dall’altro lato, ma sentii Harry sbuffare e continuai a cercare qualcosa da vedere.
“Qui?” chiesi, trovando una partita del Manchester, la squadra del cuore di Harry.
Scosse la testa, approfittandone per avvicinarsi anche lui “Non preoccuparti. Scegli qualcosa che piace a te.”
Ok, la faccenda si stava facendo davvero troppo imbarazzante!
Mi alzai, posando il telecomando sul tavolino e voltandomi. Solo allora notai che entrambi avevano il braccio sullo schienale del divano.
Cercai di trattenermi dal ridere, decidendo di lasciarli soli, a discutere tra di loro quale programma guardare “Io vado in camera mia. Sono piuttosto stanca...”
Passai la sera a disegnare, alternando l’ascolto di musica a quello delle litigate dall’altra stanza.
Un paio di volte la porta si aprì, comparendo prima il riccio, poi il roscio, per ‘assicurarsi che non mi servisse nulla’.
Oh cielo... quei due erano seriamente ritardati!
Beh, almeno avevo trovato qualcosa di divertente in tutta quella situazione.
Quell’orribile situazione. Cercavo di non pensarci, di non realizzare che il mio ragazzo era stato con un’altra e il ragazzo che amavo, mi aveva solo presa in giro.
   Andai a dormire piuttosto tardi, ma non ero stanca e un paio d’ore dopo ero già sveglia.
Mi alzai, andando silenziosamente verso il frigo, per prendere un bicchiere d’acqua.
La porta della stanza di Harry si aprì e comparve la capoccia riccioluta. Rimasi a guardarlo mentre entrava nella mia stanza.
Non ebbi il tempo di andare a riacchiapparlo per le orecchie, che la porta dell’altra stanza si aprì e comparve Cam. Attraversò il salone ed entrò anche lui nella mia stanza.
Li raggiunsi, accendendo la luce e godendomi le loro facce “Che cos’è, un pigiama party?”
Quella situazione non faceva per me: avevo sempre odiato i triangoli ed essere 'uno dei vertici della figura' non era per niente come lo fanno apparire nelle saop-opera... in più ero sempre stata una frana in geometria!
Il giorno dopo andai a stare da Marty e Sarah...

A little space for me...
 

Spero che il capitolo vi sia piaciuto ma soprattuto spero che avrete voglia di leggere... il prossimo ed ULTIMO capitolo!
 



  Jen in Red! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** You are my Happy Ending ***


24 – You are my Happy Ending

Indossai per la prima volta la mia divisa da cheerleader ed uscii dallo spogliatoio.
Sentii un fischio d’ammirazione da dietro e mi voltai “Ju!”
Le corsi incontro, abbracciandola “Li voglio anch’io!” studiò i miei capelli.
Risi, agitando i fianchi facendo muovere la gonna “E che mi dici di questa?”
“Sei uno schianto.” Ammiccò.
Ridemmo entrambe, camminando sottobraccio verso il campo, dove stava per tenersi il falò per celebrare l’inizio della stagione di football.
La porta degli spogliatoi si aprì ed uscì Harry con la divisa da giocatore.
Mi guardò dalla testa ai piedi, sorridendo “Sei una cheerleader?”
Alzai le spalle “No, è il mio vestito da carnevale!”
Si avvicinò “Possiamo parlare?”
“Devo andare, la mia squadra mi sta aspettando e tu dovresti fare lo stesso.” Tagliai corto, cercando di sfuggirgli.
“Ti ho vista con Cam stamattina!” mi richiamò.
Mi voltai, rifilandogli un’occhiataccia “E allora?”
“Io vi lascio soli...” Julia si sentì di troppo, arrossendo.
“Resta.” Le dissi, mentre nello stesso momento Harry annuiva “Grazie.”
Sbuffai, incrociando le mani al petto mentre la mia amica se ne andava.
Harry si avvicinò di nuovo “Allora: perché eri con lui?”
Imitai una risata, acida “Sono affari miei, non credi?”
“Jen, non voglio litigare...” cercò di prendermi le braccia, ma mi scansai “Tu non immagini come mi sento ogni volta che ti vedo con lui!”
Commisi l’errore fatale di alzare gli occhi, incontrando i suoi così tristi. Abbassai subito lo sguardo sulle mie Converse rosse, con la scusa di scostarmi i capelli “Che cosa vuoi che ti dica, scusa?”
“Io... non mi devi delle spiegazioni. E’ solo che...” cercò di spiegarsi, ma io lo attaccai.
“Infatti, non ti devo alcuna spiegazione!” puntualizzai.
Prese il mio viso tra le mani, costringendomi a tenerlo all’altezza del suo “Non puoi scegliere lui...”
“Harry, te l’ho già detto: non è la gara e io non sono un trofeo.” Sussurrai anch’io, imitandolo anche se non ce ne era alcun bisogno “Anche se fosse, io non devo rendertene conto.”
Spalancò gli occhi, puntandoli nei miei “Lui ti ha spezzato il cuore, ti ha imbrogliato...” gesticolò, nervoso.
“E tu?” lo interruppi.
Rimase in silenzio, boccheggiando per qualche secondo.
“In bocca al lupo per la partita di football.” Mi alzai sulle punte, baciandogli la guancia.
Poi mi voltai, lasciandolo solo.

Gli studenti, sotto al palco, applaudirono alla fine del nostro numero con enfasi.
Salì il coach, pronto per il suo discorso e noi ci mettemmo in fila, per scendere le scale.
Come toccai terra, una mano mi afferrò il braccio, portandomi fuori dalla fila.
“Vieni con me.” Sussurrò Harry.
Svincolai dalla sua presa, ritirando il braccio “Harry, lasciami in pace!” mi voltai, raggiungendo la mia squadra. Lo sentii sbuffare e capii che mi stava seguendo.
Approfittando della folla, mi infilai fino a mischiarmi in mezzo a tutti quegli studenti, nelle file dietro.
Mi guardai intorno soddisfatta: l’avevo seminato.

Harry’s POV
Per quanto si fosse impegnata, non era difficile individuarla, con quei capelli, neanche in mezzo a tutta quella gente euforica.
Passando dalle ultime file, mi misi dietro di lei e posai le mani sui suoi fianchi.
Saltò con un urlò di sorpresa, che venne sovrastato da quelli degli altri studenti, per un’incitazione del coach.
Mi avvicinai, continuando a tenerla, finché non sentii la sua schiena poggiata al mio petto.
“Hai due opzioni: mi metto ad urlare e ti faccio arrestare per tentato stupro...” continuò a guardare davanti, applaudendo “O mi giro e ti sistemo con le mie mani!”
Risi, scostandole con una mano i capelli e li posai sull’altra spalla, sussurrandole vicino all’orecchio “Voglio solo parlarti.”
“Non ti è mai passata per l’anticamera del cervello l’idea che io non abbia alcuna intenzione di parlare con te?” commentò acida.
“So che neanche tu vuoi che me ne vada.” Insistetti.
“Ah sì? E come fai ad esserne così sicuro?” urlò, seguendo la massa, fingendo di star ascoltando il discorso.
Sorrisi, voltandole il viso con la mano sotto al mento, portandola alle mie labbra prima che potesse obbiettare. Mi allontanai poco dopo, sorridendo vittorioso.
“Sei sleale, Styles.” Alzò le spalle, tornando a guardare il coach che accendeva la sua torcia.
Sbuffai “Non mi lasci altra scelta!” Alzò un sopracciglio, girandosi confusa, ma non le diedi il tempo di chiedermi niente che la caricai sulle mie spalle come fosse un sacco di patate.
Provò a divincolarsi dalla mia presa, dandomi dei cazzotti sulle spalle che, purtroppo per lei, erano imbottite sotto la divisa.
Lasciammo il corpo studentesco a godersi le ultime parole del preside e l’accensione del fantoccio di legno, portandola dietro gli spalti.
Un ragazzo con la divisa della squadra ci fissò mentre ci allontanavamo. Portava il casco, ma ero sicuro al 100% si trattasse di Cam.
“Stavo ascoltando!” mise le mani sui fianchi, quando i suoi piedi toccarono di nuovo terra.
“Bene, adesso ascolti me.” Ribattei, serio.
Sbuffò, poggiandosi con la schiena al muro, incrociando le braccia al petto.
Alzò il piede destro, poggiandolo alla parete e la gonna rossa e bianca frusciò, lasciandole le gambe scoperte. La guardai solo un attimo indossante la divisa, pensando a quanto fosse bella...
Mi avvicinai, mettendomi di fronte a lei “Jen, quella scommessa è solo una cosa stupida ed è successo prima che mi innamorassi di te!”
Lei rimaneva in silenzio.
Posai la mano sul muro, accarezzandole il viso con l’altra “Io ti amo.”
Mise la mano sul mio petto, quasi aspettandosi di riuscire a sentire il battito del cuore “Dillo di nuovo.”
Alzai un sopracciglio, confuso.
Lei mi cinse il collo, avvicinandomi il viso al suo “Dimmi che mi ami.”
Sorrisi “Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti...” Mi interruppe, alzandosi sulle punte, facendo incontrare le mie labbra con le sue.
“So che ti sembrerà una richiesta da bambina, ma...” alzò gli occhi, puntandoli nei miei, mentre con le dita mi accarezzava i capelli “Ti prego, giuramelo.”
Le accarezzai la guancia con il pollice, la mano sul collo “Te lo giuro: ti amo come mai nessun’altra.” l’avvicinai a me, baciandola “...per sempre.” Aggiunsi, prima di posare le mani sui suoi fianchi, stringendola a me, appiattendoci al muro.
Mi allontanai appena, sorridendole “Credo sia il tuo turno.”
Si morse il labbro “Ti amo anch’io, Styles!” prima di ritirarmi a sé per baciarmi di nuovo.
Posai il dito sulle sue labbra “Ah! Credo che non basti...”
Alzò un sopracciglio, ridendo. Le suggerii all’orecchio, lasciandole un bacio.
Rise, scuotendo la testa. Si alzò sulle punte, poggiando la fronte alla mia “Solo te.”
Sorrisi, prendendole il mento con la mano, riportando le sue labbra alle mie.
“Devi andare...” posò la mano sulle mie spalle, spingendomi.
“Non me ne andrei per niente al mondo...” sorrisi, baciandola sotto il mento.
“Harry, sono seria. Ti stanno chiamando!” rise.
Mi allontanai di scatto, ascoltando la voce arrabbiata del coach che mi richiamava all’appello.
“Merda!” corsi, prima di fermarmi e tornare da lei.
La baciai, accarezzandole velocemente il viso “Promettimi che non mi sfuggirai di nuovo. –chiamarono di nuovo il mio nome- Promettimi che ci rivedremo qui alla fine della partita.”
Sorrise, annuendo “Te lo prometto.”
La baciai un’ultima volta mentre mi richiamavano per la quinta e corsi, indossando il casco e raggiungendo la mia squadra.
Entrammo in campo in fila, la capoccia rossa di Cam davanti a me.
La squadra delle cheerleader passò affianco a noi, sorridente.
Jen mi scompigliò i capelli, ammiccando, mentre mi superava.
Cam le prese la mano, trattenendola e le disse qualcosa che non riuscii a capire per le grida dei tifosi.
Neanche lei riuscì a sentirlo, alzando le spalle e se ne andò con le altre ragazze mentre Cam si voltava appena, studiandomi.

Vincemmo 3 a 0 quella sera.
Il primo punto fu merito di Cam che, passando davanti alla panchina, lanciò un bacio a Jen.
Lei arrossì, imbarazzata, voltando gli occhi verso di me e sorrise mortificata.
Il secondo punto, come il terzo, furono il frutto di tutti i miei sforzi.
E non mi importava niente di passare o meno la prima fase del girone, io volevo solo impressionarla!
Forse era per lo sforzo, ma più probabilmente era per i suoi sorrisi, per il vederla saltare esultando, se il cuore mi batteva così forte sotto la divisa...
   La partita era appena finita ed io avevo ancora in testa le immagini di Jen a bordo campo mentre mi rivestivo velocemente, cercando di sistemarmi.
Stavo uscendo, quando sentii una mano trattenermi la spalla “Che vuoi, Cam?”
“Tieni.” Mi porse una rosa. Alzai un sopracciglio, guardandolo confuso “Scemo, non è per te... E’ una ragazza e in particolare le piacciono le cose sdolcinatamente romantiche.”
“Ok, dov’è la fregatura?” la presi.
“Vi ho visti prima della partita, ho visto il modo in cui ti guardava in campo...” Alzò le spalle “Sarebbe inutile continuare a litigare quando è ovvio che sei tu quello che vuole.”
Sorrisi, stringendogli la mano “Grazie.” chiusi la porta alle mie spalle, ma tornai indietro, affacciandomi “Quindi stamattina...”
Cam rise “Ti sei perso la scena?” io rimasi in silenzio, aspettando che continuasse. Si voltò, indicando la guancia “Mi ha mollato uno schiaffo!”
Risi, sollevato, uscendo. Corsi fin dietro gli spalti, dove le avevo dato appuntamento.
Lei non c’era.
Panico.
Scivolando con la schiena lungo il muro, mi sedetti sull’erba bagnata.
Sentii un fischio dall’alto degli spalti.
Alzai la testa, trovando Jennifer con il fischietto in mano e le mani sui fianchi, imitando il coach “Styles! Muovi il culo e vieni in campo, subito!” Risi, alzandomi e correndo verso l’entrata.
La guardai scendere i gradoni, indossando un vestito blu che, come i capelli rossi, assecondando i suoi movimenti. Camminò aggraziata sull’erba con le ballerine intonate, venendomi incontro.
Si fermò, allargando le braccia “Potresti anche fare uno sforzo e venire tu da me!”
Risi, correndole incontro.
“Potresti rifarlo? Sembrava tanto ‘Via col...” la interruppi, prendendole il viso tra le mani per baciarla.
Mi cinse il collo, passando la mano tra i capelli, sentendola ridere sulle mie labbra.
“Sei venuta.” Sussurrai, sulle sue labbra.
Alzò le spalle, sorridendo “Potevo perdermi un appuntamento con il miglior giocatore della squadra?”
Risi, baciandola “Quindi posso raccontare ai miei amici di essere fidanzato con una cheerleader?”
Rise anche lei, alzandosi sulle punte per sussurrarmi “Chi ha mai parlato di fidanzamento?”
Non capii subito cosa volesse dire, poi mi ricordai della rosa che tenevo ancora dietro la schiena “Vuoi che mi metta in ginocchio?” Rise, scuotendo la testa e mi prese le mani.
“Jen...” Le porsi la rosa, sorridendole “Vorresti diventare la mia ragazza?”
Annuii, mordendosi il labbro sorridente e con un salto mi abbracciò “Assolutamente sì!”
“Tu non hai niente per me?” la baciai sotto il mento.
“Un fischietto?” rise.
“Non era esattamente quello che avevo in mente...” sorrisi, avvicinando il viso al suo.
Si alzò sulle punte, ma prima che potessi baciarla, si accesero gli impianti di irrigazione.
Si allontanò di scatto, ridendo.
Le presi la mano, per portarla via, ma lei mi fermò “Credevo stessi aspettando il tuo bacio sotto l’acqua!”
Risi, avvicinandomi e cingendole la vita.
Lei fece il resto, alzandosi sulle punte e cingendomi il collo.
Deviò verso il mio orecchio, sussurrandomi, con la mano tra i miei capelli bagnati “Anch’io ti amo, per sempre.”
Ci guardammo per qualche secondo, sorridendo, prima che le accarezzassi la guancia, avvicinandola a me.
La baciai di nuovo, sentendo il suo cuore battere vicino al mio.
“Allora, era come te lo immaginavi?” alzò il naso, guardando le gocce d’acqua che cadevano.
“Oh, no...” Le scostai i capelli bagnati dalle guance “Con te è meglio di come avrei potuto sognarlo!”
Sorrise, mordicchiandosi il labbro e puntò le dita sulle mie guance, dove immaginavo dovessero esserci le fossette. Le guardò continuando a sorridere, prima di lasciare un bacio su entrambe.
La presi in braccio mentre mi cingeva il collo “Forse è meglio se ce ne andiamo, prima di ammalarci...”
Rise “Mi porterai nel tuo castello?”
Risi anch’io, cominciando a camminare “Certo, il cavallo bianco ci attende fuori.”
“Credi che riuscirò mai a vederti con un pennacchio e la calzamaglia azzurra?” posò la testa sulla mia camicia.
“Anche se sarei comunque incredibilmente sexy...” le baciai la fronte “Non ci spererei!”
“Non importa, tu per me sei comunque il mio principe azzurro.” Sorrise, lasciandomi un bacio sul collo.
Mi voltai, guardandola negli occhi sorridendole “E vissero per sempre felici e contenti?”
Annuì, accarezzandomi le guance, sorridendomi prima di baciarmi “Tu sei il mio lieto fine, Styles.”

A little space for me...

Ok, questo è il momento commovente: grazie a tutti quelli che sono arrivati a sopportarmi fino all'ultimo capitolo, a chi ha recensito e chi ha letto in silenzio, grazie alle mie migliori amiche per avermi sostenuto lungo tutta la storia e alle persone che ho conosciuto capitolo dopo capitolo. Spero di non aver dimenticato nessuno.
In caso contrario, un ringraziamento a tutti quelli che ho dimenticato di ringraziare!!!!
Vi amoooooo!!! -anche se non vi conosco!-
Un possibile seguito? In questo periodo non ho proprio tempo, I'm sorry...
Però posso dirvi che ho in serbo per voi una sorpresa...

Jen ed Harry al falò. <3

Se non vi foste ancora rotti di me, potreste leggere l'altra FF che ho scritto:

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** I Promise: I'll Love You Forever ***


25 - I Promise: I'll love You Forever

Se ne stavano entrambi sdraiati sul letto, fissando il soffitto.
“Sotto questo tetto, Jen e Harry si sono incontrati...” cominciò a pensare Jen, ad alta voce.
“Puoi scrivere quel gran figo di Harry?” il ragazzo si beccò una gomitata.
“...e si sono innamorati?” concluse, poco convinta “E’ banale!”
Harry finse di avere un pennarello in mano “Io, Harry Styles, prometto di amarti...”
Jen imitò uno sbadiglio “Oggi non ti viene niente di romantico, Styles?”
Alzò le spalle, commentando ironico “Forse perché siamo soli, sul letto e continui a guardare il soffitto!”
Jen rise, puntandosi sui gomiti per dargli un bacio “Io voglio che tutti quelli che entreranno qui dentro vedano la nostra scritta e sappiano che ci amavamo!” spiegò per l'ennesima volta.
Harry le accarezzò la guancia “Amiamo. Non mi piace sentirlo al passato!” La ragazza sorrise, posando la spalla sul suo petto mentre le accarezzava i capelli rossi “Ovvio, sarà per sempre.”
Il riccio le prese il pennarello di mano, delicato “Vuoi scrivere tu? Sì dai, hai una calligrafia migliore.”
“Cosa dovrei scrivere?” chiese Jen.
“Ti fidi?” sorrise, porgendole il pennarello nero indelebile.
Si avvicinò, sussurrandole all’orecchio.
Jen sorrise, annuendo e lui le baciò la guancia.


Jennifer ed Harry, Per Sempre.
 

A little space for me...
Ok, questo era l'ultimo vero e proprio capitolo che avevo in serbo per voi.
Spero che vi sia piaciuto anche se è molto breve!
Spero anche che commenterete, lasciando delle recensioni. Graziiiie :D

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1030742