Vita di stile

di VeganWanderingWolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** nella marmellata collettiva ***
Capitolo 2: *** che importa? ***
Capitolo 3: *** qualcun'altro ***



Capitolo 1
*** nella marmellata collettiva ***


 

se vuoi esistere farai meglio a darti una mossa

a scegliere un articolo ed entrare nel negozio

datti una passata di brillantina

trova le magliette più inutilmente stupide

non preoccuparti del buongusto o dei tuoi gusti

l'importante è che tutto abbia sopra un nome famoso

 

le scarpe giuste, i pantaloni giusti, gli occhiali da sole giusti

sei pronto per uscire di casa

l'orologio giusto, i capelli giusti, le marche giuste

puoi camminare a testa alta

 

strizzata in un camerino a provare e riprovare

non è un problema il cartellino, non è questione di soldi

come una torta importa solo la presentazione

è pieno di cose specializzate proprio per i '-teen'

se poi hai il peso giusto e le parole giuste

ah, non devi più temere di essere sola in un mondo troppo grande

 

i giusti accessori, il giusto trucco, la giusta scollatura

così ti rispettano

le giuste calze, la giusta cintura, le giuste mosse

così ti vorranno conoscere

 

ora ti metti qui al fast food con un panino con una coca

sei proprio come nelle pubblicità giuste

che altro si potrebbe desiderare di più(?)

pensare che ci sono persone che non si preoccupano

di far trapelare qualcosa dei dubbi che hanno in proposito

devono venire da un mondo molto diverso da questo

 

le giuste riviste, le giuste persone, i giusti programmi tv

sei proprio sulla linea d'onda

le giuste sigarette, la giusta musica, i giusti videogame

ragazzo, ragazza, sei proprio una bomba

proprio ganzo, yeah

 

discopopmusic tutti in discoteca

qualcuno ti offre un po' di crack qualcuno un po' di sprint

non si può proprio aspirare al cubo ma nemmeno alla porta

che importa sei proprio lì in mezzo a tutti gli altri

e sei parte della marmellata collettiva finalmente!

dev'essere questo il successo, yeah

 

qualsiasi cosa pur di non rimanere ai margini

la testa inizia a frantumare strani pensieri

e nello sbriciolio generale ritrovi tutto

quello che ti piace e non ti piace di te

così non va, ma buttarsi nella mischia

laddove non importa dove inizi tu e finisce qualcun'altro

purché tu sia solo un pezzo tra tanti nel mucchio

 

le giuste pose, i giusti modi di dire, i giusti voti in matematica

sei proprio una forza

le giuste classifiche, le giuste idee, i giusti modi di pensare

sei proprio il massimo

 

il giusto arredamento, i giusti libri, i giusti poster

uao, vivi dentro una tivù!

le giuste opinioni, il giusto modo di parlare, i giusti film

e sei proprio giusto/a come tutti, come tutti quanti

e se qualcuno ti guarda dal bordo-pista sorridendo

credi che vorrebbe essere al tuo posto, o con te

e non capisci come, mentre ridi delle bollicine nella testa

se ne va. da solo/a, sì, e pur sempre con sé

 

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Capitolo 2
*** che importa? ***


 

piovevano lamette a sfiorarmi i polsi

trucco pesante e ciuffi improbabili

rigorosamente nero, tutto nero è chiaro

e tra canti dilanianti di schermo e cds

quando mi chiesero se ero qui, non risposi

 

sai cosa? oggi sono divers*

sono un caso totalmente perso

e mi sono squalificat* da me

senza dimenticarmi mai di dire 'ohimé'

 

e che importa, dopotutto?

che importa se ci hanno creato gli articoli su misura?

se ci hanno inghiottito in un boccone senza troppo rumore

c'era un tintinnio metallico di monete e un frusciare di carta verde

ma io posso sempre guardare con sguardo sprezzante

e con sorrisetto cinico o indifferente, depresso sì sempre e comunque

entrare nel negozio dalle vetrine agghindate di pizzo nero

 

ci chiamano con qualcosa che ha a che fare col sangue

e mi piace il sangue, il mio colore preferito, dopo il nero

e che importa, dunque?

se ci hanno visto, oh, come ci hanno visto bene

quando iniziammo a raggrupparci con una certa

monotona somiglianza nel vestire e nel dire

(noi la chiamiamo così: affinità)

e così da lontano e da vicino vennero a conoscerci

per accomodarci addosso i loro prodotti, ed offrirci il meglio

era quello che chiedevamo noi, dopotutto

la lanciammo noi quel che chiamano ora 'moda'

sì, questo forniscono: un servizio

a pagamento è chiaro, che il mondo funziona così

 

e che importa se non ricordiamo che non ci videro

prima che fossimo abbastanza somiglianti a un filone di miniera?

 

che importa? sempre una la risposta: niente e nessuno

forse per questo, ancora oggi, in fondo non ci capisco niente

ma se me lo fai notare, sai com’è, dopotutto non mi interessa

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Capitolo 3
*** qualcun'altro ***


.qualcun'altro.

 

per prima cosa non sopportavo quello

che mi dispiegava davanti direzioni

per le quali i miei calzini non sarebbero

mai stati così tanto sporchi

né i miei piedi con troppi calli

senza trovare prontamente una doccia

alla fine di una giornata del loro 'onesto lavoro'

e il modo abbastanza corretto

di non farsi prendere troppo sul serio dalle autorità

non farsi rifiutare da chi t'ha buttato fuori dall'utero

se non piangevi abbastanza da farti sentire

se non piangevi troppo da farli infastidire fin dall'inizio

nessuna battaglia vera e propria

poiché potessi rientrare in un qualche modo giusto

di quelli categorizzati come tali

o perfettamente sbagliato

per farti accettare da quelli

che apprezzavano ogni finta guerra

potesse accogliere la loro diversità ben di marca

 

poi ritrovarsi a non sopportare l'immagine che ti rimanda lo specchio

sostenendo tra te e te che mente mentre tu sai

quanto realmente puoi fare schifo

nel tuo perfetto modo di essere qualcun'altro...

qualcun'altro che vada bene a qualcun'altro

sputandoti fuori dalle stanze per farti divorare da strade vuote

cercando di distribuire cartoncini che ti definiscano

pregando che qualcuno che li raccoglie li sappia leggere anche per te

sono perfino illustrati per abbinarti ad essi

e qualsiasi cosa dicano, perlomeno è su carta stampata

hey, ha un'aria davvero importante, qualcosa che può funzionare

finché non ci butti lo sguardo

e la matta ti ride in faccia e se la volti è solo una matta di colore diverso

ma puoi sempre gettarli e far stampare qualcos'altro

puoi sempre essere qualcun'altro

 

il/la signor* importanza mi ha detto che potevo essere qualcuno

qualcuno con una qualche lettera maiuscola

un nome facile da ricordare, per me prima di tutto

poteva essere fruttifero in qualche modo, poteva funzionare

persino se fossi andato in totale flop-out

ci si poteva rifare su tragedie ben orchestrate

gloria a buon mercato, di quel tipo insomma

che vale nel successo e persino nella disgrazia

purché s'avesse il modo giusto, e quello si può sempre costruire

persino ricostruire dopo un pronto rilavaggio

solo appena più complesso di un remake-up

farlo calzare in qualche modo, adattarlo agli spigoli della personalità

liquido per un contenitore vuoto, riempirlo a puntino

bypassare le analisi più serie, ma tenersi trasparentemente puliti

per non farsi intercettare dagli organi della buona qualità

purché non si strillasse in modo da mandarlo in frantumi

ma per farsi guardare dal pubblico distribuito comodamente in sala

mentre si dava di matto entro i rigorosi confini dello show

 

così ti ritrovasti a dire 'dottore, dottore

mi prescriva qualcosa per stare dentro alla vita di qualcun'altro

pretende di essere me ma io giuro, non ho idea di chi sia

e quando viene a bussare alla mia porta non mi riconosco

ma francamente mi sparerei alla testa quasi tutte le volte che mi vedo

e penso di avere tutte le ragioni per non volere sbagliare il colpo

ma nessuno mi vende più proiettili a credito

mentre a pagare mi danno tutt'altro, tranne un proiettile che valga la pistola'

e tuttavia quando mi son ritrovato le guardie a mordermi il culo

a nessuno di quelli che correvano importava chi diavolo io fossi

sembra proprio che contasse solo quanto veloce potevi correre

mentre pensavo di essere capitato semplicemente nel posto sbagliato

e quando mi sono svegliato pretendevo persino che fosse un brutto sogno

o un sogno sbagliato, diciamo il sogno di qualcun'altro

e potevo sempre svegliarmi ed essere qualcun'altro

fintanto che fosse durato il nuovo costume appena comprato

fintanto che fosse durato di trattenere il successivo conato

presto o tardi che sarebbe arrivato, puntualmente annunciato

 

e quando qualcuno chiamò gli sbirri, e potevo benissimo essere io

per gettarmi fuori di casa l'intruso, e non volevo spiegarmi che fossi io

e quelli mi riconobbero al volo, e poteva benissimo essere stato io

a tentare di far fuori il nemico, temo che fossi in ogni caso io

il mio migliore amico m'aveva tradito malfidamente, prima che riconoscessi ch'ero io

e il mio peggior nemico m'aveva tirato un tiro mancino da capogiro

non volevo ascoltare quando diceva che ero sempre dopotutto io

ma, ali ai piedi, dandomi rapidamente alla fuga

da tutto ciò che invece di appartenermi restandosene tranquillo

mi possedeva, un vero demonio, a suon di acqua trasparente ingoiata spacciandola per santa

e a forza di lenzuola arrotolate per calarsi attraverso lo squarcio

limato attraverso le mie stesse smaltate sbarre, esplose in un delirio di lucidità non richiesta

 

penso proprio che alla fine decisi di corrermi in soccorso

strapparmi di dosso i rilevatori per chiedere alle macchine come stavo

privando chiunque altro della possibilità di affermare chi si presumeva che io fossi

e da una parte risultavo un matto e dall'altra risultavo perfettamente assennato

e da una parte risultavo completamente bruciato e d'altro canto pieno di potenziale inespresso

come una carta appiattita su un tavolo su cui potesse rimbalzare denaro sonante

meriti in splendore di medaglie o demeriti in forma artisticamente alternativa

quando è calata la ghigliottina stavo esattamente di mezzo

nemmeno un amico a darmi una spallata per spostarmi

ma mi sono accorto di avere gambe ancora ben funzionanti, più per correre che per ballare

e una voce più buona ad urlarmi addosso le indicazioni piuttosto che a fare richieste a qualcun'altro

non c'era, in effetti, nessun'altro a parte me, a tenere così tanto alla mia pellaccia

roba per cui essermi particolarmente - dopotutto – grato

 

 

note dello scribacchiatore sottoscritto: no, non è autobiografica. Suppongo che sia riferibile ad una specie di personaggio da ‘star system’ qualsiasi; e, a questo proposito, è al maschile perché così m’è venuta scritta e perché francamente piazzare asterischi e quant’altro in giro dappertutto l’avrebbe resa illeggibile, ma potete prenderla anche al femminile o come vi pare. Bona, fine delle note potenzialmente inutili, del resto fatevene una ragione, bye.

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