The way you look tonight

di Poseidonia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


1

Gramercy, uno dei quartieri più tranquilli di Manhattan quel giorno era teneramente baciato dal sole primaverile. Il  Beth Israel Medical Center, in principio ospedale fondato per gli immigrati ebrei, era pieno di gente quel giorno. Appena si entra si crede di essere più che altro in un centro commerciale. Negozi di tutti i generi affollano i grandi corridoi: alimentari, sanitari, abbigliamento. Tutto ciò che può servire insomma a delle persone rinchiuse in un ospedale. Lì non c’era la preoccupazione di dire “Santo cielo ho dimenticato questa cosa a casa! Ora come farò a prenderla?”.

Con poche banconote si risolveva il problema.

La farmacia ospedaliera era uno di questi negozi.

Qui i medici si alternavano e facevano sia da consultorio che, appunto, da farmacia.

Quella settimana toccava alla dottoressa Granger e al dottor George Cook.

La farmacia stranamente non era “sterile” come la giovane dottoressa definiva i reparti dove lavorava per la maggior parte con donne emozionate e papà che diventavano di gelatina appena sapevano il sesso del bebè in arrivo. Anche Cook era un ginecologo e  spesso era molto più apprezzato della meticolosa Granger. Era affabile, gentile, cortese, gioviale. Forse troppo. Infatti era gay.  Inizialmente la giovane dottoressa ne era rimasta affascinata da quell’uomo così perfetto.

Iniziò a subentrare la confidenza e un giorno alla macchina del caffè George le confessò “ Sai? Werner finalmente si è convinto a presentarmi ai suoi genitori come fidanzato! Ci credi? Sono al S-E-T-T-I-M-O cielo! Dimmi che sei felice Herm!!! Dimmi che sei felice per me!”

Effettivamente in quel preciso istante lei non poteva farlo: era impegnata a cercare di respirare dopo essersi quasi strozzata con la sua cioccolata calda!

                        

E da allora erano diventati inseparabili.

 

In tutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Un tram tram pazzesco! Possibile che tutti oggi abbiano qualcosa che non vada?!-

 

-Herm un’ po’ di pazienza. È arrivata la stagione dell’allergia e tutti al primo starnuto pensano che sia chissà quale malattia pericolosa e invece non è niente di che preoccuparsi. Un paio di settimane e tornerà la tranquillità. - Con una tranquillità disarmante George servì un’anziana signora al banco farmaci senza prescrizione facendole l’occhiolino.

 

-Oh George per cortesia non metterti a fare la corte alle vecchiette!- Lo rimproverò alzando gli occhi al cielo mentre sistemava un nuovo arrivo di antistaminici nel cassetto giusto.

 

-Herm lo sai che lo faccio per accattivarmi le clienti!- le rispose mentre posizionava nuove confezioni di profilattici dai colori cangianti sul banco.

 

Hermione storse il naso. Era troppo pudica secondo George e non faceva nulla per aiutarla, anzi, cercava sempre come farla arrossire.

 

 Era passata qualche ora e finalmente il più del turno era volato via. Approfittando dell’assenza di clienti la mora era andata a prendere due frappé al cioccolato come sostitutivo di un lauto pranzo. Rientrando, mentre poggiava la confezione di George sul suo banco, osservava il cliente che stava servendo il suo collega.

Alto, biondissimo all’inverosimile, jeans costosi che calzavano a pennello e la classica moda che era dilagata negli ultimi tempi t-shirt e camicia colorata. Verde smeraldo. Lei adorava quel colore!

Giusto qualche giorno prima aveva acquistato un abito di quel colore grazie a George e Werner in una loro uscita del sabato pomeriggio.

Sbuffò mentalemente, non avrebbe mai avuto l’occasione per metterlo. Dollari buttati!

 

“Bel fusto! Peccato che George me ne parlerà per giorni dopo che gli rifiuterà un caffè insieme! Il solito latin-lover!”

 

-Hermione cortesemente potresti servire questo signore, gentilmente? Chiede di te!- le comunicò d’un tratto  il moro strisciandole alle spalle – Come fai a scoparti questi fusti io non lo so! Mi ha chiesto di te con una voce così dolce! Volevo saperlo prima! Secondo me, comunque è tinto!- la seconda parte della conversazione George la sputò fuori talmente veloce che alla fine dovette riprendere fiato inspirando a pieni polmoni.

 

-Certo George! Subito sono dal signore!- fece con voce squillante e poi gli sibilò – stronzo gay che non sei altro! Smettila di dire queste cose a lavoro altrimenti mi ritroverò a parlarne casualmente con Werner!- e corse subito dal cliente.

 

Con professionalità si sistemò il camice bianco candido e alzò lo sguardo verso quell’uomo che aveva chiesto di lei.

 

-Salve, come posso aiutarla?- chiese placidamente mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

 

L’uomo per tutta risposta tolse le Ray-Ban total black e con voce roca la sbalordì:

 

-Mezzosangue se non mi aiuti, ti giuro che mi ammazzo qui, seduta stante davanti ai tuoi occhi!

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


m2 -Malfoy! Merlino! Non ti avevo riconosciuto! Cosa ci fai qui?- chiese lei sorridendogli.

-Sto morendo Mezzosangue e tu devi aiutarmi a non farlo! Sono l’ultimo della casata più importante d’…- venne bloccato però da uno sbuffo e un cenno di Hermione che lo fece sdraiare su di un lettino da ambulatorio.

-Draco, ascoltami, siamo due ginecologi. Per rendertela semplice, ci prendiamo cura delle donne incinte quindi né io né il mio collega possiamo aiutarti – continuò spostandogli una ciocca di capelli ribelli dalla fronte e contemporaneamente prese dal suo camice lo stetoscopio - ora però ti farò un check-up iniziale giusto per renderci conto dove indirizzarci. Ok?-
Il ragazzo fece un cenno con il capo e tentò di rilassarsi.

-Dimmi cosa ti fa male e se non sai precisamente cosa sia indicamelo con una mano ok?- cominciò la ragazza passandogli lo stetoscopio sulle spalle. Lo faceva utilizzando una delicatezza che riservava solamente alle mamme in dolce attesa ma qualcosa nello sguardo del giovane gli indicava di fare piano. Molto piano.

-Draco le spalle sono pulite. Hai avuto febbre, indigestioni oppure hai fatto qualche viaggio recentemente? Anche la pressione è nella norma- continuò liberandogli l’indice dal misuratore della pressione elettronico.

Il giovane uomo la bloccò per le spalle e riuscì ad indicare lo stomaco prima di cominciare a vomitare.

Sangue.

-Che diavolo sta succedendo?! George! George aiutami per favore!- strillò la giovane dottoressa mantenendo la fronte al suo “paziente”. Attaccò le labbra al suo orecchio per farsi sentire solo da lui anche se in un momento così angoscioso – Qualche maledizione?! Hai incontrato qualche Mangiamorte? Aiutami a capire, ti prego! Non sopporterei qualche altra morte!-

Immediatamente George lo spostò su di una barella e iniziò a trasportarlo verso il vero “pronto soccorso”.

-Maledizione Herm! Cos’ha questo tipo che non va? La tubercolosi l’abbiamo superata da quasi cento anni! – strillò spingendo la barella quanto più veloce poteva – Qualcosa potrebbe avergli perforato lo stomaco!? Facciamo una radiografia? Una ecografia? Dove diavolo lo devo portare questo “vomitatore” di sangue!?-

In quel momento però Hermione teneva le mani nei capelli e cercava una soluzione e la voce stridula come una vecchietta allucinata del suo collega non l’aiutava di certo.

- La conoscenza e l’acume salvano le vite George! Non le vocine stridule e i miracoli! Fammi riflettere!- sbottò furiosa cercando di bloccare la fuoriuscita dei capelli dal suo fido elastico marrone.

Poi l’illuminazione in mezzo alla disperazione.

-Hemm..ne!- il biondo cercò di richiamare l’attenzione della ragazza provando a sollevarsi allungandole contemporaneamente una mano. Riuscì immediatamente nel suo intento e indicò lo stomaco.- Anima..ss io a centr..zoo! Park! Notte! Notte!- e ricominciò con nuovi conati.
Si bloccò al centro della corsia a pensare freneticamente.
“Lui è un animagus registrato. È un furetto. Parla del Central Zoo Park. Ha passato la notte a contatto con gli altri animali! –Che schifo chissà quanti batteri avrà preso!- I batteri!”
Gridò ad alta voce un altro paio di volte l’ultima parola come a convincersene.

- Gastroenterologia George! Su su! Non perdiamo altro tempo! Ho capito forse questo disgraziato cosa ha contratto!

Tempestivamente George svoltò verso il corridoio che portava al reparto designato dalla collega quello giusto.

Il dottore John Phills aveva ascoltato con attenzione la giovane Granger e dopo aver annuito e apprezzato ancora una volta l’acume di quella ragazza acqua e sapone chiamò alcuni assistenti.

-Dawson? Cortesemente venga nel mio studio, ho bisogno di un Urea Breath Test, ricerchiamo gli anticorpi nel sangue  e facciamo una gastroscopia. Grazie.- concluse affabile riagganciando – ora prenderei i dati del paziente così da informare l’assicurazione sanitaria giust..- fu interrotto prontamente dalla Granger però .

-Dottor Phills il mio amico viene dall’Inghilterra e non possiede un’assicurazione sanitaria, provvederò personalmente a pagare tutte le analisi. Può addebitarle a mio nome, verranno saldate appena passerò giù.- concluse sorridendo mesta.

L’uomo dalla sua scrivania la osservò attentamente e poi con un dolce sorriso accettò la sua proposta e si prese personalmente cura di quel ragazzo così debole dopo averle promesso di chiamarla appena avrebbe avuto esito delle analisi.

Si alzò dalla soffice poltroncina color caffè, strinse la mano al collega riconoscente e poi si avvicinò al biondo steso sul lettino in preda a degli attacchi di stomaco.
Gli accostò una mano alla fronte controllando ,alla buona, la temperatura e gli scostò dalla fronte una ciocca sudata di capelli  ribelli.

-Draco, ascoltami: il dottore è una bravissima persona, si prenderà cura di te e appena avrà l’esito degli esami mi chiamerà al cercapersone. Sta tranquillo, e andrà tutto bene. Dopo tornerò e se il dottore può dimetterti ti porto a casa. A casa Draco, non preoccuparti. – gli sorrise dolcemente e accostò le labbra alla sua fronte in un moto di tenerezza.
















-Di Helycobacter pylori si tratta signorina Granger. Diciamo che in un uomo adulto risulta abbastanza difficile la trasmissione. Forse è stato a stretto contatto con degli animali ultimamente?- chiese prescrivendo i farmaci che avrebbe dovuto assumere nelle prossime settimane.

Hermione torcendosi le mani, arrossate dalla tortura che stava infliggendo a se stessa, sperò che le credesse.

-Si, in questi giorni ha fatto del volontariato al Central Zoo Park e forse qualche animale gliel’ha trasmesso con della saliva. Mi sono preoccupata così tanto ma sono felice che lei abbia potuto aiutarlo. Grazie! Grazie mille dottor Phills.-  concluse piuttosto imbarazzata.

-    Si figuri Hermione.- prendendo in mano la ricetta fitta di prescrizioni la porse alla riccia- Quindi… gli ho prescritto un ciclo di antibiotici e degli inibitori di pompa protonica. Tre settimane di ciclo di terapia e poi me lo riporti a controllo. Ah! – fece bloccandola sulla porta – che non stia troppo a contatto con gli animali!-

Sorridendo lo rassicurò e si richiuse la porta alle spalle sbattendo contro George.

-Ouch! Volevi farmi fratturare il naso per caso George?! Sono delicata!- sbottò spaventata cominciando a dirigersi verso la stanza dove era stato ricoverato il biondo.

-Oh si carissima e pudica Herm! Sei così delicata che appena hai avuto l’opportunità di prenderlo in casa mezzo morto l’hai fatto! Ma si!  Prendiamoci tutti gli scapestrati di Manhattan! Tanto qui c’è la miglior crocerossina di tutti i tempi!- terminò trionfante appena aprirono la porta della camera 667 indicata da un’infermiera.

Draco osservò sbalordito i due.

“Si sentiva il loro cincischiare dal corridoio… sembravano una di quelle coppiette scoppiettanti. La sua Granger…-si bloccò e  sbuffò contrito-  forse non lo era mai stata.”

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


cap3

 

 

 

Quelle erano le stanze del Beth Israel Medical Center: bianche da morire! La solita battuta infelice che George faceva a chi gli stava sulle scatole. Oggi aveva preso di mira Draco Malfoy.

 

Il suo essere terribilmente sensibile lo portava ad architettare piani su piani pur di riuscire nei suoi intenti più astrusi.

Il piano di quel giorno illuminato da tenui raggi di luce primaverili era: “Studiare Draco Malfoy e se passava tutti i test cercare di appiopparlo ad Hermione Granger così l’avrebbe piantata di essere sempre così restia a frequentare uomini!” Lungo eh?

 

-Vuoi farmene già pentire, George?! Sei stato tu a dirmi “povero micetto ferito! Ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui!” In questo – o in un altro mondo – George, mi sarei sempre presa cura di lui. Quindi smettila di giudicarmi porca puzzola! – finì sibilando prima di entrare nella stanza che accoglieva il biondo.

 

-Mai abbastanza! Per me non è mai abbastanza! Devi smetterla di preoccuparti per tutti dolcezza.- rispose ad un volume talmente alto che sicuramente l’avevano sentito anche in obitorio.

 

Il ragazzo era sdraiato sul letto e osservava Hermione prendere i suoi vestiti dal piccolo armadietto che gli avevano riservato.

 

-Hermione?- chiese debolmente dal letto. Immediatamente ebbe risposta.

-Dimmi Draco! Ti fa male qualcosa? Hai bisogno di qualcosa?-

 

-Si certo, ha bisogno che gli calmi un certo prurito Granger!- fece ironico il collega nonché suo migliore amico.

 

-George piantala ho detto! Se tanto ti dispiace stare qui dentro vattene fuori! Nessuno ti ha implorato di accompagnarmi!- sbottò realmente nervosa poi voltò il viso verso quegli occhi di quell’azzurro così particolare – dimmi Draco.

 

Il biondo imbarazzato per il loro litigio si limitò a chiederle quando lo avrebbero dimesso.

 

-Oh Malfoy! Pensavo non ti sentissi bene! Sei stato dimesso circa venti minuti fa per questo motivo sono venuta. Cambiati e aspettami alla farmacia, io tra dieci minuti esatti finisco il mio turno. Raccolgo le mie cose e poi andiamo a casa. Ti avviso – fece voltandosi prima di uscire strizzandogli l’occhio – per tornare a casa utilizzo le gambe! Quindi preparati psicologicamente a fare un’ po’ di moto!

 

Sbattè di nuovo contro qualcuno ma questa volta sapeva chi era.

 

-Dottor Cook lei è un emerito stronzo e ora mi lasci in pace che devo andare a marcare il cartellino!

 

-Herm dai! Lo sai che mi piace stuzzicare le persone! Dico ma lo hai visto? Alla mia battutaccia le sue gote sono diventate di un rosa tenue così delizioso! Herm! È ancora cotto di te!- fece prendendola per il braccio.

 

Lei arrossì vistosamente e poi abbassò gli occhi staccandosi dall’amico.

 

-Non prendermi in giro George. È lui che mi ha lasciato ben sette anni fa dicendomi che non era ciò che voleva dalla vita probabilmente.- gli confidò riprendendo a camminare verso la farmacia ospedaliera.

 

-        Probabilmente Granger. Probabilmente. E tu cosa gli hai risposto?- la curiosità dell’amico  era palpabile.

 

-        Gli ho risposto “quello che più mi strazia di questa storia è perdere uno degli amici più cari che ho avuto ” e appena lui se ne andò ho pianto come una fontana per tre giorni.- concluse prendendo la propria borsa dall’armadietto e avviandosi verso la farmacia al pian terreno.

 

-Oh continua continua è così commovente! Anime gemelle!- la incitò ironicamente estraendo un Twix dalla tasca del camice.

 

-        No, no. Lui è diverso da me, somiglia a te. Solo che è normale.* - gli rispose facendogli un’ occhiolino  divertente.

 

 

 

 

 

 

 

 

“Granger?”

“Si Draco, dimmi.”

“Ti va di u…uscire?”

“Adesso? Ma diluvia fuori Malfoy!”

“Morgana quanto è difficile parlare con te Hermione!- sbuffò abbracciandola da dietro – ti va di uscire un giorno di questi? Nella Londra babbana se ti fa piacere – poggiò il mento nell’incavo del collo – sai vorrei imparare qualcosa in più sulle tue origini.” Lei si strinse nel suo abbraccio per poi baciarlo dolcemente.

“Era un si?” le chiese alzando un sopracciglio in maniera spropositata. Lei rise di cuore e gli sussurrò la propria risposta a fior di labbra.

“Voglio imparare nuove lingue!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ragazzi io vado…”

“Ehilà Granger dove te ne vai?”

“In Australia Malfoy torno dai miei genitori. Ho bisogno di loro in questo periodo.”

“Le tue ballerine sono sempre perfette vedo.”

“Anche le tue scarpe di coccodrillo. Ci sentiamo Malfoy!”

“Contaci dolcezza!”

 

L’odore di quell’abbraccio lo ricordava ancora nitidamente.

 

 

 

 

“Pronto?”

“Granger è possibile che il mio gufo sia morto di fame e di stenti nel deserto Dipinto e non ti abbia recapitato i miei regali auguri natalizi dopo una settimana?”

“Beh, in verità mi trovo negli Stati Uniti Malfoy…”

“Cosa? E perché dovresti essere lì? Non eri andata dai tuoi?”

“Si ma poi ho iniziato un corso di studi qui. Studio medicina.”

“Hermione perché non mi hai detto di questo viaggio?”

“Volevo fare la mia esperienza…”

“Mi manchi Herm… ”

“Devo andare Draco! Un bacio!”

 

 

 

 

“Ciao Draco!”

“Come hai fatto a sapere…?”

“Ho memorizzato hic! Il tuo numero sciocco!”

“Sei ubriaca Hermione???”

“Noo hic! Altrimenti avrei dimenticato che Ron, Dean, Lee e Percy sooono morti! M-O-R-T-I per colpa di una pozione esplosiva andata a male! Ah! Avrei anche dimenticato il fatto che nel MIO letto, hic, stamattina c’erano il mio eeeex ragazzo con una mia amica! Hic! Che mondo di merda…cia- Tu-tu-tu-tu-tu”

“Da quando avevi un nuovo ragazzo Granger?!”

 

 

 

 

 

 

“Salve sono Hermione e questa è la mia segreteria. Al momento non ci sono! Mi sto trasferendo nel mio nuovissimo appartamento a Manhattan! Dopo il segnale acustico lasciare un messaggio. Coinciso!”

“Granger scusami se non ti ho risposto l’altra sera! Ero con una sventola da far paura! Dopo tutto il movimento che ho fatto secondo me ci vuole una pozione ricostituente e una buonissima barretta del tuo cioccolato italiano preferito! A proposito dov’è che ti sei trasferita? Nella città dove fabbricano le manette? Ahahahahahah! Dai Granger non potevi scegliere posto peggiore! Un bacio!”

 

 

 

 

 

Dopo una carrellata di ricordi decisamente di grande  portata decise di giocarsi una telefonata.

“Pronto casa Potter!”

“Ginevra passami tuo marito!”

“Draco! Ma tu non potresti chiamare! Solo…”

“Solo in casi di pura necessità! Lo so, lo so! Considerato che sono da tre mesi fuori dal mio mondo e oggi ho vomitato sangue poiché sono stato infettato  da degli animali potrei anche farla una chiamata quando mi pare  e piace, no Ginevra?!” sbraitò senza peli sulla lingua.

“Cosa diavolo ti è successo? Comunque ora te lo passo, antipatico che non sei altro. Ce la vedo la tua carcassa fetida in bocca agli animali dello zoo!”

“Si ho capito che ti manco ma potresti passarmi quell’ornitorinco di tuo marito?”

“Da quanto conosci gli ornitorinchi Malfoy?”

“Da quando grazie a te, Potter, ho dovuto trascorrere alcune notti allo zoo pur di avere un posto dove dormire! E mi hanno infettato!- abbaiò nervoso- ora da stasera starò a casa di Hermione. L’ho trovata in ospedale dove era di turno. Un angelo e non può certo stare con quel tizio assurdo! Io avevo capito qualche anno fa che fosse gay ma forse avrà cambiato amicizie! E non posso permetterlo…”

“Cosa non puoi permettere Draco?”

“Ha amato me per molto tempo! Me! E ora potrebbe sposare questo tizio che lo conosce da quando? Trenta secondi? Non posso permetterlo! Mi devo riprendere quella bisbetica. Potter ti lascio. Ho da pensare! E non disturbarmi! Ciao!”

“Se vuoi che lei torni da te dille la verità. Altrimenti preparati a ingoiare un bel serpente! Stammi bene Malfoy!”

 

Sullo schermo del cellulare lampeggiava “chiamata terminata”. Appena smise lo rimise in tasca e iniziò a fare avanti e dietro per il corridoio aspettando Hermione.

 

“Starà facendo qualcosa negli spogliatoi con quel tizio ne sono certo. Che schifo! In questi ospedali permettono di tutto. Porca Morgana ma non ci pensa che la sto aspettando quaggiù! Davvero mi ha dimenticato. Ma non lo permetterò! Calcolerò e striscerò ma non lascerò Hermione nelle zampe fetide di quel tasso! Oh, perché lo è!”

 

 

 

 

-Malfoy??? Ci sei?!- una mano gli sventolò ad un centimetro dal naso mentre era ancora in sovrappensiero.

 

-Cosa?! Sisi! Ci sono Granger, andiamo?- dopo un balzo degno di un furetto prese il borsone che la ragazza aveva tra le mani e si avviarono verso l’uscita.

 

-Malfoy prima di tornare a casa devo fare la spesa dato che il 99% degli alimenti che conserva il mio frigorifero non va bene per il tuo stomaco delicato!- fece lei sorridendogli stancamente.

 

-Sei stanca Herm?- le chiese dolcemente passandole una mano tra i capelli -  Per me la spesa possiamo farla anche domani, posso digiunare stasera tanto ho mangiato qualcosina in ospedale.- fece lui in modo galante.

 

Lei si beò di un raggio di sole che filtrava dalla fitta massa di foglie intrecciate degli alberi e poi gli sorrise.

 

-E perdermi la mia Drapple serale? Non sia mai!- fece con aria civettuola.

 

“Beh se vuoi la “Drapple” serale come posso negartela?”

 

 

 

 

 

 

 

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Salve ragazze/i!

Grazie mille per aver letto questo terzo capitolo!

 

Note:

*: La frase è ripresa dal film “Il matrimonio del mio migliore amico” con Julia Roberts e Rupert Everett. L’ho sempre adorato.

 

Alcuni avvenimenti verranno ritrattati nei prossimi capitoli poiché questo è un capitolo transitorio, quindi non datevi pena se non riuscite a capirci molto!

 

Molti personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling, invece per il personaggio George Cook ne detengo gelosamente i diritti. =)

 

Un bacione

 

Al prossimo capitolo

 

 

 

Poseidonia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


m

 



-Quanto é lontano l'emporio?

-Non preoccuparti, siamo arrivati.- gli rispose pacatamente, poi dopo un secondo sussultò – Ah! Si chiama supermercato, Draco. È qualche secolo che qui non li chiamano più emporio. Poi sono diversi da quelli magici.
Sono una manna dal cielo! Hanno tutto ciò che ti serve al suo interno- vedendo che osservava diffidente l’insegna lo trascinò per un braccio all’interno- Su, non averne paura furetto!-

 

L’interno era interamente illuminato da lampade ad alto voltaggio in modo tale da far risaltare i colori dei migliaia di prodotti venduti. L’aria non era come all’esterno. C’era un’aria frizzantina che faceva rabbrividire
quando si stava troppo tempo vicino ad un banco frigo.

 

-        Maionese, ketchup, senape, pepe verde, farina, pomodori…-

La Granger depennava tutti i prodotti messi nel carrello ma nessuno di questo agli occhi del biondo era “abbastanza salutare”.

 

-Granger? – al suo “dimmi Draco” stava per sciogliersi come gelatina ma fortunatamente riuscì a continuare a parlare- ma queste cose sono buone? Cioè non le vedo molto salutari.- concluse scettico.

 

-Non preoccuparti, queste erano cose che già dovevo acquistare. Non preoccuparti, adesso mi occupo di te.-

 

“Quanto avrei voluto non avessi mai smesso ma è tutta colpa mia…”

 

 

Attraversarono un altro paio di corridoi zeppi di dolciumi dove ad ogni due per tre la Granger prendeva numerose confezioni.

 

-Ma dove metti tutta questa roba?- fece il biondo con tono incredulo- Come mai non sei ancora diventata una mucca Herm?- continuò aiutandola a spingere il carrello quasi colmo

 

Lei prima gli diede un pizzicotto sul sedere poi avanzò il passo lasciandolo indietro.

 

-Io non sono una mucca ficcatelo in testa! Io faccio un sacco di movimento la sera, specialmente il sabato dato che quasi mai la domenica sono di turno- dopodiché si fermò al reparto ortofrutta  e
prese ogni ben di Dio, tra cui un’infinità di mele verdi.

 

Le loro preferite.

 

-Bene furetto, penso che adesso dobbiamo solo andare alla cassa- fece risoluta.

 

Draco la seguì senza batter ciglio. Se c’erano lei e le mele verdi non aveva più bisogno di nulla.

 

Alla cassa un tipo rossiccio appena notò Hermione avvicinarsi sbrigò la vecchietta
 velocemente in modo da servirla subito.

 

-Buonasera Hermione!- fece sorridendole.


-Ciao a te Mickey! Stasera ho preso molte cose in più!- fece sorridendogli.


-Oh ma non preoccuparti, sono al tuo servizio ventiquattrore su ventiquattro, sette giorni su sette, o quasi – e scoppiò in una risata argentina.

 

Al biondo non era passato inosservato il loro discorso e iniziava a innervosirsi.

 

-Herm, tesoro ti aiuto a mettere nei sacchetti?- fece gonfiando il petto mentre si avvicinava.

 

Lei aveva quasi  dimenticato la presenza del biondo mentre chiacchierava.

-Oh non preoccuparti Draco, ho quasi finito- poi fu colta da un’illuminazione così lo richiamò più vicino e gli disse
allegra – Draco questo ragazzo è Mickey. Il proprietario di questo supermercato aperto tutti i giorni.
 Mi salva sempre lo stomaco dopo 24 ore di 911!-

 

-Immagino…-fece con aria indifferente e iniziò a prendere la maggior parte dei sacchetti.

 

Lei dopo aver pagato gliene strappò qualcuno dalle mani e lo sgridò dicendogli che non doveva affaticarsi.

 

-Li porto io! Lo faccio sempre! Quindi prendine solo due e marcia fuori. Si va a casa!-

 

-        Che bella parola Hermione, casa! Potrei riempirmene la bocca in questo momento! Casa! Casa! Casa! Casa!- fece, seguendola sognante per le strade che sembravano senza fine.

 

Dopo aver percorso la maggior parte del tragitto la ragazza gli pose la domanda cruciale.

 

-Dra?- attirata l’attenzione del biondo continuò- Come ci sei finito qui?

Lui la guardò  con il suo solito sguardo snob.

-Mezzosangue vuoi la versione corta o la più lunga?

 

-La più lunga e veritiera, naturalmente! Non sono domande da fare ad una signora!- sbottò sarcastica aprendo il portone di casa.

 

Non era una grande villa lussuosa come il suo manor né dava l’impressione di non essere signorile. In effetti dava una sensazione di calore.

 

Proprio quella che dava Hermione.

 

L’atrio era tutto rivestito in marmo lucente e gli ascensori erano decisamente accoglienti rispetto agli ultimi che aveva incontrato.

 

“Malfoy entra! Non vorrai stancare le tue regali gambe con nove piani a piedi?”

 

“Io in questa macchina dell’orrore non ci entro ma tutto sommato penso dipenda dalla quantità dei gradini…”

 

“Circa duecento gradini alti, su per giù, venti centimetri l’uno. Che ne dici?”

 

“Decisamente la macchina delle torture!”

 

Quando uscì dall’apparecchio la signora Granger si rese conto che quel ragazzo nonostante la scorza dura non era poi così diverso dalla sua bambina.

 

“Sai Draco?- cominciò la signora Granger – la prima volta che Hermione ha preso questo ascensore
ha trattenuto il respiro per tutti e nove i piani. Aveva paura di cadere giù! Quindi non preoccuparti, fa a tutti questo effetto ma in fondo non ci ha mai lasciato
senza i suoi servigi.”

E risero, tantissimo.

 Quella signora davvero era come una mamma. Odorava di biscotti.

 

E solo lui sapeva quanto ne fosse ghiotto!

 

-        A che piano la porto Miss Granger?- fece scherzoso.

 

-        Al tredicesimo piano Mister Malfoy!- rispose la mora con voce snob sorridendogli.

 

Durante la salita finalmente il biondo cominciò a parlare.

 

-Durante la serata di San Patrizio sai bene come ci riduciamo noi rampolli maghi…-

 

-A degli sgorbi pieni zuppi d’alcool, lo so. Lo ricordo…- rispose prontamente lei.

 

Con un buffetto sul naso le intimò di zittirsi.

 

-Quindi… dopo aver “leggermente” alzato il gomito, ci siamo ritrovati nel salotto di casa Weasley
a giocare al nobile gioco del burraco. Nel momento in cui Potter poggiò le carte sul tavolo iniziarono
a volare scommesse manco ci trovassimo al thestralodromo! Tutti facevano delle scommesse insulse,
pensa Blaise era talmente finito che propose, in quanto ministro della magia, di allungare di una settimana
i festeggiamenti per San Patrizio - fece una pausa ad effetto per notare i sentimenti che trasparivano dal suo viso,
ansia, preoccupazione ma anche gioia nel sapere che tutti i ragazzi erano insieme a festeggiare –
Da buon purosangue quale
sono dovevo distinguermi e feci la mia scommessa…-

 

 

 

 

 

“Buoni! Buoni caproni che non siete altro! Ho una scommessa da proporre”

 

Tutti nel salotto di casa Weasley si bloccarono, persino Pansy che cercava di staccare sua
nipote Victoire dalla povera coda del nuovo gatto di Fred.

 

“Io, ultimo erede della nobile famiglia purosangue Black-Malfoy scommetto di andare
 due e dico due mesi nel mondo babbano senza bacchetta e senza contatto
con il mondo magico se perdo questa partita!”

 

Una ventina circa di paia d’occhi lo osservavano sbigottito.

 

“Ministro Zabini – prese parola Potter, alticcio anch’egli – propongo di metterlo nero su bianco!-
un leggero mormorio si alzò nel salotto addobbato a festa – e gli aggiungo dieci e dico dieci telefonate
fece battendosi un  pungo sul petto facendo il verso all’amico – affinché ci possa informare della sua dipartita o chicchessia” concluse risoluto.

 

“Bene – decretò Zabini sbronzo fradicio – Draco Lucius Malfoy accetti tu di essere esiliato due e dico due mesi nel mondo babbano
senza bacchetta senza soldi e con la sola possibilità di farci dieci e dico dieci telefonate per casi urgenti?”

 

“Per Merlino Blaise, vieni qui che ti metto trecento e dico trecento nobili mie firme! ”

 

-E così sei stato sbattuto fuori del mondo magico per una stupida partita di burraco?!- fece
 lei irata e preoccupata per lui – Dove diavolo sei stato quindi in tutti questi giorni dato che ci ritroviamo
 in aprile inoltrato?!- gli fece cenno con il capo di uscire dall’ascensore dopo il plin che segnalava l’arrivo.

 

Inserì la chiave nella toppa con sicurezza e dopo alcune mandate lo fece entrare.

 

-Benvenuto nella mia umile dimora signor Malfoy!- gli sussurrò all’orecchio.

 

“Benvenuto al mio manor signor Malfoy” gli sussurrò sulle labbra mentre lo trascinava verso la camera da letto.
C’era talmente tanta urgenza nei loro gesti che non riuscirono a spogliarsi completamente quella volta.
Vederla volteggiare tra le braccia di altri uomini senza poter gridare al mondo magico che gli apparteneva quella strega
 lo stava facendo impazzire. Quel vestitino stile anni Trenta gli aveva fatto perdere il senno.

 

-Posso dirlo Herm?- le chiese guardandosi intorno – ti sei davvero superata! È davvero molto bella – concluse allargando le braccia.

 

La ragazza tramite la porta a scrigno che divideva la cucina dal salotto lo osservava analizzare tutto ciò che riempiva quell’ampia sala.

 

Il pavimento era in marmo bianco. Splendido.

Le pareti invece erano una diversa dall’altra. Quella dove era posta la porta d’ingresso era di un panna tenue. Appese a questa tante tele con delle scritte.

 

Alcune le conosceva. Le sue canzoni preferite.

 

“I hope you don't mind

I hope you don't mind that I put down in words

How wonderful life is while you're in the world”

 

Poi c’era quella che cantava spesso sotto la doccia, non riusciva mai a capirci niente era in italiano e spesso la mezzosangue buttava parole a caso fino a quando non trovarono insieme a Blaise il testo giusto.

 

“Roma bella, tu, le muse tue

Asfalto lucido, "Arrivederci Roma"

Monetina e voilà

C'è chi torna e chi va

La tua parte la fai, ma non sai che pena mi dai”

 

Poi notò quella che canticchiava sempre dopo aver fatto l’amore…

 

 

“All of my life

Where have you been

I wonder if I'll ever see you again

And if that day comes

I know we could win

I wonder if I'll ever see you again”

 

Tutta la parete era zeppa di tele di diversa grandezza. Bellissima.

Le altre due invece avevano la tappezzeria. Una di un bellissimo tramonto nella savana, l’altra, invece, riportava le fasi lunari e una stupenda immagine di una eclissi anulare. Era decisamente estasiato.

 

Negli angoli poi, come le Cariatidi, a sostenere il soffitto quattro pile di libri. Tutti divisi per argomento ed età.

 

Appena udì un vivace sfrigolio si diresse in cucina. Il marmo sotto i suoi piedi raccoglieva i riflessi dell’acciaio della grande cucina ad isola già accesa con maestria dalla proprietaria.

Prese posto su di uno dei sei sgabelli e cominciò ad osservarla.

 

Dopo qualche minuto di rilassante silenzio la ragazza gli chiese di continuare il suo racconto.

 

-Beh puoi immaginare come andò la partita. Tutti a puntare contro di me però! Appena torno mi vendicherò. Comunque sia, senza soldi e senza bacchetta non sono nessuno e quindi l’unica cosa che potevo fare era quella di trasformarmi in animagus. Così ho preso residenza allo zoo nella zona dei roditori. Sono stato fortunato perché c’erano solo due cuccioli e quindi non mi hanno attaccato fisicamente però mi hanno lasciato questo bel ricordino – continuò toccandosi il torace. Cosa mi prepari di buono Granger?- chiese annusando l’aria teatralmente.

 

-Niente di che Malfoy! Un risotto alle verdure e del pesce al cartoccio. Non puoi mangiare, almeno per stasera cose pesanti. Al massimo se vuoi dopo posso caramellarti un solo spicchio di mela. Che ne dici?- gli propose sorridente.

 

-Che dovrò farti una statua al ministero!- ridacchiò abbracciandola.

 

Dopo poco mentre cenavano fu il turno di Hermione di raccontare.

 

Gli amici nuovi, i parenti vicini, sommariamente il suo rapporto con George, il suo lavoro.

 

Mentre scartava le lische dal suo filetto Draco le pose una domanda spinosa.

 

-Perché dopo l’incidente non sei venuta più? Le ragazze ti pensano ogni giorno. Vorrebbero scriverti ma lo sanno che stando qui i gufi potrebbero dare sospetti. Gli manchi Herm! Anche allo Sfregiato manchi da impazzire ma vuole lasciarti i tuoi spazi. Non vorrebbe darti angoscia per alcun motivo…- continuava a parlare il biondo prendendole la mano al di sopra del top dell’isola.

 

-Draco io…dopo l’incidente con i ragazzi mi sono resa conto di non farcela più. Ogni mattina, quando mi alzavo mi vedevo le mani sporche di sangue. Ero stata io a dire loro di stare tranquilli. Una pozione vulcanica progettata per far divertire i bambini a Capodanni e non per una tragedia. Perché lo era. Nel laboratorio dei Tiri Vispi Weasley i quattro ragazzi stavano facendo qualche prova ma non pensarono mai che sotto al calderone ci fosse qualcosa che avrebbe potuto  far scoppiare tutto. Mi sento in colpa perché li ho incentivati a provare. Forse dovevo restare la solita bacchettona di Hogwarts.- fece lei stringendogli di più la mano e facendo scorrere qualche lacrima.

 

Quell’attimo però fu interrotto da George che fece scattare la serratura di casa.

 

-Piccola infermiera sexy dove sei?!- fece posando la giacca sul divano in pelle bianca- per curare il tuo amichetto hai dimenticato 537,87 dollari da pagare giù! Devo proprio sculacciarti!-

Si affacciò in cucina e si rese conto che stavano parlando di qualcosa di importante.

 

-Scusate mie cari, ho interrotto qualcosa di importante?-

 

Immediatamente i due si staccarono e lo guardarono imbarazzati.

 

 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


cap55

-No, oh no George – esclamò Hermione asciugandosi qualche residuo di lacrime sul viso – vieni pure!- fece alzandosi dallo sgabello.

 

-Mmm biondo non va affatto bene che tu faccia piangere la mia principessa dopo meno di dodici ore! Non la devi stressare: è in stato interessante!- fece lanciandogli un’occhiata ambigua.

 

Hermione arrossì come un peperone.

 

“Cosa diavolo sta dicendo questo imbranato?!”

 

Il volto di Draco passò da una sfumatura dapprima rosso ciliegia poi ad un verdognolo sbiadito.

 

In quel momento non sapeva cosa dirle! Era stato talmente bene che sembrava di essere a qualche anno prima. Quando erano ancora una coppia! E ora scopriva…

 

-Sei incinta Hermione?! Quando volevi dirmelo?! Non credevo che t-tu…io…- non era più capace di spiccicare parola. Era sotto shock!

Anche Hermione era rimasta paralizzata all’uscita infelice dell’amico.

Si ha presente quando ci si trova sott’acqua e si riesce a risalire per un soffio? Bene, Hermione appena risalì da quell’abisso diede una gomitata a George in grado di farlo piegare in due!

 

-Cosa diavolo stai dicendo George?! Io non sono incinta! Non lo sono! Draco!- alzò le braccia cercando qualsiasi parola per calmarlo, il suo colorito era tornato del colore normale ma vedeva nei suoi occhi una patina di dolore e diffidenza. Così tento di avvicinarsi a lui ma George, perfido lui, la tenne stretta per la vita- Draco non sono incinta! Non potrei esserlo! Io…-

 

-Mezzosangue ti avrei fatto gli auguri se fossi stata incinta! Cosa ti aspettavi? Una sceneggiata stile Blaise? Io non sono lui e poi nemmeno mi importa. Cioè potrei avere un nuovo nipote ma che differenza farebbe?! Lo amerei come James e come Victoire oppure come il figlio di Theo. Perché non dovrei voler bene a tuo figlio?

 

L’aveva letteralmente freddata. Cattivo! Ma l’avrebbe pagata. Da quel momento.

 

-Assolutamente non sto dicendo questo! Dico solo che per il momento io e George vogliamo godere della vita mondana… – George la strinse ad indicare di smetterla ma le i gli rivolse un sorriso diabolico -  fino a quando la prossima estate ci sposeremo! Sai George me l’ha chiesto giusto qualche settimana fa e sono rimasta spiazzata ma poi con tutto il mio fiato gli ho risposto “Certo che ti sposo fagiolino!”- concluse con una scintilla negli occhi.

 

I due uomini sconvolti per le parole della mora quasi si strozzarono al nomignolo “fagiolino”. Beh a qualcosa dovevano valere tutti quei romanzi rosa e quei film romantici fino alla nausea! Sarebbe stata cattiva perché Draco questo aveva usato nei suoi confronti: cattiveria.

 

 

 

“Smettila di parlarmi come se fossi una ritardata Draco! Ho capito e ti comprendo. Quello che più mi  strazia di questa storia è perdere uno degli amici più cari che ho avuto” concluse abbassando la testa e nascondendo gli occhi dietro ai ricci che con tanta fatica aveva acconciato solo per lui quel pomeriggio. Aveva cercato di essere sempre presente per lui ma allo stesso tempo discreta! Dove, cosa aveva sbagliato?

 Lei lo amava per Morgana! Aveva sperato di essere ricambiata ma non era stato così. Allora non gli avrebbe reso difficili le cose. Lo avrebbe congedato come meglio poteva.

“Uno degli amici più cari che ho avuto…” beh, forse aveva esagerata ma doveva pur uscirne da grifona.

Bugiarda, ne era uscita da codarda e infida.

 

Il veleno del serpente le aveva contagiato il cuore.

 

 

Cattiva!

Non voleva che si lasciassero per davvero! Voleva sapere solamente se da solo avrebbe sofferto per la sua mancanza! Voleva qualche settimana di pausa. Voleva capire se davvero era l’unica che gli faceva quell’effetto quando incontrava i suoi occhi. Non voleva altro sesso, non voleva altre labbra che non fossero le sue.

Ma aveva paura.

Ne aveva avuta anche prima di chiederle di uscire la prima volta e ora voleva riflettere prima di fare una stupidata.

L’avrebbe fatta di sicuro data la sua risposta.

Passeggiare per la Londra babbana lo aveva fatto rincitrullire con i fiocchi. Sposarla. Legarla a se per sempre.

 

“Uno degli amici più cari che ho” ma cosa diavolo significava?!

 

L’aveva usato per…per…per il sesso!

 

Non aveva mai preteso nulla da lui!

 

Ogni regalo era una guerra! Non voleva che spendesse un capitale e ogni volta dopo una festività restavano bisticciati per i seguenti tre! Perché allora lei lo considerava un amico?!

Aveva fatto con lo Sfregiato e con la Donnola quello che aveva fatto con lui?!

Non poteva crederci.

Non poteva restare un minuto di più in quella stanza.

L’abbracciò, le mormorò sulla guancia un ti voglio bene e scappò via.

Da solita serpe quale era.

Erano rimasti amici, poi.

Dopo un mese dove lei era sparita al seguito di Ginevra per i preparativi delle imminenti nozze e dove lui ogni volta che poteva si azzuffava con gli altri “cari amici”.

 

Sparita la rabbia era rimasto l’affetto.

C’erano sempre l’un per l’altro ma il muro dell’imbarazzo era sempre presente tra loro. Sino a quando lei non andò dai propri genitori in Australia e poi al “paese delle manette.”

I rapporti migliorarono. Si sentivano spesso come due cari vecchi amici.

 

 

Poi la sera ognuno si rotolava tra le proprie lenzuola a pensare come sarebbe stato se nel posto freddo accanto ci fosse stato l’altro.

 

-Mmm…Hermione, tesoro, gli hai fatto prendere un colpo! Perché gli hai detto questa cosa?- chiese George con un filo di voce.

 

Lei per tutta risposta sfoderò un ghigno degno del maestro.

 

-Perché è la verità luce dei miei occhi!- una infida idea le balenò in testa- ora gli voglio far vedere l’anello di fidanzamento amore. Che ne dici? Mi accompagni a prenderlo “pucci pucci”?- gli chiese facendo gli occhi da cerbiatta e facendo scendere una mano in un modo imbarazzante sulla coscia del collega.

 

Ad occhi sgranati mormorò un “si padrona” e dopo un attimo sparirono dietro la porta a scrigno.

 

 

 

-Vuoi farmi vergognare Herm? Vuoi davvero farmi vergognare?! Si vede da un miglio che sono gay e tu gli dici che ti ho chiesto di diventare mia moglie! Mio Dio che imbarazzo! Chissà cosa direbbe il mio povero Werner!- sbottò contrariato.

 

La ragazza furibonda acciuffò per la collottola l’uomo decisamente contrariato e gli sibilò contro l’orecchio: -Fammi sentire come sei passionale George! Per qualche giorno trovami irresistibile!- lo mollò con poca grazia e si avvicinò al suo portagioie. Riprese quel solitario che utilizzava raramente. Lo aveva ricevuto in dono dalla nonna l’anno che si trasferì negli Stati Uniti. Era bellissimo e raffinato. “Come solo i Malfoy possono sceglierli!”

Balle! Anche il suo povero nonno aveva trovato un bellissimo anello quarant’anni prima!

Dopo averlo infilato al dito prese la sua fida bacchetta e trasformò tutta la sua pudica biancheria in una seducente e in tutti i toni del verde e del grigio. I vecchi pigiami felpati trasfigurati in baby doll e vestagliette di classe.

 

-Che ne dici?- chiese una Hermione imbarazzatissima nella sua camiciola da notte verde smeraldo coperta poi da una vestaglia corta grigio perla.

-Dico che se fossi un uomo vero ti sbranerei! Andiamo ad uccidere quel sacchetto di pulci!- e iniziò a marciare verso il soggiorno – a proposito! Con quello “strumentino” devi organizzarmi un matrimonio perfetto per me e per il mio piccolo Wern!- le propose contento.

 

-Fammi uccidere Malfoy e poi avrai tutto quello che vuoi George… anche la sua testa!-

 

Rientrati in cucina trovarono il biondo intento a scolarsi un calice di vino colmo fino all’orlo.

 

-Draco non puoi berlo!- gridò strappandoglielo da mano – farà contrasto con le medicine! Smettila ti prego!- rendendosi poi conto di aver cambiato atteggiamento nei suoi confronti tornò ad essere l’Hermione inviperita- ecco guarda. Visto che bel solitario mi ha regalato George?- fece lei fintamente carica di aspettativa.

 

-         Sembra una brutta copia di quello di mia nonna!- sbottò infastidito il biondo.

A quel punto intervenne il fido compagno.

-Ma lo è Draco! È l’anello che mio nonno, nel lontano 1957, regalò alla mia deliziosa nonna Emmeline per chiederle di sposarla. Sai, ho conosciuto Hermione in un ospedale psichiatrico. Era andata a fare da assistente ad un vecchio ginecologo bavoso e io a trovare la mia dolce nonna Emmeline. Quando all’improvviso compare lei, una visione in verde smerlado.*-

 

-Verde? Tu non porti il verde smeraldo!- sbottò meravigliato.

-Qualche volta si Draco…-

-George io…- fece per intervenire in tutto ciò ma George in preda oramai alla febbre dell’attore non l’avrebbe più smessa.

-Lo porti!-

-Lo porto-  disse in direzione di Draco mesta.

 

Il biondo, in tutto ciò, aveva la testa che gli scoppiava da tutte quelle informazioni nefaste e sembrava che i due novelli sposi non volessero smetterla di tormentalo.

 

-         E così vedendola avanzare leggiadra per il corridoio chiesi alla mia dolce nonna: “Nonna Emmeline hai visto mai cotanta bellezza in una sola donna? Potrà mai innamorarsi di me?”. E così la mia cara dolce e sensibile nonna Emmeline mi carezzò dolcemente i capelli e disse…- e lasciò un’po’ di suspance.

 

-Che cosa disse?- fece morboso dalla curiosità il biondo.

-Disse… che diavolo ragazzo! Vai subito a provarci con lei! Entro tre anni la voglio in famiglia e con almeno una dozzina di bambini al seguito!- e concluse con una sonora pacca sul sedere di Hermione.

 

Le facce dei due ascoltatori erano paonazze. Hermione non poteva credere a ciò che George in meno di un minuto si era inventato. Draco, d’altro canto, aveva immaginato Hermione come la signora Weasley. Una dozzina di bambini per Merlino! Quanti sarebbero stati? Dodici? Tredici? E lei era felice di farlo! Quella non era la sua Hermione! Aveva sempre immaginato una prole sui tre, esagerando, quattro figli! Ma Morgana tredici erano troppi!

 

Il cellulare di George suonò d’improvviso e così com’era entrato in scena uscì. Doveva andare in ospedale a causa di un collega che aveva avuto un malore.

 

-Fagiolino vuoi portarti un boccone in ospedale? Sarai affamato!- fece lei preoccupata per lo stomaco dell’amico.

 

-Non preoccuparti micetta – fece abbracciandola- mi sazierò pensandoti in mise discinte mentre gridi il mio nome…- il viso di Draco era diventato un lenzuolo e George immerse il coltello nella piaga- non ti spiace che invochi il mio nome, vero Draco? Sai com’è, c’è chi l’ha per un’po’ sotto di se e chi l’avrà per sempre- con una mano a coppa prese il seno destro della compagna e lo strinse- che morbidezza! Vado panterona mia!-

 

Schioccatole un bacio velocissimo sulle labbra corse alla porta d’ingresso.

Una volta sentito il tonfo si guardarono imbarazzati fino a quando, notando l’ora tarda, decise che il biondo doveva riposare.

 

-Vieni Draco, ti mostro la ca-camera da letto.- disse facendogli cenno di seguirlo.

 

La vestaglia grigio perla svolazzava al ritmo dei suoi passi veloci mostrandogli una porzione abbondante di cosce.

Arrivarono ad una camera dove la ragazza lo fece accomodare e lui la riconobbe come la camera di Hermione.  Semplice ma  ad effetto.  Il mobili erano color noce ed avevano alcuni riporti in pelle nera. Ad esempio il letto aveva una larga spalliera in pelle nera e sopra di questa c'era una sola grande tela simile a quelle che aveva nel soggiorno con una frase che non conosceva affatto. 

"E l'occhio ride ma ti piange il cuore,  sei così bella ma vorresti morire, sognavi di essere trovata su una spiaggia di corallo una mattina  dal figlio di un pirata, chissà perché ti sei svegliata..."**

Non conosceva il proprietario di quella frase ma sembrava fatta per la Mezzosangue. Lui era un' po' figlio di un pirata! Erano i cattivi delle fiabe dei babbani. E suo padre aveva fatto passare brutti quarti d'ora a tutti loro.

Hermione intanto iniziò a fare un’po’ di spazio in un cassetto per far comparire della biancheria pulita da uomo.

Con un abile movimento del polso cambiò le lenzuola rosse e ne mise un paio azzurro candido.

 

“Come i suoi occhi quando era felice”

 

-         La casa è un’po’ piccina e il divano è veramente scomodo quindi di-divideremo il letto. Ti spiace?- fece imbarazzata.

-         No, non preoccuparti per me va bene ma quando tornerà il tuo ragazzo?- Hermione per qualche attimo non rammentò chi fosse il suo ragazzo ma dopo lo smarrimento iniziale gli rispose.

-         Non preoccuparti, George non abita con me, non dorme con me.-

 

Come era possibile? Stavano insieme e non dormivano insieme? Che razza di fidanzato si era scelta?

 

La rivoleva.

 

“Non ti spiace che invochi il mio nome, vero Draco? Sai com’è, c’è chi l’ha per un’po’ sotto di se e chi l’avrà per sempre”.

 

Sarebbe stata una serpe con i fiocchi se non fosse stato un lurido babbano.

 

L’avrebbe riconquistata.

 

-         Capisco, quindi abbiamo il lettone tutto per noi?- fece in modo sensuale.

-         Beh, temo proprio di si!- rispose torcendosi i capelli imbarazzata.

-         Vado a fare una doccia e torno Herm, mi aspetti a letto?- concluse lui.

-         No,n-no vado a mettere un attimo la cucina a posto, fa con comodo!-gli disse ormai già lungo il corridoio.

 

 

 

 

Dopo circa tre quarti d’ora Hermione tornò in camera da letto sperando che si fosse addormentato. E così sembrava. Quei medicinali probabilmente erano molto forti e l’avevano messo ko dopo la doccia.

Così andò verso la sua parte di letto che lui le aveva lasciato libera e si sfilò la corta vestaglietta rimanendo in un semplice abitino da notte.

 

“Speriamo stia dormendo davvero”

 

Mentre alzava il lenzuolo per coprirsi notava il corpo dell’uomo accanto a lei. Era proprio come lo ricordava. Tonico, longilineo e con poca peluria biondissima.

 

 

 

 

 

 

“Pensavo fossi interamente glabro Malfoy!” fece mentre passava le mani sul petto per raggiungere il collo. Le sue mani calde andarono a ricoprirle i glutei attraendola di più a se.

“Ho tutto al punto giusto Mezzosangue” le rispose languido mentre le baciava avidamente il collo e si spingeva verso il bacino di lei.

“Posso averne una dimostrazione?” fece estremamente maliziosa cercando di abbassargli i boxer sui glutei sodi.

“Per lei questo ed altro…” e continuarono a scoprirsi quel pomeriggio come mai avevano fatto.

 

 

 

Il calore a quel ricordo le aveva infiammato le guance fino a farle diventare un rosso corallo. Le gambe le tremavano ma non doveva svegliarlo. Gli diede le spalle e cercò di regolare il suo respiro decisamente troppo corto.

Lui era sveglio invece e aveva seguito tutta la scena bramoso di lei. Aveva sentito poi il suo sguardo addosso. L’aveva terribilmente eccitato, come tuttavia faceva sempre.

 

 

 

 

“Draco…” un gemito strozzato le fermò le parole in gola.

“Dimmi Hermione, dimmi tutto…” continuava lui imperterrito mentre cercava di strapparle la carne dalle cosce talmente che la tirava con forza su di se.

“Io…io Draco ti…” un gemito prolungato la costrinse a fermare le parole in gola per raccogliere ossigeno per quell’orgasmo che la stava ancora squassando. Quelle vibrazioni portarono anche lui all’apice e mentre si svuotava la baciò con passione e poi le mormorò sulle labbra “Sei l’unica…Sei l’unica che voglio” e se la ritirò sul petto fino a quando finirono addormentati.

 

 

 

Entrambi non riuscivano a dormire.

Entrambi sapevano che la persona che volevano al loro fianco ogni notte era lì di fianco ma non riuscivano ad abbattere quel muro che li avrebbe portati alla felicità.

Dopo una presa di coraggio enorme Draco le si posizionò alle spalle facendo aderire il suo petto caldo contra la schiena di lei coperta da quel sottile strato di seta.

“Hermione…”- lei sussultò come una gazzella ma non riuscì a staccarsi da quel tocco bollente  e gentile.

Un sussurro roco fu tutto quello che riuscì a produrre. La bocca si perse a baciarla il collo, ogni vertebra cervicale procurandole brividi di piacere immensi. La lingua andò a leccare le fossette alla base del collo.

 

“Quanto gli erano mancate!”

 

Una volta portata all’estrema eccitazione infilò le mani sotto il corto abitino scoprendo una culottes in pizzo verde che lo mandò in estasi.

La voltò irruento verso di se e iniziò a baciarla con avidità. Sempre con più passione. La lingua riscopriva ogni antro lasciato anni prima. Come aveva fatto a farla andare via così? Come aveva potuto essere così pazzo? Dalla felicità gli salivano le lacrime agli occhi.

 

Aveva ritrovato la casa.

 

Aveva ritrovato la sua casa.

 

L’urgenza non stava dando loro la giusta quantità di lucidità. Le mani correvano da per tutto come un cieco che dopo cento anni rivede la luce. Si aggrappa a questa e non la lascia fino a quando non ne è sazio.

 

Per ore si completarono l’un l’altro.

 

Avevano ricostruito il loro puzzle.

 

Le mani di Hermione corsero ai biondi capelli di lui tirandoli leggermente.

 

“Erano ancora i suoi capelli, quei capelli che potevi bistrattare per ore senza che lui sentisse alcun vero dolore”

 

L’emozione l’aveva portata già al limite, aveva urgenza di averlo dentro di se. Senza alcun pudore, senza alcun pensiero.

Voleva indietro se stessa e per riaverla aveva un bisogno disperato di lui.

 

Di loro.




















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Salve ragazze! Perdonate il ritardo a postare questo capitolo ma ieri non ero convinta di qualche parte e ho desiderato rivederla prima di pubblicare. Spero  sia stato di vostro gradimento anche questo capitolo.

* Questa parte è stata ripresa dal film "Il matrimonio del mio migliore amico". Già ho detto che vado matta per questo film???
** Questa citazione invece viene dall'ultima canzone di Cesare Cremonini "Il Comico".

Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e anche se non sia stato di vostro gradimento fatemi sapere cosa ne pensate.

Un bacione
Poseidonia=)

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


six

La sveglia babbana segnava le quattro e sedici minuti.

Dopo aver fatto l’amore più volte avevano deciso, i loro affaticati organismi, di prendersi una pausa addormentandosi mentre si baciavano come due ragazzini alle prime armi.

 

“Ora provo a farle una treccia per svegliarla come ai vecchi tempi…”

 

 

 

“Quando la smetterai di intricarmi i capelli mentre dormo?”

“Fino a quando la mia principessa non si sveglia e mi dona uno dei suoi stupendi baci…”

“Prima o poi farò finta di non sentirti così ti prenderai una bella lezione!”

“No! Non puoi punirmi in questo modo! È così crudele!” soffocò la risata mentre le donava un bacio mozzafiato.

 

 

 

 

Dopo averle sfatto per la seconda volta la treccia si arrese. Forse dormiva davvero profondamente e non voleva disturbarla dato che aveva lavorato tutto il giorno. Chissà se la mattina dopo aveva da fare, forse avrebbe potuto portarle la colazione a letto...

Si ristese accanto a lei abbracciandola da dietro.

 

“Come era calda”

 

Clack…

 

Clack…

 

Clack…

 

Clack…

 

Un cigolio.

 

Un tonfo.

 

“Cosa diavolo stava succedendo?! Era tornato quel tipo?”

 

-Herm? È tornato il tuo fidanzato! Su alzati!- cercò di chiamarla mentre si infilava i pantaloni di un pigiama preso a caso dal cassetto.

 

-Dra…hmpf…- non l’aveva minimamente calcolato!

 

-Herm! È tornato George!- ritentò invano.

 

-Mangian…humpf!- si voltò dall’altro lato senza svegliarsi.

 

-Mangiamorte?! Piccola stupida Mudblood cosa stai blaterando?! Mi tocca andare a vedere!- scivolò scalzo fuori da quella camera calda e profumata del loro amore e cercò di capire da dove venissero quei rumori.

 

Una fioca luce proveniva dalla cucina e di tanto in tanto veniva ombrata.

 

“Che stessero rubando in cucina? ”

Avanzò lentamente fino a trovarsi nel salotto. Grandi borsoni neri occupavano la superficie limpida. A quel punto si sentiva in obbligo di intervenire, la Mezzosangue era davvero sfinita per non svegliarsi e lui doveva proteggerla. Si stagliò sulla porta della cucina e li sorprese. Due ragazzi della sua età erano intenti a prendere dal frigo chi gli avanzi del risotto, chi qualcosa da bere.

 

-Chi diavolo siete?!- tuonò furioso. Entrambi i ragazzi sussultarono. Quello che apriva le lattine di birra una se la rovesciò addosso.

-Tu chi diavolo sei?- fece impaurito brandendo un mestolo appuntito nei suoi confronti- Ed Hermione? Dov'è lei? Cosa le hai fatto?- fece avvicinandosi.

-Michael calmati sarà un tipo nuovo... – continuò l’altro – finalmente si sarà messa l’anima in pace. Comunque noi siamo i suoi cugini. Io sono Adam e lui è Michael. Abitiamo nell’appartamento accanto ma veniamo a sfamarci da lei. Abbiamo le chiavi e lo sa che saremmo venuti.- continuò offrendogli la mano.

 

Draco la strinse e si sedette composto sullo sgabello. Non voleva perderli d’occhio.

 

“Mai fidarsi degli estranei”

 

-Beh sarà la volta buona che dimentica quello stronzo!- fece versandosi la birra Michael – Ne vuoi?- Draco negò con la testa poi prese a parlar loro.

-Chi quel tipo strano con cui lavora?- domandò ricordandosi di George.

 

-Ma chi George?! Santo cielo ma lui è Gay! No, stiamo intendendo il suo ex…- fece ridacchiando estremamente divertito.

 

-Gay? Ma se mi aveva detto che si sarebbero sposati!- sbottò confuso- e poi chi è questo suo ex?- domandò frustrato sbattendo leggermente il pugno sul banco.

 

-Certo che è gay! Fino al midollo, fratello! Avranno di sicuro architettato qualcosa!Beh…quel biondo snob che l’ha fatta piangere fino a quando Mich… cinque giorni fa?- rispose dandogli le spalle mentre condiva un’insalata verde. L’altro mugugnò un “si…che stronzo”- comunque già che non ti abbia parlato di lui è un grandissimo passo avanti. Lo fa praticamente con tutti!-

 

-Ecco perché Deacon andò a letto con la sua amica, secondo me…- fece facendo credere di saperla lunga.

 

-Talmente che è importante con lei questo ex? E perché?- continuò innervosendosi. Non voleva ascoltare quei due.

 

-Aspetta adesso te lo faccio vedere. Ha un album pieno zeppo delle loro foto! Che strazio! Ho provato a bruciarglielo più volte ma mi sa che lei c’abbia messo lo zampino, fratello.- fece sincero.

 

Rientrò in soggiorno osservandosi intorno poi si abbassò a cercare alla fine di una pila di libri.

 

“Anche per me aveva un album di foto”

 

 

 

 

 

“Sorridi Draco!”

“Ma dai Mezzosangue non le so fare queste cose! Vieni qui e mangiamo questa torta squisita!” controbatté fino a quando lei non gli scattò una foto.

“Adesso è tradizione babbana- gli lanciò un’occhiataccia- soffiare le candeline esprimendo un desiderio…nella mente Draco! Altrimenti non si avvera!”

“Allora posso desiderare di stare…”iniziò a chiederle lui confuso. Lei si tappò le orecchie e iniziò a sgridarlo.

“Non devi dirlo a me Draco! In mente! Nella mente devi esprimerlo questo desiderio!”
Lui strinse gli occhi ed esclamò “Fatto!”

La stava distruggendo!

“Devi esprimerlo mentre soffi tutte le candeline amore!”

“Oui! Mon capitaine!” perdeva il senno quando lo chiamava “amore”. Avrebbe combattuto una guerra contro trecento troll se gliel’avesse chiesto.

“Mamma puoi scattare una foto a noi due?” fece la mora porgendo la macchina fotografica.

“Certo! Mettetevi in posa! Cheese!”

“Tanti auguri amore mio!” gli sussurrò mentre veniva scattata la foto.

 

L’aveva anche lui una copia di quella foto. Era in camera sua attaccata all’anta dell’armadio. Era forse una delle foto più belle che avevano insieme.

 

 

 

 

 

-Eccolo! Vieni, fratello! Vieni a guardare questo verme - gli fece riportando l’album in cucina.

 

Un grandissimo libro dalle pagine in pergamena venne poggiato sul bancone.

 

La prima foto la riconobbe subito: la conoscenza di Grattastinchi! Quel gattaccio malefico l’aveva graffiato a sangue quel giorno.

 

La seconda foto era quella al fidanzamento di Pansy e Fred. Erano radiosi. Era in quei giorni che aveva deciso che le avrebbe fatto la proposta. Sotto c’era una nota sbavata da gocce d’acqua.

 

Lacrime.

 

“Fidanzamento Pansy e Fred! Tana, 25 Agosto 2003”

 

Era solamente colpa sua.

 

 

 

 

Alla luce accesa in cucina Adam guardò intensamente le foto poi guardò lui. Riguardò le foto e riosservò il biondo accanto che non emetteva fiato.

Mise più vicino alla lampada l’album poi lo riappoggiò al bancone. Il colorito di Draco era diventato ancora più pallido del solito. Si era alzato dallo sgabello quasi scottato.

 

“Cinque giorni fa piangeva ancora per me…George è solo un amico gay serpe fino al midollo. E io…sono solo uno stupido!”

 

 

Osservò Adam in tutta la sua altezza e poi gli parlò non guardandolo negli occhi.

 

-Vado un attimo da Hermione…- fece con voce piccola.

 

-Come hai detto che ti chiami, fratello?- fece con voce curiosa il ragazzo estremamente tatuato.

 

-Draco, perché Adam?- gli chiese stralunato mentre si avviava in camera da letto.

- Benvenuto all’inferno serpe!-

 

Un pugno andato a segno, precisamente in pieno viso, alle ore quattro e cinquantadue, risuonò in quell’appartamento al tredicesimo piano.

 

 

 

 

 

In camera da letto Hermione era in uno stato di dormi-veglia. Era abituata  ai ragazzi che venivano a mangiare un boccone a quell’ora ma sentiva un peso sullo stomaco. Si voltò alla ricerca di Draco. Forse il suo corpo estremamente caldo le avrebbe dato conforto.

Si voltò ma agguantò solamente lenzuola fredde.

Osservò la camera nella penombra delle imposte chiuse.

 

Le quattro cinquantuno minuti e trentotto secondi.

 

Si mise a sedere a letto e dopo essersi messa i capelli dietro le orecchie sentì un botto assurdo.

 

“Benvenuto all’inferno serpe!”

 

-Draco!

 

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


77

                                                                You know no one dies, in these love town lies,
Through our love drowned eyes, we’ll watch you sleep tonight.

Although no one understood we were holding back the flood,
Learning how to dance the rain.
We were holding back the flood they said we’d never dance again.

   Take That – The flood



 

-Ti rendi conto di quello che le hai fatto passare in questi anni? È volata da un capo all’altro del mondo nel tentativo di dimenticarti! E ora ti permetti  di tornare a tormentarla fin dentro casa sua?!- sputò Adam come il peggiore degli insulti mentre lo ritirava su per i capelli.

Michael strattonò indietro il fratello per calmarlo però ogni tentativo sembrava accenderlo di una furia nuova. Era inutile cercare di calmarlo. Si doveva solo sperare che la furia scemasse, almeno un’po’.

 

 

 

 

Non sapeva cosa  diavolo stesse accadendo in casa sua ma quel rumore secco di un istante prima non era un buon segno. Scattò immediatamente in piedi, impalmò la bacchetta,  infilò l’abitino da notte e corse in cucina.

 

L’orrore si dipinse sul viso di Hermione.

Un grido strozzato fu emesso dalle sue labbra ancora gonfie dai baci.

 

I tre ragazzi si voltarono contemporaneamente. Ebbero tutti la stessa reazione: avvicinarsi a lei.

Lei però li fermò spianando la bacchetta nella loro direzione.

-Cosa diavolo state facendo?! Adam lascia stare Draco! – strillò strattonando il moro per la camicia.

L’altro però se la scrollò malamente dalla manica facendola però strappare.

-Ecco! Ecco! Sei ridiventata la sua puttana! Ti è bastato rivederlo e non hai esitato un attimo a riaccucciarti tra le sue gambe come la peggiore delle meretrici! Sei una stupida!- le ringhiò contro spintonandola – e posa la bacchetta altrimenti te la spezzo! Guarda come ti sei vestita per lui! Ti odio Hermione!- finì spingendoli via entrambi.

Con le lacrime agli occhi Hermione raccolse il biondo dal freddo pavimento e lo posizionò sul divano nel soggiorno.

-Mi…mi dispiace ma Adam è… è molto irruento però è buono! Non…non so cosa gli sia preso, io…- in quel momento non sapeva nemmeno lei cosa fare. Era divisa tra due fuochi: la famiglia e l’amore.

Adam uscì dal bagno di servizio asciugandosi il petto tatuato dopo essersi pulito dal sudore e da alcuni schizzi di sangue di Draco. La rabbia non era ancora passata.

-         È inutile che cerchi di giustificarmi ai suoi occhi… entro questa notte lo ammazzo se non sparisce! Ti ha reso lo spettro della mia Hermione per anni! Per anni! Dov’era quando sei arrivata qui in lacrime chiedendo di dimenticarti del mondo?!  Dov’era quando per colpa sua la notte gridavi?! Dov’era quando cercavo di farti mangiare senza alcun risultato?!-  continuava imperterrito a gridare tutto ciò che le era capitato di brutto in quegli anni – Dov’era lui quando è capitato quell’incidente nel vostro mondo?! Quando avevi bisogno di qualcuno che ti tirava su il morale perché non riuscivi a perdonarti quello che era successo lui dov’era cazzo?!-  oramai era un fiume in piena.

-Quando quello stramaledetto pomeriggio ti mettesti a provare tutti i vestiti  che ti aveva regalato lui e scivolando nello strascico di seta battesti la testa lui dov’era?!- abbaiò al limite delle lacrime- era al tuo capezzale insieme a Mich e George?! Era lì quando per ventiquattr’ore ricordavi solo il suo stramaledetto nome?! Non ricordavi il tuo ma il suo si!- Hermione cominciò a singhiozzare- e vogliamo parlare di quando tornasti a casa con quell’altro scherzo della natura?! La tua sputata fotocopia!- strillò come un ossesso nella direzione di Draco- e cosa succede con questo? Lo trova a letto con una delle sue amiche?! Uno la lascia perché ha bisogno di capire, l’altro la tradisce poi torniamo qui e la scopiamo senza ritegno, tanto tra qualche settimana avrai bisogno di capire qualche altra cosa e la mollerai di nuovo! E noi dovremo di nuovo raccogliere Hermione in mille pezzi! E assolutamente non voglio che questo accada! Quindi ora te ne vai prima che ti spezzo l’osso del collo con la chitarra!- quello era Adam: un ragazzo eccessivamente legato alla cugina che non ammetteva l’amore che collegava quella ragazza splendida a quell’uomo che non la meritava per nessuna ragione al mondo.

Era stata maledettamente male in quegli anni. Lei, però, lo amava ancora. Com’era possibile? Quanti misteri celava quel sentimento!

-E tu vatti a mettere qualcosa di  decente! Odio la seta! Odio tutto ciò che ti collega a lui! Odio il fatto che per compiacere lui annulli te stessa! Hermione mi capisci?!- ricominciò a gridarle contro stringendole le braccia in una morsa di ferro – Hermione mandalo via, te ne prego. Ti prometto che non lo tocco più ma se ne deve andare dalla tua vita! Ti prego, Hermione!- la guardava negli occhi ma più lei tardava a rispondere più il moro stringeva la presa ferrea. Stava iniziando a farle del male.

-Adam io…io non posso! Lui è venuto in ospedale con un’infezione allo stomaco e per alcuni giorni deve restare qui perché de…deve curarsi e poi…- la ragazza stava cercando di spiegare sommariamente il motivo per cui Draco si trovasse lì per farlo calmare e a limite farlo andare a dormire ma il biondo non aveva capito un bel niente. Con la bacchetta di Hermione aveva trasfigurato i pantaloni del pigiama in un paio di jeans comodi e in quel preciso istante era tornato vestito di tutto punto pronto per uscire da quella casa. Passò davanti alla ragazza stretta tra le braccia del cugino e aprì la porta d’ingresso pronto per lasciarla in pace. Definitivamente.

Lui non la meritava, era inutile continuare a sperarci. Quindi da brava serpe era pronto a strisciare via al posto di restare lì a reclamare il suo amore.

 

 

-Hermione io vado. Non voglio procurarti altri guai. Torno al mio rifugio per la notte poi domattina chiamo Blaise e mi faccio venire a prendere con una passaporta. Se un giorno mi vorrai sai dove puoi trovarmi: il mio appartamento, Grimmauld Place e casa Weasley oppure da Blaise e Theo.- stava per imboccare la porta quando una mano calda gli si posò sulla spalla stringendogli la spalla in una morsa d’acciaio. Dolorosa.

Senza voltarsi tentò di continuare a camminare ma la mano non lo mollava.

-Senti Adam ti lascio vincere, fammi andare via altrimenti non è detto che non ti spacco la faccia!- concluse voltandosi di scatto.

Non c’era Adam però, era Mich.

-Non spaccherai la faccia a nessuno. Ora però rientri e te ne vai in camera da letto altrimenti ti faccio male. Molto male.- richiuse la porta e lo portò in camera da letto.

- Ora resta qui ad aspettare Hermione. Fa’ l’uomo una volta tanto. Dimostrale quanto ci tieni. Non fare sempre il solito. Ho visto i ricordi di Hermione dentro quel coso di pietra…- continuò titubante.

-Nel pensatoio, ho capito Mich. Ti ringrazio ma Adam temo che oltre a prendersela con me, cosa che mi tocca fino ad un certo punto, temo possa prendersela con Hermione e io non voglio questo. Sono venuto qui non per riconquistarla ti sono sincero, stavo male e mi sono che lei lavorava in ospedale. Avevo bisogno di lei si, ma come amica perché da qualche anno mi ero messo il cuore in pace sul tema di lasciarla libera. Quando ci siamo lasciati, io non volevo lasciarla davvero. Io…io volevo solo un’po’ di tempo prima di chiederle di sposarmi. Ma lei invece mi freddò con le sue parole e a quel punto cosa avrei dovuto fare?! Dimmelo Mich! Dopo poco partì per andare dai suoi genitori in Australia e chi ero io per impedirglielo? Nessuno, ero un amico! Un maledetto migliore amico! Così ho ripreso in mano la mia vita. Cosa potevo fare? Eravamo in due mondi diversi, si era realizzata, aveva un fidanzato, perché dovevo sconvolgerle tutti i piani?! Alla fine sono arrivato qui e – continuò intimorito guardando ovunque tranne che negli occhi del moro – non ho saputo resistere alla sua voce, al suo modo di fare, al suo corpo caldo che mi si è stretto addosso appena mi ha rivisto. Io sono pazzamente innamorato di lei ma se questo creerà problemi alla sua vita io vado via. Basta.-

Michael lo guardava sbalordito. Nel pensatoio della cugina lo aveva visto in un modo nettamente differente. Quel bamboccio riusciva ad aprirsi a tutti tranne che ad Hermione! Che stupido!

-Saresti disposto a farti spezzare l’osso del collo da Adam pur di stare con Mione? Rispondi sinceramente Draco.- fece con un sorriso tirato mentre stava per uscire dalla camera. Dopo qualche attimo di pausa però ottenne risposta.

-Macinerei ogni mio osso per starle accanto.-

 

La porta si chiuse con un sinistro cigolio.

 

 

 

-Adam, aprimi la tua mente quando ti parlo. Non puoi farti accecare così dall’odio. Si, anche io probabilmente ti avrei difeso come una leonessa però lo hai picchiato. Lo hai pestato a sangue!- lo sguardo di Adam non mutò di una virgola- Ok, di lui non ti frega niente. Va bene, che ne dici dei segni che mi hai fatto alle braccia?- immediatamente lo sguardo cambiò, si fece colpevole- Vedi? La tua furia non ti ha fatto distinguere nulla! Hai preso alla cieca ed hai attaccato! Devi capire che Draco resterà qui fino a quando avrà bisogno di me. Che poi vorrà andare via me ne farò una ragione. Non ho più voglia di discutere su questo punto. Oramai il mio cuore potrebbe curarlo solo lui. Se se ne andrà non verserò una lacrima. Te lo prometto. Appoggiami però, perché senza di te io sono il nulla. Ti voglio bene Ad!- concluse spiaccicandosi addosso al moro che dopo meno di un secondo strinse la vita della cugina in un abbraccio morboso.

 

 

-Ragazzi, sentite io l’ho messo di là perché non si poteva permettere di farlo andar via, però ora che si fa?- Mich gesticolava freneticamente.

 Era totalmente diverso da Adam, non aveva tatuaggi né piercing. Aveva i capelli con un taglio classico rispetto a quello mezzo rasato e mezzo lasciato lungo dell’altro. Anche la corporatura era diversa: Mich era decisamente più robusto mentre Adam era alto e muscoloso grazie alle intense sessioni di palestra.

 

-Io…posso andarci io!- fece Hermione alzandosi di scatto ma Adam la rispinse sul divano.

-No, ci vado io. Questa sarà l’ultima volta che ci parlo però. Se mi indispone però gli spezzo il collo. Punto!- e si avviò verso la camera da letto.

 

 

 

 

“Ciao Granger! Che fai?”

“Ciao Draco, niente sto studiando… e tu?”

“Sono appena tornato da casa di un’amica. Ogni tanto ci vuole, sai com’è…”

“…”

“Granger? Tutto ok?”

“Sisi…scusa ma non c’è molto campo! Ci sentiamo!”

 

 

“Granger come va? È da molto che non ci sentiamo! Non rispondi più alle mie chiamate! C’è qualcosa che non va? Sai che puoi dirmelo, sono o no uno dei tuoi migliori amici? Rispondimi Mezzosangue!!!”

Due giorni dopo

“Ciao Malferret! Perdonami ma tra lo studio e il praticantato sono sempre impegnata! Certo che sei mio amico! Non preoccuparti… ci sentiamo presto!”

 

Tre mesi dopo

“Granger buon compleanno!”

“Ciao! Ti ringrazio del pensiero! Come va?”

“Oh bene, sono di corsa perché devo andare a prendere Alicia…”

“Ah capisco…ti lascio andare allora…”

“No, non preoccuparti possiamo parlare…cosa mi dici di bello Herm?”

“…”

“Herm? Sei già ubriaca?”

“N…no, non preoccuparti. Senti ho da fare ci sentiamo! Salutami Alicia!”

“Ma se non la conosci!”

“Appunto!”

Tu-tu-tu-tu…

 

 

 

 

-Senti biondo… adesso parliamo e se non mi piaceranno le tue risposte sappi che ti farò morire su questo pavimento con il collo rotto. Non ci vogliono le vostre bacchette per uccidere con semplicità. Te lo dico chiaro e tondo: ti vorrei morto ma ucciderebbe me vedere Hermione soffrire ancora per te. Quindi ti do una settimana di tempo per provarmi che tieni  a lei. Dopodichè ti spedisco all’altro mondo senza rifletterci una frazione di secondo in più, ci siamo chiariti, fratello?!- un cenno di capo gli bastò- va bene. Quando tieni la bocca chiusa non sembri così male! Buonanotte!- concluse sulla soglia della porta.

Adesso sarebbe dovuta tornare Hermione e avrebbero parlato. Si, non voleva aspettare un attimo in più.

 

 

Peccato che non si ripresentò in camera da letto.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


8

Arrivò tutta trafelata in ospedale. George l’aveva chiamata al cercapersone più volte nel giro di pochi minuti. Se si fosse rivelato uno scherzo l’avrebbe affatturato senza porsi alcun problema. Per colpa sua aveva abbandonato Draco in camera da letto senza dargli nemmeno un bacio di rassicurazione.

 

“Bene anche il cellulare è a casa! Sarà furioso quando tornerò!” concluse sbattendo con poca grazia la borsa sulla sua scrivania. L’amico e collega bussò prima di entrare ma appena vide il viso della sua amica capì che qualcosa non andava.

-Cosa diavolo succede George? Perché mi hai fatto chiamare al cerca persone?- sbottò acida.

-Per sapere quante volte l'avete fatto!- sbottò di rimando - Ovvio che c'è un'emergenza Herm!- fece con voce eloquente – Lo so che ti ho disturbata però avevo bisogno di un tuo parere prima di operarla…-
-Ok scusami dimmi tutto...- si riprese immediatamente.

 

 

 

 





 

-George avevi ragione... C'è bisogno di operare. Prenota una sala operatoria e vediamo di fare più del possibile!- esclamò correndo a prepararsi per l’intervento.





 

 

 

-Ringraziando il cielo ce l'hanno fatta... Adesso vado a saldare la ricevuta che mi hai gentilmente portato e torno a casa...non puoi immaginare il putiferio che ci regna!- salutò l'amico con un tenero bacio e scappò a prendere le sue cose nell' ambulatorio. Poggiata sulla sua borsa nera una lettera. La carta era particolare.

Magica.

L'aprì immediatamente.

"Signorina Granger siamo lieti di invitarla ai festeggiamenti  in onore del compleanno della signora Narcissa Black Malfoy per le ore venti e trenta del giorno cinque Maggio a Malfoy Manor.

Si prega di dare un cenno di adesione.

È richiesto un abito da sera.

Cordialmente

Narcissa Black Malfoy"

 

Diavolo! Quanti anni avrebbe compiuto? Non lo ricordava più. Non ricordava un sacco di cose del suo altro mondo. Avendo Draco a casa non poteva ignorare l’invito. Doveva andarci.

 

 

 

 

 

-Hermione!? Ma cosa stai facendo? Devo parlarti.- l’unica risposta che ricevette fu lo scrosciare dell’acqua nel lavabo della cucina- dai Herm facciamo domani i piatti dei ragazzi, torna di là – ma trovò Mich all’opera.

-Draco è scappata in ospedale, le è suonato il cercapersone trecento volte in un minuto ed è dovuta scappare – all’espressione furiosa Mich subito tentò di placarlo, anche perché Adam era in bagno quindi avrebbe sentito tutto e si sarebbe subito incavolato – non preoccuparti, sarà qualcosa da poco. Di solito non la chiamano di notte però non si sa mai. Vuoi qualcosa da bere?- fece aprendo l’anta degli alcolici.

Stava per chiedere un bicchiere di rhum ma la voce glaciale di Adam li bloccò.

-Assolutamente non deve bere niente di alcolico. Potrebbe far contrasto con i medicinali che deve assumere mica ho pietà di te?- gli sbottò contro lanciandogli anche un’occhiata di sbieco- ho pietà di mia cugina: sono sicuro indosserebbe gli abiti da lutto se morissi. Io invece organizzerei una mega festa ma temo di dovermi trattenere.- concluse facendo spallucce mentre si versava un bicchiere di latte – ne vuoi?-

Draco lo aveva osservato attentamente poi aveva accettato ricordandosi di ringraziarlo.

-Mi ringrazi per il bicchiere di latte o per averti salvato il collo?- fece spavaldo.

-Per entrambe e anche e soprattutto per aver badato ad Hermione. Ha sempre avuto la testa sulle spalle ma non pensavo affatto di averle provocato tutto questo dolore. Credevo evitasse solo di ridarmi troppa confidenza ma probabilmente ho sbagliato tutto. Dovevo chiederle di sposarmi quella stessa sera ma ho un caratteraccio. Non avevo capito che si era chiusa a riccio e mi aveva ferito per non far notare la ferita che le avevo inferto io. Sono stato il solito egoista ma sono stato anche cieco. Dovevo riavvicinarmi prima. Avrei evitato dolore ad entrambi- sorseggiò il proprio latte e continuò- vorrei aver recuperato prima il nostro rapporto ma ero troppo cieco per rendermi conto di tante cose. Mi spiace avervi fatto impazzire con lei a causa mia- concluse mesto.

Adam lo afferrò per la collottola e lo mise in posizione da avere il suo sguardo fisso nei suoi occhi. Lo sbuffo di Michael si  risentì in tutto l’appartamento.

-Era andata fuori di testa. Voleva dimenticarti affogandosi nei libri. Si è laureata con il massimo punteggio nel minor tempo mai registrato in quell’università. Gli altri ragazzi che ha frequentato erano delle tue copie. Le abbiamo presentato anche altri ragazzi ma non riusciva ad andare oltre. Non erano te. Non poteva stare con un uomo che non era quello su cui misurava tutti gli altri. Le abbiamo presentato ragazzi belli, ricchi, dolci, intelligenti…-

 

-Vedendo che non funzionava abbiamo provato con tutto l’opposto: rockers, giocatori di baseball, motociclisti. Abbiamo provato anche con qualche galeotto! Pensavamo di riuscire nel nostro intento. Volevamo ti dimenticasse ma non ci siamo affatto riusciti. Però il suo peggiorare ci faceva stringere il cuore ogni giorno di più. Fino  a quando non ci siamo arresi. Non potevamo fare nient’altro. Forse non ci sarebbe stato un matrimonio per lei, non ci sarebbe stato del sesso fantastico come decantava ogni volta che parlavamo di te ma almeno avrebbe avuto l’affetto della sua famiglia.- finì poggiando la testa sul banco della cucina.

 

La testa di Draco vorticava pericolosamente. Troppe informazioni e lei gli mancava troppo. Quando sarebbe tornata? Doveva scusarsi e pregarla di sposarlo. Il vecchio Draco Malfoy era definitivamente morto. Di quel ragazzino borioso arrogante e volgare era rimasto poco e nulla. Lei l’aveva depurato come una sorgente miracolosa.

 

 

 

 

Sette e quarantotto.

I tre ragazzi non avevano smesso di parlare di lei per un solo secondo. La stavano attendendo per fare colazione tutti insieme e poi sarebbero tornati a letto tutti. Ma di Hermione ancora non c’era traccia.

 

 

 

 

 

Era troppo stanca per tornare a piedi, avrebbe preso un taxi o la metro. Non voleva chiamare i ragazzi, sicuramente erano andati a dormire e poi la fermata della metro era poco dopo l’ospedale. Non voleva smaterializzarsi, era troppo stanca e aveva paura di spaccarsi. Arrivò alla fermata della sua linea e iniziò ad attendere. Dopo venti minuti circa una voce elettronica cominciò a gracchiare:

“Ci scusiamo con i viaggiatori ma la corsa 09813 per problemi tecnici è stata soppressa per questa giornata. Ci scusiamo per il disagio!”

Morgana!

Aveva aspettato inutilmente tutto quel tempo!

Adesso doveva prendere solo un taxi.

Riuscì a prenderlo dopo pochi minuti.

Aveva dato l’indirizzo al signore ma non sembrava troppo lucido. Aveva detto di essere a fine turno. Anche lei lo era. Chiuse gli occhi e poggiò la testa riccioluta al poggiatesta dell’auto.

 

 

 

 

-991 del Beth Israel Medical Center dica…- la voce di un operatore squillò dall’altro capo del telefono.

-Siamo nella sedicesima strada c’è un incidente! Un taxi si è schiantato…

 

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


cap 9

-Thomas? Ci senti?- gracchiò una voce dalla ricetrasmittente.

-Dica capo!- rispose immediatamente il tassista.

-C’è stato un incidente sulla sedicesima. Un taxi si è schiantato, è quello di Jack. Se ti capita di passare da quelle parti nei prossimi minuti puoi dare un’occhiata? Ho mandato subito una squadra d’emergenza ma immagino tu lo volessi sapere.

-Certamente signore! Finisco una corsa e poi vado subito sul posto!- fece con voce carica d’ansia.

-Non si preoccupi signor Thomas! Andiamo sul luogo dell’incidente così potremo accertarci delle condizioni di salute del suo collega, sono un medico. Poi, non si preoccupi, casa mia dista pochissimo da lì.- lo interruppe la ragazza sobbalzata a quella notizia.

 

 

 

-Pronto?-

-Adam buongiorno! Mi passi Hermione?

-George?! Cosa cazzo stai dicendo?!

-Mmm… ho composto il numero giusto? Aspetta che richiamo!

-Hermione  non è tornata e tu mi dici che non è con te?!

-Io non sto affatto dicendo che Hermione dovrebbe essere in ospedale…è andata via più di un’ora e mezza fa!

-Come? Un’ora e mezza fa?!

Il biondo che era rimasto in preda alla preoccupazione sul divano con Mich balzò in piedi.

-Un’ora e mezza? Assolutamente ora scendo a cercarla, basta!- ma appena aprì la porta le ante dell’ascensore si spalancarono.

Era tornata!

-          Hai anche la colazione…

-          Oh si signor Malfoy! E ho anche ciò che ti farà tornare a casa…- fece sventolandogli la lettera a pochi centimetri dal naso.

Ciò che ti farà tornare a casa…

“Non mi vuole con sé. Ho sbagliato. Pensavo – speravo- mi volesse.”

-Ah… Capisco. Entra dentro, questa è casa tua!- le fece con un sorriso tirato.

Naturalmente nessuno dei due aveva inteso il tono di voce dell’altro.

-Herm sei tornata!- esclamò Adam mentre reggeva ancora la cornetta del telefono dove parlava con George-  è tornata ciao!- staccando poi la chiamata.

-Dove diavolo sei stata Herm?!

-Ci hai fatto prendere un colpo! Pensavamo ti fosse accaduto qualcosa!- berciò Mitch dalla cucina.

La ragazza si stravaccò sul divano appena dopo che si lavò le mani. Non aveva le forze per una doccia, l’avrebbe fatta più tardi. Per il momento si accontentò di levarsi jeans e canotta e tuffarsi a mangiare i croissant presi poco prima al negozio di sotto.

Ne lanciò uno per ogni cugino e poi gattonò sensualmente verso il biondo. Gli porse il croissant alla crema, che lui adorava e lo baciò all’angolo della bocca.

-          Un uccellino mi ha ricordato che la crema ti rimette sempre di buon umore!

Il ragazzo dapprima sorrise per il sincero pensiero, poi mise a fuoco il suo intimo, quello della notte appena

trascorsa ed ebbe un’improvvisa vampata di eccitazione.  Però non poteva né doveva perdere tempo. Doveva comunicarle tutto ciò che sentiva prima di combinare qualche altro pasticcio.

-Herm, ti devo parlare…

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Capitolo 10
*** 10 ***


101

Dopo aver faticato non poco per mandare via Adam e Mitch, Hermione si concesse una breve doccia prima di chiacchierare con il biondo. In effetti prima quando aveva esclamato la fatidica frase ne era rimasta un’po’ impaurita ma si era resa conto che dopo la notte trascorsa insieme qualcosa dovevano pur dirselo.

Rientrò in camera da letto frizionandosi i capelli e lo trovò concentrato a fare zapping alla tv.

Quanto era affascinante!

Decise, però, di prendere di petto la situazione e gli si affiancò schiarendosi la voce.

-          Niente completini sexy oggi?

-          No, quelli sono solo per la notte.

-          Capisco… comunque come ti senti? Sarai stanchissima, vie..-

 

-          -Tua madre mi ha invitato al suo compleanno. Non ricordo che negli ultimi anni mi abbia invitato... cosa c'è sotto Malfoy? L'hai contattata?- sbottò diffidente.

-          -Penso abbia parlato con qualcuno del clan Potter-Weasley-Parkinson... Comunque sia, sa che sono qui da te Hermione. Perché me lo domandi?- fece con sguardo curioso aggiustandosi ciocche di capelli invisibili.

 

 

La delusione sul viso della ragazza fu lampante: trattenne il respiro poi tenne abbassate le palpebre per qualche secondo in più del solito e infine sospirò pesantemente chiedendogli continuando a serrare gli occhi dalla delusione per non mostrare la delusione e la tristezza per quell'attenzione di cortesia.

Lei e Narcissa erano state ottime conoscenti e in seguito buone amiche grazie al ruolo da mediatore di Draco.

 

Figlio e amico.

Figlio e amante.

Figlio e fidanzato.

Figlio e uomo distrutto da una domanda mancata.

Il rientro di Hermione nel mondo babbano era stata una bomba scoppiata senza un conto alla rovescia.

Quando era subentrato quel clima di sospetto e mancata fiducia?

Quando il dubbio si era annidato come una serpe in seno ad entrambi?

Quando lei aveva avuto l'idea di farsi credere una donna tutta d'un pezzo, oltre ad una intramontabile So-tutto-Io?

Quando Draco aveva iniziato a occuparsi di politica?

 

-Draco non credi che mettersi in politica non sia una mossa molto azzeccata per la tua professione? Cioé intendo in relazione alla storia di tuo padre? Sei sicuro che non ti screditi in qualche modo? Ho paura che possa danneggiarti..-

-Mezzosangue di quando in qua ti sei occupata di politica oltre ai tuoi berretti per il C.R.E.P.A.? Pensa ai tuoi progetti. Non curarti dei miei!-

 

 

-Sono stata invitata quindi in qualità di ospitante del proprio figlio? Puoi anche avvisare tua madre che non ci sarò allora!- berciò irata iniziando a gesticolare con le mani – non si invita di solito la servitù agli eventi mondani! Potrebbero rovinarvi lo smalto! Draco io non voglio la pietà di nessuno! E tanto meno la riconoscenza!

“Ma cosa stava farneticando quel cervello offuscato da quella massa spettinata?! Basta ora devo parlare!”

 

-Vuoi sposarmi? Ti prego! Prima che combini qualche altro pasticcio! Non voglio perderti ancora per colpa della mia testa bacata. Vederti accanto a quel George mi ha fatto andare fuori di testa! Simpatico, per carità, ma non volevo assolutamente tu fossi sua! Hermione non potevi stare con lui! –iniziò a farsi più vicino - Ma poi stanotte abbiamo fatto l’amore ed è stato come tornare nel posto in cui eravamo prima di nascere! Poi mi sono preoccupato a morte non vedendoti tornare ma poi ho riflettuto e ho detto “quando torna io assolutament- fu interrotto da una Hermione dal viso febbricitante e dagli occhi lucidi.

-Draco! – singhiozzò lanciandosi ad abbracciarlo.

Era stato uno stupido. Aveva parlato troppo!

Ma dopo qualche lacrima lo stese di botto sul morbido materasso ed iniziò a baciargli la gola.

“Qualche parola in più ogni tanto forse ci vuole!”

 

 

Due o tre ore dopo.

-Era un si quello che abbiamo appena fatto, amore?- chiese lui baciandole dolcemente una spalla scoperta.

-Assolutamente no, Malfoy! Hai ancora tanti peccati da scontare!- fece lei baciandogli la punta del naso.

-Ma davvero brufolosa di una So-Tutto-Io?!- iniziò tirandole come un bambino capriccioso tante ciocche di capelli.

 

 

Ding… ding… ding… ding… ding… ding..-

-Oh va bene Malfoy! Verrò con te alla festa di Nott ma ti prego, per amor di Merlino, smettila di tirarmi i capelli!- sbuffò contrita sul divano mentre guardava un documentario in tv.

-Eh già mezzosangue! Ho delle doti particolari per persuadere gli ossi duri come te!- scherzò lui arricciando una ciocca sfuggita alla coda improvvisata.

-Già… Hai  imparato dal migliore!- ridacchiò fingendosi ancora arrabbiata.

-Certo! Teddy è il miglior rompiboccini dell’ intero mondo magico!- perseverò il biondo scoppiando, poi, in una risata genuina.

 

 

-Come mi hai chiamato?!- strillò una Hermione indignata.

-Oh beh! Indossi sempre quelle magliette plebee di fibra sintetica è normale che ti vengono fuori questi vulcani di pus! Non riesco più a ricordarmi quanti abiti e camicie in seta ti ho regalato!- concluse sbeffeggiandola.

La riccia corse allo specchio per controllare ma altro non era che un microscopico foruncolo!

E la vendetta non fu mai più funesta…

 

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


1111

Era passata più di una settimana da quella fatidica giornata.

Aveva accettato di ricominciare tutto da capo senza pregiudizi lei e lui si stava dimostrando degno di stare al suo fianco. Mich ed Adam di tanto in tanto lo mettevano alla prova ma senza pressarlo troppo. C’era già Hermione che lo strigliava per bene.

 

“Malfoy non mi pare che avere una relazione con te mi proibisca di lavorare! Sono indipendente e di certo non mi tratterrai ancora molto a lungo in questo letto oggi!”

“Mezzosangue ma perché devi rendere sempre tutto così difficile? Oggi ho voglia di restare a letto con te senza se e senza ma! Su! E fammi contento!” la pregò cercando di trattenerla per le cosce nude.

“Scordatelo furetto! Sto già tralasciando molte cose per stare qui con te tutto questo tempo!” fece lei fintamente stizzita.

“Tipo?” berciò lui non convinto di queste parole.

“Tipo non sto andando in palestra…” cominciò ad elencare contando teatralmente sulle dita infischiandosene delle sue cadute di stile.

“Ma se facciamo tantissimo movimento!” rispose lui offeso!

“Non quanto ne facevo prima! Sto trascurando i ragazzi! Ormai in questa settimana hanno svaligiato più volte i fast food della città che il mio frigo ed è gravissimo!”

 

 

-Ritengo, quindi, che non andremo alla festa di mia madre?- disse con fare pensieroso – dovrò sicuramente dare una buona giustificazione data la mia assenza – concluse osservando la ragazza prendere degli abiti dall’armadio a muro.

 

-Non lo so se è il caso andarci, Draco. Sono anni che non ci metto piede ed ho paura di confrontarmi con tutta la famiglia Weasley e con Harry e poi…- stava iniziando ad accampare scuse su scuse. Stava inventando e lei non era molto brava, era lui il maestro in questa subdola arte.

 

-Ok, va bene Herm, poi ci pensiamo ok?- la rassicurò – piuttosto dimmi perché ti stai conciando in questo modo osceno?- le soffiò all’orecchio minaccioso.

 

La ragazza osservò gli shorts che aveva indossato con la camicetta a body multicolor.

Cosa c’era di strano?

 

-Malfoy temo che Mich non ti abbia detto dove si va questa sera…- cominciò lei cauta.

 

Diciamo che i pub non erano luogo per Draco Malfoy!

 

-Stasera dovremmo incontrare George e consorte a ristorante mi pare tesoro e la tua mise non mi sembra abbastanza adatta… se vuoi possiamo andare in quel negozio delizioso poco lontano dall’emporio… che ne dici? Ah! Potresti trasfigurarmi un abito da sera per favore Herm? Io non ho la bacchetta…uff! Quanto mi manca la mia bacchetta!- sbuffò malinconico.

 

-Draco non è proprio un ristorante…è un pub dove i ragazzi di solito suonano. È molto alla mano, vedrai, ti piacerà!- concluse lei baciandogli l’angolo delle labbra.

 

-Hey Bob!- sbatté la mano sul bancone massiccio e batterono il pugno.

-Doc! Stasera fai gli extra?- fece sorridendole in modo sexy per poi posare lo sguardo su Draco che aveva gli occhi spiritati- hey ciao biondo! cosa ti servo?

- Niente… accompagno la mia ragazza a bere qualcosa...-disse indicandola con il pollice.

- Doc chi é questo matto?- fece scoppiando a ridere - biondo lascia stare la ragazza e vatti a drogare altrove altrimenti ti spezzo il collo!-
Draco non li sopportava più quei sudici babbani! Perché nessuno gli credeva? Forse perché non era svitato come loro?!

-Hermione- cominciò guardandola con sguardo assassino senza riuscire a controllare la vena sulla tempia sinistra- potresti dirgli che siamo fidanzati?!
Lei lo osservò divertita e si rivolse a Bob con sguardo di chi la sapeva lunga

 

 -Bob lui è Draco, il mio ragazzo...- Bob la guardò con l'aria dapprima sconcertata poi il sorriso cominciò ad allargarsi fino a diventare una risata sguaiata.

-Si festeggia allora Doc! Offro io stasera! Iniziamo con due birre "doppio malto corrette con gin"!- e iniziò subito ad operare con le bottiglie- Bene bene… abbiamo schiacciato quell'essere immondo! Yuhu!-
Soggiunse Adam nel momento in cui Bob servì le birre alla coppia.

-Veramente l'essere immondo è proprio questo simpaticone… non lo vedi "quanto" è simpatico? É tornato dal mondo dei morti e bastardi...-fece guardandolo in tralice.

Draco stava afferrando la birra per dargli il primo sorso snobbando Adam ma Bob gli tolse la birra dalle dita e la passò ad Adam lasciando il biondo basito.
-Eh?- si lamentò sconcertato.

- Non te la meriti! Li conosco fin troppo bene i tipi come te e non meriti Hermione-  fece spallucce il barman per poi allontanarsi affinché servisse altri clienti.

-Oooh come va quiggiú teneroni?- canticchiò George mentre avanzava ancheggiando- scintille? Piccole scintille?- fece tamburellando le dita sul bancone.  Seguì la direzione dello sguardo inceneritore di Draco e notò Adam che lo ricambiava.

-Oh grandi scintille allora! Radioattive!- notò Hermione che tentava di ignorare entrambi ma riuscì solamente a far aumentare la tensione.

 - Herm sembri il pomo della discordia! Non potevi essere bruttina e acida?- concluse facendo un verso strozzato.

-George per favore..- cominciò la riccia ma Draco li interruppe senza mollare lo sguardo irato di Adam.

-Me ne sono innamorato quando era una capellona svitata, ho commesso un errore e dopo anni sto cercando di rimediare, devo dar conto a qualcun altro oltre la MIA ragazza?!- sbottò furibondo.
Era scocciato di essere messo in primo piano da tutti per essere solamente offeso e deriso.

 

Voleva anche accontentare Hermione rimanendo a vivere nel mondo babbano ma non poteva essere considerato sempre un mostro! Erano tutti santi? Non pensava affatto e presto ne avrebbe avuto la certezza. 
Doveva solo riafferrare per cinque minuti la sua bacchetta.
Lasciò tutti al banco e si avviò verso l'immenso terrazzo.

Non potevano immaginare come stava male ogni volta che glielo rinfacciavano!

Hermione l’aveva perdonato perché loro non potevano risparmiargli tutte quelle frecciate velenose?

Quell’odioso di Adam.

Da quando l’aveva incontrato la prima volta c’era stato il sospetto che nascondesse qualcosa. Ma cosa?

Era di una violenza inaudita nei suoi confronti!

 

Quella sera Hermione era molto stanca ma aveva comunque preparato la cena.

Vitello al forno con piselli. Questi ultimi gli erano andati di traverso  quando vide Mich scivolare su di un plettro perso proprio da lui. Non riusciva più a respirare! Hermione e quello sventurato di Mich erano intorno a lui facendogli bere un bicchiere d’acqua per farlo riprendere mentre Adam era rimasto ad osservarlo con tanto d’occhi soddisfatti. Era quasi divenuto viola quando con una poderosa pacca di Mich era riuscito a sputare il pisello incastrato. Era salvo! Ma il moro sembrava quasi dispiaciuto di non aver assistito alla sua dipartita, infatti buttò senza grazia la forchetta nel piatto e disse a tutti che sarebbe uscito e che Mich non avrebbe dovuto aspettarlo per andare a suonare.

 

Capito il tipo?! Lo voleva vedere morto!

Proprio in quel momento uscì il protagonista di quell’episodio accendendosi una sigaretta. Doveva far qualcosa per scoprire cosa covava in seno quella serpe mancata!

 

-Draco per prima…- cominciò a gesticolare indicando l’interno – non volevo rubarti la birra.

- Non preoccuparti, non impazzisco per la birra. Preferisco i liquori delle mie parti.- fece spallucce il biondo guardando la città da quell’altezza. Gli sembrava di essere a cavallo della sua amata scopa!

Adam si posizionò nell’angolo “per non far fumare la sigaretta al vento” e gliene offrì una. L’accettò ma non l’accese. Se la passava tra le dita e rifletteva sul da farsi. Doveva provare a carpire i suoi pensieri da brava serpe qual era. Salazar! Perché non ci aveva pensato prima al Legilimens?! Stava diventando un babbanofilo! Doveva solo mantenere il contatto visivo necessario.

 

D’un tratto lo spinse all’angolo piegandolo con il busto contro il parapetto. L’aveva preso di sorpresa e poteva trarne vantaggio, doveva solo agire in fretta.

-Legilimens!-  ed entrò dritto nella sua testa. Non fu difficile trovare qualcosa. Tutto sembrava fosse stato toccato da Lei. Scorse varie porte dove c’erano ricordi d’infanzia che li ritraeva assieme, altre ritraevano in tutti i dettagli la routine quotidiana ma quella che lo colpì fu una porta, una di quelle che sembrano casseforti, aperta.

Doveva entrarci.

Lo fece.

 

 

 

 

L’aria era afosa e il locale non era affollato, segno che la serata ancora non era iniziata. C’erano i camerieri che allestivano i tavoli quando notò Hermione seduta al bancone di Bob. Era deliziosa nell’abitino fluorite e i capelli resi lisci chissà grazie a cosa.

Si avvicinò e scoprì che singhiozzava in modo violento.

 
-Doc cosa c'è che non va ancora? Piangi sempre per quell’essere viscido?- chiese un Bob spaesato nel vedere Hermione piangere a dirotto.

-Ha un'altra Bob! Perché?! Perché?! Non sono mai stata abbastanza per lui forse?- e continuò gettandosi disperata ad abbracciare un barman tremendamente imbarazzato.

Draco spostò lo sguardo su Adam che stava provando con Mich sul piccolo palco i pezzi per la serata e vedendo Hermione in quello stato gettò la chitarra malamente e si accese una sigaretta per trattenere la rabbia.
Mich sospirò pesantemente e lascio andare anche lui mollemente la chitarra sul velluto del palco.

-Devi smetterla Ad! Sei suo cugino! Piantala una buona volta!

-Non é vero! Potrei averla io e renderla felice! Felice come ogni donna che ha un uomo che la ama al suo fianco! E invece cosa mi dice?! Che sono suo cugino! Vaffanculo Mich! Vaffanculo!- sbottò uscendo fuori dalla sala.

Svelato il mistero!

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