Gramercy, uno dei quartieri
più tranquilli di Manhattan quel giorno era teneramente baciato dal sole
primaverile. Il Beth Israel Medical
Center, in principio ospedale fondato per gli immigrati ebrei, era pieno di
gente quel giorno. Appena si entra si crede di essere più che altro in un
centro commerciale. Negozi di tutti i generi affollano i grandi corridoi:
alimentari, sanitari, abbigliamento. Tutto ciò che può servire insomma a delle
persone rinchiuse in un ospedale. Lì non c’era la preoccupazione di dire “Santo
cielo ho dimenticato questa cosa a casa! Ora come farò a prenderla?”.
Con poche banconote si
risolveva il problema.
La farmacia ospedaliera era
uno di questi negozi.
Qui i medici si alternavano e
facevano sia da consultorio che, appunto, da farmacia.
Quella settimana toccava alla
dottoressa Granger e al dottor George Cook.
La farmacia stranamente non
era “sterile” come la giovane dottoressa definiva i reparti dove lavorava per
la maggior parte con donne emozionate e papà che diventavano di gelatina appena
sapevano il sesso del bebè in arrivo. Anche Cook era un ginecologo e spesso era molto più apprezzato della
meticolosa Granger. Era affabile, gentile, cortese, gioviale. Forse troppo.
Infatti era gay. Inizialmente la giovane
dottoressa ne era rimasta affascinata da quell’uomo così perfetto.
Iniziò a subentrare la
confidenza e un giorno alla macchina del caffè George le confessò “ Sai? Werner
finalmente si è convinto a presentarmi ai suoi genitori come fidanzato! Ci
credi? Sono al S-E-T-T-I-M-O cielo! Dimmi che sei felice Herm!!! Dimmi che sei
felice per me!”
Effettivamente in quel
preciso istante lei non poteva farlo: era impegnata a cercare di respirare dopo
essersi quasi strozzata con la sua cioccolata calda!
E da allora erano diventati
inseparabili.
In tutto.
-Un tram tram pazzesco!
Possibile che tutti oggi abbiano qualcosa che non vada?!-
-Herm un’ po’ di pazienza. È
arrivata la stagione dell’allergia e tutti al primo starnuto pensano che sia
chissà quale malattia pericolosa e invece non è niente di che preoccuparsi. Un
paio di settimane e tornerà la tranquillità. - Con una tranquillità disarmante
George servì un’anziana signora al banco farmaci senza prescrizione facendole
l’occhiolino.
-Oh George per cortesia non
metterti a fare la corte alle vecchiette!- Lo rimproverò alzando gli occhi al
cielo mentre sistemava un nuovo arrivo di antistaminici nel cassetto giusto.
-Herm lo sai che lo faccio
per accattivarmi le clienti!- le rispose mentre posizionava nuove confezioni di
profilattici dai colori cangianti sul banco.
Hermione storse il naso. Era
troppo pudica secondo George e non faceva nulla per aiutarla, anzi, cercava
sempre come farla arrossire.
Era passata qualche ora e finalmente il più
del turno era volato via. Approfittando dell’assenza di clienti la mora era
andata a prendere due frappé al cioccolato come sostitutivo di un lauto pranzo.
Rientrando, mentre poggiava la confezione di George sul suo banco, osservava il
cliente che stava servendo il suo collega.
Alto, biondissimo
all’inverosimile, jeans costosi che calzavano a pennello e la classica moda che
era dilagata negli ultimi tempi t-shirt e camicia colorata. Verde smeraldo. Lei
adorava quel colore!
Giusto qualche giorno prima
aveva acquistato un abito di quel colore grazie a George e Werner in una loro
uscita del sabato pomeriggio.
Sbuffò mentalemente, non
avrebbe mai avuto l’occasione per metterlo. Dollari buttati!
“Bel fusto! Peccato che
George me ne parlerà per giorni dopo che gli rifiuterà un caffè insieme! Il
solito latin-lover!”
-Hermione cortesemente
potresti servire questo signore, gentilmente? Chiede di te!- le comunicò d’un
tratto il moro strisciandole alle spalle
– Come fai a scoparti questi fusti io non lo so! Mi ha chiesto di te con una
voce così dolce! Volevo saperlo prima! Secondo me, comunque è tinto!- la
seconda parte della conversazione George la sputò fuori talmente veloce che
alla fine dovette riprendere fiato inspirando a pieni polmoni.
-Certo George! Subito sono
dal signore!- fece con voce squillante e poi gli sibilò – stronzo gay che non
sei altro! Smettila di dire queste cose a lavoro altrimenti mi ritroverò a
parlarne casualmente con Werner!- e corse subito dal cliente.
Con professionalità si
sistemò il camice bianco candido e alzò lo sguardo verso quell’uomo che aveva
chiesto di lei.
-Salve, come posso aiutarla?-
chiese placidamente mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
L’uomo per tutta risposta
tolse le Ray-Ban total black e con voce roca la sbalordì:
-Mezzosangue se non mi aiuti,
ti giuro che mi ammazzo qui, seduta stante davanti ai tuoi occhi!