Crossover: Che significa sono incinta?

di REAwhereverIgo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***
Capitolo 3: *** Parte 3 ***
Capitolo 4: *** Parte 4 ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


Ma com’è potuto succedere?

Vuoi il disegno, la dimostrazione pratica o la spiegazione vocale? Hai l’imbarazzo della scelta

Ma è impossibile, è innaturale!

Disse il demone. Tuo padre l’ha fatto, no? Tu sei diverso per quale ragione?” silenzio. Lei sospirò.

Quindi? Che facciamo?

 

 

Un’ora prima.

Laura? Svegliati! Sono le otto, devo andare a scuola” la scosse dolcemente Mephisto.

Mmmh… voglio dormire!” si lamentò lei, girando la testa dall’altra parte.

Non puoi fare così ogni mattina! Conosci i tuoi compiti: come mia esorcista personale devi stare con me in studio” le ricordò.

Si alzò per cercare i vestiti.

Questa cosa dell’esorcismo sta iniziando a darmi sui nervi!” commentò la ragazza. L’uomo rise.

Prese i suoi classici indumenti e li indossò: camicia rossa, giacca bianca come i pantaloni a palloncino, foulard rosa a pois, calze a righe bordeaux e fucsia, mantello color crema e cappello abbinato con le rifiniture intrecciate.

Laura sorrise pensando che, nonostante fossero già passati quattro anni da quando erano andati a vivere insieme, le sue abitudini non erano cambiate di una virgola.

Ti aspetto in ufficio, va bene?” le domandò.

Sì, ti raggiungo tra poco” promise.

Brava. Mi chiedo come tu faccia a stare così tanto a letto la mattina

Se qualcuno non mi facesse passare metà nottata sveglia forse sarei più pimpante” rispose la ragazza, alzandosi. Lo sentì ridere forte mentre oltrepassava la porta aperta con la chiave magica e si dirigeva a scuola.

Laura si stirò e sbadigliò forte.

Caffè!” esclamò dirigendosi in cucina. Preparò la moka e l’accese, poi si recò davanti all’armadio. Fissò soddisfatta per qualche secondo la sua uniforme ufficiale da esorcista: canottiera bianca, gonna grigia simile a quella della divisa scolastica, stivali lunghi fino al ginocchio neri con le rifiniture chiare e impermeabile scuro chiuso fino in vita e poi aperto fino ai piedi.

Esorcista” pronunciò, scandendo la parola. Che orgoglio!

Sentì il caffè uscire in lontananza e si vestì velocemente.

Caffeina!” disse ad alta voce, precipitandosi a spegnere la moka.

Mentre di solito il profumo della bevanda la faceva svegliare, però, quella mattina le fece venire la nausea.

Ma è avariato?” si chiese, annusando l’aria. Si mise una mano davanti la bocca per non vomitare in cucina, e corse in bagno.

Che schifo” esclamò.

Inspirò ed espirò un paio di volte per calmare i conati e provò ad alzarsi.

La testa le girava in maniera assurda, le sembrava di stare su una giostra coi cavalli.

Riuscì a tirarsi su e a lavarsi i denti, ma un attimo dopo era di nuovo inginocchiata davanti alla tazza del water.

Laura? Ma ti sei addormentata di nuovo?” le chiese Mephisto, entrando in camera.

Ehi? Ci sei?” la chiamò, vedendo che non era più a letto.

In bagno” rispose lei, con voce roca.

Oh cielo! Stai bene?” s’informò l’uomo, vedendola in quelle condizioni.

Fammi una domanda un po’ più intelligente, se non ti dispiace” lo implorò.

Era per essere gentile. Vieni, ti aiuto a metterti sdraiata” le disse. La fece alzare e la portò a letto.

Le sfiorò la fronte con la mano per sentire la temperatura.

Non mi sembra che tu sia calda, ma ti porto comunque un termometro. Ti serve altro?le chiese premuroso.

No, figuratiMephisto si alzò e cercò l’oggetto nell’armadio con tutti gli strumenti medici.

Ecco, tieni” le disse, porgendoglielo. Lei se lo mise sotto il braccio e attese paziente.

Cinque minuti dopo ebbero il responso.

Niente febbre” disse Laura, restituendo il termometro.

Non importa, oggi puoi stare a casa. Io devo rimanere in ufficio a riempire un sacco di scartoffie e a finire di visionare i test di fine anno della settimana prossima, quindi non c’è molto da fare in giro. Tutti gli studenti sono a studiare per gli esami, per cui riposati tranquilla” la rassicurò dandole un bacio sulla fronte.

La ragazza ci mise un po’ per riuscire a capire cosa c’era in quel discorso che non le tornava.

Test di fine anno? S-siamo già a fine marzo?” chiese, isterica.

Sì, perché?

Oh, no!” esclamò. Si alzò come un fulmine dal letto e andò al calendario.

Quindici febbraio… oh cielo! Quindici febbraio!” disse con voce un decimo più alta del solito.

Ma qual è il problema?” s’informò lui, stupito da tanto panico.

Mephisto, io dovevo avere il ciclo un mese e mezzo fa!

Eh?

Sono in ritardo di cinque settimane!” esclamò. Al preside ci volle un secondo per interiorizzare l’informazione.

C-cioè

Sono incinta!

 

 

Il mattino dopo.

Quindi siamo sicuri?

Signor Pheles, glielo ripeto per la terza volta: nonostante lei mi abbia ripete il test per ben tre volte, il risultato è sempre lo stesso. La ragazza è incinta di sei settimane” disse il medico, paziente.

Ma non potremmo fare nuovamente l’esame? Per sicurezza?” implorò l’uomo.

No, basta così. Non c’è possibilità di errore, i risultati sono chiari” spiegò irritato. Erano lì da due ore. Mephisto aveva trascinato Laura dal ginecologo non appena gli era stato possibile allontanarsi dalla True Cross e le aveva fatto fare gli accertamenti. Sospirò, arrendendosi.

Va bene, d’accordo. Grazie per la sua pazienza, adesso dobbiamo andare” lo salutò.

La ragazza scese dal lettino. Era stata in silenzio durante tutta la visita.

Fermi, aspettate. Data la natura un po’… particolare, del piccolo, mi piacerebbe se veniste ogni settimana a controllare i progressi. Non vorrei che ci fossero complicazioni o problemi” spiegò il dottore.

Il preside lo guardò con lo sguardo vuoto.

Certamente. Martedì va bene?

Perfetto. Buona giornata

 

 

Salirono sulla limousine rosa shocking e si misero a sedere in silenzio.

Laura osservò Mephisto: stava intirizzito sul sedile senza fischiettare come al solito e senza muovere a ritmo la gamba. Non era un buon segno.

Quindi, ehm… cosa vogliamo fare?” s’informò. Lui rimase zitto.

Ehi?” lo chiamò, agitandogli una mano davanti agli occhi. Niente.

MEPHISTO!” gridò. Lui sussultò, preso alla sprovvista.

Eh?

Ti ho fatto una domanda e tu non mi stavi ascoltando” s’impermalì. Strinse le braccia al petto.

Scusa, stavo pensando ad altro

Ho notato” si misero di nuovo zitti entrambi.

Quando arrivarono alla True Cross, il preside si chiuse nello studio, lasciandole la chiave per l’appartamento. Come sarebbe tornato a casa era ignoto.

Laura si mise a passeggiare in cortile, sentendo all’improvviso la mancanza di Rea.

Da quando, quattro anni prima, si erano lasciate per seguire i propri sogni si erano sentite poco e velocemente. Sapeva che il ristorante andava bene e che erano sempre impegnati con l’attività. Anche Rin si trovava in giro di rado, e sempre per brevi visite al fratello, che ormai era esorcista affermato e famoso al pari di Shura.

Ma certo!” esclamò la ragazza. C’era qualcuno con cui parlare!

 

 

Per cui, se vi trovate davanti Amaimon, il modo migliore per farlo distrarre è lanciargli un dolcetto. Ci sono domande?” stava dicendo la donna. Gli studenti la guardavano con occhi sbarrati, increduli.

Bene, allora la lezione è finita. Arrivederci” li salutò allegramente, scendendo dalla cattedra.

Aspettò che tutti se ne fossero andati e fece apparire una birra dalla pancia. Questa cosa dei tatuaggi era proprio comoda delle volte. Sentì bussare alla porta.

Mi dispiace, ma i corsi sono finiti per oggi!” gridò.

Anche per me?” chiese Laura, facendo capolino sorridente.

Ehi, guarda chi scende ai piani bassi! Come stai?” la accolse. La ragazza entrò, un po’ titubante.

Diciamo bene. Il lavoro mi occupa metà giornata…

E l’altra metà la passi con il nostro beneamato preside, lo so. In effetti, perché sei nell’ala di esorcismo?” s’informò la donna.

Beh, ecco… ieri è successa… una cosa che… non sapevo con chi parlarne… Mephisto è sotto shock…” iniziò a balbettare frasi sconnesse e senza un senso logico che confusero Shura.

Ehi, ehi, ehi, piano! Rallenta e parti dall’inizio. Cos’è successo ieri?” le chiese, indagando. Quando si trattava del preside era sempre ghiotta di notizie.

Ehm… mi sono sentita male perché i.... io… ok, lascia perdere. Ciao!” disse velocemente cercando di arrivare alla porta. La professoressa fu più veloce e le chiuse l’uscita.

Eh, no! Hai iniziato, ora finisci!” le ordinò minacciosa.

Ma perché sono venuta qui?” si chiese Laura, disperata. Sospirò.

Sono incinta!” annunciò.

Shura rimase zitta per un minuto buono. Perché tutti quelli a cui dava quella notizia rimaneva in silenzio? La cosa le dava fastidio.

Ehm… sei ancora qui?”la chiamò, agitandole una mano davanti agli occhi.

Incinta? Ma… di… di un bambino?” chiese la donna, allibita.

No, di un procione! Ma è logico che sono incinta di un bambino, che domande deficienti mi fai?” si stupì la ragazza.

Ma… come è successo?

Senti, ma ultimamente hai parlato con Mephisto? Mi state facendo le stesse domande!” esplose.

Scusa, ma è strano, e mi fa anche un po’ senso. Un figlio di quel demone? Che schifo!” esclamò.

A me non faceva molto schifo quando è successo, comunque ormai il danno è fatto e il bambino rimane

Ah, perché lo vuoi tenere?

No, lo vendo su e-bay. È la giornata delle domande deficienti?” disse esasperata. Aveva fatto un errore ad andare lì.

Senti, io devo andare via. Se Mephisto rientrasse sarebbe una cosa buona e giusta. Ci vediamo in giro!” la salutò.

Non sopportava l’idea che qualcuno fosse schifato dal suo bambino.

 

 

Laura rimase in casa per una settimana prima di decidersi ad andare nello studio del preside. Era arrivata al limite della sopportazione umana.

Spalancò la porta ed entrò a passio di carica.

Va bene, basta così. Qual è il tuo problema?” lo attaccò. L’uomo la fissò imperscrutabile.

Problema?

Sì, problema! Non ti si vede da sette giorni. Non uno, non due ma sette! Sei impazzito o cosa?

Avevo del lavoro da sbrigare e mi sono trattenuto in…

Non mi dire le cazzate! Sono già abbastanza isterica da sola!” lo avvertì. Mephisto sospirò.

E va bene, affrontiamo la questione” decise.

Laura si sedette sulla sua poltrona a braccia incrociate.

Parla” lo spronò.

Io non devo dirti niente

Sei scappato. Forse qualcosa devi dirmi

Non sono scappato, avevo bisogno di tempo per pensare. Non ero pronto a sapere che nel giro di pochi mesi…

Sette

Quello che è, devo diventare… ehm… papà

Pensi che per me sia tanto più semplice?

No, però tu hai venticinque anni, sei giovane e bella e crescere un figlio non è un problema

Tu, invece, sei un plurisecolare che deve mettere la testa a posto. Direi che abbiamo fatto pari” disse Laura.

E’ diverso! Sono un demone, ad esempio

E io sono un’immortale. Vai avanti con le tue supposizioni, te le smonterò una ad una con grande soddisfazione

Sono figlio di Satana

Non sono mai stata cattolica

Sono un infame

Nessuno è perfetto

Non sono adatto a fare il padre

E io la madre, ma mi arrangerò. Hai finito? Questa cosa mi annoia” lo implorò. Mephisto sorrise, scuotendo la testa. Quando ci si metteva, Laura era impossibile.

Allora? Torni a casa con me o rimani qui a fare finta di lavorare? Sono stanca e mi gira la testa” gli chiese.

Lui si alzò e la baciò, sorridendo ancora.

Vengo con te, forza. Però non ti assicuro di saper fare il papà

Imparerai, fidati

 

 

Sei mesi dopo.

Quest’affare è ingombrante e alquanto scomodo” si stava lamentando Laura.

Ormai la pancia era diventata gigante, tanto che non si vedeva i piedi da due mesi.

Sei comunque bellissima” la consolò il preside.

Stavano finendo di mangiare quando le prese una fitta terribile. Si piegò in due dal dolore.

Che succede?” le domandò Mephisto, preoccupato.

Le doglie” rispose lei, in un sussurrò.

Che cosa?

Mi si sono rotte le acque!” urlò.

Non è possibile, manca un mese!

Lo so quando mi si rompono le acque, non mi contraddire!” lo minacciò.

L’uomo agì subito: prese il cappello e la caricò in braccio, portandola fuori dalla cucina. Aveva la macchina fuori dalla porta, la fece salire e si diressero in ospedale.

Come va?” le domandò premuroso.

Da fare schifo, grazie” rispose lei, in preda ai dolori.

Sentiva che il bambino stava per venire fuori.

Quanto ci vuole per arrivare?” chiese, impaziente.

Ci siamo quasi, resisti!” la incitò.

Era assurdo vederla stare tanto male per le doglie quando non si era lamentata mezza volta durante il suo primo esame da exwire, quando era stata praticamente strangolata da una scimmia gigante.

Eccoci!” esclamò Mephisto, portandola fuori. Corse fino all’interno dell’ospedale con lei in braccio che si lamentava e cercò un medico.

Sta per partorire!” disse. Un’infermiera molto gentile le fece portare una sedia a rotelle e la spinse fino al primo piano.

Voglio andare con lei!” ordinò lui al dottore che stava seguendo Laura.

Mi dispiace, ma la politica di questo posto ci impedisce di far assistere chiunque ai parti

Ma è mio figlio!

Siete sposati?

No

E allora non posso fare niente, mi scusi” spiegò, scomparendo dietro la porta.

Il preside si mise a camminare su e giù per il corridoio, in preda al panico.

Passò un’ora e ancora non si vedeva niente. Iniziò ad agitarsi.

 

 

Alle tre di notte, dopo quattro ore di attesa, vide arrivare una chioma rosso fuoco dalla porta principale.

Shura?” esclamò sorpreso.

Ehilà, Mephisto! Come stai il nostro bel neopapà?gli chiese sorridente.

Ancora non lo sono, Laura non ha…

Signor Pheles, ci siamo, la bambina è nata” annunciò un’infermiera sorridente, spuntando dalla sala.

Oh cielo! Finalmente” esclamò entrando.

Vide la ragazza tenere in mano un fagotto rosa e aspettarlo sorridente.

Eccoti. Questa è nostra figlia” gli disse, orgogliosa.

La piccola aveva le orecchie appuntite e i capelli viola.

Com’è… strana” osservò l’uomo.

E’ figlia di un demone e di un’umana, che pretendevi?” lo prese in giro Laura.

Come la chiameremo?

Che ne dici di Ayumi? Significa stella” propose Mephisto. La sua compagna sorrise.

Mi piace. Ayumi Pheles. Suona proprio bene” sospirò.

Si stese e si addormentò con la bambina in braccio. Il preside le lasciò riposare e si mise a sedere per osservarle.

 

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Capitolo 2
*** Parte 2 ***


Stava camminando per strada quando le venne voglia di fragole. Anzi no, più che una voglia era un bisogno fisico, una questione di vita o di morte. Si fermò al banco della frutta e ne chiese un cestino.

Abbiamo solo quello da un chilo, va bene uguale?” le domandò il commesso.

Certamente, non c’è problema” rispose lei.

Le pagò e tornò a camminare, mangiandole. “Buone” pensò.

Il percorso durava circa cinque minuti, anche con tutte le borse della spesa che aveva in braccio per il frigo del ristorante, ma già a metà strada le fragole erano finite.

Oh, cavolo. Forse dovrei smettere di essere così affamata, sono diventata compulsiva” esclamò.

Non aveva perso l’abitudine di parlare da sola ad alta voce quando camminava, ma chi la conosceva ormai non ci faceva più caso.

Grazie al suo nuovo lavoro e al fatto che il ristorante era rinomato per i deliziosi piatti preparati lei era diventata una specie di istituzione nei dintorni. Tutti i giorni aveva decine di persone a pranzo e a cena ed era riuscita a racimolare un bel gruzzoletto, messo da parte per un posto più grande e un altro impiegato.

Al momento c’erano quattro persone a lavoro: lei e Nobu stavano in sala e servivano, mentre Rin e Ukobach cucinavano.

Il demone era andato da loro quando Yukio era diventato un esorcista affermato e Mephisto lo aveva licenziato. Rea era stata felice di prenderlo in casa con loro.

Quando arrivò al lavoro sentì un profumo invitante provenire dalla cucina e si avvicinò annusando l’aria.

Cos’è questo buon odore?” chiese. Diede un bacio al compagno e posò le buste.

Stiamo preparando il sushi” le rispose. Ukobach annuì, felice.

Buono! Posso prenderne un pezzo?

Ti ho lasciato il sashimi sake, è lì sul tavolo” le disse Rin.

Ti adoro!” lo adulò lei, mandandogli un bacio con la mano.

Si avvicinò al pesce e lo guardò un attimo. Poi lo allontanò da sé, schifata dal profumo.

Forse più tardi” si disse. Iniziò a mettere la spesa a posto e lo stomaco le brontolò. “Sì, però ho fame” pensò.

Senza ragionare prese il piatto di sushi e lo ingoiò senza metterci nessuna salsa, come invece faceva di solito.

Le si bloccò in gola, andando a strozzarla.

Oddio” borbottò, correndo verso il bagno. Sputò il cibo e si sciacquò la bocca.

Se lo masticavo forse era meglio” si disse. Nuovamente il suo stomaco brontolò, e le venne voglia di cioccolata e bistecca. “Ma è normale?” si chiese. Sentì di nuovo il rumore della fame. “Ma chi se ne frega!” pensò. Corse in cucina.

Ehi, Ukobach, mi puoi preparare un po’ di carne con sopra del cioccolato? Voglio provarlo per vedere se potrebbe essere messo nel menù” gli propose.

Rin la fissò, senza capire.

Unire le proteine con gli zuccheri? Rea ma ti senti bene?” le chiese, preoccupato. Lei sorrise.

Certamente!

 

 

Passò una settimana senza che le venissero mai altre voglie. Se n’era quasi dimenticata fino a che un pomeriggio, mentre stava spazzando con Nobu, desiderò altre fragole.

Ho fame!” si lamentò con l’amica. Lei la fissò.

C’è rimasto del prosciutto in frigo” le disse.

No, ho bisogno di fragole

Che cosa? Ma non è stagione!

Sì, ma ne ho voglia!” si arrabbiò, puntando i piedi.

Ci sono le banane, al massimo” la avvertì, cercando in cucina. Rea scosse la testa con forza.

Voglio le fragole!” urlò. La ragazza la fissò, incredula.

Ma che ti è preso? Sei impazzita?” le domandò.

Voglio solo un cesto di fragole!” ripeté.

Adesso stava per avere una crisi di nervi, sentiva già le lacrime salirle agli occhi.

Forse è meglio se mi siedo un attimo” disse, recuperando un secondo il controllo. Aveva il cuore che batteva forte.

Ma ti senti bene? Hai bisogno di un po’ d’acqua? Un po’ di zucchero?” si preoccupò Nobu.

No, ho solo bisogno di riposarmi un secondo. Mi passi la borsa? Dovrei avere una pasticca per il mal di testa” le chiese. Prontamente la ragazza la prese e gliela allungò, per poi mettersi seduta vicino a lei. Lavoravano insieme da un anno e mezzo, e si era affezionata a Rea. Era una specie di sorella maggiore, nonostante avessero entrambe ventitré anni.

Ecco, con questo dovrei…” si bloccò, stupita. Ingoiò a vuoto.

Che c’è? Che succede?” s’informò l’altra, allungando il collo per vedere.

Q-questo!” esclamò tirando fuori dalla sacca un assorbente.

Cos’è?

Che non l’hai mai visto? Sei una donna, no?” rispose acida.

Sì, ma dov’è il problema?” domandò Nobu, senza capire.

Io non lo uso da…” si fermò un secondo per fare i conti.

Sette settimane” sussurrò. Aveva un ritardo di quasi due mesi.

Cioè potresti essere incinta?” chiese l’amica, incredula. Eccitata fece un gridolino.

Ma è splendido!” disse.

No! No che non lo è!” esclamò Rea, alzandosi.

Si mise una mano intorno alla testa, e iniziò a camminare in su e giù davanti al tavolo.

Perché? È una notizia stupenda

Io non… un bambino è… oddio” non riusciva a pensare.

Ho bisogno di quel bicchiere d’acqua adesso

 

 

Avrei… avrei bisogno di un… test di gravidanza” disse imbarazzata, parlando a voce bassa. La farmacista la fissò, sorridente.

Rea, siamo in dolce attesa?” le domandò, solare.

Non lo so... Ehm, senti Mikaru, non parlarne troppo a voce alta. Anzi, non parlarne con nessuno” la implorò. La donna le passò la scatola.

Stai tranquilla, il tuo segreto è al sicuro. Per ora

Che significa?

Beh, se tu fossi incinta ci vorrebbe poco perché le persone se ne rendano conto, la pancia cresce” le fece presente. A quello non aveva pensato.

Magari non sono in dolce attesa e tutto è un equivoco. Grazie per il test, ci vediamo

Fammi sapere!” la salutò

Uscita dalla farmacia, Rea entrò in macchina con Nobu.

Andiamo a casa tua

 

 

Una… due… cazzo” esclamò la ragazza, cadendo sul letto.

Significa che sei incinta!” esultò l’amica. Avevano già fatto due prove, entrambe positive. Non c’era dubbio.

Ma non posso aspettare un… un essere umano dentro di me!

Ma perché no? Mi dicevi che da piccola volevi diventare una madre fino a ieri e adesso ti tiri indietro?” la sgridò Nobu. Lei si prese la testa tra le mani.

I-io sono una ristoratrice famosa, ho un posto sicuro, una casa…

Quindi il problema qual è?

Non lo so” ammise. Già, perché un problema? Una neonata era quella che aveva sempre voluto, no?

Allora adesso calmati e respira. Ti porto un bicchiere d’acqua?” le domandò l’amica.

Sì, grazie” annuì. Dopo un paio di minuti aveva ricominciato a respirare normalmente, adesso più lucida.

Va bene, e adesso?” disse.

Adesso lo dici a Rin!” esclamò l’altra.

Oh, no. Conoscendolo, sarebbe andato in paranoia. Si ricordava quando aveva deciso di prendere con loro Ukobach: era stato due giorni ansioso, aveva tolto ogni cosa di giro per evitare che il demone si facesse male e gli aveva fatto un piccolo posto letto accanto alla cucina del ristorante, lavorandoci due giorni senza dormire.

No!” decise Rea.

Che cosa? Perché mai? Guarda che sei strana forte, oggi. Capisco che è una notizia un po’ improvvisa, ma… una nuova vita? Avanti! Gioisci!” la spronò.

Ma lui andrebbe nel panico più totale!” si giustificò.

Anche tu sei nel panico più totale!” le fece presente.

Dettagli” minimizzò. Nobu le prese le mani e la fissò negli occhi.

Adesso tu vai a casa e glielo dici, va bene?” le ordinò. Rea annuì, sconsolata.

 

 

Entrò nella sala del ristorante esitando. Si sentiva le gambe cedere.

Ciao, amore! Tutto bene con Nobu?” la accolse Rin, baciandola.

Come no?” rispose lei.

Il sarcasmo stava per prendere il sopravvento e si riscosse un secondo.

Ci sono problemi?

No, figurati! Qui? Tutto a posto?” s’informò.

Sì, Ukobach ha fatto un piatto a base di verdure. Vuoi?

No, passo grazie” disse.

Lo seguì in cucina, stando attenta a non far trapelare l’emozione. Come glielo diceva?

Senti, Rin, se… parlando ipoteticamente… ci fosse la possibilità di… ehm… allargare la famiglia, diciamo. Che ne pensi?

Tipo prendere qualcun altro a lavorare? Ma non eravamo d’accordo di aspettare di trovare un posto più grande dove trasferirci? Qui stiamo stretti” le rispose.

No, parlavo di altro. Tipo… di un figlio” spiegò.

Il ragazzo quasi si tagliò con il coltello della carne.

Che cosa? Ma siamo ancora piccoli!

Abbiamo ventitré anni” gli fece presente lei.

Esatto. Non mi piace l’idea, no

Bene, questo mi fa… felicissima” rispose la ragazza. Si girò e fece per salire le scale.

Perché questa domanda?” s’incuriosì Rin, seguendola.

Non importa, era un’idea che mi aveva messo in testa Nobu, ma fa niente” disse vaga.

Se ne sei sicura” sussurrò lui, guardandola entrare in casa.

Lei si stese sul letto con un braccio in faccia. Diglielo, dice lei, capirà, dice lei. È una notizia meravigliosa, un bambino! Certo, proprio splendida” pensò. Iniziò a battersi un pugno sulla fronte. Idiota! Eppure lo sai come si fanno queste cose, perché non sei stata attenta?” si sgridò.

 

 

Vuoi un po’ di takoyaki? Li ho appena fatti” la tentò il ragazzo, quella sera a cena. L’odore di quella roba le fece venire la nausea.

No, non ho molta fame” si scusò. La mano andò alla pancia senza che se ne rendesse conto.

Sei sicura che vada tutto bene? Sei strana da oggi pomeriggio” le disse.

Sì, mi sento un po’ debole, sarà un po’ d’influenza

Vuoi che domani passi a prenderti un’aspirina?” le chiese preoccupato.

NO!” esclamò lei, saltando su come una molla. Lui la fissò, sbalordito.

V-volevo dire… no, figurati, domani starò meglio” spiegò.

Come vuoi, però sappi che puoi chiedermi tutto. Non voglio che tu ti ammali” la rassicurò.

Non preoccuparti, lo so già” rispose.

Continuava a pensare ad un ipotetico figlio.

Avrebbe avuto bisogno di Laura in quel momento, ma era troppo tempo che non si sentivano, chiamarla in quel momento era inutile. Si coricò molto presto, con un mal di testa da far addormentare un cavallo.

 

 

Ukobach, io esco, vado un attimo in farmacia a prendere l’aspirina. Ci pensi tu qui?” lo avvertì Rin, togliendosi il grembiule. Il demone rispose di sì.

Allora a tra poco” lo salutò.

Uscì dal ristorante e si diresse al negozio sorridente. Avrebbe curato Rea con tanto amore e l’avrebbe ricoperta di attenzioni.

Entrò dentro, felice.

Buongiorno!” esclamò salutando l’impiegata. Lei sorrise a sua volta.

Allora? Come sta la nostra amica?” gli chiese. Sapeva che era influenzata?

Bene, sono passato a prendere qualcosa per farla stare meglio” rispose lui.

Per queste cose si deve solo aspettare. Dicono che al quarto mese le nausee passino” lo informò. Rin la fissò senza capire.

Quarto mese?

So che è tanto, ma devi aspettare. In fondo un bambino è sempre un bambino

BAMBINO?” esclamò, saltando due passi indietro.

Mikaru si accorse della gaffe e si tappò la bocca.

Pensavo che te l’avesse detto!

Ma chi?

Rea!

No! Non so niente di bambini!” urlò.

Corse fuori dalla farmacia e andò a passo di carica verso casa.

 

 

Spalancò la porta con forza inaudita, scardinandola. La ragazza aprì un occhio con fatica.

UN FIGLIO? Credevi di dirmelo prima o poi?” la aggredì subito. Rea si svegliò subito.

Da chi l’hai saputo?” domandò, imbarazzata.

Dalla farmacista! Ma ti rendi conto? Sei impazzita?” continuò a infierire. La ragazza iniziò a girarsi le mani, nervosa.

Volevo dirtelo, ma nel momento giusto!” si scusò.

Quando? Dopo aver partorito, forse?

No di certo! Smettila di fare così e ragiona, per favore!

Ragionare? C’è il mio bambino dentro di te e tu lo dici a Mikaru, che è la più pettegola del quartiere. Bel colpo!” si complimentò.

La nausea assalì Rea, che si portò una mano alla bocca e corse in bagno a vomitare.

E’ per questo che ieri mi hai fatto tutte quelle domande idiote?

Non erano idiote! Sei tu l’idiota che non vuoi un figlio” si difese.

Perché, tu si?

Certo! È pur sempre mio!” esclamò, fronteggiandolo. Era vero, l’avrebbe tenuto.

Tu sei matta! È un demone, come me. Mia madre è morta, dandomi alla luce

E’ demone solo per un quarto, e non è sicuro che io muoia. Il bambino resta” decise.

No, lui non resta” la minacciò Rin, infiammandosi. Quando succedeva questo era il momento di ritirarsi.

Allora me ne vado io” lo sfidò Rea. Si voltò e corse giù per le scale.

Si mise a piangere in strada e chiamò Nobu.

Pronto, neomamma! Che succede?

N-Nobu… vieni a prendermi” la implorò

 

Puoi stare da me quanto vuoi, non preoccuparti. E non andare al lavoro: farò io per te”la rassicurò l’amica.

Grazie, sei troppo buona. Farò in modo che sia una sistemazione temporanea e troverò un appartamento da sola” le promise.

No, tu resti qui. Sei in una condizione troppo delicata, non puoi avere shock. Rin è un idiota

Lo so” ammise.

Forza, tirati su. Io adesso devo andare, ma tu riposati. Ci vediamo dopo” le disse. Quando fu sola, Rea si mise a piangere di nuovo.

Incinta, senza casa e senza compagno. Complimenti.

 

 

Sette mesi e mezzo dopo.

Nobu, posso parlarti?” le chiese Rin, fermandola dopo il lavoro.

Con te non ci parlo. Lavoro qui perché Rea è mia amica, ma non ti devo niente” gli rispose. Lui e la ragazza non si erano mai chiariti o parlati da quando lei era fuggita.

Voglio che lei torni!” le disse.

Lo ripeti da mesi ma sei venuto anche solo una a vedere come sta o se il bambino è vivo? Ci sei venuto? No! Quindi sta’ zitto e fatti gli affari tuoi” lo aggredì.

Mi vergogno” ammise lui, stringendo i denti.

In questi casi l’orgoglio va messo da parte” gli disse lei.

Lasciò la scopa e se ne andò, facendolo rimanere triste e solo nel ristorante di Rea.

 

 

Piccolo, certo che sei grosso. Quando ti decidi a uscire?” domandò la ragazza, parlando al pancione. Le capitava sempre più spesso, ormai.

Dall’interno sentì un piccolo calcio.

E ti muovi anche! Ma guarda tu” esclamò.

Era ormai alla fine del tempo, era questione di giorni.

Bussarono alla porta.

Arrivo, Nobu!” rispose. Quando la spalancò si trovò davanti Rin.

No!” esclamò, richiudendola. Il ragazzo iniziò a picchiare insistentemente sul legno.

Aprimi!” le disse.

No! Vai via!” gli ordinò.

Voglio parlarti! Ti prego” la implorò. Era disperato.

Puoi dirmelo così!

Ho bisogno di vederti” ammise. Iniziò a piangere.

Lei lo sentì attraverso la parete. Gli era mancato così tanto che si sentiva male a mandarlo via di nuovo. Deglutì.

Ti prego, vai via” gli chiese.

No, ho bisogno di sapere che tu e mio figlio… nostro figlio… state bene. Per favore” la pregò. Il suo tono di voce la fece cedere. Girò la chiave e si affacciò.

Non prenderai fuoco?

Giuro

Allora entra” concesse. Gli aprì la porta e lo fece sedere a tavola.

Cosa c’è?

Voglio che tu… voi… torniate a casa, con me” le spiegò.

Si vedeva che non doveva aver passato gli ultimi mesi in maniera ottimale: aveva le occhiaie ed era dimagrito. Qualcosa si mosse dentro la pancia di Rea.

Perché? Tu non lo vuoi il mio bambino

Sì che lo voglio!

E perché vieni adesso? Dopo sette mesi e mezzo?

Perché mi vergognavo! Sono stato un idiota, un deficiente, un…

Uno stronzo” lo aiutò lei. Lui sorrise.

Esatto. Non potevo avere il coraggio di tornare da te dopo averti buttata via” ammise. Un’altra sensazione di vuoto allo stomaco. Era dolorosa.

Sì, ma se fosse tardi?

Dimmi che non lo è” la pregò.

Fitta forte e spezza fiato. Rea si piegò in due, emettendo un suono strozzato. Rin le fu accanto.

Che c’è?chiese preoccupato.

Il bambino… qualcosa non va” rispose.

Ti porto in ospedale

 

 

Due ore dopo camminava come un animale in gabbia in sala d’aspetto.

I dottori avevano detto che si era rotto qualcosa o che qualcos’altro era rimasto attaccato intorno al bambino, non aveva capito, fatto sta che adesso Rea era in terapia intensiva sotto sedativi. Un’infermiera uscì dalla stanza.

Signor Okumura, c’è suo figlio che vuole vederla” gli disse, gentilmente.

Lui si sentì mille chili più leggero mentre entrava. Vide una piccola culla con un bambino ancora più piccolo all’interno. Il suo cuore si sciolse.

Mio figlio” sussurrò.

Aveva i suoi stessi occhi celesti e le classiche fiamme blu di Satana.

E Rea?” chiese, preoccupato vedendo che non era nei dintorni. Un dottore gli si avvicinò sospirando.

Sua moglie… ci sono stati problemi col parto…

Che cosa sta dicendo? Dov’è Rea!gridò, disperato. “Ti prego, non morire

E’ sedata, nella stanza accanto. Abbiamo dovuto farle un cesareo per non farla sforzare troppo, ma è debole e dovrà rimanere qui per un po’” gli spiegò.

Rin cadde a terra, sollevato.

Quando posso vederla?

Domattina

 

 

Quando aprì gli occhi vide il compagno accanto al suo letto che dormiva. Sorrise.

Ehi, sono io quella ricoverata” lo svegliò. Al suo tocco lui aprì gli occhi e sorrise.

Rea… finalmente” esclamò. Lei si addolcì.

Senti, scusa per questi mesi, mi dispiace io…

Shh… non importa. Come sta il bambino?

Dorme molto, come me. Come vuoi chiamarlo?

In realtà in questi mesi ci ho pensato parecchio e c’è un solo nome possibile

E sarebbe?

Che te ne pare di Shiro?” gli propose. Lui era incredulo.

Sei seria? Come mio padre?

Certo. Ti va bene?

Sì che mi va bene!” le disse, baciandola.

Ne sono felice” rispose Rea, sorridendo.

 

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Capitolo 3
*** Parte 3 ***


Shiro! C’è tuo zio Yukio che ti aspetta all’ingresso, sei pronto?” lo chiamò la madre. Quando entrò in camera del figlio fu assalita da una rabbia cieca. Respirò.

SHIRO!” gridò. Il ragazzo sobbalzò, sorpreso.

Che c’è? Dov’è il fuoco? Non sono stato di nuovo io, vero?” iniziò a balbettare.

Te lo do io fuoco! Muoviti, devi partire e sei ancora in mutande. E nascondi codesta coda!” gli ordinò, chiudendosi la porta alle spalle. Tornò al piano di sotto.

Ti chiedo scusa, Yukio, ma quel ragazzo è pigrone per definizione

Cosa ti aspettavi? È figlio di Rin, dopotutto” le rispose, ridendo. Anche Rea si mise a ridere.

Shiro stava per iniziare a frequentare i corsi di esorcismo alla True Cross, con annesse lezioni normali. Erano riusciti a convincerlo solo dopo mesi di litigi e suppliche, ma avevano vinto. Come vent’anni prima, Yukio si era preso il compito di controllarlo a vista vivendo con lui nel vecchio dormitorio che usava come casa. “Se l’ho fatto con mio fratello posso farlo con tutti” aveva detto (non a torto). Adesso le valige del ragazzo erano già in macchina dello zio e mancava solo lui per partire.

Eccomi!” esclamò, correndo per le scale. Aveva la coda ancora scoperta e la madre lo fermò.

Dove diavolo credi di andare? E quella?” gli chiese, indicandola.

Ah… già” rispose lui, ricordandosene al momento. Era sbadato e immaturo e questo preoccupava Rea.

Ecco fatto, sono pronto!” annunciò un attimo dopo. Abbracciò la donna e salutò Ukobach, poi si guardò intorno.

Papà?

E’ dovuto andare in missione con Kuro, si scusa di non essere qui. Ha detto che appena torna veniamo a trovarti in accademia” gli spiegò lei.

Allora direi che ci siamo. Pronto, Shiro?” gli domandò Yukio.

Certamente!” esclamò lui.

 

 

Ti prego, Ayumi, muoviti!” la stava supplicando Mephisto. La ragazza era ancora in camera a cambiarsi.

Arrivo!” rispose lei. Si sentirono dei rumori ovattati e poi il silenzio.

Eccomi” disse aprendo la porta. Aveva i capelli leggermente spettinati e le gote rosse.

Ma che hai fatto? Sembri stravolta!” osservò l’uomo. Laura apparve dietro di lui.

Avrà corso per prepararsi, come sempre” spiegò. Lui prese la scusa per buona.

Allora ci siamo? Tutto pronto?

Papà, ma devi proprio accompagnarmi in aula? Insomma… potrei andare da sola, no?” propose la ragazza, cauta. Sapeva come la pensava Mephisto: era troppo piccola, troppo ingenua, troppo poco esperta per poter fare qualsiasi cosa da sola. Non era mai potuta uscire nemmeno dal loro appartamento, era stato lui a farle scuola in casa per tutti quegli anni.

No, almeno non il primo giorno. Da domani si vedrà” le disse. Sospirando, la ragazza lo seguì al di là della porta.

 

 

Benvenuti a tutti i page! Io sono il professor Okumura, e vi insegnerò farmacologia antidemone” si presentò Yukio.

La classe era poco popolata, quell’anno: in totale gli allievi erano cinque, compresi Ayumi e Shiro.

Mephisto, in forma canina, stava seduto composto vicino alla cattedra ed osservava la figlia. Era accanto ad un ragazzo alto una decina di centimetri più di lei, con i capelli castani e gli occhi blu. Aveva un’aria familiare.

Dato che questa è la prima lezione devo sapere chi ha già una mashou” disse il professore. Solo la ragazza e il suo vicino alzarono le mani.

Allora devo chiedervi di aspettare fuori mentre faccio in modo che i vostri compagni se ne possano procurare una” li invitò.

Entrambi si alzarono in silenzio ed uscirono dalla classe, puntualmente seguiti dal cagnolino.

 

 

Ayumi sospirò: non poteva attaccare bottone con il bel moretto accanto a lei perché suo padre stava facendo la sentinella seduto sulle sue gambe. La cosa le dava non poco fastidio.

Ehi, scusa la mia maleducazione. Io sono Shiro” si presentò lui all’improvviso. Presa in contropiede, la ragazza esitò.

Non parli?” le chiese, curioso.

Ehm sì… cioè no… cioè… piacere, Ayumi” balbettò in risposta.

Si strinsero le mani e l’animale iniziò a produrre un lieve ringhio gutturale.

Frequenti la True Cross anche tu?” s’informò.

No, magari” rispose lei.

Perché no? Se ti piace, fallo

Ehm… ho qualche problema di… ehm… chiamiamoli genetici, va’

Genitori troppo protettivi?

Qualcosa di simile” disse lei, vaga. Il cane si stava agitando.

Tu? Segui i corsi normali?” chiese per cambiare discorso.

Purtroppo sì. Mio zio mi tiene sott’occhio per conto di mia madre e non posso evitarlo

Tuo zio? E vive qui in accademia?

Certo. È il professor Okumura” spiegò.

A quelle parole Mephisto smise di ringhiare. Yukio era suo zio?

Davvero? Dev’essere una palla!” esclamò Ayumi.

Non me ne parlare

Comunque non puoi lamentarti, non con me. Mio padre è il preside della True Cross” lo informò.

Sul serio? Intendi dire Mephisto Pheles, il più eccentrico esorcista del paese? Quello che mio padre chiama un clown con ombrello rosa?” le chiese. Si rese conto un secondo dopo della gaffe e arrossì.

Scusa” sussurrò. La ragazza rise.

Questa non l’avevo mai sentita, è simpatica!” esclamò senza pensarci. Il cane ringhiò di nuovo.

In quel momento suonò la campanella in lontananza, segnando la fine delle lezioni. I due si alzarono.

Allora ci vediamo domani” la salutò Shiro.

Certo!” si animò Ayumi. Corse via lungo il corridoio, felice.

 

 

Quel ragazzo non mi piace” decise Mephisto riprendendo la sua forma umana. Laura apparve dalla cucina con Kuto sulla spalla.

Bentornati!” li accolse sorridente.

Vide che la ragazza era scura in volto e suo marito (più o meno) era arrabbiato. Sospirò.

Che è successo?” chiese, sconsolata.

Non approvava la politica dell’uomo per cui Ayumi doveva stare reclusa, ma non aveva mai messo bocca.

Quello Shiro è un maleducato! Stagli lontana!” ordinò il preside.

Papà, ci ho scambiato solo due parole. La fai troppo lunga!” gli fece presente la figlia.

Non importa, non ti ci avvicinare più. Capito?” la minacciò. A quel punto le scelte erano due: o iniziava a gridare e rompere tutto o accettava passivamente l’accordo.

Va bene, non preoccuparti” lo rassicurò. Mephisto si rilassò visibilmente.

Perfetto” disse. Era sempre molto orgoglioso del modo in cui lei era sempre pronta a farlo felice. Si voltò ed uscì dall’appartamento, entrando con la chiave speciale nel suo ufficio.

Non appena fu scomparso, Laura incrociò le braccia e squadrò la figlia.

Fammi un riassunto, ragazzina

 

 

Ayumi all’aspetto era una normale sedicenne: poco più alta della madre ma sempre piuttosto piccola, aveva un fisico minuto ma formoso, i capelli lunghi viola scuro, gli occhi grandi e verdi. Aveva l’aria di essere un angioletto, sempre con il sorriso e una risposta gentile. In realtà…

Tuo padre è arrivato ai limiti indescrivibili della pazzia” disse sua madre.

Da circa sei anni aveva iniziato a dare una mano alla figlia a scappare di casa quando Mephisto non era nei dintorni. Utilizzando le sue chiavi speciali le aveva fatto girare la scuola di notte, insegnandole tutti i posti per evitare di essere scoperta.

Me ne rendo conto. Non potresti mettere una buona parola per me?” la implorò.

Ci ho provato e riprovato, ma è come sbattere la testa contro un muro di cemento. È inutile” le rispose.

Agitata, Ayumi mosse la folta coda viola. Il suo essere demone l’aveva resa furba e, col tempo, aveva affinato la sua tecnica di persuasione. Mai una volta aveva perso le staffe e lasciato uscire le fiamme (rosse perché donna) dal suo corpo senza saperle controllare.

Senti, l’unica cosa da fare è lasciar correre per il momento e vedere come va. Questo ragazzo, Shiro, ti piace?

Per ora sì, ma lo conosco appena!” ribatté Ayumi. Laura sorrise.

Allora diamo tempo al tempo” decisero.

Ah, a proposito: non fare mai più come stamani. Se tuo padre scopre che esci da qui dentro ammazza te e fa torturare me. Capito?” la avvertì.

Chiaro!

 

 

Passò un mese e la ragazza si avvicinò parecchio al suo compagno. Passavo le ore di lezione parlando del più e del meno, ridendo quando i professori si arrabbiavano, con grande sconforto di Mephisto, che provava ogni giorno a dissuaderla dallo stare con lui. Ma ormai era tardi: se n’era innamorata.

Lo disse alla madre un pomeriggio che erano sole.

Ma è meraviglioso!” esclamò la donna, felice. Ayumi si accasciò sul tavolo.

Sì, certo. E a papà chi glielo dice?” chiese.

Tu non preoccuparti, vedrai che si sistemerà tutto. Che ne dici se domani lo porti qui? Non c’è nessuno oltre a me, così potremo stare tranquilli. Tuo padre ha una riunione con i Grigori” le propose. La ragazza si animò e sorrise.

Sì!” disse esultando.

 

 

Shiro era innamorato di Ayumi, questo l’aveva appurato la prima settimana di scuola. Aveva dei grandissimi occhi verde smeraldo che sembravano risucchiarlo. Non si era mai sentito così.

Quando Rin andò a trovarlo gliene parlò.

Come hai detto alla mamma che ti piaceva?” gli domandò a bruciapelo. L’uomo quasi si strozzò con il tè.

Perché questa domanda?” rispose, scioccato.

Così” rispose vago il ragazzo.

Proprio come il padre, anche lui arrossiva per niente.

C’è una ragazza che ti piace?” s’informò il genitore con sguardo malizioso.

F-forse…

Chi è la fortunata?” Shiro sospirò.

Si chiama Ayumi, sta con me nella classe di esorcismo. È simpatica, carina, dolce… è perfetta” la descrisse con fare sognante. Rin trattenne a stento una risata.

E la conosco?

No, non penso. Da quanto mi ha detto ha sempre vissuto qui in accademia” rispose pensandoci.

Come ha sempre vissuto in accademia? Ma chi è questa tipa?” s’incuriosì.

La figlia del preside, il signor Pheles

 

 

Il pomeriggio dopo.

Shiro era in casa di Ayumi con lei e la madre. Si trovava a suo agio in quel posto, Laura era una donna molto simpatica. Nonostante fosse un ragazzo palesemente innamorato di sua figlia, lo aveva trattato in modo molto tranquillo e semplice. Era come se la conoscesse da sempre.

Dal canto suo, Laura trovava Shiro particolarmente attraente. Lo vedeva bene accanto alla figlia, solo… c’era qualcosa nel suo modo di fare, di parlare che le ricordava vagamente qualcuno, ma non riusciva a ricollegare. Si dette della stupida e offrì del tè ai due.

 

Rin stava cercando Mephisto. Questa informazione era troppo succosa per parlarne subito con Rea. Chissà se Laura lo sapeva.

Ehi, Yukio! Sto cercando il preside, sai dov’è?” chiese al gemello quando lo incontrò per caso in corridoio. L’uomo lo fissò allibito.

Che ci fai tu qui?

Ero venuto da Shiro, ma ho saputo una cosa e devo parlarne subito con Mephisto, è urgente” gli spiegò ridendo. Quella storia era assurda.

Mi dispiace, ma il signor Pheles è dai Grigori per una riunione, devi tornare domani” lo informò. Rin non si abbatté.

Significa che porterò anche Rea!” esclamò soddisfatto.

 

 

Forse è meglio se vai, adesso. Mio marito tornerà tra poco” disse Laura a Shiro.

Al ragazzo dispiacque un po’, in verità.

Sì, si è fatto tardi e mio zio andrà su tutte le furie se non torno” annuì. Si alzò e andò verso l’ingresso principale, ma Ayumi si mise in mezzo.

No! Di qui no, ti faccio usare la mia chiave” disse.

Va bene” accettò. Lo chiuse in camera e si girò verso la madre con occhi supplicanti. Lei scosse la testa e rise.

Tieni” le porse l’oggetto dorato che conduceva direttamente al vecchio dormitorio.

Torna presto, mi raccomando” si assicurò. Ayumi sorrise e le dette un bacio sulla guancia, poi seguì Shiro in camera e chiuse la porta.

Andiamo” gli disse girando la chiave e ritrovandosi in cortile. Lo tirò per una manica.

Muoviti!” lo spronò.

Lui le corse dietro e si chiusero nel vecchio edificio. La ragazza osservò fuori, guardinga. Ormai era esperta.

Non ci dovrebbe aver visto” disse parlando di Mephisto.

Certo che sembri una reclusa. Possibile che non ti faccia fare nulla a questi livelli? Non ci credo” pensò ad alta voce. Precedendolo in cucina sospirò.

Non lo conosci. Non ti sto a descrivere le storie che ha fatto quando mi sono messa l’uniforme per via della coda!” ricordò senza pensarci. Il ragazzo si bloccò.

Coda?” domandò curioso. Lei si morse la lingua.

No, niente, lascia perdere” minimizzò. Deglutì rendendosi conto del problema che poteva nascere se lui capiva.

Adesso mi spieghi” le disse minaccioso avvicinandosi a lei. La bloccò con le spalle al muro.

Ehm… no, io…” era imbarazzata. Non era mai stata così imbarazzata in vita sua. Sentì che un grosso calore le nasceva dal petto.

Dimmi pure” la invitò Shiro.

Ayumi deglutì e perse il controllo: con le sue guance, prese fuoco tutto il suo corpo, illuminandosi di rosso acceso. Il ragazzo fece un salto indietro.

No! No, no, no, no, no, no!” esclamò lei, senza riuscire a fermarsi.

Respira! Se cerchi di fermare il respiro le fiamme scompaiono” la informò, tornandole vicino.

Stai tranquilla, ci sono io” la rassicurò.

Quella parole la fecero tornare un attimo in sé: fece come le aveva detto lui e inspirò. Sentì il calore abbandonarla a poco a poco.

Brava, ancora un po’” la incoraggiò.

Un minuto dopo era di nuovo sé stessa.

Vuoi un bicchiere d’acqua?” le propose, sorridente, Shiro. Annuì e lo seguì al tavolo, sedendosi. Lui scomparve in cucina. “Idiota!” si disse. Mai, in sedici anni, aveva perso il controllo, e quando succedeva c’era con lei il ragazzo di cui era innamorata. Quale modo migliore per venire allo scoperto?

Ecco qua, scusa l’attesa” esclamò lui, tornando con due bicchieri e una bottiglia d’acqua naturale. C’era qualcosa che si muoveva dietro di lui. Era…

Una coda? Anche tu?” chiese stupita Ayumi.

Già. Con tanto di fiamme, le mie blu però” la informò. Posò gli oggetti e le si mise accanto.

Ti puoi fidare, il tuo segreto è al sicuro con me” le promise avvicinandosi. La ragazza si sentì infiammare di nuovo.

Tanto non mi fai niente se prendi fuoco” rise lui, allontanandosi per farla respirare. Lei non riusciva più a spegnersi, aveva il cuore che batteva troppo forte. Deglutì.

Sei un demone?” domandò per non pensare a quanto doveva sembrare infantile.

Già, da parte di papà. Mamma è un essere umano inciampata per sbaglio nel mondo sovrannaturale, anche se ormai ci si è abituata. Lei e mio padre stanno insieme da più di vent’anni” le spiegò.

Anche mio padre è un demone” ammise Ayumi.

Il signor Pheles?! Sul serio?” si stupì.

Già. Mamma, però, è esorcista. In effetti è un po’ strano” riconobbe.

Che belle famiglie colorite!” rise Shiro.

La ragazza si sentì bene: aveva sempre pensato di essere unica nel suo genere, ma adesso sentiva di non essere più sola.

Si avvicinò e gli dette un bacio sulla guancia.

Sei speciale” gli disse. Lui sorrise e si sfiorò il punto in cui l’aveva toccato.

Dal primo piano si udì un rumore. Una porta si aprì e si richiuse.

Shiro! Ci sei?” chiamò una voce di donna.

Oh, no” esclamò il ragazzo alzando gli occhi al cielo. Sua madre apparve dal corridoio.

Ah, eccoti qui. Sono venuta a… oh!” si bloccò quando vide Ayumi.

S-scusate, non credevo di disturbare qualcuno, ero solo venuta a cercare Rin. Non è qui?” chiese, imbarazzata.

Mamma, non è come pensi!” si infiammò suo figlio.

No, no, figurati

Ma figurati cosa? Questa è una mia amica, si chiama Ayumi e frequenta esorcismo con me!” le spiegò alzandosi. La donna si avvicinò e le tese una mano.

Piacere, Rea” si presentò sorridente. Aveva già superato la vergogna.

S-salve” rispose la ragazza.

Comunque due domande: uno, tuo padre è qui nei dintorni? Doveva tornare due ore fa

No, l’ho visto oggi pomeriggio e poi è sparito

Perfetto, l’ho perso. Poi, due: la tua coda deve ancora agitarsi per molto oppure la metterai dentro per pudore?” lo riprese.

Ah… questa… l’ho liberata per tranquillizzare Ayumi, veramente” disse, rosso in viso. Rea incrociò le braccia al petto e lo guardò, per niente convinta.

Ma davvero? Immagino quanto sia tranquillizzante sapere che il tuo ragazzo è un demone” osservò.

La sua psiche non aveva mai creato un filtro tra i pensieri e la bocca, così lei diceva qualsiasi cosa le passava per la testa, risultando spesso inopportuna. Infatti la bambina diventò rossa.

No! Noi non stiamo insieme!” esclamò.

Non devi vergognarti, cara, sono sua madre ma sono anche una ragazza” la rassicurò.

Non ha capito, io non sto con Shiro!” ribadì l’altra. Nel dire ciò prese di nuovo fuoco, spaventando la donna.

Aiuto!” gridò facendo un salto indietro. Sempre più stupita di quanto avesse perso il controllo su sé stessa, Ayumi iniziò a lacrimare disperata. Calmarsi le era impossibile.

Ehm… ok, questo è strano anche per me” ammise Rea. Il ragazzo le andò accanto e le prese la mano.

Inspira, espira, inspira, espira” le disse. Ci mise qualche secondo per recuperare la tranquillità, ma alla fine riuscì a spegnersi.

Mi… mi dispiace!” si scusò in lacrime. La donna sorrise e le fu accanto, abbracciandola.

Shh… stai tranquilla, io ho due uomini che prendono fuoco in casa ogni venti minuti circa. Non mi stupisco più di nulla” la rassicurò.

 

Per cui sei figlia di un demone anche tu. Complimenti per la scelta, Shiro” si congratulò lei.

Stava sorseggiando del tè e si ritrovò a sorridere pensando a tutti i pomeriggi passati con Rin in quella stessa mensa.

Mamma, ma la smetti? Non stiamo insieme

Come volete. A me però lei piace” confessò. Entrambi i ragazzi arrossirono e guardarono altrove.

In quel momento si sentì uno squillo di cellulare e Ayumi rispose.

Pronto?

Tuo padre sta tornando, dove diavolo sei?la aggredì sua madre. Lei guardò l’ora.

Cavolo, è tardissimo. Arrivo!” esclamò. Si alzò, rovesciando la tazza su Rea.

Oddio, scusa! Mi dispiace, mi dispiace!” si scusò.

Non devi essere così colpevolizzante verso te stessa, è solo un po’ di tè. Ci pensa Shiro ad aiutarmi, tu vai” la tranquillizzò Rea, alzandosi a sua volta.

La ragazza chiuse la porta e infilò la chiave che la collegava a casa.

Ci vediamo domani, Shiro. Arrivederci, Rea” li salutò.

Quando aprì la porta la donna intravide una cascata di capelli biondi lunghissimi.

Non è possibile…” pensò.

Muoviti, Ayumi!” disse la figura.

Fu una frazione di secondo: i loro occhi s’incontrarono un attimo prima che la porta si richiudesse alle spalle della bambina.

Laura!”-“Rea!” esclamarono in contemporanea.

Rimasero ferme ai due lati del passaggio a fissare il punto in cui, un secondo prima, si erano viste.

 

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Capitolo 4
*** Parte 4 ***


Passò un’intera settimana prima che tutta la verità venisse a galla, e quando successe tutto andò nel modo più imprevedibile possibile

Passò un’intera settimana prima che tutta la verità venisse a galla, e quando successe tutto andò nel modo più imprevedibile possibile.

Dopo che aveva intravisto Laura oltre la porta, Rea era andata ogni giorno dal figlio per riuscire a vederla di nuovo. Sperava che Ayumi tornasse a trovarli e le spiegasse perché l’amica era a casa sua.

Dal canto suo, Laura stava cercando di capire come mai la sua bambina era con Rea quel pomeriggio, e per fare ciò l’aveva messa sotto torchio.

Chi era quella donna?” la attaccò appena Mephisto se ne fu andato il pomeriggio successivo.

Era la madre di Shiro” le rispose la ragazza.

Non è possibile, lui è troppo grande!” esclamò sorpresa.

Che la sua amica fosse davvero diventata mamma? Che non le avesse detto niente? Non si vedevano da vent’anni, praticamente, e adesso la trovava madre e per di più del ragazzo di cui era innamorata sua figlia?

Ma se ti dico che Shiro è suo figlio credimi! Perché tanta curiosità?” le domandò, incuriosita.

Lascia perdere. Piuttosto, ti avevo detto di stare attenta. Tuo padre si è insospettito quando ha sentito odore di tè sui tuoi capelli. Lo sai che voi demoni avete i sensi più sviluppati, non rendermi le cose troppo difficili” la sgridò, esasperata.

Aiutarla era molto stancante, delle volte. Ayumi le dette un bacio sulla gota.

Scusami, mammina, non lo farò più” le promise con i suoi occhi angelici. Laura sospirò.

Non ci credo che ci stia cascando anche io” disse. La bambina rise.

 

 

Toc-toc. Mephisto alzò gli occhi dalla scrivania e li puntò sulla porta.

Avanti” disse.

Un Rin sorridente e con sguardo malizioso entrò in ufficio.

Quel posto gli mise un po’ di nostalgia, che però scacciò subito con forza.

Buongiorno, preside!” lo salutò con il suo tipico modo di fare strafottente.

Ma guarda chi c’è! Il padre del ragazzo che rompe le scatole a mia figlia” lo accolse, per niente felice di vederlo.

Non gli andava giù che qualcuno potesse avvicinarsi a lei.

Sentir dire da te mia figlia è la cosa più assurda mai vissuta. Non credevo che anche tu saresti diventato genitore, un giorno” osservò. Si sedette sulla poltrona.

Senti da che pulpito. Sbaglio o anche tu sei diventato padre?” ribatté l’altro.

Io sono comunque un ragazzo. Tu… beh, tu sei tu

Che discorso intelligente” sospirò l’uomo.

Comunque sono venuto per parlare di.. ehm… Ayumi, giusto?

Cosa vuoi da mia figlia?chiese minaccioso Mephisto. Rin alzò le mani.

Io niente, figurati. Volevo solo sapere che ne pensavi

Di cosa?

Come di cosa? Della relazione tra Shiro e la bambina!

 

 

Mamma perché sei di nuovo qui?” chiese il ragazzo, esasperato. Non la sopportava più.

Ho bisogno di vedere Ayumi

Ma perché? È esasperante averti tutti i giorni a giro per casa senza un motivo preciso

 

 

Ascolta, stai andando da Shiro?” chiese Laura. Sua figlia sospirò.

Sì, perché?” le chiese sgarbatamente. Questa storia iniziava a stancarla, la donna non faceva che chiederle della madre del moretto.

Posso venire anche io?

Mi vuoi dire come mai? Sono stufa di tutti questi misteri!” sbottò Ayumi. Lei ci pensò un attimo e si sedette.

Perché devo rivedere una persona importante” iniziò a spiegare.

 

 

Vent’anni fa, quando venivo a scuola qui, avevo un’amica. Si chiamava Laura ed era la mia migliore amica. Stavamo insieme nella stessa camera, nella stessa classe ed eravamo inseparabili prima di iniziare i corsi. Poi ha conosciuto Mephisto

 

 

Quando mi sono messa con tuo padre ho iniziato a stare meno con Rea, a considerarla poco. Poi lei si è fidanzata con Rin e ci siamo allontanate irreparabilmente

 

 

Nonostante condividessimo ancora la camera e fossimo ancora amiche, le nostre strade avevano già iniziato a dividersi. Alla fine dei tre anni di scuola, lei è diventata esorcista ed ha seguito il suo amore, io ho aperto il ristorante

 

Sono passati vent’anni. Ci siamo viste qualche volta, nei primi tempi, ma poi lei è scomparsa dalla circolazione ed io ho iniziato ad avere sempre più impegni a causa dell’Ordine della Vera Croce

 

 

Quando sei nato tu ho smesso di andare in giro a mi sono occupata solamente di te e tuo padre, del mio lavoro e di Ukobach e Kuro, così non ho mai avuto il tempo di chiamarla

 

 

Dopo che sono passati dieci anni, avevo troppa vergogna di alzare la cornetta e telefonarle, per cui ho sempre rimandato, ritrovandomi ad oggi, dopo vent’anni, a non averla più sentita. È triste e meschino

 

 

Infine l’imbarazzo e la paura che mi sbattesse la porta in faccia hanno avuto il sopravvento. Adesso che so che è la mamma della tua ragazza…

Lei non è la mia ragazza!

Fammi finire. Adesso che lei mi è così poco distante, ho bisogno di rivederla. Per favore” lo implorò.

Shiro non avrebbe saputo dire se fu il suo tono di voce a farlo acconsentire o lo sguardo triste della donna, ma cinque minuti dopo stavano andando nello studio di Mephisto per parlargli.

 

 

Per cui posso venire con te?” la pregò Laura.

Ayumi non si sarebbe mai perdonata se le avesse risposto di no, quindi inserì la chiave che portava al dormitorio e varcò la soglia con la madre.

 

 

Tuo figlio deve stare lontano dalla mia piccola!” gridò Mephisto, in preda a rabbia incontrollabile.

Ma sentitelo! Sembri un leone con i piccoli. Se quei due si amano perché vuoi mettergli i bastoni tra le ruote? Lasciala vivere se non vuoi che ti si rivolti contro” lo avvertì Rin.

L’uomo batté i pugni sulla scrivania, facendolo sobbalzare.

Ayumi rimarrà con me finché lo decido io e tu non sei nessuno per dirmi come crescerla. Non conosce il mondo, non è mai uscita di casa, quindi non può sapere come funzionano queste cose!

Che significa non è mai uscita di casa? Rea l’ha conosciuta l’altro pomeriggio giù al vecchio dormitorio” ribatté il più piccolo.

Il preside rimase immobile per un secondo.

Che cosa?” chiese con tutta la calma che possedeva.

Mia moglie ha conosciuto tua figlia da Shiro la settimana scorsa” ripeté.

Mephisto iniziò a tremare, mettendo finalmente insieme i pezzi: non era vero che Ayumi non aveva visto niente al di fuori dell’appartamento! Ecco perché Laura era sempre a casa quando lui usciva. Una furia omicida degna del più grande demone di Gehenna si impossessò di lui.

Andiamo a casa mia” ordinò all’altro.

 

 

Non… uff… non mi ricordavo che ci fossero così tante scale per arrivare nell’ufficio del preside” si lamentò Rea. Era la decima scalinata che salivano ed era sfinita.

Sta all’ultimo piano” disse semplicemente Shiro.

Dopo altri cinque minuti di salita, finalmente videro la porta dello studio. Bussarono e attesero. Niente.

Priviamo ad aprire?” chiese la donna.

Senza aspettare la risposta del figlio, spalancò la porta, ma all’interno della stanza non c’era nessuno.

Mephisto non si muove mai dal suo posto senza un motivo, almeno non in orario di lezioni. Che sia successo qualcosa?” si preoccupò.

L’unico luogo in cui ci potrebbe essere un pericolo è l’ala di esorcismo. Se vuoi ti posso portare là” le propose il ragazzo.

Ottima idea!

 

 

Ayumi e Laura erano al vecchio dormitorio che cercavano Shiro e la madre, senza successo.

Strano, ci eravamo dati appuntamento qui” osservò la ragazza. Poi arrossì.

No, cioè… ehm…

Lascia perdere, a me lui piace e se sei felice mi sta bene” la tranquillizzò la donna.

Che ci sia stato un imprevisto? Ti aveva mai dato buca?” le domandò poi.

No, mai. Tutte le volte che siamo usciti insieme era sempre puntale ad aspettarmi” ricordò l’altra.

Allora, magari, c’è stato un problema. Conosci qualche posto in cui lui passa il tempo?Ayumi ci pensò un attimo.

Escludendo le lezioni normali all’interno dell’accademia, lui va solo in ala esorcisti

Andiamo a cercarlo là” decise Laura.

 

 

Dove diavolo è mia moglie?” chiese Mephisto, con tono freddo e calcolato. Rin decise che non avrebbe mai voluto essere nei panni di lei.

Magari è in bagno” suggerì.

Il preside spalancò ogni porta, guardò in ogni stanza, ma tutto ciò che trovò fu il nulla. Iniziò a sentirsi montare una rabbia cieca: tradimento e delusione s’impossessarono di lui, rendendolo furioso.

Se per sbaglio mia figlia è con quel deficiente di Shiro, non mi farò scrupoli ad ammazzarlo” disse infilando una chiave nella serratura.

Comprendendo che non era in sé dalla preoccupazione, l’altro stette zitto e lo seguì.

 

 

Cavolo, questo posto mi mette i brividi” osservò Rea. Il corridoio in cui erano apparsi era lungo e buio, silenzioso. Non si vedeva nessuno in giro.

Beh, cosa volevi trovare? Tè e pasticcini? Sei nell’ala di esorcismo, qui ci vivono i demoni” le spiegò il figlio.

Bene, un pomeriggio di terrore era ciò che avevo in programma” ribatté sarcastica. Non era mai stata lì.

Comunque, se il signor Pheles fosse qua si troverebbe nell’aula 101 ragionò il ragazzo. Spalancò una porta e controllò dentro.

Niente, qui non c’è anima viva” disse.

In quel momento apparve una luce in fondo al corridoio e si chiuse una porta.

Shiro? Rea? Siete qui?” chiamò Ayumi. In lontananza si materializzarono due forme.

Sì, vieni!” rispose lui. La ragazza apparve affiancata dalla madre, che rimase senza fiato. Lei e l’amica si osservarono per un lungo momento, per poi correre ad abbracciarsi.

Rea!”-“Laura!” esclamarono. Fu come se vent’anni non fossero mai passati.

Mi sei mancata!” dissero all’unisono.

Si tennero strette per un po’ prima di lasciarsi andare e guardarsi con gli occhi lucidi.

Che dici, adesso si metteranno a piangere?” chiese Ayumi.

Guarda che vi sentiamo” la sgridò la madre.

Ops. Scusa mamma” disse ridendo. La donna, troppo felice per prendersela, sorrise e fissò l’amica.

Sei cambiata” osservò.

Sono passati vent’anni, volevi che rimanessi la stessa adolescente di allora?” scherzò Rea.

Intendevo dire in meglio. Non avrei mai creduto che ti avrei rivista perché i nostri figli si sono fidanzati

EHI!” esclamarono stizziti i ragazzi. Arrossirono entrambi.

Oh, uffa! La volete smettere? Non è una cosa di cui vergognarsi se siete innamorati!” sbottò la madre del maschio. Loro si fissarono imbarazzati.

Certo che di carattere non hai mutato una virgola! Sempre impertinente!” notò Laura ridendo.

Quelli sono vizi duri a morire, purtroppo” sospirò l’amica.

Scusate se m’intrometto, ma qui ci sono i demoni, ed è notte. Se ne parliamo da un’altra parte?” suggerì Shiro.

Va bene, fateci stradaacconsentirono le donne.

In quel momento, qualcosa di gigantesco e rotondo fendette un colpo, picchiando sulla loro schiena e lanciandole a terra, prive di sensi.

Nessuno si era accorto che un Hobgoblin si era materializzato dietro di loro.

 

 

Non sono nemmeno qui! Dove diavolo è andata a cacciarsi quella sciagurata!” stava gridando, intanto, Mephisto.

Rin aveva cercato di calmarlo, ma era inutile: aveva completamente perso la testa.

Sotto al letto?chiese sarcastico.

L’altro lo sbatté forte al muro, tenendolo per la gola. Incapace di muoversi, lui iniziò a tossire per la mancanza d’aria.

Io ti ammazzo. Te e quel tuo figlio demoniaco. Se le è…” ma si bloccò. I suoi sensi si erano allertati.

Sono nell’ala di esorcismo” disse sottovoce. Lasciò cadere il ragazzo a terra, senza fiato, e spalancò una porta con la chiave speciale.

Spera che siano vivi” lo avvertì.

Entrambi varcarono la soglia.

 

 

Oh, merda!” esclamarono i ragazzi insieme.

Non erano ancora arrivati al punto in cui potevano sconfiggere un demone, nemmeno un semplice goblin.

Qualche idea?” chiese Ayumi.

Nemmeno mezza” rispose Shiro. Arretrarono fino al muro. Il demone si avvicinò a loro e iniziò a fendere l’aria con colpi a caso. Abilmente, entrambi riuscirono a schivarli, ma era inutile continuare così, dovevano fare qualcosa.

Ascoltami, io sono in grado di usare le mie fiamme per attaccare. L’ho fatto in precedenza con mio padre quando mi allenava, però tu devi fare da esca” iniziò a decidere lui.

Dimmi come

Se prendi fuoco, verrà distratto da te, così non si accorgerà che io sto per attaccarlo. Va bene?

Chiaro” disse l’altra, risoluta.

Al mio via” le sussurrò. L’Hobgoblin si avvicinò.

VIA!” urlò.

La ragazza si infiammò, diventando rossa, e accecando per un istante il nemico. Sfruttando quel secondo, Shiro gli scivolò dietro la schiena e lasciò uscire i suoi poteri.

Forza, brutto demone, vieni a prendermi!” gridava Ayumi, correndo dalla parte opposta rispetto al ragazzo. Quello la seguì.

Intanto, lui stava cercando di prendere bene la mira. Non sapeva cosa sarebbe successo se avesse colpito lei. Chiuse gli occhi e respirò a fondo.

Fa’ che vada bene” pensò. Aprì la mano davanti a sé e lanciò una sfera di fuoco precisa verso il goblin, che si dissolse nell’aria, lasciando il corridoio silenzioso. Increduli, i due si fissarono.

Siamo stati grandi!” esclamò Ayumi, correndogli incontro. Lui aprì le braccia per prenderla.

Siamo mitici!” confermò. Si abbracciarono a lungo, poi si staccarono. I loro occhi s’incontrarono poco prima delle loro labbra.

Staccato subito da lei” disse una voce alle loro spalle. Mephisto stava immobile in mezzo alla stanza, con Rin dietro che si precipitò a soccorrere le due donne.

Cos’è successo?” domandò.

Un… un Hobgoblin ci ha attaccati e mamma e Laura sono state ferite” spiegò Shiro, deglutendo. Il preside lo fissò con occhi di ghiaccio.

Devo portarle in infermeria” disse suo padre.

Non ce n’è bisogno, usa questo” gli rispose l’altro, lanciandogli un unguento da mettere sulla pelle. Iniziò a spalmarlo.

Ayumi, torna a casa” ordinò poi, alla figlia. Lei scosse la testa.

No” decise. Mephisto si bloccò: non lo aveva mai sfidato.

Ti ho detto di andartene. Non avresti dovuto uscire, e in più sei con quello lì. Non credo che tu sia nelle condizioni di…

Non mi importa ciò che credi. Quello lì è il mio ragazzo, e quindi portagli rispetto” lo avvertì. Nei suoi occhi c’era decisione e rabbia.

Non usare quel tono con me, ragazzina!” la sgridò il padre.

Faccio come mi pare, invece!

Sei mia figlia e decido io, hai capito?

SMETTILA!” gridò. Le sue fiamme uscirono, lasciando tutti a bocca aperta.

Non mi hai mai ascoltata, non sei mai stato capace di farmi prendere le mie decisioni da sola, sono dovuta scappare di casa quando tu non c’eri per vedere la scuola! E tutto a causa tua! Ora basta, io sono innamorata di Shiro, quindi non lo lascio, hai capito?” lo avvertì. Mephisto era incredulo davanti alla ribellione di Ayumi.

Ha ragione” disse Rin. Si girarono tutti a fissarlo: stava facendo alzare Laura e Rea da terra.

Io te lo avevo detto: la perderai se non la farai vivere a modo suo” gli ricordò.

Le due donne si appoggiarono alla parete, barcollanti.

Ma… ma è così piccola…” provò a ribattere.

Tesoro, aveva dieci anni quando ha iniziato a fuggire di casa. Se l’è cavata da sola per tutto questo tempo. Lasciala fare” gli disse dolcemente la moglie, avvicinandosi a lui. La sorresse, vedendo che era sfinita.

Però…

Papà, ti prego” lo supplicò la figlia. Quel tono di voce lo fece stare male. L’aveva davvero fatta soffrire così? Sospirò.

E va bene, fai come vuoi!” concesse. Un grido d’approvazione si alzò dagli altri cinque.

A patto che tu non le faccia del male. In tal caso, la tua vita sarà mia” lo sfidò. Shiro gli porse la mano.

Affare fatto” acconsentì.

Ci sono delle cose di cui noi dobbiamo parlare, per cui ci portereste a casa?” disse Rea.

Già, abbiamo vent’anni di storie da raccontarci. Ci vorrà un po’” annuì Laura. Rin e Mephisto si guardarono e sospirarono.

Andiamo a casa nostra. Tanto mi sa che ci siano molte cose da discutere. Vi va?” propose il più vecchio.

Certo!” risposero gli altri tre.

 

 I due ragazzi tornarono al vecchio dormitorio insieme, liberi.

Credo che ci metteranno un po’. Ti va un tè?” le offrì Shiro.

Perché no?

Ah, a proposito: sono davvero il tuo ragazzo?” le domandò, fermandosi di fronte alla porta. Ayumi arrossì.

Beh, non lo so. Vuoi esserlo?” gli domandò.

Se per te non è un problema…” balbettò lui. Si fissarono e si misero a ridere.

Voglio essere il tuo ragazzodecise poi.

E io la tua” rispose lei.

Si baciarono in silenzio, per poi sparire al di là della soglia.

 

 

 

E finalmente la conclusione! È stata una sfida fare "Anche i demoni hanno un cuore", "Il bacio delle fiamme" e "Crossover: che significa sono incinta?"! Descrivere un Mephisto innamorato e geloso è divertente, ma difficile da morire XD... quindi adesso i ringraziamenti!
Uno va a ciel_chan che ha seguito la storia di Laura e se n'è appassionata! Grazie!!
E poi uno enorme va a EdxWinry 4 ever, che aspetta pazientemente le mie storie dal primo capitolo della prima! Una fan tanto carina non l'avevo ancora avuta U//////U... mi mancheranno le tue recensioni! XD...
Un ulteriore ringraziamento mi sembra giusto farlo anche a risep4, che ha avuto il coraggio di leggere tutta la storia fino alla fine.

Infine come non ringraziare le due rompiballe (pardon... si può dire su efp rompiballe, vero?) che mi stressano la vita con queste fanfic? Un bacio a Laura ed Emma, che non fanno che chiedermi racconti su racconti su varie serie di ogni genere (no, sul serio... dragon ball, ao no exorcist e ora sono dietro a una su Harry Potter! morirò entro breve)...
In conclusione, un bacio a tutti quanti!!! Alla prossima!

 

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